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Full text of "Recopilación, ó sea instrucción manual de la táctica militar y nuevo manejo de las armas de la caballeria .."

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THE  UNIVERSITY 

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BEQUEST  OF 

Alice  R.  Hilgard 

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INSTRUCCION  MANU  AL 


J.Jb, 


FARÀ  EL   ARMA 


7 


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18&6. 


Xn  la  mitma  librerh  d$  Stnt  y  Sans  $i  haUardn  iat  ohras 
siguientes^ 

OrdenaiiMt  ^^«S.  M.  para  e1  règi mea^,  dìaciplìna,  subordina* 
cìon  y  ftervicìo  de  los  ejércitoi  nacioiialef.  Nuevaraente  adi- 
^lonadas  con  Ut  leye»,  reglanientos  ,  realei  órdenes  é  in«« 
traccìones  y  decretos  de  cortes  ▼igentes,  desde  su  pnblicacìon 
basta  el  aTlo  de  184);    Un  tonioen  octavo  raayor. 

Tratado  de  la  tàctlca  para  infanterìa  ligera,  arreglado  por  San 
Jnan,  y  inandado  observar  por  orden  de  la  Regencla  de  las 
Espaftas  en  i8ia  «  con  1 1  làmlnaa. 

iìovisiitao  Compendio  de  Jusgados  militares  de  Colon  ,  y  Tra- 
tado de  las  diversas  clases  de  enjuiciamìentos^  procesos  y  ae- 
toaciones  criroìnales  y  ordinarias  qae  se  practìean  en  ci 
cjércìto  y  arniada.  Corregido  y  aumentado  por  D.  Julian  Lo- 
pet   de   la   Cursta  ,  capitan   gradaado  de  caballeria. 

Instraccion  de  infanteria»  Recopilacion  de  Penas  militares  con 
arreglo  a  ordcnansa  y  realcs  órdenes ,  adornada  con  tre»  U-> 
minas  qoe  rcpresentah  las  posicìones  del  recluta  y  raanejo  del 
arma 9  y  a?  figuras  del  modo  de  mandar  con  el  baston  y  la 
espada;  arreglada,  corregida  yaiimentada  con  los  formularìos 
nltimamente  aprobados  por  el  Excroo,  Sr.  Inspector  general 
del  arma  en  i845.  Un  tomo  en  octavo. 

Reglamcnto  para  el  ejcrcicio  y  maniobras  de  la  Infanteria. 
Ntteva  edicion,  aomèntada  con  las  reglas  y  advertencias  para 
la  instrticcion  del  recluta  ,  circuladas  y  mandadas  observar 
por  el  Excmo.  Sr.  D.  Manuel  Llander  en  1899,  y  con  el 
iDanejo  del  arma  scgan  regiamente ,  subdÌTidido  en  movi* 
roientos  ,  corno  se  ba  practicado  en  los  caerpos  de  la  Guardia 
Keal  de   Infanteria. 

Tari  fa  de  los  baberes  qne  disfrutatt  l<is  individuos  de  qne  se 
componen  los  cuerpos  y  corapaiiias  del  ejército,  coraprendien- 
do  tantas  armas  cuantas  tarifas  acompaftan  al  real  decreto 
de  3i  de  mayo  de  i8a8,  conforme  a  los  sueldos,  gratifìcacio- 
nes  y  descnentos  que  el  mismo  seilala,  y  otras  varias  drdenes 
posteriores  qne  todas  se  citan.  Un  tomo  en  cuarto. 

Règimen  qne  por  abora  deben  observar  en  su  manejo  interior 
los  regtmientot  de  caballeria  del  ejército.  Nueva  edicìon  ea 
folio* 


\ 


RECOPILACION 

Ó  SEA 

IQSTI&IOSiSOd)!!!!  Iul&li!ll9£ill 

OB  LA  TACTICA  m'UTAR  T  NUEVO  MANBJO  BE  LAS  AKMAS 

Comprende  desde  la  instruecion  del  recluta  d  pie ,  hasta  la  d* 

un  tseuadron  é  eabalio,  e^n  el  manejo  de  iodas  sns  armas  en 

ambos  casos,  y  el  servicio  de  guerrillas, 

Contiene Igualmentelas  penas  milifares  conarre^lo  ò  ordenanza 
y  reales  órdenes  posteriores;  las  obligaciones  desde  las  del  sol- 
dado  hasta  las  det  teniente  coronel  inclusiye  ;  una  Instruecion 
bastante  detallada  para  que  los  comandantes  de  partidas  y  desta- 
camentos  desempenen  con  aderto  sus  comisiones;  otra  sobre  la 
marcha  y  conduccioQ  deconvoyes;  el  nue\o  pie^fuerza  y  organi- 
zacion  de  la  caballerta  del  ejército,  sueldos  y  haberes  que  dis- 
firntantodas  sus  clases,  gratlficaciones,  utenslUos  y  refaccion  quo 
tienen  senalados;  18  formularios  para  gefes  de  destacamentos  y 
escuadrones-compafìias;  una  instruecion  sobre  desertores  de  to> 
das  armas,  y  órdenes  particulares  sobre  los  de  la  eaballeria; 
reducclon  de  socorras,  reglamento  de  retiros,  con  otros  Carlos 
particulares  muy  ùtiles  à  todos  los  militares,  y  |uas  particular- 
mente  à  los  que  siryen  en  la  mencionada  arma.  Todo  con  ar- 
regio  A  reales  decretos  \igentes.  y  mandado  observar  por  el 
escelentisimo  seAor  inspeetor  general  de  eaballeria. 

AlUkBGLADO  POR  EL  GAPETAIf  GRADUADO  DB  DIGHA  ARMA 

D.  JULIAN  LOPEZ  DE  LA  CUESTA. 

Il 

Corregido  y  aumetUado  nuevamente  por  ei  mismiK 


MADRID:  1846. 

IMPEENTA   DE   DON   FEDRO   SANZ   T   SANZ. 
S0  haliard  en  su  libreria  calie  de  Carretas, 


El  editor  y  propietario  de  està  obra  denunciarden 
juicio  al  que  la  reimprima  sin  eonsentimiertto  suyo. 


GIFl 


ADVERTENCIA.  ì"^!^ 


A  medida  que  se  han  ido  preparando  cada  una  de 
lag  $eis  ediciones  que  van  iiradas  de  està  ohrita  desde 
el  ano  de  18S5  basta  el  dia^  ha  procuradasu  editor 
ir  reuniendo  sucesivamente  en  ellas  todo  lo  que  ha 
treido  ser  de  utilidady  segregando  lo  innecesario  6 
que  ha  dejado  de  re  gir  ^  y  sustituyindolo  con  lo  nue\fO 
y  vigente^  tanto  en  reglamentos^  corno  en  tas  di/eren* 
tes  organizaciones  que  se  han  ido  sucediendo  en  el  ar^ 
ma^  sin  olvidarse  de  enriquecerla  con  atgunas  adverten» 
tiasy  conocimientos  necesariosy  asi  paracomandantt's  de 
partidas  corno  de  gefes  de  convoyes,  igualmente  que  con 
otros particulares\que  en  ella  aparecen. 

En  està  sesta  edicion  ha  Stguido  la  misma  regia ,  y 
se  lisonjea  haber  llenadof  en  lo  posible  su  objeto^  diri" 
gido  d  reunir  en  Un  corto  voldmen  los  conocimientos 
mas  necesarios  que  deben  a/iumar  d  las  diferentes  eia» 
ses  milìtares  para  quienes  se  ha  formado», 


*  ì5j878973 


INDICE  GENERAL, 

PRIM£RA  PARTE. 
Recopilacion  de  penas  militar es. 

Slasfemias i 

Juramento  execrable  por  costumbrt id. 

Roto  de  vasos  sagrados a 

Ultraje  d  imdgenes  divinas •.••••  id. 

Ultraje  d  sacerdotes •  ìd. 

Insulto  d  lugares  iagrados 3 

Inobediencia ìd. 

Insulto  contra  los  superiores 5 

Injuria  6  insulto  contra  ministros  dejustieia. ...  8 

Sedicion 9 

Tolerancia  ó  auxilio  de  reo  pròfugo 16 

Infidencia.. id. 

Disafios •  • 17 

Alboroto,, 19 

Falta  de  puntualidad  en  acudir  d  supuesto so 

Insulto  d  sahaguardias.. id. 

Abandono  de  guardia • . . .  id. 

.  Centinela  que  abandona  elpuesto si 

Centinela  que  se  deja  mudar  por  quien  no  sea  su 

cabo •  •  •  •  id, 

Centinela  que  se  halla  dormido id. 

Centinela  que  no  avisa  la  novedad  que  advierte..  •  id. 

Insulto  contra  centinelas ss 

Insulto  contra  patrullas id, 

Induccion  a  rinas id. 

Alevosia • , , ,  •  id. 

Parricida *. . *S 


▼It 

Consentimiento  6  abrigo  de  undelito..  ....•...•.  93 

Espias •  • •  •  •  id. 

Contro  la  disciplina,  •  •  • • id» 

Robo • 24 

Robo  ejecutado  por  centinela $5 

Robo  con  muerte s6 

Robo  de  armas  6  municiones •  id. 

Marchas •  •  « id, 

Desórdénes  cometidos  en  las  marchaS S7 

Incendiarios • .  •  •  « S9 

Monederos  falsos • .  id^ 

Violencia  d  mugeres.  ••,««••  é « 30 

Rapto id. 

Crimen  nefando id. 

Testigo  falso id. 

Jlegalidad  de  dependientes  de  viveres,  comercian* 

tes  y  vivanderos. ,.••.•  31 

Contrabando •••••••••  33 

Desercion  en  ti^mpo  de  guerra 36 

Desercion  con  circunit  ancia  a  gravante 38 

Desercion  simple • ;  •  •  41 

Desercion  de  soldado  cUmplido •  •  • .  •  45 

Circunstancias  ^ara  consumar   la  desercion 46 

Conato  de  desercion id. 

Desertores  de  los  regimientos  de  Milicias  estando  , 

sobre  las  armas i , ,  47 

Desertores  de  la  Guardia  Real 50 

Cobardia • , , , , ,  ìd. 

Disimulo  malicioso  del  Derdadero  nombre^  patria  6 

religion 51 

Viciosos • , .'/,  52 

Alcahuete , 54 

Armas  prohibidas. id. 

Matrimonio  clandestino 5,5 


Ylrf 

Casamiento  sin  liancia. 55 

Casamiento  obligado  por  senteneia 56 

Abandono  de'  puesto  en  accion  de  guerra. 58 

Asesino 60 

Baqueteados «••••« ;  •  id. 

Faleificadores id. 

Esceso  de  uso  de  licencia *•••••*••«••••  id. 

Pasar  la  linea  de  Gibraltar 61 

Plaza  supuesta *  • .  • id. 

Usurerò *  •  62 

Vniformes , . .  •  id. 

Dar  licenciaspor  dinero id. 

Estraccion  de  raciones,.  ' ,....•  6^ 

Abandono  de  guardia  en  los  presidios  de  Africa,  id 

Delitos  en  que  no  vale  la  inmunidad 64 

Modo  de  juzgar  à  los  graduados  de.oficial 65 

Premioe 66 

Encubrir  6  àuxiliar  la  desereion 69 

Destinados  à  presidio ^o 

Resistencia  d  la  tropa. ^i 

Puntos  considerados  en  estado  de  guerra  cuando 

la  haya  con  los  ingleses.  ...•••* ^s 

Reos  con  inmunidùd id. 

Destinados  alfijo  de  Ceuta « . .  ^^3 

Oficialee *....« i^. 

SEGUNDA  PARTE. 

Sv>bre  las  obligaciones  del  sotdado,  rabo  y  sar* 
genio,  contenidas  en  Ins  tiuilos  1.*^,  a.®,  3.®, 
4  ^,  5.^,  eie,  del  iralado  s.^  de  la  Otdeuaiiza. 

TITUì>0  PRIMRRO.  Obliganones  del  soldado.  83 

So/dado  de  guardia 89 


IX 

Obligaciones  generaUs  de  la  centineta •  «  •  •  •      90 

Concluyen  ìas  obligaciones  del  centinela 94 

TI  rULO  II.  Obligaciones  del  cabq 95 

TITULO  111.  Obligaciones  del  soldado  y  cobo  de 

caballeria  y  de  dragonee 108 

Obligaciones  del  cabo • .  •  •    uà 

TITULO  IV.  Obligaciones  del  sargento 114 

TITULO  Y.  Obligaciones  del  sargento  de  caballe- 
ria y  dragones i  so 

TITUlO  vi.  Obligaciones  del  subteniente i«a 

Pie  de  lista  de  una  compania is8 

TITULO  VÌI  Obligaciones  del  alferez  de  caballe- 
ria y  dragones 1 89 

TITULO  Vili.  Obligaciones  del  temente 1 30 

TJTULO  IX.  Obligaciones  del  teniente  de  caba^ 

lleria  y  dragones id. 

TITULO  X.  Obligaciones  del  capitan 131 

TITULO  XI.  Obligaciones  del  capitan  de  caba- 

lleria  y   dragones •••••    141 

TITULO  XIL  Teniente  coronel M» 

TITULO  XIII.  Teniente  coronel  de  caballeria  y 

dragones •..«•,..«#•..•••••     '44 

TITULO  XIV.  Fanciones  del  abanderado I45 

TITULO  XV.  Fanciones  del  ajudanfe 1 47 

Modo  de  recihir  lasrondas •••..••.    '48 

Honores  que  han  de  hacer  las  guardias 1 50 

Instruccion  para  el  gobierno  interior  de  las  com^' 

panias ,  • , t*  •  •  »  •  •  t >  54 

Modo  de  desarmar  una  carabina  cargada. ...    1 63 

Modo  desarmar  la  llave.  •  • , •     id. 

Modo  de  armarla •.•••••••• id. 


IIVSTRIICCIOIV  MILITAR. 

TITULO  PRIMERO.  Del  «aballo. 

Art.   I.®     Del  nonihre  y  situacion  de  las  partes 

esteriores  del  caballo \6$ 

Art   a.®     Mtdios  conducentes  a  la  conservacion 

de  los  cascos, id. 

Art.  3,^     Reglas  mas  generales  y  precisas  para 

empezar  à  domar  y  doctrinar  ìos  potros 166 

Art.   4»®     Metodo  para  acostumbrar  los  caballos 

d  las  armas  d^fuego  y  al  ruido  de  la  guerra.    171 

TITULO  II.  Del  armamento  de  la  caballeria. 

Art.  I?     Del  sable  à  espada 172 

Art.  2?     De  la  carabina 1 73 

Art.  3?     De  la  pistola id. 

Art.  4*^     De  la  lanza id. 

Art.  5.**     De  la  coraza 174 

Aft.  6.**     Del  casco ./</. 

Art.  7.^     Modo  de  limpiar  las  armas 1 75 

TITULO  III.  De  la  montura. 

Art.  1?     Partes  de  ^ue  se  compone  la  siila id- 

Art.  a?  De  la  brida,  qabezon  y  filete 176 

Art.  3?     Instruccion  para  poner  y  ^uitar  la  siila 

y  bridas  al  caballo 177 

TITULO  IV.  Definiciones 180 

TITLLO  V.  Toques  que  han  de  usar  los  trom- 

petas  de  la  caballeria  y  su  esplicagion 1 83 

TITULO  VI, 

Instruccion  del  recluta  de  caballeria. 

PRIM.lRA  PARTE.  Instruccion  4    pie. 
Introduccion .,,....    1 85 


xt 

P&IME&A   CLÀ8B. 

i!  Leccion.  Posicion  del  recluta « 186 

2!  Movimientos  de  cabeza  d  derecha  i  izquierda.  187 
3!  Giros  d  la  derecha  é  izquierda ,  y  media  vuelta 

d  la  izquierda. 188 

4!  Paso  regalar ,  •  • .  •  1 90 

5?  Saludos  d  pie  firme  y  sobre  la  marcha.. ...  191 
Prevenciones  sobre  la  posicion  del  sable  6  espada 

para  los  se  fior  es  ojiciales ••••  193 

8E6UNOA  CLA8B. 

I.!  Leccion.  Marcar  et  paso  jr  eambiarle. 194 

s.*  Paso  de  costado 1 95 

3.^  Paso  atras 196 

4.*  Paso  redoblado iJ* 

5«*  Marcha  oblicua  indhiduaL •  •  •  •  •  197 

TERGERÀ   CLASS. 

1.*  Leccion.  Alineamientos 198 

1.*  Marcha  de  frente •  •  •  •  •  1 99 

3.*  Conversiones  a  ejefijò r  •  •  • soo 

4**  Conversiones  a  eje  mot^iòle.  •••, sci 

.CUARTA  CLASS. 

I.*  Leccion.  Marcha  de  fianco  por  hileras so  a 

a.*  Conversar  por  hileras 203 

3.*  Movimientos  por  cuatro •  •  • id, 

4.*  Marcha  por  cuatro 806 

5.*  Cariar  de  direccionmarchando  por  cuatro.  id. 

6.*  Movimientos  por  cuatro  sobre  la  derecha* .  a 07 

QUINTA  CLASS.  Msoejo  de  la  carabina  i  pie. 

I."  Leccioo.  Posicion  de  la    carabina aio 

a.*  Manejo  de  la  carabina aia 

3.^  Leccion* , , a  1 5 


tu 

4.»  Leccion •  •  •  • •  CI7 

5>  Leccion.  ••••••• •  •  •  •  sfso 

6'.^  Carga  en  once  movimientoSé  ••••••••••••  ss  i 

rj,^   Preparen  las  armas* ••*•  ss5 

o.^  Descansen  sobre  las  armas «  •  •  •  •  ss6 

9.^  De  los  fuegos •  •  •  S30 

^BSTA  CLA8B*  Maoejo  del  sable» 

1.®  LeccioQ.    Posicion,  movimientos  de  honor  y 

re\nsta  del  sahie,.  •••••••« S33 

9.^  Primera  dwision.  •••••••••• •  •  «  •  •    S37 

3.*  Segunda  y  t creerà  divisiones ^44 

4.^  Quarta  divisian.  •  •  • 859 

^Preparacion  para  el  manejo  del  sable  de  una 

mitad,  • •  •  •  •  • S54 

Preparacion  para  el  manejo  del  sable   de  un 
escuadron  ...••,•««•••« S56 

998TA  CLA8B*  MsDejo  (Iq  li  laoss  i  pie. 

jLeccion  ùnica*  •«••••• •  •  •  •  « •  •  #  •    S59 

SfiGUNDA  PARTE.  Instraocioo  i  ceballo. 

FRIMBRA  CLASS, 

I.*  Leocion.  Posioion 4^1  recluta antes  de  montar 

a  cahallo»  •••••.••••• • •  •  S65 

Saltar  a  qahallo, .  •  • •  • • id. 

Posicion  del  homhre  a  cahallo •  • s66 

Alargar  y  acortar  las  riendas. . .  • •  •  •  S67 

Cruzar  y  separar  las  riendas.  •  •  •  • s68 

Del  uso  de  las  riendos •  •  •  «  •  id. 

Del  efecto  de  las  riendas*  •••,••••• S69 

Dei  efecto  de  las  piernas • ;  •  •  •  id* 

De  Ins  espuelas. idm 

it."  LeccioD.  Marchar  al  f venie*  •  •  • •  870 


XUI 

ffacer  alto..  •  • •  •  •  •  S7>> 

Paso  atras •  •  •  •  • •  •  S7  ' 

Voli>€r  a  derecha  e  izquierda ià. 

Media  vuelta  a  la  derecfia  é  izquierda.  •••••••  id* 

Saltar  a  tierra.  •  • 27  « 

Desfilar  por  la  derecha  6  por  la  izquierda. ...  273 
3.*  Trahajo  de  los  reclutas  a  la  cuerda^  estando 

los  cahallos  con  manta  y  filete 274 

Cambiar  de  mano  con  la  cuerda.  ••.. 275 

SXGUNOA  CLASB. 

i."  Leccioo.  Trahajo  de  los  reclutas  à  la  cuerda 

estando   los  caballos  ensillados*  ••• S76 

Montar  a  cahallo • id. 

Des filar  de  a  uno  al  frente  por  la  izquierda,  •  278 

Q.'  LeccioQ.  Pasar  del  paso  al  trote ••  279 

Del  trote  al  trote  largo • id. 

Del  trote  largo  al  trote,  jr  luego  al  paso^ .  •  • .  •  id. 

3.*  aumentar  el  frente  por  uno  ó  por  dos «80 

Disminuir  por  cuatro\  dos  y  uno • sSi 

Echar  pie  d  tierra '• 98a 

TSKCERA  C1.A88. 

I.*  Lecqioa,  Trabajos  de  los  reclutas  sin  cuerda  y 

con  euribos •  •    884 

Marchar  a  la  derecha • 185 

Cariar  de  direccion  en  la  longitud  del  cuadri'^ 

longo.  •  •  •  • •  • t86 

Variar  de  direccion  oblicuo  ala  derecha 287 

Variar  de  direccion  en  la  anchura  del  cuadri^» 

longo • •  •  • «      idm 

a.*  Giros  individuales  a  la  derecha  é  izquierda 

marchando • 288 

Medias  vueltas  individuales    d  derecha    6  iz* 

^uicrda  marchando*  ••###••••• id» 


XIT 

3.'  Paso  de  costado.  •  •  • *  «89 

Principios  de  alineamiento •  •  •    sp  f 

4.*  Principios  de  conversiones  à  ejefijo^ S92 

CUARTA    CL  8S. 

!.■  Leccion.  Trabajo  de  los  reclutas  sin  cuerda 

y  embridados  los  cahallos. .  » • 293 

De  la  mano  de  la  brida • id. 

/É instar  las  riendas «94 

s."  Moviniientos  por  cuatro  a  pie  firme 295 

3.**   Marcita  directa  y  conversione^  a  eje  movi" 

Ile  por  cuatro ià. 

4.*  Oe  la  mnrcha  oblicua 196 

5.'  Giros  jr  medias  vueltas por  cuatro  marchan" 

do  en  una  fila • 298 

6.'  Giros  y  medias  vueltas  por  cuatro  marchan* 

doy  formados  en  dos  filas 299 

TIlULO  VII.  lostruccion  de  una  compatfia  à  caballo. 

PRIMBRA  CLA8«. 

1!  Leccion.  FormacìoA  de  la  compaHia 301 

«7  Tornar  distancia  de  filas 304 

3?  AUnearse  con  distancia  de  filas id. 

4?  Alinearse  sin  distancias • 305 

fiE.>UNDACLA8.?. 

I?  Leccion.  Marcha  en  batalla '    id» 

s?  lìaoer  alto  marchando  en  batalla  y  alinearse,    307 

3?  Marcha  ohlicua 308 

4?  Marcita  en  batalla  al  trote ,  paso  atras  y  de 

costado  .... ••••••     id. 

5?  Murcha  en  retirada id, 

TERGERÀ  CLA8B. 

i!  Leccion.  Marcha  de  fianco  por  cuatro 309 


XV 

«?  Fariar  de  direccion  por  cuatro 3'^ 

3!  Hacer  alto  y  frente 311 

4!  Sobre  la  marcha  en  batalla  tornarla  de  fianco  hd- 
eia  una  y  otra  mano^  y  volver  a  formar  en  batalla*    id, 

CUAhTA  CLA9£. 

i!  LeccioD.  Conversiones  d  eje  fijo 31» 

2?  Conversiones  a  eje  movible. 314 

3?  Formar  en  columna id. 

4?  Marchar  en  columna 315 

5!  Variar  de  direccion 317 

6!  Hacer  alto 318 

7?  Formar  en  batalla id. 

QUJNTA  CLASe. 

1}  Leccion.  Marchando  en  columna  al  paso  hacer 
quedar  hileras  4  retaguardia  y  volverlas  a  entrar 

en  linea • .  •  •    320 

2.*  Marchando  en  columna  disminuir  el frente.    321 

3.*  La  contramarcha 3«3 

4.*  Marchando  en  columna  formar  en  batalla 

por  retaguardia  de  la  cabeza 3^5 

5.*  Marchando  en  batalla  romper  en  columna  y 
volver  à  formar  en  batalla 326 

8E8TA  CLA9IS 

I.*  LeccioQ.  Formada  la  coni  pania  en  batalla 
de  sfilar  con  el  frente  de  a  cuatro  x  ^^olver  a 
formar  la  comparila  •  •  •  • • 3^7 

a.*  Marchar  e n  columna  por  mitades^  desfilar  al 
frente  de  d  cuatro^  disminuir  ute  a  dòs^  de  a 
uno  y  y  volver  d  aumentar  basta  formar  las 
mitades.  ,.,«••« , • , , .    329 

3.*  Habiendo  desfilado  por  cuatro  y  hecho  altOy 
formar  las  mitades  a  un  tiempo.  .....  ^  .,<  •    33' 

4.*  Desfilar  en  prolongacion  de  un  fianca  y  voU 
Der  d  formar  en  batalla.^ ...,....».     id. 


XVI 

$,^  Marckando  por  divisiones  de  a  cuatro  fot" 
mar  en  batalla  sobre  cualquiei a  de  losjleincos.  334 

6.*  Desfiìes  por  el  centro  y  sus  respectwas  for^ 
maciones  en  linea 335 

y.*  Marchando  por  divisiones  de  a  cuatro  formar 
las  fi' US  de  a  ocho,  jr  disminuir  desde  este 
frentc. 336 

tETlMA   CLASB. 

Trahf  jo  al  galope. . .  • .  • 338 

OCTAVA   CLAS6, 

Cargas  por  Jiileras^  por  mitades  y  por  loda  la 

compunia • • id* 

Insti  ucaion  de  guias.  .  • .  • •  •  •  •    341 

TITULO  VII!.  Instraccion  de  escoadron.     . 

PARTE  PRIMERA. 

Art/culo  i9  De  los  distintos  aires y  marchas  mi^ 

litares 35» 

8.**  Tornar  dlstancia  de  filas 353 

3/*  Alinearse  con  distancia  de  filas 354 

4?  Manejo  de  las  armas id, 

5?   Estrechar  las  distancias,  • , .  w id. 

6?  Alinearse  estrediadas  las  distancias id,- 

7?  Alineacion  del  escuadron 355 

PARTE  hEGUNDA. 

Artfculo  i.^  Romper  en  columnad  la  derecha  6  à 

la  izquierda 356 

t.^  Mar^har  en  columna  por  mitades id^ 

3."^  /  etener  una  columna •  •    358 

4.^^  R.  arcuando  en  columna  con  la  derecha  a  la  ca- 

beza  hacerla  que  de  ti  frente  d  retaguardia.  •    359 
5.^  à.e  la  columna  de  camino ìd. 


XVfl 

6?  Marchando  en  eolumna  por  mitades,  disminuir 
elfrente^ucesivamenteporcuatro^  por  dos  y 
por  uno ,  y  volvolo  à  aumentar 360 

^?  Fariar  de  direccion  marchando  en  eolumna  . .    361 

8.*'  Variar  de  direccion  por  la  pronta  maniohra 
marchando  en  eolumna  con  distancias  enteras  •    369 

9.^  Variar  la  direccion  de  una  eolumna  halldndose 
é  pie  firme  con  distancias  enteras 363 

I  o  Marcha  de  una  eolumna  por  uno  de  sus  flancos.    3  64 

II  De  la  marcha  oblicua  individuai  en  eolumna.    365 
18  Romper  en  eolumna  alfr.ente  por  la  derecha:  366 

13  Romper  en  eolumna  d  retaguardia  d  la  de- 
recha  •    367 

14  Romper  en  eolumna  por  la  drrecha  para 
marchar  a  la  izquierda. • .  •  •  •    368 

15  Un  escundron  formado  en  hatalla  en  su  órden 
naturai  hacerle  romper  por  mitades  en  colum-' 
na  a  retaguardia  por  la  derecha  para  mar^ 
char  a  la  izquierda • 369 

PARTE  TERGERÀ 

Artfciilo  I?  Halldndose  elescuadron formado  en 
eolumna  con  la  derecha  a  la  caheza^  formar  a 

la  izquierda  en  hatalla i<f. 

$.**  Formar  al  frente  en  hatalla*  • 371 

3.**  Formar  a  retaguardia  en  hatalla 371 

4.^  Formar  en  hatalla  por  retaguardia  de  la 
cabeza •••.••.••    375 

PARTE  CUARTA. 

Articolo  I  .^  De  la  marcha  direct  a  en  hatalla  por 

escuadron •  •  •  •    377 

t.^  Marcha  en  retirada n  •  •  •  •    380 

3.*^  Pasos  de  ohstdcalifs  marc/uindo  al  frente  en 
batalia 3^> 


xvin 

4.®  De  las  conversiones  por  escuadrones 383 

5.0  Variar  de  direccion  marchando  un  esouadron  - 

en  batalla. . . .  • id» 

6P  De  la  marcha  oblicua  individuai  por  un  e$^ 

*     cuadron • .  • . .    384 

7.®  De  la  marcha  oblicua  por  mitades irf» 

8.**  Marchando  en  batalla  romper  en   columna 

al  frente  6  sohre  cualquiera  de  los  costados. .    385 
'  9.**  Marchando  en  columna  formar  en  batalla. 

sin  hacer  aitò 386 

IO  De  la  contramarcha « ,     id.  ^ 

PARTE  QUINTA. 

Artfcalo  i.^  De  los  desfiles •  •    387 

PARTE  SESTA. 
Art/colo  i.^  De  la  carga  por  escuadron ìà. 

PARTE  SETIMA. 

Instruccion  de  guerrillas. 388 

Eeglas  generales  para  los  tiradores •  -  395 

Toques  de  dar  in  6  cometa  para  los  tiradores*  •*•      396 

MANEJO  DE  LAS  AUMAB  A  CABALLO. 

Manejo  de  la  carabina, 

t.^  Leccion.  #«•*••*;•»*•#•• • 397 

2.^  Leccion.  *  •  •  *  * *.•••••*•*•••••  40^ 

3.^  Leccion * »  •  *  » 401 

4.^  Leccion 4 . .  • »  403 

Manejo  de  la  pistola. 

i.^  Leccion. •  «  •  « • 4^5 

s.^   Leccion «  «  •    4^7 

i5.^  Leccion. ......: •••••••    A^9 


XIX 

Manfjo  del  sable  a  caballo 410 

Manejo  de  la  lanza  a. caballo, 411 

i.^  Division 414 

a.*  Division • 420 

3.^  Division.  •  •  • •  •  : 42  a 

Preparacéon  para  el  manejo  de  la  lanza 427 

Observaciones  sobre  el  manejo  de  la  lanza. . . .  •    427 

Ordenes  generales para  oflciales « 429 

Pie  y  fuerza  de  la  caballeria  del  ejércìto 434 

Nomlres  y  numeracion  de  los  cuerpos   de    està 

^rma \.    435 

Pie  y  fuerza  de  un  rcglmiento  de  caballeria^  y 

suelàos  que  gozan  las  clases  que  lo  comp  men.  436 
Plana  mayor  de  un  regimiento  de  caballeria, .  437 
Grat ificaciones  que  gozan  los  cuerpos  de  laca'- 

halleria • •  •  •  • .    438 

Hefaccion  6  franquicia 439 

Instrucciones  para  que  los  comandantes  de  par» 

tidas  ó  destamentos  puedan  desempenar  con 

mas  facilidad  y  aderto  las   comisiones  que 

sus  gefes  les  encarguen 440 

Conocimientos  ùtiles  y  necesarios  sobre  el  sumi- 

nistro  de  raciones  de  pienso  y  sus  devengues,  446 
Precios  de  carros  y  bagojes  por  cada  legua. .  •    449 

Peso  y  medida  de  las  raciones 450 

Utensilios , •»  •  •  •     id. 

Conduccion  de  consfoyes • id. 

Reglaì  que  deben  observarse  en  la  mar  e  ha  de  las 

tropas 454 

Regia  que  ha  de  seguir  se  en  el  alojamiento  de 

las  tropas  cuande  marchen 458 

jélojamiento  en   cuarteles  ó  cantones^    y  modo 

en  que  ha  de  distribuirse  elforrage  que  haja 

en   etlos • 460 


n 

Viez  y  ocho  formulario^  y  modelos^  los  treee 
primeros  para  comandantes  de  partidas  y 
destacamentos^  y  los  cinco  restantes  para  es^ 
cuadrnneS'Companias.  •  •  • •  •  • 462 

Diezjrocho  tahlas  de  reduccion  de  socorros  a  rea* 
les  im, ,  desde  tres  cuartos  hasta  "l^einte jr.unom    488 

Otra  idem  de  reduccion  de  reales  a  mrs.^  jr  estos  a 
cuartos  jr  mrs,  y  por  la  inversa • 507 

Su^ldos  que  gozan  todas  las  clases  del  ejército 
que  se  retiran  del  servicio  activo^  a  los  anos 
que  se  detailan •  •    508 

Instruccion  sobre  désertores.         • 

Circunstancias  que  ealifican  el  conato  de  deser^ 

don ••••••••    513 

Idem^  la  desercion  consuma  da •••••••     id. 

Tabla  de  los  diferentes  casos  de  desercion  que 

pueden  presentarse •••••• •    514 

'jirticulos  de  ordenama  que  se  citan^y  reales  òr* 

denes  sohre  desercion •    515 

Ordenes  particulares  sohre  désertores  de  caòa' 

lleria • jso 

Estracto  de  reales  órdenes  y  decretos  "Vigentes^ 

pertenecientes  al  ejército  y  armada.  ...••..  512 
Real  decreto  sobre  el  ascenso  de  soldados^  cabos 

y  sargentos,  •  • 599 

Apéndice  al  nuevo  manejo  de  sable  y   lanza^ 

comprensivo   de  las  adlciones  y  enmienaas 

hechas  en  él  despues  de  su,  circuì acion ,    531 


PRIMBBA  PABTE. 

DE  LAS  PEIVAS  MILITARES 

QOB  CORRESPONDKIf    A  LOS  CrImENES  QUG    COMETA 
LA     TROPA    (l). 

Blasjemias. 

Art,  1  •  JLi  qae  blasfemare  el  saato  oombre  de  DioS) 
de  la  Virgen  ó  de  Ics  Santos,  sera  inmediatameote  preso 
y  castigado,  por  la  prime r a  vez  eòo  la  afreota  de  poner- 
ie  Roa  mordaza  dentro  del  caartel  .por  el  termino  de 
dos  horas  por  la  mauana  y  dos,  por  la  tarde  en  ocho 
dias  segaìdos,  atàndole  à  ouposte,  ysi  reincidiere  en  es- 
tà culpa  se  le  atravesarà  irremisiblemeote  la  leogaa  con 
uo  hierro  calieote  j  por  mano  del  ^erdago,  j  se  le  arro- 
jari  ignominiosa  mente  del  regimiento,  precediendo  con- 
sejo  de  guerra. 

Este  articolo  no  està  derogado,  pero  tampoco  està 
en  uso,  y  el  blasfemo  es  jazgado  yerbal  6  snmariamente 
por  su  inmediato  gefe^  y  castìgado  con  calabozo  y  cepo« 

Juramento  execrable  por  costumbre, 

2.  EL  qae  con  reparable  frecnencia  jurare  execra- 
blemente,  sera  corregido  con  tre»  dias  de  prision;  y  si 
despaes  no  BeenmeQdare^  sufrirà  la  nota  de  ponerle  ona 

(i)    Trat.   8,  t.    io  de  U    OrdenanK»  general. 


9 
mordaza  dentro  itA  onariel ,  j  eì  castigo  de  prtsioD  d 
otre  corporal  qae  parezca  convenieote  para  sa  eotera 
correccion. 

Robo  de  Fcisos  Sagrados. 

5.  Ei  qae  robare,  ocoltare  maliciosameiite,  'il  oca- 
eiooare  qae  otro  ròbe  Clistodta ,  GélÌ£>  Patena,  GopoD, 
ó  caalqaiera  otre  Vaso  Sagrado>  asi  en  paz  corno  en 
guerra,  j  tanto  en  mts  domiiitos  corno  en  paises  estran- 
geros  ó  de  enemìgos,  sera  ahorcado  j  descaartizadò;  j 
st  por  ias  cìrcanstancias  qae  habieren  interv^enicTo  en  ei 
buito  se^yerìficare  baberlo  ejecatado  con  profanacion 
del  Santisimo  Sacramento  ,  seria  qaemados  (despaes 
de  ahorcados)  Los  deliocuentes  en  tan  enorme  deiito, 
en  caalqaiera  ndmero  qoe  faeren^  sin  qae  Les  releye  de 
està  pena  ei  raro  accidente  de  qae  no  tean  Católicoa; 
paes  tentendo  prevenìdo  qae  no  se  admtta  en  mi  servi- 
ciò  soldado  qae  no  sea  Gatólico  ,  Apostdlico ,  Romano, 
68  mi  ToIoDtad  qoe  el  qae  se  detate  6  se  le  arerigùe  ser 
de  òtra  religiob,  en  ei  caso  de  batlarse  réo>  padezca  (sin 
escepcion)  el  castigo  qae  para  ei  crimen  en  qae  incar- 
ricreo  prescribèn  mis  Ordenanzas. 

Vitrage  d  Imdgenes  dìvinas. 

4-  El  qae  con  irreyerencia  y  deiiberacion  conocida 
de  desprecio'ajare  de  obra  ias  Sagradas  Imigenes ,  or- 
uamentoa  ó  cnalqaiera  de  Ias  cosas  dedicadas  ai  Divino 
colto,  6  Ias  liartare^  seri  ahorcado. 

La  prictica  ha  modificado  Ias  penas  del  reo' qae  ro- 
ba imigenes  ó  vasos  sagrados:  ya  no  se  le  qnema  ,  ni 
tampoco  saele  ser  descaartizadò. 

Vlìrage  d  Sacerdotes. 

5.     El  qae  maltratare  de  obra  con  arma  de  foego, 
bianca,  paio,  pedrada  ó  golpes  de  manca   los  Sacerdo- 


.      '  .  .  .    .  5 

tea,  Reiigioftos  ó  cualesqQÌera  mioì»tro  de  Dioa  qae  ha- 
bieren  recibido  Ordeaea  Sagtadas ,  halUijidp^e  estos  en 
el  trage  propio  de  sa  estado,  sera  coodana^P  A  la  pena 
de  COI  tèrsele  la  maao  derecba,  j  si  re^nUare  maerte  ó 
mutilacion  de  roiembro,  seri  ahorcado;  p^ro  sì  en  otro 
coaiqaiera  modo  menos  grave  Les  f altare  al  respeto,  so- 
friri  ei  culpado  el  castigo  corporal  de  qae»  segan  las 
circao8tancÌ0S)  faere  digno:  bien  entendido,  qae  en  ano 
j  otro  caso  ha  de  veriflcarse  qae  el  ooaltrato  foé  vo^ 
lontario  impolso  del  maltratante  ;  pues  si  dste  lo  ejeco- 
tare  estando  de  faccion  para  defensa  del  paesto  qae  oco- 
pa,  por  niolencia  qpe  ^e  le  haga  centra  la  obser Tancia 
de  lasòrdenes  qae  tenga,  .6  por  su  defensa  natnral  ,  no 
debd  considerarse  acreedor  à  la  pena  sepaUda. 

£o  el  dia  ya  no  se  cprta  al  reo  la  mano  derecha, 
sino  que  se  le  castiga  con  penas  estraordinarias,  siem- 
pre  qae  no  resa  Ite  maerte  6  matilacion  de  miembro, 
en  cojo  caso  es  pasado  pop  la  armas. 

Insulto  d  lugares  sagrados. 

6.  £1  qae  escalare  ó  entrare  f^rtiTameote  6  con  vio* 
lencia  en  iglesia ,  convento'^  monastexio ,  d  otro  Ingar 
lagradoy  para  ròbar  ó  bacer  caaiquiera  estorsion  6  de- 
sacato,  seri  castigado  con  pena  de  mnerte  6  corporale 
segua  las  circanstancias  del  caso. 

Inohsdiencia. 

7.  Todo  soldado,  cabo  y  sargento  qqe  en  lo  qae 
precisamente  fuere  de  mi  Real  seivicio  no  obedeciere  i 
todos  y  i  caalesqaiera  ofìcìales  de  mis  ejércitos,  seri 
castigado  con  pena  de  la   vida. 

8.  Todo  segando  sargento  qae  no  obedezca  i  los 
primeros  de  su  regimieuto  en  lo  qae  faere  de  mi  ser- 
vicio,  seri  depuesto  de  sa  gioeta  no  estando  de  faccion, 
y  si  lo  hiciere  estando  en  ella  ,  teftdri  pena  de  la  vida 


4  . 

9«  Todo  soldado  y  cabo  qne  en  lo  qae  precisameiite 
faere  de  mi  seryicio  do  obedeciere  à  Ics  safgentos  de 
sa  compania  j  sera  castigado^con  peaa  de  la  vida. 

10.  Todos  los  soldados  j  cabos  qae  en  igaal  cdso  de 
mi  aeryicio  no  obedecieren  à  los  sargeotos  de  sus  regi- 
mientoa  caando  se  hallareo  de  faccion  j  en  actaal  ser» 
▼icio^  mandados  por  el los,  serào  castigadps  con  pena  de 
Ja  vida  ;  j  faera  del  caso  de  estar  en  actaal  servicio, 
serén  castigados  con  baqaetas. 

11.  Todo  soldado  y  cabos  primeros  y  segaudosqoe^ 
en  lo  qae  tocare  é  mi  servicio,  no  obedecieren  àlos  sar-- 
geatos  de  los  regimìentos  qoe  se  hallaren  en4el  mismo 
campo,  gaarnicion,  caartel,  trànsito  ó  marcha,  hallàn- 
dose  mandados  por  ellos,  y  de  faccion, .sere n  castiga» 
dos  con  pena  de  la  vida;  j  faera  de.este  caso  con  pena 
arbitraria. 

12.  Todo  segando  cabo  qae  no  obedeciere  à  los  pri- 
meros. cabos  de  sa  regimiento  en  loqne  perteuezca  à  mi 
servicio,  estando  en  iacciou,  tendré  pena  de  la  vida;  y 
fuera  de  faccion  la  arbitraria  qae  segan  las  circanstan— 
cias  del  caso  correspooda. 

13.  Todos  los  solcUdos ,  bajo  la  misma  pena  de  la 
vida^  deberén  obedecer  à  los  cabos  de  sus  respectivas 
compafiias,  siempre  qae  cualqaiera  de  estos  les  mande 
algo  coDcerniente  à  mi  Real  servicio,  y  se  hallaren  con 
ellos  en  gaardia ,  partida  6  caalqaiera  otra  faccion,  y 
fuera  de  este  caso  sera  la  inobedìencia  castigada  con 
pena  corpcural. 

14*^  Todo  soldado  deberé  obedecer,  bajo  la  mlsma 
pena  de  la  vida,  é  los  deqias  cabos  de  sa  regimiento, 
siempre  qae  se  ballare  mandado  por  ellos  en  actual 
servicio. 

15.  Asimismo,  y  bajo  la  mismft  pena  de  la  vi- 
da ,  deberà  todo  soldado  obedecer  en  lo  qne  solo  fae- 
re de  mi  Real  servicio  à  los  cabos  de  otros  regimien- 
tos,  6  é  los  qae  estando  de  faccion  les  destinaren  por 
cabos. 


5 
(I)  El  tambor  mayor  debe  ser  coosiderado  corno  io- 
mediata  depeodencia  del  sargento  major ,  y  gefe  de 
lo8  tambores,  pifanos,  y  cometas  de  todo  el  regìmiea-' 
to  5  en  cayo  coocepto  le  estaràn  aobordinados ,  obede- 
ciendo  exactameDte  las.órdenea  qae  diere,  j  acudìendo 
con  la  major  pantnalidad  é  U  bora  qne  aefialare  para 
todos  lo8  actos  de  escnela  6  sèryicìo  é  qae  log  Dame,  j 
en  caalqoiera  culpa  qae  cometan  de  fatta  de  respeto  ó 
inobediencia ,  se  gradaarà  para  sa  castigo  con'  la  pena 
safialada  al  soldado  qae  injaria  6  desobedece  al  sargento 
de  sa  misma  com pania  t  sigaiendo  este  concepto  tendré 
el  tambor  major  la  facnltad  de  reprender  j  castigar 
las  faltas  de  dicfaos  individnos  en  el  modo  que  asa  de 
las  su  jas  con  sus  soldados  todo  primer  sargento;  dando 
parte  al  temente  corone!  major  -inmedlatamente  de  la 
falta  j  proyìdencia  qne  ba  tornado. 

Insulto  centra  los  superiores. 

16.  Todos  los  sargentos,  cabos  j  soldados  qae  maU 
trataren  de  obra  é.  cualquier  ofìcial  de  mis  tropas ,  ó 
qae  los  insultaren  6  amenazaren  pontendo  mano  à  cnal- 
qaiera  arma  ofensiYa,  de  caalqoiera  'modo  que  pueda 
ser,  ann  cuando  lo  èjecutasen  por  baber  sido  castìgados 
6  maltratados  por  dichos  oGciales ,  serén  castigados  con 
la  pena  de  cortarles  la  mano,  j  consiguien temente  con 
la  de  borea. 

17.  Todo  cabo  j. soldado  que  maltratare  de  obra  al 
^argento  de  sa  compania  ,  6  qae  biciere  la  accion  de 
ecbar  mano  Ì  las  armas  para  ofenderie,  aunqae  lo  eje* 
cute  por  baber  sido  castigado  por  el  dicbo  sargento,  se- 
ra caatigado  de  maerte. 

18.  Todo  cabo  j  soldado  qae  maltratare  de  obra, 
ó  biciere  accion  de  tomar  arma  ofensiva  centra  los  sar- 
gentos  de  su  regimiento  ó  de  coalquiera  otro  del  ejér- 

(i)     Art.  ly  tit.  ai,    trai,  a  de  U  Ordenanza. 


6 
citò,  faalléndose  i  sos  órdeties  eo  nctaal  fervido  6  de 
faccioti  tètà  casttg«do  de  moerte  >  7  no  ostando  de  ae* 
tuat  servitio  seti,  condteùador  d  K)8  araenales  de  marina 
por.  tres  a^os^  peroni  del  àialtratò  restiltare  motì^acioa 
de  mìembro  6  herida  peltgrosa ,  seri  passilo  por  làs  ar<* 
in^S)  antique  no  rò  balie  en  actnal  servicio  ni  de  facciona 
ai  raandado  pot  el  ofeodido  ei  ofensor. 

19.  Àsdnismo  todo  sòldado  qne  maltratare  de  obra 
é  Ics  cabos  de  sn  compaiSia  9  balléndose  en  faccion  6 
de  seryicio  mandadopor  eiloa,  sufrirà  la  pena  demnerCe; 
j  no  estaiido  de  actnal  seriptcio'',  aeri  castigado  con  aeìs 
afios  de  pre^diò  de  Africa  con  jgrillete,  é  menos  qne 
del  maltrato  baya  resnitado  al  eabo  moerte  ^mùtiiacion 
de  miembro  6  bérida  peligrosa,  porqne  en  eate  caso  se- 
ré  pasado  por  bs  armas. 

20.  £1  soldado  qoe  ballàndose  de  faccion  6  de  set* 
yicio  maltratare  de  óbra  à  los  cabos  qne  le  estayieren 
mandando,  asf  de  sn  regiifniento  corno  de  cnalesqaiera 
otros ,  ó  &  los  qne  les  destitiaren  para  cabos  ,  sofiiid  ta 
pena  de  moerte. 

21.  Siempre  qne  los  soldados  cometieren  algon  dea- 
órden^  mando  é  todos  los  oficiales  (tie  cnalqnier  regi« 
mietito  qoe  sean,  agregados  à  estado  major,  ò  de  otra 
clase,  qne  tengan  caràcter  de  oficial)  qoe  procuren  con- 
tener à  los  colpados,  castigéodolos  si  lo  crejesen  con* 
veniente,  ó  bacidadolos  prender;  7  si  los  delincnentes 
se  dispusierei^  è  la  defensa  coqtra  los  oficiales ,  de  mo* 
do  qne  se  yerìfìqne  la  acciòn  de  ofenderles  con  arma 
de  cualqniera  especie  qne  aea,  piedra  ó  palo,  dirigidk 
A  berir  con  accion  de  impelso  conocido,  se  le  pendri 
en  consejo  de  gneira,  7  condenari  à  moerte,  ainn^bé 
ba7a  un  testigo  qoe  deponga  lo  contrario,  con  solala 
deposlcion  del  oncial  qne  forme  la  queja ,  qnien  sera 
responsable  en  so  bonor  7  conciencia;  pero  si  bubiere 
dos  testigos  de  vista  imparciales  7  de  satisfaccioD  qoe 
den  por  incierta  la  qneja  del  oficial,  preferire  à  la  de- 
claracion  de  éòte  la  de  los  testigos. 


22.  Probtbo  aiMoIatamente  à  ics  oficiaUt  qoe  mal- 
traten  ni  castigaen  con  palo  ni  espada ,  aanqne  sea  con 
Yaioa ,  ni  cop  accioi^d  palabra  en  que  puedan  qaedar 
iDjariadoS)  à  los  sar^ntoa,  pena- de  ser .  sosoendidoé  de 
8Q8  empleos ,  j  cna odo  babtev^n  cometido  aigvna  ialta^ 
por  la  qae  debierén  ser  reprendidos  ó  oaatigados ,  se  les 
preporcionarà  ia  pena  eoa  ptiaion  li  otra  en  qne  no 
qaéde  ajada  sn  estimaoion:  j  si  la  fatta  f nere  oonside- 
rable  ,  é  mala  su  condacttf ,  et  corone!  6  comandante 
del  regimiento  le  depoodrà  dfs  sa  empieo,  y  dare  cnen- 
ta  al  Inspector  con  sumarra  informaciofi ,  qne  retendrà 
en  81  para  satisfacer  et  cargo  qne  se  te  haga ,  en  ca«o 
de  recarso;  pero  enjos  delitos  eapitales  seràn  los  sar- 
gentos  JQzgados  por  et  consejb  de  goerra  ordinario,  j 
sujetos  à  las  mismas  penas  qae  los  soldadoa. 

25.  £1  siibdito  miiìtary  de  -caalqoiera  calidad  qae 
fnere  ,  qae  fallare  al  debido  respeto  à  sas  soperioresj 
bien  sea  con  razoites  descompnestas  ó  con  ìnsatto  ,  arae- 
naza  ti  obra ,  snfrirà  irremtsibtemente  la  pena  que  cor- 
responde  à  las  circanstancias  de  la  calpa  j  calidad  de 
las  persona»  inobediente  y  ofendida,  sajetàndose  al  con- 
sejo  de  goerra  qae  corresponda,  segno  la  calidad  del 
detincaente  ;  y  para  editar  estos  casos ,  eocàrgo  à  los 
sQperiores  qae  en  sns  reprensiones.y.  recente ociones  se 
midan ,  para  no  esceder<  en  términos  qoe  Terifiqnen 
maltrato;  poes  todo  abuso  de  sa  aotoridad  sere  de  mi 
Real  desagrado. 

24*  Los  soldados  de  milielaSf  en  los  delitos  de  falta 
de  subordina^ion  y  respeto  4  los  oficiales  y  demas  sope- 
riores  militares,  aan  cnando  sns  regimientos  se  balleu 
retirados  en  la  provincia ,  se  haràn  acreedores  al  rigor 
de  las  penas  en  qne  por  leyes  de  ordenanza  incarren  los 
ìndividuos  del  ejército;  à  coyo  dù  se  les  intimare  por  el 
sargento  mayor  las  que  tratandel  asanto  cuando  sean 
alistados,  notandolo  en  sus  iìliaciones  para  que  no 
ocurra  embarBzo  al  tlempo  de  formarles  sus  procesos 
por  semejantes  crimeues ,  sustanciaudo  y  determinando 


8 
las  caoM»  en  ia  forma  eapteaada  sos  cbronejes  6  coman- 
dantes  ,.  para  lo  qoe  les  concedo  joTisdiccion  absolota  j 
privativa  cod  iohibicion  de  lodo  triboDal  j  jaei,  adn-^ 
qoe  tea  comandante  militar,  con%olo  apelacion  é  mi 
supremo  co  ose  jo  de  la  guerra  (!)•  . 

25.  Gnando  el  eapitan  habiere  reprendido  6  arres— > 
tado  en  aii  casa  à  al^nn  sobal terno  Vy  éste  se  atreviete 
i.  pedirle  satisfaccion^  el  capitan,  sin  entrar  ^n  contea* 
tacion  algana  ,  le  pondré  preso  cn  banderas,  y  dare 
cnenta  al  coronel,  qnien  trasUdaré  al  subalterno  à  no 
castillo  por  cnatro  meses;  j  en  c^so  de  baber  puesto  el 
soMlterno  mano  é  la  espada  contra  su  capitan,  ó  traté— 
dole  con  palabras  indecorosas,  le  suspenderé  de  empieo, 
mantendrà  preso,  j  me  dare  cnenta  (2), 

Infuria  ó  insulto  contra  ministros  de  juslicia* 

26.  Todo  oOcìal  militar  decnalquier  tropa  que  et* 
té  snbordiuada,  deberà  dar  auxilio  y  mano  fuerte  à  los 
ministros  de  justicia  en  los  casos  ejecntivos,  dando  cuen-. 
ta  despvies  al  snperior  de  qnien  depende;  pero  en  los 
qne  den  tiempo  debe  dirigi  rse  el  ministro  que  pide  el 
anxilio  al  comandante  de  las  armas,  para  que  de  ^l  re- 
ciba la  órdén  del  siibdito  militar  que  baja  de^darle;  y 
todo  oficial  qne  se, balle  empleado  j  no  ataje  por  si 
mismo  (en  cuanto  sea  posible)  el  desórden  qué  ocar- 
riére,  seri  responsable  de  los  daSos   que  resuiten. 

27.  El  que  con  mano  armada  embarace  i  los  minis- 
tros de  justicia  ,  que  ejercen  autoridad,  sus  fnnciones^ 
sera  sentenciado  por  las  lejes  del  reino  a  ocbo  .anos  de 
galeras  (5).  Los  qne  fueren  contra  los  alcaldes  de  corte 
tienen  pena  demuerte  jconfiscacion  debienes(4);  J  los 
que  maten  àalguno  delasjuslicias  ordinarias  de  Los  pne- 

(i)  Real  dceiar.  a  U  Orci,  de    railìc,  ti't.  8.**,  art.  17* 

(a)  Ord.  del  ejérc,    trat.  a.*,  ti't..  io,   art.  7. 

(3)  Lcy  7,  ili.  aa,  lihro  8  de  U  Recopìlacìon. 

(4)  Ley  I,  a,   3     y  4    de   idem. 


9 
Moa  deben  morir  j  perder  la  mitad  de  sasbieiies;  pero 
sì  sc^mente  le  hirìerln  serào  desterrados  del  reino  por 
di^z  aDoSfCOD  perdimiento  de  la  mitad  de  sas  bìenes  (1)' 

Sedician. 

28.  LoA  qoe  emprétadieren  coalesqniera  sedicion, 
conspiracìon  ó  motio,  ó  indajeren  à  conaeter  estos  de- 
litos  contra  mi  Real  serTÌcio^  segorìdad  de  la9  plazas  j 
paisea  de  mia  dominios^  contra  las  tropas,  sa  coman- 
dante d  oficiaLes,  seràn  ahorcados  en  caalqoiera  nd— 
mero  qoe  aeao^  7  los  qae  hobieren  tenido  notìcia  j  no 
lo  delataren  loego  qae  puedan ,  safrirén  la  mìsma 
pena. 

29.  El  qae  ^on  faerza ,  ameuaza  ó  sedaccion  à  otroa 
embarazare  el  castigo  de  los  tnmnltos  y  desórdenes^ 
tendrà  pena  de  mnerte  ;  j  tódos  los  caerpos  de  guar- 
dia darin  caantos  aoxiiios  puedan  para  la  tranqailidad 
j  ei  arresto  de  los  malhecnores,  y  cualqaiera  coman- 
dante de  guardia  que  fuese  omìso  en  el  desempefio  de 
està  obligacìon,  sera  puestq  en  consejo  de  guerra,  y 
sentenciado  spgun  las  rcsultas  de  su  uegligencia. 

2W.  El  que  indujere^óque  ilicitamente  jontare  gen- 
te por  cualquiera  otra  causa  que  no  sea  de  las  espre- 
sadas  en  el  articnlo  Teìnte  y  nueve  que  precede,  sera  cas- 
tigado  con  pena«arbltraria. 

31.  Los  que  levautaren  la  yoz  en  grito  tumultuario, 
sobre  cualquiera  asunto,  sea  paca  pe dir  el  prest,  pan 
d  otra  asistencta,  ser.àn  diezniados  para  ser  pasados  por 
las  armas,  y.  el  que  se  averiguare  ser  el  primero  ^.su- 
frir^  la  misma  pena  sin  entrar  en  suerte;  pero  si  no  se 
pudiere  averiguar  quien  foé  el  primero,  eotraràu  to— 
dos  en  suerte  para  que  muera  uno ,  y  los  demas  que 
qnedan  libres,  sprtearàn  despaes  para  moxir  de  cada 
dieai  uno. 

(i)     Lcy'5,  lit.  22,  lib.  8  «le  iJcm. 


IO 

38.  Aaaqae  fio  llegoeo  à.  dtez  los  tamaltnaiites  ,  et 
motor  siempre  ha  de  morir,  j  \Sk  demas  bau  de  %or-» 
tear  para  set  ano  cond<;nado  à  seis  afios  de  arsenales,  y 
los  qoe  qaedaroD  (ibres,  tanto  da  la  pena  de  arsenales, 
corno  de  la  muerte,  han  de  perderei  tìempade  sa  em- 
pe0o,  j  los  qoe  oo  tavìeren  tiempo,  se  remitir^o^  para 
servir  sin  éi  à  ao  presidio  de*Àfrìca  agregados  àlas 
arinas. 

35.  Mando  à  todos  los  sbldados  reciban  el  socorro 
qoe  se  Jes  dìere  en. diaero,  pan  6  vianda,  segan  la  me<> 
nor  cantidad  ó  inferìor  palidad  qi%e  pneda  sominietràr- 
aeles  por  las  actoales  urgengìas  en  aqael  tteinpo;  y  el 
qae  lo  rehasare,  safri rà  la  pena  de  aer  pasado  por  Ut 
armas;  pero  en  caso  de  no  dàrseles  el  socorro  en  ia 
especìe/cantidad  y  calidad  ordenada  por  mi  reglamen- 
to  ,  podràn  solo  cnatro  6  cinco  soldados  janloa  repre** 
seatarlo  con  samision  al  comandadte  del  reginMento:  j 
si  estd  no  les  hieiere  jasticia,  recarrirén  al  gobernador 
6  comandante  de  la  plaza  6  caarteU  y  ea  campana  al 
general  qae  mandare  el  ejército,  destacamento  6  can* 
fon  ,  el  eaal  les  haré  fasticia,  y  sera  respoosable  de 
caalqaieradano  y  perjoicìoqae  resaltare  de  sa  omisioo. 

5^.  Gaaiesquiera  spldados  qae  centra  las  regliH  de 
la  baena  disciplina  y  subordinacionse  retirasen  à  la  igle- 
sia  à  dedncir  desde  ella  sns  qaejas  6  preteosiofnes^  man- 
do qae  aclemas  de  ser  estraidos  y  apUcados  por  via  de 
correccron  A  las  obrasó  trabajos  de  las  plazas  por  el 
tiempo  qae  les  fai  te  i  camplir,  pierdan  por  el  beebo 
'Je  haberse  refogiado  todo  el  derecbo  d  accion  que  pa* 
diesen  tener  à  las  mismas  pretensioneF,  aonqae  en  sa 
naturaleza  sean  faodadas  y  jnstas,  paes  debeu  bacer* 
las  por  el  condocto  de  sos  ofìciales  y  gefes,  à  qaienes 
de  naevo  encargo  qoe  las  ex,amiueo,  y  atieudan  .^ou 
el   mayor  celo  y  cuidado.  , 

55.  £1  soldadp  que  promoviere  especies  qae  ptiedaa 
alterar  la  obedieucia  y  disciplina  ,  safrirà  la  pena  de  ba- 
qaetas,  siempre  que   sea  arrestado  sin  iglesra  9 .  y  S0  ^^ 


il 

destrnarl  desrpties  d  lag  obras  ó  trabajos^de  h  placa  Co- 
mo presidiar  ro^  por  ei  termino  q  uè  restarci  complìr  el 
placo  de  sn  cmpeno;  y  si  hobiere  tornado  iglesia,  se*. 
rà  eslraido  bajo  caocion  ,  j  corno  genio^  perjudtcial  en 
el  regimìento  6  Campania,  se  le  apHcarì  (por  vià^  de 
correcttofì)  A  las  citadas  obras  6  trabajos  de  la  plasa 
por  el  tiempo'qae  le  fa  1  tare  é  campi  ir. 

56.  El  cabo  ósargeoto  qne  entendiere  d  ojere  à  Ics 
aoldados  de  sn  compdfita  ó  de  coalesqniera  otras^  anii- 
qne  aeatt  de  dìstintos  caerpoS)  espècies  contrarias  à  la 
conformidad  con  qne  debeo  recibir  el  pan,  prest,  tì-^ 
Teres,  Testo  a  rio  y  de  mas  asistencia,  en  el  modo  con  qae 
se  les  snmtnistfe,  y  à  la  subordinacion  con  qae  deben 
comportarse  eo  todo,  y  no  les  arrestaseli  (podieodo),  6 
no  diereB  cneDta  inmediatamente  à  sas  oficiales  y  gefes 
para  sua  olteriores  proT^dencias^  seriti  ca^tigadoa  arbU 
trartametite  à  proporciorr  de  la  gravedad  de  las  resaltas 
qae  baja  caasado  sa  omièion  ó  tolerancia ,  formàudose 
à  este  efecto  consejo  de  gaerra  de  oficiales. 

57-  Los  oficiales  (de  caalqaipra  clase  qae  aeaa)  qae 
ojereD  6  ènfendiereode  los  soldados  de  sas  companias  6 
de  otras,  aauque  de  distinto,  caerpo,  conversacion  6 
especi  e  a  qae  paedao  originar  trascendeftéia  ó  òial  ejem- 
pio  à  la  aubordioacioD  y  discìplin-a^  y  no  toraareo  por 
si  Us  proatas  provtdencias  qae  puedan  para  arrestar* 
ios,  Ónodieren  inmetliatameute  cueotai  sas  gefes  pa-^ 
ra  qne  aticndan  al  remedio,  de  las  coDsecaeocias,  seràn 
depuestos  de  sn's  emptéos  mediante  ana  sanaaria  for* 
mal  faeqha  por  el  sargento  mayor  ó  ajadante  del  le- 
gimiento  del  ofieial  omiso^  que  se  pasaré  à  mis  manos 
coando  se  de  coenta  de  la  deposicion  ,  de  cojo  cum- 
plimiento  bago  responsables  i  los  g^fes. 

(I]  Todò  inferior  que  bablase  mal  de  sa  saperior, 
sere  castigado  severamente;  si  tuviere  qaeja'dò  «^l,Ja 
pTadocirà  à  qoieii  la  paeda  remediar ,  y   por  uingati 

(i)     Art.  2,  iit.  i7,trat.  a  de    la  Ofdenan»a. 


12 
motivo  da rd  mal  ejempld   con  sofi  mnrmnracioiies. 

58.  Eo  el  caso  de  haberse  refagiado  à  la  ìglesia 
diez  soldados  de  una  compafiia,  mando  qne  despaes  de 
sa  estraccioa  se  proceda  inmediatamente  por  el  san- 
gento  major  del  euerpo^  y  por  el  a^ndante  qde  ejer- 
eiere  sus  iunciones,  à  una  Samaria  formai  contra  Ics 
oficiales  de  la  compafiìa  de  los  qoe  liayan  sido  refogta- 
dos,  à  fin  d^  saber  por  todos  mediòà  si  el  gobierno 
j  cuidado  interior  de* sa  tropa  han  celado  j  sostentdò 
conel  vigor  qae  deben  una  exacta  disciplina^,  ó  si  han 
iole  rado  y  dejado  sin  castigo  faltas  conocidas  de  ellos; 
si  banentendido  la'  especie  qoe  dio  impulso  é  refagiar- 
se  sus  soldados,  ó  el  ^onvenio  precedente  para  ejecutar- 
lo  ,  y  no  bau  aplicado  prontamente  sas  providencias,  ó 
dado  coenta  à  sus  gefes  para  el  remedio.  Y  cuando 
eu  coalquiera  de  los  puntos  de  està  ìndispensable  obli- 
gacion  resultaren  culpados  los  oficiaLes  de  la  compania 
ó  cuaiquiera  de  ellos,  mando  sea  depuesto  laego  ide  sa 
empieo,  :y  se  me  de  cuenta  con  remision  de  la  Samaria. 

59.  Si  los  refugiadoa  llegaren  al  nùmero  de  cientp 
j  cincuenta  de  an  mismo  cuerpo,  mando  al  gobernador 
6  comandante  militar  que  despues  de  sa  estraccion 
proceda  à  reci'hir  por  oGcial  estrafio  del  coerpoqne  ta- 
viere  gente  comprendida  en  el  desórden  Samaria  formai 
contra  el  coronel  6  com^indante^  para  la  averiguacion 
de  si  ba  impuesto  j  becbo  observar  anteriormente  la 
subordinacion  y  exacta  disciplina  con  el  vigor  que  cor- 
responde:  si  ba  tolerado  6  dejado  sin  castigo  falta  gra- 
ire  contra  ella  :  si  ba  celado  el  ìexacto  desempeno  de 
los  oficiales  y  sargentos  en  sus  respectivos  encargos,  en 
lo  que  previenen  sobre  està  importancia  mis  Ordenan- 
zas  geuerales  del  ejército:  si  noticioso  del  esceso  6  no- 
Tedad  de  baberse  retiraJo  sus  soldados  i  la  iglesia,  ó 
da4o  cualquier  otra  piiblica  demostracion  de  indiscipli- 
na ba  tomado  por  si  prontamente  las  providencias  qoe 
le  correspondian:  y  si  en  este  caso  6  anteriormente,  se- 
gau  las  ocarrencias,    ba  dejado  de*  dar,  corno  debe, 


15 
caenta  al  gobernador  ó  comandante  ""militar ,  para  qae 
por  so  parte  tomase  todas  las  disposiciones  qoe  le  in- 
CQO^bea.  Y  si  resaltase  de  està  Samaria  omislon  ó  fai- 
ta  en  el  gefe  d  otro  oficiàl  del  cnerpo,  se  ie  impoudril 
arresto  ,  j  se  me  dare  caenta  con  remision  de  la  soma- 
ria,  para  mi  resolacion. 

40.  Goando  se  descabriere  algon  mimerò  desoldados 
qoe  hubiesencoDTeriidoiSacordadorefQgiairse  à  la  iglesia, 
y  fueren  aprehendidoa  sin  tomarla,  mando  qae  con  justifi- 
cacioo  competeote,  por  al  solo  caso  de  conveoiu  ó  acuer- 
do,  aqtiqae  no  bayaln  ilegado  à  veri^carlo^  echen  soer- 
tes  para  sofnr  la  pena  de  baqaetas  decada  diez  ono;  y 
qoe  à  los  qae  les  toqoe,  despaes  de  aafrir  el  castigo,  se 
les  esclnya  del  seryicio  y  apliqoe  à  las  obras  ó  trabajoa 
comò  presidiarios,  por  el  tarmino  de  seis  anos:  bien  en- 
tendido,  qae  de  està  aplicacion,  y  en  la  pena  de  baque- 
tat,  ban  de  comprenderse  determinàdameute,  sin  entrar 
eo  saerte,  los  qoe  bajan  sido  cabezas  6  promotores  del 
convenio:  y  los  que  qoedaren  libres  del  sorteo,  conti— 
noaràn  el  seryicio  en  sos  còmpanias,  amonestados  para 
tu  enmienda  y  escarmiento. 

41*  Si  algan  numero  de  soldados  sobre  la  misma  de- 
terminada  y  conocida  accion  de  refugiarse  A  ia  iglesia, 
faeren  aprebendidos  antes  de  tomarla,  por  v^gilancia  y 
coidado  de  los  oficiales  li  otras  providencias.qoe  poe- 
dea  tenerse  anticipadas,  mandoqoe  si  los  apreheDdidoa 
Uevasen  fosiks,  carabinas  ó  pistolas,  ecben  saertes  pa- 
ra sofrir  pena  capital  de  cada  drez  uno^  pooiéndolos  à 
este  efecto  en  consejo  de  goerra  ,  segon  ordenanza',  y 
los  qoe  qoedaren  libres  se  aplicarén  à  las  obras  <5  pre- 
sidioa  por  el  termino  de  diez  afios;  pero  si  la  retirada 
6  refogio  à  la  iglesia  faeseo  sin  las  espreaadas  ar,mas, 
en  este  caso  serén  todos  los  promotores  pasados  por  la 
baqoeta,  y  de  los  restantes,  de  cada  cit^o  òno  ,  por 
sorteo  I  y  despaes  aplicados  todos  à  obras  ó  presidios 
porel  terminò  de  seis  afios. 
42.     Finalmente,  para  proporciqnar  el  castigo  de  es- 


,4 

tos  escesos,  maoclo  qae  al  sold^do,  paisdno  6  persopa 
que  teniendo  noticia  de  baberse  conveoido  algun  oiirae- 
ro  de  soldados  de  retirarse  é  la  iglesia  por  qnej^  6  pre* 
teasioQ  de  caalquiera  naturaiesa  que  $ea  >  diere  cuenta 
oportuaa  y  secretaaieiite  al  gefe  delcoerpO)  ó  al  go^ 
bejuador  ó  comaudante  militar  de'la  .plaza  6  deètiao, 
de  suerte  qoe  tomaodo  las  prontas  provideucias  reiati- 
vas,  resuite  de  sa  a  viso  el  arresto  6  prUioii  de  Ics  coni* 
preodidos,  ó  alguna  parte  de  eilos,  sobre  la  mìsma  de- 
termioada  y  cooocida  accioo  éifi  irse  à  la  ig1esia^)  bien 
seau  unidos  ó  separados,  cou  las  espresadas  armas  ó  sin 
ellas,  se  Le  libren  j  entregoen  iomediatafliente ,  stendo 
ea  Espana  tréiota  pesosV  J  si  fuere  eo  Indias  ciucaen- 
ta  ,  qae  le  seiìalo  de  premio  por  sa  qeio  y  ayiso,  cuja 
cantidad  se  reiutegrarà  por  .tesoreria  6  arcas  reaiea^ 
mediante  certifìcacioa  del  gefe  ó  gobernador,  sin  espre- 
sàr  eo  ella  el  sageto  que  drese  cueuta,  ai  exigir  su  re- 
cibo, de  cayos  reqaisitos  relevo  este  pago;  y  si  fue- 
se  soldado  el  que  diere  el  ariso  oportano,  y  qui^iere 
ademas  del  premio  en  dineìra  su  liceocia  para  retirarae 
del  servicio,  quiero  se  le  conceda  si»  distincioo  aigjupa; 
y  que  de  todos  modos  se  atieiida  y  resguarde  é  Iqs  que 
con  ana  noticia  tao  litil  dierea  pruebas  de  su  celo  por 
mi  real  sej^vicio. 

45.  Si  estauclo  an  regimieoto  ,  batallon,  .escaadron, 
destacamento  d  otratropa  sobre  las  armas,  ó  junta  pa- 
ra tomarlas,  saliere  de  eatre  los  soldados  alguua  toz  6 
discorso  sedicioso  ó  que  conmueva  à  la  desobedieocia, 
inando  é  los  oficiales  que  se  haiien  presentes,  que  se 
encamineo  à  Ja  parte  donde  bubiereo  oido  In  tox,  y 
prendan  à  cinco  6  seis  soldados  poco  mas  ó  meuos»  pò- 
uidadolos  à  la  cabeza  del  regirpieuto  ó  tropa  que  aiU 
se  balle,  maudàndoles  nombren  al  que  bubiere  gritado: 
si  le  descubderea ,  sera  este  pasado  alli  olismo  por  las 
armas,  pre*diendo  la  justifiòacioo  que  lo  cojBpruebe: 
y  si  no  lo  bicieren,  se  les  pbligarà  à  ecbar  suertes  para 
que  sufra  la  misma  pena  uno  da  ellos. 


15 

44*  ^^  qne  hobiere .  proferido  6  escrito  cualesqnìe-v 
ra  palabras  que  inclioeo  à  sedicioo,  motin  ó  rebelioD, 
òqne  habi^odotaa oido,  uo  diere  caeDta  à  sns  superiores, 
iomediatameDle  sàfrirà  la  pena  de  Biaerte  ò  corporai, 
segan  laa  circnnstaBcias  que  agrayen  ó  aminoreu  sa 
delito. 

.45.  Si  Qoa  patrùlla,  destacameoto  ó  gaardia  en  el 
caso  de  un  tumulto  6  cQ-alquierà  otro,  toTÌ.ese  órden  de 
prender  loa  culpados,  y  noia  compliese  èxactamente,  ó 
qae  habiégdolos  aprebendido  dejareo  que  se  boyan^  6. 
se  I08  quiten,*  se  poodrà  eoprision  toda  la  tropa  encar* 
gada  de  sa  custodia  >  y  se  tonbar^n  Jas  informacionf^oe 
correspondan  ;  y  si  de  eUaa  resultare  que  los  soldados 
no  hitiiero»  bueiia  defepsa,  ó  que  hnbointeligencia  entre 
nnos  j  otros>  sufrtrén  los  culpados  la  pena  que  por 
OrdenaDsa  coprespondia  al  reo  iibertado  ó  fugitivo,  7 
si  se  TerìGcare  que  la  fuga  procedió  de  fa  Uà  ,del  oficial 
que  mandaba  el  destacameoto^  patrulla  ó  guardia,  sa- 
frirà  éste  la  pena  de  privacion  de  empieo. 

(1)  Los  que  ,  uo  siendo  en  asuntos  del  servicio,  se 
mezcleD  en  las  sediclones  ó  tumultos  populares  con  tra 
el  gobierno  y  los  magistrados  ,  los  que  componen  pas-> 
qnioes  aediciosos.flos  fijan,  distribuyen,  copiau,  léen  d 
ojen  leer  sin  dar  cuenta  inmediatanieiite  à  suis  superio- 
res, serào  juzgados  por  las  leyes  del  reìno  (2),  con  ar— 
regio  à  la  real  pragmàtica  de    17  de  abril  de  1774* 

(5)  £1  sargento  que  disimulare  cualquiera  desórden^ 
oyese  algana  convérsacion  probibida,  ó  especie  que  pue- 
da  tener  trascendeneia  contra  la  subórdinacion  y  buen 
órden  de  la  tropa,  y  no  coutuviese  nv  remediase  lo  que 
entonces  paeda  por  si,  omitiendo  darpuotual  noticia 
i  su  iomedìato  gefe,  6  é  la  guardia  d  persóna  que  mas 
prontamente  pudiese  tornar  providencia,  sera  castigado 
corno  si  éi  mismo  bubiese  intervenido^ 

(i)     Real  órclon  Ae  i4  àc  sclìcmbre  de  i774* 

(a)     Lcy€s  i,a  y  3,  ti't.  i4;  y  i,  a  y  3,  tit.  i5»  lib.  3  de  la  Ree. 

(3)     Art.  4,  tit.  4,  trat.  2  de  la  Ordenanta. 


16 

(1)  Sì  el  cabo  tolera^e  en  su  escaadra  6  tropsc  qoe 
mandase  faltas  de  subordinacion ,  màrmnraciones  contra 
ei  servicio,  6  conversacioDes  poco  respetoosaa  de  sua 
oficìa.les,  sera  depuesto  de  tu.  escuadra>  7  obligado  à  ser- 
vir diez  anos  de  ùltimo  soldado;  pero  para  esto  se  haré 
una  JQstifìcacìon  formai  >  é  cajo  pie  poodré  el  temente 
coronel  major  su  dictàmieu,  y  el  coroael  la  <Srdeo  para 
la  privacion. 

(2)  Se  probibe  baj6  de  severo  castigo  al  soldado 
toda  coQversacion  que  mauifieste  tibieza  ó  desagrado  en 
el  servicio,  ni  sentimiento  de  la  fatiga  qae  exìge  su 
obl^acion. 

Tolerancia  ó  auxilio  de  reo  pròfugo. 

4^.  Cuando  el  coronel  6  cualqui^ra  comandante  de 
tropas  pidìere  un  soldado  qne  bobiere  becbo  al'gnu  es- 
ceso, el  que  dejare  qoe  ^e  eseape,  ó  le  ocnltare  9  sera 
castigado  en  lugar   dei  fugitivo. 

Infidencia. 

47.  £1  que  en  tiempo  de  guerra  taviese  inteligencia 
con  los  eoemigos.,  correspondeucta  por  escrito  6  verbal 
con  caalquiera  puesto,  safrirà  la  pena  de  muerte,  eoa 
ejecncion  de  ella  en  el  modo  que  corresponda  à  la  ca- 
lidad  y  carécter  del  deliucuente. 

48.  El  que  à  los  enemigos  relevare  el  sauto,  sefia 
6  contrasefia ,  6  la  órden  reservada  que  se  bubiere  da- 
do, de  palabra  ó  por  escrito,  sera  castigado  de  muerte 
j  corporalmente  ^  seguo  la  entidad  del  perjaicto  que 
pudiera  segnirse ,  el  que  la  revelase  à  otra  persona. 

49.  (5)  En  todos  los  casos  en  que  el  general  mande 
guardar  secreto  sobre  objeto  de  marcba^  d  otro  fiu  del 


« 


Art.  20,  trat.  a  de  la  Ordeoanza. 
Trai.  21  f    ti't.    i   de  Idem. 
(3)     Art.  2,  lit.  17,  trat.  7  de  id«iù. 


17 
Real  serticio,  lo  observarén  rigorosamente  los  oficiales 
con  responsion  à  los  perjaicios  qoe  de  divalgarse  resaU 
taren. 

50.  (1)  Prohiboa  todo  oficial  que  manteoga  corres- 
pondencia  con  los  enemigos,  sin  órdeo  ó  noticia  del 
capitan  general  bajo  cuyas  órdenes  sirviere^  pena  de 
SDipension  de  empieo  y  destierro  &  un  preisidio,  aan- 
qne  solo  irate  de  materias  ìndiferentes  ;  y  pena  de  la 
Tida  si  66  mezclare  en  los  que  tengan  conexion  con  mi 
servtclo. 

51.  (8)  El  oficial  d  qaien  se  Gare  reseryadamente 
algana  comision  de  mi  Real  servicio,  si  revelase  algana 
circanstancia  en  qae  se  le  mande  guardar  secreto,  sera 
coudenado  à  privacion  de  empieo,  y  destierro  à  mi  vo. 
iantady  y  si  de  haberia  reveiado  iesaltase  malograrsela 
diligeiicia,  safrlrà  #la.  pena  de  muerte. 

Desafios, 

58.  Mando  que  la  pragmàtica  espedida  en  16  de 
enéro  del.  afio  die  1716,  comprendida  al  fio  del  tomo 
primero.de  la  ordeoanza  ,  en  qae  se  probiben  los  doe- 
los  y  satitfacciones  priyadas  ,  qnede  en  sa  foerza ,  y  se 
observe  inylolablemente ,  bajo  de  las  penaa  impuestas 
en  ella. 

Eo  dicba  Real  pragmàtica  declara  S.  M.  por  delito 
infame  el  desafio  ó  dnelo,  y  manda  qae  todos  los  que 
desafiaren ,  los  qae  admitierèn  el  desafio,  los  que  in- 
terviniereo  en  éi  por  terceros  6  padrinos,  los  que  lle- 
Tsren  carteles  ó  papeles  con  noticia  de  sa  contenjdo  ó 
recadoa  de  palabra  para  el  ijaismo  fin,  piérdan  t fre- 
misi bl  emente,  por  el  mismo  bechò^  todos  los  oficios, 
reotas  y  honores  quetavieren  por  Real  gracia,'  y  strati 
inbàbiles  para  tenerlos  dorante  toda  sa  vida;  y  si  fuereu 
caballeroa  de    alganas  de  las  caatro  Ordenes  Milita  rea 


(i)     Art.  5,  ttt.  5,   trat.  8  de  la  Ordenansa. 
(a)     \rt.  9y  tit.  5,  trai.  8  de  idem. 


18 
log  degrado  de  este  honor,  y  sé  le»  qoiten  io$  faàbttospro* 
yeyéodoBe  en  otros  sas  eacomieiidas,  7  ademat  la  peoa 
de  aleres  j  perdimìento  de  todos  sas  bienes  ;  y  si  el 
desafio  ó  daelo  Uegare  à  tener  efecto>  siiliendo  log  de- 
safiados  6  alganos  de  ellos  al  campo  ó  paesto  selialadoi 
aanqae  no  bay  a  rina,  moerte  ó  herìda>  sean  sin  remi- 
sion  algona  castigados  con  pena  de  mnerte  9  y  todos  sns 
bienes  confiscados^  aplicando  la  tercera  parte  de  ellos 
à  los  hospitales  del  territorio  donde  se  cometa  el  deli— 
to,  y  se  de  ana  recompensa  al  dennnciador;  y  todos 
los  qae  vieren  renir  y  no  lo  embaracen  ,  padiendo,  6 
no  dieren  ayiso^  sean  condenados  en  aeìs  meses  de  pri* 
sion  y  maltados  en  la  tercera  parte  de  sns  bienes. 

53.  Todo  oficial  qne  pasiere  mano  à  coalqniera 
arma  ofensiva  centra  fos  generales  li  oGciales  partìcnla- 
resbajocoyas  ^rdenes,  asi  en  campaiia  corno  engnarni* 
cion,  coartel  ò  marcba>  se  ballaren  en  actnal  servicio, 
y  contra  sa  coronel  ó  comandante,  sera  caatigado  de 
maerte  ó  à  otra  pena  menos  rigorosa  si  biciere  cons- 
tar baber  side  gravemente  ofendido  en  sa  bonor  por  el 
ioficial  superior  contra  qaien  bobieretielinqnido. 

54*.  Probibo  à  todos  los  oficiales  de  mia  tropaa  qae 
tomen  la  pistola  ó  espada  en  la  mano  los  onos  contra  los 
otros ,  asi  ea  las  plazas  y  en  la  campana  corno  en  caar* 
tei  ó  marcila,  pena  de  ser  privados  ae  sus  empleos;  y  el 
qae  primero  habiere  becbo  la  accion  tendrà  à  mas  de 
està  pena ,  la  de  dot  afios  de  destierro  à  an   presidio; 

5 ero  si  de  la  contienda  resaltare  maèrte,  seri  el  mata- 
or  castigado  con  la  pena  de  la  vida  d   otra  estraordi* 
naria ,  atendidas  las  circnnstancias  del  caso. 

55.  £1  soldado  qae  estando  de  guardia,  à  la  órden, 
6  empleado  en  caalqaier  aeto  del  serricio ,  oltrajase 
de  palabra  ó  biciere  ademan  de  ofender  de  obra  sin 
jcaasa  ni  motivo  é  otro  à  qoien  no  esté  sobordioado,  se* 
ré  castigado  corporalmente  sobre  el  mismo  becbo  ;  y 
si  estoyiere  de  centinela,  se  le  bare  mudar  para  qae 
safra  la  pena  qae  le  corresponda. 


19 

56.  Et  soldaclò  que  haUipdosd  enei  campo ,  gnar- 
oìcion ,  coartel  #  marcha  ^  ó  coalqnier  otro  parage  6 
estabiectmieoto  qae  tengan  làs  tropaa ,  posiftre  mano  à 
Us  armas  para  ofendér  i  otro,  en  presencia  de  la  gitar** 
dia>  dentro  de  caartei  ó  delante  de  an  caérpo  deiropa 
armada  ,  de  modo  que  paeda  ocasionar  no  desòrden.ea 
dia,  6  alterar  la  qaietad  pdblica,  sofrirà  la  pena  de 
coriarie  la  mano. 

57.  Siempre  qae  en  acctones  de  guerra ,  en  los  ejer-* 
cìcioSf  ó  en  coalquiera  otros  casos  en  qae  los  soldados  se 
hallen  con  las  armas  de  faegoó  blancaa  en  la  mano,  sa— 
cediere  entre  ellos  mismos,  ó  entre  los  oficiales,  algan 
desgraciado  accidente  de  moerte  ó  faerida  en  sas  per* 
80Das>  li  otras  qae  paedan  hallarse  presentes,  si  se  pas- 
tificare haber  procedido  de  siniestra  intencion  y  fin  de- 
terminado  de  ofender  al  maltratado  ó  herido,  sera  el 
agresor  castigado  de  maerte;  y  si  se  reconociere  baber 
procedido  el  dano  por  descaido  y  negligencia  del  agre* 
lor,  sere  éste  castigado  con  pena  arbitraria ,  proporcvo- 
Dada  à  la  entidad  del  dafio,  y  circanstancias  del  des- 
caido 6  negligencia  qae  le  motivò. 

(1)  Ei  qae  castrare  é  otro  sera  tenido  por  homici- 
da,  j  corno  tal  se  le  castigare* 

(2)  En  U  préctica  el  desafio  no  es  delito  infame, 
pero  elministerio  fiscal  debe  inqairir,  denunciar  y  per- 
tegair  los  deiitos  de  desafios  :  tambien  deben  reprimir- 
los  los  tribunales,  pero  suspenderàn  las  penas  que  im- 
pasieren ,  dando  cuenta  é  S.  M.  con  testimonio  de  la 
lentencia. 

Alboroto* 

58.  El  que  sin  jnsto  motivo  en  el  campo,  guarni- 
cion,  cuartd  ò  tropa  poesia  en  marcba ,  hiciere  ruido 


(a) 


Ley  i3,.til.  8,  partìd»  i,  y  ley  a5  ,  tit.  6,  partida  i. 
Btal  òrden  de  6  de  setiembre  de  1^37. 


20 
capas  de  escitar  noa  confasion  eo  Jà  tropa  6  eb  el  pae- 
blo  y  sera  castigadò  corporalmente,  7  à  la  misma  peoa 
estaré  sojeto  el  qae  en  las  marcfaas  6  en  campafia  dia- 
pararesÌD  permiao  del  qae  manda;  paea  co  andò  conven- 
ga ejecatàrlo  por  descargar  las  armas  por  llnvia  d  otro 
mojtìvo,  deberà  el  comandante  disponer  qae  lo  pr^cti- 
.  qnen  delante  de  on  oficìaL 

(1)  Coando  se  retiran  las  escaadras  del  ejercicio  ai 
aigan  soldado  se  atrevìere  é  tirar,  j  el  cabo  dejase  de 
poner  pre^o  y  dar  parte  à  sa  sargento  para  qae  ilegne 
à  notìcia  de  sa  capitan,  se  castigare  ai  mtsmo  cabo  con 
un  mes  de  prision. 

Fatta  de  puntualidad  er^  acudir  d  su  puesto. 

59.  El  soldado  qae  no  se  ballare  en  ana  alarma, 
campo  de  batalla  d  otra  càalquier  foncion  con  la  mis- 
ma pantaalidad  qae  sas  oficiales ,  sin  jastificacion  de 
causa  legitima  qae  se  lohaya  embarazado,  sere  pasado 
por  las  armas. 

Insulto  d  sahaguardias, 

60.  Las  salvagaardias  personales  6  por  escrito  serdn 
respetadas,  de  modo  qae  ei  qoe  entrare  6  les  biciere 
Tioleiicia  para  entrar  en  los  parages  donde  las  babierC) 
sufrirà  pena  de  maèrte;  j  el  mismo  respeto' se  guarda- 
rà  à  la  de  los   enemigos  reciprocamente. 

Jbandono  de  guardia- 

(2)  El  oficial ,  sargento  ,  cabo  ó  soldado  que  aban- 
donare  la  guardia  en  tiemptf  de  guerra^  safriri  la  pena 
de  muerte;  7  en  tiempo  de  pai  la  de  seis  afios  de  pre- 

(i)     Art.    14»  tit.  2,  trat.  a  de  la  Ordenanza. 
(2)     Real  órdtn  de  a4  de  settembre  de   1716. 


sidio  9  COD  priyaoioii  de  eiiapl6o  el  ofieial ,  «argento  j 
cabO)  aean  ó  no  gefes  de  la  guardia. 

Centinela.que  abandona  et  pueslo.  ' 

61.  Todo  qeatluela  qoe  abandona  el  pnesto  sin  ór- 
den  del  cabo  de  escnadra  qne  lo  bay  a  ido  à  entregar, 
6  del  qne  se  diese  à  reconocer  por  el  cabo^  sera  pasa- 
do  por  las  armas,  ya  lo  abandone  en  tiempo  de  pa^,  ya 
en  tiempo  de  guerra,  y  anaqne  no  se  siga  la  desercion. 

Centinela  que  se  dejd -mudar  por  quien  no  sea  su  cabo. 

62.  A  las  centinelasque  se  dejaren  mudar  por  otros 
lj[ne  sns  cabos  de  escnadra  ,  6  qne  les  estnvieren  desti- 
nados  por  cabos,  se  les  pasaré  por  las  armas>  y  é  los 
qne  no  sìgnieren  é  -sns  cabos  cuando  yayan  à  apostarse 
ÓYBelyan,  se  les  castigare  corporalmente. 

Cenamela  que  se   halla  dormido* 

63.  Co  a  odo  nn  soldado  estando  de  centinela  se  ha- . 
Ilare  dormido,  se  mndaré  inqaediatamente,  y  asegurado 
en  el  cnerpo  de  goardia^  se  le  castigare  con  dos  carré* 
ras  de  baqnetas  por  doscientos  hombres^.y  se  destinare 
i  obras  pdblicas  por  el  tiempo  qne  le  fa  Ite  qne  cnmplir; 
pero  si  solo  cometiere  la  falta  de  distraerse  trabajando, 
sentarse  ,  fumar  d  dejar  su  arma  de  la  mano  antes  de 
ser  relevado,  sufrirà  la  pena  de  veinte  y  cinco  palos  den- 
tro del  cuartel,  y  dos  meses  de  prision  pagando  su  seryicio. 

Centinela  que  no  avisa  la  novedad  que  advierte. 

64-  La  centinela  que  viere  escalar  6  saltar  por  mu- 
ralla,  pared,  foso^  ó  estacada,  tanto  para  salir  comò 
para  entrar  en  la  plaza,  Inerte  ó  recinto  cer rado,  y  no 
disparare  6  dìere  parte,  sere  pasado  por  las  armas. 


22: 

65.  Ei  soldado  qne  eaUndo  de  cnBotioela  en  algnn 
poesto  viere  qoe  se  àrriman  A  él  U»  enemigos^  7  no  io 
avise  à  la  voz  6  disparando ,  6  se  retire  sin  órden,  seri 
castigado  de  mn^rfe* 

Insulto  centra  centinélas. 

66.  Èl  qne  atacare  à  cualqniera  soldado  qae  està- 
▼fere  de  centinelai  sea  con  arma  bianca^  6  apo'iftando 
con  arma  de  faego  6  golpe  de  piedra>  de  palo  6  de  ma- 
nosa sera  condenado  é  maerte;  y  si  faere  paisano  sera 
(con  inhibìcion  del  trifoanal  6  qne  competa)  jozgado  por 
el  consejo  de  guerra  de  ia.plaza* 

Insulto  cantra  patruUas. 

(1)  Ei  infinito  centra  patrnllas  està  comprendido  f 
je  castiga  con  la  pena  impnesta  al  qne  insulta  las  een— 
tinelas,  j  su  ayérignadon  (9)  corresponde  al  jnsgado 
del  gobierno  de  la  plaza. 

Inducion  d  rinas. 

67.  A  todo  sargento ,  cabo,  soldado  6  tambor  qne 
en  una  pendencia  llamare  ó  apellidare  en  so  ayuda  à 
nna  nacion ,  regimienLtOf  compsiiiia)  piqnete  6  guardia^ 
se  le  pasarà  por  laa  armas. 

68.  £1  qne  toTÌere  pendencia  con  algnno  j  llama» 
re  en  sn  ayuda  à  otro  qoe  le  acompane  à  sostenerla, 
snfrirà  la  pena  de  ser  pasado  por  las  armas  1  y  en  la 
misma  incorriràn  los  qne  Uamados  le  acompanen. 

Altvosìa. 

69.  El  qne  de  caso  pensado  mata  re  6  biriere  gra- 
Temente  à  otro,  de  modo  qne  de  la  herida  resulto  la 
mnerte ,  sere  ahorcado. 

(1)    Real  declaracìon  eie  5  de  agosto  de  1771. 
(a)     Aeal  órden  de  io  de  abril  de   i8ai. 


25 

70.  El  qoe  hiriere  con  YenUja  6  aletosk  ,  no  r^* 
saltando  mii6rte,8er4dè«tinadòà presidio  pordies.afio9. 

Parricida. 

(1)     El  qae  faere  hòmicida  de  so  padre   ò  madre, 
seri  arrastrado,  ahorcsdo,  j  encobado,  pintando  en  la  . 
caba  aa.perro,  an  gallo,  ana  yfbora  y  una  mooa^  y  se 
bare  la   ceremonia  de  echarlo  en  el  no  inmediato. 

No  todas  estas  penas  estào  actaalmente  en  oso.  Al 
parricida  se  le  impone  la  pena  de  maerte  en  garrote  vii, 
6  con  atgnn  cartel  de  oprpbio  en  el  pecbo. 

Consentimiento  ó  abrigo  de  un  deliio* 

71.  El  qoe  faere  cpnyencido  de  haber  abrigado  ò 
lavorecido  con  anxilio  cooperatiyo  al  efecto  la  ejecn- 
cion  de  on  delito ,  sere  castigado  con  la  pena  qne  à  la 
calidad  del  crfmen  corresponda,  y  el  qne  yiéodolo  co- 
meter ,  j  pudiendo  no  lo  procara  re  emba  rasar  con  sa 
fnerza  ó  é  la  yos,  sofriri  la  mortìficacion  de  qoe  (se- 
gna las  circaostancias  del  caso)  sea  digoo. 

Espìas. 

7S.  Los  esplas  de  ambos  sexos  serio  aborcados ,  j 
si  lo  foere  algan  paisano  (de  caalqaiera  calidad  j  es- 
tado  qoe  sea),  se  le  aplicartf  por  la  jorisdiccion  mili- 
tar (con  inhtbicion  de  la  qne  dependa)  la  pena  de 
maerte  ,  procediendo  para  et  conocimiento  de  sa  caosa 
el  comandante  militar,  con  dictimen  del  auditor  ó  ase- 
sor  si  alli  lo  bubiere. 

Cantra  la  disciplina, 

75.  Prohibo  à  los  oficiales  j  soldados  de  mis  ejér- 
citos  qoe  paedan  pedir  j  oUigar  à  sus  patrooes  (con  el 

(i)     Ley  la,  l(t.  8,  part.  7.     . 


24  ; 

pretetto  de  atensilios  6  en  otra  forma)  é  qoe  les  so  mi-' 
nistren  otra  cosa  que  lo  preyenido  eti  la  Ordenanza)  pe- 
na de  saspensioD  de  empieo  j  confiscacion  de  paga  al 
oficial ,  j  de  castigo  corpora)  é  los  soldados^  con  resti- 
tucioQ  é  favor  del  paisaao  damoìficado^  de  coenta  dei 
calpado^  anticipandola  el  cuerpO)  y  cai  gondola  despaea 
à  este. 

74<  El  soldado  qoe  en  gnaroicion ,  marcba  6  caar- 
tel  maltratare  de  palabra  d  obra  i  saà  patrones  ò  fa* 
milia ,  «5  caalqQÌera  etra  persona  de  uno  d  otro  sexo, 
sera  castigado  corporalmente  6  con  otra  pena  mas  gra- 
ve 9  segno  la  entidad  del  dano  qae  habiere  ocasionado; 
pero  si  del  maltrato  resaltare  mnerte  ó  mutilacion  de 
miembro ,  sere  pasado  por  las  armas;  y  é  fin  de  qae 
la  ejecucion  pronta  de  la  menor  pena  no  le  redima  de 
la  mas  grave  y  se  sospenderà  el  castigo  corporai  basta 
qoe  reconociendq  no  cirojano  i  la  persona  maltratada, 
de  fó  de  que  no  es  la  herida  de  aquellas  circuhstaocias. 

Robo. 

75.  (l)  Art.  !•  El  soldado  qoe  robare  dentro  del 
coartel)  casa  de  oficial  depéndiente  del  ejército,  ó  la 
de  paisaoo  en  qoe  esté  alojado ,  el  valor  de  doscieotoa 
reales  de  vellop  àrriba  ,  sofriré  la  peoa  de  borea. 

II.  El  qoe  biciere  fractora  de  poerta ,  ventana,  pa- 
red ,  tecbo  6  suelo,  cofre  ,  papelera  ,  falseos  de  Uaves, 
violencia  ó  oso  de  armas,  ancque  no  llegoe  4  verificar- 
se  el  robo  (por  solo  (2)  la  fractara),  6  verificado  des-- 
de  an  real  arriba,  sera  aborcado ,  y  si  resaltare  moer- 
te,  sera  aborcado  y  descoartizado. 

III.  £1  que  en  los  para jes  espresadoa  robare  el  va- 
lor de  cinc.uenta  basta  el.de  dpscientos  reales  de  velioo 
sofrird  la  pena  de  diez  anos  de  presidia  ea  Earopa 
ó    America ,  donde   mas   cooyenga   é   $•  M*  9   y    aeia 

(1)     Real  órdcn  de  3i   de   agosto    de    1772. 
(a)     Real  órden   de  a5  de  niarEO  de  1773* 


25 
carreras   de  baqaetas  por    doscientos   hombrea. 

IV.  £1  qae  robàre  el  valor  de  diez  batta  eincaenta 
realea  de  Tellon ,  aofrirà  la  pena  de  diez  afioa  de  pre* 
lìdio  li  obraa  pdblicaaeD  Europa  6  America. 

y.  £i  qne  robare  el  valor  de  ano  basta  diez^  aa- 
htri  la  pena  de  compii r  el  tiempo  de  sa  empefio  al  ser- 
tìcìo  en  obraa  pdblìcaa  ó  presidio.  . 

VI.  ,  Al  qae  robare  de  ano  basta  eincaenta  realea  de 
Tellon  ea  tiempo  de  campafia,  ae  le  aamentari  la  pena 
de  dos  carreras  de  baqaetas  por  doacientoa  hombrea  à 
la  del  destino  sebrédicbo  de  obraé  piiblicaa  6  presidio, 
jel  qae  robare  en  la  dicba  forma  desde  ^^incaenta  baa* 
ta  doscientos  reales,  se  le  aamentarà  tambien  doa  car- 
reras de  baqaetas  é  laa  seis  qae  le  qaedan  impaestaa  en 
el  articolo  III. 

VII.  El  qae  estando  de  salvagaardia  robare  desde 
nno  hasta  eincaenta,  safrir^  la  misma  pena  qae  el  qae 
robare  en  tienda  de  campafia. 

VIIL  El  qae  robare  en  campana  à  coalqaiera  tì« 
▼andero*ó  comerciante  ^e  trafiqoe  en  el  ejército,  aea 
eo  camino  ó  en  sa  paesto,  sufriré  desde  ano  hasta  dos- 
cientos,  laa  miamàs  penas  impoestas  para  el  ladron  de 
tienda. 

(1)  £1  qae  robare  caalquiera  cosa ,  aaoqae  sa  yalor 
DO  ascienda  é  an  real  de  vellon  (esceptnando  la  frota  co- 
mestible),  snfrirà  la  pena  de  camplir  el  tiempo  de  sa 
empefio  al  servicio  en  obraa  pdblicas  6  presidio. 

(2)  Para  loa  qu^  robaren  en  los  dominios  de  Indias 
serào  considerados  loa  realea  de  piata  comò  reales  de 
Tellon  f  imponiéndoles  laa  penas  sefialadas  por  el  valor 
de  estos. 

Robo  ejecutadò  por  centinela. 

76.     (5)  Al  soldado  qae  robare  estando  de  centine- 

(i)     Real  órden  de  3  de  fi'brcro  de  J774' 
(a)    Kcal  órden  de  i5  de  diciembre  de  1784. 
Ò)    Beai  órden  de  3o  de  novìerabre   de   1797. 


36 
la  se  le  impoadrà  la  pena  proporciooada  eo  la  real  ór— 
den  de  31  de  agofsto  de  17 7i,  segna  el  Yalor  del  robo, 
sin  embargo  de  qne  por  la  de  12  de  maya  de  86  se  ìm- 
pondré   pena  de  maerte. 

77.  El  qae  robare  en  eoalqaiera  otre  par^ge  doode 
no  concnrrieren  tao  grares  circoastancias  (sia  qoe  ha<* 
ya  fractora,  violeneìa  ó  oso  de  armas),  sofrirà  la  pena 
arriba  senaUda  desde  odo  basta  eincuenta  reales,  y  ^ca- 
de ciocnenta  en  adelante  seri  castigàdo  con  seis  earre* 
ras  de  baqoetas,  y  desterrado  por  seis  afios  de  arsena- 
les,  restitayendo  la  alhajaé  so  dnefio,  6  sa  Talor,  aiem- 
pre  qoe  paeda  yerificarse  so  recobro  (!)• 

Robo  con  muerte. 

78.  Los  qae  cometieren  eoalqaiera  horto  con  maer- 
te,   serào  ahorcados  y  descoartizados. 

Robo  de  arnvas  ó  municiones» 
• 

79.  £1  qae  se  yertficase  baber  Hortado  las  armas  6 
manicioaes  de  sas  camaradas,  6  estrafdolas  de  almacen 
Real,  parqoe  6  depòsito,  sofriré  la  pena  de  moerte. 

(2)  £1  conocimiento  de  las  caosas  sobre  robo  ^  in- 
cendio 6  incolto  becho  en  los  almacenes,  maestranzas, 
parqoes,  fóbricaSy  gaardias  y  salvaguardias  de  artille- 
ria,  y  el  de  las  qae  resoltaren  por  infidente  6  descoidos 
qae  hayan  dado  ocasion  é  estos  d^litos,  corresppnde 
esclasiyamente  al  jazgado  de  artillerfa,  aanqae  los  reos 
seao  de  distinta  jarisdiccion,  compreadidos  losdomioios 
de  Indias. 

Marchas, 

(3)  Las  tropas  ao  podrin  con.ningan  pretesto  alte- 

(i)     Deducido    de  la  resolucion  de  S.  M.  de    i3  de    agoito 
de  1786.  Colon,  Juzgado  militar^  tomo  4.   Robo  partiifuiarm 
(a)     Heal  órdcn  de  a8  de  abril  de  180 {• 
(3)     Keal    cédola  de  10  de  marzo  de  1740* 


27 
rar  lùs  tr^nùlos  de  ttt6  itinerarìoSf  ni  éi  ndmero  de  b«« 
gsges  que  lea  eorresponde  ;  j  los  tenientes  coronelet^ 
Riàjores,  ayndantes  ^  oomaodantet  ^  oficialea  7  soldadoa 
no  podrén  entrarse  por  sf,  y  sin  aatoridad  de  las  jas-' 
tìciaa,  efi  las  caaaa  de  los  Tecìnot  en  busca,  de  caballe- . 
liu  para  bagagea  >  ni  tomarias  por  ai  en  manera  algn^ 
■a  9  pena  de  aer  caatigadoa  gravemente* 

(1)  Se  próbìbeabaolatamente  qne  en  nnba^age  ma* 
jor  ni  menor  ae  condoscan  dea  ginetea  à  nn  tiempo* 

DesòrdeneWcomciidoB  en  las  marchas. 

80.  El  soldado  qoe  rompiere  6  maltratare  por  vo- 
lontaria vejacton  mueble  algano^derramare  6  destraje- 
re  laa  proviaiones  doméaticaaen  casa  de  soa  patronea, 
6  de  coalquiera  otro  paiaano,  anfriré  an  mes  de  pri- 
aion  ,  j  pagare  (de  aos  alcances,  6  con  la  mitad  de  sa 
accorro  diario  basta  la  entera  satisfaccion)  el  perjuicio 
qne«babiere  cansado,  adelant^ndolo  el  coerpo  j  car* 
gando  el  importe  al  soldado;  pero  ai  el  dafio  escediere 
é  lo  qoe  padiere  pagar  con  la  retencion  del  medio  so- 
corro  de  coatro  mesea^anfriré  la  pena  de  baquetas  j 
destino  A  obras  por  el  iiempo  de  sa  emp^no. 

81  •  El  soldado  qae  aeparado  del  coerpo  y  distrito 
del  Ingar  en  qae  este  ae  ballerò  destacamento  del  de 
qne  dependa,  marchando  solo  con  pasaporte  6  sin  él,  * 
nltrajarC)  robare,  htriere  ó  matare  alguno  de  mis  sdb- 
ditos,  li  otra  caalqniera  persona)  podrà  ser  aprehen- 
dido  por  las  jasticias  del  territorio  enqoe  cornea  el 
delito ,  y  lo  entregardn  é  sa  respectiyo  gefe  si  se  ha* 
Ilare  dentro  de  la  misma  proyincia;  y  en  caso  de  estar 
mas  iejos,  stsstanciarà  la  caasa  la  jasticia  que  la  habie- 
re  aprehendido,  basta  ponerla  en  estado  de  senteocia, 
lo  qoe  deberén  practicar  en  eì  termino  de  ocbo  dias, 
j  remitir  el  proceso  al  capitan  6  comandante  general 

(1)    Real  óràtn  4e  rS  de    joHo   de  i74>* 


de  ia  provincia  para  qae  determine ,  caidando  este  ge«» 
fé  de  hacer  condncir  con  segoridad  al  reo;  y  si  el  sol- 
dado  agresor  qae  se  aprehendiere^  habiere  sido  despa- 
ebado  con  pliego  de  mi  servicio,  qaedard  al  cargo  de 
.la  justicia  ordinaria  el  caidado  de  dirigirle  àsa  destino 
sin  la  menor  diiacion- 

82.  Los  soldados  qae  al  tiempo  de  marcbar  con  sas 
cédulas  de  inyàlidos  al  destino  qne  sefialan^  cometieren 
el  delito  6  esceso  de  qoe  trata  et  antecedente  arifcolo) 
serio  tambien  aprehendìdos  por  la.  josticia  ordinaria, 
bajo  la  misma  regia  qae  los  soldacffi  efectÌTosqaemar- 
cban  sueltos;  pero  los  qae  osando  de  licencia  se  retiran 
despedidos  del  serTicio;  y  sòbre  sa  marcfaa  cooìetieren^ 
algan  desórden,  seràn  fazgados  y  castigados  por  las 
mismas  jasticias  ordioarias  en  la  forma  qoe  ejecatan  sas  - 
sentencias  centra  los  subditos  paisanos. 

85.  £1  qae  vaya  (sin  ser  mandado)  à  cortar,  desga- 
jar  ó  arrancar  érboles  en  bosques  y  cotos  Keales,  ó  de 
particulares  (1),  <S  à  desagaar  los  estanqaes,  seri  seve- 
ramente castigado,  sega  n  las  circanstancias  qae  agra- 
ven  sa  delito. 

84*  £1  qae  tirare  contra  las  palomas,  ccuejos,  ga— 
llinas,  d  otros  animales  domésticos,  snfriri  an  mes  de 
prision;  y  para  el  pago  del  dafio  se  le  retendri  la  mi- 
tad  de  sa  socorifo  diario  basta  la  enterasatisfaccion;  pe- 
ro si  este  descuento  no  alcanzare  i  completar  en  caa- 
tro  meses,  se  le  impondrà  la  pena  de  baqoetas  y  des- 
tino à  obra's  pdblicas  porrei  tiempo  de  sa  empeiio;  j 
el  qae  sin  aatoùdad  para  elio  mandare  ejecatar  lo  qae 
prohibo  en  este  articulo  y  el  antecedente,  indemni^ 
2aré  el  dafio,  y  sofriré  la  pena  de  qae  segna  las  cir- 
canstancias faere  digno.  Pero  (2)  si  tirase  i  las  palo- 
mas   en  los   meses  de  janio,  jalio,    agosto,  octabre  y 

(i)  En  las  causa»  de  montes  debc  entender  la  ìnrìfdiccion 
ordinaria  del  consejo  Reàl  y  sus  subdelegados*  Beai  decreto 
de  29  de  ahril  de  1 79$. 

(2)     Pragmatica    santion  de  16  de  celìcmbre  de  1734. 


noTiemfare  ,'eii  que  debeo  ^star  encerradas  ^  no  ten- 
dri  pena  algona ,  con  tal  de  qae  sieodo  dentro  del  tiro 
de  Ics  patema  rea  se  dispare  con  la  espalda  vuelta  é  estoa. 
85*  (4)  Los  qae  en  tìempo  de  yeda  ,  dias  de  forta- 
na  y  deoievecazaren  j  pescareo,  siendo  nobles  <S  per-* 
aonas  honfadas,  incurriràD  -por  la  primerA  yec  eu  la 
molta  de  tres  mil  marayedis,  daplicada  por  la  segoQ- 
da,  j  triplicada  por  la  tercera;  y  sieodo  plebeyos  mil 
y  qatoientos  maravedis  por  la  prioiera  vez,  y  no  te- 
mendo de  qae  pagarla^  oc)io  dias  de  prision,  doble  por 
la  segnoda,  y  triple  por  la  tercera:  apiicàndose  las  mal- 
tas  al  jaez,  denoneiador  y  Real  cémara:  y  el  valor  de 
los  instromentos  (qae  han  de  perder)  à  la  Real  cémara. 

Incendiarios. 

86*  Los  qae  asi  en  tiempo  de  paz  corno  de  gaerra^ 
tanto  en  mis  dominios  corno  en  paises  estrangeros  y  de 
enemigos  ,  fueren  convencidos  del  crfmen  de  incendia- 
rios  )  seràn  condenados  é  pena  de  moerte;  j  si  lo  fae- 
ren  de  lagares  sagrados,  casas  6  sitios  Keales  ,  coar- 
teles  en  que  baya  tropa,  parques  óalmacenes  deviveres 
ó  maniciones,  serio  aborcados  y  descnartizados. 

Se  entiende  por  incendiario  el  que  pone  foego  à  las 
mìeseSj  montes>  debesas,  edificios  pdblicos,  casas  par- 
ticolare»^ y  presidios  6  circei^s.  Cuando  por  no  baber 
prnebas  suiQcientes  para  pròbar  el  delito,  bay  qoe  im- 
poner  al  reo  peoas  estraordinarias  ,  se  destina  à  ^ste  d 
uno  de  los  presidios  cerrados  de  Affrica. 

Monederos    falsos. 

87.  El  que  fuere  convencido  de  fabricaote  de  mone- 
da  falsa,  <S  qoe  (con  couocimiento  de  no  ser  legai)  la 
taviere  en  depòsito  ,  6  osare  de  ella,  sufrirà  la  pena 
qae  tmponen  les  \eye%  del  reino. 

(i)     Beai   cedala   de  19  de  encro  de    1772. 


5ù      . 

(1)  Està  pena  es:  al  faodidor  ia  de  mtaerle  y  qa»- 
mado,  perdieodo  bus  bieoes  y  la  casa  de  ia  fébrica;  j 
al  qne  tenga  là  mooeda  ,  6  use  de  ella  (2)  con  cono- 
cimiento  de  ser  falsa,  la  de  coatro  aiìos  de  deslierro  del 
retno  con  perdìmiento  de  la  mitad  de  eos  btenes. 

Fiolencia  d  mugeres* 

88.  £1  qne  forzare  muger  faonrada,  casada  ,  yiada 
ó  doncella,  sere  pasado  por  las  armas;  pero  caando  so- 
lo conste  de  la  intencion  deliberada  y  esfoerzos  para 
consegoirlo,  sera  desterrado  i  diez  aiìos  de  presidio  de 
Africa  6  seis  de  arsenales,  debiendó  jastificarse  qoe  no 
haja  intervenido  actaal  amenaza  de  arma  de  caaiqnie- 
ra  suerte,  paes  en  este  caso,  6  en  el  de  que  la  muger 
ofendida  haja  padecido  algon  dà6o  notabie  en  su  per- 
sona, sera  precisamente  cendenado  é  mnerte  el  agresor. 

Rapto. 

89.  (5)  El  qnerobare  muger  de  bnena  fama^vinda, 
doncella,  casada  ò  religiosa,  6  ia  forzare,  snfrirà  la 
pena  de  mnerte;  j  todos  ios  bienes  del  raptor  serin  de 
la  moger  robàda  6  forzada;  pero  si  casase  con  ella  sien- 
do  doncella,  se  le  eximirà  de  la  pena  de  mnerte. 

Crìmen  nefando* 

90.  El  qne  fnere  conyencido  d.el  crfmen  bestiai  6 
sodomitico,  sera  aborcado  j  qnemado. 

Segun  ia  pràctica  se  condena  en  el  dia  este  delito  eoa 
presidio  ms^s  ó  menos  penoso,  segnn  las  circnnstanctas. 

Teftigo  falso* 

91.  El  qne  sirfiere  de  testigo  falso  snfrirà  la  pena 


(i)     Ley  9y  tit.  T,    partida  7,   7  Icy  67,  tiw  la,  lib.  5  de  la 
Recopilacion» 

Lcy  64t  tit.  ai,  lib.  5  de  la  Uecopilacion. 
Ley  3,  tit.  90,  part.  7. 


ili 


51 
de  ser  pasado  por  1m  armas;  j  en  caso  de  qae  el  de^ 
litoaobreel  qoe  declare  iaUameate  no  laere  capital ,  le 
ìmpofìdrà  ei  conaejo  de  guerra  otra  pena  menos  graye^ 
segao  laflT  circanstancUs  del  caso. 

92.  £i  oficial  qué  eo  caalquiera  causa  en  qae  ta- 
Viese  qae  declarar  por  citacion  competeiAte  fallare  é  la 
TerJad  del  jorameuto^  por  este  solo  hecho  sera  depoes* 
to  de  sa  empieo  ,  j  despedido  del  seryicìO)  sia  perjui^ 
ciò  de  la  caasa. 

95.  (l)Todo  oGcial  (sin  distincion  de  gradaacion)qae 
sobre  caalqnier  asonto  militar  diereà  sassoperiores  por 
escrito  ó  de  palabra  informe  contrario é  16  qaesnpìere, 
sera  des pedtdo  del  servicio,  y  tratado  corno  testìgo  jalso 
por  la  ley  del  reioo;  j  si  fueren  ambigaas>  misteriosas  6 
implicadas  sas  cUasalas,  se  le  reprenderé  obltgàndole  à 
espUcarse  con  claridad. 

llegalidad  de  dependientes  de  vi^eres,  comerciantes  y 
vivandèros. 

94-  Todo  vivanderò  qne  se  le  j  nstlfiqne  baber  falsifi- 
cado  elpeso  6  medidade  los  génerosqiie  venda  à  la  tro- 
pa,  bien  sea  de  los  qae  sigau  caalquiera  cuerpo  de  ella 
enpaz  ó  en  guerra,  óMe  los  que  en  campana  siguen  el 
cnartel  general  ^  sere  castigado  con  la  pena  de  seis  anos 
de  destierro  al  presidio  de  Àfiica,  para  ser  empleado 
CD  los  trabajos  de  las  obras.reales  con  grillete,  à  mas 
de  confiscarle  todos  los  géneros  que  tuviere  existentes 
en  la  tienda  6  puestos  donde  se  verificò  el  esceso,  in- 
demnizandp  à  los  que  justificaren  perjuicio,  con  apli- 
cacioo.  de  lo  sobrante  al  denunciador  ;  pero  si  en  los 
viveres  qae  vendan  à  la  tropa  los  vivanderos  bubie- 
reo  cometido  la  temeridad  de  adulterarlos',  mezclando 
en  ellos  maliciosamentealgana especie  que  los  haga  per» 


(i)     Ord.  del  ejcrc,  trat.  a,  tit.  17,  art.  10. 


52 
^odiciales  é  la  salud  pjiblica,  seria  irremisiblemeote 
ahorcados,  debieodo  proceder  la  jasticta .  militar  en  el 
GOQocimiento  j  jaicio  de  semejaote  delito,  con  ìnbibi- 
cion  de  la  ordÌDaria,  eoo  la  diferencia  de  qaè  siempre 
que  esto  acaeciere  en  al  ejércilo ,  acaotdnamiento  de 
campana,  naarcba  6  goarnicìon  de  paises  donde  se  ha- 
ga  la  gaerra,  pertenecerà  el  conocimiento  de  este  cri-' 
meiì  al  major  general  de  infanteria;  7,  en  tiempo  de 
paz  al  gobernador  de  la  plaza  6  comandante  del  cuartel 
en  qne  se  comet^i'el  deiito. 

95.  Los  proveedores  y  mnnicioneros  qne  cometìe- 
ren  semejanEe  deiito  de  falsificar  el  peso  6  medida  de 
los  gdueros  qne  distrìbnjen  à  la  tropa,  seràn  coBdena^- 
dos  a  seis  aiios  de  presidio  cerrado  en  Africa,  para'aer 
empleados  en  los  trabajos,  j  se  les  confiscaràn  sns  bìe- 
iies  para  satisfacer  é  las  partes  lo  qa^  legftimaniente 
hicieren  constar  qne  se  les  hnbiere  defraudado,  y  lo 
restante  à  favor  de  mi  Real  bacienda  ;  pero  si  malicio- 
aamente  adulteràren  los  viveres  mezclando  en  ellos  al- 
gona  especìe  notoriamente  d^iiiosa  é  la  salnd  piiblica, 
seràn  caòtigados  ellos  j  los  cómplices  en  semejante  de- 
iito, con  la  pena  de  presidio  por  diez  anos  (l);  6  de  la 
vida  segnn  la  grayedad  del  d^fio  que  bnbieseu  ó  pu- 
diesen  baber  ocasionado  ;  y  la  misma  pena  se  les  im~ 
pondrà  si  se  verificase  qae  siendo  los  géneros  por  ai 
mismos  de  calidad  dafiiosa  y  perjadicial  al  pdblico,  lo 
disimularen  dolosamente  con  el  fìn  de  ntilìzarse  en  el 
beneficio  de  su  distribnciou,  y  antes  de  repartirlo  no 
,  lo  adyirtieren  al  ministro  de  bacienda  de  quien  depen- 
dan,  6  al  gefe  militar  que  en  el  mismo  parage  residie- 
re  ,  los  cuales  en  el  ca»o  de  ser  advertidos,  serén  res— 
poosables  (en  su  propio  nombre)  del  daiio  qne  de  sa 
omision  resultare,  y  el  conocimiento  de  ebte  deiito  cor- 
responderé  al  intendente:  si  este  no  tomase  proYtdeD— 
eia,  se  recarri rà  al  comandante  militar  ;   y  asi  de  sos 

(i)     Real  órden  de  sB  dediciembre  de  1777* 


55 
diligencia  no  resultare  remedio,  se  acudiré  é  mi  secie- 
tario  del  despacho  de  la  guerra. 

Contrabando. 

96.  (1)  A  los  defrandadores ,  condoctores,  aoxilia- 
dores,  eocabridores ,  j  espeodedores  y  conipradores  de 
tuiaco,  sai  y.  demas  gdneros  estancados,  se  ìmpondiré 
il  pena  de  cìoco  afios  de  presìdio  de  Africa  por  la  pri— 
mera  vez,  ocho  por  la  sègunda,  y  diezpor  la  tercera, 
sin  salir  de  él  sin  Eeal  licencia.  Ademas  han  de  perder 
el  géoero,  con  el  coche  «  molas,  carrnaje,  bagajes 
6  embarcacion  en  qae  se  condacia,  con  mas  las  costaa. 
de  U  cansa  y  todos  los  géneros  de  licito  comercio  que 
se  eocoDtrasen  en  el  rnismo  cofre,  paca  6  fardo,  siem<- 
pre  qae  los  géneros  prohibidos  ilegueu  al  yalqr  de  la 
tercera  parte  de  lo  qae  valgaa  todos  los  conteoidos  en 
el  bnlto,  en  cayo  caso  vtciaràn  los  ilfcitos'é  los  Ucitos; 
pero  si  el  yalor  de*  los  prohibidos  no  llegase  à  la  terce- 
ra. parte  del  de  los  qoe  se  contengan  en  el  mismo  far- 
do >  cofre  f  paca  ó  balto  ,  solo  caerén  en  la  pena  del  co- 
niiso  los  mismos  géoeros  y  efectos  prohibidos ,  sin  tras- 
cendbocia  al  comiso  de  la  caballerfa ,  carruaje  6  em- 
barcacion en  qoe  se  condozcan,  entregéndose  los'de- 
masgéneros  de  licitò  coraercio  i  los  respectivos  intere- 
udos  con  el  correspondieoté  pago  de  dereohos  ;  pero 
està  mortificacioo  solo  tendrà  logar  respecto  al  reo  qoe 
faere  aprehendido  por  primeraPvez;  .paes  à  la  seguuda 
>e  hao  de  dar  igaalodente  por  de  comiso  con  la  caballe- 
ria,  carroaje  ó  embarcacion  en  qae  se  condazcan,  aon 
caaado  el  valor  de  los  prohibidos  fio  Uegne  à  la  tercera 
parte  de  todos  lós  géoeros  cont<^nidos:  en  la  paca ,  fardo, 
cofre  ó  balto.    '  , 

(3)  A  los  estractorés  de  piata  y  oro ,  ja  sea  en  bar- 
ras,  polTo,  alhajas,   monedas  6  de  cnalqatera  modo, 

(i)    Rfal  céduU  de  8  de  jnUo  de  i8o5.  (a)  Id- 


5* 

j  à  sas  aoxilUd^res  j  eacobridores  te  le»  imponuri, 
ademas  de  las  penas  comooes  del  comiso  j  costas^  ia 
de  ctoco  afios  de  presidio  por  )a  primiera  yes ,  cou  ia 
malta  de  qoinieotos  pesos  :'  ocho  afios  de  presidio  con 
la  daplicada  malta  por  la  segooda;  j  por  ia  tercera  con- 
fiscacioo  de  todoa  aas  bienes  j  dies  afios  de  presidio  de 
Africa  t  7  camplidos  no  saldrào  de  é\  sin  Reai  liceocia. 
En  laa  mismat  penas  incorrea  lo»  qae  estraigan  yegaas, 

Ktros^  caballoSf  j  armas  de  estos  reiooS)  oomprendieu-* 
ea  ellas  à  ios  dae&oSf  condactores ,  aoxiUadores,  eu« 
cabridorest  j  tambien  à  Ios  ganados  mularesy  Tacanos 
j  de  eerda,  trigo  y  demas  espeeies  de  graoos  coando 
sa  estraccion  e%i£  probibida  ;  pero  sieodo  permitida 
con  adeado  de  adnanas,  se  castigare,  corno  i  todo  fraudo 
de  las  reotas  generaies»  con  ona  malta  proporciouada 
i  la  eotidad  diel  fraade  por  la  primera  Yez,  ademas  de 
li  péna  comno  del  comiso  j  costas  :  por  la  sega  oda  vez 
caatro  anos  de  presidio  ;  y  por  la  tercera  ocho  auos  eu^ 
ano  de  Ios  de  Àfrica  ;  y  ademas  en  Ics  fraades  de  algo- 
donde  fàbrica  estrangera,  safriràu  ios  reca  la  moica 
de  treinta  por  ciento  del  valor  de  ios  géneros  aprehea* 
didos. 

(1)  Las  mismas  penas  tìenen  Ios  introdoctores  de 
piatii,,  oro  y  iratos  de  America  y  sin  el  correspondiente 
registro. 

(2)  A  Ios  qae  sembraren,  moliereOf  ó  fabricaren  eo 
sns  tierras  6  casas  tabaco  6  caalquiera  otro  gdnero  es- 
tancado  y  de  ilfcito  comercio,  y  é  caantos  cooperen  à' 
elio  9  si  foeren  de  baja  coodicion  se  les  da  ria  doscientos 
azoteSf  y  à  todusse  les  aomentaràn  dos  anos  de  presì- 
dio «de  la  pena  coma»,  con  pérdida  de  Ios  instramen- 
tos,  tierras  y  caf^as  de  la  fàbrica  6  siembra.  A  ios  qoe 
introdojesen  f  fabricaseo  ^  espendiesen  ,  comprasen  6 
nsarea  tabaco  rapè  qae  no  sea  de  Ios  reales  estancos, 
eoa  ana  caja  solo  qae  se  les  aprehenda,  ó  con  tres  tes- 

(i)    Keal  cédola  <1e  8  de  julio  de  i8o5.     (a)    Id. 


55 
tigos  hibìles  qoe  testifiqcreo  faabérseio  visto  y  ademas  de 
la  pena  ìcomon ,  se  les  impondrà  la  pecqoiaria  de  qui- 
nieotos  dacados  para  e\  .denanciador,  si  le  habiere^  j 
privacioo  para  slempre  dki\  empieo  que  tengan  ed  el  Real 
Ber?  icio. 

(1)  £1  soldado  qoe  se  le  encaentre  en  la  reveota  de. 
cigsrrillos,  6  qae  los  lieve  con  este  objeto,  sufrirà  od 
mes  de  calabozo,  j  se  le  recargarà  od  afio  de  servicìo; 
J  ti  se  le  eacontrase  Teadiendo  tabàco  brasil ,  6  coal- 
qaiera  otro  en  cortas  porciones,  se  le  recargaréo  dos, 
afios  de  serTicio  ;  pero  si  escediere  de  media  libra,  se  le 
formare  causa.    , 

97.  (8)  El  soldado  invilido  qae  se  le  encoentre  en 
la  refenta  de  cigarros  perdere  por  la  primera  Tea  los 
premios  qae  disfrate;  j  en  caso  de  reiucidencia  se  le 
impondrin  las  mismas  penas  qoe  é  los  paìsaoos.. 

(5)  Los  qae  hicieren  resistencia  con  armas  à  los  iqì- 
oistros  de  rentas  Keales,  si  no  faeren  nobles  snfrirào 
doftctentos  azotes,  j  se  les  condenarà  por  solo  este  deli* 
to  i  castro  anos  de  presidio  de  aatuento  de  pena ,  y  A 
los  nobles  en  seis;  si  la  resistencia  faere  tan  caiificada 
qoe  mereciese  pena  de  maerte,  se  le  impondrà. 

(4)  Los  compradores  de  g^neros  de  fraodes  i  las 
adoanas  y  rentas  generales  qae  incarren  en  laa  penaa 
sefialadas  son  los  compradores  negoeiantes,  pero  no 
aqoellos  en  qae  no  es  presuraible  la  malicia. 

(5)  El  soldado  qoe  fuere  sentenciado  i  presidio  por 
defraudar  ias  rentas  Reales,  particolarmente*  la  de  taba- 
co,  despnes  de  camplìr  el  tiempo  de  sa  condena  toWe* 
ré  i  sa  regimiento  i  finaltaar  el  de  so  empefio ,  coo- 
tiodose  la  lalta  desdé  el  dia  en  qoe  se  le  aprebendió  con 
el  Traode. 

(i^    Reati  cédola  òt  8  de  juHo  de  i8o5. 
(a) 


(a)  Idem. 

(3)  Idem. 

(4)  Idem. 

(5)  Real    órden  de  19  de  oetubre  de  i??^* 


56 

Desercion  en  tiempo  de  guerra. 

98.  (1)  Los  desertores  de  los  èjércitos  eo  eampafia, 
con  direccion  à  los  enemigos,  apreheDdidos  consotuada 
la  desercion ,  segan  los  baodos  y  limltes  de  los  respec- 
tivos  geaeraieS)  safririo  la  pena  deiiorca  en  caalqciier 
ndmero  qae  sean. 

Los  qae  desertaren  de  los  mismos  ej^rcitos  hicìa  los 
domi n ics  de  Espana ,  incurrirSn  en  la  de  seis  carreras  de 
baqaetas  por  doscieplos  hombres ,  y  diez.afios  degaleras. 

A  los  qae  desertareii  à  lòs  psismos  domioios  de  Es- 
pafia  desde  las  plazas,  caarteles  y  paestos  separados, 
pero  depeodieotes  de  los  ejdrcitos  de  campana^  de-sos 
acaotonamientòs  próximos,  ò  en  marcha  para  ell<is^  se 
iìnpondrà  la  de  castro  carreras  de  baqaetas  en  la  dì- 
cha  forma  )  y  ocho  anos  de  arsenates. 

Los  desertores  de  las  plazas,  caarteles  j  po.esto8  qae 
no  tengan  dependencia  algana  de  los  ej^rcitos  de  cam- 
pafiSf  serin  destlnados  à  diez  afìos  de  arsenaies. 

£1  desertor  de  primera  vez,  sin  circonstaacia  agra- 
vante, en  Espafia  é  Indias^  en  todos  los  coerpos  de  in» 
fanteria,  asf  naciooales  corno  estrangeros,  sufriré  coatro 
meses  de  pcision,  y  serviri  ocho  afios  en  su  niismo 
caerpo,  oontados  desde  el  mismo  dia  de  sa  aprehension, 
con  arreglo  é  las  Reales  órdeoes  de  11  de  l'anio  j 
1.^  de  jalìo  de  1778;  pero  si  el  desertor  de  ladias  fuese 
de  los  caerpos  del  ejército  en  campana ,  qae  habiéndo 
residido  en  America ,  fuese'aprehendido  despnes  del  l-e- 
greso  de  sas  respectivos  caerpos  à  està  penfnsala,  se 
apliqae  à  los  caerpos  Ojos  de  aquellos  domiaios,  impo-? 
niéndole  el  tiempo  de  servicio  j  castigo  qae  habia  desa- 
frir  en  dichos  sas«  caerpos  si  habiese  sido  aprehendido  y 
yaelto  à  incorporarse  en  ellos,  segan  està  mandado  ea 
Real  órden  de  8  de  marzo  de  1787. 

(i)  Kcaìérden  de  3o  «le  «nero  de  i8l5,  derog»fir)o  la  orde- 
nanK-i  de  desertores  Jo  809  ♦  y  reponiei^do  co  su  ftierxa  y  vigor 
U  del  «]ércitO|  y  (Ic^l  órden  de  39  de  agoito  de  1794- 


57 
£1  clesertor  de  seganda  Tez  con  iglesia^  se  destinerà 
sin  la  forroalidad  de  proceso  en  Espana  à  los  presìdios 
de  Africa  por  ocho-a^os^y  el  qbe  no  la  taviése  irà  por 
dipz,  y  la  inìsma  pena  snfrìrà  en  Indias^  destinandole  à 
aqoelios  presidios  6  à  obras  piibìicas. 

£1  desertor  de  primera  vez  sin  circo nstancia  agra* 
Tante ,  qne  no  hobìese  enagenado  prenda  algana  del 
restnarìo  ni  armamento  con  qae  se  aosentó,  y  antes  de 
ser  descobierto  se  delatare  y  presentare  en  sa  regi- 
miento  ó  à  coa(quiera  josticia  en  el  termino  de  ocho 
dias,  cootadós  desde  ei  de  sa  foga,  perderà  el  tiempo 
que  Uubiere  seryido,  empesàndose  i  contar  el  de  sa 
enopenn  desde  el  dia  en  qoe  se  presentò  (y  si  faubiese 
sido  |if>r  el  tiempo  de  la  guerra  qne  ha  terminado,  ser- 
virà seis  aGos)^  sera  acreedor  à  la  gracia  de  iuTàlidos,  j 
no  le  pf>rjndicarà  para  los  premtos;  y  el  qne  en  igeai 
caso  de  pnmera  desercion  simple  hubiere  enagenado  aU 
guna  prenda  de  vestnarìo  ó  armamento  con  que  se  an— 
sento,  se  tendri  preso  cnatro  meses  i  medio  socorro, 
y  servire  oebo  anca  en  sn  própta  compafifa,  qnedén- 
dole  solo  la  Qpcion  é  los  invélidos  ;  pero  si  el  qne  està* 
TÌere  en  uno  y  otro  caso  de  los  esplicados  en  este  ar- 
ticnlo,  volviese  à  desertar,  sera  reputado  sa  crfmen 
corno  de  seganda  vez,  y  asi  se  le  adtertird  caando  se 
presente,  notandolo  en  su  filiacion. 

Los  que  sean  aprehendidos  despaes  de  pasados  los 
coatro  dias  de  so  fuga,  aunque  no  bayan  salido  del 
pueblo  en  (jne  el  regimìeoto  tenga  su  residencia,  serjn 
reputados  y  castigados  comò  desertores;  pero  los  qne 
faesen  aprehendidos  antes  de- los  cuatro  dias^  y  hobie- 
•en  ya  pasado  las  dos  listas  (que  esplica  la  Rea!  decla— 
racion  de  9  de  noviembre  de  1796),  se  les  tratarà  co- 
mò conato  de  desercion ,  y  se  les  impoudrà  el  recargo 
de  cnatro  afios,  con  tal  qae  con  el  tiempo  que  les  fal- 
le de  sa  empefio  no  esceda  de  ocho  anos;  con  arreglo 
à  lo  qoe  en  està  parte  preTieoe  la  Eeal  órdeo  de  15  de 
jnnio  de  1789. 


5S 

(1)  Los desertoret  qoe  en.tìempo  de^ guerra  se  foga* 
sen  à  lo  inteìriotr)  7  arrepentidoB  se  presentaseli  dda- 
Undose,  seréu  eximidos  de  (las  ciiiatro  carreras  de  ba- 
qaetas  por  doscientos  hombres^  sefiaiadas  en  el  artlcnlo 
tercerode  la  Real  resolocipn  de  89  de  agosto  de  1794, 
y  solo  sofrirÀD  la. pena  de  ocho  afiosde  arsenaies. 

(2)  A  los  indÌTidoos  nbilitares  qne  gnarnecen  el  dis— 
trito  de  la  capitania  general  de  Gàlicia,  y  desertaren 
dorante  la  guerra  con  lòs  ingteses ,  se  les  impoodrin  las 
penas  qne  sefiala  la  Rea!  órden  de  29  de  agosto  de  1794 
para  los  desertores  de  los  ejércitos  qoe  se  hallan  en 
campana^  segno  los  diferentés  casos  qne  la  misma  Real 
órden  especifica.     . 

ì)esercion  con  circunstancia  agravante^ 

99.  Los  qne  desertando  à  paìses  estrangeros,  sea  en 
tiempo  de  goerra  6  paz,  fueren  aprebeiìdidos  en  terri- 
torio de  mis  dominiòs,  à  distancis  de  media  legna  del 
confin  con  eleStrafio,  serén  *pasados  por  las  armas  en 
cnalqo.iera  ndmero  qoe  sea. 

100.  Los  presidios  de  Afriòa,  lineas  de  Gibraìtar, 
plazas  confinantes  con  dominios  estrangeros  y  puestos  de 
la  raya,  exigen  regia  distinta  de  la  qne  esplica  el  ante- 
cedente articolo,  para  gradnar  la  consumacion  de  ia 
foga  A  paises  estrangeros  ;  por  lo  qne  para  declararla 
tal,  se  estarà  A  los  iimites  sefialados  por  los  respectiTOs 
comaodantes  generales  para  impotier  i  los  desertores  la 
pena  de  mnerte  en  cnalqniera  ndmero  qoe  sean. 

10  ì.  Serén  repntados  corno  desertores  de  igoal  cali- 
dad  para  sofrir  la  pena  de  muerte,  los  qne  se  hallaren 
con  disfrax  6  sin  él  embarcados  sin  competente  licencia 
en  paerto  de  mis  reinos,  i  bordo  de  embarcacion  es- 
traitgera  6  espanola,  con  rnmbo  ó  destino  à  pais  es— 
frangerò,  procediéndose  al  mismo  tiempo  à  la  deteocioo 

(O     Bejil  r^^n!»  A^  8  4»  fehrero  de  1806. 
(a)      Kr«l    nt«i.n  de  aG  dr.  jiini.0  <Je   iSoS* 


59 
de  lai  embarcacionei  espafiolas  tu  qne  sean  ^prehendi^^ 
dios,  j  al  arresto  da  los  patrones  j  marÌDeroa  de  ellat, 
para  dèficobrir  losculpados,  de  qoe  se  me  darà  eneo* 
td  con  JQstificacioD,  para  qoe  examinadaB  laa  circpna* 
tsDcias  en  mi  coDsejo  de  guerra,  etpida  la  proTideo- 
eia  qoe  mereacan.  Jostificada  (l)  indobitablemeote  la 
ÌDocencia  de  caale§qi]iera  personas  qoe  por  eate  motÌTO 
desde  ioego  se  aprehendiesea  ó  contemplaseo  cómplicea, 
aotes  de  recibir  la  debida  jastificacion,  ae  les  poedri 
fn  libertad  por  los  gefes  qoe  cooozcad  de  ella,  j  ejecQ^ 
Udo,  daria  cneota  eoo  los  aqtos,  A  fio  de  no  causar 
perjoicio  é  los  ìnocentes  eoo  la  dìlacioo. 

102.  Los  qne  desertaren  é  los  moros,  bieo  sea  ha- 
ilindose  de  gaarnicion  en  presidio,  6  jeudo  embarcados, 
•alnrin  la  pena  de  mcnérte  ejecutada  ea  la  borea,  en 
coalqoiera  ndmero  qoe  seaa,  aunqoe  se  aptcthendan 
despoes  de  rescatados. 

105.  Los  que  desertaren^  dentro  de  Espana  sea  en 
tiempo  de  guerra  ó  de  paz,  hàbiendo  escalado  mnralta, 
e^tacada,  ó  camino  cnblerto ,  forzado  puerta  de  piata  ó 
poerta  de  gaardia,  ó  abandonando  centioela ,  serén  pa- 
aados  por  las  armas  eu  coalquiera  ndmero  qne  faerefi. 
Yannque  (2)  no  llegoe  i  verificarse  la  desercion,  se 
les  ìmpondré  la  mìsma  pena  por  solo  el  escaiamiento  de 
anralia,  estacada  ó  camino  cnbierto,  foraamieiito  de 
poerta  de  plaza  6  pnesto  de  gaardia  >  pasar  el  foso,  6 
•baDdooo  de  centi  nel  a. 

(5)  Los  qne  babiendo  desertado  à  paises  estrangeros 
sin  otro  delito,  se  restitoyan  i  los,  domtoios  de  Espa- 
Di,  j  se  presenten  à  las  josticias  de  las  fronteras  (ó  los 
eotregaen  (4)i  qoe  ha  de  ser  igoal),  qoedaràn  cxéntos  de 
la  pena  capital,  j  obligados  é  servir  diez  afios  en  el 
regimiento  fijo  de  Ceuta,  ó  en  las  coro  pania  de  dota- 
cica  de  los  tres  presidios  menores^  destinindolos  el  ca- 

(i)     Resi  òràtn  de  6  de  tettenibre  de  1770. 

(a)     Real  órden  de  17  de  feb.  1780.  (3)  Id.  de  agosto  1769. 

(4)    Real  órdcn  de  aS  de  tetiembrc  de  1 798. 


.^0  .  ' 

pitao  frenerai  de  la  proTiDcìa  en  q«é  se  presenteii)  sia 
nece^ìdad  de  remitirlos  à  sas  cnérpos,  ayìssndo  à  los 
respectiiros  inapectares,  para  qae  por  estos  lo  sepao 
aqnellos.  Pero  los  qa^  se  desertaren  à  los  moros  tieaen 
pena  de  la  ?ida  aunqae  se  presenteD* 
.  (1)  Los  qoe  desertaren  eii«  pais  estrangero  yendo 
de  trànsito  por  él,  sufrirén  la  misma  pena  qoè  para  los 
desertores  à  paises  estrangeros  prescribe  la  Real  órden 
•de  5  de  agosto  de  1795.  .  , 

(2)  Todos  los  desertores  del  ejército  qae  faeren  ~de- 
tenidos  en  ei  reino  de  Portagal^  y  restitoidos  por  los 
gobernadores  ó  jnsticias  de  'él,  serviràn  à  su  regreso  é 
Espafia  en  los  miamos  cnerpos  de  donde  desertaron,  el 
tièmpo  de  ocho  anos^  contados  desde  el  dia  de  su  en- 
Irega;  y  este  tiempo  se  impondrà  igaalmente  à  los  de- 
sertores de  primera  y  seganda  véz:  bien  qóe  si  rein-» 
ciden  estos.  en  otra  desercion,  se  les  escluiré  de  este 
indolto,  y  sufriràn  la  pena  impuesta  à  los  de  seganda 
desercion. 

(3)  Los  desertores  à  Vòrtogal  qoe  arrepentidos  se 
preseoten  volontariamente  al  embajador  de  Espana  en 
Lisboa,  y  obtengan^pasa porte  para  incorpararse  en  sns 
regimientos,  seréo  iùdoitados  de  sa  delito,  y  continaa- 
rin  6Ìr?iendo  et  tiempo  ^qne  les  faltaba  caando  deser- 
taron,  si  escedìa  de  coatro  anos,  à  los  de  primera  deser- 
cion,  y  de  sèis  à  los  de  seguoda;  y  siendo  menos  ban 
de  servir  cnatro  anos  aqaellos,  y  seis  estos  desde  el 
dia  qn^'se  presenten  en  Espafia,  aboo^ndoles  à  anos  y 
òtros  el  tiempo  servido  para  optar  à  los  premios^  si 
despaes  de  estingnir  'el  tiempo  dicbo  permanecen  con 
honradez  y  sin  reincidir,  aanqae  bobiesen  désertado 
con  armas  y  caballos;  y  4  los  de  tercera  se  iès  repota- 
ri  corno  de  seganda  desercion. 

(l)     Real  éròen  d«  a5  df  fehr«ro  de  1806. 

(a)     R^alesoi-ds.  òtt  a5  de  iulio  de  1780,  y  ^4  de  agosto  de  1783. 
(!t)     Keales  órdenei  de   18  de   octubre  de  17^0,  T  20  de  «io> 
Ticmbrc  de  iboo. 


(1)  Todo  soldado  que-oeserte  é  paises  estrangefo.s, 
j  se  presenta  en  Espafia  foera  de  log  casoa  en  qne  ha-* 
ja  indulto8>  i!  obteilidole  de.S.  M.  espresamente  an- 
tes  de  sa  regreso,  no  podri  alegar  titolo  algano  para 
goiarlo/ 

104.  £1  qae  estando  preso  biciere  foga^y  con  ella 
ÌDCDrriese  en.  las  circa ostancias  qae  caliOcan'  la  de&er- 
cion,  fere  tratado  por  reo  de  ella ,  corno  ai  la  habiera 
cometido  estando  en  libertad. 

105.  £1  qae  indujere  à  la  desercion  y  aejastificare 
Jlegando  à  efecto^  safriri  la  petia  de  ser  pasado  por  la^i 
armas;  pero  ai  no  llegare  à  verifica  rse  safrirà  ei  indnc- 
tor  la  pena  de  scia  afios  de  presidio. 

106.  Loa  qoe  bubieren  cometido  el  delito  de  deser-^ 
€Ìoo  en  loa  caaos  7  ci  rea  usta  ne  iaa  agrarantea  que  pres* 
criben  ioaarticoloa  precedentes,  y  foereu  aprebendidos 
con  iglesia^  seràu  destinados  (con  retencion  de  intnoni- 
dad]  à  ocho  (2)  6  nneve  de  presidio  cuando  mas. 

Desercion  simple. 

Eo  I08  caerpos  yeteranos  de  loa  dominios  de  Àmé* 
rica  se  juzgan  Lea  desertores  de  seganda  yez  sin  igiesia 
por  real  órilen  de  16  de  juuio  de  1682,  imponi^ndo- 
ics  seis  carreras  de  baqnetas  por  doscientos  botn'bres, 
J  àìez  anca  de  presidio;  y  à  los  qae  tienen  igiesia  uo 
ano  de  prision  con  gii  Ile  te  èmpleados  en  la  limpieza  del 
cnartel,  y  ocbo  afios  de  presidio  segno  la  Real  órden 
dell  de  jnnio  de  1778. 

(3)  El  qoe  estando  preso  con  igiesia  por  desertor  de 
segQoda  ycz  ToWiere  à  tngarse,  se  le  recargaràn  dos 
afioidé  presidio  à  los  ocbo  que  debia  safrir  si  se  apre- 
Itendieae  sin  igiesia;  pero  si  se  refógiase  é  ella  no  «e  le 

(0  Keal  órden  de  a8  de  dicìembre  de  17^ 
(a)  Keal  órden  de  t8  de  setietnbre  de  1787. 
(3)    Keal  órden  de  11  de  agosto  de  1787. 


42  . 

ìmpoddrà  mai  qae  los  ocho  afios  de  presìdio  qaèle  pler- 
teDecIan. 

(1)  A  niogan  desertor  de  reìncideDcìa  se  le  pernii- 
ti ré  dP.iide  sa  apreliensiou  el  uso  del  vestoario  del  re- 
gimieutOf  por  haber^e  hecbo,  con  la  repeticìon  de  sa 
delitoy  indigno  de  llevar  prenda  algnna  de  nniforme; 

'pe.i'ode  la  gratificacion  de  hombrea  se  le  costearà  la  ro- 
pa  precisa  para  su  abrigo. 

(2)  Inmediatamente  que  se  arreste  à  un  desertor  de 
relncidencia,  ie  recibtri  declaracion^el  ayndante  i  quiea 
corrisponda,  averignaudo  los  motivos  qne  tuvo  para  co- 
lìiet^r  dicbo  delito:  si  resultare  cofivencidò  se  le  des- 
tinare sin  dilacioii  à  presidio  por  copia  de  sn  filiacion 
con  la  nota  de  sa-  delito,  y  certificacit)n  al  pie,  visada 
del  coronel  6  coniandante,  qne  espUqne  la  cansa  de  sa 
destino,  tiempo  qne  debe  cnmplir  en  é\,  y  Real  reso- 
Incion  qàe  lo  previene;  y  si  el  reo  alegase  alguna  exeli- 
cion  de  gravedad ,  seri  proCesado  y  jnxgado  en  conse- 
jo  de  guerra, 

(5)  Et  soldado  qne  desertare  del  cnerpo  donde  kaya 
contado  plaza  ó  sicjio  destinado>  iio  sera  relevado  de  la 
pena  qne  le  corresponde,  tornando  placa  en  otro^.aan- 
qne  tenga  mayor  gocè  de  prest. 

107.  Los  cnerpos  sniios  eontìnnarin  en  el  castigo 
de  sits  desertore»  seguo  leyes  y  estilo  de  sa  nacion,  en 
Goosecneocia  del  libre  uso  de  jnsticia  qoe  les  està  con- 
cedido  en  sus  capitulaciones. 

108.  El  qne  se  ernpefiare  à  servir  Volontariaaiente 
en  mis  tropas,  6  el  qne  le  tocarè  por  saerte  ignal  des- 
tino, y  desertare  antes  de  baberse  incorporado  e^  sa 
compania  jastifictfndose  qne  ba  sido  legai  y  debidan^en* 
te  reclntado  6  sor  tea  do ,  y  qoe  se  le  ban  leido  las  orde» 
nanzas  à  qae  qaedd  sujeto  por  sa  contrato  6  destino, 
aufriri  la  pena  senalada  é  la  sirnple  desercion. 


Kcal  órden  de  ii  de  junìo  de  1778* 
RcaI  6rd^n  de  7  de  enero  de  t799« 
,  (3)     Real  órden  de  4  de  a  brìi  de  lyv^.- 


(>) 

(a) 


45 
109.  Caalqaiera  qoe  baja  nio  apUcado  al  servicio 
àe  las  armas  por  testimonio  de  jtiea(  competente,  j  de* 
lertare  despaes  de  entregado  à  la  tropa  qne  debe  con- 
docirle  à  sa  destino,  ó  estaodo  ya  ineorporado'  en  sa 
propio  regimieoto/y  se  bobifese  prevenido  eo  la  de- 
b'iift  foraa  de  la  pena  q ne  còrresponde  al  delito  de  de- 
sereion,  sofriri  )a  pena  qne  à  la  calidad  de  so  deserà 
cion  perle necie  re. 

(1)  Los  aplicados  por  lat  Jostìcias  ai  serTicio  de  laa 
irmas  do  pnedf o  obtener  licencia  tempora!  ni  la  abso- 
iota  basta  que  hayan  cnroplido  el  tiempo  de  sii<t  conde- 
018 ;  y  «i  se  inutilizan,  de  suerte  qne  no  puedau  conti- 
ODar  el  lerTicio ,  se  deroìverén  à  los  jn^ces  que  los  sen^ 
tenciaroD,  para  que  estos  les  ìmpongàn  la  pena  que  ban 
^ejado  de  purgar.  Si  algun  aplicado  à  las  armM  por 
Vigo  faese  absuelto  por  tribunal  competente,  no  podrà 
obtener  su  libertad  basta  baber  satiafecbo  en  su  regi- 
miento  los  xsìeoto  veinte  reéles  que  se  entregan  A  cada 
000  por  la  Beai  Hacienda  A  su  ingreso  en  el  serTicio. 

V^)  Los  aplicados  por  las  josticias  al  serTicio  de  las 
armai  deben  estinguir  el  tiempo  de  socondena^aunque 
<)btengaQ  capellanla  para  ordcnarse. 

(3)  Al  qoe  cumplidoel  tiempo  desucondena  se  reen* 
ganche  para  continuar  el  ser^icio,  se  le  abon9rà  la  mi- 
tad  del  tiempo  que  baja  servido  por  seutenria  con  bue- 
oaconducta  para  la  opcion  A  premios,  y  el  todo  à  ios 
^oeiigan  la  carrera  por  la  escala  d^cabns  j  sargentos. 

(4)  El  desertor  de  primera  Vezque  )legue  A  los  pies 
^e  S.  M.  A  obtener  indulto  de  su  dalito,   ?olveré   A  su 
l'^gimiento  A  cumplir  el  tiempo  de  su  empeno  aio  sufrir , 
mortificacion  alguna  ;  pero  pò  ba  éti  valerle  lo  servido 
para  el  goce  de  in?éridoii    ni  premios  sino  cuando  ha- 

(i)    Keales  órdenes  Se  i5  de  lìovìembre  de  178$ ,  1.^  de    fé- 
*wro  de  1787  y  a3  de  jiinìo  dt  1788, 
(3)    Keal  órden  de,a3  de  Julio  de  i8o4. 
())    Keftl  ^rden  de  a4  ^^  iunio  de  1788. 
U)    Real  órden  de  16  de  Juìio  de   1788. 


hìéndoìe  campUdo  honradamente  quiera  coDtioaar  en 
eL  servicio,  en  cayo  caso  se  le  abonari  para  odo  y  otro, 
despidiéndolo  si  no  con  la  (ìcencia  de  camplido.  £1  de- 
sertar  de  segunda  vez  yoUeri  tambìen  é  su  cnerpo  à 
empezar  el  tìetppo  de  su  empeno)  perdido  el  qne  ha- 
ya  servido  j  sin  derecho  absolutamente  d  Ics  preniios: 
j  el  de  tercera  seta  destinado  io  menos.por  ocho  anos 
al  regimieuto  fijo  de  CeQta>  segun  las  circnnstaocias; 
pero  si  nnos  y  ótros  taviesen  otros  delitos,  ban  de  cor- 
rer la  snerte  que  les  corresponda,  paes  la  intencion  de 
S.  M.  solo  se  dirige  dia  deserciou.     . 

(1)  Todo  soldado  qae  se  presente  i  S.  M.  por  in- 
dblto  antes  de  consomar  la  desercion^  en  el  errado 
concepto  de  qiie  es  desertor^  quedaré  exento  de  nota 
aigaoa,  j  se  aoctarà  en  su  filiacìon  el  indulto  j  sa 
equÌTocacion  para  qae  no  le  caosé  perjuicio. 

(2)  Los  sargentos  y  cabos  qoe  siryen  sin  plazo  de- 
terminado,  y  déspùes  de  ìnc^rrir  en  el  delito  deprime- 

^  ra  desercion  se  presentan  A  S*  M.  y  logran.el  indulto 
de  su  falta,  seràn  acreedores  é  las.gracias  de^preniìos  é 
invélidos;  pero  no  conservarin  sas  empleois,  paes  qae- 
dan  privados  de  ellos  por  el  mìsmo  becho  de  desertar— 
se,  y  seryirdn  de  soldados  basta  qae  reTalidada  sa  con- 
docta  se  bagan  de  naevo  acreedores  à  sus  regulaces 
asct>nso8. 

(5)  Los  desertores  de  seganda  vez  indòltados  de 
la  primera  yotyerdin  à  servir  en  sa  propio  legimìcuto 
todo  el  tiempo  de  so  primer  enipefio,  con  dos  aiios 
mas  de  recargo;  y  à  los  desertores  de  tercera  vex^  io- 
daltados  de  la  primera  y  seganda ,  se  ie^  dfstinari  por 
diez  afios  à  presìdW,  por  considerarle  incorregibles ,  ser 
gravosos  é  la  Real  Hacienda,  é  indignos  de  continuar 
en  la  bonrosa  carrera  de  las  armas  quetantas  vecesbao 
abaodooado» 

(i)     Beai  <Srf1<>n  de  a6  de  agosto  de  1793. 

(3)  Beale»  órrlriifs  de  3o  de  agosto  de  17997  3dr  die.  de  iSo4> 
(3)     Real  órden  deao  de  mano  de  i8o6. 

\ 


45 

(1)  £1  soldado  qae  despnes  de  desertado  cometiese 
eo  coadrilla  de  soldados  6  patsanos  f'obo,  homicidioó 
caalqoiera  otro  delito  en  poblado  y  despoblado,  seri 
castigado^or  la  justicia  ordinaria  y  sala  del  crfmen  à 
quienes  corresponda ,  enteodìéndose  por  coadrilla  ci  dyÌ* 
mero  de  coatro  hombres;  pero  uo  siendo  convencido  de 
delitos,  6  siendo  menor  la  pena  que  le  impoDgan  qoe 
la  qoe  le  corresponde  por  la  desercion ,  lo  pasar^o  i 
i^  jnrisdiccìoiì  militar  con  un  tcstiinoDÌo  de  la  senteiì* 
eia  para  qùe  le  impoDgan  la  pena  de  ordeuanza,  ó  sì 
coDviniese,  reagraye  està  para  que  por  ambos  delitos 
SQfra  una  pena  proporciooada  ^  y  no  rèsalte  que  el  ka- 
iser delinquido  mas  sèa  causa  de  ser  càstìgado  menos, 
^  por  OD  solo  deiito;  y  si  el  soldado  despues  de  babef 
feerlado  robase,  matase  ó  cometiese  otro  cualquiera 
delito  solo  y  sin  ir  acompafiado  de  soldados  ni  paisà» 
DOS  enei  Dùmero  refendo  que  hace  coadrilla,  la  justi- 
cia qae  lo  apreheuda  deberà  remitirlo  con  la  soinaria 
^Qe  ejecoie  al  eoerpo  de  donde  sea  desertor,  para  que 
tea  castigado  por  todos  sus  delitos, 

(2)  Los  deseirtores  que  en  coadrilla  cometan  robos 
^  escesos  y  sean  procesados  por  la  justicia  ordiuana 
<cgQQ  la  Real  órden  de  8  de  mayo  de  1797,  serali 
n»4ntenidos  por  la  jurisdiccion  que  conosca  de  sns  cau- 
*^St  7  si  saliesen  libres  6  con  meoor  pena  de  la  que 
'W  corresponda  por  la  desercion^  el  juez  ó  tribunal 
^Qe  Laya  entendido  de  ella  pasaré  à  los  cuerpos  al 
tierupo  de  entregar  los  desertores  el  cargo  de  los  so- 
corros  saministrados ,  y  en  este  caso  se  satisfaràn  por 
dichos  cuerpos. 

Desercion  de  soldado  cumpUdo*  • 

Ilo.  El  que  babiere  sentado  plaza  por  tiempo  YimU 
tadoyle  tufiese  ya  p'umplido  y  se  le  retardare  sa  li- 

(0    Keal  órden  de  8  de  tnayo  de  1797. 

W    Real    ordcB    de  9  de  octubre   de  17<)7. 


46  ■ 

ceacia  por  órden  mia^  éeri  trutado  corno  desertor  st  le 
ansentire  810  ella  ,  j  sofriri  la  pena  cor respood lente  i 
la  calidad  de  ia  desercioo  qne  cometiere. 

£1  soldado  camplido  qoe  deserta  re  antes  de  darle  la 
licencia  y  se  presentase  autes  de  Ics  caatro  dias  de  sa 
dellto  sin  circanstanpìa  agravaote,  se  le  impondrà  la  re- 
carga  de  dos  afios  (1). 

(2)  Si  ano  entrase  à  servir  por  sastituto  de  otro  con 
aprobacìoQ  dpi  gefe  j  desertase,  qnèda  el  SQstitaido 
oblìg;«da  à  reemplazar  la  fa  Ita  de  aquel  por  dot  anos. 

drcunstancids  para  consumar  la  desercion. 

(5)  El  soldado  qoe  fai  te  é  la  lista  de  la  noche  9  j  Ì 
la  inmediata  de  la  mariana  del  dia  «acesivp  y^  se  apre- 
henda  faera  del  poeblo  eo  qoe  resìda  el  coerpo  de  qoe 
dependa,  à  cualqaiera  distancia,  aaoqoe  sea  cerca,  se- 
ra reputado  por  desertor,  é  igaalmeute  lo  seri  el  qoe 
fallare  al  rancbo  de  la  mànana  y  lUta  inme^ata  de  la 
tarde  ,  siendo  aprebendido  del   mismo  modo. 

(4)  Asimismo  consuma  la  desercioo  el  soldado  qae 
falta  caatro  dias  de  su  compafifa ,  aonque  no  haya  sa- 
Udo  del  poeblo  eo  qoe  resida  sa  coerpo;  pero  si  aotes 
de  Ics  caatro  dias  fpere  aprehmidido  en  el  mismo  pue- 
blo,  despues  de  faltar  à  las  dos  listaa  dìcbas,  se  le  im- 
poodré  là  pena  senalada  para  el  conato  de  desercion: 
coyas  (5)  circoostaocias  son  solo  para  calificar  la  sìmple 
desercion  à  lo  interior  del  reino;  pues  para  la  dirigiHa 
à  paises  estrangeros  6  de  eoemigos ,  ha  de  regir  lo  de- 
termioado  para  estos  casos. 

Conato  de  desercion, 
HI.     Todo  soldado  qoe  se  ballare  dentro  de  la  goar- 

(1)  Tleal  órdm  de  4  ^«  abril  de  1839. 

(a)  Heal  órdm  de  i4  de  •etìrii»)ire  de    178S. 

(3)  Real  órden  de  9   de  ooTÌemh/e  de  176.9. 

(4)  id.  de  t3  de  junio  de  1769.  (5)  Id.  de  9  de  nov.  1769. 


oicion  ólngar  «le  cuartel,  ó  fnera  de  él  dentro  de  ios 
iinaites,  dìsfracado  sin  cousumaT  la  desércion,  pero  con 
indicio  que  de  sospecha  à  cometerla ,  ó  en  cnalqniera 
otro  modo  qiieverifìqae  «a  iotencion  de  la  fuga  coir 
«Igon  acto  esterior ,  se  le  recargaréii  cuatrp  anòs  df 
senicio  eo  eL  mìsmo  cuerpo  sobré  Ios  que  le  i'altaban 
para  cuinpUr  su  tiempo. 

112.  £1  que  cometiete  desercioo,  y  despues  de 
apreheodtdo  justificare  para  su  defensa  que  incurrió  eti 
68te  delito  por  do  habérsete  asistido  puiitnalmente  con 
elprest,  pan  6  vestuario  que  le  pertenezca^,  quedar^ 
relevado  de  la  pena  correspondìente^y  consti tuido  à 
servir  en  la  propia  compajìia  seis  afios  (1)  mas,  reinte- 
gr^ndòse  de  io  que  se  le  debiese  baber  sumiuistrado. 

U3.  £L  savgeoto^  cabo,  tambor  ó  soldado  por  cn^o 
tQxilio^intelig4='DCÌa  ó  disimulO)  bubiere  desertado  aigu- 
no  de  su  cuerpo  u  otro  de  mts  tropas,  sofriré  la  pena 
«lemoerte  pasado  por  lag  armas,  cuya  sentencia  se  da- 
ti  por  el  consejo  de  guerra  dei  regimìcnto  de  què  ftie-T 
re  deiertor,  à  coyo  juici«»  declaro  que  baya  de  corres- 
pooder  privatÌTamente  ei  conociniiìento  del  reo  estrano 
8ÌQ  distincion  de  cnerpos. 

DESERTORES 

De  Ios  regimientosde  milicias  estando  sohre  las  armas, 

£1  desertor  de  milicias  sera  castigadc^  por  la  primera 
Tez  con  la  pena  de  que  plerda  lodo  el  tiempo  serTÌdo, 

(i)  Este  r«cargo  debe  entenflerse  ciiando  le  faltase  meno*  de 
ào%  ailos  pura  ettunguir  tu  eropoiio,  y  iticnos  de  ciiatro  atìos  U 
^^^  conato  y  pues' d«  lo  contrario  saldria  mas  castìgadb  que  ti 
Qiibiese  consumado  la  desércion,  6  no  alegando  està  defensa,  en 
c<ijrocaio  solo  tenia  que  serv  ir  ocho  aflos;  y.  «itndo  ménos  de- 
■Itoci  intentar  la  desércion,  que  ci  detertarse,  de  consiguiente 
"»  de  tener  nicnor  pena;  y  hnbii'*nflose  modificado  el  castigo  pa- 
>•*  Ios  desertores  dcspu^s  de  la  Ordenansa,  que  obligaba  é  «er- 
^'^  lin  tiempo,  esequi^tativa  o«ia  ^uxìsidcracion.  Colon ^Juzgiìdo 
^ìUtar^jipéndrce^  torno  t^  pag^  o'ij. 


y  Toelva  à  èmpesar  en  sa  respectÌTo  cigimietito  por 
doce  anosy.qnedando  el, ùltimo  soldado  de  sa  coiupafiia, 
y  resarcirà  de  sas  propios  bienes  (st  los  tavìere)  ò  de  sa 
presi  el  Testaario  y  armamento  que  babiere  deteriora- 
do  ò  perdido  en  la  desercion. 

El  qae  desertare  seganda  tez  perderà  todo  el  tiempo 
aerridoi  y  3sri  destìnado  al  cegimiento  ìofantetia  fijo 
de  Geuta  (1)  por  cinco  afios;  y  aan  caando  despaes  de 
haber  camplido  se  restitaya  à  sa  pueblo  con  legitìma 
liceocia,  yoL?erà'  à  coutinnar  à  sa  respectiTO  de  Yhilicia^ 
òtros  siete  afios  basta  camplir  doce  afios >  qae  ba  de 
•erTir  sin  intermision  de  la  tropa  veterana  y  milìcìas;  y 
si  desertare  del  regimìento  que  foere  apltcado,  qneda- 
rà  sujeto  é  las  penas  impnestas  i  los  desertores  de  tro* 
pa  veterana  qae  incurran  en  este  .crimen  la  primera 
vez  (2)» 

Si  uno  6  mas  miliicianos  desertaren  al  reino  de  Por- 
tagaU  y  se  restituyesen  por  aqaellos  gobernadores,  sien- 
.  do  soldados  volverén  à  empezar  los  ocho  afios  de  sa  em- 
pefio  y  ademas  el  tiempo  del  recargo ,  si  lo  tavieren 
anteriormente;  pero  los  sargebtps,  caboa,  y  tambores  y 
pffaiios  ser?irin  ocho  afios  contados  desde  el  dia  de  su 
«prebension,  con  arre^lo  A  la  Real  órden  de  24  de  ma- 
yo  4e  1781.  Colon  ^  i§mo  4)  pdrrafo  8,  en  la  toc  de* 
sertores  de  milicias. 


(t)     Beai  órden  rie  S  <1e  mnrzn  de  1800.  Colon^  tomo  4. 

(^a)     Art.  9,  tit.  8,  de  U  Real  dticlaraciun  de  iiiiiicì;is  de  I7^7. 

Kota,  Aunque  en  el  citado  articulo  se  espresa  6  aìtos  i  1|»in- 
fanteria  y  ocho  a  roilicìas^  hasta  servir  estorce  sin  intermision,* 
se  rebajan  dos  en  contideracion  a  la  Real  (Srden  de  16  de 
agosto  de  i8a5,  en  la  que  el  Rey  N»  Sr.  se  dignó  mandar  que 
ci  servicio  de  milicias  sea  por  ocho  aftos  on  luf;ar  de  los  dirz;  y 
que  està  gracia  tenga  cfecto  retroactivo  basta  el  aiìo  de  i8a3,  en 
que  se  regeneraron  los  cuerpns  de  milicias;  de  con«iguirnte  se 
deduce  que  para  la  aplicacion  de  las  penas  a  losdrsertort*s,  sien- 
do  de  recargo  de  servicio,  deben  contarse  dos  afios  raenos,  de 
forma  que  en  lugar  d«  la  seran  10;  y  en  \e8  de  i4t  la,  y  ast 
por  ette  órden. 


49 

(I)  Ertando  ios  regimieotos  :de  miliciat  empleados 
en  gìurDicioD  ó  eampana ,  desde  el  dia  de  la  contocatò- 
ria  para  este  fin,  d  otro  de  actoal  serTicio  para  ODÌrae, 
no  paedeD  aer  reclntados. 

Coando  se  pobliqae  el  aorteo  de  milieiaf  para  coal- 
qùer  paeblo ,  el  moxo  qae  qoisiere  tornar  partido  èn 
litropaTeterana,  ha  de  preaeptar  memorial  à  la  jastì- 
eu^qaien  ilo  podrà  negéraelo,  pero  aio  eate  reqoiaito 
no  paede  admitiraele  mientraa  dorè  el  aorteo. 

No  pueden  aer  reclatadoa  ni  admitidos  loa  aargentba, 
primeroa  cabos,  aegondoa  de  granaderoa  j  casadorea» 
Umborea,  pifanos  y-clarinetea  de  miliciai. 

Qtì»  halUndoae  ìoé  regimieotoa  de  miliciaa  diaperaoa 
en  801  pro¥ÌDCÌaa ,  poeden  ìpg  aegnndoa  caboa  de  inaile- 
Toi,  granaderoa,  casadorea  y  aoldadoa  eaponer  an  libre 
▼olantad  por  memorial  à  an  coronel  depaaar  à  aenrir 
ea  la  infanteria,  qoien  no  poede  negarlea  el  permiao; 
pero  no  ae  lea  rècogeri  jamaa  en  la  bandera,  ni  ae  lea 
coDTÌdarà  à  beber  vino  ni  otroa  licorea ,  ni  habré  tìo- 
leocia  ni  engano* 

Kagnn  miliciano  poedé  pesar  à  la  tropa  veterana  por 
menos  tiempo  qoe  el  de  aiate  afioa. 

Coacedido  el  permiao  por  el  coronel  de  miliciaa,  le 
b  de  dar  el  sargento  major  ó  ayodante  certificacion 
con  espreaion  de  la  filiacion  y  tiempo  qne  Uevare  ser^ 
TJdo,  qoe  le  servirà  para  ao  antigiledad  y  mèrito,  con* 
tindole  por  entero  el  de  campafia,  y  por  mitad  el  qoe 
eitovo  en  ao  provincia;  tambien  le  anotarà  loa  deaerto«« 
rei  qoe  hobiere  aprehendido,  qoe  le  airvan  para  pre- 
mios  j  ventajaa,  lo  propio  qoe  à  loa  veterands. 

Qoe  sin  la  referida  certificacion  del  sargento  mayor 
à  ayodante,  visada  del  coronel  ó  comandante,  no  poe- 
de ningon  individoo  del  ejército  admitir  en  an  bandera 
ni  aliatar  à  loa  de  miliciaa«     ^ 
Loego  qoe  el  oficial  6  individoo  reclotante  del  ejér* 

(()     Rcal  (Ivcliaraciun  de  Ccbrcro  ile  1779* 

4 


50 
cito>  precedida  la  fornialidad  preTenida,  aiente  la  plasa 
al  mìliciano  9  pasari  al  coronel  6  comandante  recibo  de 
fa   pemoDa^  para  qae  paeda    notar  el  aargento  major 
la  salida  del  interesado,  j  pedir  so  reemplazo* 

Si  no  faerè  admitido  por  ei  ^efe  del  regtmiento  Tele- 
rapo  por  defecto  del  debido  exàmen  del  recintante  an* 
tes  de  aentarle  la  plaaa,  seri  responsablé  de  todoa  los 
gastos  caasados  por  el  miliciano. 

Sì  con  cpnoGimiénto  6  noticia  de  ser  milìciano  el  qne 
foere  à  tornar  partido,  sobre  lo  qne  debérà  ser  -interro- 
gado  por  el  recintante,*  le  sentare  la  plaza  6  admi— 
tiere  en  sa  bandera^  contraTintendo  à  las  regUs  qne 
qnedan  espresadas^  seri  repntada  la  inobserTancia  por 
delito  de  soborno,  j  qaedari  sojeto  el  iodi?idoo  militar 

3 [ne  le  cometa  à  la  pena  à  qne  este  crimen  corre&pon- 
e  9  sin  admitirsele  discnlpa. 

Desertores  de  la  Guardia  Real  (!)• 

Los  qne  incnrren  en  este  delUò,  con  noaaiimarìa  in- 
formacion'y  copia  legalixada  de.sn  filiacionf  seràn  con- 
denados  àlaa  compafiias  fijas  de  'Africa  ^  ó  à  lòs  regi- 
mientos  qne  gnarnecen  la  plaza  de  Ceata,  donde  debe- 
rin  ios  de  primera  desercion  principiar  de  nnevo^  j  es- 
tingair  el  tiempo  de  sa  empefio  6  plazo;  qne  lós  de  se- 
gnnda  desercion,  asi  comò  se  practica  en  el  ejército^ 
con  nna  Samaria  informacion  j  copia  legalizada  de  sa 
filiacion  seràn  destinados  à  presidio  por  el  tiempo  qoe 
la  Real  òrden  senala  è  este  crimen* 

Cobardia. 

1 14*.  £1  qne  por  cobardia  faeae  el  primero  en  voi*- 
Ycr  la  espalda  sobre  accion  de  gnerra,  bien  aea  empe- 

(i)  ^  Orden  general  del  4    de  dietcmbre  d^  t8a6    por 
cocncif  de  Real  rcsolocion* 


51 
uda  jftf  6  i  la  Titta  del  enemì^o,  marchaiido  4  buscar- 
le, 6  esperendole  en  la  fleleosiya,  podrà  en  el  miimo 
acto  ser  naerto,  parata  castigo   y  ejeoiplo  de  los 
demts. 

115.  Todo  militar  qiie  èttando  en  accion'  de  goerra^ 
i  nirchando  à  ellaf  se  escondiete^  hajese,  retirase  eoo 
pretesto  de  herida  ó  cootasion  qoe  no  le  imposibìlite  el 
hicer  su  deber,  ó  en  algao  modo  se  escnsase  al  comba* 
teeaqne  debìere  ballarscy  seràpoesto  en  consejo  de 

Ssrra,  j  cobdeoado  en  éì  à  la  pena  qoe  meresca  sa 
ito  segno  las  circonstancias. 

116.  £1  oficial  qae  diere  palo  6  bofeton  1  otto  sere 
iespedido  del  servicio^  j  destinado  à  encierro  por  dies 
(1)  anos  en  on  castillo,  con  estrecha'  reclnsion. 

117.  El  qoe  se  taliese  del  ndmbre  de  algon  gefe  6. 
magiatrado  para  sns  fines  particnlares,  y  ann  para  asnn- 
tos  de  mi  serTicio,  sin  hab^rsele  dado  facnltad  para 
elio,  sere  castigado  con  proporcion  à  las  circonstancias 
del  caso. 

Dùimùlo  malicioso  del  verdàd^o  nombre,  patria  6 
religione 

118.  Et  qae  disimnlaresa  nombre^  apellido,  pàtria 
6religioa  al  tietppo  de  sentarle  so  piaza,  se  le  conde* 
sari  é  serrir  por  ocho  àiios  en  los  arsenales  por  solo 
ette  delito,  annqne  no  deserte;  y  cometiendo  desercion^ 
si  por  la  calidad  de  ella  merece  pena  mas  grave  )  la 
iufriri. 

(2)  Los  reclntas  qne«al  tiempo  de  sentar  sa  |)laza  di«> 
«malen  la  edad  de  dìes  y  seis  anos>  si  despnes  ]nstifica«- 
*sn  qae  no  la  teniao,  qnedarin  exentos  de  la  pena  de 
Ordeoanza;  pero  servirén  el  tiempo  por  qae  se  empefia* 
foO)  sin  que  sobre  elio  se  admita  recurso  de  exencion* 

(0    Aeal  drden  de  a 3  de  dicicrabre  de  1797* 

(3)  Real  órdcn  de  1 3  de  mayo  de  180S. 


52 

(1)  Si  algao  8oldado  grftTemente  eafermo  declarase 
al  capelUn  aa  rerdadero  Dombre,  apeliido  ó  patria,  qua 
habia  mndado  al  asiento  de  an  placa,  y  Uegare  é  con- 
Talecer,  qaedari  exento  d^  la  pena  aefialada  para  este 
delito. 

(2)  El  soldado  de  ìnilicias  qne  ocaltando  serio  86ii' 
iase  placa  eo  coerpo  yeterano,  servirà  eQ  ^1  sets  afios, 
qaedando  sin  reemplazar  eo  el  de  milicias,  al  qde  toI- 
Teri  à  estiogttir  el  tiempo  qae  le  faltaba  despnes  de 
eomplidos  dichos  seis  afios;  pero  si  al  fin  de  estos  se 
reeoganchase  en  el  veterano  é  lo  menos  por  coatro  anos, 
qoèdaré  libre  de  Tolyer  at  de  milicias  :  en  cn^o  caso  y 
ei^  el  de  ascenso  à  sargento,  mnerte  6  desercion,  dari 
ayiso  el  coronel  dei  cnerpo  veterano  al  de  milicias  para 
qqe  este  solicite  sa  reemplaso. 

Fìciosos. 

119.  (5)  Los  aoldados  qae  cometan  Ics  delitcs  de 
tvnderse  la  ropa  6  efectbs  de  maniQion ,  Ics  qae  mal- 
gasten  el  dinero  del  rancho ,  los  qae  se  embriaguen  ó 
asistan  i  jnegos  probibidos,  aonqae  nò  incorrati  enello, 
los  tramposos ,  y  los  qae  se  qàeden  de  noche  sin  liceo- 
eia  foera  del  caartel,  snfrirào  por  primera  ves  la  pena 
de  oa  mes  de  prision,  y  por  la  seganda  dos  meses;  pe- 
ro à  loa  reincidentes  de  tercera  vez  en  al^nnas  de  estaa 
costumbres,  se  ies  pondrà  en  consejo  de  guerra,  y  scrn- 
tenciaré  desde  laego  por  via  de  còrreccion  à  las  obras 
pdblieas  6  presidio  por  el  tiempd  qoe  Ies  falte  de  sa  em- 
pefio,.  tencan  6  no  sagrado,  respecto  de  ser  perjadicia- 
ies 9  é  iodignos  de  mantenerse  en  la  tropa,  y  deberse 
repatar  verdaderamente  inoorregibles  ;  pero  (4)  si  6s- 
tnvieren   cumpUdos,  6    Ies    faltare    poco  para   com- 

'  (i)  Art.  9  f  IO,  lit.  a3,  trat.  a,  de  la  Ordenama. 

(a)  Ueal  irdtn  de  3o  de  abril  de  i8oo. 

(1)  Reat  órden  de  S  de  noviemkre  de  1779. 

(4)  Idem  de  6  de  abril  Ae  1780. 


55 
plir  f*)f  flerÌD.cB8tìgado«  por  ti-sa  aaot  à  l«t  ciUdat  obraa 
ópresidios,  ìnclnsoel  tiempQqcie  les  faltaie  de  so  empefio. 

(1)  "No  se  ìoipoodri  à  ifidÌTÌdoo  algono  del  «jercito 
pena  piiblica  dì  afrentosa,  di  aoa  privadameote  aiendo 
grare,  sin  qòe  sea  por  seotencia  del  coDsejo  de  guerra 
de  òficìalea. 

(2)  A  aiognoo  esceptqari'de  la  peaa  correspoodien- 
teal  delito  ^ae  coioefa,  el  do  haber  hecho  el  jaramen- 
io  de  la  fidelidad  é  las  baoderas,  siempre  qne  haya  sido 
filiado  y  eoterado  de  ias  penas  cod  arregio  à  Ordeoan-- 
za,  pnes  el  jarameoto  solo  se  dirige  à  fortalecer  las  le? 
yeS)  j  é  ligar,  j  estrechar  mas  al  soldado  con  la  reli- 
giosi^ad  de  od  acto  tao  solemne;  pero  no  para  eximir— 
le  de  la  pena ,  si  ^or  algana  casaalidad  no  lo  habtese 
hecho.  V 

(5)  Todo  soldado  qne  se  presente  faera  del  Ingar  ea- 
grado  eoo  papel  de  iomooidad  de  los  coras  sin  qoe  in- 
terrenga  la  caocion  militarf  seri  jozgado  por  el  coose- 
jo  de  gaerra  ordinario,  imponiéodole,  la  peoa  qoe  me- 
rezea  so  delito  comò  si  no  se  hobiese  reragiado,  y  no 
le  omitiri  en  el  proceso  el  hecho  del  arresto. 

(4)  E l  soldado  del  ejército,  marina,  mili^ias,  6  ia- 
difidoodestioado  de  coalqoier  modo  à  las  armas,  qoe 
le  iootilice  dolosamente  con  motilacion  de  miembro  ó 
de  otra  forma,  para  libertarse  del  empefio  é  qoe  'estaba 
coDstitoido,  sere  condenado  à  galeras  ó  presidio,  segon 
si  grado  de  malicia  qoe  resolte  del  proceso  qoe  se  le 
forme  con  arregio  à  Ordenanza. 

(^)  Ette  poco  tiempo  parec*  faa>  de  entendcrse  meno*  de 
Uu  auos,  no  debiendo  ir  nìngano  a  pretidìo  por  «stot  deli  tot 
qoe  ba)€  de  lot  trcs  aiSòt;  de  otra  roanera  seria  mas  cattìgado 
•1  soldado  que  habiendo  cumplido  tn  èrapeito  de  ocho  ó  mas, 
ailoi,  fuera  a  presìdio  por  .tres,  qae  el  quesert  ido  seis,  se  des- 
ti&ara  por  dosqae  le  faltaran  qve  estinguìr, 

(i)     ficai  órden  de  ao  de  agosto  de.  1771* 

(a)    Keal  òrden  de  i3  de  noviembre  de  1779* 

(3^    Beai  órden  de  io  de  febrerode  1798. 
.  U)     Beai  órden  de  9  de  f«brcro  de  1799. 


54 

Jlcàhuéie.  t 

120.  (l)  El  aoldado  qae  faere  acosado  del  feo  crf- 
men  de  leDOcinio  6  alcahaete,  sere  procesado.por  ìm 
jarifdiccion  militar,  basta  qae  pròbado  el  delito  deda* 
re  està  ser  caso  de  desafaero,  y  entooces  ae  entregari 
el  reo  con  los  antos  é  la  jarisdiccion  ordinaria ,  para 
qae  proceda  contra  ^i  librementé  j  conforme  à  derecbo. 
La  pena  qae  le  sefiàla  la  ley  (2)  es  por  la  primera  Tea 
Tergaenaa  pdblìca  j  dies  afios  de  galeras,  j  por  la  se- 
gnnda  cien  azotes  j  otros  dies  (5)  afios  de  gaìeras ,  con 
pérdimiento  de  ropas  j  armas  qae  se  le  encontrasen;  pe* 
ro  boy  dia  no  estì  en  nso  està  pena,  y  se  saele  conde- 
nar  A  los  bombres  reca  de  semejante  delito,  é  presi- 
dtoa  correecionales  por  mas  6  menos  tiempo,  segon 
las  circnnstancias  j  consecnencias  dei  delito. 

Armas  prohibidai. 

ISK  (4)  Todo  indiyidao  militar  6  qae*  goce  fuero 
de  tal,  segan'Ordenansa  y  reales  resolaciooes,  seri  jns- 
gado  por  la  jarisdiccion  militar  en  el  delito  de  armas 
probibidas,  segan  el  real  decreto  de  9  de  febrero>  de 
1795.  La  pena  en  qae  incorre  el  qae  las  osa,  no  yendo 
disfraaado  con  objeto  de  real  serTÌcio,  es  (5j  en  la  de 
'  seis  aoos  de  minas  el  plebeyo,  y  seis  anos  de  presidio 
el  noble*  Las  armas  probibidas  de  fuego  son  pisiolaa  y 
trabacos  qae  no  llegaen  é  yara,  y  las  blancas  son  pò- 
nales,  rejones^  jiferos,  almaradas,  nayajas  de  maelle 
6  yirola,  cacbillos  de  panta ,  cbicos  6  grandes,  aanqne 
pei  de  cocina  6  faltriqaera,  y  daga  sola. 

Es  de  advertir  qae  la  diferencia  de  la  pena  enire  el 


n 


Real  céduU  de  29  de  marco  de  1798* 

Ley  5  j  19,  tji,  ii,lib.  3.**  de  U  RecopìUcioB» 

Realpragmaiice  de  la  de  roano  de  1771. 

Real  òrdcn  de  li  d#  jonio  de  1708.  ' 

Real  pragmitica  dtaG  de  abrilde  1761. 


«5 
Boble  j.  el  plebeya  èttableetdm  cn  là  pragmltiet  de  S26 
de  abril  de  1761  es  en  el  dia  impracticable  ;  j  asi  la 
prèdica  Tarla  macho,  no  babiendo  todaTfa  derecho  fi- 
jo  comtitaido. 

Matrimonio  clandeiiino* 

113.  (1)  Caando  algan  militar,  de  qaalqniera  gra- 
ffo qne  faere^  sea  indicado  de  baber  contraido  matri- 
monio clandestino,  sarà  remitìdd  e)  juicio  de  clandesti- 
oidad  al  trìbonal, castrense:  este  conocerà  dnicamente 
desi  fae  6  do  ciandestino  el  matrimonio,  j  pronancia- 
xi  sentencia  sobre  ello4  Barante  este  conocimiento ,  aai 
el  reo  contrayente  corno  los  testigcs,  si  foesen  milita- 
res^  estarén  arrestados  ea  su  coerpo  6  en  logar  prò- 
porciooado  é  sa  clase ,  ba jo  la  joriadiccion  del  coman- 
dante militar  é  qoe  esten  sa jetos ,  j  para  laa  àeclara* 
ciones,  confesiones  y  otras  diligencias  deljaicio,  «e  Iran- 
qaearén  al  jaes  ó  al  notario  qoe  comisione  los  reos  7 
testigoB.  Dada  la  sentencia  por  el  tribanal  castrense) 
decUrando  qae  el  matrimonio  fae  clandestino ,  pasaràn 
testimonio  de  ella  al  comandante  militar,  à  cnja  jaris- 
diccion  esté  el  reo  snjeto ,  con  espresion  de  loa  testigos 
militares  qoe  habiesen  asistido  al  matrimonio.  Recibi- 
da  la  sentencia  por  el  comandante  militar ,  sin  noeva 
diicnsiòn  ni  exàmen,  declarartf  la  pena  en  qae  han  in- 
cnrrido  el  reo  y  testigos ,  j  estoa  la  safriràn  igoal  %  j 
ton  arreglo  é  las  reales  drdené^s  de  19  de  marino  de  1775 
7  Si  de  octabre  de  1781  ^  articolo  6,  segan  la  respec- 
tiTa  clase  j  grado  de  la  persona  con tray ente;  y  el  joes 
castrense  Unicamente  podré  imponer  à'ios  dichoa  afga- 
oa  pena  espiritaal  d  penitencia^  , 

Casamiento  sin  licencia» 

125.    (2)  El  o&cial  qae^e  case  sin  real  licencia,  se' 


s 


1)    Keal  6rden  d«  ao  de  febrero  de  1800. 
p)    Real  cédaU  de  3o  de  octubìre  de  1760. 


5t) 
rà  depatislo  de  8n  empieo ,  prirado  de  fnero^  y  sa  mn^ 
ger  sin  dereebo  à  la  viadedad  ni  tòcas,  y  aanque  sea 
reiotegrado  6  maotenido  en  so.  destino  por  gracia  par- 
ticalar,  no  por  eso  tendrà  derechosn  familia  éloabene- 
ficios  del  monte  pio  militsr. 

(1)  El  sargento  qae  se  case  sin  licencia  por  esento 
firmada  de  sa  capitan  y  a  probada  de  so  coropel  ó  co* 
mandante ,  sarà  depnesto  de  sa  empieo  y  destinado  à 
aervir  seis  anos  de  soldado  en  el  regimiento  fijo  de  Gen- 
ia: y  el  cabo  ó  soldado  qne  se  case  sin  ìgnal  licencia 
aeryiré  en  dicho  regimiento  los  mismos  seisanos. 

(3)  Los  oGciales,  sargentos,  cabos,  soldados  y  tam- 
bores  qne  contrajeren  matrimonio  sin  là  concorrencia 
de  saa  pérrocoa  castrenses,  aanqne  para  elio  tengan  li- 
cencia, sa  frir  in  las  mismaa  penfis  sefialadas  para  loa  qae 
ae  casa»  sin  las  correspondientea  licenciaa  por  ser  clan- 
destino el  matrimonio. 

(5)  El  qae  se  case  doa  reces  viviendo  sa  primera 
mager,  tiene  la  pena  de  vergAensa  pdblica  y  dies  anos 
de  galeraa» 

Casamiento  obligado  por  sentencia* 

120*  (4)  E(  oficial  qae  foere  obligado  é  casarae  por 
aentencia  del  jae«  castrense,  sere  depnesto  para  siempre 
de  sa  empieo^  para  lo  cóal  el  jaea  de  la  caosa  pasara 
testimonio  de  la  senWncia  al  cardenal  patriarca,  y  esti^ 
^relado  A  S.  M*  para  qne  mando  la  separacion  del  oO- 
oial,  y  se  le  compela  por  e(  eclesiistico  al  camplimiento 
de  sa  obitsacion* 

(5)  Todo  aargento  ó  cabo  qae  faere  demandado  y 
convencido  en  jaicio  de  la  obligacion  de  casarae,  sa  le 

RmI  ^rden  de  19  de  mano  de  177!. 
Art.  6  de  U  resi  6ràen  de  3 1  de  octubre  de  1781. 
Lcy  8,  tit.  ao,  lib.  8  de  le  RecopiUcìon. 
KeeI  drden  de  ^Ì  de  eetiembre  de  1774. 
HeeI  órden  de  iB  de  mar  so  de  1777* 


57 
hiri  camplir  ;  p^ro  en  ei  mUtno  faechó  de  la  sénteiicia 
qoe  dtere  eV  jaes  eclésiéstico^  de  qde  lia  de  pasar  copia 
autèntica  al  gefe  del  mando ,  qaedaré  ésXe  depaesto  de 
su  gioeta  6  eacoadra^  j  condeoado  à  serTirocho  aiìos 
de  loldado  en  sa  propia  compafiia* 

(l)  El  soldado  6  tambor  qoe  en  ìgóal  forma  sea  obiì- 
gaju  i  casarsC)  serTÌré  •castro  aiìos  sobre  los  de  sa  em- 
peéO)  pasando  para  elio  el  joez  castrense  copia  aatori- 
nda  de  la sentencla  al  gefe  del  obligado.  Pero  eltiem- 
pò  de  recargo  no  serTÌré  para  loa  premioa  (2). 

(3)  Los  demandados  podrén  apelar  de  la  sentencia 
qoe  dieren  los  tenientes  de  TÌcario  general  ai  teniente 
detioario  auditor  general,  residente  en  Madrid;  j  de 
las  qae  éste  diere,  ai  tribanal  de  la  Rota  de  la  Noncia- 
tara,  eo  cayo  caso  no  tendriSn  efecto  las  reales  dispo- 
sicioires  antecedentes  de  24  de  setiembre  de  1^74  9  28 
denoviembre  de  1775  j  18  de  marzo  de  1777,  basta 
qoe  con  Us  resoltas  de  la  apelacion,  qaede  ejecatoriada 
ia  sentencia^  en  cayo  caso  se  pasari  el  testimonio  de  ella 
ea  los  térmtnos  dichos. 

(4)  Los  tribanales  castrenses  no  admìtiràn  demanda 
algona  sobre  esponsales,  sin  qae  el  qae  qaierà  introdu- 
cirla  baga  constar  la  licencia  de  S.  M.  para  los  oficia- 
les,  j  la  del  geie  del  caerpoparà  los  sargentos,  cabos, 
loldados  j  tambores,  con  el  consentimiento  ó  colisejo 
paterno ,  segna  la  edad  del  demandado. 

(5)  La  real  cèdala  de  30  de  octabre  de  1796  pa- 
ra qae  en  caasas  de  estapro,  déodose  por  el  reo  fian- 
US  de  estar  à  derecho  j  pagar  jazgado  j  aentenciado, 
aose  le  moleste  con  prisiones  ni  arrestos;  j  notenien-, 
do  con  qae  afianzar>  se  le  deje  en  libertad  gnardando 
la  ciodad,  lagar  6  paeblo  por  circe l,  prestando  cau- 


8 


Real   órden  de   a8  de  novierobre  de  1775. 
Real  tfrden  de  5  de  dìciembre    de  i8o4« 


l3V  Realetórdenet  deao  de  junio  de  17777  i3  de  oct.  dei  787. 
H)    Real  6rdeD  de  8  de  julSo  de  1787. 
(S)    Real  orden  de  18  de  junio  de  1799. 


58 
don  jnratori»  de  presentarse  siempre  qne  le  fdere  mali* 
dado,  y  de  coiaplir  con  la  determinaoioo  qoe  se  diere 
en  la  caasai  es  compi^eDBiva  é  los  militares,  sin  perjai- 
(ciò  de  las  facaitades  de  los  coroiieles  eacsanto  é  ma— 
trimoDios  (faera  del  casa  de  que  trata),  j  del  etnpeno 
del  serTicio. 

(1)  Los  hijos  qae  hajao  camplido  25  afios^  j  lashU 
jas  qae  hayan  cnmplido  25,  podria  casarse  é  sa  arbi- 
tria  sin  necesidad  del  consejo  ni  consenljinieiìto  de  sa 
padre;  pero  antes  de  dichas  edades  deberén  pedirlò  al 
padre  :  si  no  lo  toTÌesen  qoedaràn  snjetos  al  de  la  ma- 
dre losi  yarones  hasta  los  24  afios,  y  las  hembras  basta 
los  22,  todos  complidos  :  k  falta  de  padre  y  madre  teo- 
dré  la  mìsma  aatoridad  el.abaelo  paterno,  y  el  mater- 
no é  falta  de  ^ste;  pero  los  menores  adqoinrào  la  li* 
bertad  de  casarse  tf  sa  arbitrio ,  toa  yarones  à  los  25 
nnos ,  y  las  bembras  à  los  21  camplidos:  ìl  falta  de  los 
padrea  y  abaeló  sacederàn  los  tatores,  y  i  ialta  de  estos 
el  jaez  del  domicilio;  pero  en  este  caso  adqairiràn  la  li- 
bertad  de  casarse  i  sa  arbitrio  los  yarones  é  los  22  anos 

;r  las  hembras  à  los  20,  todos  camplidos.  Ademas  de  las 
icencias  de  los  padres ,  abaelos  ó  tatores  para  los  me- 
nores deberin  obtenerla  de  S*  M.,  cémara,  goberna- 
dor  del  consejo  6  sas^efes  respectiyos,  aqnellaa  per* 
aonasqne  no  paedan  casarse  sin  ellas:  los  menores  qua 
se  casen  sin  las  licencias  de  sas  padres,  «baeloa  6  ta- 
tores, serào  espatriados  y  conGscados  todos  sas  bienes,  y 
en  ningan  tribunal  eclesiéstico  ni  secnlar  se  admitir^n 
4emandas  de  esponsales,  sino  qae  sean  celebrados  por 
personas  babilitadaspara  eontraerlos. 

Jbandono  del  puesto  en  accion  de  guerra. 

125.  .  (2)  Darante  la  accion  no  podri  (bajo  de  pena 
de  la  Vida)  separarse  soldado  algono  de  au  fila  y  com- 

3    Beai  decreto  de  io  da  abril  de  i8o3. 
Art.  t4y  tit.  17,  trat.f  da  la  Ordananaa. 


59 
pafiia  810  penniso  del  oficial  qae  le  mandare  ;  j  en  iguat 
pena  iocarriré  el  qtie  caando  se  ataca  un  lugar  eutre 
en  casa  algnna  de  él  sin  «er  mandado ,  debiendo  en  ano 
7  otro  caso  ser  respomables  ios  oficialea  de  la  misina 
compaSfa* 

(1)  A  persona  algana  del  ejército  le  aere  permitido 
ddesnndar  à  herido  de  Ios  qae  qneden  en  Ios  campòa 
debataila:  j  Ics  qae  hicieren  prisìoneros  à  oficialea  loa 
tntarin  con  la  decencia  j  generosidad  qoe  correspoodo 
iinearicter. 

(2)  Toda  tropa ,  de  caalqaier  cnerpo  qae  sea ,  in- 
dora U  de  cada  real ,  qae  estando  guardando  ona  pia- 
ta,' faertes  ó  gnardias  avanaadas  abandonare  so  puesto, 
6  cometiese  cnalquiera  otro  deltto  de  infraccion  é  iaa 
órdeaes  de  ella ,  qnedaré  sojeta  é  la  jnrisdiccion  del  go->- 
bernador  de  la  misma  plaza. 

(5)  Todo  oficial  de  caalqnier  gradoacion  qae  faese, 
neodo  atacado  en  su  pacato^  no  lo  desampararé  «n  ha— 
kr  hecho  toda  la  defensa  posible  para  conserTarloij 
dejar  bien  pnesto  el  bonor  de  las  armas  :  si  toriese  el 
geoeral  del  ejército  algnna  dada  de  sa  desempeno,  le 
Ìar4  jaagar  en  consejo  de  goerra* 

(4)  Los  dne  abaudonasen  sas  pbltgaciones  en  Ios  ra- 
0108  de  hospitales,  proyisiones  j  ntensilios  en  campana, 
leriD  castigadoa  por  Ios  generales  en  gefe  de  Ios  6jér- 
citos  segnn  sa  arbitrio  j  pradencia,  con  distincion  de 
CQaodo  el  abaodono  es  solo  efecto  de  descaido ,  de  ma- 
licia  ó  falta  grave;  para  lo  caal,  formado  el  oportnno 
proceso  por  el  aaditor,  se  condenaré  à  loa  reos  en  las 
peau  de  ordenanza  j  lejes  dèi  reino ,  si  estaTiere  en 
eilaa  prcTenido  sa  cargo  ^  y  en  sa  defecto  en  aqoellas 
<le  qae  se  jnsgaen  dignos* 

Art*  i5,  Xiu  17 1  trai*  7  de  la  OrdenAosa. 

Real  órden  de  aSde  juHo  de  i8o3. 
.  ,    Art.  aOf   xiu  17 ,  trai,  a  de  la  Ordenansa.  ' 
(4)    Real  órden  de  if  de  ago* lo  de  1795* 


60  . 

Asesino» 

126.  (1)  El  asesino  tiene  pena  de  ser  arrastrado,  ahor- 
cado  y  conGscados  todos  sos  bieoea  para  S.  M. 

Baqueteados» 

127;  (2)  Todo  cabo  y  soldado  del  ejército  %  marina 
qae  snfra  ei  castigo  infame  de  baqoetas ,  se  destinare  i 
uno  de  los  presidios  de  Àfrica  por  ei  tiempo  qae  falte 
de  sa  empefio,  si  io  tayiere,  y  si  no  por  scia  afios  (5). 

FaUifieadores. 

128.  (4)  El  qiic  falsificare  los  sellos  Realea  tiene  pe- 
na de  maerte  y  confiscacion  de  la  mitad  de  stia    bieoes. 

(5)  El  soldado  qae  osare  de  liceocia  en  otra  forma 
qae  la  espresada  en  el  formnlario,  ó  qoe  la  falsificare, 
yà  sea  en  lo  impreso  6  en  manascrito,  borraudo,  ras- 
pando ó  desfigarando  el  sentido  Terdadero  qae  tebia, 
safrirà  la  pena  sefiaiada  à  este  delito. 

Esceso  de  uso  de  licencia. 

(6)  El  qae  osare  de  liceocia  y  oo  se  presentare  en 
ao  compafifa  dentro  de  no  mas ,  deade  el  dia  qoe  es- 
pirò ei  oso  del  permise,  sera  persegoido  y  josgado  co- 


Ley  10 ,  tit.  a3  de  la  Recop« 

Reales  órdenet  de  ^4  d«  noriembre  de  1776  y  à4  de  ja- 
aio  de  1799* 

(3)  £iU  ley  debe  entenderte  part  aquclUs  casos  en  que  Im 
oraenanaa  tcSala  ci  castigo  de  baqoetas  y  presìdio  sin  espre- 
§ar  el  tiempo  ;  pero  no  para  los  que  lo  prefija.  Y  esto  lo  coin- 
pmeba  el  que  despues  de*esta  Real  resolocion  ha^n  salido  otras  se- 
iSalando  baquetas  j  diea  aSoa  de  presidio  para  ciertos  delitos. 

(4)  Ley  6 ,  tit.  r,    p»rt.  7.       • 

(5)  Art.  la,  tit.  3o,  trai,  a  de  U  Ordenanu. 
(()    Art.  i5  ,  tit.  3o  I  trat.  a  de  idciu. 


61 
mo  deteriora  à  menos  qne  la  falta  eie  aàìni  d  otro  ac« 
cidente  inToinntarfo  se  lo  impida,  io  qne  bari  coostar 
por  testimonio  cotnpeteote  (1). 

Posar  la  linea  de  Gihraltar. 

1}9.  (2)  Los  qae  pasareh  la  Hnea  de  Gibraltar  sin 
ircencia'por  esento  del  cbmaadaDte  generai  del  cam- 
po, j  ics  qne  lo  consintiesen  il  ocultasen^  serén  pri- 
Tados  de  sns  empléos;  pero  si  hubiesen  entrado  en  la 
plaza  sofrirAn  ademas  seis  anos  de  presidio.  Los  que 
paiaren  la  linea  ilevando  à  la  plaza  comestibles  ó  géue- 
ros  qua  no  sean  co'ntrabando,  snfrirénla  pena  de  spìs 
afios  i  presidio  ;  j  el  soldado  ò  tndiyidno  que  ho  ten- 

Sa  empieo  qoe  perder  >  snfrir^  ignal  pena  por  el  becbo 
«  pasar  la  linea. 

Plaza  supuesta. 

UO.  (5)  Al  qae  dennnctare  nna  plaza  so  potestà  se 
le  darin  doscieatos  pesos  j  sa  licencia,  cnya  cantidad 
i  prorata  de  sdeldos  sé  eargarà  al  q(\e  estnyiere  man- 
dando la  compafiia  en  qae  se  biciere,  ai  tenìente  co- 
ronel  major  j  al  actaal  comandante  dei  caerpo  ;  y  si 
la  plaza sapnesta  se  prevenisse  sobre  las  armas,  des- 
de  el  cabo  de  la  éscnadra  en  qae  se  hallase ,  todos  los 
Mrgentos  y  oficiales  de  la  compafiia  qae  se  encontra- 
teo  presentes  en  aqael  acto  (de  regista  de  comisario), 
serio  depaestos  de  sos  empieo^  j  presosi  nuestra  Vo- 
lontad ,  corno  tambien  el  corone!  del  caerpo ,  j  eì  te- 
mente coronel  major  6  qaien  baga  las  Teces  de  ambos. 
Igoal  pena  de  privacion  de  empieo  j  prision  sairirà  ei 
qne  én  coalqaiera  tiempo  se  averigaase  haber  centri- 
lo A.rt.  i6,  tit.  3o ,  «rat.  a  de  U  OrdenanKa. 
.(a)  Bando  del  cojD.mdantt*  general  del  campo  de  <$  de  iio- 
^'«inbr«  de  1786  y  Realc9  órden*s  .  qne"  cita. 
(2)     Art.  ai  ,  tit.  9,    traU  }  de  la  Ordenaiìxa. 


62 
baldo  f  ò  sabìéndoio  no  liaya  dado  cneata  al  góbernador 
6  comandante  del  «oartel  ó  tropa  jie  coalquier  placa  8U«> 
poeflta  qae  se  hìciere* 

Usurerò. 

15K  (1)  Es  nulo  el  contrato  qne  celebra  el  asarero; 
pierde  lo  qae  da  é  nsnta  «  j  ptro  tanto.  Si  reincide  se- 
gànda  yes  pierde  la  mitad  de  sns  bienes;  j  por  lercera 
▼ez  lof  pierde  todos. 

tJniformes. 

I3S«  (8)  Todo  oficial  desde  la  clase  de  brigadìer 
abajo  qoe  no  lieve  el  nnifox'me  de  sv  respectivo  cnerpo, 
6  la  divisa  en  los  sobretodos  ^  con  sa  casaca  debajo ,  se- 
ra sospenso  de  so  empieo  :  j  el  qoe  faltare  al  respeto 
qae  se  merece  el  distintivo  del  aniforme  cnando  el  ofi- 
^  cial  se  presenta  con  él  9  seri  castigado. 

(3)  Todos  los  individaos  militares  del  ej^rcito  j  ar- 
mada  6  retirados  qae'gocen  sneldo,  si  foesen  hallados 
vestidos  de  paisano  ^  ó  de  frac  d  levita  asol  sin  divìsa, 
por  algan  jaez  de  la  jasticia  ordinaria  en  casas  sospe- 
chosas  6  de  jaego,  ó  à  deshoras  de  la  no(5he  por  las  ca^ 
Ues  en  aleana  pendeucia  6  lance^  podràn  ser  arresta- 
dos  j  qoedaràn  sojetos  à  so  jarisdiccion  en  aqael  acae- 
cimiento^  6  en.el  de  encontrarles  en  algnn  jnego  prohi- 
bido  con  el  refendo  vestido)  qaedando  por  solo  este 
becbo  despedido  del  servicio^  i  cayo  fin  seri  obligacion 
del  jaez  aprebeosor  dar  parte  inmediatamente  ai  coman- 
dante de  las  armas  para  qae  lo  ponga  eo  noticia  de  S*  M* 

Dar  liccnda  por  dinero» 
ISS.    (4)  Todo  comandante  de  bandera  qae  inca^. 

(1)  Ley  4  7   5,  xiu  6,  Hb.  8  de  la  Eeco|ié 

(a)  Real  declaracìon  de  17  de  niarso  de  1785. 

(3)  Real  6rden  de  ao  de  febréro  de  i8i5|  arte  i< 

(4)  Real  órden  de,a6   de  abril  de  i8oa« 


65 
n  en  el  feo  delito  de  dar  licencia  absolota  por  diaero 
i  losreclatas  reconocidos,  admitidos  y  filiados,  si  foere 
oficial  86  le  primari  de  sa  empieo  :  si  do  io  faere,  se- 
ri privadò  de  sa  piaza  j  destinado  à  presidio  ó  ar- 
lenalea  con  griilete  por  ocho  afios,  condenados  odos  y 
otroi;  ademas^^al  resarcimieoto  de  perjoicios  j  restito- 
ctoode  lo  qae  kabierea  récibido,  qne  se  aplicaré  al 
fuco  de  la  gaerra.  • 

Bstraccioh  de  raciofieSé 

154*  (1)  Los  qae  indebidamente  estraigan  raciooea 
de  paD.)  paja  j  cebada\  las  pagaràn  ;  j  repatindose  por 
robo  $iifriré|i  la  pena  de  ocho  anos  de  presidio. 

(2)  Las  racionesdecebada  y  paja  qae  resaltaren  ea- 
traidas  con  esceso  tf  las  qae  correspondiesen  ^  se  carga^ 
ràn  por  la  Real  Hacienda  al  aito  precio  de  ciento  y  se 
senta  reales  la  fanega  de  cebada,  y  doce  reales  la  arro* 
in  de  paja,  tanto  é  los  regimientos  de  caballeria  corno 
i  ios  de  infanteria* 

Jbandono  de  guardia  en  las  presidios  de  Jfrica.    ' 

^  135.  (S)  Los  indiTidaos  de  los  regimientos  dei  e^ét^^ 
cito  ^ae  esten  de  gaarnicibn  en  los  presidios  de  Afri" 
ca,  y  abandonen  la  gaardia  en  tiempo  de  paz,  tengan 
6  DO  igtesia^se  les  recargaràn  seis  afios  sobre  el  tiem* 
pò  de  sn  empeBo,  con  tal  de  qae  ano  y  otro  no  e'sceda 
de  die»  afios  )  destinéndolos  para  sa  camplimiento  à  abo 
de  los' presidios,  menores  de  Àfrica  por  yia  de  pire* 
videncia,  j  en  calidad  de  depòsito  é  los  qae  ten-» 
g^n    iglesia. 


(i)    Keal  órden  àt  i^  de  julìo  de  i^QA* 
m    Idem  de  98  de  junio  de  i8o5.. 
(3)    Idem  de  99  de  abril  de  1 790* 


64  . 

DelUos  en  que  no  vàleja  inmunidad. 

156.  (1)  No  gozan  de  inmanidad,  aonqne  se  refu- 
gieo  à  lag  igleaias  sefialadaa  para  asilo,  los  ladrones  pd^ 
bKcos;  los  salteadores  de  camioos;  los  qae  talaren  cam- 
pos;f  ios  quo  cometieren  homicidios  6  mutilaciones  de 
iniembros  ea  lag  igiesiaa  pdblicas  6  sas  cemeiiterios  ;  tos 
que  hicieren  algana  mnerte  à  traiclon;  los  asesinos^  sas 
auxiiiadores  y  socìos;  los  reos  de  lesa  magestad,  aon- 
qpe  no  se  baya  segoldo  el  efecto  ;  los  reos  de*  beregia; 
los  homicidaSfde  caso  pensado  y  deliberado;  los  falsi- 
ficadores  de  letras  apostólicas;  los  snperiores  6  eipplea- 
dos  eo  los  montes  de  piedad  d  otros  fondoa  pdblicos  6 
baocos  qoe  cometieren  burtos  6  falsedad;  los  mooede- 
ros  £ilsos;  los  qae  cercenan  njoneda  de  oro  optata;  los 
qae  fingiéndose  miaistros  de  jqsticia  se  entran  en  las 
casas  agenas  j  cometen  robo  con  moerte  6  nantilacioD 
de  miembro ,  j  los  qae  conspiran  contra  el  Beino  6  el 
Sstado  ;  y  pierden  el  asilo  los  qoe  saliéndose  de  éì  soo 
aprebendidos  faera  del  lagar  sagrado.  Tampoco  goian 
(2)  ìnmuoidail  los  traidores  conocidos;  los  qoe  matan  à 
traicionrios  addlteros;  ios  qae  faerzan  Tirgenes;  loi 
qae  ban  de  dar  coenta  à  S.  M.  de  los  tribotos  ;  los -con- 
deoados  à  galeras,  ni   los  deadores. 

.(5)  A  los  reos  qae  teniendo  iglesia,  y  sèguidoel  ar- 
ticolo de  inmaaidad,  ban  sido  consignados  ba)0  cao- 
cion  de  estìlo  qae  se  llama  segunda,  se  les  ciré  la  es- 
cepciOQ  de  embriagnes;  sin  embargo  de  lo  preTenldo 
en  el  articolo  sìgniente,  qae  deberi  gaardarse  à  la  le- 
tra  en  todos  los  demas  casos»  y  en  los  qae  segoido  el 


(i)    Breve   pontificio  de  GleiueaU  XIY  de  i a  de  setienibrc 
de   1773* 

(2)  Lpy    I    del  Fuero  Joz^o.  Ley  97,  tit.  5,  lìb.  i  del  Fnero 
Braì.  Loy  ultima  ,  lìb*  i  ,  lit.  3  die  la  Recopilaciun. 

(3)  tteal   órden  df  i6  de  febrero  de  1769  ,  por  ri  conf^io  cU 
guerra. 


65 
articolo  de  U  tomaAidad  estea  Io$  reos  comìgaados  !i* 
bremeote. 

157.  Para-DÌDgan  deiito  de  tos  esplicados  en  este 
titalo  podré  servir  de  escasa  ia  enobriagoez,  ca^o  yì- 
ciò  deberi  ter  coidado  de  los  gefes  miiitares  et  corre- 
girle  j  castigarle  con  las  petiAs  sefialadaa  para  éi;  b»- 
cieodo  enteoder  i  ia  tropa  de  sa  x;argo  qae  ei  alegato 
de  estar  privado  òo  le  relegare  dei  castigo  qoe  mere- 
ce  por  el  deiito  qae  cometa. 

Modo  de  juzgar  a  los  graduados  de  oficiaL    * 

158.  il)  Coando  od  sargentO)  cabo  6  soldado.  del 
ejército  Ó  armada,  gradaado  de  ofioial ,  cometa  algoo 
deliti)  por  el  qae  debii  ser  [asgado  en  consejo  de  gaer- 
u^  solicitari  et  cdmandante  dei  caerpo^  por  el  eoo- 
docto  del  goberuador  6  comaudante  de  laa  armas  eo 
goarnicion  ó  cuartel,  la  órden  del  capitan  general  de 
là  provincia  para  formalizar  el.  proceso  «  j  eo  campaiia 
del  general  eu  gefe.  Actaari  el  proceso  el  sargento  ma- 
jor del  coerpo  6  ayodante  qae  ejerza  sas  fuociones, 
y  seri  escribano  au  sargento..  Si  el  reo  no  tuTiese  coer- 
po>  6  se  haiUse  anseote  de  <^i ,  nombraré  el  goberna- 
dor  ó  comandante  de  las  armas  para  fiscal  à  uno  de 
101  sargentos  mayores  de  U  gaarnicion»  practìcaodo 
respectivameote  lo  mismo  eù  campana.  £1  consejo  de 
guerra  qoe  baya  de  juzgar  al  reo  se  llamarà  Estraorr 
dinari 0 9  j  precedere  para.su  conTOcacion  e}  peimiso 
deL capitan  general,  pero  la  sostanctacion  de  la  caasa^ 
ot  el  nombramiento  de  jueces  que  hayan  de  compo* 
uerlo,  se  diferenciarà  en  cosa  algona  de  lo  qne  pre- 
viene la  Ordenanza  para  los  delitos  comanes  de  la  tro- 
pa j  consejos  de  guerra  ordinarios.  El  reo  tendrà  el  ar- 
bitrio, decora  parecer  en  el  consejo;  pero  si  Io  hubiere 
deTerificar^  sere  conducido  por  un  oficial,  j  se  seo- 

(i)    Rea!  órden  de  l8  de  abrii  de  1779. 


Uiàea  an  taburete.  Dada  y  esteadìda  la  senteòcia,  se 

pasaré  el  proceso  al  capUao  general  para  su  resolpcion^ 
y  ei)  Ics  actos  que  comprenda  la  pena  de  privacioo, 
degradaciou  ó  rnuerte,  deberé  e&te  gefe  censo Itaria  à 
S.  M.  con  remislou  de  la  càusa,  y  lo  tnismo  si  no  se 
conforma  con  el  deBoitivo  del  consejo.  Serén  castiga- 
«los  estos  reos  con  las  mismas  penas  de  Ordenanza  se- 
naiadas  para  los  sargentos,  cabos  y  sola<ido*i;  p^ro  por 
«?l  carécter  de  oficiales  se  conmutafén  en  presidio  laa  de 
obras  publicas  ó  arsenales,  variando  con  ptoporcioù  las 
indecorosas,  aanqne  sin  disminairjas  en  lo  grave.  Pres- 
tarin  el  juramento  bajo  palabra  de  honor,  y  seràn  re- 
potados  en  la  clase  de  nobies  para  la  iiupOMcion  de 
,las  penas  prescritas  en  las  pragmàticas  y  ieyes  del  rei- 
no,  qae  distinguen  aquellos  de  los  plebeyos,  ^Nunca  se 
les  podrà  imponer  pena  sefialada  é  la  clase  de  òlBcia- 
lek  corno  no  ésten  empleadoa  con  el  cardcter  de  tales. 
Tampoco  podrén  ser  depaestos  de  su  empieo,  ni  des- 
pedfdos  del  servicio^  sin  espresa  órden  de  S.  M.  Los 
comandantesde  loscnerpos  podr^n  bacerles  formar  su- 
maria  por  los  delitos  6  faltas  qué  no  exijan  proceso,  y 
la  remitiréu  al  inspector  generai,  qnien  cpn  sa  dictd- 
men  la  pasarà  à  S.  M.  siempre  qne  juzgne  correspou- 
derle  la  pena  de  privacion  de  empieo  ó  de  presidi^. 

(1)  Los.  ayndantes  iuterinos,  sargeutos,  cabos  y 
soldados  no  podràn  aCtnar  corno  fiscales  ni  escribanos 
eu  causas  contra  iudividnos  de  sa»  mismas  companias. 

Premios, 

139.  {Q>)  Art.  1.  A  los  que  bubieren  nsado  de  Vi- 
cencia  absoiota,  y  no  volvieren  al  eje'rclto  en  el  ter- 
mino seinalado,  qae  es  de  dos  anos  (5),  se  IfS  emp^^zarà 
à  contar  para  los  premios  sos  set  vicios  desde  el  dia  de 

(i)  Rea.1  orrido  rie  5  de  setiembre  de  180G. 
(a)  T\e»l^  órdert  de  3  de  dicìcnibre  de  i8o4« 
(3)    Real  órdtn  de  1  de  fonio  de  iSo3* 


67 
sa  Duevo  alistamiento ;  y  cumplulos   diez  y  6e\$  anos^y 
atcanzado  el  primer  premio,  se  les    abouaté  para  tos  sa- 
ceslvos  todo  el  tiempo  «ervido  aiites  de  licencìarse. 

II.  A  !o8  desertoies  de  priinera  v€«  mii  circuostancìa 
agravantf!,  q ne  sin  haber  t'ua^t^nado*  prenda  alguna  dei 
ve.^tiiario  y  arma  mento  con  que  se  hubieseii  ausentado^ 
se  delatasen  y  presentaseli  en  stis  cuerpos  ó  à  cual- 
(}QÌera  justicia  autes  de  ser  <lesciibiertos^  eu  e(  tèi  mioo 
(le  oclio  dìas  contado»  dfsde  8t>  fuga,  no  Ics  pprjndi- 
catà  8(1  f^lta  para  optar  à  log  premi<»6,  y  se  If a  abona* 
ra  el  tieaipo  qne  lleveii  fervida,  con  arteglo  al  arti'cn- 
lo  102,  tit.  IO,  trat.  Bde  la  Ordenanza. 

IH,  Los  desertores  sin  circunstancia  agravante  qoe 
ffteren  ìndultados  por-llf^ar  a  ìos  pies  de  S.  M  ,  6  los 
qap  pas^ndose  à  Portogal  se  preseotarw»  al  embajadnr 
eii  Lisboa,  arrepentidos  para  volv^r  é  su»  ctierpos,  no 
perderia  tampoco  el  tiempo  ^er%'ido  antes,  si  despnes^ 
(iecutnp'ir  el  q«e  deben  estinguir. coutiuoarenxon  hon- 
radez  yconstancia,  8«^guti  las  leales  órdenes  de  l6  dr» 
i'jiio  de  1788  y  18  de  octubre  de  l790;  p^ro  los  qii<^ 
<'btnvicren  indulto  por  cuaiqulr>ra  olro  motivo  ,  quf- 
daria  sojetos  a  lo  q«e  en  é\  se  hubiere  prevenido  acer- 
ca de  este  punto,  ó  à  està  Reiil  deciaracion  si  les  fri- 
'oipciere. 

IV.  Los  desertores  di*  pritntr>  v,'z  sin  circcniitancia 
3^ravantti,  que  hayau  enagcna  lo  ai£;uiìa  de  las  prenda»  v 
Jevesloaiio  y  armamento  con  qoe  se  bubieren  fugado, 
^'«Qtj'je  se  presentt'Q  en  sns  cuerpos  6  a  las  justicias 
<1  litro  de  los  esprcsados  (»cbo  diiis,  y  los  que  fueien 
•'{Jrfhendidos  6  preseotadoi.  en  la  igiesia ,  perderlo  el 
^iprapo  qiie  hobiereo  servido  antes;  y  desde  el  dia  de 
su  preseotacion  6  apreheitsioo  tetidrén  qae  servir  vein- 
^(i  anos  para  e\  primer  prèmio  ^  veinte  y  citico  pani  el 
segando,  treiota  para  el  tercero,  y  treiuta  y  cioco  para 
«Icuarto,  sierspre  que  continueo  e -n  bonradez. 

V.  El  que  despues  de  obtenido  alguo  premio  incur- 
'ierc  en  el  d<^lìto  de  deseroìon  li  otro   por  el  qoe  deba 


.eia  fìrmada  (lei  comandaote  priucipal  del  parageeu'qae 
$e. ballare  dauclo  foudo,  sufrira  la  pena  de  seis  auos  de 
presidio,  segua  la  calidad,  con  juhibicioii  de  la  jorisdic- 
diccioti  do  que  clependa  ;  y  si  faese  embarcatioo.estrao* 
g*ira  mercautil,  se  ailauara  y  estraeré  de  ella,  dando 
caeota  inniediatamehte  al  goberoador-,  capitan  ó  co- 
mandante  generai  de  la  provincia,  j  este  la  pasaré  à 
ia  via  reservada.de  gaerra:  si  foese  embarcacion  de 
guerra,  se. reclamare. ei  prófago,  requiriendo  al  coman- 
dante de  ella  para  la  entrega. 

141*  Toda  persona  (de  cnalqoiera  clase,  estado  ò 
coiidicion  que  sea)  qne  se  apreheudiese  j  justificase  ser 
gancho  para  tropa  de  otre  principe,  se  le  pondràen  con- 
sfrj»  de  guerra  }  snCrirà  la  pena  de  borea. 

142.  El  saj cento,  cabo  d  soidado  por  cuyo  auxìlio, 
intetigencia  ó  disimulo  hubieie  desertado  alguno  de  sa 
A^uerpo  u  de  mis  tropas,  sufrirar  la  pena  de  muer— 
te  pasado  p=>r  las  armas ,  cuya  seutencia  se  dari  por  el 
consejo  de  guerra  del  regimiento  de  qne  fnere  el  àtiser^ 
tor,  à  cuyo  juicio  declaro  que  *haya  de  corresponder  pri- 
vati vanóeutè  el  cottociiniento  del  rto  estrano  sm  di^tin- 
oion  de  caerpos. 

14^-  Los  que  ocultaren  desertores,-les  dieren  ropa 
de  disfraz  ,  ó  en  coalquiera  otra  forma  contribuyesen  i 
su  fuga,  podràu  (sin  que  las  justicias  de  que  depeudan 
lo  embaraceu)  ser  aprebendidos  por  los  ofìciales  de  mis 
tropas ,  y  serén  sentenciados  en  el  consejo  de'  guerra 
con  la  pena  que  se  impone  à  los  reos  de  està  especie  en 
HJ  articnlo  5.®  del  titulo  12,  sobre  aprebension  de  de- 
sertores,  comprendijo  en  el  tratado  6.*^  de  la  Orde- 
uansi. 

Destinados  d  presidio. 

144  (1)  t^or  reales  órdenes  de  I8  de  febrero  de 
1772  y  25  de  diciembre  de   1777  no  puede  imponerse 

(1)      Real  órden  *J«   17  do  febrero  de    178G. 


71 
presidio^  obras  pdblìcas  ni  galeras  por  mas  tiempo  qoe 
el  de  dìez  anog,  à  escepcioo  de  los  qoe  se  remitan  à 
YoIuDtad  de  S*  M.,  ó  que  estando  ya  cpnfinadoi  cometan 
DQefò  crimeD  por  ei  cual  merezcaa  algun  recargo»' 

Resistencia  d  la  tropa. 

145.  (1)  Los  coutrabandìstas  ó  malbechores  qae  hi- 
cieren  resistencia  eoo  armas  de  faego  6  blancas  é  la 
tropa  comisiouada  para  perseguirlos,  seriu  juzgados  por 
et  cousejo  de  guerra,  elegido  por  el  capitan  general^  y 
condenados  i  maerte;  y  los  qoe  sin  haber  becbo  resis- 
tencia coucorrierou  é  la  funcion,  8,erdu  sentenciados  por 
el  propio  Consejo  é  diez  anos  de  presidio,  consuitaodo 
ias  senteucias  à  S.  M.  antes  de  ejecutarse,  eoa  reinisiou 
de  ics  autos. 

(2)  Los  facÌDerosos,  malbechores  y  contrabaudistas 
qve  se  aprebendan  por  Ias  partidas  de  tropa  destioada 
i perseguirlos,  serau  jozgados  militarmeute  por  el  con<^ 
>ejo  de  guerra  orHìuario  con  iubibicion  de  otro  juzga- 
do,bajo  la  disposicion  del  capitau  general  de  la  provin- 
cia, quien  por  la  via  reservada  de  guerra-consultara  à 
S.  M.  la  sentencia  para  su  real  aprobaciou;  pero  si  el 
reofuere  coutrabaudista  "sin  otro  delito,  se  entregari  ai 
sobclelegado  de  rentascon  sos  efectos  para  qoe  lo  juzgue. 

(5)  Todos  los  salteadoreb  de  camino  y  sus  córnplices 
qae  sean  aprehendidos  por  la  tropa  dentro  de  ias  pobla- 
ciones,  qoedaréu  sojeto^al  juicio  militar  del  mismo  mo- 
do qae  Los  que  lo  fueren  eu  los  caminos  y  despoblados; 
pero  los  demas  veos  que  do  sean  de  està  especie  perte- 
necérén  é  la  jurisdiccioo  ordinaria ^  à  menos  que  hagaii 
rebistencia  à  la  tropa  ^  en  cuyo  caso  se  procederà  cou  . 
arreglo  à  la  Real  instraccion  de  29  de  junio  de  1804* 

(k)  Art.  8,  instrii^ccìon  de  ao  de  janìo  de  1704,7  aa  de  ngos* 
lode  1814. 


(^)     Real  ótrlrn  de  19  de  inarco  de  i8oa. 
(^)     Heal  órUrn  de  5o  de  iiiarxo  de  iHf^s. 


7.2  .  '         r     , 

(1)  Ea  Us  ctddas  ffiilitares  h<ch ai»  contri  inalkeelMi*- 
res  y  cotitrabandtstas  y  solo  se  practicaré'la  dìiìgencìa  de 
careos  coaodo  sean  coodaceDtes  por  la  discordancia'  de 
te$tigoa  que  recordados  pnedan  actarar  la  terdad^  6  por 
otras  justas  caasas  qbe  }as  mismas  cìrconstancias  de  Los 
presos,  ponga D  de  màDifiesto.       ^ 

(2)  Los  fiscales  militares  que  formen  caosas  à  Ics 
rti^lhectiores  paisanos  aprebendidos  por  )a  tropa  no  de- 
ben  asistir  à  la  ojecucion  de  las  senteocias. 

Puntos  considerados  en  estadó  de  guerra  cuando  la 
haya  con  Ips  ingleses. 

146.  (5)  Los  pUDtos  declarados  eo  èstado  de  guerra 
caando  la  baj  con  la  Gran  Breta&a ,  para  imponer  las 
peuas  se&ataJas  por  el  tiempo  de  guerra,  son  el  campo 
de  Gibrattar,  la  plara  de  Geota,  la  Ula  de  Mallorca 
y  el    dì^ttito    de  la  capitana  general  de  Galicia. 

Rt08  con  inmunidad, 

147.  (4)  Los  reos  qae  se'  refagian  A  sagrado  serio 
e  traidos  bajo  caocion  jaratorìa ,  y  forméodoles  Sama- 
ria i,  tomada  la  confesioo  con  las  citas  qae  de  ellas  resal- 
ten  se  remi  ti  ri  al  Sitpremo.Coosejo  de  la  Guerra  en  el 
preciso  tèi  mino  de  tres  dtas,  coaudo  no  haja  motivo 
urgente  que  fxija  algaoa  dilacipn  ,  para  que  en  su  vis- 
ta providencie  el  destino- del  reo,  ó  se  forme  la  compe- 
tencia  con  la  jurisdiccion  eclesi^stipa.  Pero  (5)  si  el  de- 
lito  fuere  de  aqnelios  que  la  Ordenanza  les  sefiala  peua 
teoieodo   igiesia,    se  les    impondrà.  por  el    consejo  de 


(1)  Rrr.l  ór.li'n  de  aG  <Je    julìo  He  if»«3. 

,3)  HcaI   órji(>n  We    tH  clejuniocie  i8o(). 

{3}  R<;al  ónlrn  ii<*  i5  (Jr  niaixo  «ie  i8uu]r  26  Àc  juotodc  i8o5* 

(/{,1  Rral  ór<l«'T»    fi*  7.«l«  ortubre  We  1^75. 

^5)  Ural   órdtri  de  i8  U<?  sefirijjbre  dr  1787. 


...  ^^ 

gaerra  ordittario,  y  destinindoloa  à  preaidio  aeri  por 
cebo  afiós  d  liaeTe  caando  mas.  ' 

Destinados  al  fijif  de  Ceuta. 

■  ■  •  * 

148.  (1)  Niogaa  tribanal  podr^  destinar  al  espresa» 
do  regimieiito  delÌDcoeDte  algooo  de  deiìto  denigratÌTO, 
j  eo  caso  de  que  por  oivido  d  otra  eaqsa  se  aplicase 
algoDo,  aoo  coando  sea  ofìcial  ^  por  cdrreccìon  de  stis 
escesos  podrd  el  goberoador  de  laplazà,  de  acnerdo 
con  el  gefe  del  reglmiento,  destinarlo  à  la  compania  de 
migaeletes,  estado  mayor  de  la  plaza,ó  àios  trabàjos 
del  preaidio  9  segcin  su  condicion. 

Oficiales. 

149*  Fara  que  por  omision  6  franco  manejo  -dei  ca» 
pìtan  en  la  obligacion  de  desempenar  al  soldado  aden^ 
d^do  en  tietnpo  oportuno  no  cargoeel  fondo  con  el  pago 
de  deodas  qae  el  prudente  celo  pndo  minorar,  Yigitarà 
el  sargeqto  major  sobre  que  é  los  soldados  adeodados 
y  pròximos  à  salir  del  regimtento  con  licenci^,  ó  invi* 
lidoa,  se  les  vaya  reteniendq  lo  que  sin  perjoicio  de  sa 
preciso  snstento  baste  i  cubrir  teda  la  parte  posiUe  de 
sa  deada  en  el  tiempo  qne  les  faUer  7  siempre  que  por 
notorio  descuido  dei  Capitan  d  oficiales  que  manejaren 
la  compania  se  justificare  (eo  tiempo  de  darse  la  baja) 
qae  fué  colpa  de  su  poca  aplicacion  el  descabierto,  man» 
darà  el  corone!  que  pague  la  parte  que  esttme  justa 
eoo  descargo  de  la  caja  (2). 

150.  £1  capitan  sera  siempre  respetado  de  sns  sobal- 
ternos,  yobedecido  puntualmente  en  los  asontos  del  ser- 
cio:  si  hnbiese   aiguno  que  por  coatemplacion  ó  debi-? 

(1)     Rralos  órr1eii(>s  de3o  de  dìcì«rnbre  de  i8i5  ,   ma^ndando 
lifvar  i  firbùio  eff«io  la  de  aa  de  setìembre  de  1810. 
(a)     Ordenanza  dvi  fjército,  trat.  I,  tit.  5,  art.  4* 


lidad  no  mantayiese  à  sus  soldados  con  la  debìda  sabor— 
dinacion ,  que  no  les  haga  caropUr  exactamente  con  el 
cuidado  de  sa  cojnpaGia ,  j  qoe  no  reprenda  j  ponga 
preso  al  qae  faerè  omiso  eu  su  òbligacion  ,  ignorare  aa 
deber,  ó  sera  may  omiso  e»  cnmplirle,  los  gefes  castl- 
gario  severamente  Un  grave  abandono;  si  el  capitan 
.reincidiere  en  elio,  le  pandri  preso  eu  un  castrilo  (l). 

151.  £1  capitan  rccibirà  personalmente  el  prest 
mensnal  de  sa  coropanta ,  y  corno  depositario  y  ftel  ad- 
miuistrador ,  cnidarà  de  su  legitima  y  eqaitativa.distri- 
bncion.  SI  bnbiere  algun  capitan  tan  olvtdado  de  su 
òbligacion  qae  eroplease  parte  algona  del  prest  en  otro 
objelo  que  el  de  su  precifio  destino^  ó  qne  no  manejase 
los  intereses  con  la  mayor  legalidad,  se  poudrà  preso  en 
un  castillo,  con  descuento  de  los  dos  tercios  de  saeido 
basta  qqe  pague,  dando  cuenta.al  inspector  para  que, 
si  las  circunstaucias  exigiesen  la  separacion  del  capitan, 
me  lo  proponga  (2). 

152.  (5)  £1  ofìci<<l  que  abuse  de  los  .caudales  qoe 
tenga  à  su  cargo  (à  escepcion  del  babilitado,  qoe  ttene 
su  pena  seqalada  en  la  Ordexianza),  sera  arrestado  en 
un  casti  Ilo  con  descuento  de  dos  tercios  de  su  saeido, 
y  se  darà  parte  al  inspector  para  que,  dando  coenta  à 
S.  M.,  proponga  su  separacion  del  servicio,  u.  otra  pe« 
na  mas  grave,  que  podré  esteoderse  basta  la  capital, 
aegun  las  circuustaucias  particulares  y  la  mayor  ó  me- 
nor  malicia  que  se  justitlque  en  cada  quo  de  los  casos 
resppctivamente. 

i55.  £1  ofìcial  babilitado  qne  quiebra  es  privado  de 
empieo,  y  destinalo  à  un  presidio  de  Africa  por  seis 
anós,  y,  pasado  estd  tiempo  se  le  considera  escluido  ab- 
•olutamente  del  serviciò,  confiscandole  desde  luegoto* 
doa  sus  bienes  raices  y  castreuaesy 

(i)     Ord.  del  ej.,  trai.  2,    lit.   lo^art.  G. 

(2)     l'l«'in,  art.  8. 

(/>)     Hcal  óiUtfiì  (Jc   24  <le  jiinlo  d^  «79(1, 


75 
154*  Cpando  dq  soldado  estaviere  caatro  meses  en 
sa  compafìia ,.  y  que  no  sepa  vestirse  con  propiedad) 
Guidar  bien  de  sus  armas  ,  el  respeto  j  pronta  obe- 
diencia  qae  debe  é  sua  cabosr  sargeotos  y  oficiales,  ha- 
cer  bien  el  ejercicia,  cooocèr  lo  qae  debe  practicar 
Oliando  està  de  guardia,  de  ceutinela,  j  demas  puntos 
eseociales  de  su  obligacion^  sera  prueba  cierta  de  dea— 
coido  en  aqoella  compania,  cuyo  Cargo  se  bara  sèria* 
mente  al  capitan  (1). 

155.  Las  compafiias  qae  en  los  ejercicios  de  foego 
no  dispar^ren  ios  tiros  que  deben,  daréa  visible  prueba 
de  que  los  8oldados  «"sUn  inai  disciplinados,  d  las  armas' 
en-  mal  estado  :  al  remedio  de  este  dano  coqqq  tan  im- 
portante à  mi  servicio,  darin  Ics  gefes  especial  atencioo^ 
castigando  cori  severidad  à  los  capitanes  de  ellas  (2). 

156.  £1  sargeoto  major  de  un  re'gimiento  seta  res* 
poosable  de  la  justa  inversiou  de  la  gratificaciou  de  bom- 
bi€s  y  armas,  tendrà  uua  llave  de  cada  caja,  iuterven- 
drà  en  todos  \os  ajustes  y  gastos,  y  vo  se  estràeràu  de 
las  arcas  m^ravedises  algunoS'sin  que  le  coriste  el  des- 
tiuo  y  la  legitimidad;  coufroutarà  la  regista  con  el  co^ 
uiisario  de  guerra,  y  respoudtrà  de  cualquierà  plaza 
supuesta  qne  iudebìdamente  se  cargare  à  mi  erario,  sea 
por  certificaciou  d  otrci  modo:  si  en  cualquierà  de  ios 
espresados  asontos  se  averignase  que  por  debilidad,  con- 
templacion  li  otro  fin  hay^  faltado  à  la  legalidad,  y  es- 
pecial confìariza  que  deposito  en  este  empieo,  sera  sus» 
penso  de  di  y  prcho  en  un  castillo^  basta  que,  bren 
informado  de  las  circunslaDcias,  resuelva  lo  conve- 
niente v3>  . 

157*  .  Sin  permiso  del  corone!  no  podi  é  separarse  del 
regimiento  oticial  ni  individuo  alguno  de  él  ;  y  al  que 
lo  ejeculare  podrà  mortificarle  à  su  arbitrio,  ó  suspeo- 
derle  de  sa    empieo,  segun  el  caràcter  del  sdbdito  y 

(0     OVd,  «Ifl  ej.,  Irat.  2,    ti't.    io,  art.  25.      (2)     IJ.,  art.  26. 
(j)     iJeiUytiat.   2,'lil.  J2,afl.   7.  .  , 


76      , 
circunstanciai  de  ftu  faita,fifi  que  sobre  «ite  particalar 

06  entieodan  Ioa  gefés  aabalternos  dispeosadoa   dì  ao 
poco  mas  qoe  caalqaiera  otro  (l). 

158.  Todo  nitltUr  tse  manifestare  siempre  conforme 
del  saeldo  qne  goza  ,  j  empieo  qoe  ejerce  :  le  permito 
el  recorso  en    todos  asontus ,  haciéodolo  por  sas  gefes^ 

7  eoo  buen  modo;  y  coando  no  lograse  de  ellos  la  sa- 
tisfaccìoo  à  qae  se  copsidere  acreedor,  podrA  lljegar 
basta  nos  con  la  representacìon  de  su  agrario;  pero 
prohtbo  à  todos  j  cada  indivi doo  de  mis  ej^rcìtoa.el 
iitfar«  permitir  ,  ni  tolerar  à  aas  inferiores  laa  mnrma- 
racionen  de  qae  se  altera  el  órden  de  los  ascensosj  que 
es  corto  el  sueldo^  poco  elprést  ó  el  pan^  malo  el  W5- 
tuariot  mucha  la  f aliga ^  e  incómodos  los  cuarteles^  ni 
otra^  especies  qae  con  grave  dafio  de  mi  servicio  in- 
disponen  los  ànimos  sin  proporcionar  à  Los  qne  compa- 
decen  veotaja  algoba.  Encargo  moy  particolarmente  a 
los  gefes  qut3  vigilen,  contengan  j  casttgnen  con  seve- 
ridad  conversaciones  tan  perjodlciales  (2). 

159.  Todo  inférior  qae  hablase  mal  d&«n  snperior 
•era  castigado  severamente  :  si  toviere  qneja  de  éì  ^  la 
prodncir^  à  quien  la  paeda  remediar,  j  por  ningan 
motivo  darà  mal  ejemplo  con  sus  marmnracionea  (3). 

160.  £1  oficial  qae ,  siendo  reprendido  de  so  gefe 
por  algona  falta,  prodoce  sa  nacimiento,  aprobaciones 
gne  ba  tenido  >de  otj^s  gefes,  d  otras  razones  agenas 
en  aqnella  ocasion  dei  sentimiento  qae  debe  cansarte  so 
falla,  j  de  la  snbordinacion  con  qae  debe^oir  à  aas  sa- 
periores,  seri  mortificado  con  proporcion  à  la  irregola- 
ridad  del  caso  (4), 

161.  Caalqaiera  especie  qóe  pnetla  infondir*  disgas- 
to  en  mi  servicio,  ó  tibieca  en.  el  complimiento  de  Us 
órdenes  de  los  gefes^  se  castigare  con  rigor;  y  està  coU 

(0     Ord.  d«1  ej.,  trai,  a,  tit.  |6,  »rt.  8*' 

(a)     IJeni,  tìt.  17,  art.  1. 

(3)     Idem,  art.  2.     (4)     Idem,  art.  4- 


77 
pa  ieri  tanto  mas  grave,  caapto  ftiere  major  la  gra^ 
daacioo  del  ofici^l  qoe  la  comqtlere  (1). 

162.  NinguD  oficial  se  jSodré  .dbcalp'ar  con  la  omU 
sìon  ó  deacQÌdo  de  aas  inferiòres  en  ios  asuotoa  que 
poeda  y  deba  i^gilar  por  %l,  j  ^n  oste  concepto  lodo 
gcrfehari  cargo  de  laa  faltas  qoe  notare  .al  ìomediato 
^obalterno  qoe  deba  celar  ó  ejecotar  el  camplimiento 
de  SDS  órdeoea  ;  j  sì  este  resulta  calpado,  tornare  eoa 
é\  por  81  niismo  la  provi  de  nei  a  correspoodiente;  en  la 
in  te  li  gè  n  eia,  qae  por  el  disimolo  recaerà  sobre  éi  la 
respoDsabiiicIad  (2). 

165.  Cualquiera  qoe  estpviere  mandando  tipa  por— 
cioD  de  tropa,  no  se  qaejardi  A  so  gefe  inmediato  de  es^ 
tar  cansada.f  no  poder  resisti r  la  celeridad  del  paso^ 
ni  fatica  que  se  la  da^  eoo  otras  especies  que  distrai- 
gan  de  hacer  un  pieno  nso  de  ella;  y  si  biciere  algnna 
re  presenta  ci  on ,  ha  de  ser  moy  fondada,  convincente,  é 
solas,  y  por  escrito  precisamente.  La  contravencion  6 
lìgera  reflexion  en  seme j a  n tea  casos  seri  castig'ada  co- 
rno falta  grave  de  sabordinacion  y  de  flojedad  .en  el 
servìgio  (3). 

164.  En  cnaFqniera  oficial  qne.mande  i  otro  ,  6  se 
balle  solo>  sera  prneba  de  corto  espirila  é  inotilidad 
para  el  mando  el  decir  qne  no  alcanió  à  contener  la 
tropa  Jl  an  órden^.ó  qne  é\  solo  no  podo  sajetar  à  tan<* 
tos,  con  otras  espresiones  dtrigidas  à  nlisculparse  de  log 
escesoa  de  sa  gebte,  <S  de  sa  cobardia  en  acciones  do 
guerra;  porqoe  elqae  manda,  desde  qoe  se  pone  é  la 
cabeza  de  sa  tropa,  ha  de  celar  la  obediencia  en  todo, 
i  inspirar  el  valor  y  desprecìo  de  Ios  riesgos:  siempre 
que  snceda  coalqoiera  de  estos  casos,  el  oficial  d  ofi- 
ciales  terin  jazgados  por  el  consejo  de  goerra>  qaiea 
gradoar^  la  falta  qae  haya  habido  (4)* 

165.  Todo  oficial)  de   caalqaiera  graduacion   qoe 

(1)    Ord.  del  ej.,  trat.  a,  tit.  17,  art.  6.     (a)     làtm^  art,  7 
(3)    Idem,  art.  11.     (4)     Idem,  art.  i3. 


78  •         -        •      : 

faese,  «iéndo  atacado  en  so  pae&to,  no  lo  desampardrà 
sin  haber  hecho  toda  la  defeosa  posible  para  couser- 
vario,  y  deJAr  bien  paisstd  el  hooor  de  las  artnas.  Sì 
tavÌ€8e  ei  general  del  ejército  alguna  dada  d«  sa  dé^ 
sempefio,  le  haré  jnzgar  en  con^ejo  de  gnerra  (t). 

166.^  El  ofìciài  influirà  en  sus  infuriored,  de  cnal- 
qniera  clase  qoe  sean  y  el  concepto  de  qne  el  eoemigo 
no  es  de  venta josa  catìdad,  castigando  tóda  conversa- 
Clou  dirigida  é  elogiar  stt  disciplina^  iiiteligent^a  de  sns 
gefes,  armamento,  ninniciones,  ^aballos,  provisioues  j 
trato  (2). 

167.  Niugnn  oficial  eó  campafìa  podri  aosentarse 
del  campamento  de  8U  regimientor  ni  un  instante  sin 
licéncia  del  gefe  de  su  cuerpo^  ni  mais  de  cnatfo  Koras 
sin  la  de  sa  brigad^er;  pero  el  qoe  e&toviese  próximo 
é  Ber  nombrado  de  servicid,  en  ninguna  forma  lo  sóli- 
citare,  ni  se  le  concedere  el  permtso  (5). 

168.  Se  prohìbé  à  todos  los  ofìciales  ei  pasar  una 
nocbe  faera  del  campamento  ó  de  la  gnarnicion  en 
que  se  baliaren  sns  cuerpos  sin  licéncia  del  comandante 
general  en  campana,  y  del  gobcrnador  en  su  gaarni- 
cioson,  licitada  con  couocimieuto  por  escrito  del  gefe 
del  caerpo  (4).  ' 

169.  Todos  los  ofìciales  de  dn^reglmiento,  bitallon 
ó  compafiia  en  niarcha,  estarén  siempre  presente»  en 
ella  tanto  al  partir  corno  al  ilegar  à  sus  alojamientos: 
no.podrén  adeìantarse,  quedarse  atr^s,  ni  separarse  de 
sus  respectivos  puestos  para  conversar  con  otros;  y  el" 
qne  no  obsefvare  exactamente  tsta  órden  sera  cabtigado 
por  sa  inmediato  gefe  (5) 

.  170.  £1  oficial  qne  mande  la  peqaena  escolta  de 
cada  regimiento  destinada  é  forrage,  sera  respousabie 
de  qne  sa  gente  compia  ptintuaimente  las  óidenes  qae 
liubiere  dado  el  comaadanfe;  que  bagau  so'forrage  con 

("")     0(Ì.  del  ej.,  irat.  2,  li'u  17,  ar!    2n.      (a)     T'I'rn.art.   aJ*. 
(3)     Idem,  art.  25.     (4)     Idem,  art.  2G.     (S)     Licìu,  ari.  5ii. 


proiititufl,  qoe  por  nìngoti  motivo  se  esiraviéD,  qae  do 
entreu  eù  casa  algnaa  sia  «er  maodados^  ot  hagan  dafio. 
Si  algQD  oficial  dfjase.de  cumptir  exactàm€nt«  con  es- 
tas  obligacioDes,  ssré  castigado  severanipiite,'  j  sj  el 
comaodante  del  forrage  por  cooteroplacion  6  debilirii^d 
dejaseen  eslos  casosi  de  proceder  estiechameiite  contra 
losculpados^  sere  respoosable  al  general  ó  comaiiJanttf 
ea  gefe,  y  acreditaré  sa  poco  amor  à  ini  servicio,  y 
mucha  desidia  en  atender  à  so  propio  honor  (l). 

171.  Los  sargeotoa  mayores  de  4as  plazas  ^erifica*- 
rio  (cuando  hicierep  sus  rondas)  si  los  oficiales^  sar- 
geotos,  cabos,  tropa  de^gaardta  y  centiuelas  estati  en 
los  pantos  duole  deben  existir;  y  eo  caso  de  haber 
aiterado  està  obserrancia,  .sera  modada  y  arrestado  el 
oficiat  qoe  lo  hubiere  mandado  ó  pernii  ti  do  ,  proce- 
(liéudose  cootra  ^1  con  la  peoa  de  privacion  de  empieo^ 
si  la  uovedad  becha  eo  so  guardia  se  )ustificare  ser 
ejecotada  eoo  malicia,  6  fio  particoUr  ;  pero  si  solo 
se  verificase  ser  descuido^ó  faita  accideotal,  se  le  mor- 
tificare arbitrariameute  eoo  U  proporcioo  qoe  corres- 
pooda^  y  con  la  roisma  distiocioo  de  casos  se  aplicari 
é  los  sargeotoa  y  cabosy  coniardanted  de  algon  poestO) 
qoe  bobieren  mudando  el  suyo,  ei  castigo  establecido  en 
el  tituio  de  penas  (2). 

172.  £n  inteligeocia  qoe  ba  de  sortearse  la  bora  en 
qoe  ha  de  bacer  so  rooda  en  las  plazas  cada  oficial^ 
seguo  esté  prevenido  eu  el  titolo  5.^  de  este  tratado, 
prohìbo  el  qoe  la  eiijan  oi  cambieo;  y  qoìero  qoe  sea 
tnortificado  seYeramente  ci  qoe  cooti^ayioìere  à  està  Or* 
denanza   (5).  * 

17S«  Los  oficiales  qoe  bobieren  de  asistir  en  calidad 
de  jaeces  à  los  consejos  de'goerra  ordinarios  de  los  re* 
t^imieotos,  deberéo  votar  sobre  tnis  OrdenanzaS)  segon 
su  concìencia  y   faooor,  y  lo  qoe  de  las  ioformacioues 

(i)     Ord.  del  9).,  Uhi.  a,  n't.   17  ,  art.  C)^. 

(2)     Idem,  trau6|  tit.  7)  art.  ai.     (3)     Idem,  art.  a6. 


80 
««  dedozea  apàrtiiKlòsis  d€  todo  àfecto,  odiò\  cólert 
y  pasion  para  no  >flojari  é  «gravarlo  rolo^  ni  dismi- 
Duir  par  iutavidad  la  foerza  de  mis  leyea  miHtarea:  j 
8Ì  cpntrayiniereó  i  la  obaervapcia  que.  ellas  les  pres- 
criDeti  ^  quedarin  prWados  de  su  empieo  (1). 

,  174*  £»  ei  sxipaestode  que  el  art.  4^ ,  tit.  5,  trat.  8 
de  la  Ordefìaaasa  general  da  regia  segara  para  proce- 
der en  Us  caasas  de  r eos  coyoa  delilos  esten  saficieBte- 
mente  comprobados,  probibe<el  rey  absolntamente  el 
qne  se  ose  de  otros  medios  para  apremiar  aflictivanieote 
al  reo  à  la  decUracioo,  pena  de  privacioa  de  empieo 
al  oficial  qure  lo  mandare:  j  de  igual  6  major  castigo 
(seguo  8u,calidad)  al  que  en  esto  le.obedezca  (2). 

175.  El  oficial  (de  cualquiera.  graduacioo)  que  man- 
dare plaza^  fuerte^  6  puesto  goarnecido  cou  propor— 
cioa  de  dispotarle,  estarà  oblìgado i  defeoder le  coaoto 
lo  permitau  sus  fuerzas,  à  correspondencia  de  las  de 
los  enemigos  que  le  ataoaren,  à  méoos  que  tenga  ór- 
denes  (de  coyo  complimiento  se  le  haga  respoasable 
sin  arbitrio)  que  disculpen  su  condncta  ;  y  si  alguno 
fai  tare  en  esto  sere  privado  de  su  empieo:  j  en  caso 
que  la  defensa  haya  sido  tan  corta  que  baya.  entregado 
la  plaza,  fuerte,  6. puesto  indecorosamente)  podré  es^ 
tenderse  la  sentencia  basta  la  de  mnerte,  precediendo 
la  degpadacLon  (5). 

176.  Cuando  se  trate  de  examinar  la  conducta  de 
algua  oficial  iqne  'bubìese  entregado  (en  los  térmioos 
liitimameote  referidos)  la  plaza,  fuerte  6  puesto  que 
|Dandaba.y  deberé  tambten  bacerse  cargo  é  su  cabo 
subalterno  6  comandante  en  segundo,  y  à  los  demas 
que  bobieren  votado  la  entrega,  en  caso  de  que  el 
goberoador  los  hubiere  qouTocado^  y  conformàodose  con 
su  dictémen  (4). 

177.  Si  el  comandante  pastificare  (aunque  se  consi-* 

(i)    Ord.  d«7  ej„  trat.'  8,  til.  5,  art.  aj).     (a)     Mem,  art.  5<». 
(3)     Idem,  tii.   7,  »rt-  a.     (4}     M*toJ  tri.  3. 


8ì: 

der«  4U«  ^remòto)  haher  r«adidQ  (flolenlltdtt'  cbiiM 
^figiates.  y  tropa)  1»  pinza  ttàetìfi  6  piMftto  qne.  manda^»^ 
bai  porqaQ  alg«li9«kiBa  fliUa  an ,  érdao  llamada  é  loa 
epeiDigot,  por  iii^'qQerer.la  gjoMirnicioii  maataoerie  eo 
sns  pueatosj  4  tpor  ptras  oauaas  qoe  éi  uà  pndo  reiiie«^ 
d\ar,  qaedari  libre  de  cargo;  j  ei  ofiebl  il  oGciales  de» 
ViDcoeotes  (por  compril^iìdidos  ea  aqoel  criaen  de  qae 
f  oeda  eL  «Qomaiidaiitq)  seràa  coDdeoados  à  prìvacioo  de 
empleO)  j  pdblica  degradacion,  ó  à  pena  de  moerte^ 
legRn  la  QiaUcia  qoe  en  e;!  haclio  >e.  joatifiqQe  (1). 

178.  £1  ofioialqae  en  caalqaiera  accion  de  gtierrai  6 
marcbando  à  ella,  abandonare.sa  paesto  deliberadameiirrr 
te,  àia  urgente  motiiro  qae  le  obligae.À  ejacntarlo,  per^ 
^erà  aa  empieo,  .y  seri,  declarado  iocapa3&  de  obteoer 
otro  ea  mi .  terTicio,  precedieado  degradacioo;  y  si  de 
eate  defecto  cometido  ooo  malioia  6  cootra  todaa  reglas 
mìlitares  rèsaltare  pérdìda  de  la  tuocioo,  ó  perjoicio.é 
lo»  progresoaqite.miaàrmaspiHlierao  coosegoir  sii  el  ofi- 
eial  colpado  hubiera  tenido  ma^  Copstaiicia,  podré  eatea^^ 
derset haata .  la  ,pépa  d^  moerle  la,  sentéacia  (2).. 

179.  (3)  £1  ofìcijil  :qpe:,9itropeil4iì4o  ans^  oblìgftoio* 
nes  cometa  el  atentado  de  eutregar  TolantariameDte  el 
Real  deapacbo  de  sa'eÀpleDydespòjéDdose  de 'sa  h<ÌÉiò* 
rifico  caràcter,  serà^destinado  por  cuatro  afioi  de  sol- 
dado  raso  al  regimiento  fij[o  de  Ceuta,  y  campUdos  se 
le  despedirà  para  siempre  del  serricio,  sin  qae  jamas 
paeda  admitirsele,  ni  ano  comò  tal  soldado. 

180.  £1  oficial  comandante  de  on  caerpo  destacado 
qae  sio  legitimo  motivo  qoe  le  discolpe ,  desam parare 
algooa  tropa  de  él,  sera  exaniinado  en  consejo  de  gaerra 
de  oficiales  generales,  y  juzgado  segua  las  razones  qae 
jastificare  baberle  movido  à  està  determlaacion ,  ó  los 
accideotes  de  qoe  la  separacion  baya  procedido;  y  si  re- 
laltare  calpable  sa  coodocta,  se  )e  impondrà  à  propor- 

(i)     Ord.  M  ej  ,  trai.  8,  tìt.  7,  art.  4.     (a)     Id.,  art.  6. 
(3)    Beai  órden  de  a5  de  cnero  de  i8«2. 


8« 
cioo  de  It  ealpa  paht  de  siMpeafUHi  i  prividon  de  em* 
pleo;  j  ano  pedrA  estettderse   batta 'la  de  maerte  ii  el 
detamparo  proTiniese  de  va  «otof  ié  imdicia  (1). 

181.  Per  ningmi  pretesto  aepemilta  éeeaclie)  ni 
apoje  por  el  eòronel  ni  gefe  anilitarraigan  reeiirso  ee  rùz 
de  caerpo  qoe  Uere  tal  objeto>  y  se  nrìrarà  cerno  npio  de 
lo8  mas  graves  delitoa  militaresen  elsdbdito  lasvgeatioa 
de  tal  especóe^y  la  toleraocia  en  el  teperier  qee  no  la 
corte  con  oportnno  y  efìcas  remedio.  Ileal  àrdtn  de  1 1 
de  noviembre  de  175S,  coofirmada  por  otrìa  die  9  de 
manso  d^  1816,  mandando  en  ella  qaelosoficiatès  qne  co- 
metan*  este  delito,  sean  depnestos  de  sos  empleos^  y  el 
motor  ademas  safra  coatro  afios  de  enoierroeoaB  casti  Ilo. 

182.  Todo  oficìalf  de  caaiqaiera  gradaaeìon  qte  eea, 
qoe  abandonando  sos  banderas  6  dertinos^' Tenga  é  eata 
corte,  sera  privado  de  sa  empieo.  Tampoco  podré  bajo 
k  misma  pena  pasar  i  etra  proTÌocta  qne  à  la  qné  &ese 
destinado  el  qoe  salga  en  Comision  del  eerTÌcio  é  con 
lieemna  temporal,  sin  el  competente  periótsò  para  elio. 
Real  órden  de  14  de  agosto  de  181/  Goafitmada\por 
Realorden  de  81  dejwUo  de  1835. 

(i)    O'rd.  del  #>. ,  trat.  S,  tiu  7,  arh  <8« 


85 
PART&r   ■■•••■• 

Cfmprendé^las  éiligaciones  d'et  sóìdado,  càho'y  sar" 
gènio f  contenidas  en  tos  titàtos  primeró ^  sègundò,' 
tercero,  cuartoy  quinto  del  tratado  segando  de  la' 
Ordenanza. 

imiLO  PRIMEaO. 
oitiftACfioiris'  -Dn  «ghiado. 

jirt^  1.  £i  reehita  qnelhffsreàwaà  còmpàfiia^  se 
le  destinare  à  »d»  eseasdrdy  de  cuyo  cabo  seri  entefi»' 
do  i  Teetitfse  con  propìedad  y  coidar  aos  afinay^  ehte^»! 
réodoaele^de  la  aabcMrdìoacioD  ^oe  deade  «l  punto  en 
qoe  ae  ajista  en  et  serTÌcio  debe  obserrar  exaétamente. 

2.  En  cnalqniera  tiempo enqoe se  leaiente  Un  pla^ 
xa  reoibiri  la  caMqa ,  cfaarqaéta ,  pantalones  j  morrion 
SD  el  eataéo  de  osa  qne  estoTÌere  el  Testoavio  de  la  tom/^ 
pania  qne  le  toqae,  j  se  le  darre- el  snyo  eoo  el  comple- 
to de'botones,  ain-rotora  ni  remiendos  mal  faecbos  ea 
pano  6  forro^  > 

5.  Si  entrase  A  servir  antea  de 'còneloirae  la  onarta 
parte  del  tiempo  fijado  para  la  dnraoion  del  Veste ario, 
recibìni  sin  cargo  nl^no  el  oempletonde  cattisaa,  eor&a- 
tìnea^  .mediasi»  sa  patos  iraevos  j  gavro  de  coarteK  Gnan- 
do  llegne  el  recinta  de»pnes  de  ienècidoel  termino  ae»<: 
fislado  at  nsò  del  Téstoatt^it  ^^^  vecibiri^  sip  cai^o  nna 
camita,  on  eorba tin  con  mediaa- 7  zapIttM  aèevosi  y  es*-' 
tas  mUmas  prendas  bau  de  dirsele  èn  «Qalqniena  liem-^ 
pò  qne  ll^ne  i  la  oompafiia  despiies  de  diatribaidó  el 
nacTO  ▼estnsrio;^  j  ^olo  en  el  casot  de  faltar  dos  mesca  6 
menoa  pira  ki  entregtf  del  soevo  t^stnane  entero  ó  me« 
dio,  ae  le  antioipari  por  coenta  de  éi  nna  eamna)  nn 
oorbatin,  00  par  .de  nvedias  y  otre  de  aapatos. 

4*    A  nìngnn  'recinta  se  peroritiri  entrar  de  gnardia 


h«8ta  qae  sep;  de  meolom  todas  1«8  oUigteioiiet  de  nna 
centinela)  lieTar  bieii  sa  armaf  marchar  eòa  toUara  7 
aire,  jr  liaeer  faego  eonproiftitad/y  órden.'    ' 

5.,  Desde  qoe  se  1«,  si^ta  sa  placa.  Imi  de  enterlrsele 
qae  el  valor  9 'prontitad .  eo  la  bbediencia^  y  grande 
exactitad  eà  el  serTicio  son  Òbjetos  à  qae  nancà  ha  de 
faitar,  y  el  Verdadero  espirita  de  la  profesioD. 

6.  Obedeceri  j  respetaré  à  todo  oficiàl  j  sargento 
del  ejército^  à  ìoa  cabos.  primeroi  jLsegaodos  de  sa 
propio-regimiento,  y  à  caàlqaiera  de  otro  qaè  le  està- 
Tiere  maDdaado^  sea  ea  goai^Ua^  deslacameoto  d  otra 
fancion  del  serTÌcio. 

7,.  Paraqne  naaca  alegae.tigaosiraiàeia  qae  U  exiipa 
de4aMaa  eerrespoodiente  4  la  iniifaedìeacia  qae.  c^me- 
tai  debe^.iftber  eoo  pjDCciston  ti  npmbre  de  los  cabos, 
sargentos  y  afietaleft  de  sa  compafiia,  el  de  losayadaD* 
tes  y  comandante ,  lenienle  corooel  y  eocooal ,  y  lOtitar 
bien  eaterado  de  laa  iejes  penales,  qae  se  le  ieerén  una 
Tee  al  mes  anies  dola  revtsta  de  cornisi»  ffio>  dea  el  mismo 
dia  deella  é'preseoeia  del  qae  mandare,  la  oompafiìa. 
~  8.  A-  todo  oficial  general  qae  halle  sobre  «a  mar- 
ofaa  4(00  estando  da  lacoioo).debe  parurse  y  anadrarsa 
para  saladarle  al  pasar,  iiicLinando  1^  cabexa,  liearando 
la  maooderecha  al  escodo.del'morcioB^  y.coHclaido 
c^  salodo  la  Uevara  con  aire  à  sa  costado;:.y  A.  los  ofi* 
oiates  de  caàlqaiera  coerpiO,  sargentos  de  ^o:iregìmtett* 
toy  càbòs  de  sa  Campania,  se  parare  y  hari  ai.iBiisnio 
sakido  sin  iaclinar  el  caerpo  ni  Ja  c^eza.  . 
}  9i  A  las  f  asticias  por  ao  re^pètoiiy^  las  demas  personas 
TJsiblessaUidaràstdiresaiBarcha  sin.ineliiiar  la  cabefeà  ni 
pararsie,.llevando  la  mano  derecha>al  gòrroó  morrioo. 

1Q«  El  soldado  vde  cabaHeria  •  gocarii  cioeuenta-  y 
siete  reales  y  ^eatoroe  maravedis  meÀsaàleJs  ^  coyo  prest 
ite  diatribairé  en  la  forma  aigniente:  taadri  dooe  «nar- 
tordUrios  de  sacorro>  y  de  elloa  dejari,  nnavo  pata.aa 
aastento,  qae  sarà  en  dos  raBohos^  ..el  ' ano  eatra 
i£Qéf e  y  diez  de  lamaiiana/ y  ^d  atro  idespaea.  d^  Ja 


85 
JÌ8t$'devh  i^rde;  Jebiéadose  «ovUr  i»o»' .«nlieij^^iaiì 
li'Cdna  i.  loB  empleados  de  guardia*  Ed  ei  ftimev  ran- 
cho cQoieré  la  tropa  estraote  de  «erticio  aatea  de  mon- 
tarlo, j  se  reserTarà  é  la  salrente  la  porcìf^n  de  su  co* 
mida.  Para  lavar  la  ropa,  aoi^prar  tabaeot  Itila; y  de- 
mai  meottdos  gitatos,  serf  irà»  '  los  etros  irei  ,e»arWa 
qae  le  ftobrao  cadi^dìar-Los  qoioce  rei^lea  7  d4>s  mara- 
Tedia  restante»  de  se  pre^t  mensoal  seise^ndr^p  ^ntof 
ib^dos  del  ref>imienlo  para  isasUa» 

11.  Con. ella  «e  ha  de  .proyeer  al  soldodo  de  me- 
diasi aapatofl  V  eanusaa  j  deoias  pjreadaa.precUaa  pasa 
•0  entretefJmieDto;  Men  eeleok^ìdo  qqc^  caanlo  se  4e 
comprale  eo  el  miamorpueUo  en  4]iie .  estwi^xii  If»  da* 
beriajttstar  preeisataeste.  el  aùsmo  iotereas^d^yj  diar- 
ie po9  aatiafeclio  de  §u  ealid^d.  y  precì^  antea  de  vtp- 
mafie,  ab»  qae.aeJe^  pipeda  |aiaaa  «obiigar.  é  qae  ae 
proTea  de  tieoda  ni  prenderla  déterminada ,  qi|edaiMÌo 
al  capitan  d  eficiàl  if»é  mandé  J%OQinpafila  al  apio  arbi- 
trio j  cuidado  de^oe^sea  la  .ealìdadr  bneoa ,  j  que^so 
baja  oonveoios  Sraodol^ntos- . 

12.  Sieuapfie  qee  para'aatiaC^er.alg^n  empefio  to- 
Inotario  del  aoUado^^se.  le  arrealaae^  j  piiaìciiie  à  ootadfo 
locorjro,  por  aer  ineop/eieiiie.  la.  qoaaila  .para  paf^ar)^, 
ao  p0dfé  eaceder  lie  doiinieaea  el  lieoapo  de  ao  priaiopi: 
7  81  en  eUee  no  bebier^  aatislbebo»  ae  le.poodrà  eo  li» 
bertad,  j  ae  le  retendrto.^iolameiile  ì^,  iraa  cnartoa 
sobrantea  de  ao  rancho,  para  con  elloa  y  aonjuwita.  pia- 
gar el  reato  de  aa^deoda«:  ..>; 

15.  Sì  el  ▼eilaarìo  y.,  maaìia  del  aoldado  fan  tieinpo 
de  goerra  do  ìbaataae  para  sq  preciso  entreteifiniientot 
qaiero  qae  formai meete  ae  yerlfiqiie,  y  qi^e  con  coue* 
cimbnto  de  la  imposibvUctad,  ae  arr^gle  la  proyidenpia 
oportaoa  de  retnedio,  sio  apelair  à  Tic^ìqaoa  arbitijpa 
qae  ae  bau  i^ifodaddo^  y  lOa  mi  ijo^Oko  ae  corte n  comò 
gntQSoa  it  mi  r^al.jBrarto,' y  p^qaiyoa  al  boiler,  de  ^a 
miamos  oficiales;  y  bajo  aste  concepto,  maodo  qae 
cada  trea  meaes  ae  ajaióei  là  «aeaita  de  *letf  ao^adoa, 


86 

haga  éns  i^eCeé  ,  Uà'  <àe  cada*  nii«  ^  tsdn  -  coaocimìtedto  *  de 
éa  legalklad»  se  formare  'd6ft^«a  por  e^impanto  nna 
relacioii  qae  euptèse  iósf  empefio»  de  toa  sóldados  de  ca- 
da Qua,  fa  (jtie  certificare  aobre  su  palabra  de  honor 
el  capitan;  el  aargente  mayor  ipiùttà  wx  cónHame ^  j 
e\  còronel  so  Ws/o  òutHa^  Se  tndmrdo  todaa  ia«  retaci o- 
iies  en  m  retfdmeh  generafl ,  cevtificadi»^ 'd6l  «argento 
mayor  y  coronel>  oód  '  d^clàtacioa ,  bajo  sa  palabra  de 
hooor,  de  aer  iegitìnlas  laa  denda»  qne  «6  eapreaao ,  j 
de  haberse  ét^  todo  obserrado  la  mayor  economia  t  ea— 
toa  docnoientòs  loa  pasaréto  loa'gefea  de  los  cuerpoa  à 
ÈVL  reapectivor  iaapectdr  «to  eampafià  ^  quieti  con  mivis' 
/<y  ^uemr  toa  eotregari  al  general  del  ejércitO)  j  eale  los 
dtrfgiràf  al  aècrètario  dei  deapacbo  de  4a  guerra  para  mi 
real  aprobacioti,  y  qué  ae  eapidaai  intendente  la>drden 
para  el  pag^* 

14*  Ed  el  esmero  del  caidado  de  la  ropa  consiste 
là  Tentaja  'de-qnb'èf  aorldàdo  'lio  «e  empefie  como'qne 
grangèe  ei  aprecio  de  ania  gefeii>;  y  para  lògrar  uno  y 
ofro  éedàirftrif'peniàré  y  yetftiré  con  aaeo  diariamente; 
tendrà  ioara patos  y -botònes  del  Testido  Htnploa^  elcor^ 
batid  bten  pnesto;  so  eàiaca-,  paotaion  y  ;botìaes  aia 
inancbaà,  ròttiraé  tii  ttial  ^mietido;  el  pebcortad»,  àin 
poUos  (1)  ni  sebOf  ei  mòrriofi  bien  arinad<6,  y  en  todo 
aa  porte  y  aire  marciai  dard  à  cònooér  aa  }^aend -ina- 
trnccion  y  caidado.  ' 

15.  No  ba  de*  iterar  en.aa'Testaarb  prenda  afgana 
qoe  no  aea  de  iiAifoVme  ;  nnnca  ae  le  ,permitirà  ve  de 
capa  ni-  con  redecilla  >  famar  por  la  calle  ni  ■  fnera  de 
los  cnerpoa  de  gnardìa,  aentarae  en  el  anelo  en  caliea  ni 

Slazas  pùbltcaa,  ni  etra  accion  aignna  qne  pneda  cenaar 
eaprecio  é  ali*  persona. 

16.  Se  preaentari  inny  aseado  en  la  rer tata  qne 
cada  mafiana  le  paaarà  ci  cabo  de  «a  eacnadra;  aotes 

•<i)      R«tl  drden  da  -le  èé  jallo^  179 1..  t 


«7 
ie  olir  del  f^artet  refoi|QC«vA  sa  ai<ma  qvitfadlob  «I 
foìroji.j  i  la  luta  de  la  ta^de  asistiséoon  la  miiimapan* 
toalidad  :  j  8Ì  aas  gefes  hallaaeq.par  0OQVe«ie»te  el  paaar 
otras  lÌ8taa,..4eri.ig9aUneiit^.  ^sacto  èb  $u  cmtipiitlìkoto. 

17.  Habrà,  siempre  goe^ja  :pQQda>  è»  OB<)a<  eom-^ 
pifiia  un  aastre  encarga^o  de  las  compostoras  qne 
ococrao  en  los  vestìdoa  de  sns.  indÌTidoos,  diodosele 
ooa  cotrta  gratificacelo  por  plaza  qae  ae  satiafaiìé  de 
la  maaita  ; .  eximiéodoU  tambieo  de  d^alacamentoaf  j 
lolo  aeri  ,de  sa  obligacioo  ppoer  el  bUo^  pero  jel'paiio^  i>o- 
toaeaó  forpro  deberi e^tregàra^le  por  coentà  delaoldadb. 

18,  Àoo  eoa^odo.  eaté  sia  arvia- marcharé  con  dea» 
pejo,  mai^l^aiendo  deirecho  el  eoerpo^  la  cabeaa  levane 
tada,  el  p^bo  afaera>  loa  iMraaoai caldea  óatQraliikeDte 
aio  braceav  de  pi  ugno  moderi  el  caorrioa  bieo  poeato,  j 
las  rodiliaa  tendidaa;  pocq^e  en  so  airoso  y  naturai  ma* 
Dejo  debe  la  tropa  en  todas  partes  dUtÌDgairse«7  acre- 
ditav  la,  inatrpsoioo  qoe  ^e  le, ba  dadki«    < . 

19»  £1  qóe.foere.  rancbero  irii  > comprar  coar.sti 
casa^oii  ds  lienxo  y  gprro  de  cnartet  lo  qne  neceaita^ 
re  para  sa  rancbiQii  la  bora  aefiaiadat  y  cnidarà  de>  ter 
serio,  pronto  à  las  preyenidas  para  4a8  eomìdasu  Seri 
de  aa  obligacion  eotregar  cpn  liropiesa  las  boUas,  ta- 
paderas  6  vidriadoen  qne  comao,  comò  apagar  loafogonee. 

20.  En  cada  cciadra  del  cnartel  babré  ^lombrado  nn 
coartelepo  ;  y  sien  una.misdia  buhiei?e  mastde  ona  com- 
pama,  cada  ona  tendri  el  spyo/eale  bacreti  U.  parie 
de  la  caadra.en  qiue  est4  sn  compania^  no  dejarl  aaeat 
arma  algnna  sin  ó^den  deioficiaU  largento  ó  cabo  de 
la  miaoia,  ej|»barazari  qne  los  aoldados  se  enttetebgan  ' 
€Q  jnegoa  probi bidos,  qne  ningnno  tome  ropa  de  mo*' 
chila  é  maieta  qne  no  sea  propi^.,  ni  qne  està  ì^  iaaqne 
del  coartel  sin  notici  a  del  sargento  ó  cabo  respectivo; 
coidarideqne  lascamasse  levsnten  i  labore  sefialada, 
J  qne  las  làmparas  no  se  apagnen  despnes  de  encendi« 
daa  basta  ainanecido. 

21.    8e  probibe  Y  bajo  de  se? ero  caatigo ,.  al  soldado 


lodtt  oonvenmcloa  qci«  msnrifieste  %ÌAettL  à  deiragra'Ao  «n 
«i  tervioio^  ni  «entìinieiilédé  la'  fàtiga  qaé  exige  sti  'óblr- 
]gacion  i  tdfiMido  diitattdido',  qne  para  liierecer  atoénao 
aoncalidadea  iiidiipeiìBaiì>te8erìQTaria1>le  deaeo  de  me-^ 
reeerlo ,  y  tm  grande  amor  al  o&cio. 

SS»  NiDgan  toldado  pòdrà  exìgir  en  el  alojamieiito 
qoe  tnfiere  ,  etra  oesa  <pie  caraa,  laz,  agate  ,  Ttnagre, 
Sili  (l)  y  a8Ìeoto  à  ,14  lambre;  j  el  qae  maitratare  à  sa 
patron^  se  castigata  à  proporción  del  esceso* 

S5.  Desde  qne  al  soldado  se  le  entregne  su  mennge, 
jannioionet  j  f armas  eo  el  mejor  estado ,  observarà  pfer^ 
I  •fectamente  el  modo 'de  caidarlo  fodo  con  aseo  y  oso 
pronto  de  servieìo;  debìendo  cenocer  las  faltaa  de  sa 
«érabina^  el  nombre  de  cada  piesa,  el  cbodoide  armar 
j  .desarmar  la  Hate,  !y  pbnier  bien  la  piedra,  codsi*- 
ìderando  taa  reotajaa  qae*  le  resallaa  de  tener  sns  armas 
•bìen  eoidadaa*' 

S4*  G>nserTairdi6  en  baen  estadò  sna  armaa  para  efl 
ftottal  serTtcìo  de  ellas,'  debé  tener  el  sdldado  macha 
•confiansa  «n  *  sa  disciplina^  y  por  ella  sega  rtdad  àe  la 
ribtoria  ^  persoadido  de  qne  la  lograrA  infaliblemente 
^afdando  sn  formacion  y  estandò  atento  y  obediente 
ni'  mando,  bacìendo  sné  foegos  con  prontitnd  y  bae- 
va  diréccion,  y  embistiendo  intrèpidamente  con  la  arma 
l>lanca  al  enemigO'  casfndo  sin  ctoiandante  se  lo  ordene, 

S5.  Estando  sabre  las  arnias  nq  podrà  el  eoldadò 
fsepararse  eon  motifo  algnno  de  sa  fila  ó  companfa  sin 
lioeacta  del  qne  le  estoviere  mandando,  gnardari  pro- 
fondò «ilencio,  se  mantendrà  firme,  y  no  se  rascartf 
(DÌ  hard  noyimiento  indtil  con  pie  ni  meno;  no  salo- 
•darà>é  persona  algnna>  pero  cnando  desfilare  delante 
de  algnn  gefe,  al  Uegar  à  sa  inmediacion  voUerà  on 

(i)    Jrt.  ir,  /!/.  -T/^,  irai.  FI  En  el  aloitmìenlo  debe  tn-  , 
tenderle  U  obligacion  de  proveer  una  carna    para  cada  dos  »ot- 

'dadoi ,  coropuesta  de  gergon  ó  colchon  j  cabezal  ,  manta  y  dot 
•ibinas;    y  para   lo*  sargentos  con   colcholi    j^rccìsalfnente,  las, 

Mp  ■oeite  y.Tinftgr*  y»  lat*  ,  6  log^ar  1^  la  Umbre  para  -guuar. 


8^ 
fò'cdlacabezirpttra  )ttìtàd#c<i«io  distiatìvòdesà  respeto. 
26.'  Se  protiibeà  lodo  sdidado  el  dispaiar  ^a-  arma 
fio  cfoe  lo  disponga  et  qoe  le  maiìde,  à  etcepcion  de 
los  caioa.qQe  se  prevendrén  para  lacentinela. 
'  37.  £1  qoe  eli  Ida  ejercictos  ecliasé  al  anelo  sua  car« 
tnchos,  6  qae  procurasre  ocuitaHòs  en  algana  parte^, 
ieri  severamente  casttgtdcK 

iSoldado  de  guardia» 

f%.  El  aoldado  para  entrar  de  guardia  reconocerà 
con  antietpacion  an  arma  y  moQicHynes»  ilevaadò  diéz 
cirtnchoa ,  Ttendo  ai  la  pteora  ^ae  ileva  pnesta  y  la  dd 
reserva  eatan  eomo-debe.,  poea  si  ^v  la  regista  que  el 
cabo  respectiTo  ha  de  pasarle,  antea  de  ir  à  la  parada 
DOtase  algoiia  falta*)  i^rà  à  pvoporcion  de  ella  mortifi- 
cado  el  qne  la  t^nga^  — ^ 

29.  Sìa  licencia  del  qae  myde  la  gaardia  solicitada 
por  condacto  de  aa  cabo,  no  podri  aepararse  de  ^a; 
7  solo  en  caao  argante  y  à  mny  raro  soldato  podré  cA- 
cederae  este  peripiso. 

30.  Todo  aoldado  inmediatamente  qae  ojere  i  au 
oGcial  ó  cabo  la^Toz  de  d  las  armas^  deberà  con  pronr 
titnd  y  ailencio  ^cndir  à  ellas,  y  forma rse  descaosando 
sabre  la. aojra  eo  an  paeato  para  ejecotar  coantq  dUpon- 
gasn  gefe,,  ,       . 

31.  El  aoldado  qne  se  enTÌare  de  una  gnardia  à  ller 
▼ar  algno  parte  por  escrito.ó  yerb^l,  marcbarà  con  sa 
arma  tercìada  basta  llegar  à  la  persona  .i  quien  fuer.e 
dirigido:  à  nn  paso  de  ella  presentare  el  ajrma.sl  fnere 
de  grado  à  quien  la  presentarla  en  centineU)  y  le  dai:A 
^^  parte  qne  lieva,  sea  verbal  ó  por  escrìto,^  despnes  de 
recibir  la  òrden  qoe  le  diere,  terciari  sa  arma,  darà 
inedia  melta  4  la  izqaierda  y  voUer^  ^  su  pnestovcnya 
lormalidad  practicarà  en  igual  caso  con  cualqnierà  otra 
persoiiav  man  tendendo  siei^pre  att  arma  terciada:  todo 
esto  lo  veriÈcarà  caando  baga  eafe  aervicio  jA  pie*    ,    r 


m 

:  .52»  ■  £1  qo^  $^  whrUf^fe^^ estiu^da de. «erticvo. àa  re- 
jnìtirà  fin  derech^irà  4  po.caartel>  {Mdi^odo  el  rilevo, 
45on  DOticia  de  ^^  £ilt*,  para  qcl^  ci  ^«fe  4e  aa  caerpo 
lo  castigqe  cqh  la  pena  <gae  le  oorreapooda  (l),  pero  no 
deberà  removérseUid^  la.g«ardU  hàaU  qoe  $!B(  haate  en 
estado  4^  ejecutarJio  por  sa  pie. 

55.  'D<;bieudo  regaiarse  la  faeraa  de^cada.g&ardia  al 
ndmero  de  coatro  hombres  por  centioela  de  Us  qae 
fueren  iodispensat^lea  >  qne  correapoaden  à  cuatro  cnar- 
tos,  d^  los  qae  el  uno  se  emplea  de  centioela  ,  deberi 
haj^er  otro  vigilante  y  doade  deaeanao  ;  en  ipleUgepcia 
4è  q^ael  TÌgUaute.no  podri  entrar  en  al  ofterpo  de 
gaardiamo4^«n,.9l.ca«o  de  liofili  4  nieve,  a^un  ao.fiier- 
:»a  «qoe  |;radoarà  el  gefe  q«e  mandaceel  poe»to.  / 

ObligAcimes  gfmrale$  de  la  c&ntinda' 

54.  El  que  le  toqoc  entrar  de  céntinfela,  cnàDdò 
foe're  Hamadò  por  9a%:d!»o  se^nirà  con  er  arma  bien 
^g|ésta  al  hombro,  y  "eu  llégando  4  la  qne  debe  tiiadar 
lisi  preseiitarén  ambos.  La  saliente  est>Hcaré  A  la  adiran- 
te con  roacha  clarìdad  las  obligaciones  particniares  de 
sn  pnesto;  el  cabo  las  oird  con  atencion,  j  salisfecìio  de 
qne  la  consignaestàbìen  dada,  6  rénòvandolo  qne  bn- 
Kese  omitfdo  la  centidela  saliente ,  encargaré  é  la  en- 
trante la  eiacta  observancia  de  lo  qne  se  le  ha  entre- 
gado,  y  qne  tenga. presentes  las  obligaciones  generalea 
qne  sé  le  liàn  'ensefiado. 

55.  Toda  centinela  har^  respetai*  sn  persona,  y  si 
cnalqpiei'à  qnisiere  atropellarle  le  prerendrà  qne  se 
contenga,  y  si  noie  obedecierellamarààsn  cabo  para  dar 
parte  i  sa  comandante  ;  pero  si  en  despreciode  està  ad- 
vertencia  prosìgniesé  la  persona  àpercrbidà  é  forcar  la  cen- 
tfrtela  ó  atropeUarla  en  coalqniera  foripa,  osarà  de  sn  arma. 

56.  £1  (jae'  estnfiere  de  cenUaéla  no  entrégàré  sn 

(1)    Real-  óràtn  èé  5  de  no^iitfiiibrè  de  1779,  qite  iiopaae  pa« 


91 
sriDji  i  perton»  «igmi»  ;  iiii#Btirii$  t*  Jkillftre  en  i$i 
faosioB  no  podrA  dk  oMsmo  oficial  de  la  goairdìa  «MtigM- 
le,  ni  aon.'€oii  palabeas  ikijoriosat  raprenderle. 

57.  No  permitirA qiie  i  la  io^iuediacioii  dis.sà  pnesto  ha- 
ja  roido^  se  arme  pendeDcia,  ni  balga  porqaeria  algnua* 

58.  .No  tendjré  miealraa:  eaté  de  centioela  ^conversa- 
c»D  con  persona  algona^  niaun  consohiadòs  de  sn  guar- 
diat  dedicando  todo  ««cnìdado  i  la  TJgilafieia  de,6u  poei- 
tot  no  podvà  sentaraS).  dormii  (1^,  poiner«^beber,  fo- 
mar  (2)  nt  hacer  Dica  cosa  algosa  qqe  «desdiga  de  la 
deceneia  c<mi  qne  debe  estan,  ni  ie^diatraiga  de  ia<  aten- 
cioo  qoe  -exige  nna  dbligacion  tap  importante  ;  p«ro  bì 
podré  pasearse  sin  estenderse  mas  qne  à  die»  piaaos  de 
M  logar:,  con  ia  precisa  cirionnataneàa  de  nnnca  perder 
de  viata  todos  los  objetoaé  ^oe.  debe  fender  i  «i  aban^- 
donar  8B  pnesfeobajo  ia  pena  qoe  U  •  correspofudef 

'  59«  Nnnca  dejari  el  arma  de  la  mano^  maoteniéodo- 
li  al  hombro  6  deseansaòdo  sobre  ella,  de  gojaa  dos  pò* 
sicìoaes  podyi  osar  >'la  prittaicraparaipas^arseylaaegnn- 
da  para  mantenerae.  i  pie  Qrme  )«  debieodo  encoabto 
paeda  alefair  desi  lodo  tàropel:  d.^  gente..  , 

40.  £1  qnie  e8UiTÌqvede,centii:i^la  à  laa,ar;fD^s  coida- 
ré  con  TÌgilancia  ^de  qne  madie  ias  reo^oaca  ni  qnite 
tigana  de  sa  poésto:  estaré.atento  é  Ias  oonversaciones 
de  loa  aoldados,  paira  a^isar  de  ooalqnier^ -Oapecie  qne 
mereica  la  notioiardel  gefe  de  la  gnardia,.j  procura rà 
tpe  la  geote  qne  pasar e  lo  bàga  en  onanto  sea  posible, 
<in  arrimarse  tanto  é  ias  armas  qne  Ias  toqne.     / 

41*  Toda  centinela  por  cnja  inmediacion  pSjsar^  ^- 
gODoficial  deberé'pacarse#  pooer  bifìn  sa  arma  ai  1m>i9- 

(0  £1  centrnela  que  te  h»]le  d<Hrmi<lo  te  c«itjgftrà  coen  dos 
correr»»  de  baqueUs  por  ^aoa  hpmbref  ».  y  cfliagV^À  .&u  tJN^po 
«n  presidio  ù  obns  piiblicaf. 

(a)  Por  estas  falus/  la  de  distraerse  trabajando  9,  dcjar 
•n  arma  de  la  mano,  tiene  la.pena  de  aS  pafoa  deiitro  del  cuar- 
*^l  y  dos  meses  4é  i^rislon  pagf ndosu  serTÌeio;  y  lel  que  ab^ndo- 
**  rapaio  ain^rdesdel  caio,  U  dejer  pasado  por  Uà  arnyis. 


hroj  mirar  il  UévmpBt»i  st  eèto^ere  eo  Uiaiyrìllft^  j  «i 
en  U  porrla  ii  otro  po^sltf  deciaaplAia^rlofieial;  j«t  fwere 
persona  éqpien  correspooda  èi  hooov  de  presentar  las  «r«- 
mas,  lo  ejecntai'à  igualnteùte  qae  la  guardia  de  qaé  es 
parte. 

4^*  Si  estando  ep  la  pnerta  de  tma  placa. ▼Ì6ie>e- 
BÌr  algana  tropa  armada  ó  peloton  de  gentev  Uamaré 
iaego  à  so  cabo,  j  à  proporoion  qne  se  acer^ave  oon- 
ttnoaré  su  iìtìso,  jr  eo  eì  *oaso  de  qae  ei  cabo  no  lo 
liaya  otdo ,  ó  qae  là -celeridad  de  Ica  q«ie  se  acércxn  no 
le  haya  dado  tiempo  para  aeadir ,  la  niania  centiuela 
cerraré  la  barrerà  ò  poerjta  ai  la  hii^iere;  mandarà  ba- 
eer  alt^  é-  los  qoe  te  aproxìmeD)  j  si  en  deaprecio  àe 
este*  afiao  paaaaén  adèlaote^  de^o^^ri  a«  paeato  con 
foejgo  j  bajofieta  bliata  perder  la  rida. 

45.  La  centtùek  qne  vrere  medìr  con  pasos^  ooerda, 
percbas  6  de  caalqaiera  otromodo  lamaraUa,  foso,  camino 

-  cubierto  6  g^sis  de  la  fortificacioo,  6  qae  algòno  con  pà- 
pel,  plnnifa  6  làpis  bace  apnntacion  d  observacion  concaal- 
quiera  instrumento,  darà  pnmto  afiso  A  so  cabo;  j  ai  la 
persona  qae  irabiese  intenfado  las  eapreaadas  medtdaa  6 
reeonocimieDto  se  fuese  alejando,  le  mandarà  qae  ae  de- 
tenga llamàodolé;  j  si  à  la  tereera  Tei  de  su  mando  no 
obedeciese,  le  bara  foego:  debieodo  practicar  lo  naiamo 
con  loa  qae  reconociesen  le  artillerla  ó  mioasf  escalaaen 
la  maralla  6  biciesen   dafio  en  la  estacada. 

44-  Si  fiese  incendio,  ojese  tiros,  reparase  penden— 
eia  ó  caalqoiera  desórden,  darà  pronto  aTÌso  à  su  cabo; 

'j  si  entretaato  qae  este  liegase  ptidiese  remediar  6  con- 
tener algo  sin  apartarse  de  la  poasto,  lo  ejecotarà. 

45.  Todas  las  órdenes  qoe  la  centinela  reciba  han  de 
darsele  por  el  condncto  d^  sa  cabo;   pe^ro  sien  algnn 

'  caso  particalar  qaisiere  dar  algnnia  por  si  el  comandan- 
te de  la  guardia,  las  recibi rà  ,  obedeceri  j  reserrarà 
si  asì  se  lo  encargaae  el  oficiai. 

46*  A  persona  ningona  podrà  comonicar  las  órdenes 
qae  teoga  sino  ai  ctba  ó  comaodaate  de  la  fnavdia  cn 


95 
CASO  q«e  se  lo  mandarea;  j  al  prio^orodeW^  celiar  iaa 
qaeel  segando  comò  soperior  le  haya  dado,  con  preTencioo 
de  reservarks  eo  el  caao.que  evpUca  el  articulo  antecedente. 

47.  La  «eniinela  00  se  dejaré  mndar  sin  presenoìa 
delxabo;  7  mientr^^^staviere  de  f%ccioo,  no  entrare 
ea  la  gariU  de  dia  ni  de  noche,  é  escepoion  de  nna 
oreeida  llnvia  ó  nieirej  6  qae  el  rigor  del  caior  persna-» 
da  aigoberoador  dàComan^ante^  é  permitirlpi  enJas  ho-^ 
ras  qae  se  seiialare  de  dia,  debìendo  tener  siempre  abier- 
tas  las  ▼éotaoasde  laa^aritas. 

48.  Toda.  cQotioela  tendrà  espeqial  coidado  de  dar 
con  la  po3Ìble  anticipaoion  ,ayi$o  é  sn  guardia  cnaodó 
Tiere  venif  àella  aigon  gefe  de  la  plaza  d  otra  persona 
à  qaìeo  correspondao  honores.  . 

.  49*  Las.x^entinelas  de  on  recinto  6  cordon,  qne  pne- 
dan  comonioarse,  paaarin  la  palabra  cada  coarto  de 
bora  desde  la  retreta  basta  là  diana  en  està  forma:  <;tfn- 
iineUij  alerta-f  y  con  laa  mismas  voces  pasarà  de  nna 
i  otra,  emppzanaò  por  el  parage  que.estaviere  sefialado. 

50.  Toda  centinela  apostada  en  morsila ,  puerta '6 
parage  qne  pida  precaucion.>  desde  la  retreta  basta  la. 
diana  darà  el  quitn  vive  é  caantos  Uegaren  à  su  iume*^ 
diacion;  y  ,  respondiendo ,  Bspana^  pregontari  :  qui. 
genia  y  si.  foere  en  oaropafia  gué  regimientol.  Si  ios 
pregnntados  respondiesen  mal  ó  dejasen  de  resp'onder^. 
vepetirà  et  quién  vive  dos  ^ecesi  y  sacedieado  lo  iois-' 
ipo,  ilamarà  la  gnardia  para  arrestarle;  j  eo  0aso  <i^, 
liair  entonces,  dando- con  esto  fandado  motìi^o  de  sos- 
pecbar  qae.sea.  persona  mal  intenpipiiadai  le  har4  foego* 

5l«  Siempre  qne  al  cfuién  vìve  de  una  centinela  apos* 
tada  en  la  moralia,.se  le  respQndiere  ronda  mayòr« 
roada ,  contra-ronda  6  rondilUf  la  bara  hacer  alto,  y 
avisarà  al  cabo  de  escnadra  par^  qne  se  reqiba  corno 
^rreapoadef  y  lo  mismo  practicariio  laa  centi neias  en 
campana»  si  al  pregnnjtafr  gu4  regimientol  reapoudie- 
ran,  general  li  oficjal  de  dia.  • 

iì.,  GttaitdO  paseolasrondas  presenterà  su  armajoda 


^4.  . 

C0iitiiieia9;^  k*ré  freDtealcampoyÀesitiivteraeii  Umara-- 
Ila,  j  81611  otfo  piie8tdatobjelo«{|i98e  le  esté  encargado. 

5>%\  Las  ceDtìneiaa  qae  eatiivt^eii  é  lot  flaaeoa  j  veh 
tagaardis  de  ctfda  bataUòir  eattipado,  solo  permitirin  i 
todo  geoeral  jr  A  loa  oficiélea  de  dja,  éì  pasearse  à  ca- 
ballo  por  las  caliea  qae  formàn-  la«  compaoias^  y  no  de- 
jaré  qae  entre  paisano  algano  8ia  liceocia  dei  capltao 
de  ta  gaarditi  de  pret ebcibii ,  ni  aon  sargentoy  cabo  6 
soldado  de  oiro  regimteDto. 

54*  Las  centioelas  de  un  campo  no  permitirln  de 
fioche  qae  persoot  algaùa  Grafia  etitlre  ea  las  liendas, 
sin  qae  preceda  et  permifl^  del  oficìal  qae  ittaode  la 
gaardia'def  preireacioo;  y  coando  algaoo  se  acercare 
avisgrà  é  U  gaardia  par»  hacerlé  recoiiocer. 

55«    TaoifaAeii  impédiriii  qee  saiga  por  ratigaar^a, 
.  reftagùardia  ni  flancos  de  ies  bataliooes  campadoa  sol- 
dado  òì  cabo  qae  fio  teitga'  al  pase'  del  capitaa  de  la 
gaardia  de  prevenòìoD^  à  qmea-  bara  constar  eà  pèrsiU 
eo  <[ae  le  bau  dado.     .  '  ' 

'56*  Las  centitoela»  qae  eatavieren  en  et  recinto  de 
noa  plasa  ó  encàoipàfia  no  deiavén  qae  se  les  acerqae 
de  noche  persona  algana  'à  la  disténcìa  de  CaAreetta  i 
cincaenta  pa$osv  qae  no  espliqoe  ser  amigo,  j  la  atan- 
daràn  haeer  alto  para  qae(  dando, ariso  é  la  gaardia  ae 
le  reconozca  aotes  de  franqaearle  el  paso. 

57.  Caando  iloeva  'oabrirà  la  centinela  la  llavé  de 
sa  arma  en  la  disposion  qae  esplica  el  manejo  de  ella* 

Conjcluyen  las  óbligaciones  del  eenlinela. 

58.  Todo  soldado ,  sea  en  paz  6  en  gaerra ,  bari 
por  el  condacto  del  cabo  de  sa  respectit a  eàcoadr»  las 
solicitades  qua  taviere;  j  solo  podrà  acadtr  ea  dere- 
cfhara  à  sas  eargeatos  j  ofieiftles  caando'  sean  MiHitus 
qae  no  tenga  n  coneiiioa  con  el  serricio,  ò  qaeja  de  al- 
gaoo de  sas  inmediatos. 

59.  A  niogan  soldado  se  le  manteadré  ipr^so  ma» 


tiempo  de  dos  meaeS)  à  escepeioti  de  loé  case*  ^  deset*-' 
cioD,  cojros  étstigoS' estan  arrèglados  en  ei  tiralo  qoé 
trata  deeate  etimeùt-  v  doì'aiite  e^tiempo  de  sa  arres- 
to) siempre  Otte  .MI  delilio  no  aeà  capital,  se  le  obUga- 
rà  é  hacer  diariamente  Di>a  liora  de  ejèrcicio  eii  la  mia» 
ma  placa  'del  cnarteLpara  epe  sti  èalod  no  defcaezca; 
dì  le  olTide.': 

60.  Al  aoldado  de  iofatìleéta  qoe'  qmsiere^'trabajar 
en  sa  oficio  en  la  misiba  filaza  óiomediacioii  del  pdeblo 
ea  qee  estoviere  el  regìmieoto,  no  àe  le  embarazari; 
comò  8Q  condvcta  età  bneoa  y'  }r  qae  faalk  qùìén  -  baga 
SQB  gnardiaBy  ni  ae  exigitré  de  él  cotra  algnna  por  este 
peraniso^  q«edàodole  ei  arbitrio  de  àJQstar  ;^  pagar  éi 
mismo  é  qaien  la  monte  ;  pero  deberì  precisamente  el 
qua  trabajare  en  el  recinto  dormir  en  ao  cnartel  y  com« 
pafiia;  j  aièndo  faera  del  pueblo  èn  labores  de  campò, 
qaedarà  al  arbitrio  del  ^efe  cfl  dispensérselo:  sin  qae*  en 
ano  DI  otro  caso  se  le  indulte  de  Ics  ejercicios  qne  ìé 
correspoodan,  ni  de  hacer  por  st  formalmente  dos  guarr 
dissen^cada  mei)  una  en  el  cnartel  j  otra  deptaza. 

61.  A  niognn  soldado  cnmplido  se  le  dilatare  su  licen* 
eli:  pero  si  por  alganà  eqi^iivocacion  6  inespefado  acclden* 
te  llegase  este  caso,  deadè  el  mismo  dia  en  qne  ba ja  cnm^ 
plido  sa  empeno  basta  el  en  qne  se  le  entrega  sa  licencìa  se 
ìedarA  teda  la  gratificacion  qae  ba  devengado  aa  piata* 

TITULO  SEGUJ^DO. 

Obtigaciories  del  cobo. 

ArL  1.  El  cabodeestaaclradebesabef  todaslasobli^ 
gKiones  drt  aoldado,  esplicadas  en  el  titolo  antecedente 
P>tra  ensefiarlas  j  bacerlas  camplirexactamentè  en  so  es- 
caadrt^  goardias,  destàcamentos,  ]f  à  cnaiqàiera  tfopa  eo 
qae  tenga  mando;  j  ademas  obseryaré  las  sigaientes. 

^  Para  el  coidado  de  cada  eacoadra  babré  nn  ca- 
^  primero  y  no  segando,  qnedando  los  soldados  de 


96  ,  ' 

elU  i  cargo  de  este  eo  apaeoMg  del  prìmeriO;  y  pajta  «oplii: 
lasveces  del  fipgando  elagìrA  el  capitan  al  soidado  aiiQ 
JQsgare  mas  à  pi'opóeito.  £1  cabo  aegnodo  cajraeacQaara 
sea  la  mas  hìeu,  coidada  jinejor  instroidayaerà  preferibie 
para  primerp;  ji  el  qiie.de  està  clase  se  distiogi^  mas  e^ 
el  mj^ado  y  gobierno  de  U  a^j.ati  ^^ti  atendido  para  sa^r- 
gento  ea  la  primera  vacante  de  sa  compania (l)* 

3..  Par^  ascender  i  cabo  debéri  precisamente  prece- 
der el  exàmen  de  so  aptitud  qae,  bara  el  sargento  ma- 
jor, j  CjKte  coDsi&tiri  en  qoe  nada  debe  ignorar, de  Las 
obligaciones  del  soldado^  ni  de  las  qae  esplica  este  tita- 
lo  para  caboè,  cnja  eleccion  en  las  dos  cUsen  de  aegan- 
dos  j  primeros  ba  de  bacerse  en  la  mis.ma  com pania  en 
qne  ocnrra  la  vacante,  à  .escepcioa  de  cnando  conveóga 
atender  à  soldado  '6  segando  cabo-  de  otr^^  pQf  particn- 
lar  oapacidad  6  mèrito  con  oonocimiento  del.  coronai. 

4*  Las  fanciones  del  cabo  segoodo  son  laa  mi^mas 
qne  las  del  primero,  à  qo|en  e$tai*à  siempre  sabordina» 
do:  deberà  vigilar  el  exacto  camplimien^o.  de  todas.  las 
órdenes  qoe  se  dialcen  à  sa  espoa^ra,  las  pbKgaciones 
generales  de  los  soldados,  y  lo  qae  se  esplica  eq  este 
tUalo  para  los  cabos  primeros,  cayas  fanciones  bari  en 
aasencia  de  estos,  y  en  todos  Los  pne^tos  y  casos  eo  qae 
estaviere  empleado  de  cabo« 

5.  £1  cabo,  corno  gefe  m^s  inmediato,  del  4QldadO| 
se  bare  qaerer  y  respetar  de  et;  no  le  disimnlarà  jamas 
las  faltas  de  sobocdinacipn  ;  iufntidiri  en  los  de  sa  es- 
cnadra  amor  al  servicio  y  mocha  exactitad  eo  ei  des- 
empeno  de  sas  obligaciones;  seri  iirqie  en  el  mando, 
graciable  en  lo  qae  pneda,  castigare  sin  colera,  y  seri 
medido  en  sas  paìabras  aan  cnando  reprenda.,* 

6.  Gaidari  qoe  cada  soldado  de  sa  escuadra  sepfi  sa 
obligacton:  ensefiari  el  modo  de  vestirsQ  con  propiedad, 
conservar  sos  armas  eo  el  mejor  eatado  y  conocer  aos 

(t)  En  la  Re«1  «rden  die  8  de  d^clembl^  de  i8«»4|  se  traU 
•obrc  «su  òrdcn  de  M$€»nèo$.  •   i.  <     /    ( 


97 
pietas  y  faltàs,  pooer  bìeti  Ut  piedraf,  j  apuntar  con 
baia. 

7.  Para  la  Itmpiesa  jr  conservacion  dèi  armamento 
tendrà  %n  su  reaptctìVa  e^cuadra  uri  bronidor,  ao  pe- 
qaefio  martillo,  ao  desarmador  J  nn  mazo  de  madera 
para  ajastar  las  bàyonatas  al  cafioii>  j  de  estos  cuidaré 
aiempre  el  cabò,  faaciendo  al  caatteleto  la  diaria  res- 
ponaabiUdad. 

8.  Instrnirà  à  los  soldadoa  de  sa  escaadra  eòo  pro- 
lija  ateocion  eo  el  paso  corto,  regalar,  redoblado,  obli- 
cao,  circolar  y  de  bilera:  perfecciooaDdo  encsto,  j 
dando  al  soldado  an  aire  marciai  j  macha  soltora,  le 
ensenaré  el  manejo  del  arma  y  foegoa ,  eoo  arreglo 
i  lo  preveoido  en  el  tratado  de  ejércicios.  '    * 

9.  El  eabo  sera  aiempre  respoosabie  del  asea,  baeh 
eatado  del  armamento,  coidado  del  reataario ,  j^bntaa- 
lidad  y  economia  de  los  raacbos,  sabordioacion  j  poli- 
eia  de  8Q  eacoadra,  y.à^l  bare  el  aargento  cargo  dt 
caalqaiera  defectò  que  notare. 

lOt  €ada  escóadra  téndrà  an  cepilio  j  Ùoé  tobaliad 
para  la  limpieza  del  abldado  y  conservacion  de  $u  yes- 
taario. 

11.  n  cabo  refistar^  sa  escaadra  todaa  laa  mananas 
i  la  bora  aenalada  en  el  regimiento:  si  aigdn  soldado 
no  se  presentare  en  -ella  con  el  aseo  debide,  provtden- 
.ciaré  so  pronto  remedio)  y  si  él  descoidado  Io  foese  de 
reincidencìa,  lo  mantendrà  todo  aqael  dia  arrestado  eo 
la  compafiia.  Bespaes  de  la  revista  de  la  limpieza  per* 
sonai  ba^é  qae  cafla  soldado  en  sa  presencia  feconozca 
SOS  armas  y  las  qaite  el  poUo;  conclaido,  dard  parte 
al  aargento  de  estar  sa  escaadra  aseada  y  las  armas  cor- 
rieotes,  noticiàndole  at  mismo  tiempo  caalquiera  dove- 
dad  6  proridencia  qae  hobiere  tornado. 

18.  Siempre  que  la  escaadra  tomase  las  armas,  sea 
para  regista  de  inspeccion,  de  comisario,  guardia  de  la 
placa,  destacamento,  ejercicios  d  otro  motito,  ci  eabo 
de  ella  là  formari  en  lAa  con  la  debida  anticipacioD^ 

7 


•tcindola  del  cmrlel  con  anion  j  órdeo:  mitndari  pò- 
ner  la  baqaeta  ea  el  canon,  j  sacarla  al  frente,  recono* 
cera  cada  arma  con  macha  prolfgidad ,  7  por  el  ataca- 
dor  de  la  baqaeta  yeré  ai  en  lel  interior  dal  cafiop  haj 
cosa  estrana,  ó  saoied^d;  cnidarà  dé.examinar  ti  estao 
los  mnellea  corrìeotes,  el  rastrillocoo  baen  tempie^  la 
ptedra  baena  7  bten  poesta  con  zapatilla  de  baqi^eta^  7 
SI  en  todas  sas  partea  esté  sa  arma  en  bnen  estado.  Con- 
clnida  la  reyiata  de  armaa  bara  recaooctmiento  de  las 
manicionea;  7  tanto  de  frepte  corno  de  espalda  exa^ioa- 
rà  todo  el  aaeo  7  estado  del  yestnario  7  correage;  re- 
mediare  prontamente  laa  faltas  qae  notare;  7  ai  hubiese 
alsQoas  qae  no  paeda  por  enton<?e8,  dUpondré  se  en- 
mienden  con  la  orevedad  posible^  Laego  qae  ae  pre- 
aente  el  sargénto,  7  qoe  el  cabo  ha7a  hecbo  aa  re?Ì9- 
ta,  le  darà  noticta  exacta  del  ndmero  de  loa  pre^ntei, 
nombrea  7  destinoa  de  loa  anaentea,  estado  del  arma- 
mento 7  aseo  de  aa  escaadra  ;  7  la  misma  formalidad 
observari  con  los  soldados  de  ella  qoe  entran  de  gaar- 
dia  diariamente,  7  con  coalqniera  mimerò  de  ellos.  qae 
ae  destine  para  f  ancion  del  aerTicio. 

15.    El  cabo  estarà  en  todo  anbórdinado  al  aargento 

Sara  caalqaiera  asanto  del  seryicio;  7  solo  podrà  acu- 
ir à  sa  sobteotente  en  caso  de  tener  qaeja  del  sar- 
gento: al  tepiente  caando  la  ten^a  de  amboii,  7  al  ca- 
{>itan  7  demas  gefes  ppr  gradoacion  siempre  qae  no  se 
e  haga  jasticia* 

14*  El  cabo  primero  7  el  aegando  redbiràn  eoo  el 
morrion  ó  gorro  qaitado  la  órden  del  sargento,  7  po- 
niéndoselo  despaes  de  e$te  acto,  el  primero  foc^iarà  en 
ala  sa  escaadra  para  comanicarla  à  aas  'soldados;  estos 
7  el  cabo  segando  ae  descobrirào  à  on  mismo  tiempo, 
manteniendo  sa  morrion  ó  gorro  en  la  mano  derechai 
qne  dejarà  caer  con  aire  7  oniformidad  sobre  este  cos- 
tado;  7  en  està  disposicion,  gaardaodo  todos  silencio  7 
compostora,  les  ^splicarà  el  primer  cabo  la  4rden  gene- 
ral qae  ba7a  recibidOf  nombrarà  los  qae  entran  de  ser^ 


99    . 
vieto  el  dia  sigaiente^  j  anadìri  tas  preyenciones  qae 
teoga  por  conyenientes  para  la  policia  j  gobierno  de 
sa  escaadra. 

15.  •  Tendré  ana  lista  de  ÉH  escnadra  por  antigfiedad, 
otra  por  estatara,  y  otra  ea  qàe  estario  sentadas  todas 
ìaa  prendas  de  sa  yestuario  j  armamento  con  èl  ndmero 
6  marca  de  cada  arma. 

16.  £1  cabo  primei'o  j  segando  tendrdin  ana  yara 
sin  labrar  del  graeso  de  nn  dedp  regolar,  y  qae  pueda 
doblarse  i  fin  de  qoe  el  oso  (con  el  soldado)  da  està  iu- 
signia  qae  dUtingae  al  cabo  no  tenga  malas  resultas. 

17*  El  cabo  tendri  àatoridad  para  arrestar  en  la  com* 
pania  cnalqaiera  soldado  de  sa  escaadra,  y  en  èl  solo 
caao  de  desobedecerle  tS  respondefle  con  insolencia  le 
sere  permìtido  él  castigarle  con  sa  yara,  pero  sin  pa- 
lar de  dos  ó  tres  golpes,  j  estos  en  la  espalda  6  parage 
en  qae  no  paeda  Tastimarle  grayemente:  en  cnalqoiera 
de  los  casos  antecedentes  darà  parte  al  sargento  para 
qae  por  el  condncto  de  este  llegae  la  falta  y  el  castigo 
à  DOticia  de  los  oficiales  de  sa  compaiiia.  ' 

18.  En  los  ejercicios,  fìinciones  de  gnerra  y  teda 
formacion  los  primeros  cabos  reemplazar^n  à  los  sargen- 
toa  qae  faltaren  para  el  completo,  y  entonces  lleyaràn 
laa  armas  feerctadas. 

19*  El  qoe  yaya  mandando  ana  gaardia  6  destaca- 
mento  marcbari  à  la  cabea^a  de  ella  y  lleyaré  el  arma 
terciada. 

80.  Si  etcébo  tolerase  en  so  escaadra  6  tropa  qae 
mandase  fattas  de  sabordìnacion>  marmaractones  centra 
el  seryicio)  6  conyersaciones  poco  ri'spétaosas  de  sas 
oficiales,  seri  depnesto  de  la  escaadra,  y  obiigado  à  ser- 
yir  diec  afios  de  ùltimo  soldado;  pero  para  csto  se  bara 
una  jastificacion  formai,  é  cuyò  pie  pondi'i  el  ayndaii» 
te  mayor  sa  dictimen,  y  et  coronel  la  órden  para.lt 
priyacion. 

^21.     Para  Uevar  y  dar  ta  órden  i  sa  oficial  tendri  el 
cabo  su  arma  terciada,  y  despues  de  recibi r  la  qoe  aqaél  ' 


100 
le  comaoiqde  darà  media  toelU  i  ia  itqaierda  j  ae  re- 
tirare. 

22.  El  eabo  coidari  de  qae  la  parte  del  coartel  qae 
correspoode  à  «a  escaadra  esié  con  el  major,  asep;  /as 
armas  puestas  en  la  mejor  forma;  Ida  maletas  coigadas; 
qae  no  se  poagan  clavos  en  la  pared  sio  liceocta  de  su 
capitan,  j  qae  las  mesas^  bancos,  tinajas,  oUas,  tapa» 
deras  y  demas  maebles  qoe  habiere  se  tenga  limpios 
j  cnldados. 

25.  El  cabo  TigUari  qae  sn  eacnadrà  reciba  la  lena, 
camas  j  aceite  qae  ia  correspoode,  qoe  se  moden  las  si- 
banas  cada  mes,  y  qae  toda  la  ropa  qae  le  entregare  la 
provisioQ  sea  de  recibo:  en  inteligeneia  de  qae  coando 
en  cualqaiera  de  estos  asontos  recanociere  falta>  ba  do 
acodir  al  sargento  de  so  compafiia,  qaien  dare  parte  à 
sa  snbtenìente,  para  qae  por  el  condacto  regalar  se 
remedie. 

24*  Caando  se  retiran  las  escnadras  del  ejerciclo  si 
algan  soldado  ae  atreviese  à  tirar,  j  el  cabo  dejase  de 
ponerle  preso,  j  dar  parte  i  sa  sargento  para  qae  llegae 
à  noticia  de  sa  capitan^  ae  castigare  al  mismo  cabo  eoo 
un  mes  de  prision* 

S5.  El  qae  temendo  tropa  à  sa  órden  no  la  baga 
obseryar  una  exacta  disciplina,  sere  castigado  severa- 
mente« 

26.  Siempre  qae  los  soldados  tornea  Isa  armas,  cai* 
darà  el  cabo  de  qoe  coantos  movimientos  ejecutaren  del 
manejo  de  ella  sean  con  mocbo  aire  j  exactitod,  y  qae 
en  so  marcba,  formacioo  y  pantoalidad  acrediten  sa 
boena  disciplina. 

27.  Los  cabos  en  sn  trato  con  los  soldados  aeràa  sos- 
tenidos  y  decentes,  darin  é  todos  el  Ustedj  les  Ilamario 
por  so  propio  nombre,  y  nonca  se  valdràn  de  apodos, 
ni  permitirén  qoe'  los  soldados  eotre  si  osen  de  voces  ni 
cbansas  de  mala  crianza* 

28.  £1  cabo  primero  riiitari  con  frécoencia  los  en- 
fiirni^  qoe  bobiere  d^  so   escoadra    en  el  bospital;  y 


101 
coaiido  no  ptieda  por  •<,  haré  qne  Io  ejactìte  el  cabo 
Inondo  6  aoldado  qne  liiciere  sas  teces. 

89«  Ei  cabo  qae  encootrase  faera  del  tnartel  an  sol* 
dado  desastrado,  borracho  6  cometiendo  cnalqaiera  es- 
ceso, aea  ó  i^  de  sa  compafiia,  le  condacirA  al  coartel 
preso  j  dari  parte  A  su  companfa,  ó  al  òficial  de  la 
guardia  de  prevencton. 

50.  Gaando  entre  de  guardia  j  Uegue  con  ella  i 
formarse  enfreote  de  la  saliente,  pedirà  à  su  sargento  6 
in  mediato  gefe  liceocta  para  entregarse  del  puesto  j  ma* 
dar  lai  centinelas:  conseguido  el  permiso  del  que  man- 
dase  la  guardia,  numararé  los  soldados  desde  uno  basta 
que  termine  el  ndnero  |  eligiendo  para  centinela  de  laa 
armaa  el  mas  esperto  y  de  major  confianza  entre  los 
destioados  al  releyo  de  ellas,  dejando  para  ordenansa 
ano  ó  doa  soldados  de  agilidad  y  despejo,  segun  conven- 
ga eu  aquel  puesto. 

51.  £l  cabo  entrante  se  acercari  al  saliente,  y  sabido 
por  di  el  ndmero  de  centinelas  que  debe  mantener  de  dia 
y  de  noche,  Uamari  los  soldados  que  deben  mudar  las 
salientes:  amboscabos  con  las  armas  terciadas  roarcha* 
tìb  l'unto  à  la  primera  muda ,  que  se  bari  con  la  forma- 
lidad  espresada  en  el  artfculo  54^  titolò  1.^  de  este  tra- 
tado  ;  7  durante  sa  marcila  basta  el  puesto  de  la  primera 
centinela  enterari  el  cabo  saliènte  al  entrante  de  las  dr« 
denes  de  que  aquella  esti  encargada,  para  que  instrui- 
dos  ambos  cuaodo  lleguen  à  mudarla ,  presencien  la  en- 
trega  de  una  à  otra ,  y  aseguren  mas  la  importaocia  de 
que  no  te  equifoqne  la  consigna  ;  repitiendo  està  for- 
ma lid  ad  en  todas  las  demas  que  releraren. 

52.  Si  en  la  guardia  hubiere  doa  cabos ,  el  uno  cui- 
dari  del  releyo  de  las  centinelas,  y  el  otro  se  entrega- 
rà  del  cuerpo  de  guardia,  muebles,  aseo  del  paesto>  j 
órdenes  particulares  qne  bubiere  en  él  ;  éste  por  el  con- 
ducto  de  sa  inmediato  gefe  pedirà  permiso  para  eotre* 
garae  del  poesto  ;  y  coando  bubiere  parte  de  centinelas 
muy  digtantes  de  las  otras,  ayudarà  4  mudarlas  el  cabo 


102 
que  se  entrega  del  cnerpo  de  guardia)  debiando  tmbo«, 
laego  qae  hayan  cpncluido  sas  fancìones,  a^isar  de  ba« 
ber  madado  laa  ceotìpelas  j  j  consignàdose  del  pnesfo, 
dando  parte  al  mìsmo  tìempo  de  caalqoiera  novedad  6 
falta  qoe  hobieien  observado;  y  si  oo  lo  ejecatasen  esta<* 
rén  snjetos  à  la  peaa  correspondietite  al  esceao  6  falta* 
55.  Sì  el  cabo  qae  foese  gefe  de  la  guardia  toTiese 
una  centipela  separada  à  mas  de  la  de  las'  armas,  j  dis- 
tante ó  no  vista  de  està,  asistirà  à  ta  mada  de  la  primera 
por  81  mi^mo,  y  enviarà  con  el  reterò  de  la  mas  separa- 
da el  aoldado  qae  sea  de  sa  satisiaccion  para  saplirle; 
Saro  este  no  ba  de  e^iimirse  àt  hacei*  so  centinela  ctian« 
o  le  toqaOf  en  CQjm  caso  se  nombrarà  otro  qtie  pre^ 
aencie  la  entrega  (l), 

54*  Cnando  haya  dos  caboa  en  una  gnarcliaf  nao 
de  ellos  alternativamente  estari  aiempre  aentado  ó  eo 
pie  i  la  tnmediacion  de  las  armas;  y  ambos  aiempre  aten- 
tos  à  las  converaaciofies  y  acclones  de  los  soldados. 

55.  El  cabo  prevendrà  à  la  centinaia  cnando  la  de- 
je  en  sa  pacato  ,  qae  à  mas  de  las  órdenes  particnlares 
qae  le  bubiere  entregado  la  saliente,  observe  exactamente 
todas  laa  genera les  de  nna  centinela. 

56.  El  cabo  caidaré  de  Uevar  las  centtpelaa  entrain 
tes  y  salientes  con  la  mayor  formalidad;  anteade  mar- 
char  reoonocerà  laa  armas  de  los  eptrantes  ;  coidari  de 
qae  estén  cargadas,  cebadasy  en  baen  eatado  de  aeryicio, 
y  no  maircbaré  con  lasentrantes  ni  despedirà  las  salientes 
cnando  se  restitoye  i  sa  gaardia  sin  permise  de  ao  gefe. 

57.  El  cabo  de  nna  gaardia  debe  ser  la  confiansa  y 
descanso  de  sas  gefes:  la  Tigilancia  y  desempefio  de  las 
centinelas,  aseo  de  aa  tropa  j  pontnal  camplimiepto 
de  todaa  las  órdenes  qae  se  dieren  son,  atenciones  io- 

(i)  En  est*  caso  advertira  el  cabo  4  la  centinela  distante 
del  soldadòque  ha  de  ir  i  presepciar  la  muda,  para  queeptre- 
glie  el  puesto  sin  incnrrir  en  la  pena  de  mnerte  qoe  tiene  la 
centinela  qoe  te  deja  mudar  por  otros  qae  aaa  cabof  da  aaco&* 
dea  I  ^  qua  Ui  estuviaran  deitinados  por  caboa» 


103 

dfspéiisablea  j  proptas  Ab    io  obligadoo  4  isttituto* 

58.     Las  eentinelas  ••  relerardo  de  dos  ed  dos  horat, 

j  solo  se   variare  està  regia  limitando  à  cada  bora  la 

moda  coando  el  escesiTO  calor  6  frio  precise  é  ejeeotarlo. 

39.  Et  cabo  de  cada  guardia  (sea  eo  gaarnicioii  ó  ea 
campana)  visitarà  de  dia  eoo  frecuencia  é  sds  centinelaSt 
j  de  nocbe  lo  ejecntarà  cada  media  bora,  dandole  para 
esto  el  oficial  ana  sefial  qoe  oida  de  las  eentinelas  à  dis* 
tancia  competente  reconocca  ser  la  Tiaita  de  sn  cabo, 
aargento  d  oficial  ;  j  à  fin  <jne  las  gnardias  inmediatas  no 
la  igndren,  j  qoe  sns  eentinelas  no  estrafien  elrnido,  se 
la  comnnicarén  reciprocamente  los  gefts  de  las  gnardiaa 
confinantes* 

40.  Una  moda  de  coatro  eentinelas  se  condnciri  en 
una  fila  ;  de  seis  basta  cebo  en  dos  ;  de  nòere  basta  do* 
ce  en  tres;  el  cabo  marcharé  nn  poco  addante  del  cen- 
tro en  la  primera  fila,  j  coìdafi  con  firecuente  obserta* 
GÌon  qne  sn  trcpa  le  siga  con  el  silencio  j  bnen  órden 
qae  debe. 

41*  El  cabo  qne  mandare  nna  guardia  (j  lo  mismo 
otro  en  ignal  caso),  loego  qne  se  bàya  entregado  del 
pneato,  reconoceré  las  armas  7  mnniciones  de  sn  gnar* 
dia,  ▼  cnidarà  de  qoe  todasestén  en  el  mejor  estado;  con- 
dnioa  està  reTista  bara  arrimar  las  armas,  formari  sn 
gnardia  en  meda ,  leerà  las  obligaciones  generales  de  lu 
eentinelas  ,  7  afiadirà  las  órdénes  ó  prevenctones  pecn* 
liares  de  la  plaaa  7  S07aB  para  aqoel  pnesto,  esto  eS| 
las  qne  pnedan  ser  pdblìcas  j  no  sean  reserradas  al  cabo 
de  la  gnardia  para^  sn  particnlar  atencion  7  eondncta* 

43*  El  qne  mandare  gnardia  qoe  dependa  de  uba 
plaaa^  en  caso  de  oir  tiros,  ver  foego,  sensi  de  alarma 
6  cnalqnier  albereto,  la  pondr^  inmedìatamente  sobre 
lai  armas:  si  bobiere  barreras  las  cerraré,  7  tornare 
laa  damas  precaoerones  qne  jiosgare  condncentea  à  so  se- 
goridadv^sin  perder  instante  enfiare  nn  soldado  à  dar 
parte  de  palabra  è  la  plasa  de  la  ocnrrencia,  7  seguire 
de  alU  i  poco  otro  parte  por  eacrito.  Cuando  la  goar* 


104 
dia  sea  ia  dei  caarUl»  darà  està  aviao  é  an  O0roael  al 
miamo  tiempo  qae  é  ia  pla^f^a;  y  si  la  ooT^d^d  oiereeiese 
aigana  utencioii)  pre?eudré  à  todat  las  ^ooEipaSiaa  qne  se 
▼istaQ  j  aprontea  para  tomar  laa  armas  4  pruaera  órd«o. 

43«  Todo  geCe  de  guardia,  sea  cabo  6  aargeoto  li 
oBcìal,  lleTari  consigo  papel  para  escribir  Ics  partiea  por 
ai  mismo,  paes  toca  soiamente  al  que  manda  el  paeato 
està  confiaoza,  y  la  respoosabilidad  de  la  espUcacioa  ea 
las  novedades  de  qae  diere  cneata. 

^  44*  Eli  cabo  qae  estaviere  mandando  an  paeato  en- 
fiare por  la  ,<Srden  on  aoldado  al  p^rincipal  ó  parage  se* 
fialado  para  darla  >siem{>i:e  qae  estaTÌere  iodepeodieiite; 
pero  si  cstuTÌere  en  avanzada  ó  parage  dependiente  de 
Qtro  paeato >  enviarà  por  la  érden.à  la  gaardia  de  qae  ha 
aido  destaeado. 

45*  Ea  todaa  las  platea  donde  haya  mucha  d  poca 
guarnicion,  y  aa  podiesen  comnnlcar  el  recinto  6  jpaéa- 
tps  de  éi,  «aldré  despoes  da  tocada  la  retreta  desde  el 
puaato  principal  (si  eataviere  aobre  la  maralìa))  6  del 
qae  en  ella  nombrare  el  gobernador ,  ona  roodiilaf  qoe 
bare  on  cabo  de  eacuadra  con  un  faro!  6  ponta  de  me- 
cha  cncendid»)  para  asegnrarse  de  ia  vigilancia  y  dea- 
empeno  de  todas  laa  ceotioelas  que  encoentre  de  poesto 
i  paesto  y  encargariea  qae  complan  con  sa  obligacion. 

46.  Este  cabo,  Uegando  al  caerpo  de  guardia  inme- 
diato por  sa  dereoha ,  entregaré  el  farol  à  otro  cabo  de 
él,  el  cual  sin  p^rdid^  de  tiempo  ejeoutarà  igual  aervìcio 
por  sa  derecha;  y  continuéndose  lo  mismo  de  poesto  en 
paeatOf  correrà  està  rondilU  aucestTamente  sin  cesar  ni 
detenerse  toda  la  noche,  basta  qoe  despoes  de  haber 
tocado  la  diana  pare  el  farol  enei  paesto  de  donde  sa- 
lió,  en  el  cual  ha  de  eatar  la  providencia  para  manie* 
nerle  j  cuidarle. 

47.  En  tocando  la  diana  ^  deapoea  de  abierla  la  paer* 
ta  y  hecbo  el  xeconocìmiento  eaterior  qae  debe  p>rece- 
derie,  mandare  el  cabo  é  la  mitad  de  ao  guardia  no  em- 
pleada  eù  laacentinelaa,  qoe  se  laTen,  peineii»  limpteu 


105 
loé  zipaÀùB  j^»e  BMeéù  en  cnanto  tea  posible»  ddodoles 
para  e«to  una  media  bora,  ta  coal  coodaida  ios  revista- 
ré  j  bara  qae  ia  otra  mitad  ejec&te  lo  misinO)  debiendo 
el  «oidado  estar  en  su  guardia  con  el  propìo  aseo  qne  ri 
•cabase  de  salir  de  sa  coartel  ;  despoes  de  releradas  Isa 
centinelas  por  otras  ja  peioadas^  bare  qoe  las  salien» 
fes  à  QD  pròpio  tiempo  se.  pongao  eo  igaal  estado. 

48.  Los  cabos  barén  barrer  cada  inafiana  el  caerpo 
de  gnardta^y  toda  ia  inmedidcion  de  sa  pue8to ,  para 
cajrp  fin  darà  ia  plaza  las  escobas  aecesarias. 

49*  Los  cabos  y  soldados  babilitados  para  rècibir  la 
órden  formaràn  rueda  con  ios  sargeotos  destinados  à 
igaal  fin,  prefirieodo  en  el  circulo  (eoo  inmediacion  por 
sa  derecba  al  ayadaote  qae  la  diitribaya)  Ios  sargentos; 
à  qoe  segoirén  ios  cabo8<^  j  à  estos  ios  soldados ,  toman* 
do  dentro  de  cada  clase  so  respeetìvo  logar  por  atiti* 
gfiedad  de  coerposj  j  para  no  permitir  qoe  persona  al- 
gona  se  acerqoe  >  se  proTeerìo  de  la  guardia  del  princi- 
pal  coatro  centtnelas  qoe  se  manteodrào  eoo  las  armas 
presentadas  -y  la  espalda  al  circolo  mientras  el  sargento 
major  ó  ayodante  estoviere  dentro  de  él. 

59.  £1  qoe  Baandare  ooa  guardia  se  pondrd  d  la  de*- 
recba  ó  izqoterda  de  ella ,  seguo  el  parage  donde  for- 
mase  so  cabeza. 

51*  Caaodo  ona  guardia  (sea  en  tierapo  de  paz  6  de 
guerra)  viere  acercérsele  ona  tropa  arisada,  ó  caaiqoiera 
tropei  de  geote,  deberà  por  precaaciion  ponerse  sobre  las 
armas  ^  y  si  bubiere  algona  desconfianza  de  élla  ^  reco- 
nocerla,  no  permitiendo  entrar  en  la  plaza  faerza  arma*' 
da  que  paso  de  coatro  honabres  siti  órdeo  dei  coman- 
dante de  ella,  A  menos  que  sea  tropa  de  la  guarnicion 
que  baya  salido  para  bacer  ejercicio ,  j  baya  òrden  ge-> 
neral  para  so  salida  y  entrada. 

58.  Goaodo  en  tierapo  de  goérra  se  presenten  car« 
roages  à  la  paerta  detona  plaza  para^ntrar  en  ella,  se- 
rén  antes  reconocidos  por  un  cabo  y  algonos  soldados, 
i  fio  de  examinar  si  bay  algo  qoe  indiqoe  sorpresa» 


106 

55.  El  cabo  qne  eataTiare  mandando  gnardià  de-en- 
trada  de  una  plaza  examinarà  à  lodo  el  qae  te^  introdoz- 
ca  en  el  pueblo  j  oo  faere  residente  ea  él,  d  hombre 
de  cenocido  oficio  6  trato^  j  naciooal^  pondrà  por  es- 
ento sa  Dombre^  empieo,  el  parage  de  donde  ▼iene,  y 
la  casa  y  calle  donde  Ta  à  posar;  tomadas  estas  noticias, 
si  faere  oficìal  de  mis  tropas  le  dejaré  pasar  libremente» 
j  si  lo  faere  en  serTieio  de  otro  principe,  6  paisano  fo- 
rastero ,  le  bara  acompafiar  por  un  soldàdo  à  casa  del 
gobernador  6  comandante. 

54*  Coando  las  centinelas  de  laa  gnardias  diereo  stì- 
so  qae  viene  ronda  major,  ordinaria  ó  rondilla,  lo  ad- 
Tertiré  el  cafao  de  eecnadra  al  qoe  mandare  la  gnardia, 

Soien  enviari  un  sargento  6  un  cabo  con  coatro  sòlda- 
OS  à  reconocer  si  ea  la  ronda  que  se  ha  nombrado;  j  si 
el  cabo  ae  hallase  gefe  del  puesto^  bar^  salir  dos  éolda* 
doa  sojos  al  reconocimiento  ,  instroyendo  é  estos  de  lo 
quo  practicarlan  si  él  los  condojese  para  qne  cumplan 
en  la  mìsma  forma  ;  en  cnyo  caso  el  mas  antiguo  de  los 
des  llevarà  la  representacion  de  cabo. 

55.  Si  foero  ronda  6  oontra-ronda  ordinaria  saldrà 
•1  cabo  de  escuadra  con  dos  soldadoe  à  reconocerla,  y 
la  bara  adelantar  é  dies  pasos  de  las  armas;  y  presen- 
tando el  mismo  cabo  so  bayoneta  al  pecbo  de  la  ronda, 
se  bare  dar  el  santo  y  contrasena. 

56.  Si  estando  de  gefe^  un.  cabo  en  guardia  avantada 
se  presentase  algun  tambor  6  trompeta  qoe  venga  de  los 
enemtgos,  baìri  que  se  le  irenden  los  ojos  y  le  enviarà 
de  puerto  en  pacato  al  comandante  de  la  placa,  previ* 
niendo  qae  no  se  detenga  en  el  camino  ni  hable  con  per» 
sona  alguna  basta  que  se  presente  al  comandante. 

57.  £1  cabo  que  mandare  guardia  de  campo  coidari 
de  qne  esié  siémpre  con  la  cara  al  enemigo  ;  y  aynqno 

EBsemoe  Nosise  mantendré  formada  con  el  frentè^-l  él 
aciendo  eo  està  disposioion  Ioa  bonores  A  laa  peraonaa 
qae  los  tuviereo. 

58.  Coando  los  brigadierea  de  dia  v isitaren  los  ] 


107 
to»,  ias  goardias  ae  popdrin  en  ala  deseansando  $oJb^9 
lag  armaSf  j  el  cabo  ea  el  lagar  qne  correef^nda^  ae- 
gan  la  fepreseotacìon  qoe  teoga  de  gefe  ^  aoìiordiDado. 

59.  Goando  el  coroDel  de  dia  visitare  Toa  paestos,  los 
soldados  de  guardia  se  poodrio  al  pie  de  sos  armaa,  j 
el  cabo  eo  elldgar  que  le  tooare* 

60.  Gaando  las  tropat  desalojarende  na  caartel,  el 
cabo  cuidarà  de  qn^  se  apagaen  los  faegoa  qoe  tayiere 
ao  escaadra. 

61*  Siempre  qae  se  encootraren  sobre  la  marcfaa 
tropas  jeotes  j  viuientes,  la  qae  vaelve  de  faccion  de* 
bere  ceder  y  bacer  legar  é  la  que  lleva  destino  à  ella,  oo 
babiendo  espacio  para  continuar  ambas  sa  viage;  pero 
babiéodole  le  prosegnirin ,  tornando  cada  tropa  ta  is- 
qaierda  de  la  otra  f  tanto  en  camicros  caanto  en  plazas 
6  callea. 

62.  Toda  tropa  qne  marcbe  sin  armas  con  coalqùie* 
ra  destino  qae  lieve  cederà  à  la  qne  vaya  con  ellas;  j 
toda  tropa  qne  no  toyiere  bande  ras  6  estandartes  cede» 
ré  à  la  qne  los  tuviere. 

65.  En  todas  las'  marchaa  qae  baga  ana  companfa, 
el  cabo  seri  responsable  de  no  dejar  qae  se  separé  sol«* , 
dado.algano  de  su  escoadrat  ni  qae  se  mezclen  con  loa 
de  otra  ;  y  caando  algan  soldado  taviere  precisioo  natu- 
rai para  detenerse,  si  foère  noevo  en  la  oompania ,  de* 
be  prevenir  al  cabo  segando  quo  l^  espere»  6  à  uno 
de  los  soldados  de  confianza^  j  atender  por  ai  d  la 
pronta  incorporacion  de  ambos. 

64*  Si  en  la  marcba  enfermase  al^na  soldado  de  mo- 
do qae  no  paeda  seguirla ,  dare,  el  cabo  inmediatamente 
parte  àso  sargento,  y  en  so  defecto  aUubtenieote,  para 
qne  llegue  à  noticia  del  capitan  ^  comandante  de  la  comr 
pania,  qaien  darà  la  providencia  qoe  reqoiere  el  caso* 
^  65.  Caando  llepse  la  compafiia  al  paeblo  de  so  triof 
sitoi  el  cabo  recibirà  del  aargeqto  las  boletas  para  so 
eseìiadra>  elegtrà  para  si  la  naejpr  casa,  y  dejando  la  se^ 
guada  para  el  segando  ^abo,  6,  el  qae  hiciere  sas  re- 


108 
ces,  bari  qne  ìo§  toldados  aorteen  lai  demas  boletan 
TÌsitaré  cada  casa  para  ver  si  el  soldado  tiene  ^n  ella  la 
debida  asistencia^  j  avisarj  &  tqdoi  los  patrones  en  qué 
casa  se  aloja  para  qae  acudan  &  él  si  taViereo  qae  dar 
aigana  qoeja.  .  ^ 

66.  Para  darla  órden^  pasàr  listaa  j  revistas  de  aseo 
y  armamento  )  senalaréel  cabo  à  los  soldados  de  so  es- 
cuadra  ia  bora  en  qaa  deben  acadir  à  la  casa  en  qae  se 
aloja  ,  j  en  los  dias  de  marcba  ies  prevendrà  asimismo 
la  bora  en  qtte  deben  estar  &  sa  pnerta  con  armas  y  mo- 
cfailas,  procarando  anticiparla  para  qne  no  se  retarde  la 
incorporacion  de  la  compania  en  et  parage  sefialado. 

TITULO  TERGERÒ. 

Obligaciones  del   ioldado  y  cabo  de  caballeria  y  de 
dragones. 

Art.  1.  Ademas  de  las  obligaciones  espHcadas  en  los 
titalos  antecedentes  (qne  en  pantos  de  policfa,  anbor- 
dinacion,  disciplina,  respeto  Ìl  los  snperiorès,  y  exactt- 
tod  en  ei  serTÌcio  son  comanes  k  todo  soldado  j  cabo 
en  general),  deben  los  de  caballeria  7  dragones  por  sa 
tnstitatode  montados  obseryar  cnanto  prerienen  los  ar- 
ticalos  sigttientes. 

3.  A  la  entrada  de  nn  reclata  en  los  cnerpos  de  es* 
tasclases,  debe  entregirsele  en  sa  compaiifa  sa  vestaa- 
rio  y  armamento  j  montnra ,  impontdndole  por  menor 
en  el  nombre  de  las  piezas  de  cada  cosa,  j  oso  qne 
debe  bacer  de  todo,  para  qae  con  conocimiento  de  ra- 
Kon  de  lo  qae  se  inatilice,  pierda  ó  rompa  9  corno  res« 
ponsable  de  sa  cnidado. 

5,  No  ban  de  cargdrsele  d  sa  entrada  )os  menages 
de  montara  7  Hmpieza  del  caballo ,  corno  son  brnza,  al* 
roobaza,  morrai,  saco,  maleta,  manta  del  caballo,  ca- 
bezada  de  pescfbre  jr  cabezon. 

4«    Tanto  el  soldado  de  caballeria,  corno  el  de  dra- 


109 
gooesy  deba  eitar  inttroido  del  servicio  de  é  pie  j  à 
caballo  para  ejeeotarlo  coti  aìre^  des^mbaraso  j  pr(H 
pi«dad  en  caalqaiera  acto  ;  7  para  co&segairlo  ha  de 
enaendraele  coando  entra  de  reclu.ta  el  modo  7  aegori-- 
dad  de  mootar ,  j  el  demanejar  el  cabalio  ood  las  rien- 
das  de  la  brida;  advirliéiidole  qae  $ì  conoce  qne  con 
el  bocado  qne  Uefa  no  ae  gobierna  snaTemeiite  »  lo  aTiae 
al  cabo  de  so  eacaadra>  para  qae  oportanamente  reme* 
die  aqQellafalta. 

5.  Debe  inatratrae  eo  el  modo  de  manejar  sa  caba<-> 
llof  ycaidar  de  aa'  conservacion  j  dtil  estado  de  servi* 
ciò  9  limpìàndole  dos  vecea  al  dia  é  las  boraa  qae  senale 
el  comandante  del  coartel^  en  el  yerano  al  fresco  9  j  en 
el  iaTÌérno  en  la  cabalierisa»  manteniéndolo  en  la  pri* 
mera  estacion  basta  la  bora  regalar  de  ToWerlo  al  pe- 
aebre^  para  darle  sa  pienso  de  cebada;.  otto  se  le  ba 
de  dar  à  medio  dia»  j  el  tercero  à  la  tarde^  deapaes  de 
haberle  limpiado. 

6.  Dari  agaa  al  caballo  dos  Teces  al  dia  en  el  vera* 
DO9  j  nna  en  el  invierno,  i  las  horas  qae  senale  el  co* 
mandante  j  iimpiiodole  antes  de  sacarlo  da  la  caballeri* 
sa;  y  caidaré  de  abrigarle  en  tiempo  frio  con  la  manta 
ajaatada  con  la  cincha,  qoitindole  ano  y  otro  por  la 
Doche,'  antea  de  la  bora  regalar  en  qae  soelen  echarse 
loa  caballoa,  é  cajo  tiempo  debeo  cerrarse  las  yenta*^ 
naa  de  la  cabaHerisa* 

7.  Mìrarà  con  irecnencia  la  boca  à  $xx  caballo,  para 
reconocer  si  tiene  algona  ra^a  de  la  paja;  observaré  si 
toma  el  agaa  comò  loa  demas  diasj  y  si  advirtiese  algana 
novedad  en  estOf  y  en  qae  deje  de  corner  la  cebada  6  cosa 
qoe  indiqoe  enfermedad,  avisarà  tf  sa  cabo  paotaalmente*. 

8.  Antes  de  dar  la  cebada  la  pasarà  por  an  cribillo,. 
qoe  ba  de  tener  al  efecto>  para  limpiarU  de  toda  broza^ 
poÌTO  y  piedrecillas,  (|ae  dan  tos  al  caballo» 

9.  En  el  primer  dia  de  cada  mes  esquilari  las  ore» 
jasy  crìnea  al  cabatlo,  cortarà  en  U  cabexa  deéijuuto 
i  laa  Telaa^  aolo  lo  qae  baste  para  el  assento  de  la  ca- 


no 

be«.ada  de  la  brida^  j  despniitarà  la  cola  aio  esiger 
de  trea  dedos  por  debajo  de  los  eapejoetofr.  ■■ 

^10*  Atarà  el  oaballo  en  el  peaebre  ooa  solo  el  largo 
de"  trea  palmoc  de  ronzai;  j  por  la  noehe  le  alargar^ 
un  poeo  mas,  para  qoé  oóAodainetite  poeda  eetiarse 
aiD  riesgo  de  ^ncabóstrarse  al  (evanlai^ad  6  revolrerae: 
teniendo  enidado  de  qne  semaatetiga  trabad<»  «4  Itetnpo 
neeesario  para  ao  primer  deacac»a<i,  j  que  no  ae  tastime 
el  pecho;  y  si  las  trabas  podiesen  aer  de  taero  doble 
rellenadas,  se  evìtarén  -me^r  lag  rovadoraflC  .     . 

11*  Poodri  la  grapa  é  aa  caballo  dos  Veoes  à  la  se** 
mena  para  iostrairse  en  ei  epodo  de  dobtar  y  eoiocar  las 
piezas- de  qoe  se  compone^  y  saldri  à  pasear  UM^tado 
con  los  demas,  à  fin  de  qoe  el  caballo  éo  lo  eattrafie, 
aienta  sit  peso^  ni  por  mal  poeato  se  lasttitiek\ 
>  19.  No  Uevaré  para  las  mttrdhaa  >n  la  grnpa  mas 
qne  la  manta  con^  so  cincha^  el  saCo  de  la  eebada,  con 
la  boca  de  éì  al  iado  de  montar,  la  maletà  y  arn^rilloi 
qne  colocaré  sobre  U  boca  de  diche  saeo,  ponModol'i 
lodo  bien  coordinado  y  asegnrado  eoa  -sns  trea  correas: 
la  capa  bien  doblada  la  afianaaré  con  las  dos  <3orreaa  ó 
maletillas  poatisas  paestas  é  los  estremos  de  las  dos  cor* 
reas  principales  para  el  oso  pronto  de  ella^  sin  necesi- 
dad  ne  deshacer  el  todo  de  la  gropa  (esto  no  està  ya  en 
nso,  y  si  debe  coloearse  dìcba  capa  sobre  el  borren  de- 
Unterò,  en  el  caal  bay  una  correa  al  efecto),  y  jamè$ 
Uerarà  pendiente  de  ella  morrai,  bota  ni  etra  cosa. 

tS.  Dentro  de  la  malata  aolf>  Uevari  gorre  de  cnar- 
tei,  dos  camisaa  de  lienao,  on  corbattn,  doe  jnegos  de 
maogotea  con  Tueltas,  na  par  de  pantalonea  de  pano  ó 
lieuzo,  nn  par  de  zapatos ,  otro  de  gnantes,  ona  bolsa 
de  badana  con  peine,  escarpidor,  tijeras,  alfiletero  con 
agajas,  bile  y  seda  de  los  colorea  del  Teatnario,  media 
docena  de  botones  del  noi  forme,  boia  de  cera,  y  eepi« 
Ho  para  Itmpiar  las  batas,  boftnea  y  £apatos>  lezna,  ca- 
boa,  brnza^  almohaza,  mandìl,  trabas,  cabezon,  mor- 
rai y  peine  claro  para  el  caballo;  y  en  campana  i  mas 


Ili 

de  Io  espresado,  aaa  herràdora  de  mano  y  etra  depie^ 

Ir  los  dtiles  que  le  «otregareo ,  j  la  hos  aaégarada  al 
ado  icqoierdo  en  la  cabeiEada  de  la  brida. 

14*  Al  toqoe  de  generala  darà  pteiuio  j  limpiarà 
el  caballo,  dispoot^odose^para  la  marcha:  al  de  hotaii" 
Ila  el  8oidado  dé^  caballeria  «  j  al  de  asamhlea  el  de 
dragooef,  pondrà  la  {siila  y,  grppa,  aprontàndose  para 
montar  sin  salir  del  cnartel  ó  alojamieDio,  ni  qnitar  el 
caballo  del  pesebre;  para  qee  no  se  frote  centra  éi  ni 
las  paredeS)  y  4  fin  de  qne  no  maltrate  ni  descomponga 
grnpa.,  siila  6  fonda ,  se  manteodré  à  la  rista  de  él,  y 
esperarà  con  aténcion  el  toqne  de  d  eaballo:  al  pnnto 
qoe  le  Olga  pondrà  la  brida  y  saldrà  à  formar  al  parage 
senalado  ea  la  órden^  cnidando  de  qne  el  ronsal  esté 
bieo  empalmado  y  sin  hilachos,  y  cnriosamente-  recogi** 
do  con  ona  correa  qoe  lieTàri  para  este  fin  bajo  la  ta* 
pafonda  isqnierda,  teoiéndolo  siempre  de  bnen.nso  pa« 
ra  encadenar  sin  embarazo  los  caballos  cnando  ddbea 
echar  pie  à  tierra  los  dragones. 

I5w  Dorante  la  marcba  coidaré  lodo  soldado  con 
alenta  obseryacien  de  qne  sn  cabalLo  no  decaiga  del  es«> 
tado  de  serTicio  en  qne  la  empiesa,  ni  se  maltrate  con 
la  siila  ó  grnpa  por  mal.pnesta* 

16.  Goando  Uegue  al  trinaito»  Inego  qne  haya  qai«- 
tado  la  grapa,  oolgarà  sns  armas  y  arreos  con  cnriosi* 
dad,  pondrà  las  trabaa  al  caballo,  y  antes  de  ir  por  pa« 

t'a^  soUarà  el  pretal  y  la  gitpperat  aflojarà  las  cinchas  de 
1  siila  mOTÌ^ndosela  on  poco  para  qne  el  caballo  se 
«iesabogne^  no  se  la  qnitarà  basta  qoe  faayan  pasado  dea 
boras,  y  tendrà  ofiìdado  qne  no  se  reTOelqne  eon<  ella^ 
para  evitar  qoe  corriéodoae  las  cinchas  paeda  laiti- 
marie  el  espioaso  6  eostillar. 

17*  Siempre  qoe  monte  à  caballo  debe  preseatarse 
eoa  las  botas  ó  botines  y  zapatos  bien  limpios  y  embo- 
ladoa^ estàndolo  igoalmente  el  correage  de  brida  y  siila, 
y  todo  sa'  armamento  le  conserrarà  constantemente  en 
el  mejor  estado  de  seryicio* 


112 

18.  EiT  di  di»  qae  le  toque  co^Jociri  de^de  iea  di* 
maceoes  de  provision  à  su  caartel-^l  pan  y  cebada  cor- 
respondiente  à  los  soldados  de  aa  escttadtà)  corno  aèt- 
miamo  la  pafa,  eo  al  dia  qoe  ettnviere  de  guardia)  ^  los 
caballos^  acodìendo  tambieo  al  parage  eo  qne  ae  distri' 
baya  ei  aceite  para  las  iaeea  de  caballeriza  y  leiasde 
ranchoa  à  las  horas  qoe  sefiale  el  oomandaDte;  y  coan- 
do  eataviere  empleado  eò  la  custodia  y  ^impieara  dei 
coartai)  tré  con  el  de  caballeriza  por  aceite  para  las 
iéinparaa  que  tiene  i  ao  cargo  enaquel  dia. 

Obligaciones  del  caho. 

19.  El  qne  fnere  cabo  de  eacoadra  de  oaballeria  6 
dragoaea,  debe  saber  todas  laa  obligacionea  del  sotdado 
eapiicadaa  en  loa  artinaloi  antecedeptea  para  inatrairies 
eo^ellaa,  y  obaeryari  para  el  deaempeno  de  fa  eticargo 
laa  aigoientea.  i 

20.  Ha  de  aaber  y  tener  en  una  lista  la  faerza  iodi- 
¥Ìdaal  de  hombres  y  caballoa  de  sa  compania  eoo  éa- 
preaion  deL  destino  de  cada  odo,  y  ndosero  de  preudaa^ 
nieoagea  y  claaes  de  yestaarto,  montaras  y  armamen* 
to:  eo  ana  libreta  separada  apootarà  laa  eotradas  y  sa- 
lidaa  de  hombrea  y  caballoa  de  ao  eacoadra)  inclnyendo 
los  efectivos  de  ella,  con  inmediata  respoosabilidad  por 
Io  qoe  mira  à  estoa  del  complimieoto  de  la  obtigacioo 
de  cada  ano  en  aa  aaéo,  sabovdiiQacioo,  dieciplina  y  exac- 
titad  en  ei  servicio ,  baciéndoles  complir  y  observando 
é\  cnaotaa  órdenea  ae  dieren  por  eacrito  en  el  regimien- 
tOf  laa  qae  tendri  sentadaa  en  nn  coaderno. 

21.  Coidarà  de  qae  la  monta  l'a  de  aa  eacaadra  ae 
cooserve  aaeada  y  bien  entretenida:  qoe  laa  sillaa  eateù 
colgadaade  no  gancbo  de  bierro,  qoe  cada  ano  tendré 
con  ao  peqaena  caerda  para  aoatenerlas,  afianiéndoia 
eo  on  claro  ó  estaca  pacata  eocima  de  la  cama  decada 
soldado^  y  al  gancho  esfartf  asida  la  siila  por  la  hebilia 
(le  la  grupera:  y  loa  deaias  menagea  de  moiilora  debe* 


115 
ìàa  cotar  colf^ados  eoo  el  aseo  debido  en  ioi   mUmos 
dormitorios. 

22.  £a  tiempo  de  yerano  mandari  qae  \o$  toldados 
cabrao  Las  ùllas  con  las  mantas  de  lo»  caballos,  y  cai* 
darà  .de.  qae  en  eì  ioTierno  las  tengan  paestas  de  dia 
ajostadas  con  las  ciachas,  en  qae  ha  de  Kaber  sa  almo-* 
hadilU)  para  qoe  no  los  laetime^  y  no  se  las  qoìtar^oi 
basta  comrdo  el  tercer  pie  oso. 

23.  So  permitir^  qae  soldado  algnno  de  so  escaa- 
dra  tenga  caballo  desherrado,  ni  qne  se  lleye  é  herrar 
sin  darle  parte;  porqae  precisamente  ha  de  asistir  caan- 
do  se  bierren. 

24»  Antes  qae  deo  cebada  los  soldados  de  sa  escna- 
dra  reconoceré  los  barnerilloa  para  ver  si  està  limpia,  j 
efectiyamente  toda  la  qae  corresponde  al  pienso  de 
aqnella  bora:  becbo  este  eximen,  pasaré  con  todpselios 
à  la  caballeriza,  para  qae  i  on  mismo  tiempo  con  los  de* 
mas  aoldados  de  la  compafiia  den  cebada  è  sns  caballos 
respectiyos:  no  permitiré  qoe  los  de  sa  escaadV*a  se  se- 
paren  basta  baber  comido  la  cebada>  baciéndoles  recono- 
cer  ai  algan  caballo  no  la  ha  aparado  toda  por  inape- 
tencia  6  repognancia,  en  cnyo  caso  darà  caenta  al  sar~ 
gento  de  la  noTcdad  qae  obserye. 

25.  Comido  el  pienso  mandare  i  los  soldados  de  sa 
escaadra  qae  saqaen  los  caballos  al  parage  j  bora  qoe 
babiere  sefialado  el  comandante  para  li  m  piar  los;  j  re* 
prenderà  la  falta  qae  en  la  exactttod  de  este  cai  dado 
note  en  el  qae  foere  omiso ,  advirtì^odole  el  modo  de 
ejecatarlo  en  adelante;  j  examinarà  en  este  mismo  $c- 
to  si  estan  bien  herrados  los  caballos,  si  algono  se  sìen* 
te  de  pie  ó  mano,  ó  adolece  de  algana  enfermedad,  con 
oblijiiiacion  de  dar  cuenta  de  todo  é  su  sargento. 

26.  A  la  bora  de  dar  agna  onirà  todos  los  soU 
dados  de  sa  escaadra,  para  qae  salgan  jontos  al  pa- 
rage  de  incorporacion  con.  la  compafiia ,  y  mare  ben 
sin  tropel  al  sitio  'sefialada>  procurando  qae  los  caba- 
llos  beban    con  espacio    y    comodidad ,   y    qaé   à   la 

o 


114      . 

yaèlta,    limplando   antes   los   pesebres,    Us   dea  paja. 

27.  Al  medio  dia,  en  que  se  debe  dar.  et  aegaodo 
piensOf  celarà  qae  se  practì<^e  ctianto  para  el  primero 
està  mandado;  y  lo  misino  observarà  eu  caanto  i  dar 
agaa  y  limpiar  los  caballos  por  la  tarde,  y  al  dar  el 
torcer  pieoso  despaea  de  la  retreta.  ; 

28.  Eo  tiempo  de  marehas,  coando  se  Uegqe  al 
tràosito,  Tisitarà  el  alojamìeDto  ó  coartel  de  los  soldados 
de  sa  escnadrat  y  coìdarà  de  qoe  tòdos  los  menales  y 
armamento  se  gaarden  con  aseo;  qae  Us  sillas  al  qaU 
tarlas  se  sacadaa  y  timpien  del  ppivoó  barro  del  ca- 
mino, y  qae  antes  de  ponerlas  para  marcbar  se  rasqae 
el  sador  que  se  pega  i  los  bsistes>  golpeéodolo  con  va- 
ra ó  mimbre,  para  exitar  matadaras  à  que  sto  este 
alivio  se  espondriao  loa  caballoa. 

29.  Al  toqae  de  la  generala  paaari  ai  aLojamieiito 
de  sa  escaadra^  para  Ter  ai  daa  el  pieoso  completo  Jo« 
•oldados  de  ella  y,  si  estan  prontoa  à  limpiar  los  caba- 
lloa; al  de  Ì9i.bot4»silta^ó  asamhUa^  examittarà  si.  ponen 
Uea  la  siila  y  grapa,  y  al  ded  cabalio  fantari  loda  sa 
escaadra>  y  marchari  con  ella  en  el  debido  drdea  al 
parage  sefialado  para  la  anion  de  lacomp^nin* 

30*  Udo  de  los  coatro  oaboa  de  cada  compaùia,  al* 
teroando  entre  ai,  acompafiarà  en  el  dia  de  data  à  los 
soldados  nombràdos  para  llev^^r  el  pan  y  cebada  al  oaar* 
tei;  y  otro  cabo  asistiré  al  almacen  de  la  paja  los  dias 
senalados  para  sa  dtstribacion ,.  con  ei  cnidado  de  celar 
qoe  sea  de  baena.eatidad,  y  que  los  soldados  qae  de- 
ben  condacirla  se  despachen  sia  desórden. 

TITOLO  CUARTO. 

Obtigacùmei  del  sat gente 

ArU  l.  Sabrà  de  memoria  todas  lat  obligaciooes  del 
soldado  y  eabo,  espHcadas  en  los  titalos  antceedentes, 
còrno  las  leyes  penalèspara  ensefiarlas  y  hacerlas  cura- 


115 

pHr  en  so.eoaipaftiai  d  en  cnalqoiera  otra  tropa  qoe 
tenga  mando ,  obsert^odolas  él  por  ti  en  la  parte  qoe 
le  teca. 

2.  Para  ascender  i  sargento  precederi  el  exdmen 
de  so  aptitod,  hecbo  por  ei  àjodante  tnàyor,  é  qoieii 
reapooderà  en  coasto  lo  pregoote  de  tódo  Idr  perteoe^ 
cieote  à  las  obligacionea  del  soldàdo,  oabo  j  las^respec- 
tiraa  i  ao  ascenso. 

3.  Sabre  fiiiar  od  recata  con  arregló  i  la  Orde- 
oanza,  hacer  el  .ajoste  de  masita,  el  de  I09  utensiliot 
qne  correapondeo  à  so  GOtnpafiiay  j  el  prest  diario  de 
cada  clase,  con  rétencion  de  la  masita* 

4»  £1  qaé  dìsimolare  eoalqotera  desórdeo,  oyese 
algona  conversacion  pròhibtda  6  especie  qoe  poeda  te- 
ner tfascendencìa  coti  tra  la.sabordinacìon  y  byen  órden 
de  la  tropd)  y  no  contariese  y  remediase  lo  qne  entòn- 
ces  poeda  por-  sf,  omitiendo  dar  pnntaal  noticià  à  so 
inmediato  gefe  6  à  la  goardfa  ó  persone  qne  mas  prón- 
tamente podiese  tornar  providenoia,  sera  castigàdo  co* 
mo  si  él  mtsnxo  bobicrà  interreuido* 

5*  Los  segondos  sargentos  estarén  en  todo  sobordi- 
oadoa  al  primero^  y  en  fatta  de  e9te  eu  cada  òompa- 
iiia  se«  por  enfermedad  d  otto  motif 0,  bara  sqs  fnncio- 
nes  el  mas  aatigao  de  segonda  clase  en  ella. 

6.  No  interrompiré  ni  cenirà  é  Ics  cabos  eti  el  ejer- 
dcio  de  SOS  fnnciones;  no  Ics  maltratarA  de  palabra) 
ni  ies  dare  mayor  castigo  qoe  ponerlos  preSoS,  con  la 
preettion  de  dar  liiego  parte  à  sa  inmediato  gefe  para 
que  por  el  condacto  regalar  ilegné  à  noticia  de  so  ca^ 
pitan,  qnien  graduare  el  cmstfgo  qoe  mereciese  la  faita, 
atendiendo  siempre  é  dejar  bien  poesta  la  sobordinacion. 

7.  El  sargento  tendrd  con  los  soldados  y  cabcs  on 
trato  softteoido  y  decente;  darà  à  todos  el  Usted;  no 
Qsarà  ni  permitirà  faùiiiiarìdad  algona  qne  pfenda  à  la 
sabordlnacion;  sere  exacto'en  el  servicio  y  se  bare  o1}e* 
decer  y  respetar. 

8.  Tendrà  noà  lista  de  >q  compafiia  por  aotigùedad, 


116 
otra  por  estatara^  y  otr^  qoe  compreoda  todaa  iaspren- 
das  uè  sa  Te$toario  y  armamento ,  con  el  ndmero  6 
marca  de  cada  arma*»  .       ' 

9*  AI  caidado  del  sargento  prlmero  6  del  qne  ha« 
ga  8US  fanciones^  habré  encada  compafiia  un  libro  de 
órden  ,  en  qoe  se  escriba  diariamente  la  general  qne 
diere  el  comandante  del  caerpo,  y  la  particniar  del 
capitan  A  sa  compafiia:  y  se  gnardarin  estos'  ^Hbros 
basta  la  revista  de  inspeccion^  para  comprobar-  con 
ellos  en  aqoel  acto  caalqniera  dada  qoe  ocnrra  sobre 
las  formalidades  qoe  se  observaa  eo*el  servicio  j  go* 
bierno  interior  del  caerpo* 

10.  El  sargento  de  seganda  clase  que  Inas  se  divtin- 
ga  por  sa  apllcacion,  inteligencia  y  buena  condacta, 
sere  elegido  para  primero  en  sa  compània;  y  el  mas 
sobresaliente  entro,  los  primeros  del  regimiento,  aeri 
preferido  para  oficiaL  .  . 

Ih  Los  sargentos  alternarin  entro  sf  para  tornar 
la  órdèn,  llerarla  à  sos  oGciales,  distribairla  à  los  ca- 
bos  primeros  y  segandos  qae  estavieren  encargadoa  de 
escaadras,  y  reyìstar  los  qae  entran  de  servicio;  pero 
si  el  sargento  primero  taviese  otras  ocopaciones  à  qae 
atender^  podrà  preyenirlo  à  los  de  segonda  clase,  pa- 
ra qae  ano  de  estos  desempefie  aqoella  parte  à  qae  no 
paeda  asistir* 

13.  El  sargento  qae  vaya  à  la  òrden  del  caerpo, 
acndirà  con  pantaalidad  à  la  bora  seSalada  y  parage 
en  qae  se  distrtbaye:  no  babiendo  sargento  en.  la  com- 
pania,  ird  el  cabp  mas  antigao  de  ella  qne  sepa  escri- 
btr  para  tornarla:  formarlo*  todos  meda,  empezando 
ios  sargentos  por  la  derecha:  à  estos  segai ràn  los  cabos 
qae  la  cerraràn,  tomaodo  anos  y  otros  en  su  res pec- 
tina clase  la  preferencia  de  sos  companias,  todos  des- 
cansaràn  sobre  las  armas,  escrihirÀa  la  órden,  tenieodo 
la  gorra  paesta;  y  de  la  guardia  de  prevencion  se  pon- 
drén  con  anticlpacion  coatro  centinelas  con  la  espalda 
à  la  meda,   y  las  armas  presentadas    para  celar  qne 


117 
Dadie  se  acerqne  à  otr  la  drdeiii  mknteni ondose  en  està 
dispoMcion  basta  que  fatga  del  circalo  ei  oficial  qae 
la  -haja  dado. 

V  13.  El  sargento  qae  estairiere  à  la  iSrden,  irà  é 
Gomaiiicarla  é  sa  capitan  inmediatamente  qtie-  la  tome: 
recibtrà  la  saya,  j-con  ^a  general  dei  caerpo  la  llevari 
al  teniente  j  snbteniente;  Itìegò  la  darà  é  los  demas 
flargentos  j  cabos  encargados  de  escnadras,  qoe  en  la 
misma  compafiSa  se  jantaràn  para  recibirla*  Si  el  sar- 
gento  qne  bobiere  tornado  la  órden  foese  de  segunda 
clase,  deberà  comnnLcarla.  al  primero,  j  este  jantar 
los  de  segnnda  clase*  j  los  primeros  cabos  para  darla; 
pero  no  estando  én  el  caartel,  no  se  diiatarà  la  órden, 
j  la  darà  el  qnè  la  haja  repibido,  repitiéndola  al  pri* 
mer  sargento  enando  se  presente  en  la  coni  pania. 

14*  El  que  vaya  à  lievar  la  órden  à  sas  oficiaies 
tendrà  terciada  la  arma,  sin  variarla  de  està  posi* 
cion  mientras  la  comaniqoe;  y  en  sa  despejo,  pan^- 
taalidad  j  baeii  aire,  darà  à  conocer  sa  apltcacion  y. 
caidado* 

15.  El  sargento  qae  insìsta  à  la  órden  noticiarà  al 
ay adante  de  seniana  cada  noebe  la  gente  efectiva  j 
presente  qae  tiene  so  com pania  en  estado  de  seryicio. 

16.  Yisitarà  ana  rez  à  la  semana  los  enfermos  de 
sa  compafifa  qne  babiere  en  el  bospital,  y  darà  à  sas 
oficiaies  pantuai  noticia  del  estado  de  su  salad ,  asis*» 
tenda  y  cpalqatera  qneja  qne   tayieren. 

17.  Haràn  los  sargentos  so  ranebo  jnntos;  y  si  ba- 
biere en  la  coinpafiia  algan  soldado  ó  cabo  da  dis— 
tiocion  qae  solicite  corner  con  ellos>  pòdràu  admitirle; 
pero  para  esto  precederà  el  consentimiento  del  capitan 
ó  comandante  de  là  cotopania. 

18.  No  nsaràn  en  sa  vestoario  prenda  algnna  qae 
no  sea  de  su  aniforme,  ni  se  diféreneiaràn  del  soldado 
en  el  modo  de  llevarlas  paestas. 

19.  Sìempre  qae  la  compafiia  tomase  las  armas 
concarrtràn   todos    los    sargentos   con   anticipacion   al 


ne. 

pardg^  seSaiadó  para  la  ptifouera  formacian  :  esperartfn 
all{  à  qae  cada  cabo  baya  revUtado  sa  esopadra,  7  de 
parte  al  priinèr  sargento  de  sa  numero,  destinos  y«s* 
tado  s  entoni^es  este  prevendri  é  los  de  sega  oda  clase 
ias  escnadras  que  bap  de  revistar ,  ellgieodo  para  sa 
periodai  reconocimieoto  la  qne  le  pareaca:  cada  >ar^ 
gento  ei^amifiaré  con  maefaa  proligìdad  el  arcpaa&eiito, 
municioneSf  yestaario,  correage,  j  aseo  de  los  soldados: 
de  coalqaì^ra  fatta  qtie  «otarde,  j  con  proporcioo  à  ella, 
bari  cargo  al  cibo,  quieti  dorante  este  ex^mea  le  se- 
gqiri  cop  sa  arma  terciadaiy  ooncluido  se  colocari  dés- 
cavsandp  «obre  ella  i  la.  derecba  de  sa  escnadra.  Los 
sargeptos  de  «egaoda- clase  darén  al  primero  :pontiial 
noticia  de  la  escoadra  6  escoadras  qoe  bajan  reyistado, 
y  este  mandarla:  Campania i  armas  al  hwnbro,  A  for^ 
mar  ej»  ala  por  eHatura  ó  por  antigùedad ,  segon  por 
sp  gefese  bayapreyenido;  lo  qae  ejecatado  mandare  des- 
èan$ar  sobre  ias  armas  para  esperar  é  sos  oficiales;  los 
aargentoa  tornarlo  entonces  Ias  sayas,  y  se  pondrin  en  el 
lagar  que  les  corresponde« 

20.  Caando  Jlegne  el  sabteaieote  saldré  el  prioier 
.  sargento  cebo  <)  diez  pasos  à  recibirle  v  darle  noticia 
del  estado  de  la  compaiiiat  numero  de  los  presentes  y 
el  de  los  aasontes^  con  sas  nombres  y  destinos.  Durante 
la  revista  del  sabteoiente  el  primer  sargento  le  seguire 
con  la  arma  terciada,  y  solo  él  seri  respoosabie  al 
sabteuiente  de  Ias  faltas  qae  este  ballare  ;  siendo  mny 
contrario  à  la  exaeta  vigilancia  del  sargento  primero  el 
disQpluarse  con  Ja  omUion  del  interior,  y  à  la  sa  bordi- 
nacion  el  no-  h^cer  cargo  al  ìpmediato  cabo  snbalterno. 
Concipida  la  revista  del  aabteoiente,  pesare  el  priiner 
sargento  à  ocapar  sa  puesto;  pero  si  el  sabtenìente  00 
compareciesei  por  apsenteó  eaferoio,  pracUcari  lo  di- 
cbo  el  primer  sargento  eon  el  teoienle;  y  si  por  descai- 
do  dèi  subteniente  se  atrasase  el  servicio,  y  se  ballare 
ya  presente  el  teniente  6  (eo  defecto  tarabien  de  este)  el 
capitan,  evacaaré  sa  oficio  con  el  oficial  qne  se  ballare* 


119 

21.  Si  hobiere  en  sa  conipafiia,  gnArdia  ó  clesUca- 
meato  aigana  omision  6  ÌDobedìeDcia^  se  haré  siampre 
cargo  ai  «argento,  con  tfrreglo  à  lo  prayenido  en  este  t£- 
taio  j  en  e(  primero  j  segando  qae  t'ratan  de  la  obKga* 
cioD  del  soMado  j  dei  cabo,  cnjo  exseto  camplimiento 
▼igiiarj;  j  tendré  entendido  que  lo  qne  se  gradda  de 
falta  eo  aqoellos,  sere  mas  grave  ea  dU 

22*  Ei  primer  ssrgento  haré  ias  distribooiones  de 
presta  P*<"  7  ntensìitos  de  sa  compafiia  \  y  A  escepcion 
de  casoa  moj  argentes^-y  por  corto  tiempo,  no  serA 
destacado  ni  eropieado  en  aerTÌcio  afgano  qne  le  separé 
de  ella.  -    * 

25.  En  Ias  revistas  de  ropa  (qoe  ae  barin  cada  se- 
mana) reconocèrén  antes  de  salir  dei  cnartei  en  sns  oom- 
pafiias  sillos  soldados  tienen  algnnas  prendas  qne  no  sean 
de  sa  vestoariOi  6  de  «sopermitido;  yen  caso  de  ha- 
ilarias  se  Ias  barén  euagenar  precisamente  sin  toierar 
sa  nso. 

24-  Asistirdn  pantnalmeote  i  Ias  liatas;  dormirin  en 
iQi  propias  compafiias,  y  no  saldriindel  coartai  deépnes 
de  la  reireta  sin  tener  legftinia  cansa ,  y  dando  caenta 
de  ella  al  oficiai  de  là  guardia  de  preyeecion. 

25.  El  qoe  foere  destioado  para  el  coidado  del  coar- 
tei  jantaré  la  compafiia  en  el  intermedio  de  la  lista  de 
is  tarde é  laretreta  para  el  Rosario,  Sto  mescla  de  can- 
to en  él  f  ni  para  gozos  ni  otras  oraciones ,  pnes  lodo  ha 
de  ser  rezado  con  deyocion  y  tono  reyerente* 

26.  El  sargento  qne  à  la  tropa  qne  toyiere  i  su  dr- 
den  no  la  hiciere  obseryar  la  mas  exacta  disciplina,  aeri 
caitigado  seyeramente,  y  responsable  con  sa  persona  y 
empieo  de  los  escesoa  qne  cometi^re,  si  no  hictere  cons- 
tar qoe  pa&o  de  su  parte  todoa  los  medios  posìbles  para 
evitarlos  y  castigar  los  cnlpadoa. 

27.  Caando  estuyiere  de  guardia  con  un  oficiai  se  en- 
teraré  por  el  sargento  saliente  de* Ias  drdenesdeella,  qne 
obseryaréexactamente;  y  sin  cefiir  Ias  fonciones  del  ca- 
J»  esplicadas  en  el  titolo  segundo,  yigilaré  so  debido 


120  '      ^  ; 

GQoipUmièDto ,  tanto  en  las  obli^aciones  generales  de  od 
cabodegnardia^comoen  lajgparticalares  de  aqoelpoeato. 

28.  Los  partes  qaelediereel  cabo  los  comniiicari  el 
sargento  A  emofieial^  j  de  aste  recibirà  las  òrdeDesqae 
le  ocarra  dar  para  la  guardia. 

29.  Halléodose  el  sargeoto  de  gaardia  bajo  oficial, 
irà  con  sa  pernìisò  en  gaarnicioa  al  principale  y  en 
campafia  i  donde  se  hnbiére  setialado^  à.la  bora  precisa 
j  rio  Yoiantaria,  para  tornar  la  órden  ;  y  cnando  seres* 
titoja  à  SÈI  pnesto  (que  sere  sin  pérdida  de  tiecàpo]  la 
comnnlcari  à  sn  oàcial,  Uey^iidoU  por  escrito  para  ma- 
jor seguridad,  j  en  vox  baja  le  darà  al  oido  eì  santo. 

30.  Sera  vigitantisimo  en  iti  pnesto ,  (ijandò  sa  consi- 
deracion  en  qae  este  baen  ejempló  en  punto  tan  ioipor- 
taote  à  mi  servicio^  aseguraràsu  desempe^o^  jseri  -cali« 

^dad'muj  recomendable  para  sas  asoensos. 

31.  Està  odo  de  guardia,  con  un  o  Sciai  vibitaré  re- 
P'^tldamente  (ayistindolo  antes)  sas  centinelas;  pero  si 
kabiere  alguna  muj  separada  del  cqerpo  de  guardia ,  que 
no  sea  importante,  fiarà  este  cuidado  al  cabo.  Para  que 
el  sargento  sea  reeonocido  de  sos  ceutinelas  en  la  noche, 
tendrà  la  contrasena  particular  del  puesto,  que  bare  i 
bastante  distancia  de  cada  una  para  darse  i  conocer  j 
evitar  el  quiénvis^e* 

32.  Cuando  condusca  una  guardia  de  que  sea  gefe, 
al  tiempo  de  montarla  cuidaré  de  que  marche  al  paso 
regular ,  llevando  las  armas  al  bombro  con  el  mejor  or* 
den  ;  y  à  ei»te  fio  mir»ré  con  frecuencia  su  tropa,  para 
asegurarse  de  su  silencio ,  marcba ,  buen  aire  j  union. 
Con  igual  precaucion  condneirà  su  guardia  saliente;  y 
é  la  distancia  proporcionada  del  poesto  que  ba  dejadot 
seguirà  con  el  paso  redoblado  al  parage  senalado  para 
despedirla. 

TITULO  QUINTO. 

Obli  pacione  s  del  s  argento  de  cahalleria  y  dragones. 
jért,  1.     Adeoias  de  las  obìigàciones  e.<>plicadas  en  el 


121 
titolo  precedeoté  (qde  en  los  pnutòó  de  sabordinacion, 
disciplina^  respeto  à  los  sqperiores  j  ^lactitod  eo  el  ser- 
▼icio  son  comaDes  é  todo  sargento  e n  general),  ios  de  ca- 
balleria  j  dragdaes  por  su  iastittito  de  mcLD^dos  obser* 
▼arén  cdantd  previeoeD  .los  articolos  sigoientes* 

i.  Sabrà  ejecatar  por  si  y  mandar  caanto  està  es- 
pHcado  en  las  obtigaciònes  de  sòldados  y  cabos,  celando 
qoe  compia  con  las  sa  jas  cada  clase^  j  qne  cada  cabo 
caide  de  mantener  et  armamento  j  montnrade  so  escna** 
dra.en  el  mejor  estado  de  aseoj  baen  entretenimiento; 
qne  los  caballos  se  limpien  bten  à  sns  boras,  y  qoe  es-* 
ten  bien- faerrados,  sin  desatender  por  desidia  ó  falta  de 
reconocimiento  este  cnidado  de  qne  pende  el  evitar  eiìfer- 
medades  qne  los  malogran. 

5.  No  permitirà  qne  soldado  algnno  pase  con  destino 
de  nna  escuadra  à  otra  sin  sa  noticia,  j  permiso  del  ca- 
pitan <5u  comandante  de  la  compafiia. 

4*  Tendri  individnal  noticia  de  loa  bombres  y  caba- 
llos qne  tiene  la  compania  ,  j  pnotaal  razon  de  los  efec* 
tiyoSf  destacadoa,  enfermos^  presós,  comlsionados  en 
recinta,  remonta  y  otros  destinos,  para  satisfacer  pron- 
tamente à  las  pregnntas  qne  en  cnatqoiera  caso  le  nicte- 
ren  el  ayodante  6  cnalqaiera  de  los  gefes. 

5.  Se  enterarà  prolijamente  de  las  órdenes  qne  se  den 
por  escritOf  y  de  palabra^  para  distribuir  las  con  clari-^ 
dad  à  los  sòldados  de  sn  compania,  y  hacerlas  observar 
eoo  exàctttud,  comnriicéndolas  antes  al  capitan^  tenien— 
te  j  aiferez;  y  siempre  qne  en  algun'a  se  mandare  mon- 
tar la  compafìia  À  caballo  para  salir  à  paseo,  hacer  el 
ejercicio  6  cnalqniera  otra  fancion,  jnntaré  el  todo  de 
ella  en  el  parage  qne  sefiale  el  capitan  6  comandante 
para  recooocer,  antes  de  incorpora rUen  el  escuadron^si 
todos  los  cabos  y  soìdados  de  ella  estan  con  el  aseo  y  prò-* 
piedad  correspondiente,  à  fin  de  qne  cnando  se  presen— 
te  à  reyistarla  el  oficia.l  de  compafiia,  no  balle  defecto 
que  corregir,  ni  el  teniénte  coronel  mayor  6  ayndante 
qne  reprender  cnando  Ite gne  i  formar  en  sa  escnadron. 


Ii9 

6 .  Al  djé^filar  la  tropa  Iterar;!  espectal  coSdadode  qaé 
los  soldadois  obsecrea  eiÉ  la  marcha  lasdistancias  de  aoa 
fila  à  otra^  guardando  lo  meoos  la  de  on  euerpo  de  ca^ 
ballo  para  evitar  aloancea^  coces,  j  segqir  la  marcha 
con  forma lidad  y  enei  mejor  òrd^n.    . 

7*  Asistìré  é  loda  bora  de  dar  pienso  à  ìob  c^ballos 
caanda  la  compafiìa^e  balla  jonta  en  el  eaartel,  man- 
dando qae  cada  soldado  sé  ponga  al  pie  de  sa  caballo 
por  el  Udo  de  monta n,  para  r^eonocer  si  falta  aiganO) 
7  deapaes  dar^  la  toz:  den  cebàda^f  Iìl  qaè  obedècerén 
todos  à  an  tiempo. 

8.  A  ias  boras  de  Umpiar  lo»  caballoa  asiattri.  con 
pnntnalidad  para  rer  si  se  ballao  todos,  y  si  lo  ejeca-^ 
tan  bien;  y  conctuido  este  acto.  naaodaré  qae  monten,  y 
pooìéodose  éi  à  lacabeza  de  la  compafita^  la  llevarà  con 
boen  órden  à  beber;  cnidaré  de  qae  cada  soldado  deje 
niay  despacio  tornar  el  agaa  é  su  caballo;  y  cnaodo  to* 
dos  hayao  bebido  cooducirà  con  igoal  formalìdad  al 
coartel  la  compafiia. 

9.  Vigilare  sobre  qne  los  soldados  de  guardia  de  ca- 
balieriza  distribayaa  la  paja  con  equidad  é  los  caballos; 
y  si  atgaoo  eoferoiare,  dari  parte  al  tenìente  coronel 
mayor  ó  ayudaote  y  à  su»  oficiales  de  compafiia,  con 
obligacion  de  asistir  à  la  coracion  qae  biciere  el  maris* 
cai  major  para  poder  informar  al  capitan  y  oficiales  del 
estado  en  qae  se^ialla  el  caballo  enfermo» 

TITOLO  SESTO. 

Obligaciones  del  suhteniente. 

Art,  \ .  £1  sobteniente  ba  de  saber  todas  laa obligacio- 
nes respectiras  à  reclotas,  soldados ,  cabos  y  sargentos 
para  bacerlas  cnmplir  con  conocimiento  de  eilaSj  y  ser 
responsabte  de  sas  faltas. 

2.  La  repntacion  de  so  espirita  y  bodor,  la  opinion 
de  sa  condacta  j  el  concepto  de  sa  buena  crianza  ban  de 


123 
9ef  los  objet'os  i  q(ie  àehe  mirar  siero pre:.oÌ8ti  oaci-^ 
mieotò,  ni  la  aotigùedad  deben  lisoogear  so  confianya. 
parael  aaceoso,  porqcte  el  qoe  tnvìese  nua  ii  otradees- 
tas  calidades  es  mas  digno  de  oWido  st  se  descuida  cod» 
tentindose  con  elias. 

5.  Obédecerà  dcsde  ei  tenieiite  al  capitan  general  en 
cnaoto.  se  le  mande  del  servicio;  j  al  capitan«de  so  mis<- 
ma  companla  dÌ8tiogQÌré<  en  respeto  y  atencion  basta  en 
los  actos  Bias  famiiiares,  corno  inmediatp  snperior  à 
qoieo  debe  dirigi  r  los  avisos  de  cnanta  novedad  ocorra 
en  ella;  reraediando  por  si  (eoo  precision  de  darle  par- 
te despoes]  lo  qoe  pida  una  ligera  proTÌdencia,  j  noti- 
ciéodole  personalmente,  para  que  efcapitan  la  tome^  lo 
qoe  die  re  tiempo  6  mereciere  an  atencion. 

4*  Debe  conocer  por  aus  nombres  à  todos  los  sargen- 
tos,  cabos  j  soldados  de  sa  compania:  instrairae  de  las 
costombres^  apUdacion,  exactitod^  aseo  j  propiedades 
de  cada  ano:  celar  la  qotetad.  y  nnion  de  todos,  y  ei 
modo  en  qae  por  sus  sargentos  y  cabos  sean  tratados: 
vigilar  mny  ateutamente  sì^estos  cumpien  con  so  re^pec» 
tÌTa  obligacion;  j  reprender  ó  castigar  la  falta  qoe  en 
d  cumplirotento  de  ella  reparen,  con  facnltad  de  ar» 
restarloa  ea  la  compafiia  ò  en  la  guardia  del  coarteUse* 
gOD  las  circnostancias  de  la  colpa ,  dando  inmediata  j 
persobalmente  parte  de  ella  à  su  capitan. 

5.  Las  noticias  de  la  fuei'za  de  so  compania  ^  con 
distincion  de  los  qoe  existen  en  el  coartel ,  j  los  qoe  es- 
ten empleados  foera  de  é\  y  presos^  debe  saberlas  para 
respooder  en  coalqoiera  bora  é  las  pregontas  quQ  sus  sa- 
periores  le  bagan  prontamente, 

6.  Tendri  y  Uevaré  siempre  consigo  dos  listasde  sa 
compafiia:  la  ana  con  noilibres^  apelUdos,  patria,  edad 
7  estato ra  de  todas  las  plazas  de  ella  >  y  la  otra  con  solo 
ìos  nombres,  prendas  y  menages  de  cada  uno,  espresando 
ci  alcance  6  denda  de.masita  qoe  tnviere,  y  arreglindo* 
lag  ambaa  à  los  forra o la riosquìs  al  fin  de  este  titolo  sq 
inclojen. 


124 

7.  Siempre  qne  la  compafiia  se  haya-  de  pouer  sobre 
las  armas,  acadi  ri  à  ella  antes  del  toqoe  de  asamblea  ;  j 
laego  qae  el  prtmer  sar^nto  haja  hecho  la  iospeccioo 
de  sa  gente,  y  le  partici pe qae  se  halla  ^lispoesta  à  qae 
efecute  la  saya^  recoaoceri  may  atentamente  si'toda  ella 
esté  coti  la  propiedad^  aseo  y  en  el  dtll  estado  de  seryi- 
cio  qae  eoo  viene,  para  corregir  si  ballare  falta  al  aar- 
geoto- 7  prevenir  à  sa  teniente  (qae  ya  ae  bailarà  Mi) 
que  em piece  sa  reyista,  sigaiéndole  mieatraa  lapractica, 
pa^ra  satisfacer  à  lo  qoe  balle  digùo  de  reparo  corno  rea* 
ponsable  à  éi  de  to^a  la  falta  basta  entooces. 

x6.  Del  mismo  modo  qae  en  el  todo  de  la  compafiia 
prescribe  el  artfcalo  antecedente  qàe  vigile  la  impor- 
tancia  de  qae  se  presente  con  aseo ,  propiedad  y  ea  ea- 
tado  de  dtil  servicio ,  caando  se  apronte  toda  para  lia- 
cerle  ^  deberé  mandar  al  sargento  qae  recooozea  coal- 
qaiera  pequefia  parte  de  ella  que  se  nombre  para  guar- 
dia ,  destacamento  d  otra  fancion  ;  pero  si  faere  la  mitad 
de  (a  compaiìia  la  parte  qae  se  nombra,  la  revistarà  por 
81  mismo  en  sa  semana  resp^ctiva> 

9.  £o  ano  y  otro  caso  examinari  prolifa mente  si  laa 
armas  estan  limpias ,  corrientes,  eoo  baenàs  piedras  y 
en  el  mejor  estado,  y  reconoceré  las  cartacberas,  qai- 
tando  de  ellas  los  cartax^hos  qae  no  sean  del  caso  para 
la  accion  à  qae  aqnella  tropa  se  destina  ;  de  modo  qoe 
si  faere  para  ejercic^o  do  teiigan  baia,  y  ai  para  fan- 
ciones  de  gaerra  tampoco  Ueven  los  qoe  esten  sin  ella. 

10«  La  obligacioo  de  asistir  semanalmente  à.las  re- 
▼istaa  4^  ropa  y  armas  ba  de  ser  coman  al  sabteniente 
y  teniente,  sin  alternar  en  seme  Jan  tes  actos,  à  qae  nin* 
gan  oficial  ba  de  faltar,8Ìn  esce pcion  del  corone l;  paes 
solo  en  la  diaria  asìstencia  de  listas  y  rancbos  ae  per- 
mi  tira  qae  alternen  por  semanas  los  sobalternos  de  cada 
compafiia,  reglando  el  deaempeno.de  este  encargo  al 
mètodo  sigaiente. 

11.  Visitare  los  raochos  de  so  compafiia  à  la  preci- 
aa   bora  de  corner  y   ceoar,  examioando  la  coenta  de 


125 
ellos,  7  corrìgienclo  lo  qoe  halle  dJgno  de'eDmienda  en 
sa  precio  9  calidad  ò  mal  compaestos. 

13.  RecoDoceri  sì  la  escaadra  està  aseada,  las  armas 
bien  colocadas  eo  órden,  colgadas  las  mocbHaa  y  levan* 
tadas  las  camas  :  oirà  las  qaejas  que  le  dieren ,  j  reise-^ 
diarà  la  q\te  merezca  so  ateocioo. 

13*  A  la  bora  de  la  lista,  paesta  la  compafiia  eft 
ala ,  e^aminarà'  si  là  ropa  y  preodas  del  soldado  nece^ 
sitan  de  remiendo  d/mìa  limpieza,  y  mandare  qoe  ia* 
mediatameote  se  remedìe  la.  falla  qae  hallase,  encaF-* 
géodolo  al  cabo  de  la  escnadra  respectÌTa  qae  la  adTÌer- 
ta;  con  lo  qoe  becbo  eate  reconocimieoto ,  maodari  qae 
la  compafiia  se  rètire  ài  coartel  condocida  de  los  sar* 
geotos ,  6  qoe  espere  las  demas  ^  segoo  la  disposicioo 
del  coroneU 

14*  Aststiré  pontoalmente  à  la  bora  maodada  eo  los 
dos  dias  sefialados  partf  Tevista  semanal  de  ropa  y  ar- 
oas,  7  à  la  mensoal  leccidn  de  leyes  penales.  £n  la  de 
'opa,  acompanado  del  primer  sargeoto  (que  deber^  se- 
guirle corno  inmedìato  responsabie)  coufrontarà  eoo  ei 
coaderDillo  qoe  ha  de  llevar  del  asiento  de.  preodas 
qae  cada  soldado  tieue ,  las  qoe  presenta  à  so  iospec- 
cioo^  examìoaodo  si  las  existentes  eò  la  mochila  y  las 
qoe  llcTà  sobre  si  componeo  el  completo  de  las  qoe  ea 
sa  asiento  estan  notadas;  y  de  las  qoe  considero  indtt^ 
lea  ò  halle  oaenos,  preyendri  al  sargento  qoe  aponte  sa 
rèemplazo,  y  qoe  sé  babiliten  las  qoenecesitea  deoom- 
poaerse<)  ponìendo  especiaUsimo  coida*do  en  celar  qoe 
los  botones  j  bebillage  esteo  moy  limpios^  sin  manchas 
U  ropa^  bien  armada  la  gorra,  locido  el  correage,  y 
todo  con  el  aseo  y  propiedad  correspondieute. 

15.  En  la  revista  de  armas  b?  de  recorrer  prolija- 
mente  ooa  por  una  las  de  todos.los  soldados,.  recono- 
ciendo  si  lasUaves  estén  corrientes,  y  si  tieoen  los  fae- 
gos  soficientes  :  si  estan  interior  y  esteriormente  bien. 
iimpias  y  coidadas:  si' la  bayoneta  està  ajustada  à  su  en- 
caje:  si  bay  alguna  pieza,  tornillo  ó  maelle  que  necesi- 


125 
te  de -reparo:  si  todòs  tteneo  sa  tapon,  zapattUa  y  aga- 
ja  para  lìmpiar  et  oic|p^  cenno  todo  lo  demas  qoe  coa- 
dace  i  que  se  halien  eo    perfecto  estado  de  aerVicio. 

16.  PregtinUré  à  cada  soldado  si'en  el  oso  de  sa 
a^rma  ha  haliado  algan  defecto,  esaminando  con  prò- 
lija  atencìoa  el  que  le  espHqoe  basta  apnrar  so  origea 
para  la  provìdeocia  del  remedio;  y  caando  procedie- 
re  el  recarso  del  soldado  de  mala  inteligencìa  soja»  le 
espUcarà  lo  qae  do  conosca  hasja  disaadtrle  de^  sa  ìgno- 
rancia. 

17..  Pasarà  loego  d  reconocer  las  ranniciones,  j  si 
las  cartocheras  oecesitan  de  reparo  para  qae  se' ballen 
preservadas;  vera  si  falta  algan  cartacho>  j  caidaré  de 
que  cada  soldado  tenga  dos  piedras  de  reserya  con  sa* 
patiila  de  baqaeta. 

18.  Concluido  este  recoDooimiento  formare  la  com- 
pa&ia  en  circulo,  y  leerà  fas  obHgacioaes  de  cabos  y 
soidados  «  distribajeado  los  pantos  de  està  instraccion 
en  las  coatro  semanas;  d«  modo  qae  en  cada  mes  las 
bajan  oido  todos,  leidas  por  los  dos  sobalternos  en  las 
semaoas  de  cada  uno:  conclaida  la  leccion  dari  parte à 
su  capitan  ó  tentente  si  estaviere  presente,  ó  al  gefe 
qae  alii  se  ballare,  tornando  sa  permiso  para  mandar 
qae  la  compaiiia  espere  à  los  demas  ó  se  retìre,  j  tanto 
en  este  acto  corno  en  todos  los  demas  en  qae  haya  de 
pasar  lista  6  revista  àsa  còmpafiia,  si  el  tediente  6  capi- 
tan da»  ella  estavieaen  à  la  vista  ,  estari  obligado  antes 
de  empezarlo  à  tornar  sa  licencia ,  y  despnes  de  con- 
claldo  para  despedir  so  tropa. 

19.  No  obstante  la  visita  general  qae  por  diario 
uombramiento  hace  un  oficial  de  cada  cderpo  para  ver 
los  enfermos  de  él,  ire  por  los  de  sa  res pecti va  com- 
pa&ia  el  subteaieute  on  dia  à  la  semana,  si  los  bobiese 
de  ella  en  el  hospital ,  para  dar  caenta  à.su  capitan  de 
lo  qae  ocorra. 

20.  A  su  capitan  darà  parte  el  subteBÌente  con  preci- 
Sion  personalmente  de  lo  qae  coBSÌdere  digno  de  su  prò- 


127 
tidencia  de  reso  Ita  de  todas  las  fancioDes  qoe  ejereiere. 
21.  El  ecootSmico  servicio  de  sobaiternos,  se6alado 
para  sa  menor  fatiga  por  semanas ,  debe  entedderse 
para  los  casos  preveoidos  de  juntarse  la  compafiia  ;  pero 
para  vigilar  en  el  lodo  del  regimieoto  (caando  yan  los 
soldadoa  aio  armas  por  las  calles]  la  policia,  aseo,  prò- 
piedad  y  bueo  aire  de  cada  onpi^deben  el  sableoien- 
te  j  temente  eonsiderar  continna  està  obligacioo ,  aea 
ó  no  de  su  compaBia  el  aoldado  en  qaien  ballen  qoe  re- 
prender  ;  y  el  que  por  desidia  desatieoda  (con  poco 
celo  por  la  biiena  opinion  del  regìmiento)  este  cuidado> 
sera  severamente  mortificado  por  sus  gefes^  en  consi* 
deracion  à  ser  un  individuo  que  nò  se  interesa  por  su 
caerpo. 

22.  La  profuuda  subordinacion  A  sus  soperiores,  el 
respeto  é  las  justicias,  la  consideracion  à  las  personal 
condecoradas  no  militares^  la  atencion  y  urbanidad  eoa 
los  paisanos^  y  la  circonspeccion  y  dolce  trato  con  sua 
sdbditos ,  ban  de  ser  prendas  indispeusables  de  su  con<» 
dacta,  marito  y  concepto. 

25.  Siempre  qoe  se  balle  de  faccioo.,  sea  en  paz  6 
eo  guerra,  estarà  con  exacta  vigilancia  observando  cie- 
gamente  si  estuviere  subordinado  las  órdenes  que  el  ge« 
fe  de  quien  dependa  le  consigne  ^  sosteniendo  con  fir- 
meza,y  baciendo  obedecer  las  suyas^  cuando  se  ballare 
iodepeodientp. 


J««»*«**.  ••••••• 


138 

Hegimiento  de  tal*  Tal  Campania , 

Pie  de  Usta  de  dicha  eompania  eonespresion  de  la  patria ,  edad 
X  telatura  de  los  individuos  gue  la  cwnpohen, 

ESTATUBA. 
PfttÀ.       Edid.      Pies.      Pulgad>      Lipcas. 

1.  Sargento  N.  ADdalox.     33...      5..,.       5...^.        6 

2.  SargeDto  N. 

5 N. 

Tambor N. 

Primer  cabo.... 

Idem.- •.. 

Idem.. 
Idem. 
Segondocabo.. 

Idem • 

Idem 

Idem.... 

Soldado. N. 

Idem «... 

Y  asi  de  los  demaa. 
Pie  de  lista  de  tal  companiay  &c. 

Ajaste  de 
masita  en  rs. 
de  vn.  hasta 
fin  de  tal  raes. 


Gami-iPares  de  (idem  de 
sai.     I  medìàs.  1  zapatos. 


Corba - 
t;ne•.• 


Alcan- 
na. 


Debe. 


Tambor  N.        5 5 2 2 50.. 

1.  Cabo  N.        5 2 5 2 ...46 

Agi  de  los  demas. 


129. 
TITULO  VII. 

Obligaciohès  del  alferez  de  cahalleria  y  dràgones. 

Art.  1..  Las .  fanciooes  esplicadaa  en  el  titolo  prece<^ 
dente  para  sabtenientes  sòn  oòiìiunesàlos  alférecesde  ca^ 
balleria  j  dragones  en.  todos  ios  pantos  relatiyos  à  sobor- 
dioacron,  disciplÌDavTégimea  interior  j  Tigilància  sobre 
la  instroccion^^aseo  yexactitad  en  el  servicio;  pero  por  el 
qoe  hacen  de  montados  ^an  de  $aber,  adejmas  de  làs 
obligaòiones  de  subtenieutes  ^  y  las  pretenidas  para  sol- 
dados,  cabos  y  sargentos  de  caballeria  y  dragonés^  laa 
sìgaientes. 

2.  Àsistirà  à  las  lioras  de  limpiar  Ios  caballos  j  de 
dar  a^na  y  cebada;  reconocerilL  si  tieuen  algana  nove- 
dad ,  si  estan  bien  herrados,  y  si  ios  soldados  tienen 
amor  al  que  monta  cada  uno  ,  paes  en  esto  se  afianza  sa 
conservacioQ  y  bnen  estado. 

5.  Tèndré  nna  libreta  con  el  nombre  de  cada  solda- 
do  poT  pie  de  lista  y  la  resefia  de  sa  caballo,  y  en  ella 
anotarà  èl  vestoario,  armamento  y  montura,  y  el  està— 
do  en  qne  cada  ano  lo  tiene ,  para  qne  en  Ios  dias  de  re- 
vista paeda  con  pieno  conocimieuto  saber  de  lo  qoe  et 
soldado  es  responsable,  y  advertir  si  le  falta  6  ha  imiti- 
lizado  algana  prenda  de  las^ue  presento  en  sa  lijtima 
rerista  para  informar  al  capitan^  y  qae  por  él  se  provi-, 
deacie  sa  remplazoó  rècomposicion  :  el  reconocimientt».' 
de  la  montura ,  y  particnlarmènte  el  ^e  las  sillas  le  harà 
maj  por  menor,  examioando  prolijamente  si  oecesita  de 
componerse  aiguna  pieza  ;  porque  de  oste  caidado  pen- 
de La  segaridad  de  que  él  ca])allo  no  se  m  altra  te,  y  de 
lodo  lo  que  halle  digno  de  reparo  darà  personalmente 
noticia  al  capitan. 

4.  Coidarà  de  que  à  Ios  reclutas  sé  les  ensefié  à  pò- 
oer  la  siila ^  brida,  armas  y  grupa  en  el  caballo,  para 
qoe  sepan  montar  y  desmontar  con  libertad,  y  qa« 
aprendan  à  llevar  las  riendas;  é  fìa  de  qae  no  se  rela)e  ó 
descomponga  la  boca.  -  - 


150 

5.  Caando  hobiére  potroa  qu^  edsenar  A  UeTar  la 
siila  7  giaete  procarari  que  se  de  eoo  saavìdad  e&ta  doc- 
trina  «  paes  la  còotraria  piretica  ios  yicia  j  debilita  sa 
yigori. 

6é  Do  MaBtai  ooredadiBs  àflfirtiere  ed  la  Tisita  dai 
caartel  (qoe.debe  haoer  dìariameote)  6  faltaa  qà6  repa-^ 
rar  eo  la  obiigacioo  de  ioa  aargetitos ,  cabos  y  soldados, 
dari  esenta  à  sa  capitan  perM)nalmente ,  corrigiendo  <S 
castigando  por  si  lai  qnémereacao  pronta  providencia. 
"  7.  En  aaseaeia  ^i  temente^  coidarà  el  aiferez  da 
eaanto  aqael  tenga  isa  cargo  comò  segando  comandan- 
te de  la  companla^  j  para  el  buen  r^gimen  debella  bau 
de  eìerceroon  uniforme  cetoy  «corde  interés  por  «a  boen 
e^taao  s as  fanoiones  respectivas. 

TITULO  Vili. 

El  tentente  ha  de  estar  insirnido  en  todaa  lae  òbliga« 
cioaes  de  loa  empléot  ìnferìores)  j  reglar  elejercicìo  de 
las  fanoionea  del  anjo  à  la  observancia  de  ias  espiicadas 
para  el  snbteniente,  qae  en  todas  sos  partes  son  igaales, 
eoa  solo  la  diferenoia  de  qae  caando  se  forma  la  compa- 
iiiai  j  la  recibe  del  sabtenieote  para  inapeccionarUt  ha 
de  acompafiar  al  capitan  desppesqne  la  hajra  Tisto  para 
reapoader  à  loa  rjparoa  qoe  habiere  comò  lo  hace  con 
^1  el  tttbteniente« 

TITCLO  IX* 

Obligaeioi^es  del  temente  de  cahulléfia  y  dragwiei* 

jiri.  t.  Debe  estar  instrnido  de  las  funciones  res« 
pectiyas  al  alferez»  qae  en  lo  general  le  soncomunes:  aa-^ 
ber  Us  deaargentoa^  cabos  y  soldadoti  y  corno  segando 
comandante  iomediato  de  la  compafiia  tornar  inter^s  en 
atender  (bajo  la  direccioo  y    lùando  del  capitan)  é  su 


131 

Wo  estado  j  dtH  terTieiO)  pracurando  estar  indtruidò 
de  coanrtas  noticias  coùdozcao  à  su  interior  gobierboy 
para  dirigi  rie  con  aeiérta  sieinpre  qne  por  ausencia  ó 
l'alta  del  capitan  recaiga  el  mando  èn  él. 

2.  Alteroarà  con  ei  alferez  por  éemanas  en  el  cnida* 
do  deasistir  à  la  compania  para  las  visitas  ecotiómicas, 
sin  qne  por  esto  deje  cada  nno  (en  $n  «emana  libre)  de 
screditar  sa  apiicacion- al  mtsmo  fin  ;  j  corno  inmediatò 
soLalterno  del  capitan  asistirà  el  teniente  nòa  yez  à  lo 
meops  diarialnente  al  cnartel  para  reconocer  si  el  sar- 
gento,  caboé  y  aoldadoa  de. sa  compania  cnmplen  con  su 
obligacioD  ;  si  la  montura  y  caballerisa  ae  conserTan  con 
tseo;  ai  la  paja  y  cebadà  .son  de  boena  calidad;  y  si  la 
prinoerà  especie  la  repartén  con  eqnidad  los  de  guardia 
de  caballoa,  daado  aTÌso  de  lo  qne  le  par^ciere  conve- 
niente al  capitan,  y  si  este  no  pusiere  remedio  darjl 
eaenta  al  ^argento  mayor ,  para  que  por  so  cóndocto  lo 
entieoda  el  ooroneU 

TITULO  X. 

Obligaciones  del  capilàru 

ÀrU  \.  Sabri  mny  por  menor  todaa  las  ebllgaciones 
del  recintar  soldado ,  cabo f  aargento^,  snbteniente  y  te- 
niente,  èsplicadas  en  los  articdlos  aotecedentes;  las  ad-» 
▼ertenciaa  generale» paraoficiales,  y  las  leyes  penales  pa- 
ra ensefiarlas  y  hacerlas  observar  en  su  eonipafiia  comò 
coalqu^a  otra  tropa  en  qne  alguna  Tev  tenga  mando; 
fiobre  iodo  lo  cnal  (qne  es  general)  seri  peculiar  obliga* 
cion  snya  lo  sig niente* 

2.  Ei  capi-tan  seré^  sns  gef<?8-el  solo  résponsable  de 
la  disciplina  y  todo  el  gobieroo  de  su  com pania  :  en  na* 
da  se  separare  de  la  Ordenanza  :  yrgìlaré  qAe  desde  el 
soldado  basta  el  teniente  cada  nino  sepa  y  ctiropla  sa 
obligacion:  aostendrà  las  facnUades  de  cada  empieo:  ba- 
ri obser^ar  la  mayor  uniformidad  en  ei  cuidado  y  go* 


JS2 
bieroò  de  las  escaadras  :  cnidaré  de  qcie  la  enseiianza  de 
los  reclotas  sea  completa:  qae  todoel  servìcio  se  baga  con 
la  major  pilntaaiidad  yarreglo  àOrdenanza:  qae  el  ar- 
mamento esté  siempre  en  ei  mejor  estadorqne  se  coide 
macho  el-yestaarie  j  correage:  q^e  Ics  ranefat>8  se  ha- 
gaii  coti  la  posible  economia  y  atedcion  :  qóe  la  sabor- 
dioacion  esté  grabada  en  los  énimos  de  todos^  j  bien  ob- 
serrada  entre.cada  gradò:  qae  tengan  los  soldados  buen 
tràto  j  pronta'jasticia,  ànimo  é  interior  satisfaccion.  £1 
baen  desempeno  del  capitan  en  todo  lo  espresado  reco- 
mendaré  mny  particolarmente  su  mèrito,  j-en  él  debe 
fundar  nincho  mas  qae  en  ^ u  antigQedad  la  esperanza 
de  sas  assensos. 

3.  T^%  ob}eto  maj  ititeresante  el  qne  todos  los  indt- 
vìdaos  de  ub  régimiento  'esten  persaadidos  à  qne  se  les 
trata  con  eqaidad,  y  qoe  se  les  gaardan  pantnaimente 
las  condiciones  de  so  empefio  en  9I  servìcio:  «1  capitan 
responderé  de  qoe  asi  se  baga  en  sa  compania. 

4i  Cada  capitan  por  lo  respectivo  é  su  compafiia 
tendrà  la  misma  obligacion  que  el  coronel  por  el  todo 
del  régimiento;  se  enterarà  bien  de  la  condncta  de  ca- 
da aifo>  j  solicitarà  la  separacion  de  los  qae  sean  indti- 
les  ó  perniciosos. 

5.  £1  capitan  caya  compaiiia  estuviesé  mal  gober- 
nadaódisciplinada  no  tendrà  ascenso  algono:  desempefia- 
rla  mai  mayor  empieo  qatén  no  Uena  él  menor  qae  tiene. 

6.  El  capitan  sera  siempre  respetado  de  sus  snbal- 
ternoS)  y  obedecido  pntitoalm^nte  en  los  asantos  del 
servìcio:  si  bnbiere  algano  qae. por  contemplacion  6  de- 
bilidad  no  mantuyiese  à  sas  soldados  con  la  debida  su- 
bordinacion,  qua  no  les  hag»  cumplir  exactaraente  con 
el  coidado  de  so  compania  ,  y  qne  no  reprenda  y  pon-  ' 
ga  preso  al  que  faere  omifio  en  sa  obligacion ,  ignorare 
sa  deber,'ó  sera  mny  omiso  en  camplirlo:  los  gefes 
castigaràn  severamente  tan  grave  abandono  ;  y  si  el  ca- 
pitan reincidiereen  elio»  le  pondràn  preso  en  un  caatillo. 

7.  Coando  e[  capitan  hobiere  reprendido  ó  arresta- 


V  ,  .155 

(lo  en  «o  casa  algaii  sobalteroo ,  y  este  fie  atrevìese  à 
pedirle  satisfaiccion ,  el  capitan,  sin  entrar  en  contesta- 
cion  alguna,  le  pondrà  preso  en  las  banderas,  y  darò 
coenta  al  coroiìel,  qaìen  trasladarà  el  sabalterno  à  iiu 
castìllo  por  coatro  meses;  y  en  caso  de  faaberel  subal- 
terno paesto  roano  A  laespada  contra  su  capitan,  ótra- 
tédole  con  pajabras  iudecorosas,  le  saspeiiderà  del  em- 
pieo, maptendrà  preso  y  me  dare  cuenta*. 

8.  £1  capitan  recibirà  personalmente  el  prest  men- 
snal  de  su  compania,  y  comò  depositario  y  fìel  adminis* 
trador  caid»ri  de  so  legitima  y  equitativa  distribucion. 
Sì  hobiere  algun  capitan  tan  olvidado  de  su  obligacion 
qae  empleasB  parte  alguna  del  prest  en  otro  objeto  que 
el  de  au  preciso  destino,  6  que  no  manejase  los  ihtere- 
ses  con  la  mayor  legalidad,  se  pondnl  preso  en  un  cas- 
tìllo con  descu«nto  de  los  dos  tercios  de  su  sueldo  basta 
qnepagoe^  dando  cuenta  al  inspector  para  que  si  las' 
circunstaAciaa  exigiésen  la  separacion^  del  capitan  me  la 
proponga* 

9.  Cada  capitan  téodrà  un  libro  maestro  en  qua  lle- 
▼aré  Bsentada  la  cuenta  de  cada  soldado  por  lo  respecti- 
vo  à  sa  prest  y  masita.  Primero  le  acreditari  el  total 
haber  de  log  coatro  meses  de  aduste  ;  y  despues  le  car— 
garA  los  socorros  diarìos  tomadós,  las  jornadas  de  hos- 
pital caasadas  y  las  prendas  de  vestnario  recibidas.  El 
capitan  conducirà  su  compafiia  à  casa  del  sargento  ma- 
yor para  su  inspeccion^  lievindola  formada,  aunqne  sin 
arnras,  marcbaudo  con  la^ union  que  debe,  bien  que  no 
suene  la  caja,  y  puesto  é  su  cabesa:  el  mayor  confron- 
tare la  libreta  de  cada  uno  con  el  asieuto  del  libro  maes- 
tro: oirà  los  recursos,  bari  jnsticia  à  qoien  la  tuYiere,y 
rubricare  la  cueQta  de  cada  soldado  en  su  libreta  y  enei 
libro  maestro  del  capitan  :  este  con  sus  aubalteruos  asts- 
tirà  à  todo  el  acto  para  aclarar  las  dudas  que  ocurran  y 
obedecer  las  decisìones  del  mayor-,  quedéndole  siempre 
su  recurso  al  corouel  é  inspector  si  toviere  de  que  la- 
mentarse. 


154  -  . 

10.  l^ara  qoe  lo»  soldadoi  em|>eflen  menos  tns  masi- 
tdf  j  se  preseaten  con  aseo  procara  fa  ^ae  sa  eompania 
tenga  aà  soldaiio  sastre  y  otro  sapatero,  i  Job  que  exi- 
iniré  de  jBcu^ircio  de  dejstacamentos;  con  cayoaltvio,  y  ei 
de  algana  grati ficacion  msDGuat  por  cargo  comonf  clebe- 
. ìAn  recoger  y  remendar  eu  lui  diaa  librea  de  servicio  las 

prendas  de  todo9  ios  60Ìdadoa  correspoodieotes  al  oficio 
de  cada  uno.. 

11.  Para  ateader  a(  ei)treteaiinieato  de  las  preadas 
menores  y  Itmpieza  del  soldado  reteudrà  à  cada  pbza 
{comprendidas  laa  de  cabos  y  tambores)  on  foadò  de 
treiata  reales  de  velion,  que  ha  de  jantarse  de  ioqae  por 
saa  masitas  deveogaren,  sin  qae  el  accidente  de  no  ba- 
berse  completado  strta  de  obttàcald  A  la  obUgacion  de  su- 
ministrarles  las  prendas  qae  falten  i  los  qae  deban  y  i 
lo9  que  alcanceo  :  en  el  ajaste  caatrimestre  entregaré  el 

*  capitan  ei  esceso  que  teoga  su  crédito  sobre  él  eo  tos  es- 
.  presados  treiiita  realés. 

12.  El  soldado  qae  muriere  con  alcance  ó  taf  iere 
ropa  6  ftlhaja»  propias  no  coro prendidas  en  los  efectod 
de  manicioi^,  formare  el  capitan  sa  coentà^  y  con  elia 
y  sa  inventario  la  presentarà  al  sargento  mayòr,  qaieo 
con  intervenciou  del  capeilaà  dispondrà  qae  lo  qae  qae- 
de  libre  à  beneficio  deldìfunto  se  entregae  à  sas  bere- 
deros  ó  Barieotef>  aanqoe  distantes,  y  solo  enei  caso  de 
Ito  tenerlos  se  aplicar A  é  snfragios  por  sa  alma ,  cai- 
dando  el  capitan  de  qoe  èael.hospital  se  recojan  las  pren- 
das de  manieion  qae  haya  Hevado  sin  la  raenor  contri- 
bacion  por  m  rescate. 

15.  A  los  sargeatos  no  ha  de  retenerles  cosa  alga  ita 
por  maslta^  paes  èllos  por  si  mismos  deben  cuidar  de^u 
deoencia  y  entretenioiieoto  ;  y  si  habiere  aigano  tan 
abandonado  que  por  desidia  ó  Ticiodesatieodaeata  obli* 
gacion>  darà  parte  ài  sargento  mayor,  para  qaeiostrui- 
dò  por  *e8te  coodocto  ei  coroneì  tome  la  protidencia 
que  para  sa  correècioo  y  enmienda  considerare  conte- 
niente. 


155 
14-  Cada  capiUm  proòararA  len.er  un  barbaro  ea  §vt 
eoinpanìa,'  hacbudo  su  ajaste  por  acoerdade  lòa  wkvtoM 
•oldados;  j  por  uÌDgaD.qiotivo  se  pensionardo  eoo  està  pre* 
testo  en  mas  oantidad  de  la  qa«  reciba  el  qtie  loa  afeita. 
15.  Gooforme  se  agreguen  reelntat  à  sa  oompafiia 
les  i^rà  ci  papel  de  tièmpo  respeclìvò  firmado  desia  ina* 
uo,  con  espresìoo  del  dia,  mesy  afio  de  sa  entrada,  j 
lo8  eaqde  oo^plea  ei  plaao  senàlado  à  so  servicio,  obaer- 
Tsode  la  misma  regia  eoo  los  qaintos  ó  coalquiera  otra 
gente  qoe  se  apiiqae  por  pro^idencia  eslraordioaria*  Ed 
cada  papel  da  estos  ha  de  pooer  ei  sargeoto  major  so 
constarne  ^  y  el  eoronel  su  ifisto  bueào^  arregUndo]os  ni 
capitan  A  lo  que  coorte  en  la  filìacion  del  libro  maeatro^ 
y  siainpre  qo^  oònclaido  elpiaao  qoiera  el  soldado  reeiH 
gancharae,  le  presentare  el  capatali  al  eorooel ,  para 
qae  con  conocimiento  de  so  taila  j  ealidadea  cooTenga 
en  el  noe vo  empe&o  6  io  reproebe, 

16*  Servire  al  capitan  de  recomeiidacioii  la  policla 
y  b«en  antretenimiento  de  soa  soldados,  corno  que  np 
teogan  deudas  en  so  masita:  si  eu  eala  parte  faobiesa  al** 
guDo  omiso,  providenoiaréo  los  gefes  ei  pronta  remedio, 
debiéndoles  serti r  de  praeba  el  cotejo  qoe  barin  de 
débitos  y  crédito»  de  las  otraa  compaqiaa  00  ioa  ajustea 
coatrimensaaies.  Como  està  economia  militar  interesa 
à  todos  ÌQS,objeto8  de  mi  aervicìo  ^  encargo  qoiay  partlca- 
larmente  é  los  gefe»  qqé  ia  yigilen  y  adelanten  ccaoto 
•ea  poslble. 

17.  Los  eapitanes  correràn  siempre  con  los  «teoai^ 
iio»  de  sns  compauias;  los  ajastaria  fòrmalimente  cada 
castro  meses;  y  et  hobiere  aigon  aleance  despoea  de 
rebajadoa  Ioa  gastos  de  eompafiia,  abonaria  i  cada  in* 
dl?idiio  la  .parte  qae  le  t  oca  re. 

18.  Cada  capitan  tendVà  on  pie  de  lista  de. su  com* 
pafiia  por  estatora ,  otro  per  antigftedad  con  especifica- 
cion  de  patria  ^  edad  y  tiémpo  de  servtcio  9  7  etra  ea 
qiie  esten  tentadas  las  preodas  de  Yeatniario  qoe  ioTlere 
cada  000,  y  el  nilmsro  ó  marca  de  6^  fMSÌi. 


Ì56 

19.  Téndré  an  librò  eo  cuartó  ìeòo  la  fìUacion'de 
ìoè  solda<to8)  fambores,  cabosj  sargeatos  de  ^q  coxn*- 
pafita;  <;ada  filiacion  ocopari  uua  hoja,  anotaodo  ea 
ella  con  pautaalidad  los  ascensos ,  reeiigaochainieotoa, 
desercione^,  Liceocias,  y  demas  ocurreucias,  para  en 
todo  tiempo  dar  de^sa  compafiia  las  noticias  qae  le  pi- 
dan  sas  gefes. 

20.  Para  la  revista  mensaal  y  las  de  iuspeccìou  da- 
rà cada  capitan  con  su  firma  los  pies  de  lista  qae  se  be- 
cesiten:  con  anticipacion  entregaré  una  al  sargeato  ma- 
yor,  y  en  el  mismo  acto  de  la  revistà  las  darà  à  las  de- 

.  mas  personas  qae  deban  tenerlas:  al  màrgen  de  la  de^ 
recha  pondrà  el  destino  de  cad^  uno  >  se&alando  los 
presentes  con  una  P,  y  para  ^'^s  demas  espresarà  ^1  .pa- 
ragCf  hospital  ó  comision  en  que  estuviesen.  En  la  màr- 
gen de  la  lequierda  anotarà  \m  qae  tavieren  cédola  de 
premio,  con  espresion  de  la  csotidad,  y  al  pie  manifes- 
tara  la  atta  y  baja  ocorrida  ciesde  la  revista  anterioiTY 
con  dtstiucion  de  nombresdi  los  qtie  la  caasaron  ^dias 
de  su  salida  yentrada  de  iof    eclatas. 

31.  En  las  reyistas  y  demas  casos  el  capitan' eó  el 
qae  debe  responder  à  cuanto  qaierao  sas  gefes  saber 
en  sa  compaiiia:  por  lo  *qae  nada  ignorata  de  lo  qae 
pasa  en  ella. 

22.  El  primer  dia  de  cada  mes  el  capitan  darà  al. 
teniente  coronel  mayor  una  ^elacion  firmada  de  la . 
foerza  de  sa  compania,  y  del  alla  y  baja  ocarrida  eo 
todo  el  mes  anterior,  con  espresion  de  Ics  nombress  y 
motJTOS  qae  la  caasaron  :  el  mismo  capitan  llevarà  en 
persona  està  noticia  al  teniente  corone)  mayor  para 
aclararle  caanto  quiera  saber  de  so  compafiia)  y  Los- 
ca rà  la  bora  de  encontrarle  en.  casa>  sin  bàcer  casual  su 
entrega^ 

25.^^or  ningan  motivo  se  podrà  alterar  la  ensefian-  ' 
Btt  del  ejercicio  por  compafiias  ;  et  capitan  sera  respon- 
sable  de  qae  los  oficiales ,  sargentos  y  cabos  de  la  so- 
yà  sepan  hacerlo,  ènsefiarlo  y   mandarlo;  y  qoe  cada 


157 
soldatfo  tenga  en*  inairchas ,  faegos  j  evolociooes  mucha^ 
destreza  y  eatera  instraccion. 

24.  Generalmente  ios  regimientos  se  ban  dédìcado 
à  exigìr  una  igualdad  soma  é  inconsegnìble  en  todos 
I08  movimietitQS  del  inanejo  dei  arma,  con  niucba 
niortifìcacìon  de  là  tropa  :  ebta  igaaldad  ha  de  tener 
808  gradps .  de  escrupnlosidad  :  ei  mahejo  del  arma  es 
en  la  major  parte  para  nuiformar  ios  movimientos  de 
la  tropa, y  dar  soU^ra  y  agilidad  à  ics  soldados:  lo 
esencial  del  ejercicio  se  reduce  à  cargar  bien  y  pronta-^ 
mente,  sìn.embarazar  à  sos  costados  é  bileras,  à  ba- 
cer  el  faego  con  la  posible  segai  idad  de  Ios  snyos  y 
daiio  de  Ios  enemigos,  à  conservar  la  formacion  de  la 
tropa,  y  bacer  con  proutitud  y  órden  las  marcbas  y 
maniobras  que  previene  el  qae  ma  fida.  A  eslos  obje- 
tos  dedicaràn  lò3  capita nes  y  demas  gefes  todo  su  cut- 
dado:  ìnspiraria  à  |os  soldadbs  mucba  .confìanza  en  las 
▼entajas  de  sa  disciplina  ^y  les  bardn  conocer.las  que 
proporciona  sa  union  con  la  segnridad  de  sus  manio— 
Lras  aunqoe  inmediatos  al  enemigo. 

25.  Cuando  un  soldado  estuviere  cuatro  meses  en 
so  compania,  y  que  no  sepa  vestir  se  con  propie- 
dad ,  cuidar  bien  de  sos  armas,  el  respeto  y  pronta 
Dbediencia  qae  debe  à  sns  cabos,  sargeutos  }"  oficialès, 
liacer  bien  el. ejercicio,  conocer  lo  que  debe  practicar 
caando  eMé  de  guardia  y  de  centinela  ,  y  demas  pnu- 
tQ8  esenciales  de  su  obiigacion,  sere  prueba  cierta  de* 
descuido  en  aqneiia  compania  ^  cuyo  cargo  se  bara  sè- 
riamente al  capitan* 

26.  Las  compaiìias  que  en  Ios  ejercicios  de  foego 
DO  diuparasen  Ios  tiros  que  deben ,  daràq  vìsible  prut- 
ba  de  que  Ios  soldados  estan  mal  disciplinados,  ó  las 
aroias  en  mal  estado  :  al  remediò  de  este  dafio ,  corno 
tan  importante  à  mi  servicio ,  darin  Ios  gefes  especial 
atencion, castigando  con  séverrdad  à  Ios  capitanesde  ellas. 

27.  Caando  cada  compania  tnvìere  cuatro  cabos 
primeros   y  caatro  segundos,  estaré.  repartida  en    tres 


158  ' 

escaadras^  j  caJa'  Qoa  at  cargo  de  nn  cabo  primera, 
quien  tendré  para  asistirle  an  segondo,  quedando  ano 
prtinero  j  ano  segando  para  las  cbmÌ8Ìoo«a  en  qae  loà 
einpleen  losxaerpos,  y  saplir  Los  qae  eo fé r marea  »  aa« 
tisfeciio  el  capitan  deqpe  los  eiegìdoa  esten  biea  impaes- 
tos  cn  «a  obligàcioD)  les  derjarà  otrar  con  Hbertad  :  si 
dlp;o  yerran,  la  reprension  de  èlio  les  ensefiacA  mejor  sa 
deber:  con  esto  hàbrà  mas  emalacion)  se  conoeerén  ics 
ftagetos  j  eUos  se  babilìtardn  al  mando.  £n  caso  de  aa- 
meiitarse  la  faerza  de  las  eònipaiiias,serécQrrespondien— 
te  el  aumento  de  cabos  pritiierosy  segondos  y  el  ndme- 
ro  Riayor  de  escuadras,  encoy occaso  se  continuari  la 
regia  de  qae  qoeden  an  prhnero  y  un  segando  cabo 
sobresalientes. 

28.  Siemprè  qae  la  compafiia  tomtirti  las  artnas,  el 
capitan  con  la  debida  anticipacion  é  la  bora  dada  para  la 
formacion  del  regimieoto,  la  reristari  en  ^la,  eiaminan- 
do  con  proligidad  sa  armamento ,  v^stoario  y  aaeo.  SI 
ballare  algo  qae  reparar,  lo  advertìrà  6  reprendtftà  ai 
teniente,  qulen  dorante  sa  reYiita  deberi  segatHe  y  tana- 
bien  el  sabteniente  paraobservar  y  aprender  lo  que  cor- 
rija  et  capitan:  éite  provtdenciarà  el  pronto  remedio  da 
cualquiera -Calta  qae  notarevConclaida  la  reyista  forma- 
ri  el  capitan  sa  compafiia  en  batalta,-siel  terreno  loper- 
mitiese,  y  caando  no,  pormitades^  caartas  d  pctaras,  y 
marchari  coni  ella  al  parage  sefialado  para  la  primera 
formacion  del  regìmiento,  donde  la  presentari  al  sar- 
gento mayor  para  sa  inspèccion ,  la  caal  conelalda  pro- 
segoiri  bastaci  logarqae  le  corresponda  en  el  batalloD, 
descansando  en  él  sobre  las  armas  basta  qae  formad^  el 
todo  se  mandé  ponerlas  al  bombro. 

29.  El  capitan  no  permttiri  qae  soldada  algano  da 
sa  compatita  haga  servicio  estaiido  eafermo  à  eonirate- 
cicute,  y  n^  Omitiri  cùidado  para  la  coaserraoion  da 
ios  soldados, 

50.  El  capitan  para  cabo  segando  elegìri  el  sotdado 
qae  promets  mejor  desempeffo;  para  primera pi^^riri 


159 

at  segiiffdo  qw  mas  coiJe  <Ie  sn  escuftdra.  Ei  cabo  pri- 
mero  qae  mas  «obresatga  cn  «ì  mando  y  gobierncdeU 
8uya  sere  atenclido  en  la  pricnera'  «drgentia  de  seganila 
tsUse  qae  i\ef^xkt  A  vacar  en  la  cpmpania;  y  de  é&tos  el 
ma»  aplieado  j^  in^s  dtU  sera  eiegido  para  primer  aar- 
gentOftenieodo  preseti  tea  ias  cìrcanstaocias  pretenidaa 
e»  el  titolo  de  e^a  clase. 

51.  Los  cabos  segniidos  y  primeros  tendréo  nombra** 
miento  del  capitaD ,  constarne  del  teaieote  coronel  ma- 
jor y  y  aprohacion  del  coronel.  Estos  gefe»  no  repojgna^ 
t^o  U^leccioD  del  capitan  sin  jostificado  motivif.  Cban* 
do  el  coronel  baya  aprobado  los  cabos,  mandarà  qae  se 
dea  à  reconocer  en  la  órd&ti  general,  y.cada  capitan 
deépnes  bare  qne  ano  de  9u«  sabalternos  àé  é  reconocer 
el  cabo  de  la  compama,  for^méodola  sin  armas  para  este 
acto.  . 

S3«  El  capitan  bare  nojfnbramiento  par^  Ica  sargen- 
tos  en  sa  eompafiia  :  lo  entregarA  personalmente  al  te- 
niente  coronel  mayor  v  qnien  satisfecbopondrà  sa  consta'» 
me  y  to  ItCTarà  alcotonel,  ioformàudolede  laaptitad  del 
elegìdo,  ó  de  los  defectos  que  toviere;  pondré  ci  coro- 
nel al  pie:  Considero  al  eiegido  digno  de  este  empieo* 
Fecha  y  sa  fmna.  Con  estos  reqoisitos  lo  dirigirà  al  ina* 
pector ,  qnièn  pondré  é  cootinuacion  sa  aprohacion. 

55.  Siempre^  qae  vacare  la  tenencta  en  ona  compa- 
nia>  elcapitan  de  ella  me  propendi  é  tres  sngetoo  dignoa 
del  empieo,  arregUodose  en  el  modo  al  formulario  para 
lag  propuestas;  entrégaré  està  al  coronel,  qaien  la  remi- 
tini  al  inspector  con  »u  dictdmen.  El  capitan  tendrà  fa- 
caltad  para  preferir  en  sm  propae»ta  el  que  crea  mas 
digno  entre  Ica  rabtenieuler  del  regimiento,  debiendo 
tener  aiempre  presente  qa^  sera  propaestaa  dar^n  à  co- 
nocer  so  jasticia  y  amor  al  servicio;  y  caando  el  coro» 
nel  le  mande  qae  forme  la  propaeata  de  subtenencia  de 
•a  companta  por  ler  màyor  el  ndmero  de  vacantes  de 
està  clase  qoee!  de  los  abanderados,  porta^estandartet 
6  porta- guìoneaqoe  deben  ocoparla  (en  coyo  dnieo  oa- 


so  le  perténece  consultar))  harà  la  pròpnesta  en  cade-^ 
tesò  sargentos,  segan  correspondiere'por  la  r«gla  espU-  ' 
cada  para  la  teueDcia. 

54*  Vtsitarà  ea  hpras'estraordinarias,  j  especìalmeD- 
te  por  la  nocbe,  sa  cnar^el^  para  vèr  si  los  sàrgentos 
duermeo  en  la  co  tu  pania,  si  se  recogea  é  las  horas  sefia* 
ladas,  y  sì  en  ellas  se  obserra  la  regalaridad  j  qaietad 
qcie  està  mandado. 

35.  Tendré  an  libro  eo  qae  esteo  copiadàs  las  drde- 
qes  de  iospecqion  qae  sean  relativas  al  gobierno  j  disci- 
plina de  sa  compa&ia,,  j  las  qoe  èn  lo  general  del  eaer- 
pò  diere  el  coronel  para  sa  régimen,  policiad  otros  poD-  ' 
tos  del  setyicio,  con  obli(^acion  de  leerlas  ona  véz  cada 
do8  meses  à  sassubalternos;  y  sieinpre  qoe  el  capitan  se 
aosente',  dejarà  para  jgual  iia  el  mismo  libro  al  oficial 
qae  qoede  mandando  la  com pania. 

56.  Elitre  tambores,  pi/aoos  y  clarioetes  (qae  son 
los  Tiiiicos  instrumentos  de  que  debe  asar  la  iuranteria) 
nonca  habrà  major  aumero  qae  dos  plazas  en  cada  qiDa 
de  fusilefos,  aoa  en  la  de  grauaderos>  j  dosepU  plajpa 
mayor  de  cada  batallon  ;  lo  contrario  debilitarla  la  faer- 
za  de  los  caerpoS)  qae  uunca.  se  permitirj. 

37.  A  oiogan  tambor^  pifano  ni  clarinete  sedata 
mas  gratificacion  qoe  el  saeldo  senaUdoen  mi  reglamen- 
to,  à  escepcionde  dos  qae  serviréo  de  maestros  à  los  de- 
mas,  à  qaienes  de  la  gratifìcacion  de  recluta  se  sumiuis- 
trarin  dos  reales  diarios  à  cada  uno. 

58.  Para  tambores,  pifanos  y  clarinetes  se  recibirdn 
mnchacbos  de  baena  disposicion,  aanqoe  no  teogao  mas 
edad  que  la  de  diez  anos;  pero  à  estos  porsus  padres, 
y  caaudo  no  los  tengao,  perai  mismos,  se  sentarà  la  plaza 
observéndose  lo  prevenido  en  el  articulo  12  9  tit.  4 
del  trat.   1. 

39.  Para  no, gravar  el  sueldo  del  capitau  ni  el  prest 
del  primer  sargeoto  con  los  gastos  que  correspoadeo  à 
la  compa&ia ,  se  abooaràn  à  cada  una  catorce  realea  de 
velloD  ménsuaiesdela  gratifìcacion  de  hombres:  y  deea- 


MI 

toS)  sei» reale»  al  primer  sargeotor  y  ocho  al  capitan,  can- 
tìdadea  anScieotes  para  invertirse  en  comprar  libro  de 
filiacion  ,  el  de  caentas  de  osasita ,  el  de  la  órden  general 
del  coerpo,  pàpel  para  loa  pies  de  lista  de  la  deviata, 
estado  ménsaal,  distribncion  ^  prest,  j  demas  mena* 
dencfas  qae  ocarren  en  cada  cémpania. 

TITOLONI- 
Obligaciones  del  capitan  de  caballeria  y  dragones. 

Art,  1.  Ha  de  aaber  todas  las  obligaciones  eaplieadas 
en  este  y  los  antecedentea  titalós  ^  desde  el  soldado  haa^ 
ta  el  teniente  inclosÌYe  ;  adaptaré  à  la  diferente  calidad 
de  sa  servicio  laa  preveuidas  para  el  capitan  de  infante- 
ria, qae  entodo  loeseoeial  le  son  comanes;  y  por  laa  mia- 
mas  regi  as  bade  dirigir  saceloy  Tigilancia  para  entrete* 
ner  j  mejòrar  la  fuerza,  disciplina,  iostraccion,  poiicfaj 
boéu  r^gimen  de  la  compafiiade  su  cargo,  comò  su  pan- 
tualidad  enei  servicio,  arreglàndose  en  todoal  mètodo  qae 
prescribe  la  Ordenanza  y  las  òrdenes  particalares  qoese 
(Ìi»tribQjen-en  el  caerpo,  sin  qae  estas  le  priven  la  fa- 
cqltad  de  dar  por  si  (en  caanto  no  se  opougao)  las  dis- 
posiciones  que  considere  conyenientes. 

2.  Tendrà  los  mismos  libros  y  relaciones  que  para  el 
capitan  de  >infanterra  estàmandado;  afiiadiendo  en  las  de 
yestuario  los  efectoa  de  montura  y  equipage,  y  todas  Jas 
demas  noticias  que  exige  la  diferencia  del  instituto  ^  sin 
alteracion  de  las  formalidades  prescritas  para  el  boen 
órden  j  darà  administracion  de  juslicia  y  «quidad  en  las 
caentas  interiores. 

'  5.  Para  el  puntnal  àjoste  de  ellas  tendré  on  libro 
de  cargo  y  data  en  que  lleye  la  del  prest  que  percibirà 
por  si  mismo,  con  precisa  responsion  de  sus  resultas. 

4«  Bn  otro  libro,  compoesto  de  bojas  soeltas,  esten- 
dere eiT  cada  tina  la  fiiiacion  y  calidades  de  catla  soida- 
do;  y  en  ona.esqoela  separada  las  seiiast  del  cabalio  que 
monta.  ^ 


'*^  .       .  . 

5*  Sì  el  regtui lento  estavier^  alojadoea  oaMude  f>a- 
tronety  aeftalarà  parage  eo  qae  la  oompaGia  ae  ona  à  laa 
horaa  de  dar  agoa;  j  cuidarà  de  qae  austan  «os  oficialea 
para  rgaoaocerla ,  verta  desfilar,  y  ceJar  qoe  yayan  j 
vaelTan  eoo  baen  4rdenal  paèito  de  anioa  de  qoe  aar 
lieroD.  *  . 

6.  Eo  las  horas  de  dar  cebadai^  para  vigilar  sì  ios 
•oldados  poneo  la  qoe^  eorreapoada,  mandari  qae  eotre 
lo8  sabalteroos,  sargentos  y  cabos  sa  repartan  por  las 
casa»  eo  qae  la  compafiia  esté  alojada,  y  celeo  qae  los 
aoldados  no  se  aparteo  de  loa  eabaltof  basta  baber  eoo- 
clordo  ei  pieoso« 

7.  Siempre  qoe  la  compaoia  baya  de  salir  lòrmadaj 
la  oonducirl  el  capitan  ai  parage  qoe  el  coriOnel  6  co^ 
mandante  destine  para  la  formacion.del  escoadroo;  y 
para  qoe  à  sa  incorporaeion  en  él  no  tenga  el  ge&  qae 
la  recibe  qae  notari  la  revista'rà  con  anticipacion  el  ca- 
ptan,  examinaodo  proUjaoieiite  coanto  oondoee  i  so 
aseo,  propiedady  dtil  estado  de  aervicio. 

TITULO  3UL 

TenienU  corontL 

Jri,  1.  El  teniente  eoroo<>l  obedeceré  al  corone),  y 
mandare  à  todos  loa  demia  oficiates  del  regimiento:  «io 
podrà  rariar  lo  qoe  mande  el  ooronel)  ni  dar  por  si 
órden  aae?a;  pero  en  las  qoe  dìere  so  primer  gefe,  le 
toca ,  corno  segando ,  la  obligacion  de  vigilar  ao  exacte 
complimieoto^  sostener  con  6rmeza  sa  respeto,  avtsarle 
de  las  faltasqoe  advirtiere,  disipsr  y  córregir  las  mnr- 
moraciones  ò  flòjedad  qoe  reparare,  y  no  callarle  por 
ÌBdolgencia  y  culpable  disimulo ^  especie  que  paeda 
tarbar  el  boen.órdert,  ni  déaacreditar  la  disciplina  y 
boena  opioioo  del  regimiento» 

S.  De  las  novedades  estraordioariaa  qoe  ocorrieren 
ba  de  darle  parte  el  syudante  de  semana  pontoalmenlei 


'45 
j  diarìamenle  el  sargeoto  mayor  de  lat  ordinaria»^  à  la 
bora  de  la  4rden  en  casa  del  éoronèl  :  teodr^  faoaltad  de 
repreoder  7  castigar  coalqQ^era  falla  <S  abuso  qoe  no* 
tare  contra  lo  pre?eDÌdo  ^a  Ordenanaa  4  maodado  por 
el  coroDel*  ' 

5.  SI  el  aargentp  mayor  ialtare^  deberA  t^oipo  se- 
gando gefe  tornar  i  sa  cargo  la  restdencia  qne  al  terce- 
ro  ìacQinbe  en  aqnellaa  f ancioiiea.  relativaa  i  la  respon* 
sioo  de  loa  eapitanes ,  coqio  son  el  recìbìr  las  companiaa 
dal  primer  batallon  despaes  de  la  rerista  particoìar  de 
cada  «na  p^ra  formarle»  visitar  el  caartelf  reconocer.  su 
aseo ,  a^ìatir  à  la  lista  j  i  la  parade  »  j  autorìzar  las  re- 
TistA  de  caenlàs  qne  pase  el  a judante  major  ;  paes 
aanqacf  recaen  en  éste  las  fuociones  del  sargento  major 
en  ao  aoseacia  ó  vacante)  deben  dlatingairse  las  qae  en 
este  articolo  se  espiican  corno  irespectiTaa  al  carécterde 
geie»  j  en  caalqQÌera  de  eilas  à  qoe  el  tenieote  corooel 
coBcarraserÀ  corno  tal  recoooctdo  j  respetado  para  obe- 
decerle  j  pedìrle  las.correspondientes.licencias^  no  es« 
tando  presente  el  coronel. 

4*  Siempre  qne  él  segondo  batallon  tornare  las  armas 
recibiri  las  coinpafiias  el  teniente  coronel  i  j  bari  antes 
de  entrar  à  formarle  la  insjpeccion  de  eilas,  en  el  modo 
qne  el  sargefito  major  en  el  primerO)  dando  coenta  al 
coronel  del  estado  en«qoe  las  hallare« 

5.  Siempre  qne  esté  vacante  el  empieo  de  coronel, 
ò  en  sa  ansencia  (si  estaviere  en  dominios  estranos,  6 
mios,  mas  remotos  qae  los  pre^idios  de  Africa  j  Ma- 
lloroa))  tendrà  el  absolato  mando  del  regìmieoto  en  loa 
mismos  tdrminos  qne  si  faeracoronel  en  propiedad;  pe- 
ro hallàndose  éste  dentro  de  mia  reinos,  oomprendidoa 
Mallorca  j  Afrlea,  j  esceptoados  Ics  de  Indias  j  €ana- 
rìas,  mandare  el  teniente  eoronel,  con  la  obligaeion  de 
darle  coenta  de  cnanto  ocorra  en  el  regimiento,  sin  in* 
Dovar  por  si  Us  reglas  qae  baja  dejad^o  establecidas, 
j  con  precisioa  de  obedecer  Us  que  el  corooel  le  oooìo- 
niqae.  r 


^44  .... 

6.  Tudos  tos  papeies  que  debao  dirigirse  é  la  inspec- 
cioD  Ips  remitiri  é  $a  coronel,  auoque  estd  distante^ 
.para  qae  autorizados  eoo  so  firma  iesdé  e)  carso  de  so 
coQtenido ,  esceptaande  de  dicha  regia  Ìaif  ngticias  eje- 
cutiva»  qae  pida  el  inspecfór  con  està  cirQDifstadqia.        ' 

7.  À  la  li^ra  que  senalare  ei  corooei  acodirà  ^  sa  ca- 
sa èl  t^oieote  cocpnel  diariamente^  para  recìbir  de  élla 
òrdeii  respecto  à  lo  pecoliar  dei  cuerpo,  y  darla  A  sa 
sargéoto  major,  eu  cuyo  mismo  tiempo  le  -darà  parte  (en 
coDsecuencia  de  lo  que  el  sargento  major  ie  baja  como- 
uicado)  de  ias  novedades  qne  en  ias-yeÌDte  y.caatro  ho- 
ras  antecedentes  bayan  ocarrido^ep  el  regimieotOk 

8.  Ì)e  todas. ias. cSrdenes  circulares  teadré  a&  .regis- 
tro, en  qne  estén  copiadas  àia  ietra. , 

9.  £u  ics  dias  qne  so  regìmiento.cubra  io»  poes- 
tos  de  la  plaza  en  qne  està  de  gnarnicion^  los  visilar^ 
para  celar  si  los  oficiales  y  tropa  desempefian  so  obliga- 
cioo  exaotamente  :  cuando  io  ejecuta  de  dia  se  le  prer 
sentaré  la  gente  sia  armas  y  en  petotou  psfra  ver.  si  fal- 
ta  alguoo,  y  todos  conservi^ ré n  là  d^bida  com postura;  y 
coaodo;Io9  visitare  de  Docbé,  sere  recìbido  con  Ias  for- 
malidades  regladas  para  la  ronda  mayor,  reprenderé 
cualquiera  falta  que  notare,  y  dare  parte  de  ella  al  go* 
bernador  de  la  plaza  y  é  su  corone!. 

TITULOXIIL 
Temente  coronel  de  cahalleria  y  dragones, 

Las  fanciooes  de  este  gefe  son  igoaies  à  Ias  esplicadas 
para  el  teoieute  cofonel  de  infanteria  ,  y  comun  la  obli- 
gacion  de  estar  completamente  instrnido  en  ias  pecolia- 
res  de  cada  clase,  para  bacerias  cumplir  exactameote  y 
desempenar  (a  snyd ,  por  Ias  regUs  qae  prescrìbe  el 
titolo  precedente;  con  anmentò  del  exémeo  de  caballos, 
efectps  de  montura  y  eqaipage,  distribacion  de  cebada 
y  paja,  y  todo  lo  demas  que  correspoode  à  la  dìferente 
calidad    del  servicio  de  cuerpos   montados., 


14S 

TIT0U)X1V* 
jRinciòne»  'de  Ics  abandtrados. 

JrU  1.  Sìempre  qae  el  ndmeto  de  solitenieotes  qoa 
habÌQre  Tàcaote  oo  ecceda  al  d^  loa^alianderados,  deberà. 
•er  este  el  prUaer,  eacaloa  para  ioa  cade  tea,  j  preciso 
para  paaar  despaea  é  oficialea  dò  cQjupaoia ,  aieodo  sa 
priacipal  iaocioD  el  lievar  la  bandera* 

2*  Caaodo  estéa  aolJos  amboa  batallooe^,  noo  de 
los  abanderados  correre  con  la  'distribqcioo  d^  pan,  ca->. 
mas,  Lena  y  acuite  para  la  tropa;  j  ooncinido  sQ'meseii- 
trarà  otro  turaando  en  las  propias  distribaciones ,  y  eL 
primero  totàliaaràloaTeejbos  qa^  baya  dado,  j  forma-, 
liiari  jen  coanto  poeda  jel  ajnate  de  laa  compafiias  por. 
io  respectivoaldetall  con  qae  ba  corridoi 

5.  De  los  otroa  dos  abanderados. alternando  por  ae- 
manas,  bari  el  ono  la  Visita  del  hospital  reSpectiva  à  sa 
CQer,po^  j  el  otro  el  reparto  para  las  gaardias  ;  recibiré . 
la  gente  que  cada  compafiia  debe  dar>  7  no  les  admitird 
soldado  aiguno  .qne  i^p  venga  con  mncbo  aseo,  y  que  no  ; 
teoga  SQ  arma  en  estado;  no  dejando  sn  cnidado  qne  repa- . 
rar  al  ayndanie, qne  ire  todos  los  diasi  esercitar  la  pa-. 
rada.  A  cargo  de  este  abanderado  correrà  tambien  la  pò-. 
licia  del  cuartel,  qne  deberà  visitar  cnando  menos  dea 
Teces  al  dia,  para  ini'ormar  à  sns.gefes  de  si  se  observan 
«US  iSrdenès  con  la  debida  esactitnd. 

4*  £1  abauderado  qne  queda  libre  estarà  pronto  pa- 
ra caanto  ocnrra  de  estraordinario;  y  sera  sa  cnidado 
el  ver  cada  mafi^ua  y  tarde  i  sa  Qoronel  y  tenienta 
coronel  mayor,  por  si  tieuen  eu  qae  emplearle» 

5.  Cnando  estùvieren  separados  los  batallonea  $e, 
eocargarà  à  nno  de  los  alianderados  la  visita  del  hos- 
pital y  la  distribncion  de  pan  y  ntensilios:  el  otro  cai-. 
darà  del  recibo  y  reparto  de  la  parada.y  de  la  policia 
del  cnartel;  y  deberào  alternar  precisamente  en  sos 
respectivos  destinos,  à  fin  deqi;iecada  uno  de  ellos  so 
imponga  en  todQt  los  detallos» 

IO 


m 

6.  Coaddo  habiere  atgttaa  i%  loa  abanderados  aa* 
tebte  con  liqeiicia,  ^nfarmo  6  cacante,  elégjrìeloo- 

'  ronel  ei  cadete  mas  apto  del  cnerpo  para  ejercer  fius 
faociones,  é  fin  de  que  eatando  aieoapre  completo  el  nd* 
mero ,  te  baga  pantoalmeBie  el  tertioio»  y  teagan  W 
cfadeted  eate  molVro  mas  de  emfilacìoii  j  de  escoeta» 

7.  Para  qne  los  abaoderados  pnedao  atender  mOfor 
ai  desempefio  de  los  encargoa  eàpreaadoii  se  tea  «xiiftìrà 
de  destacamentoS)  goardias  j  demaa  éervicio^  de.  està 
natorat^sa. 

8.  Ei  coroDoI  j  tediente  corone)  mayor  tendrdnsknB- 
pre  presente  qne  deben/tnstrtiir  é  los  abandevados  j 
emplearlos  en  todos  los  astintos  del  servtcio  qere  ae^n 
coodacentes  i  formar  de  eilos  boeuol  oficialea,  impo* 
Diéadoles  tambìen  en  la  formalidad  de  los  frùcesos  j 
reristaSt  &cc.,  para  qne  nada  ignoren  de  coanto  sea  ser- 
Tteioydiaciplrna  ó  poliefa  de  nn  regtmiento. 

9.  Ea  campana^  los  abanderados  cuidartftt  da  t»  p<H 
licfa  del  campo,  bai-én  et  reparto  de  laa  gnardias,  re- 
clbirin  la  parte  que  cada  compania  diere  para  ellaa,  j 
entódo  barén  reUtif  amente  A  los  artica  los  aotecedeatts 
ei  serviclo  qne  aotés  bati  becbo  los  ayndantes  dragonea, 
à  escepcion  de  qtie  no  deben  alternar  con  estos  en  to- 
rnar semana. 

10.  Los  porta* estandartesen  caballeria  j  porta* 
gniones  de  dragones^  sobsistir^id  én  las  primeras  com* 
pafiias  de  los  escdadrones  ,  uno  encada  nna;  y  su  elee- 
cton  se  bare  alternatttamente  entro  los  sarge utos  j  ca- 
detes  qne  se  consideren  mas  robnstos  para  cualqatera 
fatiga  de  baena  disposicion  personal^  y  càpaces  de  de- 
deserapenar  eod  àcìerto  iaa  faociones  anejas  i  està  olase, 
qoe  soo  las  de  instroìr  la  tropa  bajo  la  direccion  del 
teniente  coronel  major  y  ajodante,  lletar  el  detall  del 
sèrticìo  y  ajnstar  los  òteiiatiiios  y  demas  encargok  espli« 
cados  eo  este  titolo ,  por  lo  perteuectenfe  à  abanderados. 

11.  Teodrfto  corno  estós  la  gradoacìon  de  alféreces 
y  pasarin  à  serio  de  compaita  con  la  aniigaodad  de  la 


147 
dita  es  S08  deisptfclios  de  porta -estaodartes  ó  porta- 
goioneS)  caando  el  corooel  determìoe  proponerles;  paes 

00  et  mi  rtal  éikìmo'  q:tté  perfadtqaen  é  loa  cadetea  ni 
urgsiil0»  dtgMit  ma»  aptìgvoa.  . 

TITOLO  XV. 

Funciones  del  ayùdante, 

• 
Art,  1.  Los  ayndantes*  deben  considerarse  sobalter- 
BOI  del  teoiente  coroDÓl  major  9  de  quiea  deben  tornar 
la  órdeo  diaria  qoe  diere  el  corooel  j  reglar  eo  todo 
el  ejercici^  de  aoa  fanoioDea  à  Uà  qoe  lea  corno oiqae  el 
refendo  teniente  coronel;  per^  su  ioatUuto  principal 
eselde  coidar  bajó  aa  direcoion  dfl  aseo,  detali,  dis- 
ciplina ir  inatrocqion  de  La  tropa ,  7  yigilar  aobre  el  ser- 
▼icio,  regime»  ecooómico  j  policia  del.  coartel,  daodo 
parte  peraonalm^nte  é  ans  gefes  de  las  oovedadea  aoe 
ocarriereo  j  caiopliioiento  pootual  é  las  drdenes  qoe  tea 
de  caalqui^ra  d^  e^loa* 

2.  i^Uecoaréa  jior  a^iuanaa  p^ra  el  s^^rvicio  de  plaza 
J  del  c^di«pa<T  reco(ii«ndo  eia  la  luja  cada  ujio  los  par« 
tea  qoa  de»  iaa  compafiiaa  par  a  oAticia  del  teniente  co- 
i^onel  major,  à  coja  poaada  deber^  acqdir  cada  mafia- 
na  despaea  de  haber  risitado  el  cùai^lel  para  participarle 
lo  qoe  ocfirra,  j  acompafiarle  i  casa  del  coronel  à  la 
bora  qoe  aeoal^   para  dar  la  órdeo. 

^*  Siempre  qoe  el  teniente  coronel  major  mandare 
^1  regimieoto,  ejercerà  sua  foociones  el  ajudante  ma- 
jor, qoe  foere  mas  antigno;  pero  todas  las  respectivas 
il  caricter  del  tercer  gèfe  Scorno  son  las  de  recibir  las 
conapafiias  para  nuirse  a.  batailon,  y  todo  acto  relativo 
i  resideociar  à  los  capitanes]  no  podrà  pof  s£  solo  ejer- 

1  cerio,  pae«  tocari  entoncéa  al  espresado  gefe ,  j  solo 
!  teodré  la  accion  de  darle  parte  para  qoe  tome  la  prò- 
I   ^idencia  qae  contenga:  caja  igaal  regia  seguirà  en  los 

caios  de  ansencia  i  cacante  del  teniente  coronel  major. 


coD  ift  diféreocia  de  dar  parte  entonces  «l  gefe  qae  man» 
dare  él  regimiento. 

4*  Eh  ia  separacioD  de  batallonea  (sia  mudar  legar 
los  ayedantes  aanqae  est^  eo  el  primero  el  mas  atltigao) 
ejercerà  eu el  sayo cada  ano  sasfanciònes  respèctit.as. 

MODO  DE  RECIBIR  LAS  RONDAS  (*). 
•  Ronda  nij^jror. 

ArU  !•  La  centifiela  mas  avanzada  de  nna  guardia 
qae  tenga  comanicacion  con  ella,  taegò  qae  al  ^uiin 
vive  se  le  responda  ronfia  mayor^  la  maodarà  hìacer 
alto ,  y  avisaré  ai  cabo  de  escuadra. 

9.  El  comandante  de  la  guardia  la  bari  poner  sobre 
las  armas ,  j  eoTÌari  al  sargento  con  caatro  soldados  à 
reconocerla:  éste  Uegando  à  diez  pasos  de  là  ronda  (sia 
repetir  eì.quién  vive^  paes  ya  sabela  qne  es,  y  esti  pa ra- 
da^ cuya  prictica  es  irregular  y  no  arreglada  à  ia 
.  Ordenanza)  dirà  :  avance  la  nomhrada  d  rendir  la  se- 
na ^  y  à  su  escolta,  preparen  las  armas*  A  està  voz, 
los  cuatro  soldados  bardn  alto,  y  prepararén  las  armas, 
jadelanténdosè  el  «argento  basta  encontrar  la  ronda  à 
qnìen  mandò  avanzar,  y  presentendole  la  bayoneta  al 
pecho,  se  bare  dar  la  sefia. 

3.  Recihida  por  el  ^argènto  la  sefià ,  y  satisfecbo  de 
aer  legitioia,  mandarà  à  sa  tropa  poner  armas  al  hom- 
Iro^  y  avisard  con  nn  soldado  al  comandante  de  ia 
guardia  de  venir  bien  la  ronda  j  y  ^l  y  |os  restantes  la 
a.compafiaràn  basta  diez  pasos  de  la  guardia  (que  estari 
formada  y  con  las  armas  presentadas),  donde  la  espera* 
rà  el  comandante;  y  despues  de  reconocer  que  es  la 
ronda  mayor-,   le  darà  el  santo  y  sena  y  le  franqaeari 

(*)  Combìnados  loi  art.  5i,  5a  y  56,  tit.  i  ,  traU  a;-  los  5(, 
7  53,  tii.  a,  irat.  a;  j  lot  ad,  ai,  j  el  4»  ^>*<  1%  ^^^^*  ^  de  U 
Ordtnansa* 


149 
toclo»  Io8  pmestos,  peruntiesdo  entoaoes  qoe  ptse  i o  go« 
nitifa  qne  esUba  detenidà. 

4*  Si  el  comandante  de  la  guardia  .faese  sarg^oto,  eo- 
viari  al  cabo  con  doa  aoldadósf  i  reconocer  la  ronda,  j 
é\  formarésQ  gnardia,  jsaldrlidieK  pasos  à  darle  ei san- 
to j  sena,  comò  qoeda  dtcho;  j  sì  foeae  cabo  el  gefe  de  la 
goardia,  enviarà'  dóa  aoldadoa  à  reconocer  ia  ronda,  lle«- 
Taodo  el  mas  antìgno  de  elios  fa  repreaentacion  de  cabo,  j 
é\  practicarà  lo  preyenido  paraci  comandante  de  la  guardia. 

3.  Se  rectben  corno  ronda  major  à  los  generaies, 
goberoadorea,  iospectorea,  gefea  de  los  coerpoa,  lenien- 
tes  de  R^y  j  aargentoa  majores  de  plaza;  y  eo  campà- 
iìa  i  los  oficiales  de  dia;  y  podrin  bacerla  i  caballó. 

6.  Gaando  se  encontraaen  las  rondas  mayores,  la  de 
menpr  graduacion  rendìré  ei  santo  é  la  otra  y  recibiri 
la  sefia^  gradoindose-  en  està  forma  ingenerai,  goberna- 
dor,  inspector  general,  tenieote  de  Rey,  sargeiito  ma- 
jor y  gefes  de  coerpb  de  la  goarnicion.  Toda  ropda  qae 
encoBtrase  à  la  ronda  mayor  rendiré  à  està  el  santo  y 
recibiré  U  sena;  y  toda  co ntra- ronda  pracUcarà  lo  mia* 
IDO  con  la  ronda  mayor  y  la  ordkiaria,  aanqoe  la  baga 
de  està  dase  el  èargento  mayor^  por  aer  ronda  repetida* 

Ronda  y  cantra' ronda  ordinaria. 

7.  La  centioeia  de  las  armaa  bari  bacer  alto  i  ia 
rondi^  6  contra*  ronda  ordinaria  à  diataneia  competente^ 
j  avisarà  al  cabo  de  escoadra* 

8.  Eate,  con  permise  del  gefe  de  la  guardia,  saldré 
con  doa  aoldadoa  à  reconocer  la  ronda;  y  é  diez  paaoa 
de  las  armas  diri:  avance  la  nombrada  d  rendir  santo 
Y  sena,  y  à  sns  aoldadoa,  preparen  ias  armas.,  Avèu-- 
zindose  aolos  la  ronda  y  el  cabo  basta  encoi^rarse,  oste 
pondré  sn  bayoneta  al  ppcbo  de  aqnella,  y  se  bari  dar 
el  santo  y  aefia» 

9.  Reconocida  la  ronda»  y  recibido  el  santo  y  seiia, 
mandare  el  i:abo'  é  ana  aoldadoa  armas  al  .homhro\\  y 
fraaqaeando  el  paso  à  la  ronda  se  solverà  à  su  guardia* 


150 
10*    Sieiii|ir6  qn«  m  eoeDotTaseD  àùu  ftXtmi\%àp  h 
primera  que  diga  el  quién  s^we  te  hati  dar  la  oontra- 
«efia« 

'Rondin. 


i 


11. .  El  rpndtn,  qac  hari  uà  calM»  de  «accndra  con 
u»  farot  ó  pania  de  maoèia  ^wcendida ,  sera  deteaìdo 
por  la  centinela  de  las  ama»  corno  la  ronda  oìrdinaria; 
y  saliendo  el  cabo  de  escnadra  é  «cho  ó  diéx  pasca  de 
las  armas  le  prèsentarà  la  bajoneta  al  pecbo,  j  ae  bari 
dar  la  contraaefia.  Eecibida  eaia,  Ueaarii  ei  TMidìo  al 
coerpo  de  guàrdia,  j  et^regatido  el  Urol  à  otto  Oabo, 
ae  restitairi  i  so  paeato. 

Honores  que  kan  de  hacer  las  guardias^ 

Al  SanUsimo  Sacramento^  fie  pre^entariò  laa  armala 
j  baticé  m^rc&ii  daade  qo^e  se  a  viste  haala  qneae  pier» 
da  de  vista^  j  al  paaar  S«  M.  por  delaote  de  las  armas 
se  le  rendirdln  eataa  ain  dejar  de  locar  marchai  pònteodo 
la  rodilla  derecba  «o  tierra  j  qoìUodose  el  morrion, 
cobrirén  con  di  la  llave:  Inègoqoe  baja  pasadoel  Santi' 
Simo,  .se  levaotaràn  j  presenta ràn  las  armas.  La  tropa  à 
cnja  vista  transitare  el  Santisimo  destacarà  luego  dos 
aoldados  qoe  le  acompafi^i  -con  sos  armas  terciadas,  y  el 
morrion  ó  gorro  qnitado,  los  cualea  se  releyaréo  de 
paesto  en  paesto«  Està  escolta  à  la  entrada  j  aalida  en 
la  casa  del  enférmo,  ó  al  regreso^  al  templof  reodìri  las 
armas  en  la  parte  esterior  dìe  la  poerta. 

Para  toda  procesion  de  imégen  de  Dtos,  de  la  Vir- 
>gen  6  de  otro  Santo^  las  tropas  por  donde  pass  re  dea* 
cansarén  ^bre  las  armas  desde  su  principio  basta  el 
fin:  el  troinpeta  tendré  el  clario  à  la  espalda;  j  el  co- 
mandante, si  fnere  oficial,  sq.  espada  en  mano;  y  si  8ar«- 
gento  ò  cabo,  sa  carabina  teròìada,  baciando  la  eortesfa 
cnaodo.  pase  la  imigen. 
•    Coalquiera  tropa  qne  marcbando  eiicontrare  al  San* 


'  HI    > 

^im  Aforaimii/Ot  ibroiari  en.batallft  jkarà  Um  hono- 
Fas.e«plieii4os. 

Ai  i?é>j^>  Reinai  Principe  y  Princesa  de  Astaria»,  s^ 
premiario  laa  armaSf  jr  batiri  màrcha. 

A  Joa  iit/aiir#« ,  ■  hallifidóa«  dande  el  Rey,  Reina, 
Prlacipe^  PTUiceaa  de  AsUirias^  se  tocaià  llamada, 
eoo  las  a  r mas  al  bombro^  j  donde*  no  esien  las  Reyea 
4   Princìpea   «e  lea  pr^aenUlin  las  arntas   y    tocari 

D^de  eatatieren  SS.  «MM*  y  A  A.  90I0  ae  liarin  Lo* 
oores  à  «US  Per^onaa  y  Real  i&milìa* 

Al  CapiiiOn  General  de  .ejjérclto  ae  preaentar^n  las 
armasy  «e^tocaré  marcha* 

£n  lodo  nonor  qne  corresponda  el  presentar  laa  àr* 
mastJo  verlfioaràn  tambien  laa  centineias  onando  pase 
U  persona  à  qnten  se  dirige. 

Al  Capitan  General  de  provincia,  ^  General  del 
ej^eUe  en  campafia,  se  locare  marchot  con  armas  al 
Itoflibro:  la  goar4^a  del  capitan  general  de  ptwincia 
prasentari  las  armaa  y  iocaM  marcha  al  de  ejircito 
siempre  q«e  lo  yea^  y  la  de  éste  corresponderi  al  de 
frmncia  con  marcha  v^irmaa  al  bombro. 

kVleniente  General  ae  pondrin  arinàs  al  bombro,  ' 
7  se  tocari  W  llamada  por  todas  las  goardias  de  piata, 
y  de  personaa  de  igaal  é  inferior  grado. 

Al  Maftscal  de  Cao^o  armaa  al  bombrp,  y  el  trom-* 
petael  ciarlìi  à  la  éapalda,  por  todas  las  goardias  de 
plaza,  y  de  persona  de  igoal  ó  inferior  grado*    - 

Al  Brigadier  coronel  de  un  regimiento  se  le  presen- 
tare su  guardia  descansando  sobre  las  armas  siempre 
qoe  entr^je  ó  salga  de  iso  casa. 

A  lodo  Brigadier  qne  tenga  mando  en  ^efe,  6  le- 
trai  de  seriricio  «e  le  barén  igaalea  hoaorea  c[ue  al  bri- 
gadier coronel  de  no  regjimiento. 
•  Al  Brigadier  de  dia  se  le  lormarén  laa  gnardiaa  des*- 
caoundo  aobre  laa  armas;  y  é  loa  Cor^neUs  de  dia  se 
presentare  la  tropa  al  pie  de  eoa  jirmaa* 


153 

Ai  Coronel  6 .  Corhandante  de  un  règìmiento  ó  bata- 
Ilon  86  le  preseotardl  en  ala  la  gente  del  mitmo,  sin  to- 
rnar las  arma». 

Al  Ttnitnte  CoronéU  Comandante y  jéyudante  mayor 
del  cnerpo,  comò  al  Temente  de  Rey  y  Sargento  mayor 
de  la  plaza,  se  presentare  latropa  de  las  goardias  de 
ella  ea  peloton. 

La  guardia  del  Góhernador  ó  Comandante  de  una 
plaza  bara  los  hónores  respectWos  à  tòdas  las  peraonas 
de  grado  snperior,  j  las»  gdardtas  de  tddos  harén  ai 
gobernador  los  qoe  le  correspondan  por  ei  snyo. 

Al  Comandante  de  las  armasy  basta  dorobel  incla- 
aive^  se  le  presentardn  las  goardias  en  ab,  siendo  bri- 
gadiere descansando  sobre  las  armas;  j  de  mariscat  de 
campo  arriba  los  bónQres  qne  le  perfeoe^can  por  so 
grado. 

A  los  Oficiales  generales  de  la  armada  se  hardn  Ica 
bonores  pertenecientes  é  ^d  grado,  comò  i  los  del  ejérctto. 

A  los  Jnspectores  generaies  con  tftalos  de  tal)  sien- 
do de  coronel  ébajo  se  ìes  pt*esentariin  en  ala  las  gnar- 
dias  qne  cuBran  tBdÌTidaos  de  sa  inspeccion;  y  de  brì- 
gadier  arriba  lea  hardn  los  bonores  qne  (es  corresjK>n« 
dan  por  sus  grados. 

Las  gnardias  de  oficiales  generaies,  brìgadierea  7 
coroneles  bao  de  bacer  bonores  à  qnien  los  goce  ignalea 
y  rendìrlos  à  qaien  los  tenga  majores. 

Toda  tropa  qoe  estuTÌere  cobriendo  earrera  para 
procesion  de  Corpus,  6  recibimiento  de  Pelrsonas  Rea- 
les,  6  de  capita nes  generaies,  no  barén  bonores  deade 
està  liltjma  clase. 

A  las  mugeres  j  Tiadas  de  las  personas  qne  goean 
bonores  se'barén  los  mismos  qoe  é  sus  maridos. 

A  los-  Grandes  de  EspaAa,  Cohseferos  de  Estadoj 
Cahallerós  del  Toison^  y  Grandes  Cruces  de  Carlos  ill^ 
qoe  no  sirvan  en  las  tropas,  se  fes  presentariii  laa  ai^ 
mas,  y  locare  marcha  solo  por  S4  borati  Real  Òrden 
de  \fi  de  noviembre  de  i80l. 


155 

kì  Nando  Ab  su  Santidad  y  Èmbafadores  <f  asi  de 
Espana  comò  i  los  de  faera  de  Espaoa,  à  sua  mugeresj 
j.  i  las  de  ios  Gràodes,  y  à  Ida  Cardermles^  se  ies  pre* 
sentarin  las  armas,  y  tocari  marcha.  Las  gaardias  de 
estos  haréo  ios'hooores  correspondientes  al  qoe  manda- 
re, y  la  de  este  (corno  no  sea  capitan  general)  harà  ioa 
qae  competan  à  ias  ^ersonas  espresadas. 

Ef  Vicario'  general  de  Ios  efércitos,  no  siendo  Car- 
denal,  tendrà  honores  de  mariscai  de  campo;  y  lo  mia- 
mo  ios  Arzohispos  jy  Ohispos  ep  sns  diòcesi s. 

Los  Intetidentes  de  èjerdto  en  la  provincia  d  ej^rcito 
de  sa  mitifsterió  tendrén  honores  de  mariscales  de  cam«- 
po,  j-sngóardia  ios  haré  à  todos  Ios  generales  qae  se 
hallen  en  el  propio  destino^  sin  derecho  à  la  reciproca. 

A  Ios  Sargentos  màyores  interinos  de  las  piazas  se 
Ies  presentaràn  en  pelote»  laa  gaardias  de  ella  caaiido 
lopidan  para  asègorarse  arexiste  toda  la  tropa;  y  en 
ios  pàrtea  se  espresa  ré:  Al  Sargento  mayor  interino. 
(Real  órden  de  12  de  febrero  de  1798.)' 

Teda  gnardìa  pondré^armas  al  kombro  ctifando  pase 
por  delaote  de  élla  tropa^armada:  sì  ilerase  caja  ótrom- 
peta  corresponderi  el  de  la  guardia  tocando  marcha;  y 
ii'no^  pondré  el  clarin  à  la  espalda;  pero  la  pasagera  lo- 
care, annqae  la  firme  no  tenga  tambor  ni  trompeta.  Si  se  le 
acercase  tropa  aih  armas,  è  peloton  de  gente,  descan— 
saré  spbre  las  arma»  por  ^Tecancioo,  temendo  el  oficial 
(Q  espada  eti  mano,  y  el  trompeta  el  clarin  é  la  e.«palda. 
^or  ponto  general  no  se  barén  honores  à  persona  aigu* 
^a  desde  el  toqae  de  oracion;  péro*  ai  capitan  generati, 
gobernador  ó  comandante  de  las  armas  se  preseotarà. 
ca  ala  sin  eild's  la  gente  de  las  gnardiaa. 

La  guardia  de  prevendon^  cuyo  objeto  es  la  qaietud 
ael  cnartel,  y  la  atenciòn  de  qae  se  observen  las  ór- 
<l^Qe8.de  poUeia  f  j  cuantas  comaniqne  el  coronel  ó  co* 
ataodante  del  cnerpo^  enando  pase  por  delante  de  ella 
ci  capitan  general  ó  gobernador,  se  prese^itarà  en  aia, 
con  109  ofièialeai  sin  armas;  y  ai  estaa  las  arrimaae  den* 


154 
irò  del  càartel,  sa  formar  A  tambietf  en  ata  aùiarana^ 
para  sa  coronel)  j  ,€n  pelotoa  para  el  teoieote  corcMiel, 
cotaaaoclaQte  j  ajadaaU ma jor/£l  campitati  dare  parlepor 
escrito  al  doronel  j  al  tetìieota  co roo6l  major  y  ajudfto- 
te  major  de  coautas  no.vedades  ocarran  ;  y  autea  -da  la 
retreta^  j  despaes  de  la  lista  de  la  tarde^  dari  ^arle 
de  si  ha  tiabido  ó  no  noyedad.  al  gobernador  6  comao- 
dante  de  las  arma»,. 7  si  aotes  6  despiies  ooQrrieaé  do* 
vedad  cousid^rable  ,  darà  igoaUneo te' parte»  Està*  goar<- 
dia  bara  Ips  bonores  de  ordena«iaa  al  Saetisìmo  Sacra^ 
mento,  al  Rej,  Reioa  j  Principe  de.&atorìas:  oaando 
pase  delante  de  ella  tropa  .eoo  banderas  pp^drà  oarmaa 
al  bombro,  j  tocàré  marcha^  j  por  precaocion  se'p.oa^ 
dri  descansando  sobre  las  armas  CQaado  viere  que  se  le 
acerca  atguoa  tropa  con  arma s  ó  sio  eUas,^  peloto»  de 
gente.  Real  órden  de  28  de  diciembre  deludi* 

Instruccionespara  ^l  gobierno  interior  de  las  CQmpahiat» 

Art.  1.  Al  romper  el  dia  tocari  la  diaaa  et  trompe- 
ta  de  la  guardia  de  pr^T.eacioD,  i  cajo  toqoe  se  levan- 
tarin  las  compa&ias^  pasarén*  lista  (dando  parte},^  re- 
cogeràn  las  camaSf  se  oarrerin  las  coadras,  se  lavaridi, 
peinarén,  limpiaràn  k>«  aapatos  y  botones  del  vestido, 
acepillando  éste  y  «rregiauìio  el  ittorrioa,  para  lo  CQàl 
se  les  dari  una  bora  de  tiempo;  y  basta  practicar  ^to 
DO  saldrén  los  ra<i.cheros  à  comprar,  porque  igaalmente 
se  ban  de  asear  la  cara,  maaos  y  ropa. 

2.  Finaliiada  etrta  bora  ,  ^cada  cabo  formare  y  reTis- 
tari  sa  escaadra  eoo  la  mayor  proligidad,  segna  pre- 
Tiene  el  articolo  11  de  sos  obligaciooes  ;  y  si  algono  se 
presentase  con  maacbas,  descosides,  falla  de  botones  d 
otros  defectos,  providencìari  qne  se  remedien  pronta- 
mente, no  permitiendp  qae  soldado  algaao  salga  del 
coartai  con  ellos,  y  cardando  de  qae  fayan  painados, 
làvada  la  cara  y  manos  y  corladas  las  ooas*  Eo  asta  re- 
▼ista  (qoa  ba  de  ser  precisamente  por  escoadras)  se  in* 


155 
?erltir4  itoedìa  hom  de  tiempo,  j  para  qoé  todoi  lo  ha- 
gali  i  oso  rnismOf  serviri  de  sena!  para  principiarla  ^t 
t<icpie  ^oe  al  «leclo  darà  el  troinpeia  de  la  guardia  de 
pr«veiìcioii  Olia  bora  despoea  de  La  diana:  becha  la  re* 
viala  por  los  cabos,  darin  parte,  al  «argento  de  semana  - 
del  eatado  de  snseiciiadraai  noTedades  ocarridas  y  pro- 
Tideeciastoittiad^iS')  J  entonces  las  YoUerà  à  révistar  el 
«argento  aiguiéndale  el  cabo  respectivo  ,  à  qoien  bari 
cargo  de  loa  defectoa  ^qoe  notare;  jr cono luidoba réti 
k»«abo8  qoe  en  sa  preaencla  reconozc^ans  armaa  cada 
«oldado  j  laa  qaite  el  polvo._ 

3»  l«teriu  ce  revi&tao  las  escoadras,  podré  liacer  la 
tQja  de  limpiega  j  arreglo  de  euartel  el  abanderado  d 
porta  «ocargado  de  él^  inapeccionando  ai  loa  cabos  j  sar-* 
geotoa  caaipleii  està  importante  obligàoioa,  y  bare  car- 
go i  estoa  de  la  menor  omiaion  qoe  note. 

4»  £1  dia  de  data  de  pan  se  irà  por  él-loego  qoe  se 
fionakiya  la  rovista  del  aceo.  £1  cabo  qoe  lo  saqoe  io 
fepartirì  à  los  preaentes,  entregando  al  de  coartei  6 
cuartelero  el  de  los.  empleados,  con  nna  lista  por  uoin- 
bre  dejas  sogetos  à  qoienes  correspoode,  para  qoe  por 
ella  se  lo  dea  rayàndolo  ^  j  no  bay  a  las  eqoivocacioiies 
qQ<)  sneien  ocarrir» 

5.  Se  probibirà  absolutamente  qoe  ningnn  soldade 
,  venda  sa  pan,  ni  se  presente  sin  él.à  comer  el  ràncbo; 

J  para  consegoirlo  se  obligarà  à  cada  uno  à  que  en  ia 
revista  de  aseo  del  dia  que  no  haj  data  presente  à  &u 
cabo  el  ^edio  pan  qoe  le  corresponde  para  aquel  dia; 
J  si  osto  no  bastase,  se  partirà  cada  pan  al  tiempo  de 
entregario  al  soldado; .  pero  si  algaoo  de  poco  corner  le 
sobrase  pan,  podjisi  .permiJfcirsele  qoe  lo  venda  ia  mafia- 
na  de  data^aptes  de  recibirla;  j  siempre  con  consenti- 
mieoto  del  sargentoy  solici  Udo   por  si^  cabo. 

6.  Conci uida  la  revista  de  aseo,  ó  distribuido  et  pan 
al  dia  de  data,  podrào  salir  à  pasearse  ó  à  sus  negocios 
los  soldados  francos  basta  las  i^oeve  j  media  qoe  volve- 
rào  al  caartel  para  comer  el.  ran.cboj  v  eutolices,  pre- 


156  / 

ìcediendo  el  toqiie  iè/agina^ne  fnnri  lista  j  dare  jmr^ 

Sfe  à  la  prevencion.  '         / 

7.  Despaes  de  ios  ranchos  cada  cabo  hard  c^iie  los 
f oldados  de  so  escnadra  alc^ncen  laa  maletaa  j  remien- 
den  su  ropa,  ó  iimpien.  aos  arroas  j  eorreagea>  en  h> 
qae  precisamente  han  de'  iòTertir  basta  laa  dos  de  la 
tarde  )  y  lo  propio  los  qae  salen  de  gaardia  ;  dedicando 
alternativamente  un  dia  para  el  cuidado  de  la  ropa,  j 
Ciro  para  el  del  armamento  y  correage. 

8.  A  las  diez  menos  cuarto  formare  cada  cabo  los 
sóldados  de  su  escnadra  qne  entran  de  gnardia,  j  ler 
bare  la  revista  de  arraaìs,  municiones,  correage  y  iFés- 
tnario  con  la  proligidad  qne  espresa  el  artkulo  1^  de 
Ias~oI)ligaciones  del  cabo,  y  et  SS  de  las  del  aoldado. 
CoDcloida  dardo  parte  al  sargénto  de  semana ,  qoien  los 
revistarà  de  nuevo,  segun  el  artfcalo  11  de  aos  obliga«- 
clones  y  éste,  ó  en  sa  defecto  el  cabo  de  coartel,  con- 
ducird  sa  tropa  à  las  dies  al  si  tic  de  la  parada  para  en- 
trcgaria  y  responder  de  ella  al  abaoderado  ò  porta  en 
los  terrai nos  qae  espresa  el  artfcalo  5  de  laa  obligacio- 
nes  de  éste. 

9.  A  la  bora  de  la  órden  no  ba  de  faitar  del  csartel 
soldado,  Cabo,  ni  sargento  àlguno  sin  cin  c^rgentiaimo 
motivo;  si  fuere  segando  el  sargénto  qae  la  tomase  (dea- 
paes  de  llevarla  d  su  capitan  y  oficiales),  la  dard  inme* 
oliatamente  al  primero,  quien  la  comunicard  d  los  demaa 
aargeutos  y  d  los-cabos  encargadoa  de  eacnadras»  Cada 
Uno  de  estos  forma'rd  en  ala  la  suya  con  su  cabo  aegan-- 
dò;  y  descabriénrlose  todos  les  dari  la  órden  con  toda 
la  formalidad  que  espresa  el  articolo  i4  del  cabo,  y  el 
15  del  sargénto;  pero  si  no  se  ballale  presènte  el  pri- 
mer  sargento,  la  dard  el  qne  la  bay  a  recibido^  comu- 
nicandola d  aquel   luego  qne  se  presente. 

10.  A  las  dos  de  la  tarde,  6  despoes>  aegnnel  tiem* 
pò  de  calor  qne  sea,  saldrd  la  tropa  d  ^asearae  basta 
media  bora  antes  de  la  lista,  <)aè  aerdil  revistadaa  lai 
sscaadras   por  sus    cabos,    d  fin   de  qne  se   presea- 


157  . 
teneo  «Ila  con,  el  ateo   qae.  prescrifae  la  Ordenanzi» 

11.  Pasada  la  lista  de  La  tarde,  ei  sargento  de'aema- 
la  jantari  sa  GMipama  para  rezar  el  Rosario  con  la 
defooba  y  toDo  reverel^te  qoe  previene  el  art.  25  de 
sqs  obligackuies;  tDstroyendo  d.  loa  soldados  de  la  coca* 
postora  7  ateocion  qoe  exige  este  acto  de  religion  ea 
qae  se  habla  eoa  Dioa  y  su  Saatisima  Madre. 

12.  .  B.ezado  él  Rosario  comeréa  el  ^liltìmo  raoclio^ 
coidaDdo  el  cabò ^ev CQàrtel  que  cooU  debida  anticipa- 
clou  se  lleven  las  cenas  à  ios  empleados  de  guardia,  de 
saerte  qne  loa  qnè  tiagan  este  servicio  esten  de  vaelta 
aates  de  ta  lista.  . 

1$.  Ftbalii&adas  lafiTceoiis  cada  cabo  jantari  Ics  sol-- 
dadoa  de  sa  esciuidra  para  instrujrios  de  sbs  obligacio- 
nes ,  segan^  Ordenanza ,  ensénindoles  los  articalos  de  ella: 
ea  està  iostrneeion  iio  habré  la  noenor  ialta  ni  disìmnlo, 
bacieodo  severa  reapansabilidad  al  sargènto  de  semana, 
quien  durante  ella  no  ba*  4e  salir^  de  la  coippaiiia, 
para  bacer  qae  los  cabos.  canaplao  U  obligacioo  indis* 
pensablc  de  eose&ar  à  m^  soldados ,  en  lo  qae  se  ba  de 
ifivertir  una  bora,  y  caando  no  la  baja  basta  la  retre- 
ta,  todo  el  tiempo  que  medie  desde  la  cena  basta  la  se^ 
gaodalkta.  ' 

14*  Liegada  la  reireta  al  coartel,  pasaràa  la  seganda 
lista,  se  sembrare  el  aervicip  para  el  dia  sigaiente ,  y 
se  aeostarin*  todos  ^  i  esoepcìon  de  los  eoarteieros ,  qae 
velaràn  bas^ta  las  diez ,  à  coya  bora  Hamarén  é  las  prì- 
meras  imaginarias,  qae  le  barin  de  diez  àdoce,  no  pa- 
diendo  acostarse  el  caartelero  basta  que  la  imaginaria 
esté  eateramente  vestida  y  en  estado  de  bacer  eaauto 
sea  neeesario;  j  se.probU^é  al  que'baga  este  servicio 
el  sentarse  darante  ^1,  porque  asi.està  espae$to  à  dor** 
mirse^y  bajo  sa  vigitaacia  de^cansan  los  demas.  Siguien- 
Aolas  mismas  reglas,  la  primera  im^ginaria  llamarà  à  la 
tegu^da  é  las  dece,  y  està  à  la  tercera  é  las  dos^  la  qtte 
i  lascaatro  despertarà  al  coairteleffo.  £1  oficial ,  sarg  enr 
to  y  enboa  de  la- preT«Dcion  deberin  fisitar  lai  cójnpa- 


158  ^ 

fiias  eo  diitinUs  oeasiones  para  asegttrarse  de  ta  TÌgiliB* 
età  de  las  imaginarias. 

15.  Ei  toque  de  diana^  el  iefagina  à  iaa  nuere  y 
media  9  el  de  llamada  à  ia  tarde,  y  el  de  retreta^  eoo 
senalea  para  , pesar  lista;  7  aiendo  eoosigniente  el  d«r 
parte  i  la  prefeoeìony  se  evitare  el  tocar  redobles  qae 
denotati  pereza  j  flojedad  eo  ei  cumpiimieDto  de  ette 
serricio.  . 

16.  Siendo  los  domingos  j  fieatasdiasconsagrados  à 
Dios,  se  dispensari  la  ocapacion  qaè  preaeribe  el  artica* 
io  7,  à  menos  qoe  haja  estrema  neeesidad  -de  practi* 
caria;  7  lainstrncciou  de  la  ooche  se  teodré  de  dodri* 
na  cristiana  bajo  la  direccion  de  loa  capeilanes.  Para 
practtcarlb  teudré  cadacabo  primero  o»  libritòde  doc* 
trina. 

17.  EI  tempio,  corno  [casa  de  Bios  de  los  ejéreitoa, 
exige  de  nosotros  la  raajror  oompostura  j  ateneioo. 
Cuando  fiyan  formados  é  misa,  loego  qne  entren  en 
la  iglesìa  se  arrodillarén  para  adorar  al  Sefior.  Al  priii«* 
cipiar  el  Evangelio  bari  ima  seial  el  trtfaapeta  de  69^ 
den,  y  todos  se  pondrid  en  pie,  ha^ta  que  el  mismo 
trompeta  al  Sanctus  di  trca  poetos,  j  se  arrodillaréa: 
al  consumir  el  Sanguis^  con  otro  punto  de  trompeta 
se  levantartfn.  CoDclaida  la  mise  bario  reverencia  ai 
Sefior  ,  7  saldrin  de  la  iglesia  eoa  sUenoio  7  respeto. 

18.  Para  impedir  qoe  niogun  soldado  tome  algo  de 
msleta  ó  morrai  que  do  sea  propto,  siempre  qne  se  le 
ofreica  llegar  al  su70^  ètri  :.  cuartelero  ^  yoy  d  mi  ma» 
leta  ó  morrai*  £1  euartelero  veri  eotoiioes  st  efeCtiTa— 
mente  es  8Q70,  7  observari  ai  saea  prenda  il  otra  eoaa 
i  odebidamente ,  é  si  ocalta  alg<i  para  eatraerie  del  coar* 
tei ,  en  CU70  caso  darà  patte  é  sa  cabo  d  aargeato;  7  ei 
soldado  qne  iàXit  i  svisar  al  caarleiero^  corno  va  pre«- 
venido,  seri  inoitificado.* 

19.  A  las  doce  del  dia  se  bari  la  eotrega  de  na 
cuartelero  à  otro ,  para  qoa  los  aalieoteìs  de  g«ardìa 
puedan  bacer  este  servicio  si  lea  correapoode.  Los  oa*  - 


159 
bos  io  cuarteit  6ofr9tite  j  satieifte ,  preBeociaria  la  éit* 
trega,  qoe  sere  por  la  tablilia  de  utensitioa  qae  tiene 
odaésenadra;  j  p^ra  terificarlo  émpetarào  por  lo  cor- 
respoodfent^  à  U  prtmeta»^  luego  lo  de  la  segQoda,  j 
conaecattyvmewte  Io  qjxé  pesrteoeoe  è  la  f<;rcera  y  cuar«  • 
ta)  tanto  eà  ettmaseomo  eil  tneoa|^8*  Despufs  cada  ca- 
bo  puede  as?gurarsd  de  la  entrega  por  io  respectivo  à 
su  escoàdra  «  y  bacer  ai  cuattdero  la  responsi bUidad  de 
OrdebaRza,  Et  cabo  de  caartel  celare  de  qae  el  cuarte* 
lero  cuinpla  cod  su  eblìgacioo ,  y  éste  rcspooderà  de 
ctianto  hayà  en^el  cuartel. 

20.  La  compafiia  que  tenga  alguo  saldadó  s^stre  le 
eocargarà  las  com postura»  de  ics  yesttdos  de  sos  indi- 
tìdnos,  exiiBi^fidole  de  dòstacameDtos  ^  j  déodole  uoa 
corta  gratifìcàoioa  por  placa  s^gun  ei  artictilo  17  de  la 
misma  oblìgacioo. 

Si.  Se  bari  eoteoder  al  aoldado  qae  lodo  joroalero, 
artetetto,  &c^,  està  obiigado  à  trabajar  todo  eUdra  para 
gaoar  ei  estipendio  con  que  le  rémunerao  su  fati ga,  y 
qae  bada  ueo  debe  aal^er  su  oficìa  :  que  dà  od  ole  el  Rey 
presi,  pan,  teatktO)  casa,  eama,  iotnbre^  Ina  y  demaa, 
(s  iodispeosable  que  trabaje  todo  ei  dia  para  ganarlo ,  y 
qtte  ig^aimente  es  preciso  aprender  sus  obtìgacfones. 

92t  ^Gad*  compafiia  teodré  trea  mudas  de  yestidoa 
de  raachO)  alternando  por  semaiiaa  en  està  forma:  una 
para  cooiprar^  otra  para  guisàr ,  y  etra  que  estarà  é 
Uvarse;  en  ioteligeiicia  que  la  que  venga  de  iararse  ba 
de  senrir  una  semana  solo  para  ir  é  comprar,  quitin- 
dosela  despues,  y  paniéodcse  la  de  guisar;  y  à  la  otra 
lemana  està  irì  é  la  iavandera  ;  la  de  comprar  para  la 
cociua,  y  la  de  làvair  para  comprar;  as!  se  eonsigue  qoe 
lo9  rancberos  aalgan  aaeadoa  dei  coartel': 

2%  £1  cabo  de  rancberos  ea  responsable  de  la  l^ga- 
lidad,  economia  y  drstribacion  de  ellos,  corno  tambien 
qae  se  saiionen  y  cuezcan  bien  ,  y  para  las  boras  pre«- 
Yeoidas  en  qoe  bande  comerse;  por  tanto  separare  las 
porctones  qoe  se  baa  de  ecbar  en  xada  élta,  y  presen- 


16Ù 

ciarà  qne  todo  se  jionga  en  ellas;  qne  distribayan  biea 
'el  aceite  ó  grasa^  y  iaego  qne  esten  cocidos  loa  lle« 
Tea  à  6ti8  compafiias,  prohibiendo  eoo  el  mayor  rigor 
qoe  uadie  tome  de  ellos  caotidad  algttoa.  Gaìdarà  de 
ver  ia  porcioo  qoese  aparta  para  los  empleados-de  guar- 
dia, à  fin  de  qaé  sea  la  qae  lea  corespoode;  j  al  ran- 
cho primero  distriboirà  las  sobras,  oo  sieodp  ios  dias 
en  qne  se  retienen  para  pagar  ia  iavadara  de  la  ropa,  qae 
ias  eotregaré  ài  cabo «acargado  deéste  ramo,  con  luia 
rejacion  i'ormal. 

24*  Ei  cabo  qtie  recoja  la  ropa  socia,  antes  de  apoo* 
tar  la  qae  le  entregue  ei  soldadp,  examiuara  si  cada 
prenda  tiene  haen  letrero  ioteligible,  sin  coyo  requisito 
uo  ia  adiuitirà;  y  asi  se-evitan  ios  cambios  al  roWerla 
à  sas  doeaos.  .  «        * 

25.  Cada  compaCiia  tendrà  so  correspoodieute  lista 
por  antiguedad  para  nombrar  el  servicio,  con  sos  res- 
pectivas  casilUs,  para  ias  diferentes  fatigas;  y  é  fin  de 
qoe  00  haya  eqaivocaeiones  en  este  órdeo,  sìempre  qae 
ae  paeda,  ai  ternario  Ios  cabos  por  meses  para  nombrar- 
lo*  Toda  fatiga  de  iarmas  irà  de  strriba  abajo,  y  la  me* 
càuica  de  abajo  arriba. 

26*  Siendo  cada  capitan  en  so  compania  Io  qae  el 
coronel  en  el  todo  del  regimiento,  siempre  qoe  aqoel 
eotre  en  la  saya  (y  lo  mismo  caalqoiera  de  Ios  gefes  del 
coerpo)  se  le  preseotaràn  en  ala  todos  Ios  soldados,  j 
OD  peloton  para  lof  sobalternosf  y  para  ios  ofìcialea  de 
otras  compailias,  sargentos  del  regimiento,  y  caboa  de 
la  propia  se  pondràn  todos  en  pie,  y  qaitaràn  el  mor— 
rion  ó  gorre.  ,  . 

27*  Para  qae  el  importante  ob|eto  de  la  policia^ 
instroccion  y  disciplina  de  las  escuadrasuo  se  altere  ni 
varie  con  la  separaclon  ó  aasencia  de  sus  cabos,  siempre 
que  el  ndmero  de  estos  y  atenciones  del  servicio  lo  per- 
mitau,  solo  barin  lor  cabos  priu^eros  encargados^^  es* 
cuadras  ei  servicio  qae  les  corresponda  dentro  de  la 
piata  en  que  se  halle  sa  compaCia»  pero  para  el  demas 


161 
en  qae  tenga»  qne  aosetitarse  de  ella,  se  nombrarén  ìùs 
que  no  tìèDea  cargo  de  escQQdras* 

20^  Cada  comaDdante  de  gaardja,  ìoego  qne  se  haja 
estregadp  del  paesto,  becho  recoiiocimiento  4^  l>^  ^^^ 
mas  Y  mduictooes  de  su  tropa,  j  leidole  en  roeda  las 
obngaciooès  geoerales  de  las  ceotinetas,  y  las  particn- 
laret  para  acquei  puesto,  eoo  arreglo  al  art.  4^  i  tft.  Il, 
trat.  2»  de  la  Órdenanza  general,  les  instroìré  de  las 
peDas  qoe  ootrespondeo  al  abandono  de  guardia  y  de' 
centineia,  parsLlocaal  se  poodcàii  al  fio  ne  estas  ìds- 
trocciones. 

^9.  Sieodo  de  la  obligacìoo  de  lodo  cabo  el  tener 
QDft  lista  de  las  prendas  de  los  individaoa  de  sii  escoa* 
dra^  (es.  pasari  por  ella  aoticipadamente  retista  de  ro- 
pa  los  dias  qne  la  pasa  el  regim^ento,  y  ademas  siem* 
pre  qoe  el  mismo  cabo  jocgne  conTeniente  el  practi* 
cario. 

50.  Si  el  cabo  segando  de  una  esco adra  estoTiere 
atnente,  enfermo,  6  ejercìepdo  las  fonclones  del  prime* 
ro,  nom1>rarà  et  capitan  el  soldado  qoé  jozgarè  é  prò* 
posilo  de  la  misma  escoadra  para  sopiirle,  segna  ei  ar- 
ticolo 2  de  las  obligaoiones  del  cabo. 

51.  La  conserTacion  del  arm amento  en  el  mejor  es- 
tado  de  uso  debe  ser  la  principal  ateocion  del  soldado, 
7  por  tanto  tan  repetìdamente  encargada  en  la  Orde- 
oanta:  por  lo  qué  todo  cabo  inniediatamente  qne  advìer- 
ta  la  menor  Calta  en  las  armas  de  su  escuàdra,  lo  noti* 
ciari  ài  capitan  por  el  eondncto  de  su  sargento,  para 
qne  al  instante  se  reroedte;  y  el  cabo  que  fnere  omiso 
en  està  obligsdton  sére  castigado^  Tambien  vìgilarà  qoé 
los  aoldados  tengati  todòs  sus  caitocbos  bnenos^  ense-^ 
liodolos  A  hacer  para  qne  les  renueven  ei  pfspel  cnsn- 
do  convenga,  y  que  las  dos  piedras  de  Ordenaoza  esten 
corno  deben. 

52.  Teda  tropa  que  marcbe  formada,  bien  sea  con 
trmas  ó  sin  ellas,  seguire  un  compés  constante  y  arre- 
glado ,  para  lo  cual  el  que  lai  mande  oiarcari  el  paso 

11 


168 
4e  tUmpQ  entieicpo  coa  el  imo  y  el  dosy  uxkfidìendo 
qne  braceen  ni  liableq  :  j  de  la  contraTeiicioti  à  cutl- 
qqiera  d^  e^t^s  puotos  se  bara  oarga  al  oitsmo  comaa- 
daftt^ 

.  33k.  Sf  Qa$tigart.al  $ol4ado  que  à  los  generatesi  ofi- 
ciake  parti«uUfe^>.sargeDtQ$f  oabost  jtaustieias  y  perso - 
Qas  yisibbes  do  les  saUadet  eomo  esplicaa  los  articulos 
8  y  9  de  $11$  obligac Jones,  y  lo  miamo  à  ios  cabos  y  s»r- 
^ntos  que  vif^ndoló^  do  los  arreataaen  d  reprendies^o, 
y.  4  Tqs  qiie  los  eHQQotr^eo  borraqbQs^  desastrados  ò  eo 
desórden,  y  ios  dejasen  sin  Ilevarlos  al  ctiaitet  ;  àdemas 
4e  ser  cotiltraveatoi^efi  à  la  Ordenanta^  hacen  perderai 
cegÌBMeiA9  m^  c^inioo  ,  dao^o  idea  de  insobofdinacioD, 
indisciplina  y  (ali»,  de  educ«fCÌa«).. 

$4*  Bie^  que  se  abra  la  puièrta  del  cuaitel  por  la 
n^SaiM  b#s^  la  UsU  4e  la  tarde,  estari  en  ella  (aen« 
tado  6  en  pte^  à  no  ser  que  se  balle  presente  alguo 
^eìal»  fvm»  e»  eàte  caso  estaré  en  pie)  el  sargento  de 
pm^^rhi^^  qiiien  re«istarà  é  impedirà  la  «alida  i  lodo 
soLdiid^,,  cabe.<S  tamber  qne  llere  la  meoor  fatta  en  el 
ftfifip  y  d€^e^ic^,€te  sn  peraona  ,,  y  prcibibiri  que  saqueo 
arma  ni  prenda  alguoa  lod^bidaiaeate.  Cootrìbuye  mu» 
cbo  para  qne  el  eoldado  se  d«HÌiiq<ne  i  asearse  el  saber 
qKie.  ^Q  We  requisito  do  lo  dejan  paaear. 

S5b  To4oepUado  4  cabo  qne  «e  ba<lie$en  presfCDcla 
de^ailg^ii^ 'Sargento,  li  ofiaial  se  mantepdrà  con  la  mano 
dereeba  ^a  el  eseudo  del^'oi^rlop,  y  si  es  gorre  qui- 
tador,  i  qo*  ei^tai:  en  foraiacion,  é  con  armas  :.  lo  con- 
trario olande.  nHicbo  A  U  subordin^^ion  ;.  pero  cu#ndo 
▼aya  de  ^orr^^  y  ae  eqanentre^  éii:  la  calle- alguioa  perso- 
na 4  quien  dabii  salQdai*>  lo  b&ri  lie^i^pdo  lia  mano  d^re*- 
cba  al  esc^do.  de  ^1^ 

36i.  Ademaa  d^  cuidado  qc^.  ^:  <^bo  deba  te^er 
con  los  reclutas  qae  se  destinen  à  su  escu^dra,  oom- 
iMRari  nn  soldado  wk]^  de  la  «eìor  «ipndncta  para  exmi- 
^nera  do:  cada  recl«kta  >  con  el  fin  de  eps€^arIo.  i  ves- 
tir ,'cni4ar  fkv^  armaa^  pàtear  coa  airi»  y  aoltupa^  é  im- 


pontrla  eli  hs  mixxmM  del  bòoorr^oa  CMMiiitn»  en 
ser  fiel  à  Dìod^  *Ì  I^<^7  ^  ^  ^  PalrUi  ^  obedièste  i  sitf 
soperìore»,  hombré  de  bìmi  «tt  Tbàt»  ««S^^^cf ionwiy.  t»« 
ler<M|o  eit  sti&«aipri?sdi9^  y  4etK(B»la«l^r  d»  lodot  tèeìot»  mu^ 
do  as£  8<ré  esoelenlie' tfOldtfd^. 

Jfotio  i£«  desarmar  Una  carabina  complèta  j^iai^gadw* 

Se-  abre  U  daioletìtr  jr  Be  qiiihi  èl  eeboi  M»  fida  «t 
oartacho  con  ei'  6à^lri{)otf  ,  y^  dèspoFS  U  pólya»»)  mio- 
Tiéodota  con  la  punta  delgada  de  la  baqueta  :*Mi)<|iMtao 
1^  tomiUos  pMidértg  y  so  acrpai^a  ìtt  Uavt:  so  sao»  la 
baquéta  (si  aiia  esili  oirelbaflq otte ro):  sie  oacan^  IO0  abrt- 
uderaoy  faabsobdo' ail^ado^  antos  di  tornU|o  do  l»  «iiitahl 
del  eafioik:  oo  qntta  «tfle*  tot^tto  y  ao  oapara  al  caln#a  do 
lacaja; 

Modio  de  dt$armar  laUavék 

D;jofMÌo  ol  pio  doga:tqon'el  sejji»ro^  qoitar  et  lof* 
BÌllo  podrero,  la  pio^r»  jf  1»  quljoda  :  pooer  eì  doaar^ 
mador  en  el  maeUo  drl  raatrìkloi,  y'aipreéavlo  «o  poco: 
qnitar  oi  roaIrUlo  tsoaindn  so  tbruiliiv?  separar  el  iéB* 
armadop,  j  qfottar  ol  morilodvl  rantfHlnfc  poivor  el  d«9« 
armad^ir  eu  ei  nnielio  voal  y  sajclorl»:  qttititr  ol  pio  doga- 
to: iuego  el  muelté  dei*patàtlo  :  deopttes  el  pallilo  :  sacar 
el  tomiilo  do  la  brida ,  j  se  quitarà  esto  y  la  nuez:  aflo- 
jar  y  separar  éUmue ile  real,  y  qaitar  la  cazoleta. 

Modo  de  armarla. 

Limpias  todas  las  pieza9>  y  particularmento  las||heoA- 
bras  de^los  tornii los ,  untando  òoo  aceite  las  roscns  do 
efttos  para  quo  corran  bìen ,  so  toma  la  plaotilia  y  se 
pone  la  casoieta  con  sa  tornilio:  despaes  el  moello  real: 
siibase  oste  con  el  desarmador  basta  qne  se  coloqoe 
la  taoes:  pdogase  osta  y  sa  brida:  pooer  el  pie  de 
gato,  y  quitar  el  desarmador:  colocar  el  pallilo:  laego 


164 

elvmiieUecito  de  -éU  pooer  el  pie  ^egftlo  en  el  Begnro^ 
eolocar  el  mòelle  del  ra$trUlo:  lerantarlo  eoa  él  det- 
armador,  j  poaer  ,el  rastrille;  tdvirtieflido  qne  el  ter- 
niUo.de  ette  7  el.dd  paliUo  liaa  de  quedar.  flojoe  para 
^ne  no  les  qntte  el  mofimiento,  j  loademas  ajoatados 
aia  forcar los  para  qae  no  «e  lastunen:  ditìmamente  se 
pone  la  qnijada* 

Armada  la  IlaTe  te  pone  ona  gota  de  aceite  eo  log 
pantos  de  la  noes  j  en  laa  pieaaa  ^ne  jaegan^^on  los 
maeltes,  y  loegò  ae  ajnsta  en  la  caja  con  ioa  lornilioa 
pasadorea^: 

>  Poeata  )la  Uave  en  aa  lagar,  ae  pondrd  ia  piedra  eoo 
aapatilla  de  baqaeta  para  qae  qnede  sM^n  .ftjfislada  y  no 
ae  aaUe:  la  capatilia  no  ha  de  aolireaalir  de  laa  quija- 
daa  del  pie  de  galo./Gerrada  la  cacoleU  ae  colopa  la 
jnedra,  coidaDdo  qne  sa  boca  ó  filo  de  '  por  igaal  en 
el  rastrillo  à  an  lercio  de  él  por  arriba:  loego  se  abre 
la  caaoleta,  dejando  caer  el  pie  de  gato'  para  observar 
ai  la  ptedra  pica  el  canon,  en  cnyo  caso  se  tirard  00 

£>co  i  la  derecha*  Cplocada  la  piedra  bajo  laa  reglas 
cbaa  ae  apretarà  el  tomillo  pedrero  para  qne  aqoe- 
Uà  qnede  ain  movimiento;  pero  no  se  spreta r A  dema- 
aiadoy  porqne  si  as^  se  bàce,  se  rompe  la  piedra* 
-  Para  desarmar  la  pistola  se  obaerTarAn  los  mismos 
prineipios  eaplicadoa  anteriormente* 


I6S 

IJVSTRtJGGIOlV  MiLIlTAR. 

rnm/y  PRiMBBo^ 

DELCABALLO. 

Articuio  1.^ 

Del  nomibre  f  siiuacion  de  la$  paries  éiteriort$  del 
.  caballo.  * 

Jjil  caballo  àebe  coosiderarse  diitidido  en  tres  partes^ 
é  saber:  coarto  delaatero^  coarto*  de  eomediai  y  coar- 
to trasero. 

El  cnarto  delaotero  se  compone  principalmente  de 
la  cabeza,  el  caeliof  ja  croz,  U  eapalda  |  el  pechO),  les 
eDcneotros  j  Ioa  brasos» 

£1  coarto  de  enmedìo  consta  del  lomo,  los  rifioacs, 
las  costilias,  la  ctnchera,*  el  yientrei  los  testicolos  j 
los  hijares.  .  ^  '  , 

Y  el  coarto  trasero  de  la  gropa,  el  maslo  de  la 
cola,  los  qoijoteSf  las  nalgas^  las  aacas,  la  babillf^ 
Ics  moslos,  el  coryejon  ,  la  ponta  del  mismo,  j  las 
pìeroas* 

Cada  ona  de  estas  tres  partes  princtpalea  se  com* 
pone  de  otras  yarias  qoe  con  mas  individa  al  idad.  apa* 
V«cen  marcadas  eo  la  làmina  signiente. 

Art.  2.« 

Medios  conducentes  d   la  conservacion  de    la  coico». 

La  primera  j  esencialisima  circo nstancia  bà   de  ser 
(para  lograr  lo  dicho]  el  servirse  de  on  baen  berradory 
paes  el  caballo  qoe  tiene  los  cascos  enfermos  jamas  co»  . 
ra  mientras  no  dia  en  manos  de  nn  in  tergente;   7  ei  qoe 


los  ti^Q  biieiiDV  proóto  enieriii^  «n  4ioder  de  uo  if^no-  \ 
rante;  .p^ro  <>pm>  k^y  cS^iI^b  «ifdios  qo^  contnin^yen  | 
il  mejor  éxito,  podràa  teaerse  preseutes  U$  adverteo-*  • 
ciac  sìgaientes. 

1.*     Importa   pò  90rt0»  ^1  Msaiejd   mas   que  aquellas  | 
desìgoaldades  precisaa  para  que  aiente  la  herradura. 

2/     Tener  bien  Junp&aa  laa  «aliallerisaSf  lavar    los  \ 
cuatro  pies   j  casco  del  caballo  diariameote  con  agua  | 
fresca,  lo  qae  hace   hanredecer  la  corooa,   la  ayoda  à 
crecer  con  mas  faciiidad,  J  es  ei  preseryatÌTO  mas  efi-  I 
casone  paede  emplearfte.  | 

5/  A  los  cabalios  qxie  conyeirga  poner  en  fiancas  | 
se  les  remndaràn  jcou  frecoeucist  Guidando  de  qae  aiem-  j 
pre  sean  frescas  para  evitaf  ^ue  sa  fermeotacloa  per-  ' 
jodiqoe  al  casco.    '      .         . 

4/  Gaando.se  pone  al  caballo  nna  herradViWen  reg- 
gia y  qae  le  darà,  por  consìgoleute  el  casco  tiene  la* 
gar  de  crecer,  se  fortalece  y  aparece  mas  abandante. 
Al  contrario,  caando  , la  herradaia  se  cae  con  frecùen- 
qia,  los  naètos  agojeros  qae  es  precìso  abrir  al  casco  1 
para  ecfaarle  otra,  le  acribillan,  le  debilitan  y  àcaba  el 
caballa  por  eoferniar  de  ellos. 

Art.  S/ 

Reglas  mas  f^enerales  y  precisas  para  empezar  d  do^ 
mai"  Y  doctrinar  log  patrot. 

Deberàrì  empezarse  à  domar  y  doctrioar  general- 
mente  à  la  edad  de  caatro  afios  y  medio,  porque  en 
ella  ée  balUu  bastante  CQajadoS  y  con  vigor  para  resis- 
tir  el  trabajo,  el  caal  debe  dàrseles  con  prudencia, 
para  n<^  resabiartos  ni  debilitai  los,  y  segnn  las  reglas 
sigaientes; 

1.*  iapiresto  ya  amsrrado  ci  potto,  te  llfgari  à  éì 
con  macho  sosiego  habUndote  y  manosei&ndole  cott  dui* 
xura  y  haisgo. 

2.*    Cuaudo  sufra  èste   irato  se  le  fmpwari  i  pasar 


16» 
un  rollo  d»  eiptrt»  por  el  tomor^  cneSo  j  eadera ,  con 
imicho  tleoto ,  y  despues  la  bmKà  y  almohaza ,  ft  fin  de 
acootombrarle  é  qne  se  deje  limpiar  9  j  qae  tfò  eitraib 
las  cosqaiUas  t}Q«s  se  k  hacen  eoa  «sto. 

5.*  Despoes  se  pasari  k  pii^neH^  A  eabefeeto  eoe 
mocho  halago  j  96  le  aco^tMo^ari  4  ^gtiì¥  de  inaiìó 
condoctdo  por  la  rienda. 

4-*  Guasdo  Ta  ja  de  mano  sili  rbléncta ,  sé  le  potf- 
dré  Dna  cineha  donde  se  ata^n  las  rtetidaa  del  cabeaoti 
•y  ae  empeifcaré  é  pooer  é  la  cu^rda»' 

5.*  Atada  U  enerda  à  la  ^DÌlla  del  caBeaon,  de  ire 
sacando  el  potrò  aobre  b  derecha ,  llam^nd^te  el  qifee 
lleya  la  caerda  hàeia  està  parie  ;  ei  qae  IteTa  hs  correas 
aigaieodo  por  detras  al  ^  la  eaet^  contribuirà  sua- 
Temente  con  aquellas  à  qiie  el  potrò  se  Taya  apartandò 
y  figurando  el  torno,  lo  qtie  s«  t^pètirà  à  ona  y  otiii 
mano,  manoseàodole y  hakgàndole  siefnpre  cjbe  lo  haya 
de  mudar,  y  acabindo   generalmente  sobr^  la  deretba. 

€?.*  Obeaeciendo  ya  el  potFo  regnlarmente,  se  le  ire 
dando  poco  à  poco  larga  é  la  cnerda  para  qne  empiece 
à  tornar  el  trote,  y  despnes  que  andé  con  éì,  con  aU 
gnna  coltura  y  obediencia  à  laa  llamadas  de  la  cnerda, 
ae  le  haré  trotar  con  mas  resoliicion  ^  nnas  Yeces  da»- 
do  con  las  correas  en  tierra  por  detras  del  potrò ,  otras 
yolteénd<»las  en  el  aire,  à  fin  de  arisaile  para  que  ae 
resnelya,  y  al  mi«mo  tiempo  se  le  irà  acostambrando 
é  las  paradas  con  la  to£  de  basta ,  pero  con  la  'dd> 
▼eatencia  de.  hacetlo  cnando  yaya  trota ndo  bien.  Des- 
pnes qne  el  potrò  ejecnie  todo  esto  con  regol.'iriclad ,  le 
Ufóiaré  bacia  si  el  que  lleya  la  cner.da,  le  balagard 
t  y  le  yolyeri  à  la  etra  mano  :  adyirtiendo  qn'e  por  lo 
general  séf  trabajan  los  potroa  empezando  sobve  ia  dere- 
cba  y  con^lpyendo  sobre  ella. 

7.*  Télfieodo  ya  el  potrò  en  estado  de  que  trote  rè- 
enlarmente  y  obediente  à  parar,  se  pasarà  é  ponerte 
la  siila  con  la  precancion  posible  farà  no  asnstarie  0 
rfsabiarle,   lo   que  ae   coosegniré   (deapnea  de  baberle 


168 
paseadoy  ileg^ndose  à  è\  <Sop  macho  sofltlego  hacténdoie 
▼er  j  ol^r  ì«  siila  basta  qUe  se  deséogaiìe  %  iaelinéado- 
86  de$pu€8  con  ella  al  Udo  izquierdo  del  cabaUo*  le- 
VautàDdola  à  plomo,  7  ^dejdadòla  caer  sob're  el  lomo 
con  muciio  tiento  9  a)astÌDdole  las  ciocbas  con  tem- 
plaoza ,  sin  meterle  la  grapera  ni  ponerle  el  pretal, 
lleviudole  despues  à  mano  muy  poco  é  poco  basta  vol- 
Terle  à  la  cuadrà^  en  donde  despues  de  amarrado  se  le 
quitar^  la  siila  con  la  roisma  precauciqn  que  se  le  paso. 
Al  dia  àiguiente  despnes  de  practicar.  las-  mismaa  dili- 
gencitis  para  pofierle  la  siila  ,  se  le  pondré  la  gru  pera  7 
pretal,  y  despues  se  le  dario  sus  vueltas  de  vado.  Ile- 
vàudole  muy  corto ,  basta  que  repetida  està  prneba 
ptro  dia  ,  se  irea  que  sufre  bien  la  siila  y  que  se  la  deja 
golpear  y  mover  ;  en  cuyo  caso  se  le  empesarà  à  bacer 
trotar  con  elU^  y  progresiyamente  se  irin  soltando  Ics 
estriboSf  y  acostumbr^odole  à  tornar  el  bocado  (que  ha 
de  ser  uu  simple;ca5on)  y  Uevar  la  brida,  en  lo  qae  se 
debe  proceder  con  mocba  dui  zara  para  evitar  el  que 
pueda  resabiarse'. 

8>^  Estando  ya  el  potrò  corrieote  en  todo  Io  dicbo, 
86  le  empezarà  à  montar:  para  esto  se  le  arrimaié  al 
poyo ,  teoiendo  la  cuerda  el  que  la  lle«a  con  solo  an 
palmo  de  largo»  la  mano  algo  levaotada  y.nl  cuerpo 
enfrente  de  la  cara  del  potrò;  se  liegaré  é  éi  el  que  le 
baya  de  montar,  le  moverà  la  si'la  ,  se  la  golpearà,  y 
no  estrafìàndole  monta rà  con  el  mayor  tiento  posible, 
se  mantendrà  un  rato  encima  sin  bacer  movimlei^to, 
desmotitarà  despues  con  igual  precaucion  .^  y  re  putido 
todo  esto  por  <los  ó'  tres  veces,  se  voi  vera  A  (levar  el 
potrò  de  mano  à  la  cabalieiiza.  Al  dia  sì^uiente  (y 
otros  si  foere  necesario)  se  le  volveià  à  bacer  lo  luis- 
mo,  en  cuyas  pruebas  debe  estar  el  que  tiene  la  cuer«> 
da  en  observacion ,  y  siempre  que  vea  que  el  potrò  se 
previene  ,  kvantarà  la  mano  derecha  con  la  puerda  para 
evitar  las  defeosas  qoe  intente.  ^ 

9-*     No  repugoando  el  potrò  qae  monte   y  desmoo- 


160 
té  e|  ginéte)  seti  tiempù  ie  bacerle  andar  con  éì  eu« 
cÌAa;  para  esto  aotes  de  montar  tornare  el  gtnete  lai 
riendas  de  la  brida  jr  oabezon  con  la  mano  iKquieirda, 
de  modo  qae  tas  de  la  brida,  queden  eoo  libertad  para 
que  DO  tas  siénta^  y  tas  del  cabevoD  (que  deberà  aer 
snave  6  forradp)  en  proporcion  de  que  halle  en  ellas 
algon  àpojo;  en  està  dbposicion  se  mantendrà  el  gì«- 
nete^ain  bacer  morimiento  algaoo,  él  que  Ueva  la 
cnerda  llaoiarA  el  potrò  adelante ,  j  el  de  4a8  correat 
ie  avisari  cod  elUa  al  tnìsmo  tietnpo  saavemente  para 
obtigarte;  asl  ae  pasearA  el  potrò  un  rato  y  se  ToWeri 
A  tletar  al  pojo,  donde  el  ginete  ecbando  pie  à  tierra 
con  DQucbo  tiento  le  halagarà  para  eonfiarle. 

IO.  Gaaodo  ya  so  fra  e  1  potrò  todo  io  dìcbo,  se  eni'* 
pesare  A  mover  enei  ma  el  ginete,  à  babiarle  y  paaarle 
la  mano  por  el  cuello,  procarando  llevar  laa  riendas 
del  cahezòn,  de  modo  qae  el  potrò  ae  apoje  en  él,  lo 
coal  es  preciso  para,  poder  empesar  é  mandarie  con  é\^ 
no  de'biendu  mover  la  mano  annqoe  el  potrò  se  cargae 
y  lieve  la  cabesa  baja,. 

Il*  Asegurado  el  potrò  en  todo  esto  se  \e  irà  dand» 
legar  à  la  cnerda,  y  el  gtneté  te  poHitf  llamar  à  una 
J  etra  mano  con  soaridad  por  medio  del  cabezon ,  pri* 
tnero  llevéndofe  por  derecho  y  despnes  poco  à  poco  -se 
le  ire  poniendo  en  el  torno,  debiendo  siempre  irle  avi- 
Bando  con  templanca  ér  qne  lleva  las  eorreas;  y  enando 
ya  se  vea  qne  entra  bieii  en  el  torno,  se  podré  bacer 
trotar  despnes  de  bab«!rle  dado  dos  6  tres  vu^ttas  al 
paso;  cuaodo  se  àdvierta  que  entM  sin  violencia  en  el 
trote  y  lo  hace  en  el  torno  con  reguiaridad  (en  cnya 
leccion  y  las  anteriores  no  se  puede  fijar  ti^mpo,  y  s£ 
"♦»jarln  é  la  pm  Mencia  del  maèstro  qne  lo  proporciooa» 
ri  é  log  genios  y  circunstancias  del  potrò),  he.  le  llama^ 
1*^  d  parar,  ajnstando  el  ginete  entramb»s  piernas,  sus- 
pendiendo  las  manos  y  cardando  el  cuerpo  atfas  con 
nioderacióD;  al  mismo  ttempo  el  de  las  correas  avisarà 
»l  petro  con  ellas  arriméttdose  un  "poco  é  la  cadera  para 


170 
^ue  la  recoja  y  vaya  laietiatide  lai  ptaroas^  y  el  de  la 
Qoerda  levautari  la  mano»  ilamattdo  al  patro.  con  la  toc 
de  basta;,  si  iia  obedeee  se  ?aUertf  i^acar  adeiante  rapi* 
ttendo  las  dUif|;eocia«  dichaa  basta  qae  <K>Dai|;a  qa#pa«f 
re  bien  y  enCtenda  lo  que  ea  le  manda» 

12.  Goii8egmdo<esto,  ds  aecesario  para  eo^^esar  i  do- 
blar  el  potrò  à  las  <lo6  mauoa  irle  «ligaraUdo,  para  lo 
oaal  se  le  maere  «1  cabeaoD  con  |ìe«ito»  Ai  tiatnpo  da 
ajitdarle  se  le  llatna  eoo  la^ieadadevecbaieii  su  prò— 
ioogacioa.é  la  mano  dereeba^  ha  de  corrasponder  la  is* 
jqwerda  haoìeado  lo,  naisiii^  ;  parò  la  prUiiera-ciue  ae  tnor 
via  ba  de  ceder  basta  solver  al  «ilio  donde  «slaba  sta 
que  83  aQoje  masi  eoniìnuanJò  suoesì^aibeiite  eate  te- 
cleo  ODO  Ifts  demas  ayu4as  dal  ouerpo^  pier«aa  j-silbo 
de  baqueta,  p»ra  ir  aUgerandoel  potrò* 

15.  Habiendo  oo&seguidoaligerar  al  potrò  eo  el  tro- 
te, se  le  barali  hacer  sas  paradas»  no  de  golpe  aiao  ea 
tres  ó  cuatro*traiicoi.  De«paes  se  le  empeaaré  à  Uamar 
4a  cara  à  uoa  y  etra  maao  por  medio  de  ooa  j  otre 
rieoda,  Taliéndose  de  lo  qae  se  llama  tira  y  aflojà*  £■ 
.«sta  y  las  aat^riores  leocio^es  se  easenaré  «1  potrò  i 
dar  pasfis  atras;  para  verificarlo  bien»  ba  de  Uevar  là 
aabeza  firme  y  bien  colocada  t  el  coerpo  reaaido  bajo 
de  al)  y  ba  de  csaiìiiar  por  oaa  linea  taa  recta  .cooio 
»  fuara  para  adelaote^  Si  el  potrò  la  dea  la  cadere  é  ano 
y  otro  lado,  ae  corrégiré  es^e  d*fecto  eoo  la  aplieacioa 
mas  '6  laeiios  siuve  de  la  pieroa  respectiya.  Si  el  potrò 
ae  obstinare  ea  noqaerer  dar  pasos  ati^^s  al  inismo  tieni*> 
pò  qoe  el  giaetè  Uva  bacia  si  la  maBo  de  la  brida ,  se 
le  tocari  soareai^ote  con  la  posta  de  la  vara.eo  laa  ro» 
dillas  y  metiuUllos  para  qoe  obedesca  «  evitàBdoso.qae 
vaya  atras  eoa  precipitacion  para  qae  ao  padeaca  vio» 
ieoc'a  ea  sus  corvejoaes  ó  se'acule  ó  empiee. 

14  Despaes  se  pasarà  i  easeoarle  el  paso  de  coata* 
do,  ef^iBoviintento  de  la  espalda. adentro,  ai  de  la  gru*. 
p«  i  la  pared,  Ics  diyersos  troteSf  el  galope  y  esoapa^ 
coocloyendo  &oa  los  saltos  por  Urga  conio  el  de  senìa 


171 

dlMis  j  ^r'Iairgo  j  «Ito  conto  d  de  la  valla  ó  eerca» 
4Ì%  tMfo  eiM  Hiti^b^  pniao  y  juicto  para  no  resabìarios 
dì  estropeaidos ,  hacieéilo  alpriucipio  el  foso  6  sanja  da 
Mb  «A  pie  de  «nobo ,  y  de  solo  otro  de  allo  la  yalla  6 
«anoadot  j  jMiHievtéBdoio  prograeiTaiiiente  segon  la  ya— 
ya  !paiÈèicaÉido  «an  ^««hician. 

Itòttla  pmrtL^iompwirar  lm<aballi)sd  ìas  armas  de 
fu^éjr  (d  druido  de  la  guerra* 

iSe  «CAittoaibrarifli  ios  caballos  al  roidjO.  del  fuego  ti- 
mido 'pWlarlaAaaoa.i  la  puerta  de  4aa  caballer iias  raiefi^ 
tnsiaoaDvn  el  pìemo.  Adeoias  de  eate'  medio  ae  a^oalUm- 
hfÉxA  ^laaniiiaa  li  eate  Tuido  é  ks  potros  en  W  liltiinaa 
Itpnìa—  prefieBìdss  :>  ca«  ooyo  objeto  Uevaréu  ics  ai^r- 
geatoa  «^  i^abot  eartucboa  sin  baia  para  càrgar  aus^  pit»^ 
tdu  y /bacei-  ^fga  aimliranie  los  potroa  del  ^picadéro, 
iitfat  decentrar  en  ei  .eoai^eU  P^ts  que  eatoniies  el  ba«- 
liarse  algo  cansados  les  bara  mas  dóciles.    - 

Debe  caidarse  al  princìpio  de  que  pase  algon  tiempo 
de  aa  tiro  éotroy  J  ^  p^noporcion  que  lus  potros  se 
familiaricen  cqu  el  faego  $e  re  peti  rèo  ma4  à  menudu* 
Loshombrea  destinados  é  la  doma  de  Los  potros  baréa 
tiafèften  sabre  elloa  el  manefo  de  todaa  sas  armas.  Coan- 
do  se  Kallm  bien  acostombradoa  é  este  roido  y  mo^i^ 
mieoto  deias  'girfetea^  oargarén  estos  atta  armas  y  hartfn 
tuego  aUernativameiite,  dejaodo  los  intéryalos  uecesa* 
rios  para  que  se  sosiegueU)  aomeutando  y  dismiouyen* 
do  el  ruido  del  fuego  en  proporcioo  del  efecto  que  en 
elloa  produzca* 

Si  alguo  potrò  se  ioquietase  demasiado,  se  le  Tolye- 
Ti  i  la  c^dra  y  ée  le  aooatiHBbrari  separbidameaté  y 
con  mas  ^ea{»aeto  al  foego;  repitiéndole  loatìros  al  daiv 
ie  al  pienso  :  cnando  esté  muy  acostumbrado  se  le  aaca 
ri  de  mallo  I  y  lutando  ptstoletaaos  desde  lejos  té  le  aca 


172         ' 
rtciari  para  tosegarle  y  tc<Mhiinbrarl«  taiensiUaiiieiita 
à  este  ruido   basta  qae  pneda  volT^r  à  eiitrar  en  for- 
macioD  y  segai r  la  tiutraccion  con  loa  demaa. 

La^go  qud  loa  potrof  estea  completameote  aooatUm- 
bràdos  al  iaego  sacesìvo  de  earabioa  j  pistola^  aeoolo- 
cardn  alganos  soldados  i  pie  al  eatremo  del  cnadriloa* 
go,  se  foraiard  «l  pelotoa  de  los  potrea  al  estremo 
opaesto^y  haciéndoles.inarcbar  al  frente  muj  deapa- 
cio  hicia  aqaellos^  barin  faego  à  un  tìempo  j  segmdoi 
baata  qae  loa  potroa  Uegaen' GoàAo  i  Teinte  yciaoa  pa- 
aoa  de  los  hombrea^  en  coyo  caso  cesareo  eatoa  el  fae- 
go 7  aqoellos  cootinaarin  aa  marcha  basta  liegar  à  los 
bombres,  donde  ha  rèo  aKo  j  se  ies  acaricìari  ;  cvLjm  iec- 
cìon  se  darà  à  loa  demas  pelotfinea  unodespaea  de. otre. 

Dicbas  tecciones  serin  aieinpre  dirigìdaa  por  el  ios- 
troctor  en  gefe,  par9  qoe  seàftì  cod  el  debtdd  mdtodo  y 
evitar  todo  desòrden  ^  coidando  de  que  los  cabattoe  no 
aean  molestadoatociodoles  los  ^raoos  de  póUars» 

Asimismo  seJes  acòstombraré  al  roidò  y  moviniieiito 
de  estandartes,  banderasy  tamborea  y  todo  el  qoe  debea  y 
paeden  oir  en  la  gaerra. 

TITULOU. 

DEL  ARMàMEVTO  DB  Lil  CABALLSftlA. 

Lab  armas  ofensivas  del  soldddo  de  caballeria  cooaia- 
ten  en  la  eapada  ó  sable  9  la  carabina ,  laa  pistolaa  y  la 
lanca  ^y  las  dt^fensÌTas  son  la  cerasa  y  casco. 

Art.  ìfi 

Del  sable  6  espada. 

La  espada  6  sable  se  compone  de  trea  piesaa.  prinei- 
paìes,  qae  son  la  goarnicion  6  ^mpnfiadoraf  la  hoja  y 
la  pallia  con  doa  aoillas  para  sospenderla  del  eintoroOf 
qoe  debe  tener  los  dos  correapondientes  tiranlea. 


■   175 
Aet.  2.^ 

De  la  carabina. 

La  caraliiDa  se  cenrpcoe  prìncipiimeDte  de  eafion,  ci* 
ja,  ilave.y  baqoela. 

£1  cafion  se  compope  de  càfia  j  recAmara. 

La  eaja  se  divide  eo  calata  ^  enoaro,  garganta,  bacco 
de  la  lla?e  j  caoa. 

La  llave  se* compone  de  rastriUo^  tornillo  del  raatrt- 
Ilo,  maeile  dei  rastrillo,  torDilLò  del  maeile  del  rastri- 
llOffiador  ^  tornillo  dei  fiador,  maeile  dei  fiador,  tor- 
nillo dèi  maeile  del  Bador,  naet,  tornillo  de  onez;  so- 
breouez,  tornillo  de  sobreoaez,  cazoleta,  maeile  real, 
torDlUo  del  maeile  real,  pie  de  gàto^  qnijtda ,  toraìilo 

rlr^rò,  pUntilla  j  dos  tornillos  pasadores  qae  sojetaa 
llave  con  sa  ptancba. 

La  baqneta  se  diTÌde  en  atacador  j  eana. 
Ademas  en  ei  hneco  de  la  ilare  està  ei  gaardamoate 
con  80  pasadòr>  jr  ^n  la  cafta  estan  las  trompettilas  y 
«brasaderaa  para  asegarar  ei  cafion,  j  ei  gancho  cao  sns 
«oillas  para  saspeoderla  dei  de  la  baodoiéra. 

Art.  5.0 
De  lapUtola. 

^  Està  se  compone  de  caja  '  eoo  so  gargaota ,  eoa  j  ca- 
ni, 7  tiene  so  cafqaiilo ,  trompetiila  ,  pasador  j  guarda* 
monte. 
Gafiòn  eoo  las  piezas  del  de  la  carabina* 
La  Uave  con  todas  sns  piezas,  la  plancboelai  el  gao- 
cbo  y  la  baqaeta. 

Aot.4.« 

De  la  lanza*  . 

La  lanza  se  compooc  de*  tres  piezas  princi palesi  à  sa* 
btr:  la  moharra  »  el  asta  j.t\  regatoo. 


174 

Por  bajo  (le  la  mnharr»  se  coloca  la  baoileròla,  fpie 
e»  corno  de  nua  lercia  eoo  sns  ptintas;  y  sìrve  para 
adorno  j  espantar  ioa  caballos  dei  enemigo,  la  caal  se 
aujeta  al  aaU  con  trea  tocoìiloa  d«  bi«rro«  A;  1»  allilra 
conTenlentò  d^  la  laiiza,  que  eaporeocima  ieì  equilibrio, 
bay  una  correa  fija  eo  ei  asta  «  uaiDa4a  porU-<UMfl^  y  en 
el  esiti bo  derecbo  «e  pone.an  ciliudra  cte  baqv^lft,  don- 
%ie  se  ÌDlrodoce  el  regaton  >  y  ae  ilama  porta «ragatoft. 

AaT.  5,^ 

D^  la  coraza, 

Eata  se  eompaoa  da  d«s  pÌQZ9S  da  bierro^colado,  Ua« 
nsadas  palo  j  atpaldar,  Us  coalea  sesuapeodim  poa  d«>a 
correas  ancbascabierlas  de  escaoMS  de  oifUi  (fv«  aa  Ila-* 
man  bombreraa^  y  tìanett  «sia  ojsleaqve  abrackan  e»,  tos 
eorrespofidii^alfs  bolpinets  que  bay  e»  el  pala»  P6r  la 
CUI  tara  se  auleta  la  eora^^a  con  aaa  carf^a  qaat  tiaae  su 
correapoodieale  bebilla.  £a  el  palo  ae.  poadas  oalvcar 
.alguoos  adoroasi  segati  qoft  ioaiiaa  el  coerpa  qua  bay  da 
esle  iosliloto. 

Aet.  6,^ 

_    ,  ^  .  Pel  casto* 

El  detallado  para  coraceros,  es:  casco  de  capac«le^ 
cimerà,  pompilo  y  cerco  lodo  de  latoo  dorado^  ca»  cola 
d<i  cabaiN>  y  pkimerp  da  piuma  encaroada  eoo  sfi.  beilata 
al  pie,  de  estambre  def  mismo  color. 

Para  los  cuerpoa  $le  lanceros,  casco  de  siieU  negra, 
eoo  cimerà  de  lalon,  cabierta  eoo.  so br e  cimerà  de  cer- 
da  negra,  cortaJa  à  cepHlo. 

Para  los  de  cacadores,  cascp  peqaeìio  con  cimerà  ba- 
ja  delaloii,  capacele  dobterro,ikro  de  !a(on>  cola  cor  tu 
de  caballo  y  esprit  de  plama  ettcaroada/' 


175 
Abt.  7.« 

Modo  de  Umpiar  ld$  armai. 

Para  limpìat  los  aceros  ó  hierros  se  ha  ri  ona  masi- 
iU  algo  espesa  de  poUos  de  la  clase  de  piedra  que  sir- 
▼e  para  afilar>  pasadgs^por  tamis,  j  ^o  poco  de  acei* 
te  coman ,  se  unta  rèo  eoo  ella,  j  frotàodolos  despues  eoa 
un  paiito  de  madera  floja  se'coDsér?arin  en  el  mejor 
estado  las  «rmas  sin  lastimarlas. 

£1  canon  se  ha  de  tatar  por  dentro  con  solo  agoa 
darà  coidando  de  no  pooer  demasiado  trapo  en  el  la- 
Tador* 

Limpio  Ta  por  dentro  el  canon,  se  limpiari  por  fae* 
ra  anUndola  con  aceitè  y  refregàodole  eoo  la,  tnasiUa  j 
palitos  dichos. 

A  fio  de  precaver  qvte  las  hojas  de  los  sables  y  de* 
mas  hierros  se  tomen  de  moho,  se  frotarén  de  coando 
eo  cnando  con  vn  paiito  nntado  en  aceite,  jcòando  se 
quiera  limpiar  la.  hoja  y  qoitarla  dicho  aceìte,  se  hard 
estregindola  con  un  poco  de  ceniza  en  un  panìto  y  des- 
pues con  otro  limpio. 

Para  limpiar  los  latones  se  desleirin  unos  polvos  de 
tata  de  ciervo  en  agoardiente^  y  con  uoa  piuma  unta- 
da  en  e^e  liquido  se  darà  é  aquelios,  frotàodolos  en  se- 
goida  con  oncepillo. 

XITULOIII. 

»E  LA  IJiONTCKA, 


Abt.  1.? 

Partés  de  tfue  se  compone  lasilla-^ 

Casco^  Id.  trssero. 

Foste  delantero.  :9orrendelantero« 


176  .  ' 

IJ  t raserò.  /  Fuudas.' 

La  caballetla.  -  Pvrtacarabina. 

Cincha maestra y  horcadas.. A liDohadiUa  de  gfop«« 

Coatra  faertt  8.  Zainbarcot* 

Ora  pera.  Estribos. 

Fretai.  Poftaéatribos. 

Acciones  de  estrìbos*  .      .  Porta moaqaeton* 

Faldones*  CoiTeaa  de  grupa» 

Bastosr 

Art.  2.^ 

De  la  brida*-  Partes  de  que  se  compone,    ' 

C:ibexada.  Socado« 

La  cabezada  se  compone  de  las  piezas  stguieniei. 

Testerà.  Id.  izqaieida. 

Fiontal*  Los  dos  pórtàmoaot* 

Mnserota.  ^iendas. 

Abogadero.  Boton  pasante. 
TeDtemozo  6  qnijera  de*    Botoo  6rme- 
'  recha* 

*  Piezas  del  bocado.  . 

Enibocadara»  ]d.  de   la  derecba  cerrado. 

Dos  canas.  Barbada. 

Alacraa  de  la  ixqaierda      Dos  torniUos. 

abierto.  Dos-  aaillas  de  laa  rieadasr 

Piezas  de  (fue  se  compone  el  cabezon^ 

Media  cafia.  Montante  derecbo    6    if^ 

Dos  pilares*  quierdò. 

AniUa  del  medio.  .  .        Moaerola. 
Dos  pìaQchaclaa;  Ricudas. 


177 
*    PièzàM  d&  qut  consta  ti  fiUie. 

Embocaclara«  Cab^ada  6  monùnte. 

Riendas. 

.    La  cahezada  de  pesthre  tiene  las  stguientes,' 

Tetterà.  .  La  anilla. 

FroDtaìera.  Maserola. 

\hogadero.  Ronzai* 

Aet:  3.* 

Instruccion  para  poner  j^  quitar  la  siila  y  brida  al 
taballo* 

Se  manifestari  à  Los  reclatas  qae  ahtes  de  poner  la 
nlU  deLen  sleiapre  registrar  cuidadosameote  el  caballo 
pira  ver  si  esti-foien  herjràdo)  si  cd]ea  ó  padece  coal- 
quier  otro  i*epenlino  achaqae  qàe  le  imposibilite  sery ir- 
te de  éU  Qae  tenga  eoa  el  aseo  y  limpieza  debldos  la 
silia,  brida,  y  demas  arreos:  se  le  preveodri  igaalmen- 
te  qae  el  pretal  j  la  grupera  se  bau  de  colorar  encima 
<ie  la  caballerfd  de. la  siila,  y  qae  sobre  ellos  se  bao  de 
poner  las  cincbas  para  SQJetailo  todo,  teniendo  ya  re- 
cogidos  tambien  los  estribos;  ^dvirtidpdoles  que  con 
^ste  CQtdado  se  evita  el  (^oe  qaede  alguna  cosa  dfbajo 
de  losbastos,  qae  paeda  espantar  al  caballo  al  irle  é 
poner  la  siila,  ni  qoe  le  lastiine  despues  de  seutada. 

Satisfeclio  el  reclata  de  qiie  todo  eiìk  en  baen  es* 
tado,  pasaré  é  colocar  la  sitU  en  el  caballo,  y  para 
Pjecutarlo  la  tornare  por  debajo  de  lósr  fostes^  y  trayéu- 
Wapor  cerca  de  la  espalda  izqaierda  dèi  caballo,  la  le- 
^i^ntarà  basta  qae  qìiede  encima  de  la  croZ',  y  desde 
^lli  la  irà  bajandoà  colobarla  en'^&u  sitio  >  de  donde  des- 
poes  de  sentada  la  bari  alga  mas  atras  para  ponerle  la 

12 


,  m 

grnpera ,  lo  qM  M»  htré  si»  qM  el:  iQhtedo  le  T^ya  mujr 
atras  9  por  el  riesgo  de  qae  ei  caballo  al  tiempo  de  me* 
tortela  puedir  dal^lé  Hii  féf  Àe  coces  ;  lo  qo»  m  «titm 
quedéodose  ai  Udo  ifqoierdo  sin  bdjarse  macho  à  1«  ca* 
dera. 

PafA  edb(»ir  là  grnpera  6óin«^  et  delndd,  debèpo- 
Ber$e  la  mano  derecba  encima  de  la  cadera,  é  irsela 
bajando  basta  que  cod  ella  se  coja  el  maslo  de  la  còìm 
por  medio,  y  pasaiido  la  mano  izquierda  donde  esfabà 
la  derecha  se  tomarén  eòli  està  tcklas  las  cerdas  de  la 
cola,  j  dobladas  por  miedio  $e  sujetariD  con  Jaizqoierda, 
ievaotando  j.  ladeando  hixia  si  el  maslo  para  que  no  se 
lastime:  se  ternari  con  la  derecha  la  baticola,  y  metiéh- 
dola  basta  que  toqne  en  la  icqi^ierdar,  se  sttjetaréel  m»s!o 
con  la  derecha  para  que  paeda  pasar;  colocéodola  en 
.  so  sitio^in  qae  qoede  di'baio  ceida  algona. 

Despaes  irolviendo  é  la  ama  se  leyantari  para  ponérla 
éo  SU  sitio  ,  A  fin  de  qtte  ho  U  qdedé  à(  eabalio  arfolla» 
do  éi  pelò  dei  ìònifi ,  Io  qae  ^eria  caDsa  de  ir  dcisazona- 
dò  ,  lastimarse  &  matatse. 

'  Atttes  de  ajusf arld  la  siila  debér  ponerse  ei^m^dio 
del  eoerpo  del  càballo ,  para  qtre  no  le  tmpida  stfs  rito* 
i^lmìebtos,  proòaràddo  qùe  esten  los  bastosdèlantei^óedos 
dedòs  inas  àtris  de  las  pnntas  de  las  espaldas. 

En  segaida  se  le  ajtistan  (ss  cìnchas,  prhneré  las 
•  bofcadiò>  dfspùes  la  maestra,  pót  ser  la  qcre  abtp^a 
t^d'o.  Dèspues  se  le  pondrà  ei  piretaf ,  dejàndole  cuifa- 
do,  poes  de  ir  estrecbo  ìmpide  U  fesplracìon  al  «^aballo^ 
j  flojo  le  ittpide  el  mòvlmieuto  por  bajal"  à  la^  pnntas 
de  lase^pàldas. 

La  grupera  quedard  ignabnenté  Cbsjada.  A  continoa- 
clon  se  saltar àn  losestriboft,  qué  dt^ben  estar  arregiad  <s 
de  modo  qtte,  pHesto  à  cabailò  el  glnète  dejaodo  caer  ìas 
pierna$  naturalmente  y  bajando  lais  pontas  de  lòS  pies, 
foqae  fi  principio  del  émpeioe  al  ardo  del  bondow  del 
è^tribo. 


179 

Instruccion  para  poner  ta  brida. 

Se  pone  en  el  lado  A^  montar  >  tomiedola  eoa  U 
mano  derecba  por  la  testerà  \  las  rieodas  $e  dejariii  ao- 
bre  la  sangria  del^  brazo  ìzqaierdo>  j  «entando  el  bo* 
cadoen  la  palma  de  la  ovano  izqoierda  coù  loa  dedoa 
pulgar  y  péquefio  bicia  adelante ,  se  Ufraré  !a  mano 
deiecha  à  la  frente'  del  caballo,  y  coti  la  ìzquierde  te 
pondri.el  bocado  entre  los  labios  tocando  con  sti  dedo 
pulgar  en  el  asieato  por  encìcua  dei  colmitlo  para  qoa 
abra  ia  bòca,  en  cuyo  tiempo  se  subirà  la  mano  dere- 
cba Io  Decesarìo  para  que  ìel  bocado  entre  en  sa  logar: 
CQ0  la  izquierdà  se  le  iutrodocirà  està  oreja  j  despoet 
la  derecha ,  sacàndole  el  mono  j  ecbiodole.  atras  ia  cria 
que  puede  baber  qojèdado  debajo  de  La  testerà* 

CI  bocado  debe  sltcrarse  en  el  corto  intervalo  qóe 
hajr  entre  ips  coloiillo«  y  muelas.  Se  ajusta  la  mdserola 
por  el  l^Jo  ìzqiiierdo  en  términqs' que  no  oprima  al 
caballo.  j  le  quite  la  libertad  de  saborear  el  bocado; 
pero  quedaudo  con  tal  proporclou  que  le  impida  mor- 
derlo, .  - 

EL  ahogadero  ba  de  ir  fiojo  para  no  incomodar  la  res- 
piracion  del  animai,  pero  no  tanto  que  pueda  qiiitarse 
la  brida. 

El  alacran  de,  la  izqqierda  se  enganchari  en  la  se- 
gunda  aoilla  de  la  barbada  ,  quedando  de  modo  qne 
siti  opresioiì  qoepan  dos  dedos  eutre  ella  y  el  barbò- 
quejo. 

Para  quitar  la  silLa  se  obiservarà  lo  inismo  qoe  qne- 
da  ^splicado,  pero  à  la  inversa,  basta  dejarlà  en  et  es- 
tadoeo  que  se  colocó  en  el  lomo  del  caballo  ,  recogidos 
los  estribos,  el  pretal  y  ^rupera  encima  de  ia  caballerfa, 
sujeténdolos  laji  clacbas,  5cc.    . 

Para  qoitar   la   brida  se   seguirà   el  mismo  mf^todò  à» 
la  Inversa,  empezaudo   por  desenganch^r   la    cadenilfa 


180       . 
barbadft,  qaitar  la  maserola  y  abogadero^jen  aegnida 
la  brida  &c. 

tlTDLO  IV. 

DeFINia05ES. 

Tdctica.  Son  los  movimientos  coneertadoi  qae  hace 
nna  tropa  para  emplear  ihejor  los  medios  qoe  tteofi  pa- 
ra sa  defensa  y  ofensa  del  ^nemigo* 

Formacion.  Es  la  disposicion  de  los  bombres  tanto  A 
pie  corno  i  caballo ,  segan  ias  regia»  de  tictìca. 

Fila.  Es  ana  coatinaacion  de  bombrea  ddos  al  lado 
de  otros. 

Bilera.  Es  la  coatinaacion  de  bombres  nnos  detras 
de  otros. 

Caheza  de  hilera.  Son  los  soldados.de  primera  fiUi 
con  respecto  à  lòs  de  seganda. 

Frente.     Es  la  Ifoea  auterìor  de  nna  tropa  de  nn  cos- 

tado  i  otro  estando  en  batalla  :  tambien  se  enticnde  por 

el  uiimero  de  bombres  de  qae  se  compone  una  formacìon. 

'  jila  ó  costaJo^    Es  el  estremo  de  derecha  6  izqaìer- 

da   de  una  tropa  9. ya  esté  en  batalla  6  en  coiamna. 

Fianco*  Es  el  lado  por  derecba  ó  izcjaierda  de  toda 
tropa  formada.  v 

Centro*     Es  là  parte  qae  ocupa  el  medio  de  nna  tropa. 

Fondo.     Espresa  el  udmero  de  filas  de  que    anatro. 

pa  ;S  formacion  està  compaesta  :  se  dice  està  una  iorina- 

cionàdosó  tres  de foiidocuando consta  de  dosò  tres  filas. 

Marcha  direcìa,     Es  la  qae  se  ejecata  para  dirigirso 

de  frente  bacia  adelante. 

Marcha  obliùtia  indivìduaL  Es  la  qae  se  ejecuta  j|ìn 
mudar  el  frente  ganando  terreno  hàcià  uno  de  los  cos« 
tados,  soslayando  los  Cibalios. 

Marcha  circular  ó  de  conversion.  Es  la  qae  se  eje- 
cuta describiendo  arcos  de  cercalo  conc^utrìcos  por  to- 
dés  loa  soJaJos  de  la  fiia. 


181 

Eje  fijò.  £s  el  hombre  costado  da  priinera  fila 
sobre  qoe  te  ejecuta  la  conversion,  sirviendo  de  punto 
céotrico  de  ella. 

Mje  moviL  Es  èl  mismo  hombre  coando  ^n  la  con- 
▼ersion   describe  un  arco  de  circolo,  major  6  menor. 

Cohiram'archa.'  £s  èl  moTimìento  por  el  cual  una 
tropa  muda  su  frente  donde  tenia  àntes  ao'espafda, 
conservando  el  órden  uatnral  de  sus  filas. 

Vesencajonar»  £s  el  principio  de  una  conversion  por 
lag  fracciones,  cuya  ala  saliente  se  aparta  del  eje  de  la 
fraccion  ó  tropa  -  in  mediata.  . 

Encajqnar,  Es  cuando  al  conclnir  su  conversion  las 
fracciones  de  uda  tropa  que  forma  eu  batalla,  el  co&ta-^ 
do  saliente  de  cada  una  de  ellas  entra  à  alinearse  con 
el  eje  de  la  in  mediata* 

.Alineacion.  Se  entiende  de  los  bombres  colocadòs 
onos  alladode  otroseol|t  prolongacionde  u«ia  misma  li- 
nea sia  adelantar  ni  atrasar  nioguna  parte  de  su  cuerpo. 

Haj  dos  géneros  de  .allneacion:  1.*  iiìdiyidual,  j  2.*  de 
una  tcòpa  por  otra:  loda  tropa  que  deba  alinearse  por 
etra  bara  alto  à  la  altura  de  fa  fila  esterior  j  paràlela- 
ménte  é  la  linea  ,  j  entrari  i  pasos  cortos  é  alinearse» 

Regimiento  en  batalla.  Es  coando  estan  formadós  sps 
escuadrones  de  frénte  sobre  una  misma  linea  ;  se  ilama 
naturai  cuando  estos  se.hallan  formadós  de  derecha  à 
izqnierda  por  su  órden  numerico,  é  inversa  cuando  lo 
estan  de  izquierda  à  derecba  por  el  mismo  órden. 

-Regimiento  en  columna  con  distanciam  Se  compone 
de  sus  escuadrones  marchando  por  coipp^nias  6  mita- 
desunas  detras  de  otras,  y  con  la  distancia  eutre  sì  de 
todo  su  frente*     -    r  ■ 

Regimiento  en  columna  cerrada»  Se  ^  forma  de  sus 
escuadrones  unos  detras  de  otros  conia  distancia  entre  si 
de  diez  pasos. 

Columna  de  '  camino •  Es  la  disposicion  en  que  se 
marcha  con  cifrante  adoptado  al  terreno,  sin  exigirdel 


182 
folihJó  la  exactitqd  de  la  posicion  à  caballo  ni  t\  ailenpio. 

Internato.  Ea  el  espacto  Tac/o  qné  ae  balla  tntre  ìoa 
escaadrones  de  un  r^gìavìento  eo  batalla ,  qae  deberé 
ser  él  fluente  de  nna  mitad.  £1  de  uo  regimieuto  i  otto 
sera  de  qaioce  pasos. 

Ptstancia.  Es  el  espa^io  facto  qae  hay  en  coloipna 
de  una  division  A  otra.  '  . 

Entre  filas  abif  rtas  à  caballo  Beta  de  ocbo  paaoa  con» 
tados  desdè  las  colas  de  los  caballoa  de  piimer^  fila  à  Uà 
cabezas  de  los  de  seconda:  està  dista  ocra  é  pie  seri  lo  Oliamo. 

Entra  (lias  noldas  ^  caballo  serdde  cnatropiea  con- 
tados  corno  en  ias^abiertas:  à  pie  sere  està  diataocra  de 
nu  pie  ,  escepto  coando  para  la  instmccion  se  Kajao 
de  ejecotar  los  motimientos  por  cuatro,  qoe  sera  de 
tres  pasos.  .  - 

Puntos  fijos  de  direccion.  Son  los  qne  se  efigim  en 
«1  terreno  para  indicar  la  direccion  qne  se  qnie-Te  siga 
cnalqnier  tropa  en  sn    marcha* 

Puntos  interméUlos.  Sirven  para  cooseryar  i  una 
tropa  en  marcba  con  la  direccion  sena ladai  * 

GuHts  generàlesJ  Son  los  qoe  sirven  para  prolotigar 
las  h'oeas  j  marcar  d  sus  escaadrones  el  iogar  qne  bau 
de  ocopar  en  elK'^s. 

Guias  particulares.  Son  Ics  dos  sargentos  colocados 
à  derécba  éizquierdade  los  escnadrones,  los  cnales  entran 
en  la  linea  à  medi'iaqae  sns  escaadrones  llegaoy  marcan 
el  enrajonarnieuto  do  ^1. 

Guias  de  la  columna^  Son  los  dos  sargentos  6  ca- 
bos  costados  de  Ia«  compafiias  6  mitades  de  la  coiomna 
del,  lado  por  donde  se  toma  fa  drreccion  de  la  marcba, 
y  sobre  los  cnales  se   ban  de  alinear.    . 

Fila  eUerior,  Es  la  qne  forman  los  alfi^receB,  «ar- 
g«*nfos  y  cabos  deti as  de  la  segnnda^  fila  con.  el  ojbjeto 
de  celar  y  mantener  el  <5rden,en  ella.  • 

Aires  d  caballo.  Son  tres,  el  paso  9  t\  trote  y  el 
galope.  A  pie  son  dos/  el  paio  regidar  j  el  Ttedóbnido. 


WtHm$  de  mandai    Soii  4#  If  f  a  miMiMi  1/  4fi  ^i^r 

O^Q  9  qme  «inre»  par*  jbflij^mr  el  m(yfimÌMpf>  ^óf  #19  7^ 
é  ejecfltUr:  7  5.*  ile  pje^ieitv,  qne  80  p^pTf  Pia  ^9^  ÌM 
Toces  de  marchen^  alto,  ^%y  7  dete.ra)u»^|i  «1  i^^fMtp 
d9  k  efe^ocion  4e  J^qae  #Àle«  j#  pr#TÌii«t,49biéii4piie  es- 
ortar la   pènditiroa  aflaìia   «in  pr^nat^ii^r  h  41ti.Wf9- 

Aia  ^^cdeiiiareA^ijlèda  U  liA^a  4  po^qf^o^a  fp  ^- 
yerà  ai  paso,  si  la  yoz  de  mando  uo  liftf  |f^veQÌ4o>QM'P  AJff  • 

Van^u&rdi^  /Es  bì  parage  é  q»«  IwiU^  ^r^i^t^  pini 
tropa  éiTHiafda. 

Retaguardia*     Al  qae.da  là  espalda  la  dltima  fiU*. 

£i<o/aelaii.     Es  el  atOTimitnlo   por  ^Lqn^  p^usa  pna 
4ropa  de  am  >i^rflen^>sli  ^rtO  cm  objeio  4^3  instr.^^irri^» 

HvkeUa.    Ea  el  rastroqna  Tndefa^o^fH^  ^paiMsafj^a 
QD  bombre  qoe  noarcha  en  coalqai^a  Uir^icfQM>0. 
jPistgi'     E^  al  rastro  qna  deja  GQaJqql^r  anii^coA  aiis 
pisadaa  por  4oi>de  pasa^ 

TITOLO   V. 

TofU€$  qwehan  de  usar  Iós^r0mpet0f  dét  l4  ffi^H^rh^ 
y  su  e^UcacÌ0n. 

l,°  JBoU«ilbi  ó.£€<ièraU>  10  Descanso* 

%'  Ornpais.  Il  Trote. 

b."  Asamblea.  12  Galope^ 

4.'' AcsabaUo.  13  V^elvanicaras. 

5.*  MaFcha.  14  A  la  órden. 

6,''  Ltamadà.  15  Àtaqae  ó  à  degClello. 

7.'*  Llajnada  de  boooi".  1,6  Allo. 

8/  Diana  d  oraeiofi.  17  JEl.ètreta  ò  retira4a« 

9."  AteMpn* 

EsplicAcion. 

.  La  g€U9r0l0  9ÌfW  pa  CAmpaQ^  para  qae  el  ej^rcito 


m 

sepoosa  d  un  mìsino  ttainpo  sobre  Itaarniis  en  ocatioo 
repeotiaa-  de  enemigo»  ti  otra  operacion  :  si  do  las  toma- 
se  geoeralmente  el  ejét^ìtoó  goarnicioit ,  j  solo  huSiiese 
de  marchàr  ano  ó  mas  eoerpos,  se  tocarà  marcha  en 
lagar  de  generala. 

£1  de  grupas  tiene  por  olmeto  qae  se  pongan  loego 
^  qne  se  oiga  ,  y  deberà  tocaree  media,  bora  a ntes  de  la 
asàmblea,  à  Gn  de  qoe  los  ofictalea,  sargeatos  y  cabos 
revisten  sas  compafitas. 

La  asamblea  indica  el  momento  en  qae  han  de  rea* 
nirse  las  campafiias  en  el  parage  sefialado  para  formai  el 
regimieiito. 

£1  de  d  cahallo  senala  al  instante  en  qoe  sedebe  montar. 

Marcha.  Se  tocarà coaodo  haja  de  ejecatarla  la  trop- 
pa, para  condacir  ó  rettrar  los  "estaadàrtcSf  j  eo^  el  ca« 
80  de  bacer  honores; 

Llamada.  £s  su  priqctpat  objeto  para  qoe  se  renna 
todosoidado  qne  en  lo  violento  de  un  choque  haja  per- 
dido  el  lagar  de  su  formacfon;  ó  para  que.se  incorporeii 
Us  partidas  qae  se  bayan  mandado  salir. 

Ùamada  de  honor.  Consta  de  dos  partes ,  de  las 
qqe,  la  prtmera  es  la  espticada  anteriormente,  y  aoìda 
é  la  seganda  sirve  para  hacer  honores  à  U  persona  que 
le  correspondan* 

La  diana  d  oracion  siiye  para  romper  el  nombre  al 
amanecer  y  al  arìochecer,  para  qae  se  recojan  al  cam- 
po ó  coartel  los  soldados  qae  esten  faera; 

Aiencion*  .Equivale  en  an  todo  à  si  se  maddase  con 
la^Yoz. 

Descanso»  Sirve,  tanto  é  pie  firme  comò  ina rch an- 
dò 9  para  que  la  tropa  tome  la  posible  comodtdad  sin 
perder  sa  Ingaf  ^  sea  en  fila  ^  balera. 

Los  toques  de  trote  y  galope  son  para  que  U  tropa 
tome  el  de  e&tos  aires   qae  indique  el  olarin. 

£1  de  vuehan  caras,  sin  mar  combinacion,  es  Io  mis« 
Ito  que  si  se  mandasecon  la  toe  media  Yaelta  àia  derecba. 


185 
Bl  de  d  laérden^  qae  te  diride  en  particnhr  y  gè* 
nèfai ,  sirve  para  avìsar  al  caerpò  6  caerpot  à  qae  com- 
prenda i  qae  acodati  à  reeibir  la  òrden  6  instracctoBes 
qoe  liaya  que  CQ1llOoìca^les<•. 
^  de  a  degùello^  que  solo  se  tocari  eoa  odo  despaea 
de  faaberse  moTÌdoIa  tf^pa  paro  cargar  se  halle  oomo 
i  ocheota  pasod  del  enemtgo^  sirvé  parar  qae  al  oirio  to- 
me el  escape  con  la  decisìòo  y  demaa  reglas  qoe  se  fijaa 
para  las  cargas. 
Eldea/Zosirve-paraquelohaga  la  ti'opa  caBodoloolga* 
Et   de  rettela  óreiirada  sirre  para  r^tìrarse  é.  soa 
tieadaè  6  coartelea  los  soldados  que  aòti  no  se  hobiesea 
recbgtdo ,  y  tanobieo  para  qae  la  tropa  que  va ja  mar— 
chaodo  adelaiite,   de  media  vuelta  y   lo  ie](eGote  en  re- 
tirada. 

TITOLO  VL 

IVSTaUGCION  DEL  &ECL17TA  DE  CÀBALlERlA. 


PRIMERA  PARTE: 

iirSTflUCGION  A  PIE.* 

Introduccion. 

Las  primeras  leccìooes  de  ia  posicìon  y  de  la  inarcba 
se  daràn  à  cada  «^liombre  de  por  si^  y  caando  mas  i 
dos  jantos  en  una  fila,  distaute  an  paso  oao  de  ^otro. 
Los  tastroctoresejecatariii  aotes  lo  qaé  bajaa  de  man- 
dar, despnes.  de  haberlo  esplicado;.  acostumbrarda  al 
ceciata  é  qae  tome   por  si  mismo  la  posicìon  qae  se  le 


186  . 

.  ifidicft  j  demtiestrji ,  «io  tocsrie,  neir  pftiw  dark  chta  fpo^ 
«ictoa  ó  par»  ^^éet  i  fi  darla  ;  à  meiKis  ^[Bb  •«  jfaita  Ae  latef- 
lìgeaeia  ò  4«  boyfi^araeloa  4«8  obligna  é  «elle  t  eapUcaréii 
lo  qne  eosenen  en  pocas  paialira«»  «Miy  dainas  jr  ^rcci^ 
aas^  «irviéndkse  stempra  en  >c«afito  foMr^  posiUe  éa  lag 
nitioiàa  etpresiooes. 


PRIMERA  CLASE. 

raiMEal  ieccioìi. 

Posicion  del  reclusa* 

Lo9  talones  sobrè  ona'  roisma  Ifoea ,  mai  ó  meiios 
inmediatos,  aegan  la  coaiigiiracion -del 'hombre^  air- 
▼iendo  de  regia  general  el  aplomo  de  las  caderas;  lai 
puntas  de  loa  ptes  nn  poco  menos  abteTtas  'gne  la  ea- 
euadra^  é  i|;oaliiieDte  ona  qne  otra;  las  radHlaa  ten- 
d»da»f  P^TO  siti  agarrotarlas;  el  caerpo  à  plomo  sobre 
las  eaderas  y  no  poco  mcltoado  adelante  ;  el  pecbo  sa- 
cado  à  faera^  )os  hombrosietirados  y  à  nna  iBisma  aN 
tnra;  los  codos cerca  del  cuerpo;  la  palma  de  cada  ma- 
no nn  poco  vuelta  bacia  fuera;  el  dedo  peqnefia  é  lo 
largo  de  la  costura  del  pantalon;  la  ca  bea  a  derecfaa  aio 
violentarla;  la  barba  arrimada  al  corbatin  ,  pero  sin  cn- 
brirle;  los  ojos  Gjos,  rectos  à  sa  freote  j  altura. 

Ve  los  u^s  y  voc^s  del  descanso» 

En  segufda  de  toda  leccton  nneva  qne  tef»ga  qoe 
ejecntar  el  rechyta ,  y  ditrante  cada  «sptioaefon  4  «ira 
cosa  qii^  baya  qne  bacer  y  Ho  sea  neetssarta  ia  «nterior 
posicion  de  tinadrado^  tonnara  aìenipfe  tà  de  ^aeaiiao; 


167    ' 
j  para  ejeciitar}&  desile  U  posVcioo  eosensJa,  se  man* 
darà.  '      - 

!,•     FiU(6fila$). 

À  k  «egaada  parte  de  la  «egiHnl«  7«a  r#|iiwA  «t 
pie  derecho  corno  i  seis  palgadas  detras  del  izquìef4o 
sin  ornsarlM,  «argaré  él  pèsoddeifterpofò^e  ia  pier-  ' 
na  derecha  coti  sa  rodilla  tendida  ,  y.,  aflojando  on  poco 
la  ròdìlla  izqaìerda,  al  mismo  tiempo  separare  ics 
braxos  de  aas  costados  para  finir  las  manos  por  dei  ante 
ydar  vaa  pequelUi  palqfiad*  eoo  eUas^  «••ciayendo  «l 
movimieoto  coq  dejailas  crusadas  é  la  eslensìon  nataral 
de  les  brazes  por  delante  del  caerp^^  de  modo  fl|«ia  la 
derecha  queJe  debajo  de  la  ìzqaìerdai  qne  soateodté-U 
otra  agarréndola  por  eocima  de  los  «oìillos. 

Caaiido  se  qn»era  t(«^  el  d  esca  toso  eea  pof  mas  tienv- 
pò  i  p^ra  deabacer  la  fortoiacioo,  ae  inandari* 
1/    JFilaXàfiias).  , 

A.  la  ji^OKida  parate  4e  la  aegu«da  vosi  ae  ejecn ta- 
ra el  moritniento  indlcado)  y  en  seguìda  tQtnaré  cada 
hombre  la  direceion  qae  gastef  deshaciecfdo  la  for- 
macion.  ^  . 

Para  ìiacer  .pasar  al  reclota  del   estado  dedescanao 
en  sa  logat  ari  4e  ateocW»n,>se  BiaDdaré. 
1/     Fila  [6  ^fiUzs). 
2.*     AiKa-^cioN. 
A  Ja  accanila  parte  ide  la  seguada  Tpa  se   cn^àrArifk 
i  so  frente  observaodo  ona  ÌDmoviLidad  j  silencio  ipaU 
terables. 

siouxDa  Lcccioir. 

Mosnmientos  de  cahezà  d  dertchd  i  iz^juitrda' 

Para  «ae  itn^iiie  el  reehitir  la .  TÌ^ta  i  ia  dereoha, 
Mipodiénéble  toadrado,  ae  nraodari. 


188 

^      1.*    Fila  {ó  fiias). 

2/.    Caheza  —a  la  DERsetfA. 

A  la  segaoda  parte  de  e$ta  toz  Tollera  saaremeote 
la  cabeza  à  la  derecha  basta  qae  el  lagrima l  del  o\o 
izqoierdo  correspooda  é  la  linda  de  botonea.dé  ia  cba- 
qaieta. 

Para  qae  restitoja  la  vista  al  freote  ae  maDdari.  * 

1.*     rdaiófilas). 

2/      FlRMES. 

A  la  aeganda  Tòz  Tolveri  8iia?eiiieote  la  cabeza  pò- 
niéndola  derecba  i  su  frente. 

Para  qae  incHoe  el  raduta  la  Tista  à  la  izqoierda  le 
mandar  à*  :^ 

1.*    Fila  (ó  filas). 
2/    Cakeza—JL  la  izQuifianA* 

A  la  seganda  parte  de  està  toz  roìretà  la  cabeta  i 
la  izqnierda  de  modo  qae  el  lagrtmal  del  ojo  derecho 
corresponda  à  la  Ifnea  de  los  botones  de  la  chaqaeta;  J 
dada  la  voz  de  firmes^  restituirà  sa  ?tsta  al  frente. 

TERGERÀ  LECCIOlii. 

Giros  d  la  derecha  e  izquierda  y  media  melta  d  la 
izquierda. 

Para  qae  el  recluta  de  el  frente  à  caalquiera  de  sas 
costados,  se  mandare. 

1.»    Filalo  filas). 

2/    Por  el  fmmgo  derecho. 

5.*      A  LA  DBRECa^. 

A  la  tercera  toz  giraré'sobre  el  talon  izqaierdoy  le- 
Tantando  un  poco  sa  punta,  acompafiindo  el' moTÌ- 
miento  con  el  pie  derecboi  cuyo  talon  iti  al  lado  del 


189 
iqnierclo  j  sobre  la  misma  alÌDeacion  ;  y  eaanclo  haya 
dado  por  dicha  mano'  la  coarta»  parte  de  aaa  Toelta, 
seotaré  el  pie  derecho  y  la  paota  del  lEqoierdo,  qae- 
dindoje  en  la  posicion  de  coadrado  é  este  noevo  fireiite« 
Para  bacarle  à  la  izquierda  se  mandari. 

1."     Fila  iófilas), 

2."       Ì^OR  BI  FLANCOlZQUlBRDO. 
3.'      A  LJLIZQUIBRDA. 

A  la  tercera  vox  ejecatari  el  moTimìento  por  los  me- 
dios  contrafìos  al  aoterìor;  pero  girando  sieìnpre  aobre 
e)  talon  ìzqaìerdo.   .  ^ 

Para  Tolver  à  sa  £redtè  naturai  se  roandari. 

!►*     j4  la  derecha\6  izquierda). 
2/     FaBUTB. 

A  U  aegunda  yoz   darin   el  (^rente  à  la  mano  preve- 
Alda  bajo  |as  re^las  esplicadas. 
Para  dar  ei  frente  à  sa  espalda  se  mandare. 

I.*     Filaió  filasy 

2.'       MsdIAVUELTaCa  LA)lXQUtBRDA. 

I 

En  dos  tieonpòs.  A  la  primera  parte  de  la  seganda 
vni  llevartf  el  pie  derecho  h^cia  la  pnnta  del  ìzqaìerdo; 
dando  al  mistno  tiempo  an  medio,  giro  sobre  el  talon 
ÌKquierdo,  de  modo  que  el  talon  del  pie  derechò  quede 
freute  del-  juanete  del  pie  izquierdo  y 'é  tres  polgadae 
de  distancia. 

A  la  spgtinda  parte  de  la  seganda  voz  girare  sobre 
'"8  dos  talooes  bacia  la  izqiiierda,  con  las  rodillas  ten- 
didaSf  leirantando  an  poco  las  puntas  de  los  pies;  dartf 
''i  ireiit(>  «(  la  ««sp^lda,  y  Uevai^  al  aliamo  tirinpo  el 
t»ion  del  pie  derecho  à  la  iiimcdiacion  del  izqaierdo . 
ftt  U  ujìsuia  litica. 


190       ; 

CUARTA  LECCIOV. 

Paso  reputar. 

La  longìtud  del  pa«to  debe  ser  de  veinte  y  ocho  pol- 
gadas  de  Bur^os,  medido  de  ta(ou  i  lalbn,  y  tos  pasos 
i^\ye  deben  darse  en  eada  minato  seteota  y  seU  exacta- 
meute,  y  para  que  «l  recloU  lo  ejecute  se  cnandaré. 

1/     rda. 

2.*     De— FREiitc;  .       .    ' 

A  là  seganda  parte  de  està  voz  cargsr^  ei  ppto  del 
cuerpo  sobre  la  pmma  dei^^cba^  sin  j^ider  ta  lectttod 
é  iucUnacìoa  adeiante  que  teiìia  en  la  posiciou;  en  se* 
guida  se  le    mandare.    '      *  '  -  .    '^. 

Uno.     ■  /-•'..... 

A  cuja  voK  cacare  con  vives^  el  pie  itqaìerdo  delan* 
te,  Tuetto  bacia  fuera  y'su    punta  aa  poco  baj^,  U  re- 
«lilla  tendida,  y  esperaré  con  et  en  el  aire  la  Tozde 
Dos. 

A  la  que  seotarà  el  pie  so,bre  el  parage  qa^è  le  ade* 
laotó,  llevaré  lodo  el  peso  del  cnerpo  sobre  la  pieroa 
iiquierda,  dejando  tendida  la  derécba  y  tocan  lo  en 
tìerra  con  solo  la  punta  de  su  pie;  y  cneUa  dispo&tcion 
esperari  Ja  voz  de 
Uno. 

A  està  voe  pasarà  viramente  la  pierna  derecha  ade- 
UutC)  piegando  la  rodilia  lo  mny  preciso  v  rasando 
el  pie  al  suelo  sin  tocarle:  snspenso  a's(  sobre  la  pierna 
laqQierda  y  con  la  derecba  eo  el  aire  esperà  ré  la  tos 
de  doi  para  iiacer  conel  pie.derecbocuanto  eiecutó  con 
<l  ixqoierdo. 

Goatlnoaré  asl  marcbando  en  e^te  paso  IlamaJo  des* 
compuestp,  y  coaado  el  iostructor  quiera  que  pare  el 
recluta,  mandari. 


191 

!.•    Fila. 
2.*    Aiti». 

A  està  Tte  fi  sé  Inlkse  ei  raelafa  cdh  el  {ieto  del 
ci^po  iobre  «è  |>fd  «detastadoy  traari  ^i  de  atra!  à  su 
i wii«iiaei«B I  y  se  quadrare raì  «stavi^ae  soatetti do  safari 
eì  mas  atraaado  y  al  adelaotado  en  ci  aire^  afotarà  eata 
en  tìerra  j  Ir  aera  el  otro  i  so  bdo  coadriDdese  eoa  d). 

Biarokaiìdo  jjk  con  la  sslkteate  aoltura  se  aòortaréa 
laa  iafeervak>s  de  daracion  de  ttempo  desda  ia  t^b  odo 
k  \m  de*  dea,  haata  vpate  se  ntaedea  las  dee  toccai  seguì-* 
das  eo  ei  tiempo  preciso  p^^^^  proDiiociarlaa  eatiiral-' 
mente;  ^D  coyo  caso  dari  setentay  seis  pasos  en  oo  mi- 
ttutot  y  kiego  q^oe  cootLifi^e  marcbaiulo  a^guo  rato  en 
e»te  paso  sili  «inguna  iolerrapciou  de  ano  à  otro,  y  se 
qoiera  que  pare  el  r^cltitav  se  mandari. 

1/     Fila. 
2.%  Alto* 

À  la  seganda  yoz>  qoe  se  dare  cuando  yaya  i  seutar 
en  tierra  caaiqaiera  de  Ica  ptes,  le  sentarà  y  Kevarà  el 
taloD  del  quale  queda  detras  4  la  irìmediacion  del  otro 
eo  Qua  misma  linea  y  sin  gòlp^ar,  qaedfjndose  Cnadrado. 

QDIHTA  lECCIOTf.   ^ 

Saludos  d  pUJirme  y  sohre  la  marcha» 

La  Ordenaoza  distingde  trétr  especit^s  i\é  «aliidd,  los 
dos  ptioieros  aoor  à  pie  flftfie  y  el  tercéio  Mhtt  la  tnaf-» 
cfaa.  ìjdfÈ  Sàlildo^  à  pie  fit-mé  cbrresfTOndefii  é  fodd  ofi^ 
eiat  gefieral ,  oficiaf  dei.  ejértiito  y  armadi  ^  ssrgentòs  d^ 
so  Ir^gimiento  y  cabos  de  sa  crniiptini».  £1  d^  sobre  la 
rnai^cha  à  lasìttStMas^  pt^honas  ristbte^,  y  à  todos  los 
que  qoierau  salndar. 


192 

Saludo  d  gen^rafes, 

Coando  el  soldado  eocaentre  &  caalqaier  o&cial  gene- 
ral deberi  pararse  é  castro  paaos  de  éi^  caadrarae  j  dar 
el  freate  al  lèdo  por  donde  pase;  le  dirìglri^aQ  vista  en 
aenal  de  respeto,  llerarà  eoa  desembarazo  U  tsanoderecha 
à  la  aitara  é  ìnmediacioD  del  escudo  de  la  gorra  con  an 

Salma  rnelta  bicia  foera,le  segairicoa  laTÙta  basta  qpe 
aja  patado  corno  tnatro  pasos  de  él,  en  eoyo  caso  poo- 
drà  la  vista  al  fi-enle ,  dejaré  caer  con  graaia  la  mano  j 
brano  é  so  posidìon  naturai  y  coptionaré  su  marcba. 

Saludo  d  oficiales  del  ejèrdiù  y  armada ,  sargenios 
del  regimiento  y  cahos  de  la  compahia^en  que  sirve  el 
soldadò  quesaluda. 

Caatro  pasos  antes  de  encontrar  ei  soldado,i  coal— 
qoiera  de  las  persosas  dicbas^  bare  alto  y  se  cn  ad  rara 
en  la  misma  direccion  en  qoe  marchaba,  dirìgiré  sa 
vista  i  la  persona  que  saloda,  elevando  la  mano  derecba 
A  la  inmediaoion  del  escudo  de  la  gorra,  permaoeciéndo 
asi  basta  que  el  spgeto  à  qaien  saludo  estd  dos  pasos  i 
su  espalda;  eutonces  colocando  al  frante  la  cabeza  j  los 
brazQs  i  so  posicion  naturai,  continuarà  so  marcba. 

Saludos  d  las  justicias ,  personas  visihles^  y  demos  d 
quien  quierà  hacerlo» 

Gnando  encnentre  el  soldado  i  atgona  de  las  perso- 
Bas  CQmprendidas  en  este  salndo,  sin  pararse  j  con 
desembarazo  j  aire  militar,  le  dirigiri  so  vista,  j  on 
poco  antes  de  llegar  i  dicba  persona  llevari  la  mano 
'  dereoba  i  la  inmediacion  del  escodo^.y  al  momento  de 
baber  pasado  pondri  al  frente  so  cabeza,  7  el  brazo  en 
so  posicion. 


WS 

PrevcncUmes  sabre  là  posicion  del  sahle  6  espada  pa^ 
ra  los  senotes  oficiales  cuattdo  se  hallen  formadoìf^ 
pie  d  tierra^  y  para  los  saludos  tanto  d  pie  conto  d 
caballo. 

HaUindoye  el  ofiet»!  formadoi  pU  à  ti«rra>^.t«iitQ  à 
pie  firme 'comò  marckando,  coloc«ritil  p»fio  de  su  esm 
pada  delante  de  la  eadera  dei  iado  deredio^  dejaodpcaes 
sa  hoja  aobre  la  mano  itqoierdaY  qoe  la  recibiri'por 
DO  tercio  distante. de  la  punta  ooo  ^^dedo  polgar  tea- 
dido:  ei  coda  izqoierdo  ooido  à  so  costado,  j  uo  poeo 
iDclinada  bacia  adelinle  l«  parte  tnferior  dedicbobra- 
ifo:  la  niaoo  isqnierda  enfrente  de  sq  bombro  à  coatro 
polgadaa  mas  bajo  qoe  éÌ4 

En  los  casos  qae  el  oficial  debe  aaladar  con  el  salile 
6  espada  to  ejecutarà  eli  sei»  tieiàpos,  ' 

Uno.  Gaàiido  liegoe  i  seis  pasóa  de  la  peraooa  4 
qaien  ha  de  saiadar,  separare  el  sablé. 

Dos.  A  co  atro  pasos  lo  levahtaré  pet^pendicalarmeo*» 
te  con  la  pùnta  b^cla  arribà^  basta  qoe  *  la  giftéirtiiéioa 
qoede  tf  la  altura  del  corbatio,  cuatro  dedos  aeparadft 
de  ^1  con  él  corte  k  la  izqdierda: 

Tres.  VoWeri  el  corte  dèi  aable  Polire  la  derecha^  T 
lo  bajari  con  Tiveza  esfendìdo  el  braso  do  modo^  qae  Ji 
mano  derecba  venga  A  qoedar  al  Udo  del  qioalo  de* 
rechO)  j  ast  lo  mauteodrà  basta  babef*  pasado  cuatro 
pasos  de  la  persona  à  quien  aalndk,  qUe  éf^càtaré  loa 
tieinpos  siguientés.  ...    /      • 

Cuatro.  VoWef^à  i  letantàr  él  sabtè  à  Udiiposioioodel 
seguodo  ttempo.  < 

Cinat.    Lo  còlocaràed  la  disposicioà  de  Mparado*' 

Seis.    Lo  pondrà  al  hombro. 

Saludo  con  esiandarteài 

Ed  los  casòs  en  qne  esti  prereBido  por  OrdenantAS» 
ejecutaràen  doatiempof.  .\.,  ^.l 


Iti 

ra  haaU  qoe  qaede  el  asta  horiaontal;  y  dos  detipaf»;  de 
haber  pasado  se  retiraré  y  poodré  ea  so  posiciòo. 

i;  b  «0»  de  iM^dei  «m.  It,  ^iftlMW^  4^  W«  i*  rWP*?- 
la  'bajkBi>ftsfAtfittnQA,4«L  melp^ 

SEOeNBA  iJLASS. 
«Binm*;  MceiQA, 
Marcar  el  paso  x^.^^^ifif^lf. 
Para  qne  ci  recl^^j^  ^pMV|q|f6^<^  pjf^y  «,e,  ^  ^(Vll^J^'  «? 

«l«.é,«Hlfam>  ^  .tir^lgr^  <W¥(?)ft^'f  ^,»f,»*WUt?  et  paso,  seo- 
téodole»  y  con  el  otre  f3^f^,y»^(i  el  ^smo  couipa^  del 

J^afl(:ee4^Mril  4  .figl|r4i^l(C^  pQ^ijei|d|9^         Ùlqo    al    Ud(^ 

Pet»;%ue  Ivn^Hfi  4«  .9»^^,  e;l  p4^o  i;e^ala>  «e  m^adari; 

V    Mj^Hf;^!^?^     .... 

*    A   la  seconda  vox  sentara  en  tierra.  ^l  ]^ie  qoe  tee* 

||*eAiel  e({«ij  .y;«Q9^.ftl  9Hcfl,  f^g^^r^  ^arcMudo  al'  pa»d 

regolar. 

CDkod<i.(M  qpvwfc  qWi:^»*  fl««lp!t<l *  9%w)ih  «^  P*??»  •* 
mandare.  *  \ 

1.*    Cambien  el  paso* 

A  la  seconda  toe  qae  se  dar4  coandò  Qno  de  Ics  i 
'piès  e8téìèV4itflaj0o,'lie  scati^réisD  liei  ra  j  traer^  ^\  otro  i 
con  vi?exa  é  la  inmediacion  de  t^s^^  sia  i^4^r  ea  tier? 


n  el  talon;  j  levantMiifi  |^r<wii«it9te  el  primejo,  eoa- 
tioaaré  la  marcha  en  el  mismo  compas^ 


KM! 


SBGITHDA  LBCCtOir. 

Pàsù  de  costàdo.  "    . 

Este  paso  sirve  para  abrir  è  xttàt  la»  Iiilérai,  para 
aoir  ó  separar'  oaa  trop^^  de  otrà  ftò^rtnada  4  9a  lado, 
para  ganar  tetr^Mf  iohtt  dn  fiairco^  Tteriite  ó  treiiita  pa- 
tos sin  necpsidad  dfr  ttiarchar'  por  hrìèras^  &c*  ' 

Para  edsefiar  à  Itrs  tectiitaé  estv"  paso*,  despoés  de  cfs- 
plfcaftlea  las  r^g^aa  se  cobcaré  el  iottrtrctoì*  àfMnìe  j- 
de  cara  i  eilos^^  qiÌFen«iido,  po^  ejetilplo^que  tùarehètt' 
lobre  la  derecba/io  TeriBcarà  eate  sòbre  Ir  ìtqai^rdi^ 
para  qae  le  imiteo  ^  haciéndoies  obsertfir  la'  posictoa 
del  cc^erpo,  loogitod  del  paiso,  &c.         ' 

Las  voces  para  so  ef?<5iitkHi  sbHn.  '  '''• 

1 4«    Paso  d^  xùitado  i  à  ha  étcf*etka\  ■ 

2.*    Mà!ictìti!ri=  ■     .    ;    •  "    ^    '••  •  '  '   '  '"  '    ''" 

A  la  aeguoda  vob  sacaré  el  pie  derecbo  d  ocbo  poi- 
gadas  del  ìzqoierdo  siù  atraìarle,  fiiclioàrle,  ni  adelan« 
tarle  sino  por  la  line«^  df  sJttS  l|d|»blH)8,  Iletando  eli  se* 
goida  el  itquierdo  à  ia  inmediacion  del  derecbo;  qoe* 

recho  por  la  misma  linea  à  igual  dÌ8tancia>  en.^^^g^j^gi 
el  iaqaierdof  y  ast  seguirà'  iuiii'4)ba|i4^  l|a8ti(?la  toe  do 

A  1*  segMdi  ifft«j,.qi|e,ai^  49r4^t|ft«4^  Wj%  h*¥B^ 
Udp  et:  |»J9  dar^«^^  )fì  ft^n^iRi  iik^kH^s  f^  plffoi^  UfflHr4 

i  IO-  Ì|ltqfMÌÌ«<IÌO«r  CA  Ì%E|fj^r4l}$  JT  4l»0<l«^fà  %m^  *  a«! 

Si  se  qaicre  qoe  lo  e}0|qMi»,|P9«  U  iiiftiifff A%  ^  «%t> 
bagaa  al^i^^  miftìr^-lift  |ili#iMar  regWfi*  f»erai  b|i><>/pa 
órden  inverso. 


156' 

•'  '.•••• 

Paso  atras, 

Enterado  el  recinta  de  la  ejeciicion,  medida  y  y€- 
kicidad  da  ette  [^aao^.que  tambieo  «s  de  seCeota  y  seia 
por  minuto.,  se  le  mandare  para  que  lo  ejecate. 

1.*    Paso  airas* 
^  8w*     Marcbeii.  *  .         : 

'  Saponiéadolo  eo.  fila  à  pie  firme  retirari  el  recluta 
con  Yiveza  el  pie  ieqQierdoé  la  espalda,  seotàiidqlo  en 
tierjra  4  diataucia  de  catorce  pulgadas  de  talco  à  talon; 
ei^  aegaida  retirari  el  derdbbo  del  miimo  mpdo^  j  mA 
cpnaecQtivamettte  basta  qne^e  qaiera  q«e  baga  alto^  qoe 
8^  manderà. 

!••    Fila  (o  fitas). 
à.'    Aito. 
A  la  segttoda  voa^  qae  ae  dare  caando  vaya  A  aeo- 
tar  en  tierra  un  pie^  le  sentarà  llegando  à  sa  iDmedia- 
eìoa  el  oitéy  j  coadréDdoae  à  sa  freote* 

G9A1TA  lEGCtOir.    . 

Paso  redòUadù» 

"  Sìipònieindo  al  t^lùfa  ittarchando  é  paso  regolar,  se 
fbandarll. 

!.•    Posò  Y^dMàdò. 
8/    Marchbv. 
A  la  segonda  yog ,  qoe  se  dari  caando  Taya  i  sentar 
eniìérra  cOalqoiera  de  ioa  dds  piea,  darà  aqoel  paso  el 
lìeMòta  al  miimo  eompas  qa^  traia ,  pero  en  el  Istgaieo- 
tetomarA  él  del  redoblado',  cuya  ioogitad  seri  la  mis- 
ina|  qae  la  del  regalar,  aanqae  sa  Telocidad  aeri  de 
4iMt<$  teiste  pli8o%  poV  illiriato. 
'  fPara  qae  Toelta  al  pasd  regolar  se  msBdari. 
!.•     Paso  regular* 
2.*     Marchkv. 


t97 

A  U  segottda  ros  dentei  reekrta  aqad  piso  eon«6l 
pie  ^€  Unf^  en  el  aire  ai  «ompas  redoUadOj  7  al  «h 
goienta  tomarà^l  del  regolar. 
Si  se  qaiere  que  haga  alto,  se  mandar^* 
1.*^    Fi(0{ófi(asy 
2/     Aito. 
Lo  qoe  te  ftjec^Urà  comoseb^tensefiado* 

QUINTA  LECCIOR. 

Marcha  Mima  indivlduaL 

.  .  .  i 
£1  paso  de  la  marcba  pblicna  en  nada  se  distia* 
gae  del  que  se  *ha  dado  basta  aqnf  marchando  à  su 
frente,  pues  que  le  darà  cada  iBdifidoo  haciendo  |id  pe- 
qoeiìo  giro  antes  de  romper  la  marcha  sóbre  la  mano 
mandada;  j  para  su  ajecucipD  estando  é  pie  firme  se 
maiidarì. 

!.•    Fila{6fila$). 

2/  Oblicuo  d  laderecha  {6  a  la  izquierda)* 
ij^  MaBGaaif. 
A  la  segonda  parte  de  la  segaoda  tos  darà  el  recluta 
sobre  el  taloD  isqoierdoja  coarta  parte  de  no  gifo 
hécia  la  mano  maodad»;  j  à  la  torcerà  romperà  la 
marcba,  dtrtgiéndose  à  su  iMieTO  frante  j  observando 
la  regia  de  la  marcba  direcia. 

P^ra  qoe  eomprendan  I09  reclolas  los  resaltsdos  de 
està  marcha^  les  baìrà  parar^ antes  de  darei  frette adofà- 

*  de  le  leoiau,  con  kas  voees  aigaientes*  ' 

1/     FUa. 
2/     A*To. 

5.*     FaaaTB.  1 

A  la  •segonda  voa  baràn  alta,  j  à  la  torcerà  desbarin 

•  el  giro  qoe  dker<)b.  ^  , 

Lnego  se  les  ensefiarà  à  qoe  mei  fan  à  tornar  sobre  la 
'marcba  sa  Create,  primitivo,  GO0  las  Toqea  sigoient^ 
1.*    Fiia-^de  frente. 
8/     MaacHEN. 


m 

tnarchar  oblicuameiitef  y  j^égdréÉ  i%él<M  A  sa  ft^Mle 
primitivo, 

Despoes  gè  e^sefiari   i  i9bH<^(»ar  isfòbrè  la    marcha, 
maDdaudo. 

U*    Obtic-*ò  d  la  dtrei^{ì5  d  la  i%(fi0rda). 
2.*     March  E  V, 
A  la  segaoda  yo%  harén  la  cerarla  p^rte  de  no    giro 
•obre  la  maoo  s^andada^  y  aegtttrin  ttarchando  i  sa 
nnevo  frente^ 

'    '  TERGERÀ  CÙSB. , 

Fl^lMERA  UCCION* 

Ea  està  leccìoo  ae  ootrite  docè  d  ìtlo  iHéaoa  ocbo  re- 
><eWti)sV((»  ^ti0i6d  fniiai«Taréi]i 

.Se  formarla  dos  ó  tres  de  estoa  eà  onà fila  bien  aii- 
liétfdds  pat»  ba«ede  Uitaikiaacion,  j  à  treaòQDatro  ^aaoa 
''é^hìi^  de  loEs  defnaa,  j  en  segQida  le-nandajcd» 
ì.^    mia, 

9/    i^èìnMra9A  sucesha  par  la  dtreeha. 
5/     Tal  ndmtto  —AhmEABMé 
A  la  t«fOera  Tos,  qnfe  se  'dari^c«m«  «jecntf^va  à  cada 
^iecbtàv  romp^r^l  ri  »oinlH*ado  s^i  uiancba  al  fraste,  h«t- 
ta  hallarae  é  medio>  pie  de  la  eltor»  dd  la  b*sti;  aHj  toJ- 
▼era   la   cabe^a  à  la  «Vereoba  è  ice  eoo   pa«os  cortos  é 
jaotar  no  codo^sin  abrirle,  al  del  .bo^iubre  inmediato  por 
so  derecha,  no  rebasaré  el   aliopamóento,  dirà  paosada- 
^  làeatW'é  p<Mierae  da  ma«era  qui  vea  la^  Kiiea  defoéojos 
de  so  ÌQuiedìato  por  su  derecba  y  difrti^iwga  on  poQO  el 
|:teobo^é<«€^airidorli«iDÌirQ  de  ette  la«fto» 
"jO(Mitliii4a  ^  alBièaiMwiilO' db  eaiw  BAiiloro  «e  man- 
darà. 

4.'     FlBMBa. 


¥ài^^iAMnìièàé\k/àmfèf  h  tikft^éti^L  ««rrMv  hit  faiis^ 

ib^8'  mM  bbjo  iVi«  nfifMMA  cébtf «ritmi 

bajo  log  mismoH  principiosy  y  por  'é^^Jb-^èl  fa«i>ii1rH[i 
procuramio  ieb«iaar  ia  ba^  «ÀVifi^i^'  fii'ev^y  ^^^  'foUMido 
la  cabexa  é  la  d«*recha  j  édil^él  ^^^nro'  córto  sé  adelaoU- 
ny  'iìì^è^t^  "sA^H  fljè  "U  >è»f>ildè<lè  M  lòs  #lilieamieiit08 
i  vaneaardia;  y  para  ejecutavlv  mHifkudiiià. 

5/     7a/iii2ifi«ro  -AIIIIB4B8B. 
Para  alinearae  é  r^lK^M^tditt  fN»r  ia  tiqnierda  aerTirio 
log  mittmos  principios  eapiìcados   por  U  derecha  bajo 
loi  medìos  contr^Viloft»  > 

.  Para  qae  toda  U  fila  lo  baga  à  on  tlempo,  despaes 
<fc  èi1i}b^M%^  to  bMb'M  Asodadà. 

2^    A  retagéar'diéii**imrM  iiihn>ecka.{6  for. 
la  izquierda  )  ALiRBaàét» 

A  la  seganda  voa  se  moyeré^tbda  U  fila  para  alinear- 
•<t  por  la  base,  ob^ervaodo  cada imsLlfite  laa  reglas  del 
^ilt^^eli)W^n#iVÌ(lé«i%  j  à  ià  lascerà  r«»til»ftfi|^  la 
ÌhW,^f  ìS^é^àtìéiù  ouadrardci  à  su  fkeoìtk 

tadtinDA  iBocMlirv 
liaroha  de  frerUe* 

8D|RiiiSti«do  DOft  fila  d^  aeii  à  ocho  bombres.Vieb  ali^ 
t»«iìiov,  y  «dcéiiddae  li^rf^9^?iite  con  loa  codoa.,  fie  escor 
|eri  QUO  ide  lés  coatedoa  d«  Ida  m^%  dUatcda,  ^iura  i^aiO 


•jcva  de  f«Mi«9;UinMifeli4;  jpcocitrADd^  ceJ€ir  i  IdJo 
impalso  qoe  de  este  Tenga ,  j.re«Ì6tir  al  de(  opiie»to.  A 
4a  dUU»atA  qua  ae  qatei^a  marche  al  fr ente  està  fila  se 
sìtnarén  otroa  daa  gaias.9  dando  cara  el  prioiero  eo 
•aa.  misma^i^ecGÌQDt  7  comacoareM^.ò  cìncqeota  pasos 
uno  de  otro;  ò  bien  «e  senaUriu  doa  pnotoa  en  el  ter« 
reboj  advirtienda  al  gaia  de  U  fila^  qoe  paqca  se  se- 
paré de  aa  dir^ocioo. 

£a  este  estado  4e  mandar  j«  . 

1/     Fda'-^de  f pente, 

S.*     Quia  d  la  derecha  (d  la  i^merda)* 

5/    MABCHaei.     :  ' 

A  la  seganda  parte  de  la  primera  yp%  cargarin  el 
fwfo  dei  enerpoaobre  la  pìerna  dereph^t  y  4  la  terqera 
romperén  la  m^rcha  corno  se  ha  en^enadOf 

<!     •'  ffB&Q£BA  uccioir* 

Cofwersione$  d  eje  fijo* 
f  •■*'.-.  .     "     .•    »■ 

Se  colocari  el  hombre  mas  inatrnido  en  el  costado 
aaliente>  j  advertidoa  Codos  de  laa  iT^glas  de  t:on?ersion 
*)(rppi88  A  este  caso  sei  mandarà. 
l.>    Jila. 
?.«    Conversion    d  la  derecha  (d  d  la  iV 

quieràa)^  - 
5.»  Mabgheitì  • 
""  A  la  segnnda  parte  de  la  seganda  ▼(»  todoi  menos  el 
costado  aalteivte  volTerin  la  cabesa  à  U  iaqniefda,  fi- 
lando SQs  ojos  sobre  la  l£nea  de  los  del  inmediato  por 
dicho  lado,  y  sobre  la  parte  saliente  del  pecho  del  ae- 
gnndo  bomber  del  misino  costado, 

A  la  voK  de  marchen^  rompertfn  la  maroba  con  el 
pie.  izqpierdp.  £1  coatado  saliente  Ueyari  el  paso  de 
Veiote  y  00(10  Iputgadas ,  j  los  demas  los  darin  mas  eor- 
*to8  en  ffroporciùki  fl  sn  prei:imidad  al  eje.  Este  no  bari 
'"toasqné  marcar  «el-palio  sin  lévantar  dei  anelo  al  Uion 


SOI 

icqnierdo,  lobhe  A  qtté  irà  gtrindó,  j  aoloakarà  la  pan- 
ta  dei  pie  al  seiitar  et  otro.  <. 

Para  satpeader  este  moTimiciito  ae  mandari» 
1.*    Fila. 
2.»    Atto.     •• 

A  la  aegooda  roz  lo  hari  la  fila  corno  eaM  enseliadoy 
restitnjeodo  sa  TÌstaal  freDte.  .' 

Està  If^ocion  se  repetiré  sòbre  una  j  otra  manOf  sir- 
Tiendo  las  mismas  reglas  por  la  izqaierda  bajo  ios  me* 
dìos  coDtrarios. 

OVSCRVACIOir. 

Està  leccion  se  ensefiard  prioiero  separando  à  loa  re- 
clutas  à  an  paso  de  distancra  uno  de*otro,  y  ponteodo 
i  todos  iDdistìntaiuente  en  cnalqaiera  de  loa  logares  de 
la  fila  ineoos  en  «t  costado  sali«Bt«,  qoe  Le  ocuparé  tìemm 
pre  OH-  hombre  bieo  instruibdè;  y  despoes  que  hajao  ad- 
qoìrido  la  pràctica  de  conversar  con  dista ncias,  se  uoì- 
T&Q  tisdo  eoo  oodo  7  se  mandare  la  conversion  del  Olis- 
mo modo^  observaodo  las  reglas  dadas» 

CVARTA    LBCCIOV. 

Conversiones  d  eje  movible. 

Caanda  cooversen  bieo  i  eje  fijo  se  pasari  à  las  da 
eje  roovible,  qoe  geoeralméotc  se  ejeciilao  sobre  U 
marcba.  Para  lo  qoe  se  tencfré  presente. 

1.^  Que  el  eje  describiré  el  iiienor  arco  qoe  teo* 
dri  por  radio  la  coarta  parte  del.ireute  de  la  fila  qoe 
Ti  é  conversar  con  eje  movihje» 

2.**  Que  et  costado  salìenfe  describiri  el  major  ar- 
co, q^  iendrà  por  radio  q1  Irente  d^  dicba  fila  inaa  la 
coarta  parte.de  la  misma. 

5.^  Que  el  bombre  centro  de  la  fila  ba  de  ser  él 
rpgo)a4or  4^  la  yel^cidad,  siguìeodo  al  mjsaao  pasto  que 
traia  aotea  de  la.conver^ioq.   . 


cribieDdo  an  arcò  de  cfrcoloy  >di»  9a^l€  k^e  «iMbprfc 
vajan  eii  «b«  mianix  Uwni  co»  ek  4ioatfbredc«BiMdio 
y  cort  el  ejV,  &c. 

Frecedidas  estas  Dociones  j  éstabteeMos  tòs  guias,  se 

1.»     Ji7tf. 

-  2/     ji  wtffiar  Se  dmécciBn  d  Ut  tn/ùietAb  {ó 

5.*  Marchbn. 
La  fila  s<»gfiirà  rnaicli»onèo  é>»«  frante  basta  la  terce- 
ra  voz,  c[ue  se  darà  eo  el  momento  de  i legar  al  pri- 
•itì^f  ^u2a^  )jf  '%\  virhi  «e  póodré  ia  fi4a  é  coDveffttfr  a'ffor- 
t«iod«}  pro^revtta mefite  4a  iongitiid  del  paso  todaf  la  laA* 
UiVèQ  Ì«  filai  dèi  èado  diel  ej«$  el  houtbr^  de  '«R'Éi«dk> 
-iìottverssrà  con  el  ipaso  qàe  marobab*  4.  sa  itmnXé^  f 
4a  iMÙad  de  b  fila  d«i  coit^do 'sati««»l0  aailaeBtiicà  prò» 
-grei»hFflm«fiite  ^  longflnd« 

-  Eli  est» 'Ooorrrvioo  Se  tornare  la  mon  y  8é««dePré 
al  impulso  del  latto  del  g<ifi»,jBea  ^^  é  eoslado  saUeRle. 

Cuando  vaya.  é  llegar  la  fila  cerca  del   punto  en  que 
ha  de  volver  a  marolrar  ^e  fr«»Bte>^  mandare. 
1.*     Fila  -  de  frente. 

A  la  aegonda  voz,  qne   se  dari   al   conclair  la  eoo- 

'y  mà'rcilà'fén  i  s^o  Ffente.  , 

COARTA  CLASÈ. 

JUarcha  de  fianco  pot  ìiileras. 

Pafa  MafcttàV  eA    hil^as  ftò^  'n«<ò   ^é  Mrf   #ébcei, 
sopouiendo  à  los  reciotas enfila', s^HlaMlifHii 
l.*     FiU. 

2.«     Pvhel  fianca  d&réthò'^óit^&tdMi). 
3.*     A  LA  hìitiEcvi  {ó  hqùiétd^. 


mi 

K*  .  Silura  dt  pmu^ 
S.**     /*tf50  repUur  (ó  redoblado).        '  ' 
s   S.*    Marcbev* 
A  I«  tercera  vox  sacariln   W  re^lotdirt  con   iguuldad 
el    pie  izqoierdo  «1  freote)  oiarcbaodo  al  paso  que  se 

Para  detener  ia  narcfaa  «é  aM^adar^. 
!;•    Snera* 

A  Ift  «Bguiib  vt«  lo  ejecntarifi  todoi  i  tiki  tietnpo 
t»aio  «sMtf  'euseoadd  pAvà  la  «aarelia  de  frisBle* 

Par*  te#fi.ttirir  k  kiitfm  à  «a  {iriiaèt  frèdttf  te  man* 

2>    ^/d  izquierda  (d  direehà). 
Y  se  ejectttarà  comò  se  ba  eosefiafdo. 

S1SGÙ50A    LCCCIOV* 

€&m^»ar  por  hileruik. 

Para.qne  ma  kil^ra.  eanrefie  sofarè  la  tnarcha,  se 
mandare. 

L*  Hilera  d  la  derecha  (6  hq^ièrdd). 
S/  Mabgebv» 
A  la  negmnda  toc  el  recinta  cabeza  de  hilera  toI- 
Teré  la  dereeba  (4  ic4!|«ìéfda}  y  Hi*rckaré  A  su  fréute; 
los  demas  continnaréu  en  la  misma  direceiou  qae  traaao 
]tsi4a  Ikc^gar  alpara^  doolde  voIvhS  el  prtmero,  en  don* 
df  iaejeontaràio  y. segui i'ìa  la  une» a  direccioii. 

TCaCBRA   LECCIOV. 

Movimientos  pot  cuatró* 
Formados   los  reclatas  en  ala  y  bien  alineados,  se 


•20*  . 

4;m pesar!  U  oameracion   de  dèraclia  A .  isq«ierd#    de 
A  cuatro,  empezaodo  1,  2,  5,  4;  l,  2.,  5,  4,  &ò,, 

j  asi  saceslTamente  ha^U  el  dltimo.   Se  instrairé  ai  re- 
cintar, para  io  SQceMvO)  del  Qiodo  de  bacer  por  si  està 
iiameracioo  qne  sera  en  està  forma,  despaes  de  dadas 
'lai»  Tocés  jigQÌent€&.     • 
1.»     Fila. 

2.*    Por  la  derecha^  en  numeracion  de  fila» 

de  dcìmtro*  « 

Dada    la    dUima    voz,  ei  primer  botnbre   de  U  de<- 

recba  en  voz  clara  é  inteiigible  mirando  à  su  inmediato 

ipor  la  iaqc^ierda  diriy   iirto>;    el    segando   mirando    al 

tèrcero  dire,  d(fs\  el  lercero  dire  tres)  el  coartor  cwa- 

.jfro;  el.  qninto  1190;   y  asi  sacesiv  a  adente  te  iràn  nom- 

braiido  por  el  misnoo  òrdeo.  Para  mas  segorid^d  del 

iustructor  se    asarà  d^e  la  comprobacioa  detallada  en 

las  Toces  y  ^cciones  signieotes. 

1 .'     N  lime  ras  Snos. — Comprobacio»* 

2.*       FlBMBS. 

5.*    Ndmeros  dos, — Comprcbaciofi* 

4.*      FiRMBS. 

5.'    Ndmeros  tres.  —  Comprobacion. 
6.*     FiaMEs. 
'  7.*    Ndmeros€uatros.^Comprebaciofu 

8.*       FlBMES. 

A    la    primera ,    tercera,    qniota  y    sétìina  vo«  sa- 

caràii  lo»  nombrados  el  brazo  derecboal  frentecon  so  roa* 

-00  udas  afuera,  bien  tendida  y  à  la  altora  del  bombro. 

A  la  de  firmea  re^lituiràa  el  brazo  nataralmeate  é  io 

icestado. 

-.    Eoeste  estado    se   pasaré   à   ensenarles   los    rilovi- 
mieotos^po4*  cnatro  à  pie  firme  ^  para  lO'Oiie  ae  mandare* 
1.*    Fila. 

2.*    Por  cuatro.  ^A  la  derecha. 
5.*     Marchési,. 
4.*     A  la  izquierda.  —  Auriarsb. 

.  5/       FiRMÉS. 


305' 
A  la  seguoda  tos  ibs  niSmefiis  niios,  dos  y  tret  toI- 
TeriD  la  cabeta  é  la  isqoierda. 

À  la  tercera  ejecntaréii  cada  coatro  un  coarto  de 
conversioD  é  la  deiecha  é  eje  fijo,  aiiTiendo  de  ejes  Ioa 
ndmeros  onos  y  de  costados  &alienle8  los  cuatrpsf  la 
coarta  TOE  qae  se  darà  al  conclair  el  coarto  de  con-^ 
Tersionae  obedecerà,  y  lo  misnio  la  (|QÌu(a. 
Para  Tolver  A  su  frente  anterior  se  mandare 
1.*    Columna* 

2.*    Por  citatro.-^A  la  izquierda. 
3.*    Marcbeic* 

4'*    -^  ^^  derecha*^Minearse. 
5.*    FiaMfis.  ' 

A  la  segQoda  voz  los  ndmeros  dcs,  tres  y  coatro  di* 
ììgtfHi  la  Tista  é  la  derecha. 

A  la  tercera  se  ejecutari  la  cooTersIoo  por  ctpatro,^ 
en  la  coal  harén  de  co&tados  salìentes  los  ndmeros 
onos  y  de  ejes  los  coatros.  Caaodo  los  ndmeros  ooos* 
se  vayan  é  encajonar  con  los  cuatros  se  darà  la  coarta^ 
TOC,  y  eo  segoida  la  quinta. 

Bajo  los  mismos  priDcìpìos  se  formarà  por 
caatro  à  la  izquierda,  y  se  vodUe  à  su  primitiTO 
freote. 

Para  dar  media  Toelta  i  la  derecha  por  coatro  se  man* 
darà. 

!.•    Fila. 

2.«    Por  cuatro^media  vuelta, 

S."  .MAfiCHBir. 

4»'    Por  la  izquitrda^alinearse. 

5/      FiRMES. 

A  la  segooda  vot.  los  ndmeros  uno»,  dos  y  tres  se 
prepararlo  para  conversar  sobre  la  derecha;  à  U  (er- 
cera  darào  todos,  por  filas  de  à  caatro,  dos  coartos  de 
conversion  aobre  la  derecha.  Las  roces  coarta  y  qni'?^ 
ta  se  daréa  eoo  la  oporinninidad  qoe  exige  et  inovi- 
nìesto. 


806 

dfJkUsrA  in^wm- 

Idarcha  por  cuairOf 

Habieodo  gtrado  por  cuatro  i  la  dèrecbv  aegos  It 
leccion  antdrior,  se  mandar^. 
1/     Columna. 
2.*     De  ff-ente. 
3.»     Gaia  d  la  izquierdìO* 

4/       MàaCHEN. 

A  la  cuarta  voz  romperlo  I9  inarelia  toclós  à  sa 
freute,  CDÌdaiiclo  de  seguir  cada  hotnbre  (ab  nel  la  del 
qae  va  adeiaote  y  con  qoien  bace  binerà,  guardando 
la  union  y  alineaciou  por  el  costado  de  direcrciòo,  y 
conservando  eotre  filas  la  d'stancia  qne  resuttd  despues 
db  baber  bécho  el  n^ovtmiento  por  cuatro. 

Las  miftoias  rf glas  bdjo  los  médios  contrarios  servlriit 
pararne  una.  fila  marcbe  por  cuatro  é  la  itqaierda. 


QUIETA  imoicìoìi» 
Variar  de  direccion  marchando  por  cuatrok 

Se  ejecutaré  cobre  una  y  otra  xnanp  coi^  las  Tocei 
sigaientes. 

1.*     Coiumna. 

8/     jé  variar  de  direccion.-^ A  la  dereeha 

(ó  izquierday^ 
5.*     MARcnex. 

Se  siiaar^  aotes  un  gtiia  6ìq  que  i^arqa^  el  pvoto 
de  couTersiqo,  y  é  la  tei  cera  voc^  que  ae  dari  cuapdo 
llegoe  é  ^1  la  primra  fila  de  à  cgatro,  en^iea^r^  e^U 
A  conversar,  conservando  los  ejes  el  misniQ  paito  y  des* 
cribiendo  an  arco   de  siete  pies  para  conformarse  da 


mi 


fa^^tat  il(i§A|r  *l   p9^m^9^  dop4e  Tollvtó    la-  prm^rak,  a|*«i 
«ian  #0;  900ira.  4if  <«ci^p.. 

8%$XJL    LECClOir. 

Movimientos  por  cuairo  sobte.la  d^reeha^. 


Para  qàé  noa  fila  qnè  marcha  à  sa  freot/e  continue 
marchatido  pot  coltra  p<H"  «lqq  d.<j,  5us  flai^c^s,  se  man- 
dare* 

1.'     Fila. 

2.*    Porcuatro^—Aladtret^lsa. 

4,»     De  fr ente. 

5/  (fuiif^à  laizqMLJerd^. 
A  la.  ter^cwa  \.oai  se  ce;  n  versta  ri  por  cnajtro,  sò^e^ 
L»  df  r^cha  conio  ae  hìzo  à  pie  firtqe;  Ips  iiuiii,eiìOs  uqos/ 
que  &f>rvJ^àA  d^  e|>»  6^08^  liar^p^itp,  j  marcariM  e^ 
pa89i,  \v^,  tv;ii;iì^i^p^  cqalrus  d^ra^it^  la  CQfiversior>  c^n-' 
▼ersaréo  al  €|pe,   lleya})a,u^    dj,sni^ii)9j,^4i(iolQ    pro^o^ctp- 

Al  qcvpGluir  1^  c^uLversioa.  %^\  <^^TÌ  1^  puarta  ;  voz^ 
y  todas  las  filas  de  é,  cuatro  romp^rfa  U  rjnjL,rcba  é^  njai^; 

Para  vol^^r  *^  d^r  lr,^ijt^.  sì.d  ide,^ett^r  la. ip^arch^,  |f^ 
mandari.  -     . 

1  .*  Columna. 

2.*  /'or  cuairo.-- A  la  izquierda» 

5/  MARrHeif. 

4«*  /^«  Jrente. 

5.  Gai<z  </  /a  derccha. 
A  la  tercera  yoz  cada  fila  de  à  caatro  dare  ^a  con- 


a» 

TersioD  soWe  U  tcqtiierdhi^  haciefndb  «Ito  j  mar^nclo 
el  paso  lo8  Diimeros  eaatros;  j  saliendo  los  aoos  al 
mismo  paso  qae  llevaban  i  ta  coarta  toe,  qae  se  da- 
Ti  al  encajooarse  los  udmeros  ottos  eoo  ios  coatnoa,  to- 
-mardo  estos  la  marcha  i  su  frente,  arregUndoae  todos 
al  paso  que  tràen  los  costados  salieotes,  j  la  qoiota 
Tossa  dare  en  seguida. 

.  Para  marchar  por  la  izqaierda  j  Tolrer  idar  freo- 
te  é  la  derecha^  se  ejecutarà  con  voces  j  medios  coo- 
trarios  i  los  que  se  acabao  de  esplicar. 

Para  dar  media  Toelta  por  cuatro  sobra  la  marcila 
ae  mandare* 

1/    Fila. 

2.*     Por  cuàtto.-^Mèdia  vuelta* 

5/       MARCfiBN. 

4.»     De  frente. 

5/  *  Gaia  4  Id  izquierda. 

A  la  tercera  tos  bare»  alto  los  ntimeros  QD0S,')r  sa- 
liendo al  misroo  paso  qne  Uevaban  los  ndmeros  coatros, 
-se  darà  por  fìlas  de  à  coatro  dos  cuartosde  cooTersion 
aobre  la  derecha;  à  la  coarta  vox,  que  debe  dafse  al  eo- 
cajooar  los  niifoeros  cuatros  con  los  uoos^  romperio  to- 
dos la  marcha  al  oaevo  frente;  la  quinta  voz  se  obedecerà. 

Bajo  los  misiuos  roedios  y  Voces,  con  solo  maodar  el 
goiaà  la  derecha,  se  voelve  à  so  aoterior  freute. 

Para  dar  la  media  voelta  é  la  izquierda  se  maodari, 
por  cuàtro,  media  vvtelta  d  la  izquierda^  y  se  ejecutari 
bajo  los  mismos  prlocipios. 

Goado  ja  se  ejecoteo  bien  estós  moTlmieotoa  A  pie 
firme  y  al  paso  regolar,  se  baràn  al  redoblado. 


209 
QUINTA  CLASEi 

MAKBJO  DB  tu  CARABINA  A  PlB. 

Introduccion^ 

El  manejo  de  U  carabina  se  divide  en  moì>imÌ€ntos  y 
tiempos:  el  movimicnto  constitaje  la  ejecacion  totale  dei 
espresado  en  la  vqz  de  mando,  j  los  tiempos  ias  par- 
tes  eo  qae  se  diriden  los  movimientos  para  la  major 
ioteligencia  y  mas  exacta  demostracion  de  estos. 

En  caalqnier  moTÌmiento,la  ùltima  silaba  de  la  tqz  de 
mando>  pronanciada  corno  ie  ejecucion^  sefialari  el  mo- 
mento en  qne  deba  Terificarse  el  primer  tiempo  de  los 
enqne  aqoel  se  divida:  las  voces  dos^  tresy  &c.,  indicario 
el  momento  de  la  ejecncion  de  los  demas  tiempos.  Des-  . 
paes  de  bien  enterado  el  soldado  del  mecantsmo  de  los 
tiempos,  se  le  obligari  à  qne  los  ejecnte  briosamente,  de  ^ 
manera  qujS  se  oiga  siempre  on  golpe  al  ejecntarse  cada 
noe. 

Laego  qne  el.  soldado  ejecnte  con  exactitnd  cada 
tiempo  de  por  si,  se  le  bare  practicar  segnidamente  to- 
clos  los  qae  constitn jan  nn  movimiento  ;  pero  marcén* 
dose  siempre  cada  nno  de  aqi;iellos  con  nna  corta  pansa 
de  ano  à^otro;  y  à  fin  de  obtener  nna  nniformidad  com-* 
pietà  en  està  detencion^  se  le  acostnmbraré  à  proferir^ 
al  principio,  en  voz  inteligìble  las  voces  uno,  dos, 
tres^  &c.,  al  verificar  la  ejecacion  de  cada  tiempo^  faa« 
ciéndole  observar  una  cadencia  ignal,  cnalqaiera  qné 
sea  el  movtmiento  qne  se  ejecnte.  Goando  ya  tenga  la 
tropa  el  oido  formadò  con  segnridad  à  està  cadencia^  de* 
jarà  de  articnlar  dichas  voces,  observando  siempre 
mentalmente  sa  compis;  con  lo  cnal  se  conseguirà 
qne  todos  ejecaten  é  nn  mismo  tiempo  igoales  movi* 
mientos. 

Los  instrnctores  dedicardn  an  coidado  particolari! 
qae  los  soldados  no  derriben  ni  vicien  la  postcion  dei 

14 


210 
coerpo^  para  lo  coal  eonvendrà  aoe  altemeo  loa  mo— 
TÌmientos  del  maoejo  del  arma  con  las  marchas  j  demas 
ejercicìos  qae  deben  precederlos. 

Està  instraccion  sedare,  eo  caanto  aea  posiMe,  é 
cada  hombre  de  por  si  9  ó  coando  mas  i  caatro  de  oda 
Tez,  pero  baciéodoles  siempre  ejecatar  primeramente 
uno  por  UDO,  en  este  ùltimo  caso,  los  tiempos  de. qae 
se  componeel  maoejo  del  arma,  antesde  hacérsetos  prac- 
ticar  JQiìtos. 

Gaaodo  sean  Tarios  lòs  bombres  é  qoienes  se  ensene 
el  maoejo  de  la  carabioa ,  se  colocarào  en  una  fila^  con 
ei  ioterralo  de  tres  pies  de  odo  i  otro. 

Para  està  leccion  se  preseotarA  la  tropa  con  cbaqoeta, 

gorra  de  coartel  j  cartocbera,  pero   no  llevarà  aable 

*  basta  concluir  el  manejo  de  la  carabina  y  ejecotar  oni- 

dos  los  tiempos   qae  componen  los  moTimientoa  de  la 

misma. 

.      PBIMBRA   LECGIOV. 

Posicion  de  la  carabina* 

Està* arma  se  colocarA  al  braio  derecbo,  el  canon 
apoyado  al  hombro  y  là  baqaeta  al  frente  ;  el  braco 
tendido ,  y  la  mano  abraaaodo  la  llaTe ,  de  modo  qne  el 
dedo  polgar  qnede  encima  del  goardamonte,  el  fodice 
debajo.  y  los  otroB  tres  detrae  del  pie  de  gato  ;  la  plaa* 
cbaeìa  tocando  k  la  costora  esterior  defpantalon,  el  ta- 
lea de  la  cnìata  adelaotado  cerca  de  dos  polgadas  del 
estremo  aoterior  de  la  rodllla  ,  el  brazo  y  mano  izqoier- 
da  tendidas  natoralmente  al  costado  izqoierdo. 

Gaandose  UeTe  el  sable,'se  sospenderà  éste^  por  sa 

Erimer  aoilU*  del  gancbo  del  cintoroo,  de  modo  qoe 
I  goarnicion  qnede  atras  y  la  conterà  bacia  adelante: 
el  braso  y  mano  iaqoierda  ae  estenderdn  entonces  natu- 
ralmente por  encima  de  està  arma. 

Bien  colocada  la  carabina  en  la  forma  espresada^  se 
bara  ejecatar   ti  soldado  todos  los  moyimientoa  cor* 


SII 
mpondiei^A»  à  U  iostnxQQioB  md  armas ,  rneoot  los  sa-^ 
lados^  à  fio  de  acostombrar  ia  tropa  à  qne  conserre 
bien  la  poticioa  de^la  earabida  «la  perder  la  del  caer^^ 
coidiadosé  de  qoe  no  Je  echea  atras ,  ni  bajen  el 
homlNro  derecho  6  separé»  el  codo  6  matta  de  sa 
kì(ar. 

'  DeiCiUtsmi  (sotre  las)  armas.-^Tres  tiemposi 

JJnOt  Seipar^  la  carabioa  cpatro  palgadaadel  bombrò 
derecho  eoo  un  inovimiento  de  la  maDo  derecfaa  jr  mm 
moTer  està  de  sa  iogar ,  j  cogerla  eoo  la  ìzqaierda  ,  el 
dedo  palgar  tendido  sobi'e  la  caja  y  la  mano  i  la  ai- 
tara  de  la  sangria. 

Dos.  Goiocar  la  mano-  derecba  por  enctma  c(e  la  is- 
qaierday  de  modo  qoe  el  dedo  pequeno  de  la  primeta' 
toqae  al  palgar  de  la  ditima. 

Tres.  La  mano  kqaierda  ToWerà  A  sa  costa* 
do  ^  7  se  bajarà  ia  carabina  con  la  derecfaa  basta 
qoe  ia  calata  défCanse  én  el  saelo^  sin  golpear,  j  sa 
estremo  anterior  k  la  derecba, é  iomedtacion  de  lia  pana- 
ta del  pie  derechO)  tendido  nataralmente  el.  bra^  àm 
cste  mismo  lado« 

i  ... 

[  T^rcien  (las)  armas. — Tfes  tiempos^ 

Uno.  Levaotar  la  carabina  con  la  mano  derecba  bas*i 
ta  qae  llégae  està  i  la  altara  de  la  tetiila,  el  arma  biea 
apojada  al  costado  derecho,  la  par.te  saperior  del  ca-- 
^n  i  coatro  pólgadas  del  hombro  ;  coger  el  arma  0911 
la  mano  isqaierda  por  debajo  de  la  derecba  j  el  dedo 
palgar  tendylo  sobre  la  caja- 

Dos»  La  mano  derecba  bajarà  é  coger  la  llaye ,  co- 
locàndesct  f^np^o  qaeda  esplieado  para  la  posicaon  de  la 
carabina.  '  ^ 

Tres.  La  mano  isqoierda  ToUaré  à  sa  costado^  j  eco 
la  derecba  pe  asegoraré  el  ama  al  hombro. 


812  , 

Eh  SIS  lugaratBdèscanso.^Un  tiempo* 

GontarTaodo  el  arma  abraiada  ]^of  la  Uave  eoo  la 
maoo  d6re<^a  «0  Uc^ari  està  y  la  isqaierda  liAcia  ade- 
laote^  toioasdo  co»  elUf  ,«011  les  pie*  y  el  cuerpo  oca 
posicioD  en  lodo  semejaDte  à  la  del  descanso  en  su  iugar 
sin  armas  ;  la  carabina   terciada  por  delante  de  modo 

Sue  Ila  parte  snperior  del  cafion  sobreaalga  al  costado 
erecfao  por  encima  del  codo  de  este  mismp  Udo ,  la 
lla^re  al  fronte  y  cobierU  ^on  la  parte  iaferior  del 
aatebracoderecbo*  x 

Jtenfissdon.'-Vn  tieri^a. 
.  CoadicarBe  restitayeade  «l  arma  èia  poncion  de  ter- 

JBGklJlfDA  iSCGlOlff. 

Presènten  (ias)  armas.—lJn  tiempa.  , 

/  '  Lietar  el  arma  con  la  mano  derecba  al  frente  del 
eeotro  dèi  cnerpó,  la  baquéta  bacia  addante,  el  cafion 
perpendicQJar,  el  tornillo  pedrero  à  la  altura  de  la 
cbapa  del  ciotnrpa  y  aeparado  dos  dedos  de.  la  miama: 
recibir  la  carabina  con  la  mano  isquierda,  el  pnigar  de 
éata  tendido  sobre  la  barreta  de  las  anillas,  y  el  dedo  pe- 
qnefio  tocando  al  mnelie  del  rastrillo:  cogerel  arma  con 
la  manoderecha  por  la  gargai^ta,  el  dedo  palpar  tendi- 
do borìaòntalmente  detraà  del  pie  de  gato ,  y  los  caatro 
rastatotea  por  debajo  del  gaardamonte. 

Tercien  (las)  armas.-- Dos  tiempcfs* 

Uno.  Llevar  el  arma  con  la  mano  derecha  al  coata- 
do  derecbo  corri^ndose  la  isqoierda  basta  ^oo  qoede 
•sta  i  la  altnra  de  la  sangria,  y  cogerla  al  mismo  tiem- 
po  con  la  mano  derecha  en  la  forma  esplicada  para  la 


SI5 
posieioD  de  la  carabina,  qnedando  el  cafioa  de  elta  se- 
ptrado  caatro  paì^adaa  dei  hombro. 

Dos.  La  mano  izqaierda  yaeWe  i  aa  costado  ^  7  con 
la  derecha  se  asegòra  bien  el  arma  al  hombro* 

Al  brazo  {las)  armas.^Cuatro  tiempes. 

Uno.    Como  el  prìmero  de  dtscansen  sabre  las  armas. 

Dos,  Llevàr  la  carabina*  con  ambaamanoa  bicia  el 
costado  izqQierdo ,  voWiéndola  de  modo  qne  el  cafion 
qaede  al  irente^  la  ipana  izqnierda  à  la  aiiora  de  U 
cabeKa>  j  el  antebrazo  aobre  la  4Uve  :  la  mano  derecha 
se  corre  al  mismo  tìempa  à  abrasa r  la  carabina  por  la 
gargaota;  et  arma  perpendicnlar,  la  pnota  de  la  colale 
apoyada  al  coadril  del  moalo  isquierdo,  7  separado  el 
baqaetero  caatro  polgadas  del  hombro. 

Tres,  Colocar  el  aotehrazo  izqnierdo  sabre  el  pecho, 
la  mano  abierta  7  estendlda  sobre  la  tetilla  dereoba»  con 
lai  ufias  hdcia  arriba  :  bajar  al  'mismo  tiempo  no  poco 
la  carabina  con  la  mano  derecba  basta  qoe  apoje  el  pie 
de  gato  sobre  la  parta  soperior  del  antebrazo  izqa.ierda 
é  iamediata  é  la  sangrk  del  mismo^  qaedando  el  baqne^ 
tero  anido  al  bombro  isqaierdo.. 

Cuatro.     La  mano  derecha  Toelye  à  so  costado^ 

TercUn  {las)  armoM.—Cuatro  tiempos. 

Vao.  Agarrar  el  itf'ma  con  vifcesa  ^on  la  mano  de- 
recha por  la  gargaota. 

Dos.  Separar  la  carabina  à  cnatro  polgadas  delhom* 
bro  j  cogerU  eoo  la  mano  izqoierda,  qnedando  eo  ia 
posicion  qne  ae  tenia  al  terminar  el  aegoodo  tiempo  de 
ai  brazo  las  armas. 

Tres.  Paaar  el  arma  al  otMtado  derecbo ,  ToLviéndo* 
U  con  ambaa  manca,  7  abraxar  la  llave  con  la  derecha^ 
quedando  en  la  posicion  qne  ae  tenia  en  eiprimertiempa 
de  diche  movimieuto» 


«14 

Cuùino^  La  maao  ìiqoierda  Tuélve  ì'bq  cofttailo  j 
con   la  derecha  se  asegora  btea  el  arma  al  hombrOà 

A  discrecibn  las  armas.^Tre$  iiempàs. 

Uno.  Como  el  priiìier  tieinpo  de  descahsentobre  las 
'  armas.  ^ 

*Dos.  £d]pajando  el  artna  hàcfa  arriba  con  là  mano 
àerecha  se  corre  la  itquiérda  basta  qtie  el  dedo  peqne- 
fio  de  éftta  toqàe  èl  maelle  del  rastrilto ,  bajaodo  en  se- 
goida  Ift  mano  dereeba  à  cfogerla  carabina  por  la  cola- 
ta, la  palma  de  la  mano  por  debajo  de  ella^loa  castro 
dedoa  e^teodidos  sobre  sa  parte  interior  y  el  polgar  do- 
Blado  sobre  el  estremo  de  la  mismà. 

Tres,  LeTaatar  la  carabina  con  la  mano  dereeba 
basta  colocarla  sobre  el  bombro  de  este  ^ismo  làdo, 
la  Hate  afaera,  el^cafion  bécia  arriba,  aanqae  inclioa-» 
do  ìfttra^  y  A  la  izqoierda  :  la  mano  izqaierda  Tolrerà  d 
éo  ep^adov 

Despaesde  éste  mOTÌmìento  podrà  llevarse  indiferen- 
temente  el  arma  é  discrecion  sobre  el  bombro  derecbo 
ó  i^mierdò,  pero  para  volver  al  de  tercieh  las  ar^ 
mas  ha  de  preceder  siempre  IleTarla  sobre  el  bombro 
dereelio. 

T^rcitn  (tea)  armas. -^Tres  tiempos. 

Vn^.  Retirar  y  traer  el  arma  perpendicalarmente 
al  oostado  derecbo  con  la  mano  dereeba ,  bajando  este 
braso  à  toda  su  estensiòo,  y  cogerla  con  la  maiio  iz- 
qoierda, el  polgar  tendido  sobre  la  caja^  y  el  dedo 
peqoeno  toeando  al  maelle  del  rastrtito. 

Dos.  Manteniendo  el  arma  con  la  inane  izqaierda^ 
aobiré  la  dereeba  A  cogerla  por  la  UaTe,  èl  polgar  por 
encima  del  gnardamonte,  el  Indice  debajo  del  mtsmo,  y 
loa  trea  reatantea  detraa  del  pie  de  gato>  el  cedo  de- 
recbo nnido  A  sa  costado  :  al  mtamo  tìempo  se  bajaré 


315 
▼ìyaménte  el  arma  eoo  la  mano  derecha  liasta  que  qae« 
de  terciada,  j,  aflojando  la  mano  izqoierda ,  ae  corre* 
rà  està  basta  qne  8e  halle  à  la  altara  del  mìsme  brazo, 
el  palgar  tendido  .sobre  la  caja,  j  el  arma  aeparada  à 
cuatro  pulgadas  del  hombro  derecbo. 

Tres.  La  mano  ìzqaìerda  vaelve  A  ta  eostado,  j  ton 
la  derecba  ae  eoloca  bìen  el  arma  al  hombro. 

.  TEBCERA  IECGI05. 

ùibran  {^las}  armas*-^Tm  tiempou 

Uno*  Sabir  el  arma  perpendicolarmente  con  la  mano 
derecba  basta  qoe  el  estremo  inferior  de  la  calata  apo- 
ye  enei  baeso  del  coadril:  cogerla  con  la  mano  izqnìer- 
da  por  la  garganta,  el  codo  derecbo  ontdo  à  so  coatado 
7  el  cafion  de  la  carabina  separado  coatra  polgadaa  del 
bombro. 

Dos»  Coger  el  arma  con  la  maoo  derecba  ToUiéndola 
OD  poco  afoera,  de  modo  qoe  el  dedo  peqoeno  toqoe 
al  moelle  del  raatrillo  ,  el  polgar  tendido  aobre  la  bar-^ 
reta  de  las  anillas ,  y  el  codo  derecho  nnido  A  sa  eoa* 
Udo. 

Tres,  Ecbar  vivamente  la  colata  debato  del  brazo 
derecho  con  la  mano  izquLerda,  volviendo  al  mismo 
tiempo  el  arma  con  la  derecba,  de  moda  qoe  al  termi- 
nar el  movimiento ,  qoede  el  cafion  bacìa  abajo,  la  bo- 
ca  inclinada  al  anelo  ^  el  antebrazo  derecbo  nnido  é  la 
carabina,  y  la  llave  pegada  al  coerpopor  encinaa  de  la 
cadera  :  la  mano  izqoierda  ToWerà  Ì  so  coatado. 

Este  moTimiento  tiene  doa  objetoa:  primero,  reem- 
plazar  al  de  poner  laa  armaa  d  la  funeral  ;  segando,  el 
de  preservarlaa  de  la  intemperie ,  en  caao  neceaario. 

Tercien  (las)  armas^-^Tret  tiempos. 

Uno\  Levantar  el  arma  con  la  mano  derecba  >  voi- 
^iéndola  con  la  misma,  de  modo  qoe  el  baqoetero  qoe- 


216 
de  al  frente,  la  Uare  hécia  afaera,  j  oogerla  con  la  ma- 
no ìzqaìeida  por  la  garganta,  qaedàndose  en  la  posicion 
del  segando  tiempo  de  cubran  las  llaves. 

Dos.  Bajar  el  arma  perpendicalarmente  conia  mano 
derecha^  aeparàndose  la  izqoierda  de  la  garganta^  j 
TolTteodo  la  misma  *  é  coger  aqoella  por  encima  de 
la  derecha  con  el  dedo  pnlgar  teodido  sobre  la'  caja: 
en  segaida  pasarà  rivamente  la  mano  derecha  i  coger  la 
Uave  qaedindose  en  la  posicion  del  primer  tiempo  de 
descansen  sobre  las  armas. 

Tres.  La  mano  iaqnìerda  voelve  à  sa  costado^  y  con 
la  derecha  se  asegara  bìen  el  arma  al  hombro* 

Descansen  {sobre  las)  armas. 

Como  queda  esplicado. 

J  iierra  {las)  armas^—  Dos  tiempos. 

Uno*  Voi  ver  el  arma  eoo  la  mano  derecha^  de  sner- 
te  qae  la  planchoela  de  los  tornillos  qaede  al  frentef 
y  agarrar  con.  la  mano  ÌEqnierda  el  estremo  inlèrior  del 
cajon  de  la  cartachera:  doblar  el  caerpo  con  Tivesa 
bacia  adelante  y  colocar  el  arma  en  tierra  al  Ireste 
con  la  mano  derecha ,  adelantando  al  mtsmo  tiempo  el 
pie  isqaierdo ,  qne  deberé  sentar  éa  tierra  à  dos  pies 
pròximamente  deUnte  del  ponto  qoe  ocopaba  en  la 
posicion  de  coadrado,  y  doblar  la  pìerna  derecha  lo 
necesario  para  este  movimiento,  levantando  el  talon 
del  mismo  pie:  la  Uave  de  la  carabina  qoedarà  hicia 
arriba  y  sa  calata  se  mantendrà  é  la  altura  de  la  pnnta 
de  dicfao  pie. 

Dos,  Dejar  el  arma  en  el  snelo  y  lerantar  el  caerpo 
llevando  el  pie  ÌEqaierdo  al  lado  del  derecho ,  soltando 
la  mano  izquterda  el  cajon  de  la  cartachera  9  y  qaedan- 
do  caadrado  al  fronte  en  los  términos  preyenido^  para 
la  posicion  del  hombre  sin  armas. 


217 
Levanlen  {las)  armas.r-Dos  tUmpos. 

Uno.  Como  el  primero  de  d  tierra  las  armas^  eoa 
la  dìfereucia  de  qne  se  agarrarà  la  carabina  en  la  inis- 
ma  forma/  qoe  se  la  teuia  en  diche  iiempo. 

Dos»  Levantar  el  arma  eoo  la  n^ano  derecha ,  llevaD^ 
do  el  pie  izqoierdo  al  lado  del  derecbo,  solUodose  ei 
estremo  del  cajon  de,  la  cartuchera  ,  y  quedando  cua- 
drado  en  ia  posicion  de  descansen  sobre  las  armas* 

Tercien  (las)  armas.  , 

Comoqaeda  esplicado. 

guartà  Licctoir. 
Enganchen  {las)  armas.-^Cuairo  tiempos» 

Uno.  Como  el  primero  de  descansen  sohrt  las 
armas. 

Dos.  Lìeyar  el  arma  al  frente  con  la  mano  izqnier- 
da,  el  dedo  pnlgar  tendido  sobre  la  parte  inferior  de 
la  ca)a:'cogerla  al  mismo  tiempo  por  la  garganta  con  la 
nano  deìrecha ,  yolviéndola  j  eiDpnjéndola  con  la  mis* 
ma  bécia  arriba,  y  correr  la  izquierda  basta  qae  sa 
dedo  peqùefio  toqne  al  mnelle  del  rastrilio,  qoedaodo 
dicha  mano  à  la  altura  del  corbafin  j  separado  ocbo 
dedos  del  mismo;  el  antebrazo  izquier^o  apoyado  é  lo 
largo  del  gnardamonte  por  e)  lado  de  la  Uaye ,  el  cafion 
algo  Toelto  bacia  el  frente,  de  modo  qae  la  barreta  de 
ias  anillas  qoede  é  la  derecba  7  la^  boca  del  ca&on  in- 
clinada  é  la  mìsma  maoo. 

Tres*  Manteniendo  el  arma  6rme  con  la  mano  iz« 
<|uierda,  pasarà  la  derecba  à  coger  el  gancbo,  le  traeri 
bacia  adeiantC)-}',  oprimiéndole  entre  el  pulgar  y  lo 
restante  de  la  mano  basta  qne  se  abra,  le  introducirà 
pornna  de  las  anillas,  soltindole  en  segoida  y  volvien- 
do  à  agarrar  el  arma  por  la  garganta  con  la  misma 
nano^ 


2l8 

Cuatroi  La  izqaierda  se  separare  del  arma  y  volre- 
ré  à  sa  costado,  al  mismo  tìempo  que  con  U  derecha 
se  bajaré  la  carabina  à  este  lado,  Tolviendo  el  canon  al 
frente  j  la  boca  del  mismo  ioclìnada  al  saelo;  y,  re- 
tirando  dicha  arma  atras  basta  dejfirla  colgada  nataral- 
mente  del  gancbo>  se  soltarà  del  todo,  colocando  eii 
segaida  el  brazo  j  mano  derecha  estendidos  aobre  el 
mismo  costado. 

'  Tercien  [la$)  armas»^  Tres  tiempos. 

Uno.  Goger  la  carabina  con  la  mano  derecba  y  traer- 
la  al  costado  derecbo  j  mantenìendo  el  cafion  al  frente  j 
8Q  boca  incliuada  al  snelo^ 

Dos,  Con  un  esfuerzo  de  la  mufieca  derepba  se  voi- 
▼ere  el  arma,  la  boca  del  cafion  faécfà  arriba;  y,  aju- 
dando  el  movimiento  con  la  piano  izqnierda  4|ae  acodirà 
à  recibir  y  snjetar  la  carabina  por  la  caja  con  el  polgar 
tendido  sobre  ella,  ei^iguales  términos  que  en  el  pri- 
Hier  tiempo  de  descansen  %obre  las  armas^  se  cogeré  la 
llav^  con  la  mano  dereclia  corno  en  la  posicion  de  ter^ 
dada  la  carabina  y  quedando  el  brazo  dereclio  à  toda 
SQ  esteosion,  la  baqueta  al  frente  y  el  arma^perpeodU 
cuUr ,  separada  el  ca£on  cuatro  pulgadas  del  bombro. 
,  Tres.  Se  re  tir  ara  la  mano  izquierda.  à.  ^  costa- 
lo, y  con  la  derecha  ,ae  colocarà  el  2^rma  apojada  al 
hombrq* 

Suelten  (ids)  armas*-'Do8  tiempos. 

Uno,  Como  el  primer  tiempo  de  descansen  sobre 
las  armas, 

Dos,  Mantenìendo  el  arma  firme  con  la  mano  izquier- 
da y  subiéodola  con  està  cuatro  dedos  perpendicolar- 
mente, bajaré  la  derecha  é  cogerla  por  la  garganta,  y 
resti tuy ondose  la  izquierda  à  so  costado,  se  ToWerà  con 
la  derecha  la  carabina  boca  abajo,  Vetirdndola  atras  en 
los  mismos  términos  qae  en  el  cnarto  tiempo  de  engan» 
chen  las  armas. 


819 

Tercien  {las)  armas. 

Coma  qaeda  esplicado. 

Jl  la  e^jalda  [las)  arma0>^Trn  tiempoi* 

Uno.  Como  el  primero  de  descansen  sabre  las  armata 
Dos.  Manteniendo  el  arma  firme  eoo  la  matto  ia- 
quierda  y  subiéodoia  perpeadicularmeote  cuatro  dedoa 
con  la  misma ,  bajarà  la  derecha  i  cogerla  por  ,ia  gar«- 
gaota  y  j  yplriendo  entoncea  la  mano  izqaierda  é  su,  cos« 
tado,  se  elevare  eoo  là  derecha  la  carabina  bacia  el 
bombro  derecbo  y  se  ecbaré  à  la  espalda,  debiendo 
qnedar  terciada  de  modo  que  la  boca  del  cafion  vaya  à 
parar  bécia  la  cadera  icqiiierda  del  bombre,  sobreaa- 
liendo  det  bombro  derecbo  la  colata  desde  su  DacL- 
mieoto,  j  la  Ha  ve  de  la  carabina  vuelta  afoera. 
Tres*    La  mano  derecha  voWerà  à  sa  costado. 

Tercien  (las)  arnuis.-^Tres  tiempos* 

Uto.  La  maao  derecha  subiri  é  coger  el  arma  por 
•agarganta.  .         ^ 

l^os.  Se  volveré  la  carabina  trayéndola  j  ^aj^odola 
ftl  costado  derecbo,  j  recibiéndota  eoo  la  maoo  izquier- 
^A)  qoe  la  cogeré  ea  igual  forma  que  en  el  primer 
tìempo  de  descansen  sohre  las  armas^  mientras  tanta 
qoe  la  mano  dèirecha  pasarà  é  coger  la  Uave  del  moda 
7»  espresado,  quedando  las  manoa  j  carabina  euU  po« 
sicioD  esplicada  para  dicbo  tiempo. 

Tres.  La  maoo  izqaierda  voi  vere  à  so  costadO|  j  con. 
Ih  derecha  se  apoyarà  el  arma  al  bombro* 

Desenganchen  (las)  armas.^Cinco  tiempos. 

Uno    Como  el  primero  de  enganchen  las  armas* 

^0$.    Como  el  segando  de  idem. 

T^res.    Como  el  lercero  de  idem»  con  la  diferencia  de 


220 
que  se  sacarà  el  gaoclio  soltando  (a  amila  j  qae  se  reti- 
rare  el  primero  é  ia  espalda^  Tolviendo  en  segaida  la 
mano  derec^ha  i  agatrar  ia  carabina  por  ia  gargaata. 

Cualro,  CoD  la  mano  derecha  se  bajairé  y  traerà  tì- 
▼ameute  el  arma  ai  costddo  derecho ,  Tolviéodoia  al 
misitio  tiempo  basta  que  el  canon  quede  bacia  el  bom- 
bro:  la  mano  izqaierda  se  correrà  de  manera  à  qoedar 
corno  en  el  primer  tiempo  de  descansen  sohrelas  armasj 
j  la  derecba  abrazarà  la  ttave  corno  en  é$ìe. 

Cincò.  La  maoo  isqaierda  yoUerà  à  sa  costado^  J 
con  la  derecba  se  apoyarà  el  arma  al  bombro. 

QUINTA    LECCIOir. 

Presenlen  {las)  armas» 
Como  qaeda  esplica  do. 

Rindan  {Iqs)  armas*^  Do$  tUmpos* 

Uno*  Retirando  el  pie  derecho  à  la  espalda  ,  se  pon- 
drà  la  rodilta  de  este  lado  en  tierra ,  enfrente  j  seis 
pulgadàs  é  retagaardia  del  ponto  ep  qae  estaba  el  mis- 
mo  talon:  el  arma  seguirà  el  moyimiento  del  coerpo 
manteni^ndose  perpendicalar  j  co|*rtendo  por  la  mano 
hqnierda  basta  qne  apoje  sin  golpéar  la  calata  en  el 
sneio  en  el  ponto  en  qoe  se  balla ba  el  centro  del  pie 
derecbo ,  la  parte  inferior  del  antebrazo  ìz'qaierdo  dos 
palgadas  por  encima  del  musiò  del  mìsmo  lado ,  sin  ba- 
jar  los  bombros;  pasando  en  seguida  la  mano  derecha 
à  cóger   el  casco  ò  ebacò  por  la  visera. 

Dos.  £1  arma  se  mantendrà  firme  y  perpendicalar 
con  la  Mano  izqaierda^  qoitàndosé  el  hombre  el  ca^co  ó 
cbacó  con  la  mano  derecha,  qoe  se  bajarà  en  segnida  la 
mismo  costado  à  toda  la  estension  del  brazo,  eoa  el 
interior  de  la  copa  voelto  à  la  espalda. 

Presenten(las)  armas.-^Dos  tiempos. 
Uno.    Colocar  el  casco  ó  cbacó  bien  encasqnetado  en 


221 
la  cabésa ,  bajaodo  en  segnila  viTamente  la  mano  dere- 
cha  écoger  la  carabina  por  la  garganta. 

Dos,  Eoderecar  el  co'erpo  colocando  el  pie  derecbd 
eo  su  logar  7  reati toyéodoae  é  la  poaicioo  de  presenteri 
las  armas. 

Tertien  [lai)  armas. 

Como  qoeda  esplicado. 

SESTA  LCCCTOir. 

Cargaen  once  movimientos^ 
1.^     Carguen  las  armas.— Dos  tiempos. 

Uno.  Girar  é  la  derecha  sobri^  el  tatoo  ìsqnierdo  Io 
uecesario  para  qne  la  panta  quede  al  freote:  Uevar  ei, 
pie  derecho  à  retagoardia  seotàndole  de  modo  que  fora- 
me éngalo  recto  eoo  ei  iiqQierdo,  distante  el  empeiiieL 
de  aquel  tres  palgadas  del  talon  de  éste:  al  mjsaiQ 
tiempo  con  uo  ligero  fnovimiento  de  la  mafieca  derecha^i 
810  que  salga  està  tnaao  de  so  posicion,  se  separare  la 
parte  sopèrior  del  arma  é  cuatro  pulgadas  del  bombro: 
te  la  cogerà  con  la  mano  izqaierda  en  la  misma  forma 
qne  en  el  primer  tiempo  de  descansen  sobre  las  armasj 
J  se  levantari  con  ambas  manos  basta  qne  la  isquierda* 
liegoe  à  la  altura  de  la  tetilla  derecha;  bajando  en  se* 
eoida  la  mano  del  mismo  Udo  à  coger  la  carabina  por 
la  garganta  ,  de  modo  qoe  el  indice  quede  por  debajo 
del  guardamonte  j  tocàndole,  el  codo  derecbo  cerca  del 
CQerpo  j  el  arma  bien  perpendicolar  al  mismo  costado. 

Dos.  Echar  vivamente  con  la  mano  derecba  la  cara- 
bina debajo  del  aotebrazo  de  este  mismo  lado  ,  aflojan- 
do  al  mismo  tiempo  la  izqnierda  para  qoe  el  arma  cor- 
fa  por  ella  basta  qne  el  dedo  peqaefio  toqoe  al  muelle 
del  raatrillo,  la  garganta  uoida  al  cnerpo  y  dos  polgadas 
debajo  de  la  tetilla  derecba,  el  guardamonte  algo  voel- 
to  afnera,  la  boca  del  cafion  i    la  altura  de  la  barba. 


222 
e\  cQdo  kqniecdo  anido  al  cnerpo;  el  pnlgarde  la  i 
derecha  apojado  contra  el  rastriUo  por  eocima  de  la  pie- 
tra, cerrados  log.  coatro  dedos  reataotea  j  el  aatebraio 
derecho  é  lo  largo  de  la  calata. 

2/    Abran  {la)  cazoletd.—Un  tiempo- 

Manteoiendo  el  arma  firme  con  la  mano  izqaìerdai  ba- 
cer  fnerza  con  el  palgar  de  la  derecha  contra  elrastrillo 
basta  qae  caiga;  retìrar  eo  segaida  atras  el  codo  derecho^ 

1>asar  la  mano  de  ette  Udo  entre  la  calata  7  el  caerpoà 
a  cartnchera  7  abrirla. 

5.®    Saquen  {el)  cartucho.—Vntiempo. 

Tornar  el  cartacho  entre  el  palgar  j  tos  dos  primeros 
dedos  de  la  mano  derecha,  j  asegurarle  en  seguida  de 
modo  qne  àqoel  forme  cmz  con  estos^  la  abertnra  para 
érriba;  voWer  é  pasar  la  mano  derecha  entre  la  calata 
j  el  cnerpo  j  llevar  el  cartacho  é  la  boca,  qoe  le  agar- 
vari  con  los  dientes  inmedtato  à  la  pòlvora. 

4«^    Rompati  {et)   cartucho.^Untiempo. 

Romper  el  cartacho  con  lòa  dientes  basta  la  pólrorai 
teni^ndole  por  la  abertnra  entre  el  palgar  j  los  dos  pri- 
meros dedos,  bajarle  en  seguida  j  colocarle  derecho  so- 
bre  la  cazoteta,  el  codo  derecbo  apojado  à  lo  largo  de  la 
calata* 

5.*  Cthen.-^Vntiempo* 

Dìrigir  la  Tista  é  la  cazoleta  7  Uenarla  de  pólTora,  sin  . 
qae  sobre;  apretar  en  segaida  el  cartacho  con  el  palgar 
r  los  dos  primeros  dedos  por  donde  se  rompiò:  reititair 
a  Tista  al  fidente,  7  colocar  la  mano  derecha  detras  del 
rastrillO)  apo7ando  eo  é\  los  dos  dltimos  dedós,  7  mante* 
niendo  siempre  bacia  arriba  la  abertara  del  cartocbo. 


i 


«25 
&•    Cierren  (la)  cazoleta*-*13n  tiempo.  • 

Maoteniéndo  el  arma  firme  con  la  mano  izquierda,  se 
cerrari  el  rastrillo  hacieodo  fuerza  en  é\  con  los  dos  lil- 
timos  dedos  de  la  derecha  :  pacare  ea  seguida  dicha  ma- 
no  à  coger  la  carabina  con  los  dos  ùltimos  dedos  y  la 
palma  de  la  misma,  conserva  odo  siempre  agarrado  el 
cartQcho  en  la  forma  espresada,  la  mufieca  ouìda  al 
CQerpo,  algo  separado  de  este  el  code  y  retirado  atras. 

7.®     Cartucko(en  el)  canon. -^Tres  tiempos. 

Uno,  Leran^r  el  arma  estendiendo  el  brazo  derecho 
i  toda  sa  estension  j  aflojando  la  mano  izqaierda^  de 
modo  qne  corra  por  ella  la  carabina  «  que  qaedaràen* 
frente  del  cuerpo ,  el  estremo  de  la  culata  apofjrado  à  la. 
parte  esterior  delmaslo  izqoierdo^el  cafion  héoia  afnera, 
la  mano  izqtiierda  à  la  al  tara  del  pecho  y  s^parada  de 
él  cnatro.  palgadas,  la  derecba  sostenìendo  el  arma^ 
porel  pie  de  gato  qoè  descansaré  sobre  el  nadilio  ìafe* 
rior  del  palgar ,  manteniendo  siempre  el  estremo  de 
este  j  lo»  dos  prìmeros  dedos  el  cartacho  por  faera  del 
tornillo  pedrero,  con  la  abertura  bécia  arriba;  dar  al 
mismo  tiempo  el  pecbo  al  frente,  desbaciendò  la  parte 
de  giro  qae  se  dio  sobre  el  talon  izqaierdo  en  el  prì- 
mer  tiempo  de  carguen  las  armas^  j  adelantar  el  pie 
derecbo  de  modo  qae  el  talon  de  este  qaede  enfrente 
del  empeipe  del  pie  izqaierdo  j  à  tres  palgadas  del 
mismo. 

Dos,  Separar  la  mano  derecha- de  la  carabina  qne 
se  bajarà  con  la  izqaierda  estendieodp  esta.y  .  el  brazo 
i  teda  sa  long! tad,  el  arma  bieii  arrimada  al  caerpo 
7  el  gnardamonte  unido  é  la  parte  esterior  de  la  rodilla 
izqaierda;  coger  la.  carabina  con  los  dos  dltimos  dedos 
J  la  palma  de  la  mano  derecha  é  una  palgada  del  cafioa, 
manteniendo  siempre  el  cartacho  en  la  forma  espresada 
7  la  abertora  para  arriba. 


224  ^ 

Tres.  Dirigi r  ia  yista  é  la  boca  dei  cafioo,  Tolrer 
la  inaoo  derecha  de  modo  qae  sa  j^alma  qaede  al  f  reo  te 
j  el  codo  à  la  altura  de  la  ìnufieca  ;  Taciar  la  pólvora 
en  el  canon  é  ìntrodocit  en  sesaida  et  cartacbo  empa- 
jéndole  con  el  primer  dedo:  bajar  despiaes.  ▼iTamenté  el 
codp  derecho  j  ooger  ia  baquet»  entre  el  pnlgar  j  el 
fndìce  doblad»,  por  la  inmediacióa  de  sa  remate  sape* 
rior  j  cerrados  los  demaa  dedos. 

8.^    Saquen  [la)  baqueta.-~Do8  tiempos. 

Uno*  Sacar  con  TiTeza  ia  baqaeta  con  fi  palgar  j  el 
primer  dedo  doblado  de  la  mano  derecba)  la  palma  al 
frente;  alargar  el  brazo  basta  qne  el  maelle  ócorentta  aé 
baj^a^  desdoblado  bacia  arriba ,  é  iotrodacir  el  estremo 
infertor  de  la  baqaeta  en  el  canon. 

Dos.  Bajar  la  baqaeta  empQJando  con  ella  el  carta- 
cbo baata  qae  toqoe  en  ia  recimara^  el  Indice  siempre 
doblado  j  los  otros  trea  dedos  cerrados,  el  codo  bajo  y 
la  mufieca  aigo  arqaeada  bicia  el  caerpo. 

9.^    jùaqutn.-^  Un  iiempo. 

M anteniendo  el  arma  firme  con  la  mano  isqoierda^  se 
daràn  dos  golpés  con  ia  baqaeta  y  apoyando  en  ella  con 
faerza,  pero  sin  soltarla  la  mano  derecha,  j  restitayén- 
dose  en  segnida  està  j  el  brazo  A  ia  posicioo  qae  tenian 
antes  de  atacar. 

10.    Baqaeta  {en  su)  lugar,—Dos  tiempos. 

Uno.  Sacar  con  TiTeza  la  baqaeta  del  cafion,  eaten- 
diendo  el  brazo  derecbo  basta  qne  baya  qnedado  desdo* 
biado  bécia  arriba  el  maelle,  é  introdocir  el  estremo  in* 
ferior  de  ella  por  la  trompetilla. 

Dos,  Acabar  de  introdncir  la  baqaeta,  condnci^ndola 
con  el  palgar  y  el  primer  dedo  doblado  de  la  mano  de- 
recha basta  eaperimentar  resiatencia:  apoyar  en  aegaida 


e» 

la  p^lmà'd&idiòh«i  maria 'for^eóit«a*dé^d6idò^'P^  efi 

eL  ramate  sapertorde  laTba^netB  E«i»fa  qu^  haya  «nUa* 
do  e»ta  tiei  todo,  j  agarriììT  déaptres'c<^a  la  aìisma  mano 
el  canon  à  pna  piilgada  xle  éu  Iioca. 

.11.     Tercien  (las)  armas.-^Dps  tiempos* 

Uno.  Levantar  con  la  mano  izr|uierda  el  arma  vol- 
riéiidol^  y  ileyéndoia  hàcìa  <e\  Komfero  derecho,  d-é'  mo- 
do qae  el  caf^òn  quede  ffénte  y  sepàràdo  caatro  {Ailga- 
das  del  mìsmo:  bajair  al  mìsmò  tiempo  la  manoderecha  jr 
amarrar  eoa  ella  la  carabina  eu  Ids  'mismo6  tértnioos  qne 
eo  la  posìcion  del  ai*ma  tercidda^  qaédando  està  y  am- 
bas  mauos  co'mo  én'  el  primèr  tiempci  de  descansen  las 
armas^  y  coadrarse  trayendo  el  laica  del  pré  derecho  i 
ìomedìacfOB  del  ìzquie'rJo.        ' 

I/os.  lia  mano  izfjuierda  yolverd  à  su  cdstadó,  y  con 
la  dereeha  sé  apbyarà  el  arma  al  hombro.    ' 

.  SETIMA    LECCION.    •    ' 

Preparai  {Uis)  armas.'^Tre^  Uempos,. 

Uno.  Girar  èia  rzquierdacolooaadolo^  piea  del  qai&- 
mo  modo  qaè  6n  el  prim^er  tiempo  àeeargen  las.arniasx 
separar  la  carabina  cuatrò  pulgadas  del  hombro  derecho 
con  an  mo.vimièuto  de  U. ipan»)  siu  iiipT^r  està  de  »a Ma- 
gari y  cogerla  cori  laizr|uier,da^el  pulgar.  teodido.  sobre 
la  caja  y  la  mano  k  la  altura  de  la  sangria. 

Dos.  '  Leyantar  con  ambas  maiios  el  arma  que  corre- 
re por  la  izqalerda,  aflojada  al  efecto,  basta  qae  el  de- 
do  péqùeno  de  là  misma  toqoe  ari  nittelle  del  rastrilio,  el 
pulgar  e^teadido  sobre  la  b^rreta  de  las  anillas,  la  mano 
iz^QÌerda  é  1^  altura  del  corbatin:  la  dereeha  empufian- 
do  la  carabina  por  la'garganta,  de  modo  qn^el  pulgar 
apoye  por  la  segonda  falange  sobre  el  pie  de  gatt>,  el  (ri- 
dice y  to9  tres  dedos  restantfs  détfaif  del  guardamonte^ 
el  codb  derecho  ìl  la  altura  de  la  mano  y  algo  separàdò 

15 


996 
d^  ea«rpot  el  aif  ma  perpeodicDUr)  bien  reti  rada  alcoa- 
tado  derecho  j  ditta ote  caatrp  pdlgadas  del  hombro. 

Tres»  Preparar  el  arma  haoìefido  fuerzaoott  la  mone- 
ca  derecha>  apretaodo  el  qodo  al  cuerpo,  j  ergerla  en  ae- 
guida  por  la  garganta  con  la  mano  derecha. 

Apunten.^XJn  tiempo» 

'^}%r  con  ^iresa  la  boca  delcaiion  al  iredte,  corrida* 
do«i$,4f  mano  isquierda  basta  qae  su  dedo  peqaeno  qae- 
de  dcnatro  pnlgadas  del  rnofìUedel  rastrillo,'  el  pqlgar  es- 
tendidopor  el  lacfo  izqaierdo  de  la  caja,  y  los  caalrode- 
dos  restai! tea  sobre  la  parte  derecba^  de  la  oìisma,  do 
tocar  al  canqn  ;  la  boca  de  éste  al§jo  mas  bija  qae  la  cola- 
ta ,  qae  se  apojarà  al  hombro  derecho;  bajar  an  poco 
la  cabeza  sobre  la  parte  superior  de  la  eulata.!  cerrar  el 
pjo  izqaierdo  y  dirigìr  )a  vista  del  derecboé  lo  largo 
del  canon  para  apuntar,  manteoiendo  los  cpdos  bajos,  sin 
apretarlos  contra  el  coerpo,  j  cotocando  el  primer  dedo 
de  la  mano  derecha  sobre  el  gatillo. 

Retiren  {las)  arntas,^  Un  tiempo. 

Separar  el  pripier  dedo  de  la  mano  derecha  del  gatt- 
Ho,  y  restituirse  é  la  posicion  que  precedió  é  la  de  apun- 
ten. 

Si  despnes  de  retirar  las  érmas^  sequinre  haeerlaster- 
ctar,  sin  haber  hecho  fuego,  se  mandqié: 

Tercien  {las)  armas.'^Tr^s  tittnpos. 

i  lino*  Manteoiendo  la  carabina  firme  con  la  mano  is- 
quierda  en  la  posipìon  aoterior»  se  colocarà  el  pulgar  de 
la  derecha  sobre  el  pie  de  gato  en  'gua!  foruoa  que  se  fai- 
«o  para  preparare!  arn:ia,«poyando  al  misnio  tiempp  el 
primer  dedo  en  el  gatilio,  j  los  otros  tres  d«tras  del  guar* 
damonte:  se  bare  fuerza  enei  gatilto  con  el  {udice,  sos- 
tenlendo  el  pie  de  gato  con  el  palgar  y  bajindole  basta 


98^ 
qae  lapiedré Ibgiie  nnfjr cerea  M  padlrillie>edéaje'iiio«* 
meoto^  dajiodo  <fo  apayar  te  et  disparàdor^iM  fdmré  4' 
leraatiar  ci.pìftde  gat»  0911  oer  erf^er^  de  U  mnneee  y^ 
del  palgar  haftta  qoe  qwde  en  ql  aegero^  eogieDdo  eB  aoF* 
guida  la  carabioa  por  la  garganta  eoe  h  i^ano  derecha. 

Dos.  Bajar  oon  le  maao  derecha  la  carabina,  qne 
correre  por  la  izqeierda ,  la  qee  se  aflojari  al  efectOy 
qnedando  eéta  é  la  altura  de  la  aangria^  cogér  aLoàtsmp 
tiempo  la  Jlavè  con  la  mano  d«recha  diet  mòdo  esplica* 
do  para  la  posicion  del  arma  tetciadax  deshaceria  par- 
te de  girò  qoe  se  hi«o  sobìre  el  talon  izquterilo  eà  el  pri* 
mer  ttempo  de  preparen  las  armas^  y  colocar  el  pie 
dereclio  en  so  legar,  qaedaiido  las  iuanos  ]r  la  carabiba«> 
en  la  mismà  forma  qae^eti  el  primèr  tiempo  de  ifelcais- 
lea  sohre  las  nrmas, 

Tres.  .  La  maìio  ^izqaf erda  votrerà  é  su  costado  ^  7 
con  U  d^recba  se  apojaré  el  arma  al  hombrd. 

Preparen  {las)  armas  y  apunten. 

Como  qaeda  esplicado. 

Fuego.'-'Dos  tiempos.    . 

Uno.  Apoyar  con  faerza  él  primer  dedò  en  el  gati- 
llo  sin  bajar  mas  la  cabeza,  j  conserTando  la  misma  po^ 
•icion  qae  se  tenia  abtés  de  bacer  faegó. 

^0^.  Retirar  prontamente  eì  «rma  à  la  posicioo  ^de 
ahran  la  cazoleta,  sgarrar  el  tornillo  pedrero  con  el 
polgar  j  el  primer  dedo  doblado,  haciende  foerza  en  él 
^asta  ponerle  en  el  segnroi  7  llevar  en  segnida  la  mano 
derecha  é  la  cartncbera. 

Si  en  està  posicion  se  qaiere  Tolver  à  carf^ar,  se  dare' 
^^  voz  de:  saquen  el  carlucho 'f  fero  si  no,  se  maa.daré; 

Cierren  (la)  cazoleta,  -  Dos  tiempos. 

Vno.  Pasari  la  mano  derecha  é  colocar  susiJoS'dllt* 
mos  dedos  detras  del  rastrillo.       • 


•^rUbf.'ilfamteiiièifdo.  iri  triiMr  fiime  qim  la' manòis^ 
<|iiièrdai^  oerrabi  ia  càcèle&a  enijpiijaiHlo  eoo  la  dereeha 
el  natrillo  faasth  qnecàigaif  engtendò  ea  aegnida  tx»  es^ 
tft  4&lÉima  mano  el  arma  por  la  gtrgaqta^ 

'  '.     £      Tercien  {las)  arimea.-^ Dos  iiempo9.< . 

.;  ITiip.  Lf^ranUr;^!  armarcoiiainbaf  iiv«D9S,  estendiendo 
el  j^r^xo  derecboii  toda.^p.  esteosìou  9)  costaclo  dere— 
cbpy.y  cprriando  4tquelU.  per;  l%mano  ìàqoierda  baSta 
<^^e^ar  ésU.i.la  altura  d^  la  sangrfa:  abrazar  al  Qiumo 
tie^po  l^^lUye  G^n  U  mano  darecha^  guedaoflo  Uà  doa 
j  eV  ariDii  en  igàal.fo/in^  qu^en.Ia  posicioD  de  icrciu' 
^{^^j.Qaad farse  al  freDte|  d^ sbadendo  la  parte  de  giro 
qoe  86  bizo  sobreei  talco  tigoìerdo  al  preparar. la  eara- 
bìoa,:j  trayendó  el  pie,d^recb>  à  80  liug«r. 

Dos,     La  waop  izquìerda  ^olvefi.  i  sii  costado,  j  con 
la  derecba  ae  apo}arà  el  arma  al  bombro. 

OCTIVA  lECClOV. 

Descansen  (sobrs  las)  armas, 

Como  qoeda  espliicado.     .    .    '^ 

RevistaXàc)  arma^V-Ochotìempos. 

'*'tJnó.  Deadè  U  pdsicìod  àe  dèscans»nsobrelasarmas 
se'  lévaptai'i'  la  carabina  eoo  ì^  tnano  derecba,  irol- 
vìèddolà  poir  déUiite  del  cuer pò  basta  qiie  qnede  la 
Ba(|uetà  hàcii  ésie\  y  se'recibii^a  con  la  Ì£(|uirrda  que 
U  Ci>gerà  por  dt^bajò  de  la.  derecba,  èl  arma  uui- 
da  a)  luóslò  ìzquie'rdo,  y  algo  ìocIiujJo  el  baquetero 
à  la  derBcba»  Al  m'ù'mò  tiempo  sb  bijariel  codo 'dere- 
cba y  se  cog'.ri  con  U  enigma  maup  -la  bnqueta  por  su 
estremo  snptrloreuire  el  pulgar  }  tTl  fiulict:  doLtado,que- 
dcÀdjaeliaiaiSy  briiaos  y  umóos  cu  la  mi&ina-poajciau  que 
al  terminal  et  Icrcct  ticiupo  de 'e f  felicita  «nW  Ci3 non. 


•  OH© 
Dù$.  Seè^ciri'^wììi^ertftìL  Va^  baqMtacdiriYiiiaiioih- 
bianiilè  bi'cia  arrii»a  eÌ4iìiQeAia'cleidrtelsasi>aqii«ta;  ae'ìntrD- 
dacif  à  éiìa  en  el  canon,  solttf ndc^a  dei  todo  j  'T<ii;iKei£lD 
i  co^l*  U  carabiua'coù  -ia' inaoci^d^reaBa^por  énainaiÉ  de 
la  U()iller<ia.   •  '  ■  ;■■'•    vb  '■-'"  «  .  .•  '■  -    '-.•"    .f  ■  •  * .    •.. 

Trés*  '  5e  coloeatà  la  ««rabioa^cas  U  iMinp  ilerecAia  4 
U  po6Ì43Ìon  d0'<i«;iednifil*5óé^pe  faf  armas^  f  h*ì$(pAerèà 

Cutitfith  ÌLevaiitar  ^eoii'W(Teza4a^earàbiifavoÌTÌéndabi 
con  h  aìaDo4eT|Boha  7*ii|Bviia(iala  Kleia  d  ceetado  ittpieip* 
do  :  eoo  la  mano  icquierda  recibir  por  tticimar  dal 
maeUe  da^  ra^triilo  y'-'iar^iiaTeiil;  ^ai^^aedando 
la  mano  ìztfuierda  (  la  altura  de  la  barba,  el  an- 
tcbrazo  'un'\è&  à!  ^i»uJÌrdairforiÌfe^^  y  cttlittii,  *y*la' tira- 
bina  fren^e  del  ojo  ìzc[QÌerdo:^abrtr  en  seguida  la  t^ié^ 
leta,  apoyando  la  ^art'e  so^erriòr  dertddieVtlotfì'àcFò^  con- 
tra  el  rastVHló  y  em pnjéndo le  basta  qtiécaigai'  d^apiS^s 
de  lo  c[Qe  pasarà  la  mano  darecha  é«a  costado;'   •  '^  -• 

Cinco:  ^  Gérrar  el  rasti'tll'o  apbyando  enércòtT  ftie^ta, 
basta  que  caìga,  lo^s  coatro  dedoa  abiertos  de  la  mano 
derecba,  las  puntaa  de  eslos  al  freule  y  ei  indice  abiJo 
al  càqop;  faajax  en^^egnida  el  arma  ,j^i^  la  ia;,qvfier4a  bi« 
eia  eat^  .  costado ,  yoU^i<Sn(Ì<}li^ ^^  ii[\ftdp.flf^e.ja,t^<i"eja 
que^e  b.4cia  jcl,  coerppt  T  ^9€i^  ,|*  carabina  con. *\a 
mano  derecha  ppc  enciina  ae^Ia  Uqnìeraa*^,  .      .  ' \,     . 

S^ìs,  Volver  à  colocar  la  mapo  izqoierda  enciiua-cie 
la  derecba,  y  bajar  el  arma  con  la  primera  a  toda'  la 
^•taii«io0  del  braao.^aoltAridol»  It^derecba,  qae  actidirà 
^.cìoger  la  baqùeta  por  sa  estremidad  auperior' entre  el 
pnlaai*  y  el  indice  doblado  ^  qaediodoae  al  terminar  èa* 
te  tiempo  en  la  misma  poaicion  |)ue  al  concini r  el  |»ri- 

Siète.\  Maélertiendò  él  arni»  flrtttie*e«ti  'U  !i«i*^ii|- 
q^ierd»,  te  aacjartf  la  ba^ofeli^^y  ac  etolocari'jEftf  titfio. 
g«r  ehloa.téroàìooseaplYcadòa  éii  hk'cfài^ga^en^éiDceikMln- 
niieiilda,  f  en  aègaida  ae  cògéré  là  carabVnrà^^coii'  *ia. 


numo  cfereohft  p^d^ildo  ipila  eiioimA  de  la  isqQt^tda. 

Oeho0  Se  irolfei^:lft;ear«lH»aL.cQD  la  mtmo  derecfca  à 
la  pQsicioo  de  dèscàfHen  s^re  lai  arma$i  j  la  ixqimrv 
•da  Tollera  à  su  ocfttado*       .  '. .    f.  . 

Para  la  emafiania  de  eate  movimieoto  $e  «je^fiUei» 
simnltineainente  ios  tiempos  de  qae  se  comfotì^^  però 
ciMOdo  se  pcactiqoe  con  aplieacton  à<»«  obj«to,  sei^ec- 
taario  ioio  daesle  med^  Ios  tret  primeltos,  é  ìndiTÌ^n^ 
]r  sacesiramente  Ios  restaotes^  à  iii6dida>qiieJahpAraop* 
sa^.qiìe  paté  là  reTiita  je  profeote  iamediata  al  frente 
de^  cada  nae  dò  ioar  bomiives  que  compQfteo  ta  fila  6 
fiias»  ■     ..  •  ".     .  .1        . .    ,    ■    .  i 

.      Bofueia  {€m  el)  cahi^n.'^Seis  tiempés. 

UnOfìdpi  y  tre^.  ,.  Como  loa  ^mii^mof  4^  la  revista  de 

.,,  Ci^ro*  Se  f^^ri  ci  arma  i  .la.  itqQt^rda  en  ^nal 
fij^rma;,  qae  par^/.el  primer .  tiempò  del  elùdo  moTÌ- 
miènto*  .    :  :         ,  r,  . 

•  &^cq^yjeÌ3f    Qomo  eì  sétimo  y  ocUyo  dpi  miamo. 

,[.  .    .  /Carga  d  discrecion*^Carguen..    "},' 

Se  ejécàtariQ  aegtiidainente  )ot  once  ìdotì  mièti  trofia  '.de 
qne  censii^  ta^'caVga^  oìiservandò,  adetnas  de  la^t^a^eócfa 
con  qae  debelli  nfiàrearse'Io^  tieinp08,el  hàcet  iida  dot- 
ta paaaa  de  moviibiento  à  kìioTtinietitOy  i  fin  de  qae  se 
dilunga   ono    de  otro. 

-HCIVBNI     lEGGie»*'    '    ■    '  "•*  ''  •'•' 

Delosfuegós.'  ,  /  •-       , 

^  Los  faeeos  se  Terìficarén  sofoen.nna  fila.  Por  qo^asi-» 
■gnmtei»  ^ai^iqapr^.qjtf^  fp  Ios  ej^rcicjo^  delia  ejecBta/lor 

alia  tr<^a  halUn^oil^  ^9)ada  en  bat<iUa,j|^8aa  à  pièv/^  i 
èalaaU^i»  pracederi  lodi^^nsablemente  el  baciar  dar  ^é» 
wdia.  fuelta  por  jct^trp.i  la  ae^anda  fila«af)tes4ema^ar- 


851 

]k  preparar  las  armasi  ddbteo^o  entonces  ìùs  indivi» 
diiQf.  da  fila  ««iterior  j  esterior  ocnpar^  duranU  dich«t 
faegos,  lo8  poestos  qae  ies  seiialareD  mas  adelan^ev^a'*- . 
r»  ette  caso ,  en  la  instroccion  de  mìtad  j  escnadron, 
é  ios  flancos  de  derecha  è  izqaierda  de  la  tr0pa;(l). 

Los  fùegos  oo  te  ejecatarAa  eoo  cattaehos  miebtraa  no 
80  efectoen  con  perfeceìon  todot'  los  movimieotoa  del 
troia,  en  pM-ticnlar  ìos  de  lacarga,  y  sobce  lodo  iostde 
preparar  Us  armas  y  poner  con  fadtidad  è  toMìgencia 
el  pie,  de  gato  en  el  aegnro  ed  el  primer  tlempo.  de 
tereien  las  armas^  despaes  de  rettrarlas,  j  en  el  aegnity 
do  de  fuego, 

Caando  jm  se  ▼erifiqae  esle  con  cartucbo  pof  el  todo 
de  la  fila  »  advertiri  el  iostractor  à  cada  indìvuloo,  qoe 
obserre  con  cuìdadò ,  al  poner  el.  {He  de  gato  en  el  se- 
goro,  a^  sale  homo  por  el  oido>  lo  qne  sere  {nna  aefial 
cierta  de  haber  atlido  et  tiro;  prefiniendo  qhè,  eoi  el 
- 

(i)  «Para  \o%  f-tiego»,  el  comtifdantc  (le  ftnt%4  paiarA  i  U 
«Ifreeba  «le  U  pritnera  lìl»  ,  y  el  t«rgento  d«  flU  esleriof  ;%^ 
colocikra  a  U  isquierda  de  la  «egonda  ,  de«de  cuyo  punto  darà 
fresie  é  rcliguardia  a)  verificarlo  la  rnisnia  para  hacer  futf  o 
en  està  dìreccion  ,  res.thuyéndose  unos  y  otros  a  sua  pueatoìs  de 
batalla  «1  cesar    aqnel.» 

«Para  loa  (aego%,  lus  oficìales  de  vangtiaTdia  dejarJfn  sus  puea^ 
tos,  pasando  los  comandantes  da  las  do»  prìmeras  mitades  é  la 
derecha  de  la  prìmera  fila  ,  y  lus  de  las  dos'  ùljtim'as  a  ,U  iB- 
quìerda  de  la  mìsraa  ,  alineados  con  ella,  conservando  ìgual- 
mente  quc  està  y  su  ìnmed'iacion  k  dicha  fila  por  el  drde'il'  de 
•oiempleof  ,  de  modo  qne  el  tenìerft^  qiiede  eti  cada  coatado  ^Q 
la  patte  mas  esterior.  VA  |;eCe.dèl  «acfiadron  se  coloca,ra  en  esle 
csio  cuatro  pasos.  distante' del  contado  de.  éste  ,  y  otrqa  tantos 
*dclantado  de  dlcha  prìmera  fila,  hacienJo  frente  k  la  isquier- 
d«:  los  ìndtvìduos  de  fila  esterior  dejarén  iam^Ien  e'ntrétanto 
•US  puestoSy  pasando  al  costado  derecho'de  ségunda  ftla  los'-qiie 
correspoaden  k  las  dos  mludes  de  eate-Udo,  y  a  la  iaq^iiej'd»  de 
U  misma  los  que  se  hdilLan  detras  de  Us  do|  ultimaa.:  ,el  capi- 
tan de  fila  esterior  se  situara  a  cuatro  pasos  del  costado  ìaqirler'- 
do  y  otros  tàntos  a  retaguardta  de  cste ,  hacienda  frehte  a  là 
derecha.  Todos  los  espresados  individuos  s«  restituiran  i  su:s 
paesios  de  ba'talla  despues  de  cesar  el  Cuego.»  .1 


252  , 

o«8o  cioairariof^e*  e6c«rJbieidbhoMlo.yvaé¥{ieèfa  i  ca« 
bir^  cu  vet  da  cairgais  aigiMs&do  j  ccMoforrmiDdose  aia 
«tnUargo.i  :  todoa  loa^  movimìeoios  dela  :fi|a< 

.  SietBpre  ({de  tèrfuioe^  eate.  ejercicio ,  y  «a  loa  interine* 
dioè  ài  lo  jv^^fiew^es^rìpèì  iDatraotór,'  òaidaH  éste  d« 
hacer  ejecaUi^'  el  moviinieoto .  de  baifuetia  en  el  canon, 
à  'fio  deceroìorarae  dei*eatado  eitqae  se  «nciientraii  lai 
'ernuali^-'--  ■"-'./         ■  '■  \       :  ; 

Ei;làeso  direicio  se  maiulariS  por  el  tódo  ^le  la  fiìa  <) 
Irop»,  en^ids  térmifios  (jn^  j^aquedaiteaplicadea:  penilos 
oblicaoa^ae'tiraMdapà:         j  v-         .\ 

1.*     Preparen  {las)  armas.  .  <       • 

> 2i*  J  Obiécumd da.derfchxf  (ó  izcptierda). 
■:■.:.    <^^^.  jiptAhient.       '  ^'     '   -■ .'-  \   /  ." 

Al  fiuBl^e/la-segaòda^vòs  se  reiirariafn-^^oicói  Ja «g. 
paVda  el  irombro^quie  eorrespionda  al  costado  fai  qi^c ba  de 
hacerse  faegb,  y  à  la  de  apuntcn  se  dirigiré  la  Loca  àia 
«eaoon  kàcìa-dieho  ladoi;r^Ut\iy«nd4a;,€a'Uuo  y  oli  o  ^caso 
'el  hottibfo^é-  aa  higar  alejecoUr  el  seguudo-  riempo  de 
'fhegò.  ;\^  ■  "^'  ;\/^  -:'^  '-   .  "  ;\      /'  "  -^  ^      •. 

Pai',a  el  fuegó  graneadp,  jse^  mandare:.  '.     . 

1.*  Fuegì)  graneado*  -  J.:  .. 
2.'  Prìejmrjett(lm)armas,,\^ 
5-*  [IRxìrfipan  eìfuego.  ■  '     '    ': 

, ,  A  la  segunaa  vòj  tòdos  ipshombres  de  la.  fifa  ó  iìlas 
ejecatar4u^e|.moTliiaieqtc^  ipdicàdole^n  la  piìsma..  . 
1^^  A  la  tcpterà.apdntarà'y  Jiajréifuego  ìnmedi^laoieateel 
^  primer  ISórabré'de  ia  fila  6  de  atnba'sìjlas,  yòtyiendo  4«ar- 
gàr  ^  discricioii  ^ià.pérrtrdà  de  tiéri>pò:  cuanfido  aqud  ha- 
ya  ceba4o5.  apuuia'r.^  y  barf  fuégò  fl.ijae  le  s'ga,  practi- 
cando  sttcesiivaiaeute  l<o  uiì^ido  los  d^niaa.. 

Seapu^eade la  prifkiera'desìdar^iridiViduaI,>  tedos  barén 
f  ué^gò  é  ^n  To I  a  u l ad  'y  si  ri  e*pe  t*a  t^e  timi  i  ot  rV^ .  Lt)s  mo- 
;vìmient08  S9  cfectùaràn  dermìsnao  modo  y  con  Fgaalexac- 
tìtad  qae  en  U  cargadivUUda)  iparpiindQde  sìeaipre  bien 
loatiempos.  i"  ;*    ,   ..       •    .  « ...  ,.!      .... 


855 

Pai^a  ^ne  cete  el  ftteg<>)  se  matidari:  -> 

...    ;^   .         Jlio  el  fuego.      •     .' 

A  està  voc  Ìo4pd..ce8a4réo  ^e  tirar:  e.l  <{Qe  tenga  prepa^ 
rada.el  .arma  la pouclri  en  el  segqrp,  y  lo8<||ie  oo  teogan 
cargado  cargiràuy  térnxìaapdo  cada  uno  por  terciar  e| 
arma,  ,  ;  .  ,        - 

SESTA  CLASE. 


Posicion,  moviifif.€néqs  d^  kohar  y  rtyi^t^^iel  s^ahj^*  / 

iìaiUodose  él  recluta  e u  la  posìcìón.  dt  itescanso  j  se 
mandarà:  '  '       ■      . 

A  cuy§i.yo3 aexM^^cari,  cÀuÌpnJ?t?  5^  Ha  eot^fiado  .cu 
la  iiis)^^c(;ioq  del  recluti  à  pie»  .  ;.    ^      .  ;,-  ,  j  ■  ]  •■ 

jS'a^'Ui^  (<?/)  sahlè^-'CuatrùÌiempóÌJ\^^ 

Uno.  Se  Ifi^ìfnari  ha  Tista  aì'pufiò'deltirM^i  it^tatid\r 
la  mano  der(^cb^  à  I^ùscaf  '  el  ^iòrdoir^  (jqe  se  ilari  e»  ia 
muneca,  iutrodubi^iidola  por^l^  daòdo  Uòs  tùeltas  de  de- 
recha,4yizr|ti.ifrrda^  j,$e!ex^pu&ar'à*;    ,      ..       v.    -  .  , 

Z>cw..  Se  fiorici  aaije  tiubìéode^e  per*ptndlcul?lrai^«- 
te.pprel  ^ójsti^djo  cqu.  è|  p^rte  ai  frentcì,  jr  basta  t)eiiipr.'el| 
pofia  à  jf  at^^vra.deLÌ\p|mVQ.i*lM»^^^^  J,^P****^^*.Ì*^?^^*f 
sostiene  la  vaine  por  la  prip}ex.ai  cj^^!!^^t  imp|di;ei}d(>.  <^de;Sji^. 
b»  ili  se  wi>j?yar> .auo  cnaadp.lA  W}.?;^9té,òprJmìda.  ,  '  " 

JVé^.,  \Sp  Wabaraì  fle  sf^cacH  sabri^^y  valyi^adole  coi}, 
ligeire^jf  (|a^dar^  p^rp^^dicu^ral,  contado  ^.derecbo^^'n, 
la. pùnta  arrjb3>el. corte  al  i^reixte|, fi  cf^^p  ^^p^y^db,  ^r 


254  * 

haeso  de  ìa  caf^era^  y  U^inaoe  é  b'aitùf  andeljoD^»;  Ift-boja 
GD-atrò  deilos  separada  del   hombro. 

Cuatro,  Maiitenieudo  h  tnano  der^cha  é  la  misma  al- 
tura del  codo,  ìse  afloja  uo  poco  la  mufieca,  cod  {o  cual 
caerà  ef  lomo  del  sab'e  sdbre  ei  hambro  d/erectio,  blonde 
debe  apoyar,  qaédàudo^  por  consigaieàtè  cod  ei  G3o  al 
frente.  - 

^  En  sa  lugar=^descanso» --Un  tiempo. 

A.  la  seganda  parte  de  ebta  voz  se  dejard  cat^r  el  sable 
sobre  la  sangria  del  brazoderecbo,  apoyando  en  ella  el 
loiBoycon-el  corte  ^  la  iz'iaierdaysìn  soltarle  de  su  eiu- 
paBadqra,  qae  veivdré  alfreute  j  à  todalaestension  del 
brazo,  la  mano  izquferda  fliesoati«a>^i^bre.la  derecba,  yet 
pie  derecl^o  queda  é  retagoardìa:  al  in  i  sino  t  lem  pò  seca  r- 
i;ari  ef  péìb'^dèl  caerpòsoliireia  plèrù^dierécha,  affojan- 
dó  la  rodilia  izqiiiertld)  como.«e,ba  ensenada  en  la  iop.ticiio* 
cion  det  reclutai 

.•      A(ensskión,—  lln  tiempo*    .        „ 

'  Cargatidoèleaerpo  gobre  èl  pie  TzqoìefdQflaptìniera 
parte  de  la  voz,  se  dispondrin  para  qae,  ài  tefriniiiffrla, 
lodos  poogan  el  sable  al  bombrp^  j  se  cuadrein  còrno  lo 
estaban  cfìaado  se  mando  el  descanso;  todócoùfornìeàlas 
r/9glas«flada8'en  U  instrpccioA  ^el  jreplaMi^ 

Envaineri  ^eì)  sahìe.'-'jCucUro  iiempoi. 

Tino.  Separando  et  sabla  dd  hbmbro,  le  IlisTirA  con 
ràpidez  por  delante  del  ipac^po  ba«ta  colocàr  la  maào  de- 
recba'qaé  lo  èiv^pófi^  à.laaitàrà  ^' inmedlaci6Bf  del  bdm- 
bro'  ìzqaÌ9rdò,màntettiendóla  ptintaf'perpeB|fiealar  bécii 
arriba,  y  el  cortei  la  izquierda.        •      ;        • 

Dos:  Se  Taelveél  sable'iobre  laiÉ(|dèrda  por  retagtiai^ 
dia,  y  séTntrodaòeùbicainerìtelo  necesarìo  paraonde! 
^n{iQ  qdede  é  la  aìtara  del  hpmbrò,  comocn  el  tè|a«do 
tiempo  de  rayae/i  W  5ttWé.'      *      '• 


^55 
Tres.  Seae^yarA  de 4tt<:o<]uQÌr; ctn U  t%ìii»  j se  saca- 
ri la  mofieca  del  cordoD,  dando  con  ella  dos  yaelta»  de 
ìs^ierd»  à  derechtts  y,  apoya^ndo  los  dpd^as  sobre  la  Co- 
rona de  la  empuliafdara,  te  e»peràré,  obserTando  la  de-^ 
recita 9- ]i(ÀnA;baèer  à  ab  tiempo  y  coti  igoaidad  èl  tiempo 
qoe  sigiiev 

CuéUrth  '  Selleyaré  la  mano  derecha  eoa  proptitod  al 
eoitadò.  déréobo. - 

Gnando  se  ejecate  el  movimiento  que  precede  sin  de« 
tencioB  eo  Ipsttempos,  lo  mi  sino  al  gacar  et  »ablé  que  al 
envaiparle^  se  dividirà  la  vmz  de  mando ^  y  4  la  primera 
parte  de  elk  se  ejecataré  efpl'imèr  Imippo^  y  ^  la  segiin- 
da  lor  wstaiìtés.    ^       '         *  f      ...:,,.    ? 

•    '  '  ^  ■  ■'SO'*  '.■!.■•  .^  ..•,:.  ^-  .^ .   :  ;  •;...  j.;  :  :•,  , 

Presehten  {el)  snble^^Vn  U^ènp^^'  "  *       f  1: 

Estè  iDf^Tiouevto'sft  Terkfitiaré  sittmpredl^àdeia'potioìf^ 
de  al  Aam&raei  5aMe»  t  *   ,:  ■  .-^  -y. !■.■•;     .,  rr  i^ 

Parftejecntarlo  ss  aepararide  élcbn  8QlattfltJB<>T.i)meo*>; 
to  de  la  maiiecaf  qaedaDdo  perpeudìcular  con  ia  patria, 
arribay  el  cor|^  al  freiite,sin  bajar  ni  ^obir  la  mano  de- 
recha. . 

/  -  '     Miàdan  (el)  saUe*-^Très  iiémpbs. 

■  ■  ■    .'        «  u   ;•  ..'  •    •  •  •    •    1.  •    i-.t 

■'^^tOk     Se  retirarà  el.  pi&'derecbo  na  paso  largo  é  l*. 

aspaida,  poniendo  està  rodilla  en  tierra  dinante  ocbò  fXoK 

gadba-dei  talon  ic^aìerdoy  èa  la  àAÌj»ina  dU^cis^o  e*!!  qoe  ts- 

tabajel  di^rcebo.         -  x  ..        .       ^ 

Dos.  Se  baja  rà  el  «sable  delUno.  oon  :el  «o^  rt|e  4,  U;  dere- 
cha basta  que  »ti  punta  teqde  ea  tierra,  laqae  ha  de  que- 
dar  en  freote  de  la  rodrlla  derlscha^  y  sàgoa^-ulcìon  y  ma'" 
^^  i  la  altura  de  la  rodilla  Izqtiièrda,  quedando  el  codr 
anido  al  caerpo:en  Sfguida  se  Uevirtfcon  Tivt»ia  la  ttiai^o 
taquìerda  à  tornar  el  casco  .^  pbàcó  por  la  viser». 

Tres.  Se  quitàri  ePcasco  ó  ciuco,  y  se  b^ijari  al  cos^ 
^*4^jiaqpì^r4pj4^  ^pfJa  la  estens^'qq,  4^^^?^^  ^r>^^*^i3^' -^'P?f  ' 


^«6 

•  .  •   ..  P.re»eniew(tl)  i^hh;  -^Dù$  iUmpùs.     . -^'-y^ 

Uno.  Se  pÓQ Jri  el  chac^retlraoclo  ea  fv^vd^  i%  mm* 
tto  isquìerdà  àsti  luga  1-4  .  ,       ...  ,   ...     • 

JDo's*  .Se  leyaiitarà  con  prQ9lUQ(}i  caàdr^»lJo«e.  uijue^ 
diatamente  eo  la  pdsicioo  que  conserva  el  pie  i«;|jaterdO) 
quèno  dehe  b^hsrsalido  da  U  liiiea:  i^l  mii)|io  Uent^pQ  se 
)e?antarà  el  sable  basta  dtjarle  cn  la  ((o^ici^.dfi  prt^tn-^ 

J  là  funeral(el)  sable. -rDostiff^po^i,    .  .  ii. 

Uno.  LIe.vaudoel  f able  sobre  elaostado  i;i<jiiierdo^  co- 
mò éo  et  prìtner  llecnp^>  de  ehs^ainen  el  sablf\  &e  iptroda- 
ciri  d«bajo  del  brazo  Ì2|UÌerdo>el  lomo  niiraódo^  la  espai- 
da,  jlapuniaabajo^.        .'  \      ^'  .;   ^^    /^  r» 

Dos,'  Sàiiteìliea  lo  el  sabte  eoa  el  brazo  j  apretiodole 
e&nìtYa  <9lcDerpiat,  teivoltafi  l»manQ  deheeba,<qae  bajarà 
é  9Ù  naturai- posi cioy,  al .jiQÌsm'o'tiempO'l|>fie4a  inftiì# >U«- 
qtiierda  tecogii^ por  ics  gaVil^^nfad^ laeibpttfiìidamf ^ra 

^     Presenleh  {et}  sabte.  r-pos  Uempos.  '"        ' 

Uno»  Sosùniendo  el  «iabU  CQa.  el  braao  ii^oierdo  cen- 
tra el  coerppy'Ie  soitarA  la  mano  isqoierda,  qne  se  baja- 
xà  à  80'posìciofi  naturai,  al  ntisinó  tiempo  qne.  le  eoapa- 
tta  la  mano  derech^.*  .       •' 

Dos.^  Seséeìiràde  debujb  del  braao^  jF/^oWMadole 
•obre  la  derecha,  se'  colocarà  en  los  tèrmi  noe  qua  te  ba 
diebo  para  la  poslcfon  de  pres'entadoi 

Al  hojnbro,  (e/)  sahle. 

.Comd  eità  ensefiado^  ' 

Revista  (del)  sable  > 

HalUndoflè  el  recluta  con  el  sable  al  bombr.o,  al  Hegar 
el  initructor  à  dot  palpsV  lo  preaéDtarà ,  y,  teoièodé  li 


257 
Tftìna  linraìdiel  gÌDoho/^}r'tomacl«  eoa  la  m» nò  izqDÌerda. 
p<ir  I9  |>riiDera  aòilia,  lasàeari  al  frente  patiiéh(lola:per« 
pendìcitlar  delaote  de  'la  pierrìa  ÌKq,uierJd9>  la  còti bei^a  lo- 
cando la  .punta  dei  pie«  Ciiaodo  el  inatrucior  llegne^  à%9L 
fretite/  subifA-el  sable  .basta  ppneF  el  pò  no  enfiente  de  la 
buca^  el  tidrte  é  la  iaqniercbi  y  ios  uadilibaat  frftnlei  ¥1)1- 
TÌando  en  aef^utda  la  mano  miiaa.: aiuera  eoa  TÌirMa  j  wa*> 
re,  à  fin  de  qoe  pueda  Te^rae  la  hcy^  .pwr  ambòa  Udoa. 
Loe^;!»  que  el  ìnstraGtor  haya  pasadodel  freóle^  retìraré 
ei  sable  à  la  posleion  de  alha/nìifroi'y  la  vaiuaalGosiUdOb 

Envainen  (e./)  sable. 

Como  està  ensefiado.    '         "  *-, 

*  sCgwda  icccIÓv.  .     . 

^    PRlMERA  DIViSlON.  '    y 

Conocimiento  de  Ios  cortes  y  ejercich  del  sable* 
/        ^  /. 

SapoDÌendo  el  sable  al' hombr)Q  y  qee  el  instroctor  ha 
liecbo  tornar' dista ncks  à  Ios  reclo^^ai  eo  la-  prolongacioo 
'   de  on  flaoco  j  con  tr^s  pasot  de  bómbi  e  à  hombre,  maa- 
dare:  .        "^  ' 

Fr evengati  {eJ)  sable.        . 

Lo'qtie  se  cjéfcotarà,  estandoeP sable  aHiombro,  «to 

mas  ()oe  hacer  QÓ  moirimieoto  de   rncnecav  por  et  cosi 

qoede  la  boja  terclada    oblicuam etite  enfrenle  òeì  caer* 

I    pò,  pasiindo  su  tercìoilltiino  j)Qrdelattte  del  ojo  izqnier* 

I    do,  U  mano  à  laallara  del  codo  cuàudo  s?    csti  i  pip,  r 

'    ^poyada  e4t  JU.-cafior^ra  deretha  enianda  saetta    s|.  r^^a- 

Ho,  el  c<»iil<)  ciel\sarblè  al  frente  j  la  pUMU  un  poco  ivqli* 

iiada  adt;)aDte^,    „  •  ;   ..,»    /;'        .;   « 

I  -      ••  ■'       '    ;  •     {^ruardia*  '         :. '.f..-    '•  •'-    '■ 

{.  '    .* .     >/■.;■•...•        .  .  •■  •  .  '    ■    ,     :  '  ••  ' 

Subiend^  .U:  mano,  dure^l^a  i  ta  altura. d^  \a  \hera, 


258 
el  còdo  tf  U  del  hoitibf<>f  j  septrimda,  il  fmlé  eoo 
iriolenoia  el  brazo ,  àc  etteoderà  à  toda~  ea  loii|^i»d: 
el  «able  qoedari  horizoo tal,  pera  mas  alta  la  poota  qne 
el  pofio,  à  fio  de  qoe  relibalen  k>a  cortes  qnetire  el  eoe* 
lrario«  £1  oorte  arriba-  y  an  poco  iaelioado  al  freiite, 
el  Cnerpò  adelante,  j  el  pie  dereebo  aeparado,  para 
tener  nias'  firmeea  j  tornar  aoa  posioloa  aemejaote  à  la 
qoe  ae  tiene  à  eaballoV  la  mano  ÌBquiqrda  ae  traeré  al 
freote  eoo  el  ponooenrado  y  figo raiidO' tener  lai  riendas 
de' ia  brida,  «oldaiKl^  de  nairU  bian  al  c^erpo  y  à  la 
altura  del  estómago. 


Mantenieodo  el  brazo  derecho  à  toda  sa  estenaion  al 
freote ,  #e  d^}a  ri  caer.  el  Ioeqo  del  sable  aobr^  el  bom- 
l>ro  dee&te  misiDo  lado,  volyl/jpdQle  con  éolo  nn  moTÌ- 
mieuto  de  la  maocca» 

Corte=unó. 

Se  tirare  ttoa  cuchUlada  oblicoa  de  derecka  4  laq^ier- 
da,  6  sea  eo  direccion  del  bombro  ÌKqmerìlo  i*  la  eade- 
ra  derecba  del  inatructor  qoe  se  tiene  al  fronte)  sigaieo- 
do  la  linea  1  —  4  d®^  circulo ,  ^'«obiéndole  sin  dilacion 
por  el  costado  izqnìerdo  ,  describiendo  el  arco  4i  ^f  ^^ 
ée  llevari  en  guardift  tol^ret  la  izqnierda,  «iipc|ae  sio 


,  «39 

estender  et  inrafo^'y  reeogiéiii<lole  para  q«e  h  jb^bo^ 
qmedej^qfretite  del  lionobnci  izqBÌerdo  y  «)  Ionio  aobre  èty 
U  patita  i  .reUgaardie  jr'  el  cortie  arriba;  ep  cctja  posU 
cìoD  se  esperarà  la  toz  sigaiente. 

Corte=rsdos. 

Se  tirare  c<>b  esfuerzo  «uà  cQchiIlada  de  icqoierda  i 
dereQ.faa  b»}and0i  ó  de  el  2  al  5  djel  circulot  comò  si 
se  qDistes!^  dividfr  al  homhrè  qoe  se  tieée  enfrenta 
desde  el  hombro  derecho  i  la  cadere  izqaìerda,  viol* 
▼ieodo  al  misrno  tieaipo  el  sable  pcviiéodolo  perpeDdica- 
lar  con  la  putita  ,arcÌbaV  et  ejirte  à  la  ;derécba,  y  la 
empofiadinra  à  la  estension  del  brazo  sobre  el  costado  j 
i  la'  altana  de  la  Madera  derecha.  ^ 

♦    .         ■'.•"'       t.-  *     .        ■  ■     -. 

Se  tirare  ona  cùchillada  de  abajo  arriba  j  de  denecba 
i  Uquierda,*ó  .del.  3  al  2  d«l.  circolo,  y  bajéudole  en 
seguida  por  el  arco  2,  6,  4^  quedar^i  preparalo  para  ti- 
rar el  corte  cOatrb:  el' braio  derecho  téndìdó  por  de- 
laiilé  del  'c'tifrfK)')  la  mano  frente  al  moslo  iz(j|QÌefdOf 
la  punta  é  retaguiirdia  ^  mclinada  è  tierra  con  et  corte 
abajo./    '  ' 

C  rte=cuatro. 

Se  tirare  uhdl  còchillada  de  abajo  ar^bai  j  de  i*qaier- 
da  é  dereirha,  ò  sea  djR\  4  al  l  del  cfrculo^y^  estentJien- 
do  el  brdzo  y  et  datile  honzontalmente  sobre  el  coatadd 
dereoho)  quedarà  con  la  tnaivò  ufias  arriba,  el  corte  al 
freote,  y  el'  lomo  é  retaguiirOra. 

CortetrsH:inco, 

Se  .tirare  Qua,  cùchillada  en  la  misma  direccion  horì- 
iQujtai  lie  d4^rvch<t  à  Uquieida  y  dtl  5  ai  6  die!  circulo, 
corno  para  dividir  el  quello  del  pontrario  por  eucima  de 


»4a 

lìM  hombrof,  qWB4Aii«lo  là  minò  j  eiii(rti#ailbrA  oifttro 
dedos  por  dvcima  del  raqnìerdòj  ti  salate  ho'rilonUii  ceti 
ÌBf  pania  à  retagaardia  feì  corte  i  la  iztjaierdK. 

Corte=^S€Ìs, 

Se  tlrarà  la  cuchillada  6=^5  de  izqnierda  d  derecha 
j  corno  para  dividi r  et  euelio  dercontravio  qae  se  ten- 
ga frente,  j  eoatiiiuiDdola  eoo  aire  i  reta'goardia  par 
encìma  de  la  cabeza^  'de  traeri  por  delante  à  la  posU 
cio^  de  prevengafi  el  saHtp,  r^     • 

:    f  Huardia^stfbne  la  derecha. 

Delmismo  modo  que  se  ba  esplicado  para  la  guardia 
al  freote,  se  Terificarà.  sobre  la  derecba,  girando  el  caer^* 
pò  à  este  ^ado  j  levautandael  tatpn  del  pie  izqoierdo, 
apoyindose  en  su  punta,  y  cargandoel  pesò  sobre  la  pier- 
Ila    dèrech'a.  •   '  •  -  '-    '  ■"*•  •'  ' 

jÌ  la  dérechn^ss^maìineia.  '    - 

\  A  està  TOZ  se  darin  Ics  cpj'te/i  uno^  dofy  y.  uno  del  asal- 
to, comò  quedan  esplicado^  en  él»  par9  comò  del  Mnp  j 
dos  bade-  voI?er«e  al  uno,  so:  deacribiri  para  elio  idi.  airco 
3,  5  y  1  del  cfrculo,  para  repetlr  lacucbìliada  1,  4»  <ÌMa 
el  corte  uno.  . 

£1  molinete  es  indeterminado,  y  pueden  repetiroe  sus 
tres  cortes  el  tiempo  que  qutera  el  io&trucfor,  poéjs  toU 
viéodose  é  3ul>ir  el  sable  sobre  la  isqbierda-  por  «1-  ar-* 
co  4«  6^  ^1  se  bajaré  del  2.  al  3»  cooiiq  se  ha  ens^fìado, 
Contiouandose.  de  e»te  modo  y  .repitl^odos&  ios  tr^a  cor« 
tes  cuanto  se  quiera;  pero  para  U  unilorinidad  y  pre- 
cision  de  movimlentos  en  està  division  se  entenderi 
que  no  han  de  ejecutarse  mas  que  Ics  cortes  1,  2  y  1 
por  una  sola  vjez. .   . 

Termìhados  lostres  cortes,  quedar4  el  sable  preTéni- 
do,  siti  mas  que  Ib vantar  la  punta  y  subir  el  palio, 
uuieiulo  el  codò  al  hoeso  de  la  cadera. 


241 
Guardia  d  la   iz(fuierda, 

En  ignales  términqs  qae  se  ha  hepbo  à  ^la  derecha, 
pero  por  los  medios  cootràrios. 

ji  la  izquierda=smolinete> 

Como  qo  ed  a  esplicado  para  la  derecba ,  caidando  de 
no  acompafiar  la  mano  de  la  brida  sobre  ei  costado  al 
girar  à  la  izquierda;  defecto  qpe  tieaen  los  reclotas 
coando  haceo  las  divisioues  à  caballo,  7  qoe  debe  cor^ 
regir  el  instroctor  desdequeeropiezao  à  apreDderlo  pie 
à  tierra.  £1  sable  queda  prevenldo  despaes  del  tercer 
corte  , .  comò  està  esplioi^do. 

Estocadd  al  frent€=>estocadd* 

h.  la  primera  parte,  ó  voz  preventiva ,  se  levantar^ 
el  taloD  del  pie  izquierdo  girando  sobrb  su  punta  y  re* 
tirando  el  brazo  derecbo,  todo  lo  posible  t  la ,  e«paldii9  * 
qoedando  la  mano  por  debajo  de  la  tetilla  y  é  su  inme- 
dìacion,  la  punta  del^ sable  à  la  altura  de  la  boca^  la  mano 
nfias  abajo,  y  el  corte  bori zontal  sobre  la  derecba» 

A  la  ^e^unda  parte  ^  ó  voz  ejecntlva^  se  estenderà  el 
brazo  con  violencia  para  dar  la  estocada^  inclinando  el 
cnerpo  addante  y  levantando  la  mano  con  la  empufia* 
dora,  à  roedida  qne  avanza  la  estocada^  para  que  està 
se  dtrija.  borizontalmente'é  la  altura  del  pecbo  del  con- 
trariò; quedàndose  al  terminarla,  pon  el  brazo  à  toda 
su  estension,  la  roano  à  la  altura  del  bombro,  y  el  sa- 
ble horizontal  al' frente.  , 

Prevengane  (el)  ^sable. 

Dejafido  caer  con  viveza  el  sable  sobre  el  costado 
izqaierdo ,  se  bajarà  la  mano  basta  apoyar  el  codo  en 
el  hueso  de  la  cadera,  la  mano  é  su  altura,  y  el  sable 
terciado  desde  la  mano  hécia  el  ojo  izquierdo ,  corno  se 
ba  esplicado.  • 
.  16 


?42  ' 

Guardia. 

.  Como  està  ensenado.  ^ 

Quite  y  èstocadà  d  la  derecha^saestocada. 

A  la  ^rini€ra  parte,  6  toz  previcotua,  te  Tolveri  la 
mcineea*hàcìa  ei  cuerpo,  de.  forma  qae  loa  Dudiflos 
qaeden  al  freote  y  laB  pnas  abajo,  j  se  tirare  qo  quite 
con  fuerza  coDeHomo  del  sable,  corno  para  eyitar  uoa 
estocada  ó  lanzada  que  se  dirigiese  por  la  derecba,  j 
describiendo  con  igual  rapidez  un  circolo,  snbiendo  por 
detras ,  se  traeri  el  sable  é  N  posicion  de  estocada  d  la 
derecha,  en  la  misma  forìna  qne  se  ba  espli cado  para 
la  qne  se  tira  al  freote. 

A  la  sega nda.  parte,  6  Yoz  ejecutiva,  se  dirigirà  la 
estocada,  levaotando  la  mano  lo  necesario ^para  qne  nò 
86  elete  deroasiado  la  panta  del  s^ble ,  caligando  el  pe- 
so d^l  ctìefpo  sobre  la~^  pierna  derecba  {  despufes;  de 
haber  girado  un  poco  sobre  sa  taloo,  y  leTaótasido 
el   izqaierdo.  "      *         • 

•  Prevengan  (ei)  sable. 

Doblando  el  ^brazo  y  bacieodo  frente ,  se  traerd  et 
sable.  à  està  posicioo.  '  .      .       '  f 

Quite  jr  estocada  d  la  izì/uierdassiestòcada. 

Eix  iguales  términos  y  por  los  medios  coptrarios,' ei- 
pHcados*  para  la  derecba ,  enidaodo  por  consigoiente  de 
volver  la  mnneca  ufias  afuera ,  para  prepararci  qnite 
que  debe  darse  con  el  lomo  ,  qaedando'  el  coiste  lincia 
la  cara,  asi  corno  eii  el  de  la  derecba  qaeda  al  fren- 
te  desde-  la  guardia.       .  ^        -  ' 


I 


245 
Cortes^Bt^inco  y  seis. 


Volvieit^o  ci  saWe  jK>bre  la  derechacon  un  movi- 
miento  de  la  nianeca  >  qaedaré  eoa  la  punta  al  freute  j 
el  corte  adelànte,  procediendo  en.seguida  à  tirar  el  corte 
cinco  sobreel  costadovde  derecha  i  izqoierda;  y,  voUien- 
do  la  inuneca  al  terminarlo,  se  tirare  el  seis^  proloo- 
géodole  basta  el  freiite,  de»>haciendo  al  mismo  tièmpo 
el  giro,  y  tornando  la  posìcion  de  prevengati  el  Sable^ 
8Ìo  qae  pase  por   retaguardia. 

El  instroctor  débe  coidar  de  bacer  con  claridad  la- 
esplicacion  del  movin()iento  de  tntiiieca ,  por  el  cual  se 
preparan  Los  qnites  qo^  acaban  de  esplicarse,,  b'aciendo 
comprender  al  recluta  la  diferencia  entre  ellos  y  los 
cortes  uno  y  dos  que  se  tiran  en  la  misma  direccion, 
habltuéDdole  à  qiiie  aquellos  s^an  con  e|  louo,  asi  co-  ' 
mo  estQS  con  el  corte. 

Se  distingnen  dos  quites,.  ano  de  derecha  é  i«qtiierda, 
y  otro  de  izquierda  é  derecba,  por  -ambos  cpstados. 
£1  qoite  de  derecba  é  i«|uierda,  ó  saa  del  frei)te  à  reta- 
goardia ,  se  espresa  con  la  .Iroz  quile^  pero  el  de  reta- 
goardia  al  frente  se  especificaró  con  la  voe  de  quite 
de  la  dereekd  ó  de  la  izq^uierda  al  frtnie. 

A  fin  de  aeoì'tar  en  lo  posibte  lae  Toces  de  mando,  se 
enteoderé  que  la  estocada  es'  contra  caballeria,  siempre 
que,  comò  eti  las  tres  primeras  dWisiones,  no  se  espre- 
se  otra  cosa,  y.qiie  quando  baya  de  ser  contra  infan- 
teria, camo  en  la  cuarta  divisìon,  se  indicaTii  asi  en  la 
Toz  de.  mando* 

Al  homhro  {el)  sahle. 

Leifantaudo  su  punta  con  un  empuje  de  lajpufieca, 
86  apoyarà  el  lomo  en  el  hombro,  sin  mover  la  manovde. 
su  posicioD. 

En  su  lugar=descans,Q, 

Conio  queda  esplicado  en  la  primera   iecciou. 


'  TEACBBA  LECCIOR. 

*  Comhinadon  de  las  dwUioncs  segànda  y  tener  ih  p^^ra 
elataque  y  defensa» 

SEGUNDA  DIVISION. 

Prevengan  {el)  sahle. 
"  Como  se  ha  ensenada. 

Guardia* 
Segi|o  queda  espHcado. 

Cortei  unoy  dos.       ^ 

Los  mismos  qae  ae  hao  ensenado  para  el  aaalto,  qoe- 
daodo  elsable  còrno  se  ha  espresado  en  la.primera  divi- 
tion  al  GODcluir  el  corte  dos. 

Quite  de  la  derecha. 

Ooblando  la  mofieca  hdcià  adentro^  de  forma,  qae  el 
tomo  del  sable  qoede  à  la  de.recha,  se  tirare  eoo  éi  dd 
qaite  bacia  retagaardia;  y  sobiéodole  en  segaida  des- 
cribiendo  un  circolo  por  detras,  veodré  à  la  posicioQ 
de  dar  el  corte  seii*  • 

Cortesssseis. 

Se  tirare  este  corte  dò  izqoierda  i  derecha  ^  sin  pasar 
el  sable  por  encima  de  la  cabeza« 

Protejan  la  derecha  del  caballq.       * 

Se«TolTerà  el  sable  paota  arriba  en  el  mismo  costado, 
por  medio  de  on  répìdo  cfrcolo,  j  restìtojcDdo  el  pe- 
cho  al  frente^y  se  inciioarà  el  coerpo  y  bajari  la  mano 
con  el  brazo  estendido,  el  sable   perpendicnlar  panta 


245 
arriba,  el  cnerpo  incliaado  adelante,  y  la  empofiadura^à 
la  altura  j  éofréiite  del  moslo  derecho,  corno  ai  corres- 
pondiese  al  flaDco  estando  pie  àtierra,  y  an  poco  delante 
de  la  ci^fionera  derecha  eatando  i  caballo.  La  cabesa  al- 
go  baja,  para  cubrirla  cao  el  dltimo  lercio  de  la  hoja. 

Guardia  d  là  derecha. 

Letantando  la  mano  derecba  y  girando  el  cuerpo  cop 
mo  està  ensefiad^,  se  UeVarà  el  sabla  à  està  posicion. 

Estocada  d  la  derechasoBestocada. 

Bajando  là  mano  y  doblando  el  brazo,  se  preparare 
la  estocada  del  «nodo  esplicado,  tirandola  à  la  iroz  eje- 
cutiya,  corno  queda  dicho  en  laprimera  diyisioD. . 

Guardia  d  la  derecha* 

CoD  OD  moTimiento  de  la  mùneca  se  traeri  el  sa- 
ble  i  la  po6ÌcioD  qae  espresa  la  toz  d^  mando^ 

Protejan  la  derèchà. 

fiajando  la  mano  Ala  altura  de  la^cadera,  y  el  brazo 
i  toda  su  estensioD  sobre  el  costado,  qqedarà  el  sable 
perpendicalar  eoo  Ja  punta  arriba,  el  corte  à  la  dere- 
cha ,  el  cuerpo  iuclìnado  y  cargado  sobre  la  pieroa  de 
este  lado,  y  levantado  el  talon  del  pie  izqoierdo ,  giran- 
do sobre.  su  punta. 

Corte=scualh . 

Dejando  caer  el  sable  sobre  la  izquierda  y  faccia  Ja 
cabeza  del  caballo  basta  qae  la  punta  baje  cerca  del 
saelo,  se  tirarà  una  cnebillada  de  izquierda  i  derecba  y 
de  abajo  arriba,  que  es  el  mismo  corte  cuatro  del  asal- 
to, y  sin  deteuerse ,   al  terminar  el  corte,  se  mandare: 


Ìi6 

Protejan  la  den^cha  a  retagudrdia- 

Giràodó  el  cuerpo  Io  pòsibift  A  la  derecha  sobre  el  ta- 
lon  del  pie  derecho  j  pauta  de!  izquierdo,  se  lleTarà 
èì  brazo  coanto  sea  ][»osìble  baciarla  e^palda,  con  so  ma- 
no é  la  altura  del  timpano  de  la  mateta ,  ÌDclioaDido  el 
caerpo  é  dicbo  lado,  el  sabte  perpendicalar  ^  con  la  pan- 
ta  arriba  y  ei  oorte  atràs. 

Corte  d  retaguardia* 

Bajando  el  sable  sobre  la  ìzqdierda,  se  tirari  el  cor- 
te seis  à  retagaardia  por  eocima  deia  grupa  del  caba- 
llo,  prolongàudoie  basta  el  costado  izquierdo ,  para 
quedar  en  la  posicìoa  de  :   . 

Protejan  el  brazo  de  la  brida. 

Termìnado  el  corts^ei^ ,  qaedarà  el  brazo  por  enclma 
de  la  ca))eza  j  por  detras  del  casco  ó  cbapó,  ipciinado 
el  cuerpo  y  cabeza  sobre  là  ìzquierday  el  sable  tendido 
en  la  esteosion  del  brazo  de  la  brida ,  cubriéudole,  el 
filo  à  la  izquierda  y  la  punta  abajo  :  sa  levaotarà  el  ta- 
lon  del  pie  derecbo.  para  con  mas  facilidad  poder  incli- 
nar el  cuerpo  y  cabeza  héola  la  espresada  mano. 

Quite  de  la  izquierda  al  frente. 

Levantando  ìa  boja  y  apoyando  el  puuo  del  sable  en 
el  bombro  ìzquierdò,  conila  punta  ariibay  el  corte  al 
frente,  se  tirare  con  fapidez  y  fìrmeza  un  quite  con  el 
lomo  del  sable j,  describiendo  un  circolo  sobre  el  costa- 
.do,  de  izquierda  à  derecba  y  comò  para  q^itar  una 
estocada.ó  Unzada  que  se  tire  por  el  costado.  izquierdo, 
y  cpntinnando  el  circolo  sobiendo  por  delante  la  pun- 
ta del  sable ,  se  quedarà  en  disposlcioii  de  dar  el  corte 
teis* 


247 

Se  tirare  es te  corte  de  ìzqiiierda  é  dereclia,  comò 
està  eosefiado>  y,  «io  eoo tiiìoà rio  mas  qoe*  basta  el  tér^ 
mino  dei  semìcircoio  eticima  de  ias  (irejas  dei  cabaiiOi 
86  vendré  à  la  posicion  de 

Protejan  la  izefuierd^. 

En  lo8  misnio»  tèrmi  DOS  j  por  los  mediòs  cootìrarios 
qne  sé  ha  eosefiado  para  i^  derecha» 

Guardia. 

Como  queda  esplicado* 

Al  tiombro  {el)  sable. 

Como  se  lia  ensenado. 

TERGERÀ  DIVISION. 

Prevengah  (e/)£a^ftf.—  Guardia*^  Bstocada  àlfrente.-^ 
Protejan  la  de^echàm 

Bescrìbìeudo  òo  circulo  del  frànte  al  costado  y  desde 
la  actìtod  de  U  fstocada  al  de  là  proieccion  y  sé  enderè- 
zara  ek  cnerpo  qoe  se^  babìa  inclinado  bécia  adelante^ 
J  se  bajaré  é  la  dere&ba,  leTantaèdò  el  talon  dei  pie  ia- 
quierdo,  corno  queda  preTenido  para  està  posicioo. 

r  -  . 

Corte=cinco. 

A  la  T02  corte  86  vuelve  el  sable  sobre  la  derècba  pò- 
méD'dole  bofizontal,  eoo  la  punta- à  retaguardia  y^  el 
corte  al  Trente ,  eo  disposicìoD  de  tirar ,  à  la  segundà 
parte  de  la  toz  el  corte  indìcado  de  derecba  é  tzqoier- 
da ,  terminaiido  con  el  sabl^  aobre  el  bombro  izqaier* 


io  y  éi  pofio  .castro  dedos  separado  de  dicho  hombro, 
corno  para  tirar  el  corte  dos. 


• 


CortesTs^dos  y  uno* 


Se  tirardn  estos  cortes  seguo  se  ha  ensetìado;  el  pri- 
mero  de  izqoierda  à  derecha  bajando^ó  sea  ^eì  2  al  5  del 
circulo,  j  spbieudo  sin  dilacion  el  sable  por  el  ar- 
co 5,  5,  1,  se  tirare  este*  corte  del  1  al  4?  quedando  ea 
la  àctitud  de  protejan  la  derecha» 

Quite  de  la  derecha  al  frerUe, 

Por  medio  de  an  movimiénto  de  mofieca ,  sepondri 
el  corte  A  retagaardia  y  se  tirare  el  quitè  con  el  lomo 
del  sable  >  de  atrasadelaote,  comò  para  evitar  una  esto^ 
cada  6  golpe  de  laoza  que  se  tirase  por  el  costado  de- 
recbo  ',  y  terminado  el  qnite ,  qoedarà  el  sable  ^n  dispo- 
sicion  de  tirar  el  corte  dosi.     • 

Corte=»dos» 

Comò  estàensefiado  en  el  asalto  i  qaedando  en  la  mis- 
ma  disposicioD  qoe  alli  se  previene'  para  tirar  en  segai- 
da  el  corte '/res. 

Cortesi  res, 

Como  se  espresa  en  el  mismo  asalto,  trayendo  el  sa- 
ble por  delante  del  caerpo ,  con  la  punta  arriba  y  i  la 
posicion  de 

Protejan  la  derecha. 

Go*mo  està  prevenido. 

Corte^^ires. 

Boblaudo  el  brazo  por  la  saogr/a  ,•  y  trayendo  el  sable 
sobre  la  izqaierda  se  tirare  est  e  corte  con  firmeza  j  ra- 


'HO 

pides,  y  describieodo  con  prontitud  au  clrculo  sobre  la 
derecha ,  qoedaré  en  la  postcion  de 

Protejan  la  derecha. 

Como  se  ha  esplicado* 

Corte=^eis, 

Como  queda  ensefiado. 

Estocada  al  f venie.    ■ 

En  ignales  térmÌDos  que  se  ba  ejecatado  ja,  pagando 
el  sable  sobre  eì  costado  à  la  actitud  Ae protejan  la  de^ 
recha. 

Protejan  la  derecha.*-Corte=seis. 

En  los  niismos  térmìnos  que  se  ba  becbo  ya  antes  de 
la  estocada  al  frente,  tradendo  el  sable  é  ìa  primera  posi- 
cioii  del  asalto  para  tirar  los  cortes  uno  j  dos, 

Cortes^^unox  dos. 

Gonio  està  ensenado,  describiendo,  al  terminar  el  dos^ 
UD  semicircoio  sobre  la  derecba  j  sabieodo  el  sable  à  la 
posicion  de   guàrdia* 

Guardia, — Al  kombro  el  sable. 

Demostracion  del  ataque  y  defensa    por  la  combina'^ 
don  de  las  dos  divisiones  espresadas, 

S.*    DI  vision.  .3.'  MVISIOlf. 

1  Prerengan  el  sable..... i.  Prevengati  el  sable. 

a  Guardia. ...•.••.....•...•....•  a  Guàrdia. 

3  Cortes   uno   y    dos 3   Idem. 

4  Quilc  de   la  derecha !.  4  Estocnda    àì    frentc. 

5  Corle  seìs ;  5  Prolcjan  la  derecha. 


1:50    ;  ., 

6  Prole  Jan  U  derecha  de^  ca-  - 

ballo... .....•••.•.        6. Coif.te  cinco»    .-  ^■ 

7  Guardia    a     la    derecha 7  Cortes  (Ics  ,y  qno. 

'^  Estocada   d    la    derecha SQui.te     de    la     derecha    al 

;    frente. 

9  Guardia  ar.Ja  derecha 9  Corte  dos. 

10  Protejan^  la    derecha.'......, ••  io  Corte  tres. 

'  li  Corte  cuatro». 11   Prote}an    la   -d^recKa. 

12  Prole  Jan    la  derecha  a  reta-  ... 

guardia ...:....».».. «  ) 2.  Corte  tre&. 

]3^Corte  a  retaguardia .,.»  i3  Proteìan   U  derecha. 

i4P>'ote)an  et  braso  de  la  brida.  1 4' Corte  seis. 

aSQuitcdela  izquterdaalfrente.  .i5  Estocada  al  frente;  ' 

iB  Coiste  seìs iB  Protefan  la    derecha. 

17  Pi'otéjan  la   izqi^ierda... ........  1.7  Corte  seis.. 

^8  Guardia. .< ,18  Cartev   udo  y   dos. 

19  Guardia...  ...V 19  Guardia. 

20  Al  hombro  el  sable... '2a  Al  hombca  el  sahle. 

Por  manera  qae,  s^Bìclas  lag  dos  divisiones  y  ejecpta- 
das  con  desemb^razo  y  preclsioDy' bastare  hacer  qaef  tea 
Diìmeros  impares  deuiVenle  ii  lospares,  y  procedane 
eìecutar  aquellos  la  segaoda  dÌTÌsioa>  y  estos  la  tercpra 
del  ataque  y  dejensa. 

Suponieocfo  an  pelotoo  de  doce ,  reclotas  formados  en 
ala  y  uuitierados  por  Cu  atro.,  con  la  distaocla  de  tre» 
pasos  de  hooibre  à  hombre,  ae  mandare: 

Unos  y  tres€s^=^de^s=iffent€^=s.inarchèn.  .  •   ' 

Y  liipgo  qae  hajan  marchadò  doce  pasos,  la  bario 
'  por  el  flaoco   izquierdo  basta  llegar  al  frente  de  los  do- 
ses  y  cuatros  qnese  ban  maMteoida  firmes  ,  eo.cuyo  ca- 
so se  darà  à  aqueilos  las  voces  de 

jiUo^r=d  la  izquierda^rrz frente. 

Paestos  Qoos  enfrente  de  otros,  conio  debeo  qdedar  los 
ìiDos  de  Los  doses,  y  Los  treses  de  Ics  cualro»,  maodarà 
ti  ìostractor:  - .    ' 


251 

Àtaque  y  defensa* 

A  caya'^oz  prevendrén  el  sable  j  aligeràr^n  la*pier- 
na  izquierda  ,  còrno  està  prevenido  en  Ja  instruccloo  ^el 
Teciata  para  marchar  de.  freote/ 

Ndmeros  ifnpares=ssegundadiyisì'ón. 

A  est^  Toz  romperin  la  marcha  ,al  frente  todos  lo^ 
Diimeros  pares  é  impares,  liuacéndpse  mutuamente  por 
sa  derecha,  j  cnando  estén  ai  alca  oca  de  sus  arinas, 
empezaràn  é  eJQCutar>  los  anos  y  tre^es  la  segopda  di- 
yisioo^  que  .reclbìrén  tos  doses  y  cuatros  hacifndo  la 
tercera,segan  la  cor respondebcia  numèrica  que  està  war- 
cada  ei»  la  aoterior  dem^stracion*     \ 

Cnandó  ^l  iostructor  quieta  que  cpntinde  el  ataque 
r  de/ensa^  observarà  el  momento  en  que  los  ndmeros 
impares  esperan  eh  guardia  los  cortes. uno  j  dos  con 
que  terminan  Ics  pares  la  tercera  diyisìoD  ^  y  mandar à: 

Ndmeros  paressssscigunda  division, 

Cójos  ndmeros  .continuaràD  bacieudo  el  quite  de  la 
derecha,  6  sea  el  nlimero  4  de  està  diyìsioo  ,  y  los  im- 
pares del  mìsmo  ndmero  de  ta  tercera,  que  es  la  estO' 
cada  al  frente.      •  .  , 

Del  mismomodo,  %t  se  qniere  continuar,  se  repetrrà, 
en  igual  oifcnu^taDcia  que  la  anteriore  la  yoz  de  niime^ 
ros  ìmpares=ssseganda  division  <i  y  cu  a  odo  sequiera  ter- 
minar el  ataqù^  y  defensii^  bastarà  no  dar  voz  alguna, 
con  Io  cual  los  reclutas  aeabaràn  sus  divlsioues  respecti- 
vas  eoo  \a' guardia  y  sable  ài  hombroy  qde  son  los  od- 
ueros  19  y  80  de  ambas  diyisiones. 

Los  cortes,  guardias  y  paradas  de  la  segunda  divisione 
demQ*estran  bien  los  casosen  que  el  que  tjecuta  laterce* 
ra  pierde  terreno  por  la  derecfaa  de  sti  contrario  bacia 
rt'tagu'ardia ,  y  cOmo  pasa  por  fio  à  la  izquierda  y  ter- 
mina alfreote.         ^  • 


252^ 

£1  instractòr  procurare  qae  comprendali  blen  Io6 
reclutas  qcielld>en  maotenerse  firmes  Ics  qae  ejecatan  la 
tfegunda  dÌTÌHon,  y  qae  lòs  que  hacen  la  tercera  han 
de  xnarchar  por  la  derecha  A  retaguardia  de  sa  contra* 
rio,  volver  por  la  izqaierda  j  terminar  al  frante,  segati 
Io  iodican  Ics  golpes  y  defeusas  de  la  segandà  ,  y  qae  é 
su  ree  al  cambiar  de  divisiones,  se  maeve  el  que  estate 
firme,  y  qaeda  firme  el  que  antes  se  moTÌó. 

CUARTA  IieGCIOir. 

GUARTA  DIVISION. 

Consta  de  cortes ,  estocadas-y  quites  contra  infanteria* — 
Frevenf;,an  {el)  sabìe.'—Guardia.^Corte^^dos. 

Se  ttrari  este  corte  ccp  viveza ,  inclinando  el  <yierpo 
para  darle  lo  mas  bajo  posible;  se  llerari  el  brazo  à  te- 
da sa  estensìon  àia  espalda,  bajando  la  mano  derecba 
basta  la  altura  de  la  cintura,  el  tomo  del  sable  quedartf 
al  freute  y  la  boja  casi  perpendicular ,  aunque  algo  in- 
cliuada  sa  pnuta  sobre  la  derecba:  el  cnerpo  se  avan« 
zarsS  tambìen  à  dicha  mano,  levantando  el  talon  isquier- 
do  y  girando  sobre  la  punta  de  este  pie. 

Quite  de  la  derecha  al  frente^=^quite. 

B.etirando  un  poco  el  sable  para  darle  major  em^je, 
se  ti  rara  el  quite  con  el  lomo^  traydiidole  con  iriolencia 
bécia  el  frante,  basta  que  naturaimente  suba  i  descan- 
sar encima  del  bombro  izqnierdo,  con  cuyò  pioTÌmiento 
se  arrollarà  coanto  se  encuentre  al  costado  Herecbo  del 
caballo:  la  mano  dereoba  deberà  quedar  al  frante  de  la 
tétilia  izquierda' despues  del  quite.  , 

Corte^dos, 

Se  tirare  este   corte  bajo,  basta  llegar  oon  él  cerca 


255 
del  saelo  por  la  derecba ,  y  .proloqgéndole   h^cia  reta- 
guardia   cnaoto  Iq  permìta  la  estension  del  brazo^  se 
traeni  en  ségaida  el  sable  por  encinoia  de  la  cabeza  èco- 
locarlo  en  ei  primer  tieinpo  del- asalto. 

Corte=uno. 

Se  tirati  el  corte  uno  del  asalto,  bajó  y  prolongado 
8obre  la  izquierda  contra  infanteria^  y  sio  esperar  mas 
Yos  de  mandp ,  se  restituirà  el  sable  à  la  posicion  de 
prsvengan  el  sable.' 

Quite  Y  estocada  d  la  derecha  contra  infanteria. 

En  lo8  mismos  terminos  -qae  se  ha  esplicado  en  la  pri- 
mera  divtsioo;  con  la  sola  diferenéia  de  dar  el  qnite  bajo, 
corno  para  separar  las  bayonetas  qne  puedan  dirigirse 
centra  el  costado  del  cablilo,  y  se  ase!»tarà  eu  segaida 
la  estocada  bacia  tierra  y  cerca  del  estriho. . 

Estocada. 

Se  tìrarà  està  con  firnìeza  adondé  està  apnotada,  man- 
teniéodose  en  està  disposicion  basta  la  toz  de  prevengan 
el  sable. 

Qintey  estocada  d  la  izquierda  contra  infanteria. 

Girando  àia  izqaierda,  se  darà  la  estocada  eo  iguales 
terminos  y  por  los  medios  contrarios  qoe  se  ha  ejecutado 
sobre  la  derecha,  qoedando.  en  la  actitnd  de  apantar  la 
estocada  à  tierra. 

Estocada. 

Se  tirarà  con  firmeza^  nianteni^ndose  eo  està  dispo- 
sicion  basta  la  toz  sìgaiente:  t 

Corte=Ures. 

Desde  la  posicion  en  qne  se  ha  qoedado  al  dar  la  es- 
tocada, se  leyantarà  el  sable  tirayeiulo  la  niano  por  de- 
gras de  l.a  cabeza  basta  qoe  quede  à  la  altura  de  la  cin- 
tara  al  costado  derechp,  la  pnnta  del  sable  bacia  arribai 


254 
y  el  corte  sobre  la  derecba  :  se  tirare,  el  corte  tres  ea- 
senado  en  el  asalto;  pero  bajo  j  prolongado,  corno  te 
baco  en  todos  ios  que  se  èmpleaii  contra  infa*Dteria  ;  j  se 
quedaré  ^  la  pòaicioD  de' guardia  aobre  ei  costado  ìe- 
quterdoy  girando  sobre  la  paota  dei  pie  derecbo.. 

Corte=cuatro.  < 

Entre  las.dps  partes  de  eata  voi  se  dejaré  ati  corto 
iiitervalo  para  di^'tingtiir  Ics  movimientoa,  ponieodoen  ia 
primera  §ì  sable  perpeodicular  pania  arriba,  apoj:ando 
Ja  mano  por  debajo  del  bombro  izquierdoy  girando  qq 
poco  ei  cuerpo  bacia  este  lado. 

A  la  aeganda  parte  de  la  luisma  voz  se  tirare  el  corte 
coatro  del  asalto,  pasaodd  el  ^^ble  por  enei  Dia  de  la  ca* 
beza  y  tra^^éodolo  ea  segulda  àia  posicioo  de  prevengan 
el  sable»  .* 

Guardia» — jÌI  hombro  (el)  sable» 

La  primera  leccion  se  divide  en  tiempos,  corno  indis- 
peusables  para  la  mayor  oniForaiidad  de  Ics  moyimien- 
to8;'pero  desde  la  segnnda,  eo  que  poedie  d'ecirse  qoe 
solo  principia  verdaderamente  el  manejo  del  eable^  se 
ban  suprimido  aquellos,  en  atencion  à  creerse  que  prò- 
duciria  està  subdiyisìon  una  complicacion  indtii  y  emba- 
razosa.  Por  consigaiente^  los  golpes  y  qnites  constan 
cada  uno  de  un  tiempo  y  un  movimientoy  à  escepcton 
de  las  estocadas,  qóé  tienen  dos  marcados  por  la$.voces 
preifentiva'y  efecuti^a,  Cuando  ias  dìvisiones  se  manden 
marcando  con  la  yoz  cada  uno  de  sos  movimientos  ^  se 
llamarén  con  tiempos^  y  sin  ellos  cuando  se  ejecuten  sin 
mas  que  la  indicacion  de  primera ,  sego nda,  6  tal  di- 
tision.         * 

Preparacion  para  el  manejo  del  sable  de  una  mitad. 

Para   que  se   verifiqué  el.uD.anejo  del  sable 'en   fila, 
balUftdose  form^da  en  batalla  una  mìtad,  se  le  maodarà: 
1 .»     Milad 
2,*     Por  cuatròssd  la  dertcha  media  vuelta 


255 
.    ;  5.*.    Marche^.i  n       **v 

4*^    ^P.''^fidr^rtS€  para <€lntjciììejo  del  sahU* 

5.*,  Mareìien.)  '    . 

',  .•  6.»    Fir^m^'/,.  .;    '  Y  '.^ 

A  (a  tercera  voz  tbd^s  Las  nia;s  de  Ì  cciatrp^de  prime* 
ra  j  spgaada  €Jecfitarén(ia  medt^  Tuelta,  é  la  mano  indi- 
cada.Oida  la  qmiitav®^'^  inarcbari  toda  la  segQada  fila 
à  retaguardia  bà$ta  eacoDtraise;^  diéz  yseìs  pasos  de  la 
prìmera:  al  mismQ  tiempo  fos  utimeto^  iìdos  de  està  da- 
rio  oUa  ?ez  t'rente  à  yaiigoardia,  por  .medio  de  ia  medìtL 
vuelta  ^  ia  derècha,  j  ios  demas  de^diciia  fila  marcha- 
rio  à  retagciardlai*dati4o  tanibièn  médid  vuelta  à  la  de- 
rècha lo8  doses,  desptiès  de  aiìdadcifs  caatrò  pasos  ^  y 
situandose  exactameotéidetras  de  aqttellos,  Io  qaé  ejecfi- 
tarali  sucesivam[eiite.  ppir  sq  ÓI^den  numèrico  Jos  demas 
Diimeros  de  pjrimet*a  (ila,  y  tambien  tos  de  segunda  al 
llegar  à  la  espresàda  distancia  eie  loé  qcie  yA  se  ha  lieti 
establectdos  en  hilèra<(  Bleo  <;Dbiert0$  Ips  individaos  de 
cadàaoa,  se  alinearàa  con  proatita4  por4a  derecfaa,  lo 
qne  verifiè^do^darà  él  comaodantelde  ia  mitad  la  sesta  . 

voz.  .  e       /     •.  ^  . 

El  sargeoto  6  cabo  colocado  en  fila  esterior  seguirà  et 
aoTimiento  de  la  segnnda  fila  ^  dan|o  media  vuelta  à  Ja 
derecha,  marchando  en  segnida  à  reìagaardia  y  volvien- 
do  é  hacer  fren^te  po^  etra  media  vaelta  é  la  espresàda 
mano,  de  mao«ra  é  quftdar  la  eabez^  die  su  caballo  dis- 
tante cuatro  pasos  dela  linea  de  las;colas  de.  Ios  dltimos 
àe  segunda  fila ,  91  el  movimiewto  se  vilifica  à  caballo, 
y  otros  tantos,  medidos  desde  su  pecho  à  la  espalda  de 
ios  lìltimos  niSm^ros  de  dicba  fija  ,  fi  fuese  pie  é  tierra. 
£l  iodividuo  de  igual  plase  qne  se  balle  situado  delante 
dela  primera  fila^  cob  el  objìèto  de  òcupar  el  puesto 
del  comaodante  de'  la-mitad  y  de  servir  de  figurante  en 
log  correspoodienle^  c^lsos  ,  marctiaó'à  diéz  pasos  al  frea- 
te  al  oir  la  quinta  xm. 

El  comandante  de  ja  mitad.  (en  el  supuesto  de  t'jerci- 
tarse  està. sola)  sq  s^tuarà  en»  el   ^unto  desde  el  cual 


256  ^  ' 

paeda  ob^ervar  mejor  la  ejecacion  de  los  movimleotos. 

Volver  d  formar  en  baCalla. 

Termlnado  el  maoejo  dei  sable  ,  se  mandard?, 
1/     Mitad 

2>    jél  su  fo'rmación  en  batalla 
3/     Marchen. 
,  4«*     -P^^  ^<*  dere<^a*^alinearse. 
5.'     Firmes.      \  ^  ■'  ' 

Ojda  la  tercera  tok,  marchardn  los  niimeros  dos,  tres 
j  cuatro  dei^s  dos  filas,  ohlìcuàodo  é  ia  izquìérda  jtì- 
niendo  à  colo^carse  por  sa  órdeii  é  la  izqaierda  de  los 
unos  de  ambas,  que  se  xnaDtendrén.  firmes:  entrados 
eD  sas  puestos  los  odoieros  '  dos  >  tres  y\  cuatro  de 
la  seguada  fila,  tnarcharà  està  de  frente  basta  baliarse  i 
so  debida  distaocia  de  ia  primera,  en  cujo  punto  bari 
aito,  dando  eotonces  el  còipaudante  de  ia  mitad  las  yoces 
cuarta  y  quinta,  que  se  obedecerén.  -     ' 

A  la  tercera  yoz,  *el  sargento  ó  cabo  de  vanguardia  y 
el  de  fila  esteriór  yòlveràa  à  ocupar  sas  puestos  de  bataiia. 

Preparacionpara  el  manejo  del  sable  de  un  escuadron. 

Halldbdose  formado  el  escuadron  en  batalla,  el  gefe qae 
le  maode  dare. las  vocés  sigoientes: 

1."     EsQuadron 

2.*    Por  cuatro=^d  la  derecha*  media  vuelta 

5/     Marcben. 

4.*     P.repdrense  para  el  manejo  del  sable 

5.»  Marchen. 
'  6.*  Firmes. 
Se  ejeoutarà  este  ruovimiento  con  arreglo'é  lo  preve- 
nido  para  el  mismo  en  ia.  misma  iostraccion  de  mitad 
del  nuevo  reglamento,  teniéndose  adernas  presente  qae  à 
ia  qainta  toz  saldràn  treinta  pasos  à  su  frente  I03  guias 
pai  ticuUres  de  Herecha  è  izquierda  dei  escuadron,  con 
el  objeto  de  servir  de  figurautes,  dando  ai  mismo  tiem- 
pò  media  vuelta  à  la  derecba  todos  los  indÌTÌduo.9  co-| 


257 
locados  e D  fila  esterioi:,  y  marcliaodo  eti  seguila  lo  ne- 
cesarlo  para  qaedar  distautes  coatro  pasos  de  ios  ditìmos 
nuineros  de  segunda  fila,  en  cujo  plinto  YoWerin  à  ha- 
cer  frente.  eìpcutando  etra  media  vuelta  à  lacilada  ma- 
no, y  aliiieàndose  en  segoida  por  la  derecba,  A  escep- 
cion  dei  capitan  de  dicha  fita  esterior,  que  se  sitoarà 
celio  pasos  à  retaguardia  de  Kos  espiesadosoiSmeros.  Oi- 
cU  h'  rnismi  quinta  voz.  Ics  comaodantes  de  luitades  se 
sppararén  de  sus  puestos:  ios  de  las  dns  primeras  de  la 
ilerecha  pasatàn  é  situarse  sobreeste  fianco,  dando  fren- 
te  al  mismo,  !as  cabezas  di^  sus  caballos  distantes  tres 
pasos  de  là  hilera  esteiior  de  este  costado,  y  de  tal  mo- 
do que  el  comandante  de  la  piimèra  mitad  qaéde  à  la 
altura  de  la  diblancia  que  d^b*^  promediar  enlre  Ios  nii- 
meros  dos  y  tres  de  segunda  fi  ai  y  el  de  ta  segunda 
mitad  à  la  de  Ios  itìismosvnumeros  de  primera:  Ios  co- 
rna-ndautes  de  iasdos  dltimas  mitadesse  cotocarén  de  igual 
manera  al  fianco  izquierdo  dal  escuadron;  el  de  la  ter- 
cera  frente  à  la  distancia  que  media  entre  Ios  niimeros 
(losy  tres  de  primera  fila,  y  el  de  la  coarta  à  la  altura 
de  Ios  mismos    de  segunda  fila. 

Elgefe  del  escuadron  (en  el  supuesto  de  ejercitarse 
este  solo)  se  situarà  en  el  punto  desde  el  cuàl  poeda  ob- 
servar  l^  ejecucion  total  de  Ios  raovìmiento5.  ' 

A  fin  de  que  Ios  gnias  particnlares,  que  deben  salir 
al  frente  con  el  objeto  de  servir  de  figurantes,  puedan. 
practicar  con  concierto  y  unidad  Ios  movimieiitos  del  • 
manejo  de  las  armas  blaocas  ,  tendràn  por  regia  constan- 
te s^j-^tarse  reciprocamente  para  la  ejecucion  de  Ios  su'— 
yos,  el  de  la  izquierda  A  Ics  de  la  derecba  para  todos 
aqnellos  que  se  verifiquen  à  este  costado  y  al  frente,  y  el 
gnìa  de  la  derecba  al  de  la  mano  opnesta  para  todos 
Ios  noovimientos  que  «e  practiquen    d  la  izquierda. 

Vols^er  ci  fofmar  en  batalla* 

Concluidoel  ma-nejo  dd  sable ,  el  comandante  del  es- 
cuadron darà  la   voces  siguiente^: 

'     17  . 


«58 

!•»    Estuadron 

2.*    A  su  formacion  en  baialla 
.    5/     Marchen. 
4/     Por  la  derecha-^alinearse» 
.5/     Ftrmes. 
Cuyo  moYiinìeoto  sè  ejecatard  con  arreglo  Ì  lo  preve- 
nido  para  el  mismo  eo  la  instraccioD  de  mitad  del  nae- 
To  reglamento;  téni^odose  ademas  presente  que  é  la  ter- 
cera  toz   roUeràn  los  gitias  particulares  y  todos  los  io- 
dìyidaos  de   yangaardìa  j  de  fila  esterior  é  ocupar  sos 
poestoa  de  batalla. 

Preparacion  para  el  manejo  del  sahle   de  un  regi- 
mientd. 

HalUndose  el  regimìeoto  formado  ea  batalla ,  dari  e^ 
corouel  ias  voces  sigoìeBtes: 
1.*     Escuadrónes 

2.*     Prepdrense  para  el    manejo   del  sable 
5.*     Marcheiu 
4»'     tirmes^' 

Repetidas  las  dos  primeras  roces  por  los  priroeros^ 
comaodantt^ft,  daran  lo«  gefes  que  mandei»  los  eacoadro- 
nea  las  sigoientes:  por  cuatro=sd  la  dérecha  media  vuel' 
ta=imarchen>^=sPrepdrense  para  el  manejo  del  sable. 

Proftirìdas  estas  voces,  y  ejecutada  la  media  vuelta, 
dare  ei  corooel  la  tercera  yoz  >  y  se  rei  ificaré  la  prepa- 
i^acioD  coD  arreglo  à  lo  prevenìdo  para  està  en  la  ins- 
traccionde  escuadroo  del  noevo. regiamente,  lo  que  ve- 
rìÈcado,  dare  el  espresado  gefi^  la  cuarta  voe;  teoiéndo- 
«e  ademas  presente  que  -al  oìrla  se  polocar^o  los  gefes  de 
escuadrou  al  costado  derecho  de  Ics  nnyos  respectivos, 
i^lÌBeados  con  loa  ofìciales  que  se  halleO  ^ohre  et  oùsino 
flrinco,  y  adelantados  castro  p^isos  del  frenle  de  la 
prìmera  fila,  y  que  l/>s  demns  ^eiVs  de  vanguardia  dargli 
frente  A  ia  tropa  ejecutando  la  inedia  vuelta  à  la  dere- 
cha.  Bl  corouel  se  situai r;&  con  su  comilìvii  en  el  puuto 
qae  juzgue  mas  à  propòsito  para  poder  observar  ia  eje- 


/  .259 

CQCÌoa  de  ios  moTÌmientos'de  todos  los  escnaJrones.  Los 
ajadantes  mayores ,  colocados  é  la  derecha  è  isqaiérda 
del  regimieuto^  se  apartarén  seis  pasos  sobre  los  flancos 
del  mi^o  y  haréo  freute  à  la  tropa. 

Debieùdo  salìlr  é  vanguardia  lo$  gaias  particalares  de 
todos  ios  escaadrouFs  para  servir  de  fìgurantes,  tendréii 
presente  la  regia  fìjada  eb  la  iostraccioo  de  escaadroti 
para  la  aaidad  de  sos  movimieotos,  observando  coD^tan- 
temeiite  para  los  del  (reute  j  de  la  derecha  al  primer 
guia  de  este  costado ,  y  para  ios  movìmieotos  qoe  se 
ejecQten  é  la  izquierda  al  ultimo  gaia  de  està  inauo. 

Para  voi  ver  à  foriliar  en  batalla,  el  coreoel  darà  ias 
Toces  siguientes: 

I.*     Escuadrones 

2,^    *A  su  formacion  en  batatta 

3.'     Marchen. 

4-*  Firmes. 
Kepetidas  Ias  voces  segOnda  j  tercera  por  los  coman— 
daiitès  y  gefes  de  escaadroa,  se  ejecatarà  el  movimiefi* 
to  cÒQ  arregloà  lo  prevenido  en  la  instruccion  deescua- 
dron ,  del  nuevo  reglai/ieuto,  dando  oportunamente  los 
liltimos  Ias  demas  qoe  les  correspondan  segon  ^quella, 
lo  qoe  veri^cado,  darà  el  coronel  la  de  firmes\  teni^o* 
dose  ademas  presente  qae  à  la  de  marchen  dei  mismo 
Tolveràn  los  comandanteS)  gefes  de  escaadron^  y  aya- 
dantes  mayores  à  ocopar  sos  pnestos  de  batalla. 

SETIMA  CLASE. 

MANEJO  DE  LAN2A  A  PIE. 


LBCCIOK    01fICA« 


Saponieodo  un  pelòton  de  cebo  àdles  recintasi  se  le^ 
bard  tornar  distancias  por  an  fianco,  y  caando  los 
bombrea  teogan  eotre  si  la  de  cinco  pa$o$9  daràn  frentey 


260 
y  se  les  ensenai'à  la  poslcion  de  descansen    lanzas^  en 
està  forma  : 

Guadrado  ti  lancerò  corno  se  ha  enseiìado  en  la  poM- 
€Ìon  del  rec.lata  ,  tornare  Ja  lanza  cou  la  mano  derf^cba 
à  la  altara  del  corbatiu  ,  cogiendo  con  la  misma  Diano 
ci  ramai  »uperior  del  portaianza  ^  la  mano  uiias  adentro 
y  el  pulgar  teudido  à  lo  largo  del  asta;  el  regaton  des- 
Cansaudo  en  tierra  y  locando  al  dedo  pei|ueno  del  p'm 
derechoV  de  maoera  qus  La  lanza  quede  perpendìcuiar 
y  la  banderoia  &  U  dtìiecba. 

Tercien^tanzas.  —  Tres  tiempos» 

Uno»  Bajando  la  mano  basta  la  atadura  del  poiti- 
lan/a)  se  sublima  inm.ediatame[ite  cou  eila  basta  ìd  del 
corbatin  ,  con  lo  qUe  6e  babrà  suspeudido  el  regtitou 
diez   palgadas  de  tierra. 

Dos*  Pasando  la  mano  izquierda  à  tornar  làlapzrf 
por  el  asta  y  à  la  altura  de  la  /-adera  ,  se  bajarà  al  inis- 
mo  tieni  pò  (a  'derecba  a  toda  la  estensinu  (\A  bra/<», 
abandodaudo  el  ramai  del  portaianza,  y  co^iehdo  ei  asta 
entre  la  p^lma  y  el  indice,  de  modo  que  eT  pulgar  que- 
de al  frente,  el  indice  tfndido  sobce  el  asta,  y  los  tres 
dedos  restantes  df^tras  de  ella  ^  la  lanza  sepaiada  del 
hombiocnatro  pnigadas. 

Tres,  Al  mVsmo  tièmpo  que  se  apoya  la  lanza  eu  el 
buecodel  houibro,  pasa  la  mano  izquìeida  à  su  costado. 

Descansen=-lc:nz(is, — Tres  tieìnpo.<. 

Uno,  La  ,man<>  ìz|uler('a  p^sari  a  tornar  la  lanza  p-^r 
la  altura  de  la  tad«:ra  ,  Us  uiiis  fidenlro  y  los  prirneios 
Dudillos  al  frente,  el  pnlgar  teudido  scbre  el  asta  ,  y 
locando  al  cuerpo;  al  misrno  tiempo  la  de'rt.cha  su!)irà 
à  tornar  el  arma  por  la  atadura  dei  porta-lanza,  con  la 
palma  al  frente. 

Dos,  Bajara  la  lahza  bista  locar  en  tiena  el  re^i- 
iotìf  corno  se  ba  tuscuddo  en  la  posidon  de  la  lanza, 


^ 


261 
corriéodosé  liicia  arriba  la  mano  izqoierda  a)  tiempo  de 
bajar  el  arma,  para  que  resuite  siempre  à  la  altura  de 
la  cader  a. 

Tres^  Subirà  la  mano  derecba  A  la  altura  del  corba- 
tiD,  y  pàsarà  la  izquierda  à  su  costado  à  un  misiuo 
tiempo.  • 

Tercien=slanzas, 

Como  se  ha  ensefiado. 

Pre5€nten=slanzas,—Un  tiempo.  ^ 

Se  traeri  con  la  mano  derecba  la  laoza  al  freute,  sa- 
liendo  la  izqoierda  é  recibirla  en  el  momento  en  que  se 
separa  de  su  apojó  en  el  hombro  :  la  mano  derecba 
quedari  à  la  altura  de  la  cbapa  del  ci#turon ,  y  vuelta 
con  los  primeros  nndiilos  al  fr«*nte  y  las  una»  adentro: 
la  izqoierda  à  la  altura  del  coibatin,  con  las  iinas  aden- 
tro ^  la  ianza  perpendicular.  frente  al  ojo  iz^uiecdo  y 
cuiitro  dedos  separada  del  cuerpo. 

Rìndan^==lanzas. — Dos  tiempos. 

Uno.  Rfìtirando  el  pie  derecho  à  retaguardia  ,  se 
pondrà  en  tierra  la  rodiila  de  este  lado,  baj^udu  al 
mismo  tiempo  la  'latza  nasta  que  la  moharra  toqne  eu 
tierra:  las  rnanos  no  se  mueven  de  su  posicìon  :  e)  b^az» 
iz']uierdo  descansa  sobre  el  muslo  de  este  Udo,  y  el  a^ta 
de  la  lai'Zci.quedaré  tocando  el  hut^so  de  la  cadera. 

Dos.  1j%  mano  derecba  sube  à  tornar  el  chacó  bajàn- 
dole  al  costado  à  toda  la  esteobion  del  brazo  y  con  el 
forro  bacìa  atrés.  p 

Present€nrr=zlanzas,-^  Dos  liempos. 

Uno.     Se  pondrà  el  cbàcó  ,  bajaudu  en  segoida  la  ma 
noè  tomar  la  lanzi  por  donde  la  tenia  antei  def  jeeutar 
el  spgnudo  tiempo  de  rindan  lanzas, 

Dos.  Se  ieyantari  y  cuadrarà,  lleyando  la  Ianza  a  ìa 
posicioD  de  prestntadu. 


262 

Tercìen^lanzas,'^Dq$  tiempos.    . 

Uno*  Acompa (laudo  con  ambis  manos  la  ianzi  al  cos- 
lado  derecho,  se  votvera  està  luauo,  còfiia  se  esplica  en 
e\  segttodo  tiempo  de  tercien  lanzas^  quedaod&.el  asta 
caatro^dedos  separada  del  liorabro. 

Dos.  Al  tiempo  de  ^pojar  la  lanza  ai  hombro,  pasa- 
là  la  m^uo  izc^uierda  é  m  costado. 

Descansen=lanzas^ 

9  Còma  esté  epsedado. 

j4  tierra-^lanzas.^  Tres  tiempos. 

Uno.  Bajaiido  la  rna^oo  derecha  basta  tornar  la  Janza  por 
la  atadara  del  j^rtalaoza,  se  bara  uu  giro  é  la  derecha. 

J}os^  Daodo  coD  el  pie  derecho  un  paso  lar^o  de 
costado Y  bajaré  al  mismo  tiempo  la  lanza  bacia  la  reta- 
gaardra  del  freute  primitiyo ,  corriéndose  la  màoo  de- 
recha q»e  la  conduce  y  sin  qoe  el  regatou  se  moeva 
del  pnuto  en  qoe  se  apoyaba,  basta  que  la  lanca  qaede 
eo  tierra,  dobUodose  para  elio  la  rodiUa  derecha. 

Tres.  Lf'Tantando  el  coerpo  al  niismo  tiempo  que  se 
ttne  el'  pie  derecbo  al  izquierdo  que  no  se  ha  morido,  se 
recopera  ta  posicion  en  qoe  se  estaba  eo  el  prtmer  tiem- 
po ,  desbaciendo  eo  seguida  el  giro  y  dando  frente*  Las 
laDzas  quedao  tepdidas  à  retagaardia  en  liueas  *perpeD- 
dicolarea  respeqto  à  la  fila..  * 

Levanlen^=danzas^ — Tc^s  tiempos. 

Uno.     Se  gira  à  la  derecha. 

Dos,  Dando  on  paso  largo  de  costado  con  el  pie  de- 
recbo en  U  linea  de  la  lanza  qtie  està  en  tierra,  se  do- 
blarà  el  cuerpo  y  estendere  la  mano  derecha  à  coger  el 
aita  à  toda  la  estensioa  del  Urazo,  sta  violentarle  ni 
mover  el  pie  izquierdo. 

Tres.  LeTantando  el  cuerpo,- se  corre  al  mismo  tiem- 
po la  mano  derecha  basta  la  atadara  del  porta- laaza,  sì 
no  pndo  ilegar  à  ella  cuando  la  tomo  ;  y  aoienda  el  pte 


265 
derecho  al  icqoierdo ,  se  desbarà  el  giro ,  dando  frente 
j  snbiendo  la  mano  à  la  alta.ra  del  corbalin;  eoo  loqae 
se  babri  recuperado  la  posicioD  de  descansen  lanzas^ 

Ter4:iens=fslanzas, 
Como  esti  ensefiado. 

Revista  (de)  lanzas. — Dos  tiempós* 

TJtio^  Hacténdo  od  giro  é  laderecba,  se  bajaré  la 
mano  de  este'mìsmo  lado  retiréndola  al  costado  y  cor* 
ri^odoU  por  ei  as^ta  eoo  ajoda  de  la  isquierda,  de  for- 
ma qae  està  mano  Tepga  4  toinar  la  lausa  en  su  palaia 
y  por  el  dltimp  amarre  de  la  b^ioderola;  é  fin  de  qae 
poeda  el  qne  pasa  revjsta  acercarse  al  sqldado  tanto 
conio  lo  permite  el  largo  de  la  mobarra  j  el  ancho  dis 
la  banderola  ,  qoe  deberi  ca^r  sobre  la  derecba. 

Dos^  Cornendo  anubas  manos  por  el  asta ,  se  eleva- 
ri  la  lanca  sobre  el  costado  derecho  basta  quedar  \% 
maoo  tzqnierda  i  la  altura  del  corbatìn,  la  derecba  i  la 
de  \n  oadera,  el  codo  tocando  al  lioeso  de  ella,  y  el 
regàtou  al  frente^  De  la  mano  derecha  al  estremo  de  la 
lanza  no  ba  de  mediar  mas  dìstancia  qne  el  largo  del 
regatop,  puesto  que  el  dedo  pequefio  «le  està  mano  ba 
de  tocar  el  canto  de  su  cubo.  £1  giro  se  desbace  ai 
tiempo  mismo  de  elevar  la  lauza. 

Tercien=lanzas.-^  Dos  tiempos» 

Ino,  Corriendo  là  lanca*  por  aiTìbas  manns  y  rett- 
rando  la  derecba  ^  se  tomara  la  posicton  espiicada  en  et 
BPguodo  tiempo  de  tercien  larizas ,  dtsde  la  posìciou  d« 
descansadas  las  mismas. 

Dos.  Apo^^aiìdo  la  lanca  en  el  bombro  ,  pasa  la  ma- 
no izqoierda  é  su  costado. 

jé  discrecion-^lanzas,^  Un  tiempo. 

»Se  el^Tsri  la  mnno  derecha  hécÌA  <;)  Irente  ba.sta  que 
qnfde  i  la  altura  del  codo  ,  con  lo  qne  la  lanzd  se  ha- 
Wà  apo^ado  sobre  t\  bombro  por  »o  centio  ó  equilibrio. 


26i 
Eli  segnida  se  volveri  U  mano  quedandò  rnias  arrib«,  j 
procQiando  qae  al  veri  fica  ilo  no  cabecee  ia  laoza  ni  se 
corra  de  su  apojo. 

Tercien^sslanzas, — Uos  tiempos. 

Vno-     Bajandola  maoó  derecha  con  la  lanza  al  mìsroo 

costado  ,  pasaré  la  izquierda  é  sostenerla  à  la  altura  del 

hombio  y    cnatro    dedos  .si*parada  de    é\:  la   mano   ii- 

qnierda  se   viielve  «nas  al  ttente,  comò  en  el   seguDjo 

.tiempo  df*  tercien  lanzas. 

'     /  OS,     Apojando  la  lanza  en  el  bneco  del  bombro,  se 
restituj^e  la  luaDo  izquierda  à  un  costado. 

L'escansen^^  lanzas.  —  Tres  tiempos^ 
Como  estd  eosenado» 

Èn  su  lugar^ssdescanso. — Dos  tiempos. 

Ino.  B'ijando  la  mano  basta  la  atadora  del  porta- 
laczd  j  se  terciarà  està  sobre  el  costado  izqoierdof  sin 
levantarla  ni  mover  el  regatoo  de  sa  apoyo,  de  modo 
qne  quede  terciada  del  pie  derecbo  al  bombro  izqaierdo. 
£i  brazo  de  ebie  lado  se  dobla  para  apoyar  ea  sa  san- 
gria  el  asta. 

i'OS.  Retirando  el  pie  derecho  à  retaevtardia  j  car- 
gando  el  cuerpo  sobre  la  pierna  derecba  ,  corno  se  ha 
enaenado  en  la  ioNtraccioo  del  recluta,  se  colocari  la 
mano  izqnierda  Fobre  la  derecba  ei^frente  del  caerpo 
ir  i  toda  la  estensioo  de  ambos  b^azos  »  corno  en  la  po- 
sicioD  del  descanso  en  su  lagar^  sin  armas. 

j4tenr=^cion,-'Dos  tiempof. 

Uno.  Subirà  la  mano  derecba  i  tornar  el  arma  por 
la  atadura  del  porta  lanza. 

Dos.  Se  lleva  el  pie  derecbo  al  cnadro  ,  y  la  lama 
4  sa  costado,  subiendo  la  mano'dorecba  A  la  altura  del 
cofbatin  y  quedaodo  la  izquierda  en  su  posicion  oataral. 

La  voz  Ae  atencion  eu  c^te  solo  caso  equivale  à  la  de 
tlescansen  lanzas. 


4$S 

SE^UWfDA  PARTE. 

Instruàcion  d  cabaìlon  ' 

PRIMERA  CLASB.  f 

Posicion  del  rt^luia^ahUs  de. montar  d  caballQ. 

£1  caballo  estari  coù  manta  y  con  solo  el  fiiet^, 
Lien  caadrado  é  su  tVenie»  corno  asimismo  el  reclota 
colocado  al  lado  de  montar  >  aiineado  eoo  la  cal>eza,del 
caballo,  y  observaodo  en  su  posicjou  todòs  Ics  prìn- 
cipios  preveuidoé  en  la  éscaela  dei  recluta  i  .pie.  Coa 
la  mano^derecha ,  uiiàs  adeotro,  teudrà  agarradas  an^* 
bas  riendas  d^l  filete,  coma  i  la  distanzia  de  séis  puì- 
gadas  de  la  boca  del  caballo,  y  con  *a  iz(juiefda'sbiteu- 
drd  el  estremo  de  dichas.rieodas  à  toda  la  é»ten>ioù  dei 

brazo:  eo  està  dispòsicion  aguardarà  la  yci't  de 

*  •■;■'■  !„.•'».     . .-» 

Prepdrense  para  saltar. 

Ed  enatro  tiempos. 

Uno.  Girare  d  la  darecba^  tntroduoir^  la  mani  iz- 
qoierda  pót  <entr6  ias-TÌenda^,^  qtfe'>  queddréti  ^hteHf^ 
sangrfa  de  esté  bfazo,''8Ìefi)pré-(^  la  parte  au|»erif>r>  la 
riendà  izqoìerd^,  4lev»ré  la  tnanbfizqmerda  é  coigér^Utt 
ri  end  as  por  el'Oif»mo  p^rage  ijne'iae  t^niàla^del'ecbia, 
eita  en  8egiii4a  lastootaré  por  to  estrèiididad^y  la:»  p^|ifa<rì( 
primero  porla  oreja  derecka  d«l;eàballó,>iiitrod<iÌioid«iSiJo 
ia  cabesa  de  eate  p<>r«Ua9.  *  t  i-  '  "  •>  » 

Dos.  Darà  un  paso  de  costado  bà«ìa;lft  rterecba, 
gaoaado  el  terreno/tieeesarioiyàra'qciedalr^-la^  altura 
ile  la  espalda  del  eabitllo.  '   -  '*^  •    * 

Tres,  LéTaotaiido  1»  oianò  derécha  qtìe  itiwf» -el 
estremo  de  iat  rieitda^i  é  la  awtfast^i^  queesUa  p?«»i- 

V    IH 


cogeri  por  aeEajo  de  là  derecba ,  corrienSó  «quella  por 
las  rteodas  con  el,  «d^do  peq.qetfìo  eo^jr^  ambas  basta  to- 
car  «1  caello  del<;al>aUo« 

Cuàtro*  Soltarà  de.  la  mano  dcreclialas  rièndas^de- 
jàodolas  caer  sobrela  espalda  klerecba  dei  caballo,  j 
bajando  la  tnìsma  mano  é  la  <;rin,  i^ger^  una  por- 
cion  defila  que  iiajri  al  idedo. purgar  de  la  mano  ìt- 
qaierda,  SQJet^ndola  con  cerrar  el  potio,  apovaré  eo 
seg^idìi^l  >aMé*braftO'd^ìneebo  sobbé^^^i  ionio  del  oahiillo, 
puesta  la  maoo'sobre  la  croz,  j  «sperare  la  toc  de 

^  cabaUo^ 

En  do9  tìempos. 

JTno.  Se  ele^rarà  ligerameiite  tobre  los  dot  pofias^ 
«[oedaudo  el  cuerpo  derecbo  ,j  làoiótara  é  la  attura  de 
(a  Cruz  del  caballo.  ^       *       • 

Dai'  ,  ì^a^arà  la  pìeroa-derecba  tendtda  por  eneinia 
.A»  fa  grupa  del  camallo,  isin  iocarle,  j  se  pondrA  sna- 
vèmente  é  caballo,  «oltando  la  parte  de  cria  qot  teota 
en  la  mano  ixqdierda. 

Posicion  ilei  hòmbrt  d  ciAalla. 

La  eabiezia  ialU., ' flidxihle t  >i  plomo  j.déaembaran- 
datf  ilos  rbofobros  é  una  natsma 'altura  j  biep.  retirados* 

>el  peebo  aacado  4  foer«^9  los  l>r,a.co» 'Ubres ,  lo»  oodoi 
^«aiAos  nalnTBlatiente;,  Us  dQ9ia«effit«dei:iS^oa.jieiido  ìgoal* 
initiite  sobrtt'iel  lomo  del  cabarUo,  k.j^ìptorA^fio  poco 

:  ad^Unfwlai,  loa^ f ifionea  deriaclioa  y  fìrniea, .y?  fcteii  toatcfit^ 
dM^  lo^altoidel  icuevplo  fl^iib)^<t  ^>bro  j  doradio;  de 
modo  que  el  bombre  eaté  ma^le«Mo:e9  #q<|ioaioidO'por 

,»fla  preipioipcéo» 

Los^  mnaUf),  qa»  abr4i$MUEÌA  igTiaimaAle  <•!  eabri^Qi 
deben  eater  Toeltos  sobre  su  fàtU  Uatot^  té^iif^  *las  €*- 
^dm#  liaaUilariiodUlé,  yimo.eatjeiM)efloat«i««  de  lo^e 
>  «SJjipi  Al  sprVflD  |Mj»0;  j  '«l  de  U»  {IÌqvbiii^  . 


«6? 
Et  pliegne  da  las  rodìlUs  moj  saava^  Ut  pieroas 
libres  y  cajendo  nataralmeutef  las  paqtas  de  loa  ple4  . 
coigaiido  dei  mUpao  m^do.  ^iia  sieiidf  del  filete  etn 
cajia  maDOt  Ida  dedoa  .c^rrados,  ek  pulgar  e^teodi^a 
eobre  cada  rìendaf  los  panoa  à  la  altara  4^1  a^tebra^ 
•06teoÌ!()o6  y  separados  é  seU  pal^adaa  090.  de  otrot  oti- 
ràndoae  los  pulgares. 

Observaciòn^sobre  la  pósicion  del  hombre  d  cabaUùB 

£1  cuerpQ  del  hombre  d  caballo  se.  divide  en  Iree 
partee,  dos  móyìles  v  una  imuÓTil.  La  primera  de  iaa 
roòVites  es  el  troncò  6  el  cuerpo  basta  el  remate  de-  la 
cintura;  la  segunda  debe  eoosiderarse  desde  las  roji- 
lUs  basta  los  pies;  y  la  p^rte  iumÓTil  4^sdQ  el  r^inale 
de  U  ciptara  basta  lap  ródillas. 

Para  alargar  las  rJeivdas  del  Slete  se  mandare-. 
1.*    Fila  {ó  hilera).   , 
2.*     Alargen.  {Las  riendasy 

£0  dos  tiempos.  , 

Uno.     Tornare    la  rienda  izqoierda  con   el  polgar  ▼ 
el  dedo  primero  de  la  mano  derecha  nn  poco  por  eoci- 
,ma   del   puiio  ìzquierdo,  quedabdo  Ics  palgares   freiH* 
te  ano  de  otro, 

Dos,  Abriri  la  josano  izqoierdaf  dejipdola  correr^ 
basta  qae  llegneo  4  tocarse  ios  dos  pafios;  la  cerrarA 
en  segiiìda,  y  eo  estando  la  rienda  snficientemeute  aier- 
gada,  restitoiré  los  dos  pnfios  é  sa  posicipn  general* 

La  rienda  derecba  se  alargaràdel  mismo  modo  por 
el  moTiqpiento  contrario. 

Para  acórtar  las  rieadaa  del  filete  se  mandare. 
1.»    Fila(p.  hileray 
2/     Acorten  {las  riendasy 

Eq  dos  ticfmpof* 

Uaci»  Tomaxà  con  el  polgar  y  el  prime r  dedo  jde  U 
xnano.4erecba  la  rieoda  izqaierda  poi:  encima  del  po&o 
iiqaierdp^  de  nodo. qae  ae  toqueo  los  àp*  p^lg^r^P* 


868 
Do9.  Abrirl  la  mano  itqaterda,  dejari  correr  U 
rienda  basta  qae  los  dos  paiìos  'se  hallen  tan  distantes 
ano  de  otro  corno  nea  necesarìo  acortar  las  riendas,  j 
cerrando  entonces  la  matto  icqmerda  Tolveré  ta  dere* 
cfaaàaa  postcìon. 

La  rifonda  dèrecha  ae  acoftarà  del  misuro  modo  por 
el  moTimieato  contrario. 

Para  craaar  las  riendat  en  U  mano  ìzqaìerda  te 
mandare. 

l.*     Fila{óhiUra).' 

8.^    Cr aceri  las    riendas-^en  la    mano  iz* 
4]uierda. 
En  dos  tiempos. 

Uno.     Votverà  nn   poco  el  pano  izqnierdo,  ofias  ar- 
rida, pasari  la  flenda  derecha  A  la  mano  isquierda  pa- 
ra ponerla    encima    de    la    rienda   izquierda,    de   modo 
que  la  estremidad  soperior  de  la  rienda  salga  de  ia  ma- 
no izquierda  por  el  Udo  deldedo  peqne^o. 
Dos.     Retirar4  la  m^no  derécha  éi  sa  contado. 
Para  tornar  una  riend:)  encada  mano  se  mandare. 
1.»     Fila  (ó  hiUra). 
2.*     Sf pareri  {las)  rieridas* 
Eii  nn  tiempo. 

Tomari  la  rienda  derecba  con  la  mauo  derecha  J 
iroWeri  Ins  pofios  ^la  posicion  ^eneraf. 

Para  cruzar  las  rieudas  en  la  roano  derecha  y  ▼ol- 
▼er  à  poner  una  rfenda  en  cada  mano,  se  e jecntaril  se- 
go» se  ha  espllcado,  por  los  mofimieutos  contrarios. 

De  los  usosy  efeclos  de  las  riendasj  piernasy  espuelas» 

Del  uso  de  las  riendas. 

I4QS  ^l^razos  deben  obrar  sin  comnnìcar  dnreca  al 
C9efB4^,  quote  conservare  constantemente  i  plomo;  el 
m^imiento  de  los  brazos  debe  estenderse  desde  el  pu- 
fio  baita  la  artico lacion  del  hombro;  las  riendat  tir- 


S69 
tea  de  medio,  ptra  bacer  tefttir  alx^lpfrUo  It  Tolnotad 
del  gtoete,  y  $u  accion  deba  ir  slempre  acorde  con  U 
de  laa  piernas. 

Del  e  fedo  de  las  riendasv 

LeTantando  no  poco  los  panos  en  direccìoa  deiaa 
rieodas  ae  recoge  el  caballo;  lerantàodolos  oo  poco 
ma»  y  con  mas  fuerza  se  le  para^  abrieodo  6  tirando 
un  poco  la  rieoda  derecha  se  te  determina  à  qoe  Toel- 
Ta  à  la  derecha;  abriendo  un  poco  la  rienda  izqoierda 
se  le  deteruriina  à  que  vaelva  à  la  izqQÌerda;  bajando 
UD  poco  los  pufios  en  direccion  de  las  rieodas  se  le  da 
al  caballo  libeitad  para  que  salga  addante. 

Del  efecto  de  las  piernas. 

Las  pieroas  deben  arrimarse  por  grados,  propor* 
cionando  so  efecto  à  la  seosibiltdad  del  caballo:  de- 
bea  obrar  para  sacarle  adelaiite,  sostenerle  y  ayodarle 
à  volver  à  la  derecha  é  ìsquierda. 

De  las  espuelas. 

Sì  el  caballp  no  obedece  à  las  pìernas,  se  emplearin 
ias  espuelas^  qae  deben  siirarse  no  solo  corno  una  ayo* 
da,  sino  mas  bien  comò  un  castigo.  No  se  servirip  de 
ellas  sino  may  rara  Vez;  pero  eo  caso  de  osarias>  sìena- 
pre  con  fuerza. 

Para  ensefiar  i  los  soldados  à  bacer  oso  de  las  espne- 
las  se  mandara. 

1."    Fila  {ó  hilera). 

2.*     Arrinien  las  espuelaa^ 

Eq  dos  tiempos. 

JJn(K  Asegnrard  el  cnerpo,  la  cintora  y  tot  pnnos; 
se  QDÌré  al  caballo  con  los  moslos  con  la  parte  lateral 
ioterna  de  las  rodlllas  y  eoo  las  paatorrillas,  ToWieo- 
do  al  mismo  tiem.po  un  poco  bicia  Coera  las  pontaa 
da  los  ptes«  .   . 


Do9.  Safari  oh  poco  Km  ^afios  eo  direedon  d«  Iti 
riendat^  «poyarft  con  fòet'fa  al  caballo  Uà  espuéiai  de- 
tras  de  las  cinchaia  sia  hacer  ningan  moTÌmienlo  con 
el  caerpo^  y  se  las  dejaré  alli  hasta  qae  bay  a  obede- 
cido:  en  este  caso  retirarà  los  panoa  à  aa  posiciou  j 
aepairaré  las  pierDas. 

SEQUNQA    IBCCIOS. 

Martha  alfrentè. 

Para  marcbat  al  fidente  se  ma  oda  ré. 

!.•     Fila (ó  hUera}.--De  freni». 
2.'     Marchen^^ 

A  la  primera  parte  de  la  primera'  toc  eleyari  el 
soldado  lo  alto  del  caerpò^  tornare  la  posiciou  y  pres- 
tari su  ateucioo  para  la  ejecucioo  de  lasyoces  sigoleules. 

A  la  segunda  parte  de  la  piisoia  voz,  aflrmari  \o% 
poiioa,  retrayéodolos  bicia  si  por  la  direccion  de  las 
rieodas,  y.  acercaré  las  piernas  al  caballo,  bio  arri- 
naàrselas,  lo  qae  sa  liama  recoger  el  caballo, 

A  la  Toz  de  marchen^  le  arrioiari  las  piernas.  mas 
6  meitos  en  proporcfon  à  so-  sen^ibiJidid,  y  bajari  nn 
poco  !òs  pofias  pot"  la  direccfod  de  ia^s  riendas,  lo  (fue 
•e  itama  daf  lihertàd\  obedecieado  el  caballo  separare 
las  pieraas,  y  Tolverà  los  pofios  é  so  pòsipìoo. 

La  segQuda  parte  de  la  primera  voz,  y  la  de  mar- 
cbeo,  debeo  darse  sto  intermisioD  de  mia  é  otra. 

Para  hacer  alto  se  mandare. 

1.»     Fila  (ó   hìlèrct): 
2.**   Alto. 

A  la  primera  voz  recogerà  el  caballo;  d  la  legafl*- 
3a  lètantarà  los  ponos  en  direcciou  de  l«s  riefftias 
•proximindolos  al  cuerpo,  acercarà  las  piernas  al  ca- 
ballo para  impedirle  se  haga  atras;  cnaodo  haya  obe- 
decido  dismiaoiri  el  efeeta  de  las  manos^  y  separars 
las  .plernaa;  si  do  obedeoe  l€  bara  a^otir  su^MvaoieDle 


87t 
ei cffeclot-^e ofMi» rif»4i> coi»  Bias^^ieniiMi  loersa^te^aa 

U  8«D8Ìbiìidad  del  cab»llo>  la  qoe  se  Llama  baraiar-       ^ 
ParftìMe^  f^a^  ptow;  te,  ma#()iucà,. 
lA  .F*^kai(*  hiUray.  . 

5**  ,  Manhen* 
A  la  flego»^».voi:  se  recogeri^  el  caballo^ 
A  la  4e  mar^ìten  aaegifrari  et  ginete  su  caerpo  pIe-7 

Saodo  «Oi  po(^^  U  cintcìra^  iei^antaré  kos  pafios  por  la 
ireccìoD  de  las  rìendas,  j  acercaré  laspìeroas.  Asf 
qoe  baj)^  4>kerhf^4fy  ?l  c.a ballo  bajarà'  y  levaotarà  aa- 
ce8Ìvaffiiwte,9B>p(H^  lo»  pniìos,  lo  que  se  llama  <2ar  ^ 
tornar* 

Sì  el  cabalta  TÌerte  la  cader»  derecba^  le  acercarà 
la  weroa  dere$>hi<^  si  vertiese  la  uqoierda^  le  arrióiari 
la  pierQa  izqoierda.  Si  no  basta  este  medio  para  bacer 
qbe  fi  «ébalLo  vaf)ra  recto  .con  paso  atra9>  (levare  los 
pofios  al  natsaia  lada  doj^4i8  el  caballo  yierte  SQ  cade* 
ia«  lo  ^qe  se  llima  Cjport^r  ias  espaldas  d  leu  caderas? 
Para  volfer  ^  l»der«(c^a^8e  ma^^darà» 

!.•    Fila  (óhilera). 

9'    Por  èl  fianco  derecha. 

5.*     jilaàetecha. 

A  la  segunda  vox  recogeri  el  cabàllo. 
'  A  la  ler^erar  trrarà  de  la  rieada  derec^a,  j  fl^rrkna'- 
ri  pro^resif  amante  Ja  pìeroa  derecba.  Al  irse»  à  cod,- 
clmr  el  movimiento^  dtsminuìrà  el.  efecto  de  la  rìendia 
j  pieroa  dereebaf  sosAeDJéodole  <»>n  La  rìeoda  j  pier- 
Da  izqnìerda  para  terminar  el  mo:?ituìento9  y  qneda- 
ré  éaodéi  el  firmate  ai  paregé.éqne  correspoodia  ìq  la- 
doderecWo. 

Para  yolTer  é  la  tEqaleirda  aervir^n  los  mismos  pri^- 
eìpìef^ì  empleaodo  loarmed ioa  conlrarios. 

Pare  dar  >med»a/voelta  àia  derecba  se  maodari* 


S72 

'    A  1a"prlmeriì  parte  de  ta  seganda  to«  recogeré  ci 
cahalio.  • 

A  la  segniitla  tirare  de  la  r renda  derecfia^  arrìman* 
do  progresivaniente  la  pierna  del  miamo  ìaèo,  ^brando 
con  ambi8  prop  TcioDal mente  ^  ia  sensi  hi lidad  del  caba- 
ilo. basta  bacer  fpf*ate  adonde  feuia'ta  espatda;  al  irae  à 
Acabar  el  mòvìroie'oto  dismtnmrà  -pro poretonatm ente  el 
efoctò  'de  la  rìenda  y  pierna  derecba^  sosteniendo  el  ca- 
blai to  con  ia  rienda  y  pierna  izqnièrda  para  terini- 
tìarle. 

J^ara  dar  inedia  vwtf/^tf  dia  izqmerda  servi  rào  Ica 
iteis'mos  prinrcipios,  j^mpleando  ios  medios  contrarios. 
Para  saltar  é  tierra  sp  mandare. 
.'  ^      1/     Fila{ó  hìleray 

2.'     Prepdrense para  saltar, 
■  Kn  dos  t!etnpo«f.- 
Uno.     Crtizaré  (as  do.«  riendas  en  la  mano  tibqaierd»; 
cògeiii'  cf>n  Iri  derertha   aoa  porcino  de  erta,  que  liarà 
<«ù  el  dodo  pulgnr  de  aqnella,  afìrmfrndo  dicbo  pnlgar 
sobre  la  seguuda  cojnntftfa  del  pvinier  dado.  ■ 

Dos.     P^iidré  ia  mano  derecfaa  sobre  la  cruz,  con  el 
pulgar  à  la  izquiecda   y  !o8  otros  cuatro  dedosi  la  de- 
recba.  £n  p*it(ft  disposicioo  se  iDandari. 
3.*     ji  tierra* 
Eo  anatro  lienipos.  •    *' 

ÌJno,  Se  elevare  sobre  Ina  do»  pofio«t,  «osteoi ondose 
i5obre  el  dérecho;  pasarà  la  pierna  derecha  tendi  da  so- 
bre la  grupa  del  caballo  sin  toearie;  llevarà  el  moslo 
'derecbo  cerca  del  i£f|nierdo,  qoedaodo  con  el  coerpo 
bien  sosteliido  y  dérecbo. 

ìios.  '  "Saltarà  ligeraniente  i  tierra,  doblando  no  po- 
co las  rodillas,  y  qnedando.  frente  de  la  espahda  ix- 
quierda  def  cabailo.     . 

Trcs,  Soltar4  )a  crln  qne  tiene  en  la  mano  ÌBqoier- 
da;  conia  derecba  cog<*rà  las  riendaR  por  eociaia  de 
•  quella,  corriendola  hasta  la  eatremidad  de  ellas;  dare 
uo  paso  de  cbstado  é  la  isqoìerdà/  y  al  mismo  tieoi^ 


875 
pò  bajaré  la  mano  ^zqmfr4?  A  tonur  Jaa  ritnda^  por 
.  debajo  de  la  boca  del  cabaìlo,  u5as  arriba  j  à  la  di$« 
taocia  de  s^eia  ptul^^adas.    -       , 

CtuUro^,  Con  la  mano  derecba  pa&aré  las  rieodaa 
por  eucima  de  la  eabeta.  del  caballQ^  secando  primer^ 
la  oreja.  derecba;  dejajrà  caer  svi  estremidad'  sobre  la 
saDgria  del  braiio  izqQÌerdp;  UeTara  la  roano  derecba 
é  coger  las  riesdas  por  el  misroo  parage  que  las  tiene 
la  iEqoierda ,  y  hacieodo  on  giro  à  la  ìzquierda  sobire 
el  talon  de  este  lado,  correrà  la  inauo  izquìerda  por 
eotre  las  rtendas  para'agarrarlas  por  su  estremidad, 
y  laa  retirarà  é  sa  costado,  resultando  tra  la  po&icion 
t]ue  se  prefine  para  aotes  de  saltar. 

Para  desfìlar  por  la  derecba  y  voUer  los  caballos 
i  la  caballerìza  se  inandari. 

1/     Fila  (n  hiUra). 

2."     A  desfilar  [por  la)  derecha. 

Ea  cinco  tiempof. 

Uno*  Uar^  UD  giro  i  la  derecba  sobre  el  taloo  is* 
«^«i<»rdo. 

Dos*  D^^fari  caer  las  rieodas  sobre  él  braso  izqoier^ 
do,  tornando  en  segutda  con  està  mano  el  montante  iz* 
quieido  del  fìlete  para  contener  el  cabailo;  haril  la  de- 
iDottracion  eoa  la  mano  derecba  de  deseogancbar  la 
cadeuitia  de  barbada  y  aflejar  la  muserola. 

Tres,  Volveré  à  tornar  las  riendas  con  la  mano 
<^^recba  é  las  mi^mas  seis  pulgadas  de  la  boca  del  ca- 
ballo.  .    " 

Cuatro.  Accrcarà  la,  mapo  izqaierda  i  la  derecba, 
h  pagare  por  entre  )as  riendas  para  desembarazarlade 
«>2as  ,  tornando  por  bajo  de  U  vaAno  derecba  eco  la  iz« 
qnierda  las  rieodas,  que  dejaià  correr  ba&ta  su  estre* 
iao,  Aaa  abajo.  . 

Cineof  Gir;aod<>  d  laizqoierda;  sobre  el  talon  izqai^r- 
<lo,  volverà  à  su  posicion  ,  {levando  ia  mano  izqaierda  à 


*a  coa^ad^aia  abandoiiar  la&.iie^vdas*    .  .     .•     '  J 


«76 
ilrtne^fUiito  «n  bilera  corno:  en  fiU,  toAot  loft  OMvi- 
mi^t^s^osefiados,  quedaudo  siempre  à  caàtro  pasos  de 
distancia  unos  de  otrot,  para  que  ios  aioTÌ.iiii«»tos  pue- 
d^B  hacerse  por  todos  co  atra  ìé  qd  tieni  pOi 
~  CaidarAo.  macho.  Ics  .ioatructctrea  éo  afirmar^  eo  ci 
tjrabaJQ  d^  la  coerda  é  hs  reolotaiv  ea  ia  poaìdLon  del 
coerpO)  &c. 

Cada  leccioo,  coaiido  mas,  dora  ri  hora  j  media  divi- 
diéodoia  encuatrocambiadaj^^empezando  alternativameo- 
'tè  à  trabajar  à  la  derecha>  j  en  aeguida  à  la  iz^oierda. 
,  Cuando  se  qnierà  concloir  està  ieccioii  se  les  bari 
Kacer  alto,  y  volviéildoios  é  su  pHmerà  posicio»por  oa 
^^iro  i  derccha  6  izqnierda,  sé  mandare  echar-pìe  é  tier- 
ra  y  desfiUr  al  coartel ,  todo  corno  queda  ya  prer^aide. 

SEGUNDA  CLASE. 

'       '    '  PBIMEBA    LECCI09. 

Trahajode  losreclutas  d  la  cuerda  estando  Ios  €4àyali» 
ensillados* 

Para  està. leccioD  podrin  rea DÌrse basi?  ocbo  hombres» 
y  coadrados  al  lado  de  sos  óabaiìos^  como  ae  ha  espi»- 
•cado^  se  ntimerarAu  desde  ano  basta  cebo,  empesaodo 
por  ia  derecba,  segua  se  ha  preveaido  ea  la  cscoela 
del  recluta  à  pie,  .  *         . 

Para  moutar  à  cabaiio  selmandarA. 
■  — ■        •   •!.•  ■  Fila.  ■  \'      * 

2.'     Prepdrense  ^para  montan. 
Eo  ctoco  tiempos. 

Uno.  Lo»  nuineros  pares  barin  dìarchar  béoi»  atra» 
i  sua  cabatlns  con  peqaefios  toqaes  de  rìeoda  eoa  la 
^maoo  derecba  basta  que  sas  cabexto  re»oUei>  tre»  pJ<» 
distautes  de  la  linea  de  las  colas  de  Ios  cabaiio»  iuipa- 
res,  siguiendo  Ios  bombres  al  mismo  tìempo  con  paso  atr>h 
qaedaiido  coadrados  al  coocluìr  dicbaa  dUtamoi^l- 


Dos.  Oirariti  todós  1  U  derecha  para  qnèdar  iftt»^ 
^radoè  al  iado  de  ta  cabeea  de  stis  cabalios,  e\eitùtàtiàii 
en  sagctida  con  Us  riendas  lo  preveotdo  én  iu  prfaièra 
leccìon  y  primer  tiempo  para  «aitar.  •        '   ' 

Tres*  Èjecolaria  lo  dicho  eu  ei  segando  ti^mpo  de 
dicha  primerà  lecciòo. 

Cuatro»  '  Practicariu  lo  preveiiido  eii  el  tèrct  r  tiem- 
po de  la  Biisma. 

€mce.  Soltar^ft  ia^^Wtidas  de  U  mano  derecha,  <le- 
}iodolas  caer  sobre  la  e»palda  derech'a  de*  caba!lo,  y 
èajaod^la  mkma  mano  il  U  erta,  cogerén  fina  porcioa 
de  ella;;  qoe  liarin  comò  queda  pr-eveoido;  girkraii  à  la 
derecha,  y  tomàododeapoes^  por' sii  .parte  ma»  b»)si  ià 
accioB^dei  estribo,  la  volver^n  aobre  sa  plano,  estaado 
prontos  à  ejecutar  lo  <pe  misde  ei  instructor. 
^  caballo. 

Eii'ctiàtro  ttfimpos. 

Uno.  Se  mete  fa  ptittta  del  pie  izqtiìerdo  eii  él  e«- 
tribo;  y  h^cieodó  el  mofimtebto  de  vblVer  el  brato 
dereebo  basta  igoàfar  con  eì  'ciierpo,  se  aNgerarà-  èo- 
gerà  e*  borren  trasero  de  h  si  Ha  eoa  la  mano  derecba, 
ijocdaiido  el  dèdo  palgar  pafa  adeatro  y  Ixiséuàtro  res- 
taiìtes  afuera.  ■  /  .  .       , 

Dos,  Se  elevare,  ajtldado  de  la  mano  isquierda^ao* 
kre  cl.estrJbo,  y  adeiaiitaiido  la  cintura,  y  sacaodo 
el  pecbo  para  mantenerse  dérecho,  ^e  presentare  eu 
pie  sobre' èl  cstfibo,  y  ctHadi'ado  corno  si  esttivit^e  pie 
a  (ierra.  ■  • 

Tres.  Giraudo  sobre  el  mismp  pie  izquierdo,  en 
qoe  sé  sostiene,  pasari  (a  ^leroa  derecha^  tendida  y 
airosa  por  encima  de  la  grupà  sin  tocarfa ,  soitaudo 
t\  borren  tràsero  parli  déjar  pafear  el  inuslo,  y  para 
qoe  puesta  ed  seguida  la  mano  derecba  sobre  el  bor- 
ren deiantéro,  con  el  pnlgar  bacia  afuera  j  los  rea- 
taotes  adentro,  sostenga'  el  cuerpoy  eaiga  stiavecreit^ 
€l  hombre  en  el  asiento  de  !a  siMa.  <     i      • 

Cuatroi     Cdocado  en  la   siila,  soUari   là  crini,  J  to» 


«7» 
roaHclo  las  riendas  iel  fitete,  Una  sn  C0Ì%  tMfnoy :sAnr 
ri  pie  Ucjai^i-clo  Aei  estribo^  y  respeicto  é  <qaé,€è  e»U 
(eccìoii  dt^he  traJ^AJor.  ftho^ostribos^  coidarà  el  instrudor 
de  sospenderlo  en  el . porta estribo*  . 
'  Para  bacar  qae  viielyaii  é  sa  idgair  4os  qoe  saHefon 
à  retagoarrdia,  se  inandarà. 

2.*  Marchen. 
.  A  la  segunda  voz  marciiaréfi  al  paao  loa  pareaà^én- 
par  lós  cUrog  qoe'  tienen  A  «n  fremite,  hamodc^  alto 
enabdo  llegueu  é  6q  altura,  recogieodo  ané  f abailoa  Ioa 
qiie  quedaroD  firme»,  coaodo  etareii.loa  qae  ae  .no- 
fieroo,  i  fio  de^eviUi' ^coz^  patatla,  &cl 

ObseFifacimi*    .    .         >  -  ■■    . 

Se  ha  preyeoido  é  los  pares  qoe  «aqoer)  sua   9^lba- 
)los  <à  retagifardi^fi  len  la  «ìop^sìicion  de.  aer  de  segmijda 
fila^.en.  cuyo  oiso  servila  io  dlcbo  aqai  da  regia.  ge«^ 
iìeral>  pues.  ai  fuesea  de  pjimera  serian  ioBfiriHjes  los  pa-^ 
re2|,  y,  los.io^parjt's  ^aldrlané^Taagi^dia  &  la  uuiama  dia-p 
tat)gi.a,  y  volveiidu  con  pasQ  aUaa  é  o^^apar  $n9  clarok, 
por  coDsiguiente  se  les  insti  aire  de  un  modo  y  de  otro» 
.  Xaaudo  los  reclotas  seel^re»  ^bre  el  estiibo  ìzqDÌer- 
flf>^  teudràn.  y  coiiseTvan&n,  unida  alcabaito  Ja  rodilla* 
laquierda  para  evitar,  todo  baipboJeo. 
.    P^ra  n^arch^r.   à  l^.derecUa^  balliiid^iaa  Ioa  replnUa 
eu  uaa  sola  fila,  se  oiaDdaré. 
l..*     Fila, 

2.*^    Deduno.-^Porlaizquicrd^alfrenten 
5.*    Mafcjten* 

A  la  sego n da  parie  de  la  segandai  tov . repQgeri  aa 
cabalio  ei  prim^er   ho^mbre  da  ia  iaqoìeirda*   . 

A  \/à  de  marchen  lo.  veriScarà  <qI  rpiamo  é.  ,an  ff  eota, 
y  recogeri  ei  aujp  ,eL  in  mediato^  que  saJdr^  ai  franta 
cuando  ias  caderaa  dei  caballo  del  |)riiner  bombre  IW- 
^c^  é,,la,aUara  d^  la  cgh^tì^  dpl,8vy.o;.  ^lirandp,  ^a  fé- 


i;Qodo  haja  salìdo  rectameole  tin  <^PLi^f0  d^  «àballo,  tt- 
rari  de  la  rìenda  izqaierda^  y  Arjriinaré  la  pi«rna  del 
mismo  Udo  para  ir  tiiagODalmeolte  4  tomar  )a  linea  dei 
4\wi  i^  pF«(cede  ^«bi^éivdola;  ^.q^aodo  ljf;|^9<e  .aa,9a)iesa 
4  haliarae  ea  ia  ,.dire<^0Q  del  ho(ii;b;re.<}ue  va  deUfit.jeh 
tirare  de  U  riemia  der^ich'a  .aj^ìc^odo  ia  |»ien»arfie| 
U1ÌM90  Udoi,  y  aeg«ìr4  b  pùta  d«i  prMneiMK.  Lo.dicbiif 
para  el  segando,  con  reapecto  al  pr«a»ero^.ea/cpa9«i4i4 
io6  demas  «peaigoeii.  v 

Para  marchar  à,ia  derecha  ser^lpr^^ii iaa  mt^maa.  C^^glUi^ 
bajo  los  medios  contrarìos, 

Darante  està  instruocion^EejKi sari  eoo  frecaeocia  d^l 
paao  al  trote ^  y  de  eate  ai  paso,  hacieodo  aitoa  ai  aigoìio 
ae  4e9eoi|ipusie^ 

sEGuife^'A  ^aeoTCór.. 

Para  pasar  del  pa^o  aL.|r0)e.«afna<idaré. 
!.•     mtera, 
'    .  &*•   Àlirm^,  ,    .     ..•'.'..• 
3-*     Marchen. 
K  i»  te^Q9/iUTQsa  fe^PQ^i^  l^.-cabaHi^^para  fiN^- 
rarios  é  cobrar  su  velocìdad.  ;.r<  . 

A  la  demarcbeo,  que  se  da  ri.  inmedìa  tacente,  faa* 
jario  lo8  pofioa  en  lasdtceeia9oai,,4e  ias  rieodas,  y  acer- 
cario  progresÌTamenté  ias  pter.9.as.  al  cabatlo'  basta  qua 
•obedeaoay  ^^<fiy4  iasM^lie  'r^$t^iìifio  i^a.  |)|unoa:J  ta 
ìng^r  sio^preeipitapìoa,  y  «epararin  laa  pìtjr;»»!  .porgjOBr 
dpf.  Para  pasar  4el  tfiot»  al  tr.^  lar^p  ise  «oai^ 
dajfdk   -         ■     .. 

.      ,         1/    MUr4U        .      . 

5/     Marchen^    i,      . 

«li«eemii'><de  laa  riendas,  a*pe«i3ar«ii  laa  jptevnaa v  7  aI 
ohmbcier  e)  oabalia  laa  «sfiar^iria  >jy  irqi^^iéa  itos  punoa 
■é  «n  'lugar^ 

«flaraipaiar  d«l  M^i^-hfigp^^l^^^^mmBiiàÈité.*  * 


«80 

!.•    Bllera. 

2.'  Ai  trote. 
5.*  Marchen. 
A  ta  segunda  voz^  haria  no  meclio  tiémpo  de  pa* 
rada,  j  aproximarào  ias  piernaa  para  ìoipedir  qoe  se 
idetetiga  ei  cabatlo  ó  qoe  tome  el  paso,  eoa  dayò  me- 
dio qaedaràti  al  trote  y  restitairéa  los  ponor  j  Ias  pief 
tias  d  sa  posìcioo. 

Para  pasar  del  trote  al  paso  sertIréD  loa  mismos  prio* 
cipios  que  para  pasar  det  ttote  largò  al  trote. 

'      ''         •       ,  (Mfservacion. 

Siempre  que  se  pase  de  un  aire  à  otto,  se  harl  prò- 
gresÌTamente  y  oo  de  qo  gólpe.  '  ^ 

TBftCBRA  LRCCIOir. 

Aumentar  elfrente  por  un&  ó  por  d^s. 

■ 
■    Sttponiend*^  que  los  rectotas  estao   naarcbaado  à  la 
isqnierda,  se  mandare. 
!.•     Hiiera. 

2.*     Aumentar  de  d  dos.    - 
5/     Marchen.^ 
'     La  pnméra  vo«  equivaldré  i  la  de  ale^cìoti  ooiao  jt 
està  prevenìdo;  à  la  segooda  todos  escepto  el  qoe  va  i 
4a.oabeEa  preparare  sas  eabatlos  para  tornar  -  el  trote.   | 
A  la  de  marchen,  todos  meoos  el  priniero  tomai^^oel  i 
trote;  el  qae  ha  ce  dos  tirare  i  n  mediatamente  de  la  rieo-  I 
da  izqoierda,  arrimaodo  la^  pìerna  irqoierda ,  y  se  iri  \ 
oblicoameute  é  la  izqaierda  kas  tal  legar  à  la  altaradei 
.prtmero,  é  coyo  lado  tornare  su  misosa  Yeioeidad  ;  los 
isigQieates  ooutiouarén  marehaodo  rectos  à  sa'  freote  <1 
*tn>te:  cuando  el  iidinero  tres  Uegtiie  A  un  paso-largode 
la  gropa  del   caballo  bdmero  ano,  tornare  el  'paso  éti 
cstev  y  «1  ailinero  castro  qve  lo  sigae  iniiiedtatavifDts 

l 


881 
jétrft9,  tirari  tobra:  la  roèrcha*  la  riitpita^  isifiiferdà,  ^r 
arriiparé  U*.piei^na  del  mitmo-iado  f$r^  aégmr  eblictia* 
meateé  pon^rse  é  ia  ixc|ciierda  del  utlmeró  tren,  A  «coya 
allora  toÌEnarà  sa  paso,  y  asi  aiic^Tameiito  haata  qaé 
todo&liayaB  éomeiitado. 

Se  pò^ri^ainbidfi  aameotap  de  é  ctiatro  comò  se  Béè>* 
ba  de  demoatra r 'para  de  4  doSf  .j  en  eate  caio  Uà    od* 
meròs  3  y  4  doblaràn  sobre  k>8  ndmeroa  1  y9^j  su^ 
cesivaniente  Ica  7  y  8  aobre  A  j  6. 
Laa  Toces  aerea  laa  aìgoìeotea. 
!•'     Hileras^ 

2.*     Aumentar  de  (tcaairo. 
5**     Marchen*   ^  ^ 

Marcbaodo  de  4  caatro  sobre  ta  izcftiierda,  formar  los 
ocho  ed  onaf  misma  {ila.  Para  lo  qoe  ae  mttudaré. 
ìà     Hiìera: 

8.*  '  A  doblar  por  cuatro. 
5.      Màrckètu  ^ 
A  la  aei^anda  voz    Ioa  poatro   segandoa  preparaféu. 
108  caballos  para  doblar  sa  Telocida^* 

A  la  tercera^  coplinoatido  au  marcba  Ioa  caatro  pri* 
meros'é  la  mtsma  Veiociclad  j  dìataaci^  del  centrof  Hran 
los  otros  coltro  aigaieutea  de  la  rienda  ii qaierda  ,y  sar* 
rimarén  la  pieTf>a  dei  mìf^mq  Udo  .para  salir  ai  .trot?^ 
oblicaandoé  la  izqpijerda -basta  lle^aré  la  altura  de  los 
primeros  por  dicba  mdoo,  en  cojo  instante  se  aiineario 
eoo  elica  y  tornarlo*  ei  miamo.  pasq.  Si.  habiese  mas. 
fiiaa  lo  barép  del  pn^jno  i»odo«.p€ir9  sacesivameote.djO^a)^ 
de  à  doa  j  de  é  tino,  coarta  y  seata  sobre  la  torcerà  y 
quinta, .&c. 
Paradiaoiiaair  el  frante  por  Qaatro  y  por  dot  a^  man* 

'    !.•    JFila. 

2.\    A  disminuir-^pcr  cuairo.  • 
5«      Marchek* 
A  la  aeguoda  parte^e  la  aeguitda  yoa  recogariD.'saa 
cabaUia  b^a  coatro  de  Ta  iaquierda.  '   '^ 

19 


m 

A  U  Cefleeiri  %ot  coatritiiliiiJo'aa'nMrblia  lot  €«aM,de 
U  deriscka  dMf»iaiMria  .satira  ìo$  demàs /*  faa«tA,  qut 
iqQolks  lefi  hi^r»!!  rèb^sado,  en  cnyo  iostante  jretrae* 
rèa  b  nano  ;der«cl|§  y  arrimarin  la  pwroa.del  Biama 
Udo  para  marcbar  oblicoameote  éladerech*  haalafor* 
mar  bUeraa  jevààtifà  iosqiie  Lea  aotecedeff. 

]«09  iikisiiK»  prifloipios  Mrt'irénpara dìamitiDir  por doi 
f,^an  pur  Miìio. 

Ohéervaciòn. 

Caando  se  est é  marchaodo  i  la  dereoba  se  ejecQtarin 
los  auinentos  oblicuan<Ìp  à  la  Serecba,  y  Us  dismioa- 
ciones  oblicuaoJo  é  la  izqaierda,  segao  los  principio's  es- 
plicados. 

"CaanJo  sé  qaiera  qae  acabe  la  instAiccioD  s^/les  bari 
qae  fornien  eìi  oiia  fiFa  y  que  hagaa  .alto.  Eoltonces  se 
lea  baridajar  caery  calzar  el  ealribo  .izqaieV do. 

Echar  pie  d  lierra» . 

•     Baflitidosé  loft  rectutas  sobre  ona  sola  "tlk  se  bàndàti 
1.*  .  Fità.    "'-'■■ 
18>    PfefpdrèHse^fara  ìithar  pie  d  tietra. 

EìidoiB  tiempos. 
"KJkoi     A  là  segtiKida  parte  de  la  séganda  vos  los  pareS 
èarih  irtras  siis  caballos  la  dUtancia   de  oaatro    pasos, 
Valiéafdosé  para  esto  de  laà  regUi  ya  pi-evefiidas  para  dar 
|iast>8àtras.  *  '  ' 

Dos.    -Crozaràd  làs  rfeddas  en  la  mano  i^aTei'da,  y 

1)ftjéfkddla  i  là  inmediaciob  de  là  brìtt,  òoii  fa  dèr^cha 

Sarib   ài  dfedò  pulgar  de  hi  f)^^tiìet*dà  boa  porciòn  de 

ella;   eo   seguida  coiocarào  la   mano  derecha  6obre  et 

bòrt%è  délàiftero  éóii'  ^   dbdó  pàlgàr  alViéra,  Iòs  eoa- 

tro   restantes  adeotro,  é  introduci  rèa  la  pnnta  del  pia 

lEqnierdo  en  el  estribo.  .       .     .  *        '  • 

•   •  >•.'••■ 

A— tur  r  a* 

V^n  cnatro  tipropos.  • 

Omo.     Apoj^odose   «a  ,U   inalbo,  ^^recbn  J  /S^ftlM 


ieqQterffb ,  giriàM  sòbrVeaé  letintirlti  la  pternt  defre« 
cha  j  (a  padatéiv  éiftèodftià  y  ati<osa  jytfr  eDeìma  deU 
grapa  del  òabalto'm  Idearla^  tfayéddoU  i  là. tbmedilh^ 
cioa^de  la  izqaìercl?;  qo«daiido  cnadrados  jpasandó'  la 
mano  derecba  al  mismòtìèiiipo  al  boHren  trascfroj  8e  éo« 
iocarén  corno  se  pretiifo  iparft  inoptar* 

Dos.  Soltando  et  borren  trasero,  y  girando  tobre  el 
estribo  iaqoìerdoi  Hegar'o  al  au^lo  <coq  el  pie  derecho, 
trajeodo  el  ìiqoierdo  à  su  joniediacion.  SoUaràn  de 
la  inaoo  ìsquierda  la  erin,  j  qaedaràn  coàdrados  al 
Udo  de  ia  «palda  izquierda  del  caballo.con  el  freote  4 
retaguardìa  j  la  maoo  derecba  al  còstado. 

»Tres*     Girarin  à  la  isqaierda;  pasarào  la  mapo  defe- 
cba  é  coger  las  rienctas  por  encima'  de  donde  las  tiéoe 


Ìi  isquierda,    corriendo  aqàetla    basta  sa    éstreiÀidàdi 
aràn    on  paso    de    costado  à  la  iiqDterda   y    bajàràd' 
la  maoo  izqoierda  é  tornar  las  rieodis  por  bajo  de  Ik 


boca  del  cabaltó,  n&as  arriba,  j  A  la  distancìa  ja  ad- 
Tertida  de-seìspùlgadas. 

Cuatron  Igoal  al  coarto  tiempo  jra  esplicado  paìrà 
wZ/ar  <l  hVrrà  (pàg.  272), 

Para  qae  voelvan  d  (ormar  eQ  ona  Glasd  maodari. 
1.*     À  rehàcerse* 
2.*.   Marchcn,  •  , 

En'  an  tienSpó* 

A  ta  segooda  vot  Ioa  parea  marcbarin  i  so  frenté 
basttf  ocopa'r  Iòs  claros  qoe  Uà  correapondèn  V  bacieodo 
alto  cnando  ]^egaeo  é  la  altura  de  las  cabesaa  de  loa 
que  estan  firmes;  eslos  eTitario  por  medio  de  toqdei 
stiavea  de  filete  de  abajo  arrlba  eiì  el  momeoto  d^  en- 
trar loa  pares  en  sua  ciaros,  qne  sua  caballoft  tiren 
cocps ,  &cc.^.y  entorpezcan  la  accion  de  los  pares. 

Caaóto  se  previene  en  estas  lecciones  se  ejecafari' 
por  derecbo  j  sin  caerda  à  largas  distancìas  para  no 
fatìgar  tanto  à  bs  reclalas  y  caballos  en  an  continnado^ 
trabajo  circolar,  para  ìó  qae  se  dispondrà  en  binerai 
abiertaa  entoa  miamos  t^SrmiDOi  qaa  se  previene  eil  U 


ii)4tir«<ieio<i  i  pie  11  di»tMft4o.  «stretti  imos  enatfo  pasos» 
^6Ì..ffpt»Q  GaJa  b.ofi)Ur6;tlei  de  fo  freote  6  espalda  para 
'  j|qe  el  io5ira$U>r  piieiU  jatraveaar  iibreroenXe  por  entra 
cuat<{uiera-,  à  fiat  de  <>bservar.  j  «corregir  lo  qae  note. 
Callido  se  coiisidereii  }>a$taoAe  lustrnidos  para*tra- 
bajar  iibremeute)  ae  ies  bare.  p^Mr  à  la  clase  que  sigue* 

TliRCERA  CUSE., 

PaiMEBA   LECCIOIf. 

Trahàjo  detos  redutas  sin  cuérda  y  con  estrìhos. 

Guapdo.  el  recluta  coDozca  j  distmga  por  sua  pro- 
pio6  uoinbres  las  partes  esteriures  del  caballo,  laa  de 
«au  moutoja  y  equipo;  cuando  sepa  montar  j  desmoan- 
far  con  aVe jr. segiiirìdad,  tòjfnanJo  so  posìcìon  gracio- 
sa  j.J^rtnQ>  sacar  .el  caballo  adelaote,  echarlo  atras,  toI- 
Vérlo'à  der^cha  è  iiqmerdà  sobre  el  paso  j  trote,  y 
^i|  to4^^-.di:f<^C*^ì<>A'^s  por  medip  de  las  àyudaa  correspou- 
aientes/aplicadas  con  '  prùdencia  ^  se  le  podrà,  couside- 
rar  apto  para  nistroirse  ep  qiro  de  los  niedioa  de  in  an- 
dar el  caballo,  que  bau  de 'ir  acabando  sa  iastruccìòn. 

£n  este  estado  se  le  calzarin'Ios  estrlbòa  para  cfoe  se 
babitue  i  asailos  con  soUora  basta  el  cà^  qoe  pacda 
]^mifM^lp§  f  recobrarl^s  .CQandq  qùiera  $iu  descolnpo- 
bèr  sa  posici on.  Se  le  easenaré  di  hacerlà  medida  qae 
necesitè  de  estrìlios,  qae  sèrdf  et  que  el  aaìeuto  d  hon- 
don  del  èst  ri  bò  le  tpque  prectsaaieote  encioia  del  em- 
peiae^derpié,  btèn  colocado  el  hombre  à  caballo  j  eoa 
fpf^  pòóslòs,  pìernas  y  pies  esfendidos. 

G<>m9  el  est^^ò  de  iustracción  en  que  boa  hallaoios 
no  es.  saficienta  tpdavia  piirà  que  la  seguada  fila  obre 
aoi^laà  la  prirnera,  sto  einb)rgo  de  que  eu  lo  sacesifo. 
nodrào  reiinirse  de  Jiez  y  seis  4  veinte  y  coalró  hom- 
br^8|^  qce  autès  de  naout^r  i  caballo  se  lormar^n  endos 
nlai  cpu  distaiìcias,  se  bari»  ea  Us  doa  (a  mUma  na« 


meracion  de  'dérecha  i  !«qoicrJà  y  preparUctòn  |ia-* 
ra  mobtar  con  el  objeto  de  cjercìtar  à  cada  tuta  »è« 
paradamenle  ih  el  detall  de  ^ata  leccten,  pal*a  \ù  qa» 
el  pelotoD  se  fcrtnarà  en  una  de  lars  e«tremìdadè8  del- 
coadrilongo,  é  fin  de  qtie  ta  fila  qae  deiiequedàr  iìimó*^ 
TÌlespectadora^no  incomocUA  laotraenscis  inoTÌmienlo8r 
Dpspaes  de  haber  trabajador  lar  pritnera  fila  irà  éfor* 
mafke  df  tra^  de  la  kegnnda  j  asl  «acevÌTanTenre. 

Couddcido  e\  peloton  a!  enadrìlotTgor,  y  poniendo  do9 
fargentos  ó  cab^  insti  òrdotì  al' fr  ènte  y  rei  a  guardie -del 
centro  de  ana  y  otra  fila,  cn-éndo  Uegtie  é  snx^ntrè^ 
bare  alto  j  en  aeguìda  mandare  ei  mstmct^r  é  la  prU 
mera  .fib^  «^nedando  firme  U  aegnIUla* 

1.*     Prim^fa/ila.^ 

3**  .  Cony^tsi^^d'là  deresba-    . 

5'.*     Marehen.  ■   ■   ». 

A  la'»>gtii>tk  Tóft  rocogeria  lo&cab^los  los'de pvinie- 

ra  fik^  y  A  b  lercer»  eiApeMr>aB  i  ccmvertar.^segada-^ 

mcble*!  paso^j  cotMìdo  raj^an  i  c«(mp^e:tarla  med.ia  con-, 

TeratoDÓ  media  vuelta  à  la  derecba  mandare  au  «argento». 

4.*     Fila. 

5/  AUo.  ■  :\ 

A  la  cttarta  vok  prepararén  $«•  oal^allos  para  el  alto^ 

que  e|ecuta»4u  al  oir  b  quinta. 

.  Marchar  d  laderecka.  .^ 

Fara  marjchar  i  la  d<>recha  ae  msrnd^é* 

^    I.*     Par  ///a*»  '  ' 

2.«     Z?e  //  Mfìo    por  la  izqwerda  ai  frenU. 
.  3.*    BlarcKen.  * 

A  I»  ae^gnnda  yèz  ae  pODdréff  loà  sargent<>8  delante  àé 
lescofltados  fe'jnierdos  de  atis  trespectitas,  qoie  i  U  mìa* 
ma  toc  preparai!  snscabatlos  para  -9alìraì  irente. 

A  la  de  marcherty  ditibos  8àrg<»nt^  y  )oa  doa  cmitadoa: 
izquierdoa  de  ambas  fila»  saldràn  «l  freète  naarcbando 
coatro  paso»  para  dirìgiraè  eiì-seguide  diagonalmente 
à  la  ìx(|uterd»,  retr aerea  U  maD(>  laquierda'^  arrinaa- 


m 

ria  al.o^^aUo  U^pieri^f.  dee^e  U^f^iC^el  gip  de  Ì|«|;ar 
àia  par^d,  àei  cdadjriloiigo  la^n^enoi  tr^s  Queirposde  ca- 
balio  ante«  de  los  énguLos  de  sa  ìzqoieré»  ;  l0s  recla- 
taa  de  cada  fila  r^oogerén  soa  cabalios,  j  romperén 
«ucesivameate  la  niat^cb^  prpca^ando  ponerse  ep  bile- 
^adei^ra3  de  los  qo^  iea  pre^den,  ilfgapdo  é  la  pared 
por  el  jqìsoiq  punto  qoe  lo8%rg^iitos>  rectìficaDdp.atif 
aQs  caballofty  tira;id<>  de  la  irkod^  defecba^  j  arritDydo 
b  pieroa  del.  olismo  Udo  para[  seguir  eu  petfecta  linea. 
Si  dft  la  misiua  di&poaicioQ  se  tiuisijese  mar^cbar  sobie 
la  ia^uierde)  se  maudarà*  *  ^ 

.'       ;       !>'  Porfilqs; 

8/    De  d  unvpor  la  dérecha  al  frenU^  ., 

5.'     Jdarchen*        ;  #        * 

SerTirén  los  mismds  priAoipios  bajo  los  medios  con- 
trarios,  con  la  difereuda  de  que  ios  sargeutos  gnias  j 
costadòs  derecboa  de  aihbas  filas  se  dirìgirinr  A  su  fren- 
te,  basta  llegar  à  los  lados  laenores  del  «ci^driiango, 
dónde  ToUeréD  à  U  ?t)]uief  dà  los  sargentcM  j  seguire 
•ù  pista  los  costudos» 

Variar  de  direccion  enla  longituddel  cuadrilongo, 

Goando  los  coodoctorea  de  las  hileras  ha^jan  vneltoi 
la  derecba  en  el  primer  ingoio  del  cuadrilongo  se  man- 
darl. 

1.»    Hileras. 
2/     A  la  derecha. 

$.•     Marchen.  * 

A  la  spguoda  voz  prepararlo  los  condactores  sos  ca- 
ballos:  é  la  de  marchen  volTerin  sobre  la  marcba  i  la 
dorecba  bajo  los  prìocipios  indieados  y  seguirla  rectoi 
é  su  freote;  quando  vpyai)  i  llegar  al  Udo  menqr  opoea* 
loàl  en  que  volvieroo  i  la  derecbai  se  inandarii* 
.  1/    Bihras^ 
8/    ji'la  izqm$t4a. 
....     $.'     Uan:bf9Ku    .. 


96f 
EfeeoUriii  los  ttunwft  m««ii]rinite&4J||ìo  Ioa  tnedioa 
contrifiof  j  s«|gairéo  porlos  Udps  del  cuadriloogo. 

Eh  Ofiìl  y  ott^  Tariacioii  Wgoirén  loa'denaaa  é  àna^eoO'- 
daclorea  volfìeodo  eo  el  poqto  qoé  eiìoaj  tQmaDdo.aua 
Bileragé  '  ^   .  .      . 


Cariar  de  difeeeian  oblicmid  ia  derecha. 

Al  irse*  à  encontrar  los  goia»  por  la.izquier|da  aotea  dr 
llegar  al  centra  del  cuadriiongo  se  ixiaiutar4      , 

1/    Hileras. 

2.\.Oblicuo  r-dkkdfireeha* 

5.»  .Marchtn. 

k  la  aiègunclà  parte  de  ìa  ji^gnuda  to^  rebojgérin  to«^ 
clos  8Q9  cabalUs.    .  *' 

A  la  tercera  tinarìin  de  U'  fieilda  de  recti  a  y  abriga«* 
ri^aus  cabàllòs  con  fti  pieroa  del  misruo  ìàdò  para 
ba^rlos'ejecatar  Qoa  coarta  parte  de  girò  i  la  deré-* 
cha;  al  acabar  £<»te  motimìenta  acerciaréu  Jars  doà  .piér- 
Das  para  seguir  rectaineivte  por  el  frente  qae  lea  resoita* 

Guando  Tajab  à  llegar  à  la  paied  dei  CMaidriloo^o  io 
mandari. 

A  Ta  segàtida  Voz  dèstiario^  é  ta  isqnierda  el  coarto 
de  giro  qiie'  Hfcieroif  é  la  dereébav  y  é  la  de  marofaen 
teguiriv  so  ipciiirtsba  ai  freote  en  biléra» 

Del  mismo  modo  ae  practicarà  à  la  izquiérda. 

'  -•*■■# 

Variar  de  direccionenlaancht^ra  del  cuadrUongo» 

Berpp«8  de  haber  yariado  de  di réccioo  cooio  acabli 
dedecirse,  ae  darin  a-'gooa's  ìrueltas  é  la  ìzqoierda,  j  se 
9J«ci»Urin,dioa>  Ttariaciones  de  jdireccìooeo  la  ancbura 
4al  qiadrilopgo^j  tregua  Ioa  priocìpioa  esplicadot. 


'  -«Se 

♦-      '  -'  '      /:  '  'fEomrD&r/tBBcioir»;  ''.''•,.'■ 
GiraèindiyiduaU»  d  laderecha  i  izqikiét^a  morchando* 

Cuaodo'  las  htleras  iiiarchando  por  los  lados  mayo- 
res  del  caadriloDgo  yayan  é  igaalàr  las  cabezas  con  ias 
colas^^oooivtraclas.^u.  direccìoa  psiraU)aà  ioalad.of  ma- 
ygres,  se  mandare. 

l.>     Blleras.    '  \    /      . 

•   2/     Frenile  d  la  derecha*        '"    '' 
5.*     Marchen» 

A  la  seganda  voe  avisario^iodoa  i  saa  eabalbs. 

A  la  de  marcheo,  cada  uoo  volvevA  .el  éujo  i  la 
j^^eclvi  7  todos  aegoir^o  al,  frente  sin  deteaerse|  diri- 
giréo  sas  cabailos  à  los  interTaloa  de  là  fila  qae  viene 
i  sa  epciieqtro,  j  pasar^n  asi%  los  quos^  por  eotre  ics 
9troS)  arregUodose  por  ia  izqai«rda)  y  conseiTando  sa 
iatervalo  por  «il  mismp  Udo.  • 

.    Cuaado  vayau  4  iiegar  cerca  de  la  pared   te    man** 

.  !.•     Filas. 

2.*     Por  ti  ft anco  derècho. 
5.      Marchen. 

A  la  seganda  voz  recogerin  sas  cabailos,  y  tf  la  ter* 
cera  cada  uuo  volveré  el  sajo  é  la  derecba  sio  deteaer«a, 
sfguiéodo  la  pista  y  cobriendoal  hombre  que  le  precede. 
./Las  hileras  asi  fBarch^udo.se  ballali  ^a  uo  órdfki  iu- 
T.er&D,  pues  llevao  Los  cpndactores  à  retagaardia,  y  se 
restituiràu  k  su  órdeo  naturai^  re  pillando  ei  miamo  mo- 
▼irnieutp,     * 

Del  mismo  modo  sfi  bario  los  giros  i  la  iisqularda  ra- 
U^udosé  de  los  medio^cootrarios* 

Medias  vuelMs  iUdivìdùahs   d-  derecha  e  ìzquierda 
marthando^ 

Caando  las  hileras  sé  ballen  eocdiitra'das  é'fgaaleSf 
la  cabeza  j  colade  la  una  eoo  (a  cola  'jvCab^iv  de  1* 


B»  giro  inditiéflàl  é  ili  d<r«cha*^  cùfoù  qoééa  prevénP 
do  «i  U  4iiBlroccioii  aritemr^  ]r  :cl0é|iiies  do  pa^ar  iois 
Qoos  por  lo8  ÌDterTtiloB  de  los  otros  ae  «aaodarA; 

2»»  ^  Media  vàelta^d  la  derécha* 
3.*     Marchénv 
A  la  aegooda  voz  recogerio  todos  saa  cabali oa  pre* 
paripdoioa  para  dar  la  mffdia  vuelta.  . 
'  «A  la  .iercéra ,  la  darà  tndtvidoalmeitte  2»ajo  k>s  pi^ia- 
cipìoa  oonsabidoa,  en.  aegoida  cooiinoaFén  rectamei^te^r 
IO  noevo  f/eote  9  y  secouTertiria  en  bilera  por  ud  giro 
i  la  dereoba  ejeeutàodolo  •  por  laa  voces  j  medioa  ja 
esplìcadoa. 

Coaodd  ae  4iaja  ejeebtad'o  al  piso  todo  loque  acaba 
de  preaeribtrae^  ae  repelìrà  al.  tfote  J  trpte  largo^ 
despaes  se  voiveréal  trote  y  en  segoid^  al   paao. 

Deapoea  ae  empeaaré  od  cambio  de  dìreocioii  cola 
loogitttd  del  caadrilengo,  y.cuaodo  la$  doa  hileraa  ile* 
gneo  à  balUrae  al  iado  uoa  de  o tra' ,  se  mandari» 

1.*    Ifileras»  .....<<•'. 

2/    jélto. 
À  lajprimera  yoz  .récogerio  todo»  sua  caballos,  à  la 
BégDoda  cada  uno  retendrà  el  ao^o^  cuadr^odole  ai  no 
lo  ettoriese»    >  -  .' 

TBBcaaA  lECCioor.  . 

Paso  de  costado*        ^     .  . 

Paraniarobar  de  coatado  à  la  dereoiui  ae  maodari* 
lA    Bileta.  .  ^. 

».      2/    Paso  4e  costado-^d  la  derccha^ 
•  5.*     Marchen.  • 

A  la  aegotida  parl<(  de  la  aegooda  yoz  convertiritt  to- 
das  laa.  espaldas  de  sus  caballos  à  la  derecUa^  tirando  de^ 
eita.riaiida  y.  arriiiiaiido  aa  poco  la  pieroa  dei  ini<iipo 


9m   ^ 

1^9;e%yalda8',.aoeffoaodo  Miaviiaifiiito^liii  pi«i;iiiid«r«Bhft  pa- 
ra sosmidr  ^1  «ah^lo*     .  .   ,     : 

Marcliario  ea  est^  dìsposlcion  la>  4of  InJeras  basta 
ir  é  ilegar  4  la  pista  lomeiiUt^  a)  lad^  giajoiRr'  respecti- 
vo  del  cuadriulongo,  donde  86  m^tfA^^Xi* 

2,-     Mto.  •  ' 

A  )a  aegaada  vat  b^rén- alto  y  nectifioafré  oada.  ano  sa 
oabaHo  para  qoedar  c<MÌrado  j  eabterto^eh  la  i»ilera« 
'    Para  mavcbar  de  cealado  ila  iaffuierdà  s^^  barrii  co» 
l«s  vooeajr  neglasqaei  U  derecha.ba}o  los^iaedioa  con* 
trarlo». 

'  Paca  estrecbar  la»  distahchs  da  dos  fìia«  à  d^^redia  6 
iarfnierchi  9  qua  se  fatllan  coo^  hileras  abiertas^  «nrpoqìda* 
dofas  traba jfitid^  ea  el  Cttadrtloogo  j  qoe  0SÌétì  al-iado 
aoa  de  'otra-  iguaUs  j  eooostradas  eo  eA  medio  de  ^i^ 
.  ae  laa  mandari  bacar- aiti> ,  y  eo  aegnìda  qoe  ajaimteo 
indiyidoalinéota  un  giro  à  ìa  dfM^etiba ,  j  «D-eità  diapo» 
sicioo  ae  daréo  lag  Toces. 

!.•     Fiia^. 
'-     V  fi.'    Union'^dladerecha. 

5/  Marchen. 
LoB  costados  derechos  se  mantendr^o  firmes  j  eoa* 
drados  é  sa  frente  ;  t^cnloa  ios  damas.»  i  la  segauda  par- 
te de  la  segunda  vot,  coDrerlirén  ef  coarto  delantero 
de  sus  cabailos  sobrè  ia  derecba,  eu  los  términos  es- 
plicàdoa,  y  i  la  tercera  los  poodrin  à  andar  de  coatado 
é  la  derecba;  y0i  moiilento  qaé' Tayflrt^  *ttegai» cerca 
del  hombre  cod  qoien  deben  unirke^  \ès  arrtrnaréii  U 
pierna  derreclja  para  impeilìr  qoe  co  el  aóto  dà  cnadrar- 
los  se  aprìeteo  6  empnjen* 

Lf>  miamo  se  *cjecótaré  bicla  4c  f«q«ierda  bajo  lei 
liiedioi  contraTitors. 

Déspnes  de  efecufado  lo  dlcbo,  §o  pertnìtifi  à  U 
tropa  qae  descaose  eo  sa  logari  dejaodo  caer  i  faeor* 


mita. 

PrincipiQS  dfC  alineamUntp. 

Los  reclatas  para  alià^arse,  adìsuias  de  ob^^r-far-  lor 
preveuido  para^  este  caso  en  ia  instrufifoo  à  pie,  ctiU 
dario  de  poner  ia  Ifnóa  de  stia  hontforo»  en  U  proton- 
gacioo  de  la  de  Iòs  hombroa.  de  loa  intnediatéa  por  eV 
iado  del  iilioeamiento:  tocaréo  con  aa  rodìlla  la  de  aa 
kiinediato  por  drcho  ladoS  conaerTando  ios  cabàlioa  de- 
rechoa  para  que  todoa  tengan    ana  ìlìreccion    paratela* 

PlBfra  èjercitarlo^  oo'  t^s  aliiieamÌ€Dt<ta,  sùpbnléodo* 
les  ebbre  ona  sola  fili,  bare  aalir  el  tDatraeflor'di«e  pa- 
ioa  A  sa  freote  W  tres  primeros  por  la  derécba,  j 
despues  de'  baberloa  alineado^  mandare*      . 

1/     Bla.' 

2/    jìlineacionsucesiva—porladerecha^ 

5.*  Tal  nùmero  -  alin^arse. 
A  la  primera  parte  de  la  tercera  yoz,  recógeriS  cada 
reclqtai  cuapdp  le  llegue  sa  vet^  su  c,abaUo,  y  à  la 
segonda  de  U  misma  voi  saidcà  é  sa  Irente  aia  precì- 
pitacioo;  volyerà  la'cabesa  sobre  sa.  derecha,  j  ae  uni- 
ri  al  inmediato  de  dicho  Iado  de  modo  que  Jlegue  é 
tocar  eoo  su  rodilla,  sin  abpirla,  la  del  iamediato;  do 
reba^aré  la  alìoeacion,  y  conseryarà  la  cabeza  y  vista 
é  la  derecba  basta  la  voi  de'firme^  é  la  qué  la  restr- 
iwr à, al  frer^t€.  CI  ipstroctor  se  colpcari  fuera  del  epa- 
tadp  derecbo,  en  la  Ifuea  de  las  cabazas  de  Ioa  caba- 
llQa>  para,  obserrar  la  exactltud  de  eMas  aliaeacionesi 
j  enfreote  de  cada  nno  sucesiyamente  para  ver  si 
marcban  cpn  todo  sosiego  y  rectos. 

Eo  seguila  se  adeiantarip  Ios  trea*  primeros  de  là 
izqttierda  de  la  fila*,  y,  se  ejecuiarà  igoal  alinaamientò 
€00  medios  y  TÒces  iuTersas. 

Ejercitados  éo  laa  'alioeàciones,  ano  i  opo,  doa  à 
doa,  trèi  à  tres,  &cc.|^eii  direccioo  péiràlela,  se  pondrio 


m  . 

Bases  de  irtineatailènto  en  d!reccn>oes  obiicoas,  empe* 
fando  tambied  deade  tino>  Acc. ,  y  aobrè  Doa  j  otra  ma-* 
DO.  Este  misino  órden  |^radaal  ac  obaeVyaré  i  retagnar* 
dia  rebasaodo  Fa  Ifnea  tnedro  cnerpo  de  caballo  para 
vòl^r  ali»  U  cabesa  4  U  .mano  de  aiittea^ìon,  comò  se 
previoo  e»  la  e^iieU  à  pte. 

EjecciUdoa  M  a^ceMvafDente  ae  practicari  la  mestilo 
eoa  la  fiU  entera^  para  lo  aoe  aa  mai^dari. 
«  K'     Fila.' 
•   '  S*»     Fof*'  la  {derecha  ó  izquierda)  alintarst* 
5.*     Firmes.  .        .  .^ 

Para  e|e««Urlo  ae  (eodrin  preaejikea  «sica  prioeipioa 
j  ioa  de  la  iiiatracioti  i  pie»  •        ^ 

.    CUARTA  afSCGlOII.  . 

Frincìpios  de  ùanverdones  d  eie  fif<s 

'Para  e^ècotar  este  movimiento  se  mandard* 
'    l.»     Fila. 

2.*    Conile r Sion —d  la  derecha  {d  izljiner day 
"  $,*     Marchen. 
A  la  S(^g,unda  parte  de  la  seganda  ioz  a^isarin  todoa 
aas  caballo»  è  ioclinarii»  la  ^ì.ste  al  contado  sa  lieo  te.  • 

À  la  de  marchense  pondrjfo  todos  à  còoveràar,  coi- 
dando  de  arredi ar  su  Telooidad  por  el  iado  del  costàdo 
aalieote,  y  la  distancìa  par  et  del  eje. 

Se  barali  ejècutar  por  derecba  è  izq^aierda  afgiieas 
eoiiTerstones  en  una  sola  Sla^  al  priDcipio  «on  hileras 
alHertas  à  un  paso  de  intervaio,  y  estaiuto  ja  à^guros 
en  laa  conversione»  de  e&te,  modo ^' se  bario  estrechar 
Us  dwtaiiqiasy  observando  coanto  se  previene  eo  la  ios- 
Iropciofi  à  pie,  daodo  por  sapuésro.(pe  lo  ^oe  allf  es 
eoDtacto*de  codos',  aqui  lo  es  de  rodillas»  -  * 

Para  concluir  la  conversiou  ,  ae  maodari» 

^    4!»     Fila. 
^  "     '  5/    jitto.  ■  •'•'.■' 


SS9 

.  alinearse^  ... 

.    .        7/     Firmes^  ,       .         .  ,> .    . 

À  UPcoarta  :9o%  recoserin  sus  cabalk>s«  A  U  4^  fz'^o 
le  bari  la  tropa?  y  eà  1m  demas  cuaatp  laa  cooeieiue^ 
corno  en.ì%  itutruccìoa /i  pie. 

Para  concluir  està  leccioo  se  formar^  U  tropa  èa 
doa  (ilas^  j  se  bare  de^filar  de  i  do$  <S  de  à  cuatrQ  pai;^ 
relirarse  al  #uartel  9  dopde  Tol?e A  i  formarse  en  dor 
fila$«        •  ì 

Para  echar  pie  i  tierra  se  ejecutài:i  lo  prevenid^ 
eo  U'  tercera  fóccion,  segji^uda  cla^e,  eoa  la  di^renci^, 
de  qae  à  la  yoz  à^  prepdrcme  para  echar  pie  d  iieria» 
saldràfi  caatro  pasos  À  sa  fieoiè  Ips  odineroé  ìrp^ares 
de  primera  fila,  al  unsma  tie<npo  que  Jos.  p.arts  4q  s^r 
^Qilda  ir^n  cop  paso  atjras  à Ja  misina^  di£itaucia«   ,        .      , 

Por  regia  general  toda  tropa  que.,t,eoga  que  echar  pi^ 
à  tùerra,  hallàq^lose  (brm^da  90  dos  filai,  se  conforipa- 
ri  i  este  misjDO  priiicipjo.  ;    ..^  ,  .    , 

'         '     CUARTA  CLASE/  ' 

PRIMERA     LEGGION. 

Trabajo  de  lo»  reclutas  sin  cuerd'a  y  emhrida&os  lùs 
cahàlfos.  * 


\  De  la  mano  de  la  brida* 

La  mino  izquierdaf  destuiada  para  llevar  las  riendas 
de  la  brida,,  debd  sitaarse  e  11  la  linea  c(e  enmfdio  d^ 
cqerpodeì  ginel:e,  j  «obre  ia  que  nacé  entre  lasàos  ore- 
jas  del  caballo  j  va  por  toJp  lo  largo  de  sa  cuéiio. 

£1  pàoo  se  ha  de  conservar  nataral,  sin  vplverle 
adeatro  ni  afuera/en  la^mlsma  direccion  qae  el  àule^- 
braso,  de  modb  que  los   ^udillos  de  las  prioieras  ar* 


2Ò^  . 
iliciilaci<hiéi  dò  tos  <léÀòà  ttlren^hiciìl 'elp^Dèlfb  iA  ani*^ 
idbI  ,  y  ìà%  ofias  hécìa  el  coerpo  del  hombr^:  el  dedo 
mefiique  irà  entre  las  dos  rìendas  qne  empò^aràla  ma- 
no, abidiis  ambas,  doblaràn  al  safir  del  paiio^or  el 
iado  del  d^o  pulgar  aobre  el  prìnaér  niidtuo  dei  fndi- 
ce,  y  aobre  el  plano  de  Us  do»  ae  esteVideré  el  piiigar 
^àr'a  qtie  do  9erasbaleo,  viniendo  Ì  caer  sa.  estremo 
è  botbn  firtne  al    ladò  derécho  del  coelio  de!  cablilo. 

La'àUora  de  la  usTonecà  de  la  fnan({  de'^Ja  brida  de- 
be  ser  corno  boos  cu^tro  dedoa  sobre  el  podfo  6  peri- 
lla  de  latiMa^  yi  ètra  tanta  distància  del  coerpo  del  gi- 
liete,  desdé' donde  ed  mas  lialàrii  y  tàctì  hacer  aeottr 
faa  do8  TJefod'àa  tson  igoaldad;  debe  boscar  i&l  ghìeite  el 
lipoyó  del  bocado  iobre  -fò^  as'rèdtnl ,  recógjettdo  6  acor- 
tando'  lilàttdaittettte  las  dos  rieridafa  basta  \|oè  conosca 
establecida  ììttà  eofrespóodeacia  reciproca  entiré  so  ma*» 
ino  y  la  boca  del  cabalto, 

"  Là  poartìoQ  indtcada  ^tt  la  sòia  é  lYìVàriable  qoe  debe 
tener  la  maqé^de  la  brida.  De  lelk  salen  los  coatrò 'mt>^ 
TiOMeatos  qae  debeejerQer  ,'corre8poodieote8  i  las  eoa- 
tro  direcciones  quo  puede' tornar  ei  c'a ballo. 

Se  bajafà  la  mano  eo  direccion  de  las  riendas  para 
darle  libertad,  qné  salga  adelaole,  j  para  refrescarle 
Uboca..\    / 

Se  le  leTantarieo  la  miama  dif^cion  para  cefiir,  &pa- 
cigaar,  sospender^  parar  y  bacer  atras  el  caballo. 
.  Y  se  llevari  eii  fio  la  mano  é  la  derecha  6  izqnierda, 
segnn  à  la  qoe  se  qiiiera  volTer,  sin  subirla  ni  bajarla, 
sino  siguiendo  la  misoia  diagoual  ó  direòcion.  qae  for- 
man  las  riendas* 

Todós  escos  moTÌmientos  debénhacersepòr  gràdos,  y 
|iroporcjóo^ndolossiempre  èia  sensibili^^d  défanimal. 

ìi^eh  tijstruido  et  recinta  en  las  observaciotiés  qìiean- 
teceden,  se  pasarè  i  las  iostrucclones  signiéotes: 

!Para'ajòstaf  ta's riendas,  se  mandare. 

l.«    Tiias  ó  hitéras,  ^ 

^y  jéjUit'én  (ias)  Yiéndaì.'^ 


•  995 

A  la  primiera  pact^  éé  1«  aegniiéi  Tbi  tornar én  las 
rifipdas  de  la  brida  eoo  el  dedo  pu^r^é  (ndice  de  la 
mVoo  derecha  ;  por  encima  del  pulf^r  de  is  ìsquierde 
levantaràn  Usrieùdas:  coirrìeiidM  ,pQ.r  elUsla  mano  «de- 
recha basU  et  botoo  ;  los^dltimos  dedos  abiertfig,  Ut 
unaa  al  freotet  f  el  codo  concio  à  seis' puloadas  nias  ba- 
io que  la  inano ,  se  entreabriràò  Ips  dedos  de  la  mauo 
izqoierda  ,  levantaoJo  el  palgar  para  podor  igualarlas^ 
à  la  sejsanda  parte  «de  la  misnia  vox  cerrarén  la  niaoQ 
isquieraa,  quedaodo  segua  se  e^plicó  al  tomairlas. 

Cu  el  moTÌmieiito  de  la  inano  debe  obrtr  el  bruito 
Hbremeote,  'sin  quese  eodurecca  el  hombro^  n|  coinà- 
niqueTaera»  alguna  al  cùerj>o. 

£1  drden  del^trabajo  én  e^ta  cUse  ieri  el  misino 
qne  el  de  la  precedente  ^  repitìendo  cou  Ja  brida. rtodf 
lo  qoe  bau  becbo  con  solo  el  filete.     ^ 

SEGUirOA  LECClOff. 

.    !     Vosdmientoi  por  cuatro  d  pie  firme* 

Formada  la  (Ha  de  ocho  à  diez  y  seis  hombres^  sa 
bariU  fMiomeracion  por  caatro  y  còmpi^òbàcTon  ,  éegau 
se  esplicò  en  la  tértera  UdehH,  Cuìtxtta  ciase',  iftÈ^ 
traainbn  d  pie;  y  se  Ics  bari  efecttt4i**à  p\p  tirmelos 
oiovimlétttoé  per  ceatro  i  dereeha  é  ixquiiierda,  y 
media  vuelta  ^  béjo  los  pl-ib<flpibs-'a>lU  èsj^lic^dos  v  wn  \à 
diferenota  qftte  cuwndo  à  pfte  marcarli  ^l  pa^o  iós  éjeè  v' i 
eabakio  bare  el  récUita  vu^élviA  eì  sbT'ò^sobfe'su  ti.Wiho 
terreno  por  los  medios  en^efiados  f  d  la  s^gunda  iec- 
cion,segunda  clase  de  està  instruccion. 

TJSacEBA  ^SCCIOV. 

Marcha  diredayconversiones  d  eje  moviòle  por  cuatro* 

Fearmlaéaa  Joa  reclvtas  ea  t^na  fila,  y  babiendo  gira- 
do  por  coatro  i  la  dere%ba^  -ed  ai«Ddaf*é; 


'    .'!*•  ■  Mamna  ^dé  fréniéé^ 
2/    Quiu  dlaizifuierda» 
3.^     Marchen. 

A  la  tercera  ▼©!  rcmperA  lia  tnarcha;  el  costado 
1s<iaierdo  de  la  priméfa  fifa  de  4  caatro,  qae  seri  el 
gala  de  la  columna,  matìtendré  sa  cabailo  recto  al 
Yreate  para  dirìgir  bìett  la  inarchà>  mantenìéndose  eo 
toda  ella  i  la  distaòeia  de  coatro  pìes,  observando  al 
89r^cnto  6  cabo  coadactòr,  qae  marcbarà  detante  de  di. 

Los  guias  de  las  otras  lilas  de  à  cuatro  aegoirin  la 
pistà'del  cabalio  delgùia  qae  lea  precede,  consenrau- 
do  la  mistiia^'diatarfcìa:  los  restantes  ndmeros  dis  cada 
fila  se  alineario  por  so  gaia  respectiyò,  àrreglindose 
^  sa  past>,  y  (ocahdo  ligeramente  con  sa  rodi  ila  là  del 
faombrè  qae  va  al  Udo  del  gaia. 

Coaddo  llegaen  al  punto  en  qoe  lìenen  qoe  con- 
Tcrsar  se  mandari.  ^ 

1.'     Cùlumna. 

2.*     A  variar  de  direccion—d  la  izauierda. 

5.      Marchen.  ^ 

A  està  T0S9  qjie  se  dari  al  tieni  pò  en  qoe  s«  .ha  de 
conversar)  se  ejecntarfft  comò  se  ha'  esplicado; 
,  Desp^es  de  baberles.  b^to  dar.  algnoA»  voeltas  al 
cnadrilongp,  se  qn^ndar^  bacer  4U0  y-  di^r  brente,  y  en 
segnidase  ejecotaràelniisn^o  ipoyimientQpor  la  icquier- 
da  j  volvi^ndo  en  ios,  4ngul^  sobr«  ift  derecha. . 
.  Coandolo  hagaplnea  al  p^o,  .ae  ies  omtidàjrà  al 
trote«  ,   .       . 

CUARTA   LEGCiÓir. 

De  la  mareha  oblicua* 

'  Sopooìendo  qoe  se  marcba  en  ci  coadrilongo  per 
^oatro  sobre  la  izquierda,  7  qne  se  ba  Uegadoé  mio  de 
los  Udos  mayoreti  fo  mandare* 


897 
1/    Columna. 
2.**   Oblicuo  4  la  iz^uierda* 
5.*     Marchen* 

A  la  segaoda  voz  prevendria  1||^  caballos:  i  la 
tercera  harà  cada  lioo  la  caérja  parte  de  nti  giro  i  la 
iEquìerda,  j  eo  segoida  marcliarà  et  uiSmero  cuatro  de 
la  primera  fifa  de  à  caatro,  qae  sarà  el  gaia  de  la  co-* 
lorooa,  recto  A  su  iiueTo  freote. 

TodoaJos  demas  ndmeros  coatros,  guias  de  soa  res-  ' 
pectÌTas  filas,  marcharéa  tambien  al  i'reote  qne  les  re- 
Stttte,  con  la  vista  é  la  derecha  para  dirigirséparaìeia- 
mente  al  gota  de  la  colòmna,  y  codserrarae  i  sq  alta* 
ra;  cobriéodole  los  demas  hombres  de  cada  filamarcba- 
rivk  tambien  é  la  misma  vos  al  freote,  con  la  vista  k  la 
isquierda  para  dirìgirse  por  soa  goias,-  poaiendo  la  ro« 
dilla  ìzqoierda^  detras  de  la  derechif  de  6q  ioihediato 
por  la  izqoierda)  y  la  cabeaa  de  sa  caballo  eofreote  del 
nacimieoto  del  coello  del  qoe  està  é  'so  izqoierdà. 

Coaodo  el  goia  de  la  columna  yaya  i  llegar  é  an 
paso  corto  'de  la  pista,  se  maodarà. 
^         !.■     Columna» 
8.*     De  frente.^ 
5.*     Marchen. 

A  la  tpgooda  roz  avisar^n  todoa  su»  cabatlos:  à  la  de 
marcbeo  bare  cada  uno  sin  parar  on  coarto  de  giro  A 
ladereeba,  adelaotéodose  un  poco  para  coocloìrle  doo^ 
de  el  caballo  tenia  las  maiios,  y  segni  ré  A  su  frent^y  ob- 
SfTTdndo  las  reglas  de  està  marcba. 

Para  oblicuar  Ala  derecba  servtrén  los  mismoa  prtn* 
cipios  bajo  los  medios  contrarios. 

Cosodo  esten  pricticos  en  tornar  la  oblicoidad  à  pie 
firoie,  se  bara  sobre  la  marcba,  y  pasaf  del  paso  al  tro* 
te^  7  al  contrario,  tiffiendo  lag  Tocea  indieadaa  cd  la 
iostraccioD  à  ple«  ^  • 


80 


898 

QUÌHTA  LECCtqdR.     • 

Giros  y  mediai   s^uekas  por  cucUro^   marehando  en 
^         una  fila. 

Paca  ejecatar  estos  m<9YÌmieatos,  estando  marcbando 
por  cuatro,  se  maodarà. 

1/     Columna^ 

2^"     Por  cuatro -'d  la  izquUrda. 
5/     Marchen^ 
A  1»  «egofida  Tos  io8  némeros  cuatros ,  qas  deberia 
servir  de  e}eà,  ae  preveodràii  para  baoer  alto  aiit  deleoer 
aan  la  marcha^ 

A  la  torcerà  cada  fila  de  é  oaatrd  ejecatari  aa  coo- 
▼erskiD:  sobre  ia  ÌB({«teÉd»,  segan  tos  priaoipios  esplica* 
doa  en  laa  conTeraìoOea,  d  eje  fijo,  deteniéòdose  loa  ar- 
merò» euairssy  girando  sebr e  un  i}iÌ9<bo  terretio^  j 
tiniendo  las  caderas  de  a»  cabaUo  eoo  la  pieraa  laquier- 
da  para,  facilitar  él  eQca<jo<iaiiiieata  à,  la  fiiaqnemar- 
cbaba  detrds. 

Gaando  Ics  unos  llegoen  à  encajoaacaé^coa  los  cuatros 
•e  mandare.  ^ 

4.»  De-frente.  * 
5/  Gida  d  ta  derechUé 
A  U  tegunda  parie  de  Ja  ovarta  r0z  Ioa-  ejea  ToWe* 
rin  à  romper  la  marcba  al  paso  qae  lr»aiaD  aates  del 
mioTimiefito,  conrformàndoaa  4  lo  '  preTeuido  en  la  ins- 
traccioa  à  pie  j  à  lo  mand^do  observar  eti  la  marcba 
direct»  eo«ttao<toi  i  la  quiota  vok* 

Gaando  U  fila  llegutt  à  trea  pasoa  da^U  plsta>  se 
siandacé. 

1«^     Porcualrodlaizquierda* 
2.*    Marchen* 
5/     De-^fremU. 
4v     Gaia  d  la  derecha. 
Este  movimiento  se  ejecutarà  corno  el  aaterior  ,  j  U 
colamna  quedarà  con  la  ìzqaierda  ea  la  cabsaa.  Para 


899 

▼olrerf^  à  stt  ititù  liataral  sé  i'epètii',à  el  mismo  movi- 
mieiito. 

Cuaodo  la  c'hlomna  llegaè  à  tres  pasps  de  la  pista  se 
mandare. 

1/    Por   cuatro--por   la    izquierda  media 

vuelta» 
2.'     Marchen, 
3.»     De-frenle. 
.   4''*     Guia  d  la  àerecha. 
Està  media  Vuelta  sé  ejecutaré  bajo  los  principios  es-^ 
plicados  para  girar  i  la  izqniei-da. 

Para  vòtvet  la  càlutnùa  é  sa  órdeb  èatcìtal  se  repe^ 
tire  el  misiuo  tnórVimiento,  eoo  la  diferencia  de  qae  là 
coarta  yos  sera  gaia  é  la  derecha. 

8BSTA   IBCCIOir. 

Girosy  medias  vueltas  por  cuatro^  marchando  y  far* 
mados  en  dos  filas* 

ScrpoDieddo  los  reclatas  en  dos  filas  de  à  ocliQ 
6  doce  de  frente  ^  à  la  distància  unia  de  otta  de  cua- 
tre  pies,  formiados  en  medio  del  caadrilongo ,  se  man- 
dirà- 

!.•     Mitad.^ 

*.*    for  cualro-d  la  defécha. 
5.»     Marchen. 
4-*^     De-frerue. 
5.'    Guia  d  la  izquiérda. 
Se  ejiiictrtafé  bajo  los  priodipios  eépìlcsfdds  para  tfna 
fiU ,  cnl'daifdo  de  alinearse  ias  fflas  de  é  cuatro  de  se- 
gtìAdf^  Afta  à^  sns  correspondicfntes  de  primerà. 
Caando  llegaen  à  tres  pàsos  de  U  pista  ^  le  mandar!* 
1.*     Mitad. 

2.*     Por  cuatro^d  fa  izquierda» 
9iA*     Mhr^hi^i^ 
•4'''   -^^ — frente. 
5/     ffxk&t  d' ta  iTUjui&rda. 


500  '  ;  ,  N    . 

Al  Uegar  i  otrot  tres  pasoi  de  U  olra  pista  f  96  man- 
da ri.  '  '      »  , 
U»    31itad.     '                             •      jv: 
2.'     Por   cuatro-por    la    iz^ulercth    media 

vueltu* 
3.*     Marchen, 
4.*     De—frente. 
5/    Gaw  ^  /^^  derecha* 
Ejecntado  este  movimìento    bajo   lo«   priiicipioa    «- 
plìcados,  la  «egtind^    fila  veodri  à  quedar  delanle  de 
la  prifiiera,  y   tepetido  por  la  izquieida    al   llegar  al 
estremo  opuesto  del  caadritougo  se  restituiri  la  tropa 
è  su  órdeo  naturai.  Cuaodo  se  quiera  bacer    alto  se 
maadarà. 

1/     Mitad. 
2/     Mo. 

5/     Por  la  derecha  {ó  por  la  izquierda)- 
-   .  aiinearsei 

4**  Firmex, 
Eq  seguida  se  harén  lòs  mtsmos  movimientos  hicia 
la  mauo  opaesta,  b^jo  Ics  misoios  priocipioSt  so- 
lo que  para  dar  inedia  Tiielta  sobre  4a  derecba  se 
mandari  solo  en^la  spgQoda  vox  por  cuatro — media 
vuelta.  * 

Cuaodo  se  ejeeute  bien  al  paso,  se  harà  al  trot<>.  y 
concluiri  la  leccioo  por  hacer  alto^  segon  se  ha  ense- 
fiado,  y  en  seguida  se  mandare. 

Eri  su  lugar  descanso* 
A  està  Toz   podrà  el  soldado  tornar  la  actittid  qne 
quiera^  hablar  6  acotnodar  cnalqniera  cosa^  dando  i 
sa  caballo  Fa  libertad  que  per  mila  su  genio  tpero  no  po- 
drà salir  de  la  fila ,  ni  fumar. 

TITCLO  VII. 
Instruccion  de  una  compania  d  caballó* 
Todos  caantoi  moTÌmientos  ae  esplican  eo  està  ioi- 


iracctoD  ie  compdfiia  é  eal^alló,  se  enteSarin  primerò 
à  practicar  é  pie^  à  fin  de  qae  el  soldado  se  eotere 
mejor  de  etlos,  arregléndóse  paie^  elio  à  cnantos  princi- 
pioste  haneatablecìdoentainstruGciondel  recinta  é  pie» 

PRIMERA  CLASE. 

FJUMCRA   lECGION. 

,  Formacion  de  la  compania. 

'La  colocacìoa  de  ona  compaiiia  en  afa,  sa  subdivi» 
lion  j  correspondencta  de  sns  p»rtes  é  coando  esté  eo 
batalla,  se  ejecotarà  seguo  laa  r<^gUs  sìgnteotes. 

Debieiido  formar  las  coonpaoias  de  derecha  é  iz* 
quierda,  j  presentar  en  formacion  Tefhte  j  coatro  hi* 
leras  ó  sean  caarenta  y  ocho  hombres,  inclnsos  los 
8argeu.to8  y  cabos  de  tos  co8tados>  se  formarà  eo  ala  de 
derecha  à  izqoierdA.  Dichos  sargentos  y  cabos  estar^a 
.i  retaguardia  para  s^r  co<locados  eo  sas  pnestos. 

Heci^o  este  se  dìvidìrà  eo  dos  partes  igaales,  qae 
se  llamarin  mitad  de  la  derecha  y  mitad  de  la  iz" 
quierda  en  ala^  qaè  en  b<«tatia  formare  està  ta  seguit" 
da  fila  y  aquetU  ì»  primera;  eo  el  eostado  derecho  . 
de  loda  la  compafiia  se  culoearé  od  sargento  2»^  qae 
no  contarci  odmero,  y  i  su  izquterda  ei  cabo  l.^  mas 
aotigno;  ai  eostado  izqaìerdo  de  la  mitad  de  U  dere* 
cha  eti  àU  6  prìroera  fila  en  batalfa  sie  colocarà  atro 
sargeoto  2.^,  y  à  »u  derecba  bn  cabo  \.^;  à  fa  izqoier- 
da  de  este  sargento,  y  corno  eostado  derecho  de  la 
laitad  de  la  nquierda^  6  segueda  fria  en  batalla,  se 
colocarà  uo  cabo  I.®,  y  otro  cabqrl.*^  en  el  eostado  jz- 
quierdo  &g  teda  la  eompafiia  en  ala,  6  de  segouda  fiU 
en  batalla;  eu'  et  centro  de  !a  mitad  de  la  derecba  se 
colocaràn  dos  cabos  ^egondos,  tos  caales  serén,  el  ano 
CQ)>tado  izx^uìerdo  de  priméra  fila  de  la  mitad  de  la  de«- 
Tecba  de  la  compafiia  formada  en  batalla,  j  el  otro 
eostado  derecbo  de  primera  fila  de  la  segnnda  mitad^ 


5e« 

4  miUd  de  la  iiqui^dii  de  Ui  cpo^fiaSUi  tm^^  tn 
b^talU;  eD  el  eentrq  de  1^  miUd  Ah  la  izqnierda  de  la 
coinp^fiU  forpì^da  eq  aia  ae  colocarén  otroa  doa  c^boa 
segai^doa^  qoe  serin  el'ooo  ^ostado  bqoierdo  ep  se- 
gaoda  fìla  de  la  tnìtad  de  la  derecha  de  la  compafita 
form'ada  en  batalla^.  y  ei  Otro  coatado  derecho  de  la 
Bevanda  fila  de  la  mitad  de  la  iaqaierda  de  la  compa- 
fila  en  batalia. 

Ei  aargeoto  1.^  se  colocari  i  retagaardi»  del  cen- 
tro de  la  tercera  sabdi vision  para  qae  qaede  en  fila  es-* 
terìoF  fprcaada  la  compafiia  eD  bafalla.  ,     • 

£1  tenieote  se  colocarà  «ti  frante  de  la  primera  sab- 
diTÌsion  de  la  derecha,  j  ei  alferez  al  frente  de  la. ter'* 
cera  subdifbiop. 

Sì  la  compiifira  faese  de  izquierda^  formare  del 
Olismo  oiodo  de  derecha  à  ìzquierda;  pero  la  coloca" 
cipq  dei  oficiales,  aargentos  y  cabos  Tariarà  respecto  i 
la  qae  tieuc  està  ppoi pania  en  e|  escnadron. 

Si  la  conipaoia  taviese  naas  fuerza  j  podiese  presen- 
tar aeaeqta  y  coatro  bombres  6  treinta  j  dos  hileras,' 
iuplasos  ios  sargentos  y  cabos  costados,  se  formare 
bajo  ics  mismoa  principios,  y  eo  arobos  casca  ai  spbrtf 
aen  algqo^s  hileras  se  colocar^Q  é  retagoardia. 

Eq  està  disposìqion  mandare  el  capitan  .bacer  h 
eoamerscion  por  coatro  de  derechtf  4  izqoierdai  corno 
ae  ha  preveuido,  y  la  coni  proba  r^.*. 

Para  formar  \^  compaiiia  eo  batalia  mandare. 
l.'     Comparii^'» 
2/    J  formar  è/i  batalia. 
5/     Marcheu. 

A  la  aegunda  voe  el  teniente  dar^  la  yoz  de 
1,'     Mitad  de  la  derecha- de  frente. 

]Si  alferea  al  oir  la  niisma  voz  mandare*  * 

l.*     Mitad  de  la  izquierda. 
2,*     Por  cuatro—d  la  derecha, 

A  U  yot  de  fn^rchen  del  capitan,  repetìda  por  loi 
auJ^j^Uer^ios  enproaados,  la  pripaera  Già  marcbaià  ^  seis 


5«5 
fiBMB  mi  fmite^  y  ri  teniesteia  mtpdari  hmternltOi  j 

aliaearà  por  la  derecha. 

La    mitad   de  la   ìsqnierda,    qne    ^a  i  set  segooda 
fila ,  i  la  ¥01  de  marchetta  ^ndo  db  corto  lugar  para 
qoe  desencajooe   la  mitad  de   la  derecha  ó  ptìinera  filà> 
ejecutarà  ei  movìmiento  de  à  caatro  sobre  la  derecha, 
y  afitea  de  coocluirlo  mandare  el  alferez. 
5/     De  freme.         ' 
4**     Quia  d  laizquierda. 
Al  oìr  dicha  vos  ,  qoe  aeri>  al  momeaito  ,de  conclnir 
el  coarto  de  conversioo  por  filaa  de  i  ctkatro^  marcha»  . 
ré  està  spg«iiicla  &la  bas^a  que  los  liitìmos  coatro  bom- 
bres  se  balleo  cerca  de  ia  altura  del  oostado  ix^aierdo 
de  primera  fila  ^  y  entoces  mandare. 

5.'.   Por  cuatro-d  la  izguierda» 
6/     Marchen* 

7.*    Por  la  derecha-aìinearse.  ' 
8.»     firmes»     •  / 

Bare  la  sesta  vqz .  al  Uegar  la  referida  dltima  ÌSla 
prefikainente  detras  del  costado  uqaierdo  de  la  prime- 
va, j  la  sétìma  la  ^darà  al  coticluikse  los  cuartos  de 
cooversìoB  por  caatro.  Dada  la  vox  6ctaTa)  se  obede*- 
cerà.  '  "        *  4  •  • 

Al  alinearse  la  ^egonda  fila  quedarà  à  la  distancia 
de  c,natra  piea  de  ia  prillerà ,  jr  bìeii^  cubie rtos  loa 
liombresde  *aqaelia.con  los  de  està.  £1  alferez,  corno 
cornandaute  de  la  mit^ddela  izqQÌerda,  se*  babré  si- 
tuado  para  coìdar  dei  alÌDeàmìento  de  i%  segooda  fila 
al  oostado  derecho,  pasando  despues  por  retaguardia 
de  la  coiupaiiia  à  tornar  so  colocacion  A  Taogiiardia  ;  él 
sargento  L^  aegoiri  el  moviinièoto  de  la  segunda  fila 
y  PC  sitoard  e»  su  puesto. 
;>  Del  m^ismo  mado  ae  forman  la»  oampafiiaa  de  is- 
qoierda.  * 

€oafMÌo  la  compania  trabaje  separadamente ,  nom-' 
braré  el  capitan  un  gaia  particalar  qtie.se  aitnanl  ea 
el  oostado  Uiiaìerdo^  ai  la  compania  ^a  de  derecba>  y 


504 
8%  d«  icqoterda  se  sitaarA  ea  ti  oosUiIo  defeclio,  do 

hacie^do  oiimero  en  la  fil^. 

•acGusroA  leccioit. 

Tornar  distdncìa  de  filas. 

Saponiendo  à  la'compaaia  copao  qaeda  {freVenido^ 
86  mandarà. 

1.'    Compania* 

2.*     ji  retaguardia  d   tornar   distancia  de 
filas. 
A  la  primera  voz   tomari  la   compafiia 'la  posicioa 
«nsefiada ,  y  la  fila  eaterior  rectificaré  su  aiineacioD. 

A  la  segonda  saldrin  à  retaguardia  «  à  ia  distancia 
de  ocbo  pasos  de  la  primera  fila,  los  dos  cabos  costa* 
dos  de  la  segunda ,  alioeàndose  por  la  derecha  para  mar- 
car la  linea  ea  qne  debe  colocarse  la  s^gooda  fila./£a 
està  dispwcioB  el  capitan  dar  j  la  toz  de 
5.»  Marchen, 
A  Ta  qae  marcharà  bacia  atras  la^'aeganda  fila  j 
la  esterior;  la  segunda  fila  rebasaré  algò  los  gaias  si» 
toados  para  alioearse  al  frente  ^omo.  esté  eusefiado; 
cnando  se  bay  a  alioeado  la  segoodafiUi  rectificàri.  sa 
àlipeacioii  la  esterior  à  là  distaucia  prescripta ,  y  ea  se- 
guida  se  darà  4a  Toz    •  ♦  •  .*         •      ' 

.  .  4*     Firmes.  .  «^   "* 

"A   està  Voz«  observaria   todfs   cnaoto  en   ella  esti 
prevenijcjo.  • 

TEBCBRA   LECCION. 

Aline arst  fpri  distancia  de  filas»  ' 

Se  colocar^n  primero  Ics  trfs  6  castro  bombr^s  de 
dtirecha  ó  iz'|uierda,  qoe  deben  servir  *de  base  à  la 
atineaciofì  al  fretite  ó  à  la  espalda,  y  en  direcciones 
paralelas  y  obticttas  à  las  que  atites  teniao  tatf  filas  ,  para 
io  que  se  mafidtfr^. .  , 


505 
!.•    Por  ta  derécha  (6  izquierda). 
2.*    Minearse. 
Obieo   ' 

!.•    jé  retaguardia  por  la  der^cha  {ó  porla 

izquierda). 
2.*     Alinear  se. 
Lo  qae  se  ejécatarà  bajo  los  prioclpiot  esplìcados  ea 
la  instruccìou  dei  recluta* 

GUABTJL  uccioir. 

Aiinearse  sin  distancia. 

Despaes  de  haber  estrecbado  las  distancias  '  8^  ba- 
ra alinear  à  Ics  voidados  al  frente  j  à«  retaguardia  por 
la  derecha  y  por  la  izqaierda,  eti  ditéccioocs  paraie- 
las  j  oblicaas  é  las  qae  autes  tenian  las  filas,  ali- 
neàDdose  aotes  las  tres  primeras  hileras  de  sa  costado' 
que  deben  bervir  de  base>  observaudo  loft  princi pica 
estabtecidoS)  y  dirigieodo  lo^  sargentos  ó«  cabos  que 
estao  à  los  costados  de*  ias  filas  la  vista  por  delaote  y 
detras  dé'cada  ana  para  com p roba r los.  * 

A  la  TOE  de  firmes  se  queilaréu  firmet  todos  los 
soldados,  y  el  capit^o'se  coUvcarà  sobre  el  fianco  d^  las 
doa  fil^s»  por  et  Udo  de  la  base  p4T;a  examiiiar^y  cor- 
regir  Us  faltds.  Coanda  se  qi^iera  Har  algati  »  descaoso 
à  los  aoidados  lo  mandarà  el  capitao  y^  [p  ejecutaràa 
comò  te  ha  espiicado.  ,     «  *  , 

SEGUNDA  CLASE. 

PBIMBaA  IBCGIOH. 

Martha  en  batalla. 

Saponiendo  la  compania  ei)  sa  órdeo  de  batalla 
bienaliueada,  coadradoa  à  so  frente  los  iodivkluos  d« 
eiia  y  cubriendQ  exactamente  ias  bileras#  los  de  segau- 


da  fila,  81  80  -^idra  ^oe  gtaiwlitw  4e  AieDÌet  ae  man- 

dari. 

1/     Compahia. 

5.^     Gaia  à  la  dereàhm* 

,      ,  •  * 

A  fsU  voz  el  sargepto  qae  no  Ì)aGe  niSmero  en  la 
fila  86  atlelaiitaré  hasta  alinearse  con  lo«  coroandaates 
de  initad  para  servir  de  gola  durante  la  marcfaa;  el 
capitan,  le  «inilicari  el  ponto  de  direccion  qoe  debe 
tornar»  y  é\  tooiari  por  si  otros  dos  iiitermedios  en  la 
mtsaia  linea  de  direccion  ;  et  sargento  1.^  de  fila  este- 
rior  reemplazari  en  ei  costado  derecho  de  primera  fila 
al  fiargei^to  ^la^  y  ae  ewlejrarà  de  cu^l  es  ei  'panto 
de  dir.eccion  y  Joa  interiuedioa,  cnìtlando  dorante  la 
ni.arcba  de  qiie  el  sarmento  gvia  aa  lo«  cnbra  exacta- 
meote.  Tooiadaa  éaUs  disposicKMJès  dare  el  ^sapitaa  bi 
¥uadfl 

4»*     Marchen* 

A  la  que 'romperà  la  Aiarcha  la  compema.  El  aar- 
gento  gnia  obseryarà  eoo  exactitod  la  longitod  y  com- 
pas  dei  paso  si  se  trabajase  é  pie,  y  la  igoalaad  del 
mismo  si*  /aeae  à  caballo,  marcbando  en  direccioo  de 
lo»*pui)tos  tomadoa;  el  W/gento  qiie  se  ba  eolocado 
al  costado  de  «priiitera  fila,  cooservaré  el^  mismo  paso 
qoe  el  g*uia,  .maoteiiiendo,  dorante  la  m.arcba  Ja  mis- 
wa  distancia';  "ios  soidados  llevaràn  U  vista  al  frente 
j  obserraràn  el  con(«M:tb  de'roditla^  pero^sìn  opresFoo, 
arregUndose  à  Ica  demaa  priocipios  eapaestos'en  la  ins- 
truecioo  del  recluta^  ca^a  óbaervancia  vigilare  et.  ca- 
pitan. 

Si.algon  8oldado  d  parte   de  fila   perdiese  érpaso, 
6   alterase   la   velocidad^    se  lo    adrertiré.  el    capìtao, 
«ombrando  la  bilera  6  parte  qae  sea  con    la»  Tuces  de 
1.^     TVf/  hilera  {miiad  &  euaria). 
2/  .  j4l  paso  ó  al  trote* 

K  eiU  VOI  dirigiràn  todos  lo8  Dombiados  i«  7Ìsta  al 


99f 
•ai^lg^i^o  epcfTgada  ifi  la  4ii^#(BAÌo%  arf#glar^  sa   paso 

à  di  j  Yolyeràii  la  vista  al  freata» 

^  • 

Obsetvaciones  para  la  mareha  direda. 

1.*     Consertar  march^aclo  su  aline^cion  y  oiMoo. 

2.*  No  èstrecbarse  deòiasìado  para  podef  tomar  boi- 
gUra  ai  se  lli^gase  à  opri  mi  r  macho. 

3,*  No  aepararsD  las  hil^ras  j  voi  verse  à  onar  si  lo 
hobiesen  verificado. 

4«'  No  bacar  salir  al  guia^e  sa  dtreccion  j  dejirse- 
la  tornar  si  se  le  habiése  obiigado  é  abandoòaila. 

Caando  se  baja  ejecatado  la  inarcba  con  ei  gaia  k 
la  «lerecha  seri  cooTeoieote  practicarla  por  ia  ìs- 
qaìerda.  '  ' 

Para  qae  Ics  soMados  enioienden  con  facilìdad  ios  de- 
fectos  qoepoedan  resaitàr  en  la  marcba,  se  iés  easefìarà 
à  <{ae  aiargneo  j  acorten  aJguna  vei'  el  paso^  dando 
para  io  primero,  si  inarcbaa  é  pie^  ^lasos  de  trea  puU 
gadas  mas  que^los  reguUrea,  y  «aounrtindoios  seta  para 
•  lo  segondo}  y  si  se  ejecata  à  caballo^  avivandó  un  poco 
ó  deteoieodo  Ics  caballos.  • 

•   ^  •  -  \  .    ^ 

SBGUUDA    LBCtlOK. 

Eacer  alii>*majrchAn(io  en  balallaij  y  altnearse. 

Para  verifica rk>  se  mapdiiti*'     *        • 
•    1.*     Campania.  •     * 

2.\  AUo. 

'  A  la  seganda  voz  qaedarà  firme  la  compafiia,  y  et  en* 
<;;irgado  de  la  direpcioa  quedarà  delaate  de  elia,^  si  el 
capitan  no  le  manda  volver  i  sa  poesto. 

Para  ali nearse  bara  el  capitan  adelantar  las  tres  prì- 
meras  biieras  qae  sirvao  de  base,  y  se  ejeccitari  corno' 
se  ba  eoseiiado.  Si  solo  se  quiere  rectiScar  el  alinea- 
mieuio  que  se  trae  marcbando,  se  mandare* 


508 

5/    Ifor  la  derecha  (d  par  la  izquierda) 

alinearse. 
4.'     Firmes. 
A  la.tereera,  dìrigiendo  todos  la  TÌsta  »l  cosUdo  de- 
recho,  i^ectiRcaràn   su   aliueacioó:   lo  uiismo    ejecotari 
*  la  segaoda  fìta  eoo  arreglo  à  lo  va  ensenado. 

A  la  de  firmes  restituì rào  la  vhta.  al  fieule,  J  qae« 
dardo  iomÓTÌlcs,  retìréndoae  à  la  fila  esterior  et  sa*- 
geoto  1.^,  tornando  so  pnecdobl  sargeot^  gura»  , 

*       TRaclBA  LKCClOa. 

Marcila  obticua. 

Coanto  se  lia  dicko  eo  los  principios  de  està  raarcha 
paraiDstfuir  al  recluta,  es  cornuo  4  la  formacion  eodos 
filas,  couio  en  este  caso^  ob«vervaiido  ademas  ooa  misma 
distaucia  en  loda  La  marcba:  por  lauto  se  les  ioslrnirà  à 
oblicnar  y  hacer  (Vei»te  sobre  la  marcila  eo  doa  filas^ 
lo  mismo  qoe  se  advìitió  con  otta  sola,  sirTÌeBdo .  a^oe- 
Uas  voces  par»  odo  y  otro  caso» 

«  CUARTA   lECUOlf^ 

Marcha  en  batalla  al  trote. — Paso  at ras  jr  de  cestaio* 

Se  e^èotarà  b^o  ros'prineipios  eaplU&doa  en  U  ius- 
IraccioQ  dei  recluta.     •  * 

•  .     •.         QUINTA   lECCIOV. 

'  Marcha  en  r  et  ir  ad  a^ 

Sifaada  ta  companìa  ^'pìe  ffrnae^  y  corregìda  sa  ali- 
neacìoD^  se  la  maudarà  cuaudo  se  q^uiera  que  marcbl» 
«lì  relirada. 

1/     Companìa* 

S.*     Por   cuatro"  media  vuelta  a  la  derecha 

(ó  a  la  izfjuierUay 
5.*     Marchen* 


569 
A  b  tereera  top  darà  la  «onipafiia ,  por  fiUs  à^  à  cua- 
tro,  media  voelta  à  U  derecha:  Ips  coroan^antes  de«QÌ- 
tades  y  la  fila  esterior,  la  darén  ìodi^vidualmente  eq  sa 
mismo  terreno,  j  el  sargento  cosUdo  qoe  do  hace 
ndoiero  en  la  fik  se  aeparari  para  dar  lugar  à  quecoa- 
Terse  la  fila  de  i  ca atro  de  bn  lado,  y  pasarà  à  ocu- 
par  ei  costado  estevior  de  la  qoe  resulta  primera  fila« 
£1  capitan  pasarà  à  colocarse  delaute  de  la'iiiiera  de 
direccìoD  que  elija  ,  indicando  al  «argento  gaia ,  qae  ea 
este  caso  sere  el  de  la  fila  esterior,  el  punto  de  direo- 
cion  9  j  mandare. 

4.*     En  retirada. 

5/     Guia  d  la  derecha  (ó  d  la  izquie.rda). 

€.'     Marchcn. 

A  la  quinta  voe  el  sargento  de  fila  esterior,  qoe  lia 
de  euidar  de  la  direccìou ,  se  colocarà  al  freote  del 
sargento  qoe  se  halla  al.costado,  ternari  los  puntos 
de  direccion.ìatermedioSf  y  euterarà  de  ellos  al  otro 
sargento. 

A  la  sesta  se  pondi à  en  marcila  la  com pania,  obser- 
Tando  lo  prevenido  para  ia  marcba  en  batalla. 

Està  marcita  en  retirada  se  ejecutaié  tambien  dan- 
do media  vuelta  por  mitades ,  y  pie  i  tierra  podré  eie- 
cntarse.por  la  media  vnelta  individuai  ^  bajo  los  pun- 
cipios  esplicados  en  la  instrocciou  del  recluta  à  pie. 

TERGERÀ  CLASE. 

.     PBIMEBA  lEGGIOir. 

Martha  de  fianco  por  cuatro. 

Considerando  la  compafiia  ea  batalla  A  pie  firme,  pa« 
ra  qoe  marcbe  por  el  fla^nco  derecho  se  mandari. 
1.'     Comparii  a, 
,  2.*    Por  cuairo  d  la  derecha^ 
5.     Marchen.  - 


310 

A  h  teresa  Tdz  btftéi'tt  compatita  ]96]*édàtro  i  la  de- 
retf ha  bajo  ìas  prìn^rpios  espticados  :  al  tnismo  tretnpo  se 
colocaré  ti  sargeat<»  2.^,  -qa0  do  hace  fliim«TO  em  h 
fi>a  f  d«laht6  del  Costado  isqcrierdò  de  la  priméra  filai 
qne  reaalta  de  é  oche,  para  dirtgit*  la-marcha.  Los  co-< 
msDdaates  de  OTÌtades  se  sìtaarén  al  costado  is(|uier(td 
I  de.la»  primeras  fiias  de  las  sujara  're^ectWas.  Et  capitan 
aitaci  éoa.guias  eo  la  prolongacfdof  del  costado  isquier-' 
do' de  dicha  pHmera  fila  j  dei  aargento  que  se  sitaó  de- 
laitle  )  j  matidaré. 

4.*     De  frente.  • 

5.*    Gaia  d  la  izquìerda* 
6.^     Marchen* 

A  està  Yoz  lo*  cjecaUré  la  eoittpama  il  paso  :  el 
aargento  qae  se  poso  delante  del  costado  iu^oierdo  J 
aìrve  de  gaia  à  la  colnninà,  y  el  comandante  de  là  pri<' 
mera  mitadf.  qoe  para  este  casose  adelantari  eternar 
8Q  isqnierda^  marcharàQ  rectamente  à  su  frente  :  et  cos- 
tado de  la  .  primera  fila  segai  ré  al  sargento  qae  va 
delante  de  éi,  j  procurare  cabrir  en  toda  la  marcha 
con  la  cabeza  de  este  Sargento  el  guia  qoie  descabra 
mas  inmedìatp  :  todos  los  demas  se  arreglarin  i  lo  ja' 
dicbo  para  marcbar  perfectanyente  alìneados  y  cobier- 
to8  en  sua  hileras.  La  fila  esterìor  marcharé  en  ta  prò- 
loDgacion  de  la   lioaa  quo  ocupaba  en  batalla. 

Sì  Ifr  rùafcba  de  fianco  fnese  por  la  izquierda  9  8er« 
Tiràn  las  misinas  reglas^bajo  medioa  contrarios. 

8BGUNDA   LECCIOir. 

Furiar  de  direccion  por  cuatro. 

Para    bacer   variar    de    direccion  i   la    izquierda  é 
una  «somflanift  qne  Va'. marcbaodo   d«    AamMI   c^    el 
frente  d^*  é  ocho  j  lai  dearecha  à  la  c»bez«  ^  89"  maitKiàfit 
1.*     Compahia. 

d.*    A's^aHar  de  dir6m<m  d  la  izquierda» 
5.*     Marcheti.  •        v 


511 

A  la  Toz  de  marcken  la  ifrioiéf»  fihv  de  à  ocho  con- 
tersaré  è  ìm  hifawrda^  à  efe  aao^ibl'ét  todds  las  demas 
k>  harAo  CD«Qdb»  ttegti«n<  a^l  punto  donde  eooyers^  la  ^ 
priiDera,  cofisevraiiéo  eì  e\e  ti  p^Éò  c^ue  trata  antes»  y 
deacri  blenda  oa  arco  de  ciuco  paso»,  para  k>  qae  ae 
estabieceré.  sobre  la  izquierda  no  guia  fìjo  que  sefialo 
el  ponto  donde  ba  de  «mpezar  la  conversi  od. 

Para  Tg^rìar  de  direcpioo  sobre   la  derecba  se  obsèr« 
▼aràn  los  misoioa   prtÉoipios.   Las   mimìas   reglas^    ha** 
jo   floedt 08.  cantra rtos,  serviràrt  paramarohar    por   el' 
fianco  ic(|aierdo  d<  Tariar  de  dire<Jcion  à  la  ìsquìerda  j 
derecba.  . 

TfiACElA  LfiGcroir* 

Haceraltoy  frerUe»        • 

Para  ejecntarlo  se  maodaré. 

1.*     Compania*  • 

5.*     Porcuairo  d  lek  dereiha  (ó  izquierda)* 
4»*     Marcken, 

5/     Por  la  dereeha  {ò  por  la  iwfuiefdà)^ 
alinearse* 
^  6.*     Firm^s.  i 

A  la   seganda   voa  bare  aito     la   compaiìiaf    arre- 
gUodose'i  lo  preveoido  en   la  instroccion  del   recluta. 
A  la  coarta  conversare  por  filas  de   à  cuatro  à   la  ma- 
no qoe  se  inande.  A  la  quinta  sfi  alioiaria  por  Isà.  mano  * 
qoe  se  diga,  y  é  ia  sesta  q^edaràn  firnies. 

CtJARTa  LBCCION.. 

Sóhre  la  marcÙa  enhatalla  tornar  la  de  fianco  y  vói' 
ver  d  la  de  h alalia. 

Para  ejecutarlòr  se  mandare* 
1.*     Compania, 

2.«    Porcuatro  d  la  derecha  {fi  ìzqtìietdà). 
5/    Marcben^^ 


312 

5.*    Gma  d  la  izquieria  {6  d  la  derechà)» 
À  la   tercera  toz  las  dos  filas   barin  por  coatro  i 
la  mano  iodicada.  La  cnarta  toz  que  se  darà  al  con- 
cluir  el  cuarto   de  coDversion  por   coatro^   se   obede* 
ceri. 

£i  sargento  gaia  de  la  deredha,  j    los  comandan- 

tes  de  miUdes,  tornar Jn  el  logar  que  se  iea   ba  ensefia- 

do  para  la  niarcha  de  flaoco.  La  fila  esterior  girari  en 

el  terreno  que  cada  uno  ocnpa^  jcoutinaari  marchando. 

Cu  andò  se  quiera  t|ue   la    compafiia   Tuelva  à  mar- 

chareo  bata[la,mandari  el  capitan. 

1.^     Compahia» 

8.%   Por  cuatro  d  la  izquierda  {ó  d  la  de- 

recha)> 
5.'  Marchen. 
4-*     De  frente. 

5.*     Gaia  d  la  derecha  (d  d  la  izquierda)* 
Lo  qne  se  ejecutari  por  ambas  fiias,  seguo  se  en* 
seno  eu  la  iostruccioo  del   reclota.  Guidando  los  solda- 
dos  desegonda  fila  de  cobrir  bten  i  los  de  primera. 

CUARTA  CLASE. 

PRIMERA    IBCGIOX. 

Conversiones  d  eje  fijoi 

Se  efercttari  II  compa&ia  eo  la»  iconveraiones  i  eje 
fijo^  separando  primero  las  fitas^  y  bacif^odolos  con- 
Tersar  i  cada  una  de  por  si,  con  distancia  entre  bi- 
leras,  j  luego  que  se  bayan  babìtuado  i  marcbar  cir- 
cularinente,  bajo  las  reglas  esplicadas,  se  nnirin  y  se* 
pararin  eu  el  acto  de  coo?ersar  con  las  vocesde 

Union  dia  derecha  ó  laizquierda» 
Para  tornar  la  qoe  geueralmepte  se  establece,  j 
Holgurad  la  derecha  i^ó  la  izquierday 


5i5 
Péra  etiMncli»r89^,  diodo  U  de»/nAi*cftc'ii  4Jiiaftdo  tea 

yasaficiente  U  holgara  4S  U  onìoo.  >  .'*/ 

Se  iea  avvertire  eii  uno  y  otro  caso  qoe  «se  unaa  «<é 
separeo  luiiy  tose  usi  bl  e  meo  te  y  y  uempre  sobrei  I»  mari^ 
cba-,  gasando  terrena  .beota  »del ante:,  lo  qae  se  gobbo-» 
goirà  con  sacar  un  poco  ei  bombro  opaiestOy  y^-à 
caballo  ìóclìnando  on  poco  la  inraifo  é  dicbo  iado* 

Laego  qae  erteti    Ùeo  ejercìtadoa  en,  estas  diferenr 
ciaf,  #6  rennrtrin.  las  dos  fìfaa  é  ia^distancia   preacripta 
eD  baUUa  y  mandare  ei  capitan. 
1.^     Compahia- 

S/     Convemon  d  la  derecha  (ó  izquierda). 
5/     Marchen.  ;  : 

A  la  Bcgooda  toc  oblicaarin  todoa  loa  de  aegnftda  fila 
i  la  mano  opoesta.  A  la  ^e  marchen  saldri  4a  compal* 
fila  conversando )  j  obaerTarà  lo  advertìdo  en  laa  ccm^ 
Tersionea  scAire  eje  fijo  en  la  Snatrnccioa  del  reolaia»'^ 
Cnaodo  qniera  el  capitan  qae  dejen  de  conteraar^ 
mandari.  ,  * 

1/     Compahia» 
2/    Jlto. 

3.'     Por  la  izquierdh  (d  por  la  derecha^ 

alinearse* 

.  4*'     Ftrrne$.  j 

A  la  segonda  Yoz  bari  alto  la  compania:  i  la  tòrcerà 

y  cuarta  ejécotari  cnànto  se  esplica  paira  ealoè  cloa  casba 

en  laa  alioeaciooea  .del  reciuta. 

Loego  qne  la  com pania  converse  bìen  sobre  eje  fijo^ 
desde  el  alto  se  La  bari  conversar  sobre  la  marcba  à 
eje  fijo,  y  se  yariarà  alternativamente  )a  mano^in  d^jar 
de  conversar:  para  lo  qne  supohiéodota  marcbaudd  en 
batalta  i  sa  fronte,  se  mandare. 

1.'     Compania*  '     *     *'   . 

2/.    Conversicn  (d  Ja  derecha  ó  ìzquierda) 
3.'     Marchen. 
La  compafila  seguirà  marchando  i  su  freiìle  bast^  la 
tercera  vot  ;  al  oirla  le  dtteudri  el  eje  girando  ài  mis- 

21 


514 

BM  tièiftfHi^  fhk  adMiiyEiliaMÌe«li'atVa8ar8e  Ae.1»i6la«  tédos 

lo8  demas,  meno»  eLcMtado  i^iil*e»ley  aeértàrén  sa  pa^ 
èo  «tt  pr<»|K>r«tpa  rde  «•  ^«oxiiiiidad  al  ejfec  ku  de  aegtio- 
da  fiiirbhi-idvaré»  ji  ibarcbaifén  é  U  miaiaa  aUara,  ob* 
sorvaadf»  en  |ó  dkeaiate  citàataiaa  ha  dicko  an  iascoaver* 

Caaada  se  ^uieca  que  aiga  :»a  marcha  al  fiieatfiv  m 
fnandaFé:  ». 

.    •4'*     De^r-ffthte^guia  d  la  dtrtcha  (d  iz- 
quierdà)^    »  •  -- 

L9  prìmera  parte  de  Ja  cuarta  Tos>  ìqae%e  dari  al 
Ms^r;ai  paèstojeéi)^qudidaba' tornar  sa  làaròka  ai  fren- 
te,  servire  de  preyencion  para  .tmiiar  là  maicba  dìrec- 
%k^\  ^^léìia  se^uadiipiKtle.Galdréol  co»  al  ^hbo  tleÌrb<Ata- 
<k»,aaii«Dtè  todòfi,  ^as^iodIviT)(»ès  «deia  'Ceas'pfaéUv  obsei^ 
:«aRdo  aderaaaiU»^^da^aeg«nd^ft  «1  deàhaeer  aidaÙBOO  tiampo 
ei.oblìooa  qd£  ihabiao  jàeckò  para  tonveasittv 

^••^  '/5J    ..'       '■•51  <•.>      :    .•.         V.   ",     ,    '        «  >        r>'l        ■.    ^;      s.       .. 

•  SEGUND4    lECClOir.  ^,. 

Conversiones  d  eje  mói^ihle.      \ 

"l^tWiJa'é'la  fcòriXjianl'à  éjéèfìie  esta^  cootersibnes  «e 
airreglari  A  log  prtncipios  pfèscrìptòs' para  està  caso  en 
la  tercera .  cla&e  ^  quinta  /^ccio/i,  de  la  ins#accìon  del 
'irWlùta  i  pi'eV<^bii  ìa  ciiféreucià  de  practicàrta  Còb  dosfìlas. 

TEBCBtllfl^'£fetblÌÓ^.  '■'    •••;  •••'••■-" 

ii  . /i   '.    >i   Formar 'enr^olumka^ 

"  Si  estendo  l'è  !òQimpà6ia  éo  '  VàfàHà  sé  la  g*DÌsiete 
*^òrmiflr  én  còlaibbà  ^òr  inìtaìiéè  sóbré  l^.^eirìècba,  mao- 
daré  ei  capitan.  .    i     ■/'         .  v  -i 

,         .       1.»     Campania,   .   ,  '^  :' 
''"'-''''    ^  i.*^    Pof  fUitdàeì^d'là  deretha  éu  columna. 
.'    .      ,     V.    Marchen.   ,  V*  ^  •    "^  ■   ••  .  '        ^ 

'A  là   éegùddà  Voi!  lòs  sàrgéótos  y    cabòS|   costados 


«i5 
izqmerdds  de  tnltatlés,  sé  preparairlir  paria  cleséticiirjd^ 
mrse  Irgerametitè.  *     '  '■ 

A  fa'  de  marehenj  àivétt  \m  mitàéié  nn  'Cìi^tti»  db 
conyer^iòii^  Kft)o  Ìò8  pHncipioti  éspoestos,  y  |o8  co^ 
maudarftetf  de  «filas  pnsstàn  pof  el'  cavssrnò  in.i^  corto  à 
colodarae  fa  èra  del  ptrtitrf  eii  qtte  debeU  apojrar  efl  «oa* 
tadó  sa  lièti  tìe  ^aa  rtitUdèa  rc^ierclivas,  daDdo^^ffenèe  kì 
eje  de  ias  mismas  paraf  ter  pérfeotatiiétiìe  tfft^H««acì<]rA 
aUoticiàlr  k  óodverskm  db  eada  «mitadVjr  ctfaiiddr:|di 
costadM  aaliedt^a  Vayad  i -cofieHtiri^hi)  tàatidarÉ^  i- sii 
mitad  cada  coìdtiaiidante  desdé  k\\i.    '  .^ 

1.*    Mitnd:'         ■  •  ''  •  ^  •':  '^ 

2.*    u^/^ù.  '  : 

5/    Por  la  itquittdaT^uUneànè. 
4.'    Jtirmes.  *       ^'  - 

A  la  aégtitid^  véi  barla'^ltè  la#*hi)^d^!^cWda  ^eo- 
maftchViìè  fétìt&dàfi  el  nai^efntò  6  (««l»o  del  (Sbatadósan* 
li«hh^ideW'  miUd^  sila^ndoié  etl  k  t^bea  qo^  p^i^  pof 
dietio^àaa fidante  y  él  eje  eie  ellai!  en  eèta  dl^pòaìd^tf 
daiid-tltda  furio  d  au  riempo  la  tercera  yat^  qiie  sera 
ejeétftatta 'èonfbrtìiè  à  las  reglaa  de  aliìieactéfiea:  Itiego 
qne  séliayà' a^^iicado«0àda  tioO  de  la  de  alt  ttiitad;^ 
clarj  la  èrfaVth  to^^  èia  qoe  qiiedarin  inikHSiriles  to-*^ 
(lo«^  eoii  U  t^sfà  aliffénté,  y  lòs  cokiiaitdai^tei  de  mi¥; 
tad  fetoiocartn  eii:  stxs  pneatoai 

La  part^  de .  fila  eìrterior  qtte  airrìe^pMide  t^cad* 
"jitad  «é^ìVà  itt*  itìdttmfénlijj,  colooiftdoaé  É*e»»pt«  'uftì 
pase  1^  relaigtiardia  .  de  ia  segiQBfda  fìl#,  7  ef  SaVgevitoi 
qne  se  ha  coiocadq  en  la  Ì£(}uiérda,  y  qcift  tio  'had« 
uiSm^H)'éd'la  Dla^  paiari^  ^  Éa^  eaterioì^/    '  .: 

I^ri  forìklat  eli  eoléitiéA'  |>or  lirhtide»  tjl  'Iftqaìei**^ 
da,  se  observàràii  Ics  mianit»^  pl^tneipkyii)  bajò  medloa 
contfarfirf.*' 

Marchàtn  còiumUài 
Despuea  de  liaber  forùiado   la  cotnpaflia   por  ti^ta* 


516 
-  de» .ea c<4aiiiD«  CQuAa  derecba.é  Ucabut,  p^ra  bacer.- 
U  mairchar  se  colocari  ei  capitan  eo  la  proioa^^acioa 
4e  U  bMei*a  de^goìatt  bacieado  frante  à  ellos  comò  à 
«DOS  quifice  6.  Teinie  paso»,  situando  tres  goias  iìjog 
tomo  i  OQOS  cìùoueaU  paaos  de  la  coluif  aa,  y  eatre 
al  eo  la  mifma  proioogacìon;  y  bacteado  frente  à  di- 
eboa  gttiaa,  lea  ad  ver  tire  qae  ae  nemodeo  anbesivameo- 
te>  coBforoie  raya  llegaodo  la  coiumna  al  maa  inme- 
diata>  y  al  gaia  de  la  mitad  cabeaa  qoe  procare  ca- 
bric  ee  teda  la  marcba  eoa  «^l  maa  pròximo  de  los  gctias 
fijos  lo8  otroa  mas  dÌAtantea* 

Tooiadas  estas  diapoaicioneavmandari. 
!.•     Columna^-de  frente. 
2/  ^Gmia  d  la  iu/uierda. 
5.*     Marcken. 
...  A  eata^TOs,  qqe  repetirà  eòa  vlreza .  cada  comaedan- 
te  de  mitadt   enpreiideri   la  colamoa  la  marcba  eoo 
pronlitad  j  à  oo.tieiiipQ.  Ei  aargeotq  guia   del   coatado 
«equierdo  de  la  campa  aia  pasarà  à  la    fila  esterior.  Los 
ao4dados  obseryarin  eo    la  marcba  todos  Ioa  priocipios 
e8|Mie«tos  eo  la  iostruccìoo  del  reclata.  £1  gola  de  ia 
cabeaa  obserrari  la   iongìtad  j  «velocidad  del  paso,  j 
aaegoracé  la  .di riccio d  de  au   marcba.  £1  guia  de  la  se- 
ganda  mitad  marcba rà  rectamente  por  la  haella  à  pis- 
ta del   de   la  •  primera,  observando  ooa  dtstancìa  igual 
é ila, esite nsioA  del  frente  de   %\j^    mitad;  y  ai  la    perdiese 
la.'volveri  i  tornar  poco, à. poto,  alargaodo  6  acorfando 
iiiaeoaibl^iiieole  el  paso,  para  qoe  i^o  ae  note  del^nctoo 
ni  preeipitaoion  eo  la  marcba. 

EI  guia  de  cada  mitad  debe  caidar  de  la  di»tpocist 
dìreeoton  y;  pasOf  y  ei  comaniaote  del  órdeo  y  rea- 
niou  de  todos  Ioa  movimieqtoa  de  sa  tropa* 

£l  capitan  se  colocarà  de  coando  eo  caaado  i  re- 
tagnardia  en  la  dire;.ocion  de  Ioa  gfiias,  y  se  detendri 
en  ella  dorante  veiote  6  treinta  pasoa,  para  exaqpioar 
ai  el  guia  de  la  cabi^sa  ae  aepara  de  le  direccioa,  y  si 
et  qoe  ^igjue  marcba  por  la  haella  del  prio^erp. . 


51f 
QUINTA  LECCION. 

Variar   la  direction* 

Para  bacer  Tarlar  de  direccioo  à  la  colomoa  d«* 
mìtadea,  qtie  ira  marchando  é  sa  ireste  ^  ae  aitoaré» 
dos  goias  fiìoi  ei»  eè  lado  de.ios  da  la  coiomiiaf  oao-  ai 
princìpio  ée  la  eooviersion  j  otro  ai  fio  ^  evadvados  %nk'^ 
boa  con  l^a  espalda  al  frante  dei  arco  qoe  bayaade  d«at> 
crìbir  el  goMt  soglio  sea  e)e  ó  coatado  saliente 9  per*^ 
nanecieado  ailf  baata  que  eooTerae  toda  la  cotnrnaa»  > 

Si  ilevando  la  dereoba  à  la  cabesa  'se  Uqoìaieae 
bacer  ▼ariar  de  direcccon  é  la  isqnierda ,  el  snìa  de' 
la  cabexa  ae  dì  rigira  al  ponto  en  que  deba  empetar  ia- 
cooTersion,  de  mcrdo  qne  so  lado  iiqoierdo  pase  ro<- 
taodp  el  freote  del  qcre  se  ba  cofoeado  en  el  paoto  en 
qoe  drba  empezar  la  oonveraion;  7  coando  aqnel  esté 
ìnmediato  é  éate^  mandata  el  comandante  de  la  prime* 
ra  mitad. 

1."    Mitad. 

2.*     Jé  variar  de  diréccion  a  la  izquierdOi 

5.*    Marchefl. 

La  tegunda  voa  se  darà  cnatro  pasos  antea  de  Ile- 
gar  ai  ponto  de  la  conTersìoiv;  à  la  tercera,  que  se 
dari  al  llegar  al  ponto  en  qne  deba  empetar  la  eoo- 
reraion,  el  gaia  de  dicba  priiner|  mitad,  que  ser^  el 
eje,  y  toda  ella  empeaari  à  converaar  sobre  sn  izqaier- 
da,  arregUndose  é  lo  ensefiado  éo  las  cenirersiones  4 
eje  moTÌbte;  y  coaodo  este  goia  yaya  4  ilegHr  al  se- 
gaDdo'goia  fijo  se  mandari. 
4.^     De-^^frente. 

La  primera  parte  de  està  Toa  se  darà  dos  pasos  an- 
tea de  Ifegar  al  guìa  fijo>  en  qne  deba  loncinir  la 
conreraton.  A  la  aegnnda  ,  qne  debe  darse  en  ei  panto  é 
en  qtiedi^be  eonclniry  lomari  toda  la  mitad  el  paso 
regolar,  ó  el  qne  lleva  el  bombre  de  en  medio  de  att> 
primera  fila  )  y  aegnirà  marcbando.al  Ireutb,  bajo  laa 


518' 

reglat  ptescriptast  l4a  segimdar  wit%^  continnari  ^K'^*!* 
milite  mare  bando,  à  sa  freote  bajo  ios  misinos  prìncì- 
pios  qoe  la  prim«ra« 

Para  Tarlar  da  direccioo  la  colomna,  lleTaodo  i 
ba'  iz«|uipp<la  la  cabcaa^  aerviréo  jos  mitniM  priocaiplos, 
kajo  «taa  medios ^ootrajrios  ;  Ios .  g«iiaa  fi^os  ae  .  coiocario 
ie  modo  .q^e  preneuteo  é  Ja,  columua  so  co»(ado  dere^ 
oho ,  si  acfa«ll»  UeTa  la .  derecbA  é  ia  «abesa ,  y  .idi  ii^ 
qaUrdo  ii  iLeyase-  ia.  ifquiffirda  ^  cobcàodose  e»  la  prò- 
Ì4>i>g^cioB.  dei  co^tmdo  esteripr  -d«  log  ^«ìaa- 

Luc^o  q^e  se  llaUe  la  cooipaliia  mvfy  ejaneilada  em 
las  waffiack^aea'de  direc^jba  sobre  aaibos  ladoa  ai  paso 
v^nkr  ,  a«  la  bar41a$«jecate  al  paio  redobUdo  à.  pie  t  / 
éjcabaUcft  al  trote. 

..  SESTA  ^IfCOOK. 

<•         .  ■■■•»( 

>     :      ..  ■  Ma<i^  0f(^- 

Si  una  compania  qqe  poarcba  en  columna  (}è  mitadei 
se  c^i^ere  qo^  haga  alto^  maqdaré  el  capitaiv 
1.*     Columna* 
?."    4lfo.      .  • 

A  la  segnpda  vox,  rép.etiJa  por  Ios  comaD(Idnti>s  de 
QÙtad^S  ,  $8  parafai)  todas  jbajo  ias  regla^  esplicadas  pa- 
ro ei  alto,  é  igvi.^i[neote,10i8  guUs,  q«ie  pò  se  move- 
i:in.  auflqQ^  bubie^en  perdido  sa  distancia  y  dìreccion, 
pues  sip^ra  pasar  al  órdeu.  de  batalla  jufga  pecesarioel 
cjapitdD  i^ctin9ar  sa  .dit'^ccÌQiìi,3e]r4  ^olo  él  ^Qieo  dari 
la  yoz  de  alinears^. 

.     ^         f^TlMA    LECCIOUr. 

Formar  en  bàtalla* 

'  Pari)  foTiniir  «n  batalbi  ooaf  ganarpania  qae  està  em 
otAtfmììti  p»r  iBÌtad«s^^  reetifiearé *  el  oapitanv  st  fwssft 
itoeueater ,.  Di  direeeioti  d«   Ios  g«iat^  eolocéadoae  para 


519 
Mia  dèftfttle  AbI  ^ia  fyriineìv  mìnè^  iotCpAiàn^»  £rea«- 
te,  j  à  ladìstaDcìa  corno  de  aoa  mìtad  ;  y  ni   ino  asUa 
ÌOB  gata9«kì  ia  dir«ccièir 'prèma/ inéC9tifieai'A  por  ei  prì- 
fflero  ei  aegoodo,  y  enéewaìd^  mandare. 
Por  la  izquierda^atkiearse. 
À  està    YOE    cada  x^oataodaDle   de  mitad  dirìgi r^    ia 
alineacion    de    la  suy'a   perpeodicnlarmeote  A  la  de   la 
eWamÀa  V  y  ttiegc»  f(«e  ^  r^lfi  latìfieada,  darà  la'iròs   de 
firmesj  j  esperarA  alH  iaa  '  sigvrientea  del  «apit^.    • 
!••     Campania.  * 

•  ?.*  ^  fa  fz^uierdà  en  haiatlà. 
A  la-  ae^uda  'toz  saldrà  et  sargéato  de  la  derecbà 
de  la  primera  mìtad*  é  mare^r  et  àngolo  recto  para  fa 
eonreraioit  de*  dicha  infUd\  coloc^ndosé  en  la  prolon- 
gacioD  de  los  guiaa  de  la  teolbniba ,  dando  9I  frente  k 
donde  debe  darlo  la  co^apaCiia^'' j^  ^  U  di^taocia  .del 
pt'imero  dei  fVeòfé'de  vna  mitad',  de  modo  qne  al  "ali-;* 
nearse;! a  primera  mfitad^  ^orrésponda  i  é\  \à  IWktk^ 
Bé  «egoida  dari  el  capitati  là  de 

5.*    Marchen.    ^  ,   .       \ 

A  la  qoe,  repetida  por  loa  cjomandatiteiEi  de  ikiita- 
dea,  emiversafétfi'estas  à  la  ÌK(|qterdà,'  coidandò  dichóa 
cotnatiifàòtéa  de  la  observaoctà  de  l<ro  jf^'rittòipioa  eapti- 
eados;'y  caapdo  el  cbstadò  àarmnte^T^ya  é  entrai'  ea 
ia  linea  de  bata Ila,  mandare  cada  ntiò  à.  so  xbitadr 
1.»     Mitaà.  * 

3.^    Mto. 
Lo  qne  èjecntado  trtfn  dicbo^  cdmaodàntéa  con  pron-^ 
titùd  -k  lai  Ifnea  de  batàlta  i  coloparae  sobre  la  derech^ 
de  in  mitad,*!*  darà  la  Voz  de  ' 

'Porla  de  redha  caline  àrse. 
Yéjeqotada  ja  alineacion  m^udarA  el  capitan. 

Tìf^mhs. 
T  Us  cotiiatidantes  de   mHades  sé  coi^carén  en  sof 
pnestoa.  ♦ 

BaJK>  log  Qitamot  principios,'  y  con    ioa   medioa  opoes- 
toS)  te  formare  à  ia  defecha  en  batadla   por  iaver- 


BSO 
sion^:  ^n:  U  dìfei!eiièi«  iJe  que  <d«fi   0I  eapìtliii  U 
sfigttod»  ref.  de. 

Por  imerMn-d  ladereoha  en  baialla. 

QUINTA  CLASE. 

•  ;  PRIMEHÀ  tECCIOll* 

Mafxhando  en.colnmna  4»/,p/|fo,  haeer^ucdar  hileras 
d  rciauuardiay  hacerlas  vol^r  d  entrar  en  linea» 


Saponìeodo  qae  la*  compafiia  m^rcha  comò  parte  de 
Q|ia  CQl^iDpa ,  y  se  qiiiere  qae  pase  ana  diriatoD  de  i 
^iiatro  d  retagpardia^  ae  m^ndari. 
^.,..    .       )/,   Qmsion  de  d  cuatrp  de  la  derecha-d 
V  retaguardiam 

,.  2/     Marchen. 

»  .  A  eat^  T9>^  oblicnariii  tndividpaliiiieBte  \\im^  el  centro 
ips  primeros  cuatro  ^ombrea  de  la  derecba  de.  cada  fi- 
la ;  los  de  seguuda,  eo  ei  n^ooieato  que  ioa  reb%ae  la 
fila.^  mare  barin  por  sa  retagaardìa  oblicoaii^o  hàcia  el 
ceiiktjco.al  paso  redoblado  ò  trote  haata  Uegar  detrai  de- 
la  aegupda  dì  vision  de  é  cuatro  de  la  compafiia  por 
este  lado,  Be  las  qae  «ignen  marchando^  en  ciajo  pa- 
rage  desbarin  el  qjbliciio  y  segqirén  cu^riepdo  ^  dicba 
jQla  ;  los  qaatro  bombres  de  primera  fila  barào  no  mo« 
vimiento  %emejante  para  colooarae  detras  de  (a  qae  re- 
salta ahora  primera  diTisioo  de  é  coatro,  por  el  costa* 
do  qge.se,  ha  hecbo  el  rooTimientOf  j  marcbarén  ali- 

eados  cpp  sus  correspondieotes  de  segnuda   forinaDdo 

08  ocbo  una  fila ,  j  à  la  distancja  de  no  paso  de  la  qua 
llevan  delante,  el  sargento  de  fila  ester^or  tornare  sa  it- 
qaierda. 

Se  bara  det  mismo  modo,  espresando  La  yozdelmaD- 
do,  si  solo  se  quisies^  dejar  i  retagaai'dia  ona^  dof,òtres 
nileras. 

.    Para  qne  Toelyan  é  eatrar  en  U  Uoea  Ica  que  qoeda* 

roQ  i  ret^aardia  se  fuai^dùri.  , 


r, 


9S1 

.  1  /    .jPìW«»0>Ii  4ft  4  ONMro.  (ò  hiUra^  de .  re Itfr 
guardia-^en  linea. 
8.*    Mar^hejm^',  .  ♦^ 

A  ^8ta  vos  losnoiiibradD8:oblÌQQ«r4Q  liécia.  afnera  j 
entraràn  A  alinearse  al  paso  redoblado  6  .  trote  eoo  «as 
respectlvas  filas.    .  * 

Si  Us  biieras,qQe  qpeden  é  retagaardia  soq  del  cos« 
tado  ^uia  de  la  coloinna,  el  gaia  decada  aubdiriaioa 
ae  DnhrA  à  la  parte  quesigoemarcbando,  y  cuando^ael- 
▼a  à  entrar  eu  Unea  se  ^aeparari.  io  preciso  para  dejar 
ioi;ar  é  dlchas  bileras. 

Este  tnovìmkiito  se  ejectitaré  bajo  los  mtémbs  prtn- 
cipios  por  la  nqnìerda. 

SBGUHDA   LVpClOir. 

Marcharido  eH  cotanina  dhminuirelfrente'. 

•       '" 
Snponiendo  la  eompafiìa  de  derebha,  j  que  «s  parte 
de  uva  «polomon  que  està  Imaffcbaado  y  lleva.  por  cabeza 
à  està  compafiia,  maodavA  el  capitaci. 
^  .1.*    .CoHifkania*  -  " 

2.*     Por  mit adesca  d (sminuir  el  frente* 
£1  comandante  de  luprimei^a  tnitad  mandare» 
1.*     Mitad. 

^4^    Defpente-^guiadlaizfuierda. 
El  de  segooda  mandarl. 
1.*     JUiiad. 

2.*    Convemoìpd  la  derecha. 
Dada  està  voz^el  capitan  mandare.  ' 

3.*     Marchtn. 
ItO  CQat  se  repetirij  y  la    seganda   mitad ,  ejecntari 
medio  coarto  de  copYersloiit  j  al  cooc^trlosu    cooiaar 
dante  la  maod^arA:   dérfrente-guia  dia  izqmerda. 

Y  coando  vea  que  sa  gaia  ta  A  entrar  en  ia  direc* 
cioD  del  de  la  primera  mitad,  dàrA  la»  voces  dì^  jqcri»- 
s^ersion  d  ia  iufuierMa-man^henj  .y  coando   esté  ya 


BSd 

d  ìaiiqnierda.  •  •  '•    •     ^    '. 

CI  sar^eiito  2.^  del  costado  i««tìii«rdé  de  !•  compt- 
ftìa'cfaeno*  fasce  mkìieiròW  la  fiU^  db  a>|eeàré  eB  fila 
(kì^.ù^,  ■"    ••*'-■         ;«<•_...•••        '   i 

Del  mìsoDO  modo,  bajo  los  medios  "  ifi^ersosv  dia«* 
m4wuirJA  òor  nsitadca  ma  c^mpkft^  c(ae  iléve  la  ìsqnier- 
4a  eo  thhétm.  •  •   •  .•;!.:-:• 

DebUmtAJpenie,   •.       ■    .    ' 

.i.S«?P<W/?ij4^  l|i.,caq>Pfi^if^  mrpM49t^t>  P^JfiiniM^  por 
niitaaea,  con  la  derecba  à  la  cal>ejB^^  j  qj^  j^  )o^jf%  4^ 
doblar  ai  freote,  mandarà  eì  capitan^ 

2/     Por  miiades^d  aumentar  el  freme. 
Al  aW  ^a'  .Tv?^^  <^«^JMi49^l9  ^^  1#  ì|^^im)|i   miud 
la  mendaré.     ^ 

'•^'^.  ^';  li^'  mtàà.     ^  -?=    •••   ■•'.'•■•••    •  *  . 
>      :  ^^  <|ì.^  '  Gonyetiìòn  à  la  itfpfi^d'Oh-paBo   red9* 
bèudoió' ed  tfi^t').    ' 
'  La  primera  mifad  seguirà  niarobvtHldr  ^à  so  frente  ti 
rf)isnio-'pa«t»„ '•"  '»^' ••'"■"•■",■      .-'"■v  .<•••'. 

£n  segw^a  ntaódfrri^  il  oa|[>ft^«^   ''       '''•< 
5.»     MarcHen.  •'■>'•  ">        ^ 

A  està  -iròe^  ^«^  rt»^etii«é  ^\  eòbiattdskile  de  la  segqncfa 
mitad,  darà  està  medio  coart^"<l0=  eonfversioo  i  la  ii- 
qnlerda,  y  su  comaodante  eo  segai'da'  \k  mandarà:  i2tf~ 
frente^  y  coaodo  sé  desoubVà^t  (50'M<fò^  Izqaiérdo  de  la 
primera  mitad  la  >m«itd»iv*:  iCdMté^rsi&n^  d  ià  'àerrtha^ 
para  entrar  é  alineArae  eoo  la  prlniieta  mìtad:  lo  qae 
éfecutaK^/  nyand^édo  at  '  coacM>ir  i4  eoirersiefo:  ae^ 
frante y  t^iDaiide^su  paso  y  atfnieacfoo.      >' 

Si  ha  d0  ha>oéi*  aito  ta  oéfnpifihì  stf^  ma>ff»darà  eoo  Ita 
i^^c^a^'ifidioadaVy  y  ef  4ia  .d«  6é^titaKiàr  marebando 
*itt*Qdarà  el  cépìtain»  •  '*    =      *» 

*.       J   '4i»    Gu{a  dia  i'^uie^a:    '  \ 


$28 
Del  mismomodO)  l»jt>  \m  meèios  làverMs,  se  au- 
meotari  por  mitades  còd  ei  gai»  à  hi  derebba,-  j  bajo 
hs  mmiBÒs  princìpio»  y  "véttefi  «^  pédrJi  à^smnsir  j  itu«- 
meatajr  por  iettar fat^  en  ct|yó'<3a»o  maoKiairiii  ia»  •egoo^ 
daf  coaEtà^los  aargentoa^  <le  filA  esiertor* 

,  TEECEI^A  ^£<;cipi{r. 

La  cànttamarcha.         ' 

.  Saponiero  .ipfìe  &fm9  Qoà^.cocupafila,  p^ra  qoe  de 
el  fr^9'4e.iji:l^t^g9arài^»  (|i»eichfldo  ^9.  ««  /Srdan  maturali . 
Be  situare  qo  gaia'al  costado  izqaierdo  del  de  l^.pi^r 
pafiia  dando  ei.ilrei^tQ  ,é  x^^màr^%^  y    mandarà    el 
c»piUll$.   .'.■;.  ;  .*  -.'.,■.;■.'... 

:  1 .»    Oompania»      •  *  =  ^ 

2.*     Cohtramarcha.  .:.'.../. 

•  5.'.   Por  cUatro  d  la.derecha^i        i 
.  4'*    MérehcMi      -         ;      .    ; 
5>    A  $imniitr  de  dlrtccymnél  laizquierda. 
6/.  ^Iiareh6i$0' 
A  U  cMurU  Tofi  hailà  iii*^iupa^ìa<  por  fiia3r4a4  Qoa-^ 
tr^  à  U  i^eeeehft*    ■ 

A.Ja:  de  mar^^ftiae  pfQiidriitodaeiiiBif(>iFi«EilQnta|.rnaFr( 
«htudfi  (isQ.firoiitey  msnos  la  priiBeraL  fila  4e:  i4  ocho> 
qne  desde  inego,  segati  los  pri nei pios  dados^  variare  do 
dil-eccion  sobr^  la  izfQieTda  h^sla?  dar  do»  ciiafti^  .de 
conversiou,y  cooclnidos  marcbai^i  é  ad  ìiqftvo  freote 
por  ìdeijaDite  ,de  U  ^qi^  èra  pritoeieva  fUa  eia  bf^t^lla^  el 
sargentQ^Hf.  dirige  eèta  oiAroba  de:0acieo  s«.dirigiré 
Como  à  nnos  séis  paso^  i(''la-.^pBUla  delguiaqo^;^  0s- 
tableeiói  lai  dADàM-filati  de  à  .cebo  Tarwria  jde  -d^recr 
cion  donde  lo  bÌ£o  la  de  la  caiftexa.^  ^^iDsecf andò. sua 
Jwaa^s;.    ♦•    - 

f^g<i^ae.la.oab«ia  llegme  icesoa  4e  lia  altura  dMre*^ 
&rìdo  ijaia  fijot  mafibdacàel  com^adante  de  ^lla*  . 
7.*    PoF.  euatrórrd  Im  iofmèrda*       v 


52| 

'   r  .&*    For  là  dereeha-^tineàrse. 
r...  .       .  'lOév  Marcken.  -   i-     i  •  .  • 
-.•La'oeldtvft^!tF<»  se' darà «q  el  momento  qoela  tsabeca 
de  ia  «ompalita  ll^giie  é  très/pasos  de  ia^ltura  del  goia: 
kecho  el  alto  se  dario  Ul  ^ocea  Doveoa  y  ddiSiiBe   qua 
se  ejecotarin. 

Dei  miscDo  modo;  se  paède  hacer  la  contramarcba 
por  la  ia(|uierda,  estableciendo.  ,eL  guia  fijo  é  la  de- 
recba. 

Bafò  léa  iÌBÌ84noé  prÌBOÌpio»  se  piiede«  faacer  aobre  la 
.  segnodafila,  cffando  contenga  eoDtramàrcbar'i  reta- 
guai^dià.  * 

i  ^ConimnaffH^ha  fot  filaw* 

Fara  hacer  este  movinaieuto  por  filaa  à  fio  de-  oqo" 
par  menos  terreno ,  caaudari  ei  capitanV  atfpÓDÌendo  la 
«:oinpafiia  en  batalla. 

I.*    Compama»  ^ 
2.'     Por  Jìlas-^contramarchai 
^  5 A    frknèra  jila—por  euatto- d    la  dere- 

cha—segunda ,  por  cmatro  d  la  iztfuierda^ 
"A  està  ros  et  aargenlo  gaia  liia  U  derecfaa  tendri 
por  el  camino  mas  corto  à  sitaarse  coltro  paaos  de* 
triis  de  la  segtinda  fila,  para  marcar  ia  direceioii  de  ia 
eoiiipa5ia  en  1*  »aeva  disposicmn  y  hetÀe  qoe  ▼«  ^ 
tornar.  .    . 

En  este  estado  dari  el  ca]pìtaB  la  Vos  de  * 

i.»  ''  Marcken» 
A  U  qne  bara  por  coatro  à  la  derecba  la  prhsera 
fila  9  y  id  segofìda   por  coltro  é  la    itcfoierda. 
Ejecotada^  roandari  el  capitan. 

5.*  jì  variar  de  direeeion'^d  la  d^rtdta* 
6^»  Marchen, 
A  la  de  marchen  empezarén  à  convefsar  eoa  c)^ 
moVl|»le  sobre  la  derecba  ,  y  en  un  arco  metior  qtie  el 
prevenido,  bà  dos  pvimeras  fila»  de  à  cnatro  tpe  ba* 
cen  cabeza  ea  prìmera  j  segonda  fi^a,  j  à  màrchar  de 
tVeule  todas  iaa  demas  de  ambsis  fiiaa  basta  llegar  «1 


525 
pnntó  te»  <{«e'OOiiterBiroB  1m  jkw  prtmerìst  y  agi  lo 
haréo  làfl'si^icKites  «egan^imyftii  ilegaDc|o  à  él,  isnictaif» 
do  de  dirìgirse  el  costado  ìàc^aìerdo  de   la  priineca  fila 
de  i  oaatro  al  gaia  derecho  €8table<:ido. 

La  .columqa  oorre$poa(lteDte  de  la  ^egaada  fìla^  des* 
pnes  de  faaber  conversado,  se  dirigirà  bol  cabeaa  P^ri* 
lelamente  à  la  de  la  pnmera.  .  r 

Coando  los  pritneros  cu  atro  borobre»  de  primera  fìia 
▼ayan  i  liegar  i  \à  disUncia  necesaria  para  l|ac<er  bren- 
te por  cqatro  i  la  ixqnierda  ùo  tocjar  al  gaia,  mandari 
ei  capijtan* 

7.'     Compahia.  *  .. 

8.»    Alto.  ,        • 

9.*     Frente.  .         • 

10.     Por  //i  dérifihfl^alinear^e*     .  ^ 

'  11.     tirmes.       '•    '  ^     .   '.'•   \  •   \- 

A  la  TOE  de  alto  lo  Viari  la  compafiiaw 
A  la~  de  frente  bari    por  cnatro  à  la  Uqaierda    la 
primera  (ila,  y  la  segnoda  por  eaatro  i  la  derecba. 

A  la  dècima,  rectlfìcando  su  distancia  la  seganda  fila, 
te  alinearén  las  dos  por  la  der«cha:  la  voz  ooce  se  obe- 
deceri,  y  el'comaadante  se  coloqari  ^n  so  lugair.  ' 

CVABTA  LECCIÓV.  .       ^ 

Marchando  en  columnd^  formar  en  hatalla  por  rìftot- 
guàrdia  de  la  cuberà.  m 

Supòdietidò  la  còlumna  eoo  la  derechii  Ì  \^  cabe^'a 
marcbaiido^  y  situado  el  goia  cornespopdleote,  sé  m^n- 
dari.  "•    -  .      •     '    ;     ^ 

Columna., 

Por  reiaguardia  de  la  cabeza^d  la  de- 
recha  en  balatla»  • 

%.*    Gma  d  Li  ^erecha. 
A  la  seguoda  vóz  saidri  un  sargénto  de  fila  esterior 
para  qae  le  coloque  el  capitan,  eo.punfo  e^  que  debe 
tpojar  la  izquierda  la  primera  mìtad*,        ^      •  r  i^r 


i.: 


4ia  altura  del  |)r»mer  ^iaifijo'  esUbleekli^  ei^Uocft^el 
i:.QmtMUQtfr  de  ella  mandai'i-. 

!.•     Mitad.  * 

2.*'   J  variar  dt  direcciond  la  'dérèchà. 
*  T  ctiaDdo  esU  tniUd  llegaè  é  dióhà  altura  dari  II 
Tpa  de 

5.*     Màrchéti. 
'  A^lil  cjD^  èònvehàrà  la  tnllàd  fiobrè  e}e  tudvil. 
'Citando  éBfta  itìitad  taj^à  à  pottefse  pàf^afèla  c^q  U  H- 
tiea  qne  va  à  ocopar  eo  bataiUf  maudarà  f^  bòmail- 
dante*      *  ,        * 

4.*     Ì>e  frante.  " 

A  està  VOI  tornar^  sa  ma^cha  al  fresie  U  mitad^  j 
cuando  vaya  i  Uegar  k  dod  pasos  de  sd  cOlòcacioD  eo 
la  iioèà,  maudaré  80  domaodante. 

5.»  mtad.  •  :       " .''  '•; . 

'•  .':      ■  6.^   Mio.  ••  -'   *  •'.  ;"•  ■  *  •  *  '•  ■;;■•  ^' 

.  7.^:Po'rÌddei'eàhd'àtinèarsè.    /' 

8.*  '  ftrmeSè  , 

A'  la  sesta  toz  qae  se  dari  i  \òs  ins  pa^ds  de  la  linea, 
har^*  altd  ),2t  ihitad ,  j'à  Ìa  seganda  pafte  de  fa  séti^na 
romperà  so  marcha  y   sa  aliueari, 

La  segouda  mitad  contiiiuarà  marchando  à  so  frea- 
te  ha^ta  Uegar  À  dosi*  pasok  de  H  allora  del  èdst'ado  is- 
quierdo  de' la  prifHeta>  ya  Colocada  en  litlea^  que  va- 
riare de,  direction,  4  la  i^oz.  de  ^u.comaiidapte:  en  In 
rfemas  procedere  lo  mlsmo  qoe  la  prirnera. 

Cu  a  odo  Tea  el  capitan  la  òompaiiia  alitieada  en^ba* 
falla  mandare  retlrar  à  Ics  guìas.  ,     .  i     * 

Marchando  en  batalla  ronìfferen  co^ufftna  y  volger  d 
.,.     .   ,  '  ^J(>r mar  tìi  batalla '  ^ 

•  :,     „    «!<?.     Rtrmu0^n^columnaé  :     -     '/ 
Para  ejecularlo'hiaà^alfé  él  captCan.  *    '  i 


%»7 

2.*     Por  mitades—d  la  derecha  en  colum/iA^  :> 

3.*     Marchen,  '\ 

4>ll|  l^oi^N  ¥<^,  i^petid*  pojT  lo9  cornali d a ntes  de 
mitades,  conversarlo  estas  i  eje.fi^€i,y  CuaAxh>  et  capici 
tali  fé»  q»«  v«iB..i  o^n«(cNrf  /cit /ouario.  d^  .«OfiVessibD, 
mftO(lar4» .    .  "  .•  ;:.<..•       <  ^ 

.  .     5.»'    i&ttì<i  i(f  Ui.  i^quiardaé 

tes  d^  miUdf^  a!l  o<ia«Vttrip  hsysaya»  e|  c«i4ffto,.dit1i(^irAii 
^ttt  MI  naretià  ai  fiiétil^  iffaamidìft  Ìoè  comésKiaiiteé  .^ 
Miftpae«Ua4-        .  .'      ..  .i    ,  {•!  =  .'.    •'  ì.^^'J''.:  /.?    :■"  -;  -i 

.  P»ra,  qioe  forme.  iea'fan4%Ut  Uiianeoibiattmjdobrefili'iiiM«> 
aia  marabù. -te. iniin4itaré«  :.  •  -. 

..•  U*.  i^^ùdUmna*   -  ''..  t.  >     .  <!  .f....!  «  ^'i  •/  •  «    y 

3.'     Marcheìié       .v  i.     .  i    =  -  ;  .       ^ 

▲  Uier^rja,.Tèa>tftt;mitadiE)f  <ioi]*V|er«ar!Ìn^  Uiiiqnàer- 

da  i  eje  fìjo:    sqs  comaitdantes  tomiiréu  ììq   Im^^Mréi»  «fi 

órden  d4i  «a&aìUai!.y  r.èìMtmlQ  «1  icafiitadi  i»£a  >1a  ^oasfi^ilnia 

en  Qoa  mìsma  Ifiiea  manaaré*     v  ..  .  i     ■■  t 

5.*     GaiVj  fl*  /à  détecha  (d.  f«^i>rÉfii). 

Acvya  ▼4>f  aé.  dicfgiiràfila<:C«CB^auia('aMi'boief  Aajo 
las  vegUs  ei^lieadas,,. ,        .-    r,  .  >        ..[ 

B»j«k  JtoaiDwincH  pi;b.t»fM^#;86^: forma  .^  iavtblioi», 
prc^edàciido  all(e0;eajtà,^▼at4  f'        :       i        •>  i 

''•r/',.i  :!  .SBSXAìCjIaSEL:-!'   \  w  ,■  i. -t     i 

^  PBIM8r£'  LECCtON.  ' 

♦  •.■>«; 

Formada  la  pomfmfiià  en  bàtàiùyiièpfiié^'ct/rt  éì^fì^en- 
te  de  d  cuatro,y  volver  d  formar  la  compania. 

SapoDieudo  la  compafiia  fonnada  enbatalla,  para  que 


M8 
dcsBle  al  freate  por  divisiooet  de  '  é  òaatro  se  min- 
d»|rA. 

1.'     Compahia. 

2/     De  d  cualrth-por  la  dereeha  ai  frànte. 
■l  5/*    Marcheìu 

>  La.  sego-oda  toe  servirà  pera  preparar'  loa  caballos; 
à  la  tercera  la  primera  divisioD  de  à  caatro  de  la  de- 
reeha saldré  al  frante,  coìd^tido  ìoB  ooatro  honibrefl 
de  segunda  fila  segoir  à  (oa  de-  primera  y  conaervar 
lo9  coatro  p«ea  de  dìataacia  entre  fila»;  et  aargeoto  del 
costado  derecbo  paaaré  à  coiocarae  delante  dei  con- 
tado dttrecho  de  la  cabexa  del  deafile,  y  d  comaodante  de 
la  primera  mitad  tornare  la  cabeEa.  Laa  demaa  divisia- 
nea  de  à  cuatro  oblicq^riit  iodÌTÌéoarmente  sobre  la 
deaediai  y  loeg^  qae  la  aegaoda  fila  de  la  primera 
haya  rebaaado  de  la  aegonda  dÌTÌmoD  de  A  coatro,  rom^' 
perà  està  aa  marcha  para  coiocarae  detràa  de'  la  otra  i 
la  misma  distaticiaVy  lo  miamai  baréa  aoceai temente  las 
demaa  divisiooes  de  i  cuatro. 

-  *  Bajo  iloi  miamoapriocipiòa  se  podri  romper  al  frente 
^r  la  icqoierda. 
/    Palpar  volger  à  formar  la  compaiiia  so  maodarà. 

1.'     Compahia»    . 

2.*    Jl  frente  en  batalla^ 

5.*     MarehenJ     ^^  -    \ 

Colocada  la  base  de  aliDeamiento  i  doscoerpoadaca- 
ballo  del  frente,  6  seab  seis  pasca  A'  la  cabeaa  del 
.desfiie.,  marchari  à  la  terciera  voi  la^  primera  diviiion 
de  A  caatro  al  frente,  basta  alinearso  sobre  lo«  gaias 
establecidos  ;  las  demas  divisiones  oblicoarin  individoal- 
meote  é  la  izqQÌerda,~jr  èiitraria*eo  la  Ifnea  de  batalla 
aocesivameote,  bajo  iaa  reglas.dadas  para  loa  alinea- 
mientps.  * 

.  i,  Bajo  loa  mismot  priaciptos  te  formare  pot  iàversioQ' 


-  589 

SiavlfDÀ    LtGCIOH* 

Marchando  en  columna  por  mitades ,  desfilar  al  fren^ 
te  de  d  cuatro^  disminuir  de  d  dos,  de  d  unoyvoher 
d  aumentar  hasta  formar  las  mitades, 

Marchaodo  U  com pania  en  colomiia  por  mitades  se 
desGla  del  mismo  modo>  con  la  diferencia  de  que  en 
la  seganda  toz  se  anadiri  al  trote^  à  cojo  aire  saldr4 
la  primera  division  de  à  caatro,  j  siguieudo  las  demas 
el  moTÌintento,  entrarlo  en  el  cajon  de  la  coiDinna  to- 
rnando el  paso  de  la  cabesa. 

En  el  mismo  ponto  donde  desfiU  la  primera  mitad 
desfilarà  la  segonda  é  la  vos  de  su  comandante,  el  cual 
se  colocarà  al  costado  de  los  guias» 

La  fila  esteriore  en  todo  desfile^  sefinirA  el  movimien* 
to  marchando  al  contado  opuesto  de  los  guias,  con- 
servando, su  mismo  Ingar;  y  si  por  estrecfaarse  el  ter- 
reno no  tiene  snficiente  espacio^  se  embeberi  en  la  co- 
lomna  colocéndose  é  retagnardià  de  sn  respectiya  mi- 
tad, y  en  este  caso  los  comandantes  de  mitades  se  colo- 
carin  al  f reste  de  etlas. 

Si  marchando  por  cuatro  cooTiniete  desfilar  de  à  dos,, 
se  mandare. 

!•'     De  d  dos  por  la  derecha-^al  frente^  al 

trote* 
8.*     Marchenm 

A  la  segnndà  voe,  repetida  por  el  comandante  de  la 
primera  mitad,  saldràn  al  trote  al  frente  las  dos  hiteraa^ 
de  la  derecha  de  la  primera  division>  las  dos  de  la  iz- 
qaierda  oblicnarén  é  la  derecha  y  entrarén  detras  de, 
aqoellas,  conservando  las  distancias,  y  todas  las  di>rnas 
irén  ejecutando  lo  mismo  al  Megar  ai  punto  donde  lo 
hicieron  las  primeras;  el  sargeoto  qne  iba  delante  se- 
goiri  siempre  al  frente  de  la  que  resulta  primera  hilt*- 
ra  por  la  derecha,  los  comandantes  de  mitades  y  iiU 
e^terior  segni rào  en  sos  pae^tos. 

Si  se  qaiere  disminnir  de  à  nno  se   mandare. 
.  82 


550 

1/     De  d  uno  por  la    derecha^al  frente^  al 

trote. 
S/     Mar  cheti. 
A  està    vox   lo  ejecutarà    la  hilera  de    la  derecha,  i 
està  seguire  la  de  la  ìzquìerda^  y  a8Ì  sacesivanieDte. 

Para  Tolver  al  frente  de  i  dos  se  mandare  por  et  co- 
mandante de  la  primera  mìtad  qne  va  i  U  cabeza  dei 
detfile: 

1/  aumentar- de  d  dos. 
2/  Marthen, 
k  e9ta  vox  seguirla  so  marcha  al  mìsmo  aire  de 
trote  los  Ddnieroé  oÉ^s  de  \%  primera  j  seguoda  dia  de 
la  primera  diyìsiou  de  à  caatro;  loa  ndmeros  dos  tie 
la  miama  oblìcuarén  sohre  la  izquierda,  'j  aalipndo  al 
trote  entraràu  é  alioearse  con  su»  correspondieofes  iiii- 
meroa  noos;  todos  loa  demas  lo  ejecQtaréo  sucesiva- 
mente. 

Para  aomentar  de  ìl  caatro  se  maodartf  à  la  cabeza. 
1.*     Aamentar  de  d  caatro. 
2.*     Marchen. 
A   està   TOC  segui ràii    al    mismo    paso    los    ndnoerotf 
noos  j  dos  de  la  pcitnera  ditision  de  à  caatro;  los  nii- 
meros  trea  j  coatro  de  ambas  fìlas  oblicuaréa   à   la  iz- 
qaierda^  j  taliendo  al  trote  eotrarin   A    aliiiearae   con 
los  respectivos  ndmeros  ooos  j  dos;  el  resto  de   la  co- 
lamoa  conforme  yaja   Uegando  adonde  aumentò  la  di- 
vision  de  la  cabeza,  ir  in  bafcièndo   lo   mismo,    cooser- 
yandosiempre  las  dista  ncias. 

Para   formar   las   mitades^'Cl  capitan   lo    preyendri 
al  comandante  de  la  primera  ikiitad,  el  coal  mandare. 
1.*     j^  formar  la  mitad. 
2.*     Marchen,  ' 
Sopooiendo    qae    las   mitades    se    compongan  cada 
uva  de  las  tres  diyisionesde  à  cuatroja  primera  yozser- 
Tire  de  preyencion  à  la   spgdnda,  siguiendo   sa   marcba 
ai  frente  la  primera  divistoo  de   é   caatro;  la   segonda 
j  tercera  oblicaarin  individualmente  i  la  izqnierda,  j 


$51 

marcharia  al  trote   hasta'colocarse  la   segnnda  A  la  iz- 
qoierda  de  la  primera,  y  la  tercerà  i  la  de  la  aegunda, 
aiineindose  conforme    vayau   entrando;    el    comandante 
de  ia  mitad  caando  la  vea  formada  darà  la  voz: 
Gaia  U  là  izquUrda. 

A  la  CDal  el  gaia  de  la  izquierda  de  la  primera 
mitad  ternari  la  direccidn  qae  le  indìqoe  sa  comaQ- 
dante* 

£1  resto  de  la  colomna  segoiré  al  trote,  conser»- 
Taudo  la  misma  direccion  que  Uevaba  anteriormente; 
j  caando  la  cabeza  de  la  aegunda  mitad  llegae  al  pon- 
to donde  formò  la  primera,  forma rà  del  mismo  modo 
i  Ut  yoces  de  mando  de  su  comandante. 

TERGERÀ    LECCIQN* 

Hahiendo  desfilado  por  cuatro  y  heehQ  alto^  formar 
las  mUadés  d  un  tiempo*  ^ 

Si   el   capitan    qaiere  que  las   dog    mitadea     formen 
al    mismo    tiempo,    snponiendo    la    compaliia    formadà 
por  diTisioùes  de  à  coatro,  mandare. 
1.*      Columna. 
2.'     jé  formar  las  mitades. 
5.*     Marchen. 
A  la  tercera  yoz,   repetida  por  los  comandantes  de 
mitades,  ejecutario  estas  el  inovimiento  à  un  tiempo* 
Verificado  darà  el  capitan  la  voz  de 

Por  la  izquìerda^alinearse. 
La  segunda  mitad  estrecharà    la   distancia   à    la  ypz 
desi]  comaadaote  liasta  tener  la  que  corresponde. 

Del  mi&mo   modo   se  puede   formar  la   compaQSa  de  ' 
unavez. 

CUARTA  LECCIOK.  ' 

Bes filar  por  hileras  en  prolongacion  de  un  fianco  al 
frente  ó  d  retaguardia  y  volver  d  formar. 

Para  qae  una  compania  formada  en  batalia  desfile 
eo  prolangacioD  de  ao  fianco  por  hileras  se  mandare. 


552 

I.*      Compnhra* 

2.'     Por  ci  fianco  derecho-d  desfilar  por 

hileras» 
5.*  Marchetti 
Lo  qae  se  ejecutarà  girando  à  la  derecha  los  nd- 
meros  unos  de  primera  y  seganda  fila,  y  marchiDdo 
eo  proiongacìoti  de  la  linea  de  Las  cabeaaa  de  los  ca- 
baltos  de  sds  respectivas  filas:  soceaivamente  ejecnta- 
ràn  los  demas  el  miscno  movimieoto. 

Para   qoe    la   compania    formada    ea    batalU   desfiie 
por  hileras  para  marehar  al  frente  se  mandarà. 
l.*     Campania. 
2.*     Por  el  fianco  dcrecho-hileras  d  la  iz- 

quierda* 
5.^  Marc/ien. 
Se  ejecutari  girando  los  odmeroa  de  primera  j  le- 
gonda  fila,  corno  se  ha  esplicado  en  el  moviinìento  ao- 
terior,  y  marchando  en  proion^aciou  del  fianco  la  dis- 
taucU  del  coerpo  de  an  cablilo,  variarén  de  direc- 
cion  à  la  izqoierda  para  dirigirae  al  freute:  todos  los 
demas  bar4n   lo  niismo. 

Bajo  los  fTiismos  principìos  se  paede  desfilar  por  el 
fianco  por  biteras  para  luarcbar  à  retaguardia,  en  coyo 
caso  mandare. 

1.*     Compania, 

2.*     Por  el  fianco  de recho --hileras  d  la  de- 

recha, 
5.»     Marchen, 
Estos  desfiles  se  ejecotaa  igaal mente  por  el  fianco  il- 
qnierdo  por  los  medios  inverpos. 

Marcbando  por  bileras  para  formar  en  batalla  al  fren- 
te       mandare. 

I.*     Compania. 
2/     En  linea. 
5.*     Marchen. 
A  la  tercera  tok  el  primer  hombre  de  primera  fili 
seguirà  la  marcba   al  frente  al  mismo  paso:  los  demM 


555 
oblicaarin  i  la  izqaiérdé,  y  sàtiendo  al  freote  mar* 
charàn  basta  alinearse  con  el  primero:  lo  mismo  bario 
Ics.  de  aeganda  fila^  colocindose  detras  de  sua  correa- 
poodientes  de  primera,  obHcoaodo  lo  necesario  el  pri- 
mer  borobre  de  segouda  fila  para  entrar  dt:tia8  del  pri- 
mero de  prìmera. 

Cuando  la  compafiìa  ae  balle  formada,  el  capitan  da- 
re la  vos. 

Gaia  d  la  derecha  {ó  izquierda). 

Bajo  loa  mismoa  principios  ae  forman  laa  mitadea 
6  dÌTÌftionea  de  à  cuatro,  con  la  diferencia  de  qne  la 
primera  yoa  aeri:  Mitad  {ó  divisiones  de  d  cualró). 

Desfitando  por  bileraa  con  la  derecba  é  la  cabeza, 
ti  ae  qniere  formar  é  la  iaqnierda  en  batalla,  é  la  vos 
de  mando  loa  doa  primeroa  bombrea  cabeiaa  de  fila 
girarén  ìndÌTÌdoalme»te  à  la  izqoierda,  j  marcbando 
cuatro  pasoa  A  au  noeto  frente^  'barin  alto,  tornando 
entre  si  la  distancia  de  cuatro  pìes:  todos  los  deniaa 
trén  entrando  aocesiTameote,  girando  A  la  izqoierda, 
ooiéudose  j  alineiiidose  por  loa  primeroa. 

Para  formar  en  batalla  sobre    la  derecba    en  aa  ór- 
den  naturai,  se  mandare. 
1.'     Compahia. 

2/     Sobre  la  derecha-por  filas  en  batalla. 
5.»     Marchen, 

A  eala  "wot  el  hombre  eabeza  de  bitera  de  primera 
fila  ae  adelautaré^  fariaré  de  direccioo  à  la  dere* 
chtf,  y  marcbando  qui  noe  pasos  à  au  frtìi>te  bare  alto. 
Los  demaa  de  primera  fila  irén  variando  de  direccion 
i  la  derecba,  y  entrando  suceaivamenie  à  la  itquierda 
del  primero,  baciendo  alto  y  alineindose  por  él.  £1 
linaibre  cabeza  de  bilera  de  segnnda  fila,  luego  que  ba 
▼ariado  et  de  la  primera,  variata  tambien  de  direccion 
liicia  el  mismo  contado,  y  marcharé  basta  cplocarsa 
diftras  de  é\^  à  la  distancia  de  cuatio  piea,  ejècntando 
SQcesivamente  igoal  movimiento  todos  loa  de  aegnnda 
fila  para  cubrir  reapectivaineiite  aa  bilera. 


554 

quiuta  icccjok. 

JUarchando  por  divisiones  de  d  cuatro^  formar  en  ha* 
talla  sobre  cualguiera  de  loi  flancos. 

Para  hacerio  sobre  la   isquierda,   establecida  la  base 
de  aiiueamiento  se  inaDdaré. 
1  .'*     Columna. 

2/     A  la  izquierda-en  hatalla. 
5.*     Mar  cheti. 
A  la   voz   de  marchen^   la   primera    division    de  i 
cuatro  conversari    i  la  iiquierdaf   y    marcbaodo  i  sa 
freote  bara    aito  al  Jlegar   à   la  base  de  alioeaìDÌeoto, 
-  y  si    no  la  baj   e&tablecida,  i  coatro  pasos:    todas    lai 
demas  irin  coqversando  sobre  la  isquìerda^   j  eutiaudo 
à  colocarse  é  laisqulerda   de   aqQella,    alineàndose  por 
ella:  en  seguida  se  maìidarén  retirar  los  guiaa,  6  recti- 
fic^rel  alineaqaiento. 

Si  desde  el  mismo  desfìle  se  qoiere  formar  aobre  U 
derecba  enbatalla  se  manda rà* 
1.*     Compania. 
2/     Por   retaguardia    de    la  cabeza^d  la 

derecha  en  batalla* 
S."*  Marchen- 
Establecidos  los  guias  i  veinte  pasos  del  costado 
derecbo  de  la  coiamna  j  dada  la  tercera  vok  al  llegar 
ai  ponto  donde  debe  apoyar  el  costado  derecbo,  va* 
riarà  de  direccioo  la  primera  divi&ion  de  À  coatro  so- 
bre la  derecba,  j  entrard  é  alinearse;  todas  las  demai 
haràn  socesivamente  el^  mismo  movimiento  para  entrar 
écolocarse  é  la  isquierda  de  la  division  qoe  la  prece- 
dia>  alineàndose  por  ella. 

Concini  do  el  movimiento  mandarà  el  capitan  reti- 
rar los  goias. 

Todos  estos  mo?imientos  se  poeden  ejecntar  del 
mismo  modo  desfilando  ihmi  1a  izquierda  A  U  eajbetai 
bajo  los  medioa  contrarine. 


555 

lESTà   LECCIOH.  ^ 

Desfiies  por  el  centro  jr  sus  respectivas   formactones 
en  linea. 

t-. 
Si  halUndose  la   compafiia  (ormada  en  Jbatalla  con- 
Tiniese  desfilar  por  el  centro  de  à  cuatro   de  Crente,  ja 
Bea  para  el  paso  de  an  desfìladero,  bosque   6  .GQalqoie- 
ra  otro  motivo  que  lo  obligue,  se  mandari. 
1.*     Campania. 

2.1     De  d  cuatro-d  desfilar  por  el  centro. 
5.*     Marchen. 
£1   capitan   nombrari  cuilca   ban  de  aer  las  caatro 
bileras  que  deberào  bacer  cabeia  dtl  desfile,  lag  eoa* 
les  i  la  tercera  vos  romperàn  la  marcba  al  freote^   si- 
goiendo  ioa  borobrea  de  aegaoda  fila  i  an   c^b^za   de 
bilera,  conservaodo  la  distancia  prefijada:  tod^  la  par^ 
te  de  la  derecba  de    la   coaipafiia   ejecutar^  el  movi* 
'  niento  de  por  el  fianco  izguierdo,  hileras  d  la  dere» 
cha,y  la  parte  de  la  isqoierda  h^rA  por    el  fianco  de* 
recho  hileras  d  la  izquierda^  nniéodose  onas  bìlexaa  j 
otras  bacia  el  centro,  j  tornando  la  direccion  de.  la  c«- 
beza  del  deafile,  con  lo  coal  reaoltari  la  compafiia  for- 
inada  en  cuatro  bileraa. 

Lo8  comandautes  d^  roitades  segoiràn  à  Ica.  flao-, 
eoa,  y  la  fila  eaterior  i  retaguardia  de  la  «ompania  pa- 
ra no  interrumpir  la  nnarcba» 

Este  movimiento  se  pnede  igoalmente  ejecotar  ao- 
l)re  la  marcha^  para  lo  cual  el  capitan  antea  de  èar  la 
iroz  de  ejecocìon  mandare  al  trote^  é  cujo  aire*  rom- 
perin  el  movimiento  àaa  bileraa  oombradaa  para  .cabo- 
ta del  devfilè,  y  laego  q<ie  toda  la  compafiia  se  balle 
de&filando,  la  mandare  al  paso.' 

Para  formar  en  linea  marcbando  de  à  cuatro  por 
el  centro  se  mandare* 

l.»     Comparii  a. 

1^/     Por  derecha  l  izquierda^en  linea^ 

5/    Marchen»  ^ 


556 

Àia  Tos  ie  marchen^  la  parte  de  la  compafiia  qne 
forma  las  dos  hileras  de  la  der«cha  formare  en  linea 
al  freote  por  la  derecha*  j  las  dos  hileras  compuestas 
de  la  parte  de  la  compafiia  de  ja  izqaierda  formarla  en 
linea  al  freìite  por  la  Ì£c|aìerda,  aiineàndose  aoos  j 
otros  por  las  coatro  hileras  qoe  formaban  la  cabeta 
del  destile. 

Para  Ibrmar  la  batalla  j  hacer  alto  marchando  por 
cnatro  por  el  centro,  ae  estableceré  la  base  de  alioea- 
cioQ  con  dos  goias,  qoince  6  veinte  pasos  al  frente  de 
los  castro  (jae  hacen  cabeza,  los  caalea  al  llegar  i 
ellos  hariu  alto  j  ae  alioearéni  todos  los  demas  eDtra- 
tin  en  la  linea  por  la  derecha  é  icqaierda)  segan  lai 
ireglaa  dadas  anteriormente. 

Si  marchando  por  cu  atro  por  el  centro  coDTÌniece 
formar  en  batalla  sobre  un  costado,  el  capitan  bari 
tornar  à  la  columna  la  direccion  qne  qaiera;  j  hacien- 
do  adelanCar  la  primera  divisioo  de  A  castro  quince* 
6  Teinte  pasos,  la  bara  hacer  alto:  todo  lo  démaa  se  eje- 
cotaré  con  las  mismas  voces  j  'bajo  Ics  priucipios  e»- 
jplicados  en  la  leccion  cuaria. 

En  los  desfiles  centrales  si  se  ofrecieae  disminair  el 
frente  por  algon  mal  paso,  lo  ejecntarin  los  coatro  de 
lacabeza,  bajo  laa  reglas  dadas,  j  los  otros  entrando 
sneesivamente. 

$BTiMA  Lficcroir. 

Marchando  por  divisiones  de  d  cuatro^  formar  la»  fi* 
las  de  d  ocho  y  disminuir  desde  este  frente. 

Para  ejecatar  este  moTimiento,  saponiendo  i  la 
compafiia  marchando  por  dÌTÌsionea  de  i  caatro,  man- 
dare el  capitan. 

1.*     Columna. 
2.'     A  dohlar  por  cuatro, 
5.'     Marchen. 
A  està   Toz   todas   las  filas  de  A  caatro  de  segnnda 
fila  oblicoaràD  é  la  derecha,  y  al    trote   entraràn  à 


557 
«liaearte  con  las  respectiTas  de  primera;  todas  laa  de- 
mas  filaa  de  à  ocho  menoa   la  de  la  cabeza  seguirAn  ai 
trote  basta  tener  la  dUtancia    preGjada   de  caatro  piea 
de  la  qtte  le  precede. 

Para  volver  à  sa  aoterior  freote  de  à  coatro  se 
maodari. 

1.'     Columna. 

2.'     A  disminuir  por  cuatro^al  trote* 

5.*  .  Marchen* 
A  la  tercera  voi  saldri  al  freote  al  trote  la  Bla  de 
à  coatro  de  la  isquierda^  j  la  de  la  derecha  obli- 
caando  A  la  izqoierda  entrarà  à  colocarse  detras  de 
aqoella  y  tornar  pu  paso,  j  aai  s acesi  ▼amento  las  de* 
mas:  coando  todas  esten  ja  encajooadas  maodarà  el 
capìtttn  al  paso. 

Sì  la  isqaierda  faete  à  la  cabeza>  ae  barin  estos 
moyimieotoa  por  Los  mismos  pri  nei  pica  bajo  loa  medica 
cootrarios. 

Sì  marcha ndo  la  compani •  por  el  fianco  de  A  ocbo 
de  fronte  se  qoìere  dUminair  para  desfilar  por  bileras, 
se  mandare, 

1  /    Filas  de  d  cuatro-d  des filar  por  hileras. 

8.'  Marchen. 
A  là  segunda  yos  loa  costados  derechos  6  niSmeros 
unos  de  las  dos  filas  de  i  caatro  de  la  cabeaa,  saldrio 
al  frente  al  trote,  j  oblicuando  béeia  la  derecba  los 
ntimeros  dos^  tres  y  cualro  de  las  dpa  filas  eolraréa 
socesivameate  detras  de  los  odmeros  unosj  ejecutando 
el  roismo  movimiento  socesivameote  todas  laa  filas  de 
^^  ocbo  qae  sigoen,  con  lo  coal  resoUari  la  compa- 
n|a  en  an  desfile  por  bileras,  qoedando  los  correspon* 
dientea  à  la  primera  fila  al  costado  ìzquierdo  de  los  de 
aeganda. 

Para  Tolrer  é  aomentar  el  freote  de  i  ocbo  se 
maudari. 

1/    Hileras^d  formar  las  filas  de  d  cuatro* 

3*^     Marchen. 


538 

A  la  seganda  parte  de  la  prìmera  vot,  el  que  ha- 
ce  cabeza  de  hilera  de  aegonda  fila  se  aepararà  para 
dejar  entre  las  dos  el  espacio  saficiente  para  queeotrea 
los  tres  hombres  de  segunda  fila. 

A  la  segooda  voz  los  ndmeros  dos^  tres  y  cuatro 
(le  calila  hilera  oblicuarào  à  la  izquierda,  j  saliendo  al 
trote  CDtrarào  à  formai^  sq9  respectivas  filas,  alioeén- 
dose  por  los  ndineros  unos  j  tomaodo  sq  paso.  TodaS 
las  demas  filas  de  à  caatro  ejecataràn  sncesivainente  el 
mìsfuo  moyimtebto. 

SETIMA  CLASE. 

Trahajo  al  galope. 

Caando  la  compafiia  est^  bieo  instrolda  en  practicsr 
las  lecciones  anteriores,  las  ejecatarjlo  sacesifàmente 
al  gaiope;  temendo  presentes  todos  los  priocipios  qoe 
acerca  de  este  aire  se  ban  dado  en  la  instroocion  del 
recluta  à  caballo.  *- 

OCTAVA  CLASE. 

Cargas  por  hilerasj  por  mitades  y  por  loda  la  com* 
pania» 

Para  està  instraccìoo  se  coodaciri  l-a  companìa  al 
fin  de  un  terreno  de  espacio  soficiente,  j  sin  obstico- 
1  OS,  comò  de  trescieotos  pasos^  y  formada  en  batalla 
se  sitnarin  tres  cabos  ó  soldados,  y  la  base  de  direc* 
cion  en  la  prolongacion  de  nna  de  las  hileras  de  los 
costados   comò  en  la  carga  indÌTÌdual. 

Se  empezar^  por  la  carga  por  hileras,  j  laego  qoe 
eAten  ya  précticos,  se  paaarà  é  haeerla  sn  cesi  va  mente 
de  dos  en  dos,  tresen  tres,  ect. ,  por  mitades,  y  diti* 
inamente  por  el  todo  de  la  compafiia,  obaer^dodose  lo 
siguiente. 

Sbendo  ia  marcHa  en  linea  ana  disposicìoa  de  com- 
bate,  los    comandaotes  de  las  mitades  de  loa  costadof 


559 
de  los  eflcaadrones  à  la  toc  preventiva  para  marchar 
al  freote^  deben  pasar  A  colocarse  al  freote  de  la  bile» 
ra  qae  baca  costado  esterior  del  eacaadroa,  j  los  cop 
luaDdautes  de  las  mitades  segonda  y,  tercera  se  embe- 
beràa  en  primera  fila,  para  lo  cual  bara  paso  at^a8 
la  sestà  bilera  de  estas  mitades,  de  suerte  que  el  c«* 
besa  de  bilera  qaede  ea  seguoda  fila  eo  la  esteriore 
Respecto  à  e^to,  supoaieiido  la  cowpafiia  de  derecha, 
y  qae  por  lo  tanto  figura  el  medio  escuadron  de  este 
Udo,  situare  el  capitan  doa  goias  para  pantos  fijos  de  ^ 
direccioa  al  freute  del  costado  derecbo  de  la  compa* 
iiia  y  eo  direccion  perpeodicular  à  ella:  dos  pasos  mas 
à  la  derecba,  y  en  direccioa  paralela  i  dicba  linea,  si- 
taaré  los  tres  cabos  ó  soldados  dando  el  freole  à  U 
linea  de  direccion  y  à  las  distancias  prefijadas  par« 
marcar  los  distintos  aires,  y  i  los  doce  6  qnìnce  del 
dltimo,  y  dando  el  frente  al  centro  de  la  compauia  y  se 
colocaré  el  trompeta:  tomadas  estas  di^posicioues  maar 
dari  el  capitan. 

1.*     Compania. 
2/     Saquen  {el)  sable. 
5.»    En  baialla  ds  frenie» 
4«*     Gaia  d  la  derecha, 

A  està  voz  el  sargento  2.^  guia  se  adelautari  dos 
pasos>  se  le  •  iodica rin  Ioa  pnntos  de  direccion,  sìendo 
reemplasado  en  sa  logajr  por  el  sargeoto  de  fila  es- 
terior. 

£1  temente  pas^ri  k  situarse  i  la  izcjaierda  del 
sargento  2.^  guia  al  frente  de  la  primera  bilera  de  sa 
mitad,  para  observar  durante  la  inarcba  la  alineacion 
de  la  compafiia:  la  sesta  bilera  de  la  primera  raitad 
bari  paso  atras,  embebiéndose  en  el  cla^o  que  resuite 
en  primera  fila  el  alfere^:  el  cabeza  de  la  espresada 
sesta  bilera  quedaré  jsn  segunda  fila,  y  en  fila  esterior 
el  hombre.  de  segunda. 

£1  capitan,  con  el  trompeta  A  sa  lado,  se  situa rà  al 
beote  de  la  comp^fiia,  j  dari  I9  vos. 


540 

5.'  Marcken* 
Al  olr  està  romperà  la  compafiia  la  marcila  al  fren- 
te,  observando  lo8  principios  de  la  marcha  dìrecta, 
siemlo  el  «argento  gaia  el  prtocipal  encargado  de  la 
'flireccton,  j  el  teDÌeiite,  comandante  de  la  compania 
que  ya  à  la  izqnierda  del  eapresado  sargeuto,  es  res- 
pnns»ble  de  conservar  la  alineacion  soya  con  el  gaia^ 
sirvieiìdo  los  dea  de  «base  de  alineacion  para  el  aargeo- 
to  que  se  adelantó  al  coatado  izquierdo,  j  para  oficia- 
les  de  vanguardia  del  eacnadron  ó  eacoadrones  que  se 
sapone  marcban  en  la  mìsma  linea,  Ttgtlando  ademas 
la  alineacion  de  la  companta. 

Al  liegar  cerca  del  primer  cabo,  mandare  el  teniente. 
1.*     Compahia» 
2/     Jl  troie. 
5*     Marchen» 
Guidando  de  no  dar  la  tercera  toc  basta  llegar  i  Ji- 
cho  primer  cabo. 

Ai  liegar  à  la  ìnmediacioii  del  segando  mandare. 
1  .•     M  galope. 
2.*     Marchen. 
Guidando  de  dar  la  segoncla  al  Uegar  al  segondo  cabo. 
Al  llegar  al  tercero  mandare  ataquen^  y   et  trompeta 
locare  àdegdello:  la  compafiia  toma  ré  la  posicion  del  aable 
ya  indicada,  confo rrnslodose  en  lo  demas  à  lo  prevenido 
para  la  carga  individuai  en  la  inatruecion  de   eompaiiias. 
Doce  6  quioce  pasos    antes  de    llegar  al    capitan  6 
del  termino  de  la  carga,  mandarà  el  teniente* 
l.*"     Compaéia. 
2.*     Alencion» 
5.'     Mto. 

4**    Por  la  derecha  alinearse* 
5/     Firmes. 
A  la  primera  voz  se  pondri  la  compania  al  trote,  j ca- 
da aoldado  póndré  el  sabie  en  la  poaicion  de  preseutado. 
A   ta    seganda,   qae  debe  ser    repetida  por   los  €0- 
maodautea  de  mitades,  la  repetiré  el   alferes>  se  poa- 


541 
dri  al  péso  la  coiiipania>  j  saldri  al  freote  diclio  oG 
cial^  eotrando  la  sesta  hilera  en  so  paesto. 

La  tercera  se  obedecerà^ 

A  la  coarta,  que  igaalmente  se  repettri  9  pas9r4o 
I08  comandaotes  de  vanguardia  al  frente  de  sus  mila- 
dea,  j  A  la  de  firmes^  qae  se  dari  eo  aegolda,  dirigi- 
rén  todoa  la  vista  al  freute« 

Si  se  qoiere  que  la  misiiia  carga  la  haga  la  compa- 
nia  con  el  goia  à  la  izqaierda,  se  ejecatari  del  misorio 
modo,  aiendo  igaal  la  colocacion  de  oficialea,  y  solo 
variare  eo  qoe  en  este  caso  no  aaldré  al  frente  el  sar*. 
geotó  de  la  derecba,  é  iri  solo  én  el  frente  de  este 
contado  el  teniente. 

En  el  momento  del  ataqne  el  teniente  y  sargento  que 
van  al  freote  del  costado  derecho^oblicoaràn  à  la  dere- 
cba,  é  fin  de  no  impedir  el  obrar  à  las  dos  bileras  qae 
les  siguen  ;  j  lo  mismo  bara  el  sargeoto  de  la  iaquier- 
da,  oblicoando  é  aqoel  costado,  alineéndose  onos  y  otros 
con  la  primera  (i\à^  y  volvieodo  à  sus  poestos  à  la  voz 
preventiva  de  compania   para    hacer  alto. 

Bajo  los  mÌ6mos  priocipios  se  instruiré  en  la  carga 
Doa  compafìia  de  izquierda,  adelantàodose  para  llevar 
la  direccion  el  sargento  costado  del  lado  del  guia^  y  el 
teniente  se  colocaré  à  la  derecba  drl  sargento  gaia  al 
frente  de  la  primera  bilera  de  la  isqoierda ,  y  eì  alferea 
se  embeberii  en  el  claro  qoe  deja  el  hombre  cabesa  de 
U  sesta  bilera  de  so  mitad. 

INSTRCCCION  DE  GUIAS. 

Para  qoe  los  guias  generales  y  particolares  de  los 
escoadrones  prodozcan  las  atlMdades  necesarias  à  la 
segiiridad  de  las  maniobras^  es  necfsario  darles  ona 
instroccion  metòdica  y  no  iuterrompida  qoe  abrace 
todos  los  puntos  que  de  ben  desem  penar. 
^  Los  ayudantes  serdn  los  encargados  de  la  instroc- 
cion  de  los  goias  de  sus  escoadrones ,  debiendo  con- 
corrlr    tambieo  à  ella  los  portaestaodartes  ;  el  ayndan- 


te  mas  aollgao  se^  considera  corno  gefa  de  instruccion 
de  to(lo8. 

Los  goias  generales  deben  escogerae  con  preferen- 
cìa  entra  los  cabos  j  soldados  qae  hajan  sìcio  crìados 
en  et  campo,  corno  pastores^  nioios  de  iabrano,  etc, 
qae  acostumbrados  i  cooocer  por  pr^ctica  la  dìferen- 
cia  de  terreoo  y  sas  calidades)  poedeo  recibir  mcjor 
la  ìnatraccion  que  se  lea  de.  Se  moataràn  los  goias  en 
los  caballos  mas  qaietos  j  de  aires  mas  regulares  eu 
e)  paso,  trote  j  galope,  j  sobre  todo  lo  mi^jor  arreoda- 
dos  posible ,  para  qae  obedescao  à  los  giuetea  con  pre- 
cisìon. 

Se  rennirin  para  la  instruccion  los  dea  gnias  gene- 
rales  de  cada  escuadron  ;  los  coatto  caboa  que  seria 
los  gaias  generales  snpernnmerarios  de  todó  ei  regi- 
mrento;  los  dos  aargentos  aegondos,  gnias  particala- 
rea  de  cada  escnadron,  j  nn  aargento  por  escoadron  6 
mas,  para  qae  pnedan  instroirse  y  reemplaear  I  los 
otros  si  por  enfermedad  d  otro  motivo  Degan  à  faltar, 
de  soerte  qne  de  todo9  se  pneda  formar  lo  menoa  oo 
peioton  ó  mitad  de  yeiote  j  cnatro   bombres. 

PBIMBRA   LÉCCIOBf. 

1.»  Ldm.  50,  fig  ì*  La  primera  eacnela  qne  ha 
de  darse  à  estos  gnias  es  la  de  mandar  sua  caballos  con 
mas  exactitud  y  conocimientoa  que  los  aoldados  de  las 
filas;  para  esto  el  ayndante  les  bare  trabajar  diariamen- 
te segon  las  reglas  establecidas  en  lus  titulos  de  equi- 
tacion.  'Aspgurado  ya  el  ayudante  de  està  primera 
instrnecion,  empezarà  por  ensenar  à  loa  gnias  é  marchar 
con  rectitud  é  sa  frente  entre  dos  pontos  dados. 

Empezard  por  tener  una  euerda  de  la  longitod 
de  unas  trescientas  varas  6  mas,  y  clavdndola  con 
un  piqoete  en  un  terreno  Mano,  bare  que  el  porta- 
eetandarte  tornando  la  pont?  opuesta  ande  toda  la  dis* 
tancia  de  la  onerda  para  clavar  el  otro  pìqnete^  de 


545 
modo  qae  qnede  perpendicniar  y  ana  vara  letautada 
del  saela^  que  es  con  corta  diferencìa  la  altora  qiie 
hao  de  tener  los  pìqoetes,  aumentando  estos  de  trechu 
en  trecho  para  que  la  caerda  qoede  tirante.  Estabie- 
cìda  asi  està  linea  de  direccion,  se  colocard  un  gota  i 
SD  izqoierda  y  otro  4  sa  derecfaa,  peg^ndose  à  ella  de 
modo  qne  dejando  la  caerda  en  medio,  marcben  é  so 
frante  toda  sa  cstension,  no  separéndose  de  la  direc- 
cion de  ella:  al  principio  conyendré  poner  en  està  mis- 
ma  direceìofì  algnna  rama  ii  otra  sefìal  de  trecho  en 
trecho,  qoe  sirva  para  acostnmbrar  à  loff  gnìas  à  estos 
puntoa  de  direccion  int^rmedioa  y  llegar  con  seguridad 
al  termino  de  la  marcha.  Llegados  sì  estremo  opoesto 
desbaràn  el  camino,  repitieodo  todos  està  operacioiv 
basta  que  la  custumbre  loa  haga  marcbar  con  rectitcid 
en  todos  aìrea. 

SEGURBA  LBCClOir. 

Ldm*  50,  fig*  1.  La  aegunda  leccion  debe  empe» 
zirse  por  poner  uà  gaia  inmediato  à  la  caerda  y  otro  éf 
la  dìstancia  de  veiute  6  treìnta  pasos  de  éì  en  la  mis- 
ma  direccion.  Està  distancia  ha  de  tomarse  por  medio 
de  una  caerda  qae  llevarà  el  gaia  que  va  inmediato  à 
la  cuerda  de  divi^ion,  arrolUndola  en  la  mano  luego 
qae  tornando  h  dìstancia  se  la  saette  el  guià  que  està- 
ba  i  80  costado.  Tomada  eata  direccion  y  alineados  h  a 
dos  gaias,  marcharén  de  frentcì  cuidando  el  de  la  parte 
mas  distante  de  la  caerda  de  conservar  siempre  la  dìs- 
tancia dada. 

Gonclaida  està  marcha ,  'ò\  portaestaudarte  qae  de- 
be estar  à  «a  estremo,  mandare  hacer  alto,  y  toman- 
do  la  cuerda  harà  ver  al  gaia  lo  que  se  estrechó  6 
se  separò  de  sa  direccion  perpendicular,  por  io  qae 
falte  6  sobre  de  (a  medida  sefialada.  Luego  volver^n 
estos  guias  al  parage  de  donde  salieron^  6  bien  cani* 
biéndose,  para  que  el  que  vino  inm'ediato  à  la  caerda 
de  direccion   tome  la  dìstancia^  rectiBcando  y  corri 


544 

giaodo  lot  defectos  de  so  bbena  6  mala  mareha  el  ajn- 
dante  j  portaestandarte ,  eocargando  qua  sobre  la 
misma  mareha  se-  acoatiimbren  los  goias  con  su  reci- 
proca obseryaciou  j  aio  volyer  la  cabesa  à  conservar 
està  distancia,  y  cuidando  de  variar  està-  con  cuerdas 
mas  6  menos  largas,  para  acostombrar  à  los  gaias  à 
cooseryar  diferentes  diatancias» 

Ldm.  30,  fig>  3.  Està  instroccìon  paede  darse  I 
los  Goatro  guiat  é  on  tiempo,  dos  por  cada  lado  de  la 
caerda  de  direccion,  hasU«qoe  el  ayndante  esté  sega- 
ro  de  so  exactitud  en  todos  aìres:  despoes  colocari  los 
cuatro  guiaa  i  au  lado  de  la  coerda  de  direccion  j 
repetiré  los  mismos  elementos,  dando  à  los  dos  gotas  lai 
cuerdas  qoe  seiialeo  las  distaocias  de  una  à  otro,  para 
rectificar  al  On  so  exactitnd,  haciende  en  los  prime- 
ros  dias  qne  los  guias  Ueven  las  cuerdas  qoe  marcan 
sus  dista ncias  siempre  tirantes,  j  cuidando  de  qoe 
▼  ueWan  al  pnesto  de  que  salieron  por  el  lado  opoesto 
de  la  coerda  de  direccion,  para  acostumbrarlos  à  ter 
diferentes  puutos  y  tornar  Yarios  objetos  intertnedioi 
que  asegoreo  la  direccion. 

TBRCERA   LEGCIOir. 

Ldm*  SI*  En  està  leccion  se  repetlrin  por  los 
guias  los  dltioios  ensayos  de  la  segunda;  pero  en  ne- 
gando al  estremo  de  la  coerda  de  direccion)  d^apn^s 
de  rectificadas  las  distancias  y  paralelismo  pur  el  mè- 
todo indicado,  segoiién  marchando  é  su  frente  ocbo- 
cieutas  6  mil  yaras,  é  yolontad  del  que  dirija  la  ei- 
cuela,  y  asegorado  despoes  de  haber  hecbo  alto  da 
la  distancìa  cooseryada  6  perdlda,  manderà  yoU er  à 
los  guias  sohre.so  centro,  esto  es,  dando  media  yael- 
ta  iudividualmente  y  volvieudo  é  dcsandar  el  terreno 
inismo,  haciendo  alto  coando  llegueu  à  la  cuerda  de 
direccion ,  en  cuyo  piquete ,  iuego  que  la  abandoneo 
los  guias,  ha  de  colocarse  ooa  baoderola  qoe  sirfs  de 


545 
punte  de*  direccioo  en  ia  contramarcba  para  el  gota 
qae  aiarclió  iomediato  à  la  cuerda,  hai^éndoles  ver  aa 
boena  ó  mala  dirìeccion;  '  rectificando  allf  ias  dhtaiicias 
seguirà  marchando  otrà  igoal  sobre  el  paraleld  de  lar 
cuerda  de  direccioo  e»  contraraarcha)  y  repetìrà  laa 
miamas  obseryaciones  aameotando  loa  aires  à  proporcicni 
del  adelantaoiiento, 

£n  està  tecciou  debe  ja  precisarse  i  loa  gaiaa  à 
que  cdda  oao  tome  por  pur/toa  intermedios  de  sos  dU 
reccioneà  algtin  objeto  del  terreuo/  corno  arbusto,  pie- 
dra,'6cc»;  j  al  et  terreifo  no  loa  proporcìooaae,  conveo-  > 
drJ,  8ÌtaarÌos  artificialea,  inculcando  aiempre  à  ios  guìaa 
en  qne  de  aa  reciproca  obseryacion  pende  la  dtil  elac- 
titod  de  laa  marchaa,  y  caàndo  eaten  cimeutadoa  en 
estos  p.rincipioa  se  colocàrà  la  cuerda  de  direccion  en 
terrenos  destgualea  y  en  todaa  direòeiones,  corno  'su- 
bida  y  bajada  en  una  ladera  paratela  de  sa  declive, 
sQCesioirde  bajadaa  y  adbidas  de  pequefias  colinas,  y  de- 
mas  irregutaridadea  que.el  director  aabrà  elegir,  y  eu 
todas  se  répetiri  el  mètodo  y  reglaa  propue&toa.    ' 

.    CUAtttA   LKCCIOlIk 

• 
Ldm,  50,  fig.  ì»  En  la  coarta  leccion  ae  pracfl- 
Caré  lo  eapuesto  ain  cojèrda  de  direccion,  pero  to^ 
niaiido  laa  distancias.  £1  director  aeiìatari  à  Ios  goias 
da  loìi  coatados  el  ponto  de  direccion^  corno  érbol,  ca- 
sa, &CC. ,  y  pre?inieodo  cuàl  ea  el  guia  de  direcciott  por 
ehtas  voces: 

i.'     AteHcioii,  • 

9."     Dettfcha  guìa  de  direccivh^  ó  hqùierda 
guia  de  diretcion. 
Bari  que   niarcben   ba&ta    el   punto  dado,  y    rectill-' 
cara  despuea  del  alto  laa  distancias  y  paralelitimo  de  la 
marcba. 

Lam.  52,  j^g.  2.     Cuandt>  es  el  de  derecba   guia  de 
direccioQ  se   bau    de  culdar  mucbo  loa  demas  de   ftbrir 

05 


'    548 

La   sesta  leocioo  ero  pera  rà   por    tornar   dUta'ncta  de 
à  cuntro  de  guia    à  g<>ia,   j    habieodo  iriarcliado  à  sa 
ireu te  lo  qti e  it',  pareciere  ai  drrector,  roaudaré: 
,1.*     Guias,  '. 

%*  Medio  coarto  de  convfrsion  d  ^^  dere* 
cha  (  ó  la  cu.arla.pnrte-,  &c^  ) 
Ln'm:  54.  Y  v^rificado  marcbai'én  cort  aqael  frent**, 
iipponìéodples  èn  qoe  eslaa  sop  las  inarchas  aosiayadas 
iS  ojbticaas  respecto]  é^^n.  formi^cioo  'apterÌQft  repetirà 
e^tas  medias  cuarta^  partes  de.cijiarto,  cuarlos  eutetos 
y  coarto  y  niedio  i^proporcìoc|.d,el  adelautamiento ,  J 
cooclttiré  niempre  en  e!  tvrrejio  que.empezó  para  h»- 
kitoar  é  io»  guias  é  qtie  couosc^q  pi/écticacn^-ntt;  e\  me- 
cauismo  y  r^esuitado  de  estas  matcbas  y.  contraroaiclias 
eM  todas  dirrcciopes,  vaiìéodose  de  las  baDderolaa  paia 
'  |parcar  pantos  y«  direccìones^  sf>gùu  s^  demuestra  eo  Us 
distintas  posicion^s  A\  B,  Cv  &c. 
. .  Jjuego  (|ne  eiten  aseguradas,  estas  roarcbaa  y  con- 
tramarch'as,  aumentare  las  distaucias  de  los  gnlas  y  las 
rel>Qtirà  eti  todus  «f^utidos.  ;   •'   . 

SCTIMA  LBCClOir. 

E 0  està  leccìon  se  usiìr^n  \ìì%  gaias  de  los  ciMitra  es- 
OnadiOfiea  y  i  .  todos  mandare  ,el  ayndant^  mas  anti- 
gao  9  asisliendo  ios  otros  tres  y  los  e ò atro  •  por t» es- 
tà ndar  tea... Z/ifnii  35,  A^*)*i-  De  todos  sé  formarin  d(4 
filas  de  i^ual  freiite  y  .k  distaDcia  de.cuatro  pies  de  fila 
.é  fila,  queilando.doa  giiias  p«irasfrlo'  de  testa  pequ«^ui 
tri»pa.  Los  dos  gDias  qaé  llevaa  la  direcctoo.  dtbeii  co- 
iocarse  uiiO  al  custado  derecbo  y  otro  al  iaquierdò  de  U 
prtineTa  4  la  Yos  dei  ayiisdantéi, 

•    Guias  particularesf-al  frónte* 
:ld/fi?  35 1  fig*  2.     tiara  marcbar  é  estos  goias  lo  qoe 
[«^ase  preciso^  diadole  aitile   la  dérecba    ó  ìsquierda 
ua  pulito  de   direcclau  y   tuìcargatido    al  otro  la   con- 


549 
s^nracioit  dela   dSdtarìdìa/y  rectUud   é  «d   ÌTreiiftp   por 
mfecHó  de  frantoi»  ìot«riiiedios  ;  j  hacieAdo  alto  é  la  dts** 
tiat>cia'<[o.e  se  ddtextuiiie^  se-maodari  à  latrépa  fòrmada 
sQpooiéndola  compAfira:- 

Campania'^ d  encajonarse  en  suh  gma$^ 

Ldm,  5^,  /?g.  5.  A  està  voa  marchardu  ìós  gtfias 
fot  rnad<»s  haBta  aUneftfse  c^n  los  de  direction. 

£?«ta  oper^cion  bare  cooocer  Jo>  qoé  aqueilpK  abrie^ 
ron  6  est rècbaro^  (^  dìfl^aiieia  ó  perdieroo.de 'Sti  ree- 
titud.  Ldm*  55,  /^g^  4.  Vol^eràn  laego  los  guiaj  à  to- 
rnar 80.  distancia  j  repetirén  ^stas  marchas  eu  tddos  ai-^ 
res,  dando  media  rueUa  por  «oatro  para -Terifìca ria  eu 
retirada.  •  .    .        ' 

Se  mudar én  en  .cada  marcha  los  guias' de  direcciov 
pam  qne  todoS' «e  acosto mbreu  i  obrar  por  sf  solos:    "^ 

D^spnes  aé  bari  .tornar  é  està  tropa  cUstaitcia  (£.  SS,' 
fig.  5  y  6)  eotre  ai  de  die^.»  doce  ó  mas  pasos,  para^ 
qoe  lo«  qiie  inarqtieiKel  frente  figoren  ei  de  itii  €aol]ia- 
d^on,  repitieodo  asi  las  march  asceti  todos  sentidos.y  en 
terreoos  desiguales  y  auxi  e8c;«biosos  à  proporcion  del 
aiielantamìeiiito,  reprtieiido  frecoentemeiite  ia  Yox  de 
d  enea  fonarsi  en'ms  gài  as.  ' 

Despoés  de  baber  hech'o  alto  cofi  ektìos  giiia$  tmfdoi/ 
se  rep'etiri  todo  lo  que  va-  prevenìdd  dèsde  la  4»*'  ^cc- 
ciou,  y  ase^iràdo  él  director  del  baen  cKìi»en)peno  se 
pasarà  é  la       /  '  '' 


6CTAVA  LECCIOIC* 


£ii  està'  léccion  «è  ha  de  trataV  de  qcre>  log  guras  ié- 
pan  exactamente  to'ikiàr  f)tii(tOB  de  dirt^ccf^n^  para  laé' 
inaatobràs'y^  eyotucif>nea,  baciéndàles  èaber  que  .estpd 
pnotos  de  direccton  se  d'eteriniiìan  sieiiiprts  por  uno  Me' 
lo$  motittis'  sii»uientes.*  '  -         i 

1.^  Birrgir  Qua  colomita  j  IleTada  baéta  el  ponto 
qoe  se  qùiefe  pouerla  en  bata.lU. 

S.^  Marcar  la  tiatfa  dei  ireut^  sobre  qut  debe  for- 
marle la  bataila.  « 


550 

idm^  55 ,  fig^  1 .  Ed  e(  prifiier  etili  s nf^ogMe:  el  ir- 
bo&  A»  (bI  finnto  d«  diireocioQ  eUrgido,  »n  tjodftnte  B 
%»i4ri  al  galope  en  la  diseotioB  del  4rbol  A>  en  la  c«tL 
se  sitaarà  Qti  «argento  C  a  algaua'diataDoia  eatre  ai  J 
dandole  el  freate. 

Si  este  no  esté  sobre  Udireccioo^  el  ayii4a«t«  B 
le  liarà  laa  ae&at  necesartaa  para  qua  se  cargise'  à  dere- 
cba  ó  iiquierda  basta  qua  se  coloqae  exactameate  ea 
la  direecion:  de]  mìamo  modo  qae  éé  baa  oolocado  lot 
doA  pnntos  iiitermedios  B  y  C  se  paeden  sitaar  Qaautos 
se  quieran. 

Determiiiada  ai»i  e^ta  diregcion,  si  ae  qaiereqae  la  co-t 
lomna  forme  en  batatla ,  sé  enviari  nn  ayodante  D  para 
9iarcar  en  la  liaea  el  punto  donde- debe  apoj^ar  U  pre- 
merà sabdiyisiou  de  la  colufmua;  caie  ay4ida^te  se  sUaa- 
j^é  sobre  la  liaea  dando  frente  al  sargento  C* 

Modo  de  colocar  los  puntoM  iuternudiQ»  cvdre  dos  pwtr 
US  dados. 

]  Ltiego  qae  el  gefe  haja  iodicado  los  dos  pantos  fijos 
en  la  direecion  de  los  coales  qniera  q,ue  se.  ibrme  la  ba* 
^lla^  no.  ayudaalci  j  ^0%,  sargentos  ó  cabos  sefialario 
los  puuto9  intertjiedìos», 

Ldm.  'i^,fig,  2.  Sea  ei  sargento  6  cabo  de  la  de- 
recha  el  que  representa  la  letra  A ,  B  el  de  la  ixqaier- 
da,  G  un  irbol  pntitó  elegido  é  la  derecba,  y  el  cam- 
panario  D  el  elt'gido  i  la  izquierda  ;  A  se  mantiene 
firme  n^l^ntras  que  ^  toma  la  di#taocia  de  frei^te  de 
una  mitad  bacia,  la  ii^quierda^  jr  por  detras  de  A  se 
aitaearé  con  ^1  j  el  pooto  G,  y  lo^  dos  A  y  B  marcba- 
i^in  a]  frente  haciendo  un  movi  oriento  de  coBTersion. 
£l  sargento  ó  c^abo  B  se  conservare  stempra  aliaeado 
<*,i|  e;(  giunto  C  J  el  otro  argento  A  ;,  este  liltùno  aiar- 
eliari  ubservando  siempre  al  B>  para  deten^ersa  en  el 
Knofueulo.  ea  que  é^te  le  oculte  el  ponto  de  Uqoierda 
D»  Bcuidarà  de  marcbar  exactamente  alioea^o^  coiiel 


•  *5Ì 

sargento  A  j  el  ponto ^  y  am  ^e  ììe^ttràu  à  encontrar  los 
pontog  ìotermedios. 

Durante  esXlk  òper^ci(.o  B  tnarchftrà  subordiuado  al 
movifaieuto  de  A  ;  laego  que  esten  ya  en  la  nueva  II- 
nnit ,  fi  ayoJaote  los  rijiiiidarà  que  se  dt-u  el  tVeiite  el 
ODO  al  otto,  y  asb  qualquiera  iurxàctltud  que  hubiera 
potlicfo  habeV  la  recti6c»rà  proiHameute,  pero  ain  ha- 
ceise  seiiaft  ni  hablarse.  Supóngsise  qtie  A  observase 
el  punto  ì)  bicia  la  ìtquierdai  B,  »ìenipre  sujeto,  à 
maM tenerle  «n  la  ifoea  uou  A  j  el  punto  G,  «egaìré 
ti  luoTÌniteDto  de  A,  y  le  ocultaria  bien  pronto  el 
punto  D:  ^i  «b-terTase  ^*e  el  punto  D  cae  bircia  la  de- 
recha^  rectificaria  la  pomicio n  para  los  moTUnieutos  coii- 
tiariog. 

Al  mismo  tiempo  el  2.^  ajndante  marcharà  i  situar* 
te  en  él  puntò  donde  debe  apoj^ar  la  derecbdó  izquter^ 
di  del  regimiebto. 

Para  la  segufldad  de  està  in&trùrcciòn  el  ayudàhtè 
y  todo.^  los  guias  llevarjin  la  espada  ó  bable  eù  hiano 
para  bacér  tas  sefi^s  correspondieutes,  que  ejecutaréd 
del  modo  siguiente:  si  ^e  estleode,  ve<bi  gractd,  et 
braso  deretho  y  enpada  bécia  la  deretbà^  cada  movi»» 
niiettto  que  se  baga  ifif  ef*ta  dispo^Iciòn  luauda  qué 
se  cargoe  aun  rkias  i  la  derecha;  i\  se  pasa  el  braro  j" 
espada  é  la  izquierda,  indicare  que  sq  cargue  à  la  iz- 
qoierda,  j  cada  movimiento  h^cia  e^ta  inaino  dt^oiues'- 
tra  se  cargUH  m;ts  i  ella;  si  se  pone  el  ^ab^fe  en  la  po- 
sicioo  de  prepÀV^r  la  ^uaidia^  qoiere  significar  qué  el 
ponto  e%ìà  rectifìcado  j  et  guia  I  quien  sé  baga  de- 
b'eré  coidar  de  manteuerHe  fi  noe  y  sin  el  roenof  movi- 
mientor. 

Sé  instruiré  Ii;u6ltnf*nte  é  los  gniàs  g^nerates  en  prò- 
toiigai'  òlla  Ifuea  rel^^vàiìdoSe  suce.siya intente,  y  tn  si- 
tnarse  eu  la  prolongaciuti  de  nua  t^iea  dada^  ludrcando 
loH  pontos  de  apoyrf  df  lo»  éoslado^i  de  los  escuadroneSf 
toque  ejeeutatàn  bajo  los  mismos  princtpios  que  se  faao 
prereoidc». 


558 

TITULO  YIII. 

IBISTRUCCIOV    DE    ESCUADRON. 

L09  escoaclrooes  constan  de  dos  compafiiaSf  de  lai 
caaies  sé  titatan  la  primera  de  derecba,  j  la  segonda 
de  ìzqaìerda,  segon  qaeda  esptieado  ed  la  iostroccion  de 
coiDpafiia:  la  formacion  de  amhas  es  igoal,  y  solo  es 
inversa  la  colocacion  de  Ìos  oficiales,  sargentps  j  cabos. 

PRIMERA  PARTE, 

ABtlCULO    !•* 

De  los  distihtos  aires  y  march  as  militares* 

QdUair^o  la  tropa  y  los  caballos  soficieptemente  los- 
traidos  para  q»e  se  ies  pueda  reunir  eu  escoadron, 
aq  Ies  (^jercit^rà  eola  yariacion  de  aires,  é  fin  de  ar- 
^èglar  SII  yelocidad  y  asegurar  la  igaaldad  de  cada  qqo. 
]?ara^  este  efecto  se  practicaràu  las  marcbas  ruìlitares  qae 
tieoen  por  objeto  priocipal  acostnmbrar  ios  caballos  i 
qae  marcheu  cou  sosiego  eo  la  fila,  y  qae  modeo  de  ai* 
res  gradoalmente  y  sin  preci p»tacicfD. 

£n  U  primera  ujarcba  militar  no  se  e^iglri  del  sol- 
dado,  tanta  precisioo.,  e^actitud  y  anioii  eo  lòs  mo- 
Vimieptos,  que  einpezarén  por  el  desfile  de  à  coatro 
por  la  derec'ha  al  (Veute.  Pero  ya  en  la  seganda  y  ter- 
zera se  lef  acost timbrare  a  la  prectsioo,  "&€.,  para  eoo- 
seguir  la  ìgó^ldad  eu  los  'moTÌmientos*  £n  tod^s  se  lei 
tiajà  pasar  alteroatiyamente  de  un  paso  é  otro ,  babi- 
toàudoles  A  formar  las  mitades  y  yolfer  à  desfilar  de 
M.  cqatrp,  asi  corno  A  las  variacioiies  de  direccioo;  pero 
se  te9dr4  grao  cuSdado  de  marchar  al  pa^o  en  el  lii- 
tifno  cuarto  de  bora  ;>nte8  de.regresar  al  CQartel,  i  fio 
de  que  ios  caballos  ifegoeu  sosegados* 

Cuapdo  se  quicra  durante  la«i  maic.bas  qne  bom- 
bi ej»  y  caballos  deicansen,  se  mandare  por  ti  gefe  io^ 


555 
mar  en  batalU,  al  imule^  i  la  isqaierda^  6  bien  por 
retagaardia  de  la  cabeza  à  la  derecha,  qae  son  los  trea 
medìos  qae  h^y  paraf  paaar  al  órden  de  batalla. 

Si  lamarcba  bubtese  sido  por  el  fianco  izqoierdo,  ao 
e|ecutarén  los  mismos  trescasos,  pe^o  eii  órdeu  inverso, 
bajo  igoales  principios.  < 

.  Si  por  las  marchas  militarea  prescritas  te  ba  coo- 
tegotdo  bastante  union  y  precisTon  eo  I09  aires,  se  .eni« 
pecari  é  arreglar  la  velocidarl^  para  lo  qae  se  barin 
medir  sobre  el  terreno,  distancias 'corno  de  mil  doscien- 
tas  Yaras  cada  una,  *à.  fin  de  recorreiias  sncesivamente  al 
paso  y  al  trote  >  &cc^ 

Las  marcbaa  milita  rea  se  repettrén  ba&ta  conseguir 
qoe  los  caballos  vayan  sosegados  en  la  fila,  que  noarcbea 
sin  ardòr,  que  los  soldados  no  empleeu  fuerza  ni  saco* 
dimientò  al  pa8ar  de  nn  aire  éotro,  y.que  baya  r<>gulà- 
ridad  en  la  TeiociHad  jé  igualdad  en  los  distinto»  pasos. 

En  los  descansos  que  se  de  é  la  tropa  se  ejercitarin 
los  ayudantes,  oficiales  y  sargentos  eo  conocer  y  medir 
las  distancias  por  el  ndmero  de  tiempos  de  trote  y  ga- 
lope  de  sua  caballos  en  cada  aànuto,  para  lo  que  recor- 
rerin.  espacios  roedidos  contando  sua  pasos;  saber  y  co«* 
.nocer  à  golpe  d.e  ojo  los  pasos  que  ocupa  el  frente  de 
an  escuadrouj  y  el  modo  de.  ponerae  al  galope  deade 
aoos  pnntoa  ìotermedios  à  dos  estremos  dadoa. 

▲RTICULO  2.® 

Tornar  dist ancia  de  filas*  ' 

•  •  .1  ' 

SupoaieDdo  al  eacaadron  descaoaaudo  eo  sa  logar,  se 
mandare: 

1  .*    Atencion* 

2.*     Escuddron. 

5.'     A  retaguardia-^d  tornar  distancia  de 

filas. 
4?*    Marcken. 
Se  ejecutaré  del  mismo  modo  que.  all' -la  ioatfucaioo 


55i     , 

de  e^mpAiiia,  sili  ptra  diferénoia  qae  tta  àyódfciite  te 
hallaré  à  retagdardia  para  rectìficar  ta  distattcia  dà  loa 
dos  caboa  6  aargento»  costadoa  da  h  «egoiida  fila ,  qao 
m  movieroii  à  ia  torcerà  foz  para  marcar  la  atiera 
linea  (^ue  debe  formar  la  misroa  A  ocho  pa^oa  de  la  pri- 
•  mera, 

Cu4ndo  ya  èsté  alineada  taoto  U^eganda  fila  eomola 
etici  ior,  dare  ni  capitan  de  està  liltima  ia  voa  de 
5*»     Firmés. 

AITICIJLO  3*^      * 

Minearse  coni  dislancia  de  filat. 

Lia  ejpcucioo  y  V)Ocea  de  eate  movimiento  seria  las 
mitfmaa  qoe  laa  eaplicad^ts  ea  iaa  eacuelaa  auteiiorea* 

iiBTICViO  4-** 

Manejo  de  las  armas. 

Se  praetìcaré  por  todo  el  escaadron  en  Ioa  fniainoi 
férmiiios  preVeuìdos  para  la  compania  en  su  ìnatruccioo. 

AKTlCUtO  5.^ 

Estrechar  las  disiancias. 

Concloido  el  maopjo  a^  onìré  la  apgonda  fila  i  la 
primera ,  segah  ae  marcia  en  la  escoela  -de  compadiit 
oh^ervando  ci  gela  del  etcvadfon  lo  que  alll  el  ca- 
pitan. 

ARTICULO  6.*^ 

jittneàrie  éstrechadas  lai  distancia^. 

Conforme  queda  prevenido  en  las  aliaeacioaes  de  In 
MMtrii«cloauBa^  anterMTes. 


555 

ABTtCVU»  7.** 

Alineacion  del  escuadron. 

Para  cstos  moviiaìentos  se  establecer^n  .tres  gniat 
generales  A  veinte  y  ciuco  6  U«iota  pasoa  al  fren* 
te  del  e«ciia4lronf  ea  direccion  recta  j  paratela  :  el 
primpro  al  frente  del  coata-^o  derecho  del  escuadron;  < 
el  teguodo  al  del  costado  iaqaierdo  ,  los  dqs  dàndose 
frente;  y  el  tercero,  daado  igualmeate  frente  al  prime- 
TO  i  la  dislaocia  de  dìea  ó  doce  pasoa. 

£n  segoìda  de  està  dispo»ìcion  bari  el  comandante 
marchar  de  frente  al  escaadroo,  y  à  dies  pasos  de  la 
linea ..establecida  mandare. 

1.'     Escuadron. 

2/     JUo. 

3.'     Por  la  derecha-  aline  arse* 

4''     Firmes.  • 

5.*     Guìas  d  sus  puestos. 
Cayas  yoces  todas  se  obedecerin,  ejecntando  lo  qae 
cada  una  indicai  sin  mas  dtlèrencia  que  é  la  tercera 
▼OS  se  adeiantarén  basta  tocar  en  la  Uuea  los  dos  sar* 
gentoa  eoiaa  -particulares  del  escnadron. 

Obser\faciones. 

Este  modo  de  alinea rse  es  para  qiie  conosca  el  escua- 
dron cuanto  tendria  qae  ejecutar  para  servir  de  base  de 
alineacion  al  resto  de  la  linea  ^  6  para  entrar  en  e^la 
tenieodo  é  sa  frente  pnntoa  iutermedios  sitdttdoa  ett  la 
linea  generai. 

Cuaodo  las  alineaciones  sean  pc^r  mitades  6  parcom« 
pafitaa,  caidaràn  Ics  comairdantes  de  ellaa  de  no  dejar 
mucbo  intervalo  de  la  voz  alto  à  la  de  pqr  la  derecha 
ó  por  la  izquierda  alinearse. 

Los  aargentos  y  oaboa  embchidos  en  la  fila  «bserra- 
ràn  solo  la  alineacion  general. 

S^  la   aliofiaaoa  por   la  deceeha  6  laquierda,  ae 


55ff  r  ^ 

har^  entender  à  la  tropa  ijne  Mmpre  estarà  el  gaia  del 
lado  de  la  aiiiieacìoo. 

PARTE  SEGUNDA. 

Romper  en.  columna  d  la  derecha  ó  a,  Iq  izq^ierda* 

Este  rafvvriui-'nto  se  ha  ri  h abituai  mente  por   ùiìtades» 
Pata  su  èjecucicui  se  inMiidaià: 
I.'     Ercuàdron, 

8.*     Por  mitades  -  d  la  derechd  en  columna. 
3/      Marchen, 
A  la  seguiida   parte  de  ia  se&Qoda  vox.  saldra-  à   mar- 
car  el   àu^ulo    recto  ei  savgento  de  la  derecUa  de  todo 
«*1   esGuadron,  situéudose  efrte  cou  el  freiite  abdoiide  de- 
he  tenerlo  la  còtuiniia.'  '    *  ^    . 

L^s  comaiìdaiites  de*  mitad  dar^n  U  voz  i  su  mìtad 
respectiva,  de  conyersion  d  la  derecha*  Y  à  la  tercera 
Vos  del  comaitilauté^  ^ue  repetìrén,  darén  todas  ias 
fiiitades  un  cuartb  de  converbioo.  Auteè  que  Iq  concla- 
mali,  pasai^do  poi*  el  càmiuo.  mas  coito  i  cóiooarse.fue- 
i4i  del  punto  eu  qué  debau  apoyai*  tos  coàtàdòs  izi^uier- 
dos  de  ella»,  m»ndaf^o:  ^  ' 

1.»     MUad. 
...  2L'     4Uo.  .,-.•. 

^•^y'iPor.laizqHierda-nalinearse.    : 
'  •  4s     Firmes.., 

,  l4>,q;ia  eiecntftdo  se  co|o^ar^ii  pq  sus  pue^tos.  Eajo 
los  mìsuios  priiicipios  se  ejecuta  ei»te  moviiXkieutV  por  la 
-ìz^uierdaf  •,,.,.. 

'  .    ARTICUlb.  2.^ 

Maróharéhcùiurfina'pornìitadès. 

fistabUcìdé  dn.guta  general  ^n  ìè  'prolotigiicioii  del 
cohta>lo  iz(|aierdo,  y  otro.  intermedio  damio  fr ente 'al 
e9CQ^rouy«i.el  tet^ceao.DO  preaeqta  algu»  ubjVto  Tisi- 


;557  . 
Uè,.,  preyeaieatto  al  f>\A^  coxi<ti]Ctor  de  la  oolaniiia 
cubra -.HunaoliB  U  marcia  A  ambos  gnìas!,  &cC«y  y  caio» 
cado,  un  a^udaute  al  iado-de  él^  fuaudarà .  ei' coiuan- 
ctaiit^:         .  • 

.  1.*     Colnmna'  de  freni^.  r  ■ 

2.*     ijrui'a  dja  izcjuierda  (ó.d  la  derecha).' 
5.'     Marchen.      '         ■         • 

A  la- segnnd*)  ^voz' Haldri  el  gaia  oombradò  i'cnlo- 
carsedelaiite  de  la  priuiera  hiiera  de  la  priinera  mttad 
porci   9Q'sUdo.  que,^e  iM>fubróv 

A  la  tercera  ,  ivpetida  por  los  cooiaodantes  de  mi^ 
tad,  se  poiidrà  eii  luaicha  la  coluiuma.aL  paso,  8Ì  ito  se 
ha  prevé^iido  otro  aìre;  el  sargeuto  »eguudQ,:  guia.  par- 
ticaUr  de  la  iz(|ui.ejrda  dt:l  eticuadrou^.  pasdrrà  i  là  .^Ua 
eftterior. .  ..  .^ 

l«oa  guUs  pai'ti'colares  de  ria  <;QhimQa,  -que  sod  ^oa 
cabos  ó  aaigeutosy  cokiadoa  de  '  las  mita<le9  ^or  el  lada 
del  guia ,  cuidaràii  de  seguir  el  naisriio  aire  que  !el  ^out 
doctor  de  la  oolumua. 

Los  cua)ai»dci^nte8  de  oiitad  repptir4o  sieoipre  las  to-^ 
ces  de  marchen  y  alto'  que  se  d^n  ai  escuadroiiv  laa 
44its  no  agonrdaré  la  liopa  piira  ejeuntaf  el  movimipiito 
(jue  qiaiide  el.  gele  del  ei»cuadroo<)  pues.lo.hari  cuaiidd 
éite  de  la  voi  de  marchen.  •  '   <  : 

Cada  escoadrou  q«e  nn»iiiobre  solo,  làdecnas  de  sos 
do$  l^uiaa-.  geoeiates,  tf;>iidrà  do&.soperuùmeiarios  paia 
eioplearlos  .eii  ìob  caso»  liecesariotì.  La  coiocaciou  à»' 
losdp^  prvmero«  seri  .éu  la  fìla  eiiteriàr  «  infne«itato8  à 
los  Qaoooa.para  vu  pronta  saiida*^  y  ioit  dos  lestaale»  i 
la  iiimediaciou  del  gefe,  à  oo  aer  c|ue  (>or  ìio  necesilar* 
los  disponga  paseu  igaa\^eote  é  .la  6tia  esleiior:  los 
dei  e^cuadrou  se  dÌ!}tiu|^uiréu  por  tós  fiombres  de  goias 
geutialt^s  de   la  dereoha  ó'  iz^uierda. 

Qbservaciones. 

Coando  la  tropa  (st($  inuj  segata  en  la  marcba  eit 
coluàiua  al  paso>  coudervaudo   està  aifd  tauj   igual    \ 


558 
nDiforme  i  se  le  hafé  pasar  ti  trote  4 'igakyp«f   hf«ti 
qae  à  estos  liltìmos  aites  aé  eoostga  lo  mitaiò  qoe  ea 
el  aoterior. 

Bajo  los  medio^  contrarios  Rervirjo  loa  mismos  prìit^ 
cipioa  para  romper  à  U  iaqaierda* 

ARTlCIflO   5.^ 

Detener  una  columna. 

SopooieDdo  qoe  ae  halle  marchaodoy  mairJari  el 
gefe: 

1/  Columna. 
2/  Mto. 
A  la  aeganda  voa,  repettda  por  toa  conrindaDlea  de 
mìtad  asi  que  espìre,  se  pararà  la  colurntia,  j  oingufli 
goià  86  tuoTerà ,  aunxsuaifido  no  haya  qdediido  é  sa  dis- 
ta ncia  del  prifc<^deute  ò  que  do  se  halle  en  la  direccion 
de  laà  demM  mitades. 

Si  el  gefe  cousiderase  necef^ario  dar  i  los  guSas  del 
la-ci^amoa  od»  dii'eccion  general,  estableceri  los  dos 
prim^roa  en  I»  qoe  le  pareEc^^  empi^caoilo  por  el  de 
la  cahesa,  moTÌ^udose  ei  de  la  seguoda  é  la  derecha  ò 
é  la  ifqaierda,  segan  el  lado  qae  deba  entrar  à*  ca- 
brirte:  eu  segoida  mandare. 

L*  Guiaa^d  cubrime.  ' 
A  està  TOE  todoa*  loa  gaias  sigoientes  de  pritnera  fila 
de  ceda  mìtad  tomarén  la  direccion  de*  los  dos  prime- 
roSf  Goo^eriraudo  cada  coal  con  el  qoe  le  precede  la 
difttaBoia  del'  frentè  de  la  colunana  :  iuego  utaudari  el 
gefec 

l.'  Por  la  izquierda  (àdla  deretha)'-ali' 
nearse. 
A  està  yoz  se  «lineari  cada  mitad  ,  pooiéndose  los 
eonnanJantes  de  ellas  A  dos  pasos  por  fuera  de  siis  guiai 
respectivos  para  cuidar  de  su  atineacìòn  paralela  i  la 
qoe  éoteeediieif  dando  dcspoea  la  voa  de  fi rm ss  j  to* 
mando  aolo  oontinoe  sa  colocacion  en  la  columna» 


559 

Manhando  en  columna  con  la  derecha  d  la  cabeza 
hàcerla  que  di  el  frante  d  retaguardia* 

Para  que  uoa  col  ninna  c^ue  marcha  con  la  derecha  i 
la   cabeaa  de  el  (Vente  i  retagaardia,  «e  mandari. 
!•*     Columna. 

2/     Por  mitadea  -  media  vuelta  d  la  derecha* 
3.*     JUarfken. 
A  la  sega  oda  Toz  te  prepara  ri  el  costado  derecho 
de  cada,  miUd  para  «)ectttar  el  alto  y  servir  de  eje 
para   la  conTertioo.  « 

A.  la  tercera,  repetida  por  los  comaodaotea  de  mi- 
tad  »  darte  todaa.  liS  mitades  U  couvertioo  mandada 
bjijo.  lo»  princìpio»  eAtabiecidos  para  ^ste  moviinietito; 
y  cuando  el  gefe  vea  van  é  coDcloìr  loa  dx>s<  cuartoa  de 
couTersioo>  mandAré: 

4**     ^^  frente  -  gìda  d.  la  derecha. 
Cuya  ynz  sera  tambieo  repetida   por   los  comandan* 
tes  de  oiitadf  j  enUs  romperla  la  marcha  é  su  oaeTO 
f  reo  te* 

^  Si  ei  comandante  qaiere  haga  alto  la  columna  des- 
poes  de  haber  dado  el  frente  i  retagoardia^  al  con- 
clnir  la  oiedia  conTersion  lo  adVertiré,  en  lugar  de 
dar  la  cuiirta  voz^  anadieudo /^or  la  derecha  alinear* 
sej  que  tambien  repetiràn  lus  com'andautes  de  mitad* 

ABTICULO  5.^  , 

De  la  columna  da  camino*. 

Annqoe  A  toda  disposicion  de  marcha  se  le  da  ef 
oombìre  de  columna  de  camino,  se  hace  indispensabie 
dar  mas  esteusion  y  aplicaciones  il  està  disposicion, 
pues  que  en  elia  seria  indtil  ó  imposibie  exigir  de  la 
tropa  el  rigor  de  filaa,  de  hilerasi  de  distaocvaa}  &^m 
^qoe  eo  aua  colamua  de  maniobras* 


560  . 

Asif  qoe  Beri  coDTeDÌe«it«  distingoir  la  coinmni  en 
columna  de  noaniobras  j  coPomoas  de  marcliji  ó  deca- 
rjiioo,  diféreiicìétijose  està  de  aqueila  en  qae  oìdo  et 
toque  de  descanso  en  su  tugar  ^  «obre  la  iiiaicbà  ptieda 
la  tropa  desahogarse,  bablar,  fumar,  &c.)  sìo  perder 
jiiiiguti  indivìdao  sa   paesto  ni  aìre. 

Observ  adone  s* 

Sieinpre  qae  marebe  una  coltmna  se  cooservari 
una  Velooidad  iguat ,  teniendò  gran  caidado  ta  cabeza 
de' acortarla  sì  subtese  oh  repecbo,  j  ^dismintiirla  la 
cola  si  se  bajase.         • 

Ed  el  paso  de  d**sfi)aderos.  Sfagno  Io  permitan  esto^, 
se  adaptarA  el  movimìento  analogo  para  verifìrarlo  con 
el  inayor  frente  poMble,  volvierdo  é  ^omar  su  forma- 
cioD  primitiva  Idpgo  que  se  bava'  pasado. 

\  ^BTIGULO  6.^ 

Marchando  en  colunina  por  mitades  disminuir  el  fren- 
te sucesivamenle  por  cuaj.ro ^  por  do^  y  por  uno,  jr  vol- 
gerlo d  aumentar. 

SopoDiieDdo  eì  e^caadroo  naarcbapdo  eo  columna  por 
mitades  1  se  sitO'^ràu  seis  boiubres  à  gran  distancfa  uno 
de  otro  para  figurar*  Ics  distiutos  ancbos  dei  desfiUde- 
ro.  Ci  priiQt'ro  designare  la  anchiira  de  cuatro  de 
frente,  el  segundo  la  de  i  dos,  el  tercero  la  de  à  uno^ 
j  los  tres  restautes  las  de  à  dus,  cuatro  y  de  mitadr^s. 
Cuaodo  la  eabeza  de  la  colomua  liegue  al  primer 
gaia,  establecido,  mandare  à  su  mitad  el  comandaute 
de  la  primerà; 

1.'     Mitad. 

2.*     De  a  cuatro^  por  la  de recha  al  frente* 
5.*     Marche  n^ 
Lo  qae  verifica  ri  segua  se  ha  esplicado  ea  la  escaelt 
de  compauia. 


561 
Al  llegar  i  la  altara  del  segando  guia  fljo,  la  man- 
dari  aa  eomandante  deafìfe  de  à  dosi  al  acercarse  al 
tercero>  qoe  destile  de  à  uno;  y  luego  qne  llegae  al 
Coarto 9  qoioto  y  sesto,  qne  anmetite  progresÌTameuie 
basta  volver  à  formar  la  mitad. 

Los  comandantes  de  ias  denaas  mitades  qae  sigaefi  se 
conformariD  en  on  todo  é  lo  qoe  hizo  el  de  la  pri- 
mera,  dismioayendo  el  frente  ò  anmeotando  el  de  la 
SBja  respectiva  en  el  paolo  aùsmo  ea  donde  aquella 
lo  hiao* 

.Observaciones. 

Estos  movimientos  se  harén  graduai  mente  al  paso« 
al  trote  j  galope,  stendo  mny  conveniente  hacerlos  é 
la  mayor  yelocidad  posible  por  ser  la  disposicion  mas 
peligrosa  que  tiene  una  tropa. 

A  la  sali^da  del  desfiladero  por  la  mitad  de  la  cabe- 
za  formada  en  linea ,  la  harà  sa  comandante  acortar  la 
yelocidad,  j  aan  detenerse  si  faese  preciso,  para  dar 
tiempo  &  Ias  dexnas  de  qae  ILegaen  é  sos  distancias  sia 
correr. 

AftTIClTtO  7.® 

yariaP  de  direccion  marchando  en  ctflumna, 

Cuando  qniera  el  gefe  qoe  io  verifiqae ,  darà  la  òr- 
den  al  comandante  de  la  primera  raitad  ó  compania  de 
ella^  bari  sitoar  dosgoias.qae  marqoea/el  principio  y 
fio  del  moyimieiito,  y  se,  trasladarà  él  mismo  al  ponto  ^ 
en  qae  se  esente,  donde  permanecerà  basta  queliaya 
conyersado  la  dltimji  kaitad> 

£1  comandante  de  cada  mitad  la  bara  variar  de 
direccion  en  el  paolo  marcado,  por  lo^  mediosj  yo«-, 
ces  ensenadas.  '  .    ' 

Despnes  de  baberse  becbo  la  conversion  por  todas 
Ias  mitades,  se  indicare  al  guia  conductor  de  ia  co- 
lomna   la  nueva  direccion    en    qae   baya  de   marchar. 


369 
tefialindole  on    pantó  fijo,    y  si  oo  lo  bqbiese  en  el 
terreno,  sapliéndolo  eoo  gaiali  sttaados  ea  U  prolon^a- 
cionde  UcolniDDa. 


AaTICUtO 


8.*? 


Variar  de  direccion  por  la  pronta  maniobra  marchan- 
do  en  columna  por  distancias  enieras. 

Soponlendo  qae  se  marche  ài  paso  en  eolamna  de 
mitadea  y  la  derecha  à  la  cabeza,  arisarà  el  gefe  al 
comaudaote  de  Ja  primera  qae  varie  de  direccton  io 
preciso  para  dirigirse  al  nnevo  freiite  qae  le  habré  in* 
dicado.  Sea,  por  ejemplo,  é  Ja   izqoierda. 

Despues  qae  se  ìiallea  ja  en  la  naeva  direccion  da- 
da la  priovera  j  segnnda  miUd,y  antes  de  verificarlo 
la  tercera,  mandarà  el  gefe: 

l.a     Viti  mas  mitades. 

2.*     Pronta  maniobra  por  el  fianco  derecho, 

5/  Al  trote. — Marchen, 
A  la  segonda  voz  los  coinandantes  de  mitad  man- 
darén  por  coatto  à  la  derecha  à  las  soyas  respectivas, 
cnjo  movimierito  han  de  hacer  sin  parar  al  oir  la  ter- 
cera>  que  repetiràn  los  mismos,  y  saldràn  al  aire  qae 
indica.  Las  haréo  variar  de  direccion  à  la  izqaierda 
describiendo  nn  grande  arco  de  cfrculo  para  situar  el 
costado  derecho  de  sa  primera  fila  de  é  ocho,  for- 
giando hilera  con  el  mismo  costado  de  la  mitad  qae  le 
precede.  Goando  ja  esté  tnuy  iomediato  à  dicha  mitad} 
darén  la  voz  mitad  en  linea  y  y  la  de  marchen  al  Jle- 
gar  lo  mas  cerca  posible;  y  al  yerificario,  el  goìadela 
izquierda  tomari  la  direccion  del  de  la  eolamna,  ali- 
neando los  comandantes  sot  mitadea  ù^ù  la  voz,  gaia 
d  la  izquierda» 

Observaciones. 

S\  la  primera  mitad  hobiese  variado  de  direccion  i 
Uk  dbreoba,   se  bubiera  mandado  la  pronta  maniobra 


565 
por  el  flàfico  isqnierdo,  ejecQtandò  las  mitatiles  el  mo* 
Timìento  inverso;  pero  antes  de  formar  en  linea  se  sì-^ 
toai^tf  el  gnìa  en  la  direccion  de  la  eolttmoa. 

Las  mitades  qne  hajan  der  eJBcntar  la  pronta  ma* 
niobra  lo  Terificaràa  siempre  al  paso  inmediato  dei  qna 
lieve  la  columnaé 

Si  ia  coiamoa  hiciese  alta,  no  lo  hardn  las  mitadea 
qoe  debeo  tornar  so  naera  direccion  basta  haber  con«* 
claido  el  moTimiento  mandado^ 

AATIG^tO  9.** 

Parlar  la  direccion  de  una  columna  halldndose  d  pie 
firme  con  distancias  enteras, 

Snponiendo  el  escttadron  en  colomna  de  mitades  coil 
la  dereeba  à  la  eabeca,  si  se  qniere  qne  varie  sa  direc- 
cion por  la  Ì2qaierda  adelantando  sa  retagaardia^  bari 
conversar  el  gefe  la  primera  mitad  à  la  dereeba  situan- 
dola en  la  noeva  direccion  qne  se  proponga  dar  à  la  co«* 
iùmna^  j  mandare  en  aeguida: 

1/     Columna,  • 

2.*    Por  el  Jlflncù  izquierdo^d  tornar  la 

direccion  de  la  cabeza*  .  j; 

5.*     Marchen. 

A  la  segiinda  voz  los  comandàntea  de  laa  demaa  mU 

tadea  maodarins 

l.*     Mitad. 

8.*    For  cuatro  d  la  ixifuierda* 
5.'    Marchen.  - 

Y  ejecDtado  este  movimisnto,  maodarin: 

4.*  De  frente^fuiad  la  derecka. 
Gaando  el  escaadron  esié  ya  en  està  disposicioo, 
dare  elgefe  la  leroera  vot;  y  repetida  por  ìos  coman* 
dante»  de  mitad  sUusdos  al  fliiDco  de  eUas>  alineados 
con  el  primer  hombre  de  ia  dereeba,  las  coudaciràn 
al  noevo  pnoto  qàe  cada  una  debe  ocupar,  baciéndolaa 
qoe  conversen  mas  ó  menos  à  la  dereeba  para  dirigir- 


564 

se  seìi  pa«o8  à  retaguardia  del  pnesto  en  qiie  deban 
sitoarse.  Al  entrar  cada  mitad  por  detrae  de  la  qae  ya 
enti  situada  en  Ja  anera  direccioD,  mandare  sa  coman*' 
^daotey  por  cuatro-d  la,  derecha^  daodo  la  voz  de 
marchen  coando  ae  halle  precUameittè  detras  de  la 
Guarta  hilera  de  la  izquierda  de  la  mitad  base  de  di- 
reccion;  en*  seguida  la  de  alto^  j  hacieodo  adelautarse 
en  la  ^erdadera  direccioa  y  distancia  à  sa  gaia  parti- 
colar,  da  ri  la  vox  de  por  la  izguierda-alinearse: 
lo  qae  yerificado  por  la  mitad  j  dada  la  de  firmes ,  pa* 
sari  à  colocarae  en  sa  poesto. 

Lo  mismo  se  habiese  hecho  para  ejecotar  él  movi- 
miento  por  el  fianco  derecho,  pero  eotonces  los  co- 
mandaotes  de  mitad  barin  alto  cuando  Itegaen  à  la  al- 
lora de  lòs  gaias,  desde  aili  ?erén  desfilar  eus  mitades^ 
j  daràn  con  tiempo  la  toz  de  por  cuatro  d  la  dere- 
cha  9  para  dar  La  de  marchea  al  momento  que  Uegae  i 
é\  la  liltìma  fila  de  à  ocho  de  sju  mitad.  La  aliueacioo 
serisiempre  por  la  izqaierda. 

Tambien  se  podrà  ejecatar  sobre  nna  de  las  mita- 
dea  dei  centro,  colocindola  antes  en  la  dìreccion  que 
i#  qoiera  dar  i'  la  colomua,  y  preyiniéndolo  por  el  gei'e 
i  la  Toz  de  mando. 

ARTICULO    10, 

Marcha  de  una  columna  por  uno  de  sus  flancot. 

Ya  esté  con'  la  derecba  ò  con  la  izqnierda  i  La  cabe- 
la^  serén  onos  mismos  los  principiosy  para  que  gaoe 
terreno  sobre  cnalqniera  de  los  flancos. 

Saponiendo  la  colnmna  à  pie  firme  9  se  mandarà: 
1/     Columna* 

2.*    A  marchar  por  el  fianco  derecho* 
5.*     Por  cuarta  d  la  derecha. 
4**     Marchen. 

5/     De  frente^guias  d  la  i^qiderdm* 
'6/    Marcken^ 


565 
A  la  caarta  toc  barrii  las  roitade»  por  cuatro  i  U 
mano  inaodada ,  colocéodose  sas  comandantea  en  la  dia- 
poaieioo  de  marcha  de  fianco. 

A  la  sesta  ae  moreràn  todas  al  paso  si  no  se  adyief to 
otre  aire. 

Cuando  ja  haja  marchado  Io  qiie  se  JQzgaé  soficien- 
te,  se  maudarà: 

l."     Columna. 
2.«     Jlio. 

5.*     Por  cuatro  d  la  izquierda, 
4.'     Marchen^ 
Lo  eoal  ejecutado  j  rectificada  la  direccion  de  loa 
gaias  si  se  creyese  necesarto ,  qoedari  La  colnmna  ea  su 
órden  anterior. 

Solo  la  TOE  de  marchen  seri  la  qae  repetirin  los 
comanda ntes  de  mitad.  Bajo  los  mismos  priocipios  j 
medios  inversos  se  ejecntarà  este  moTimieoto  por  la 
izquierda. 

Obscrvacion. 

Si  e1  objeto  de  marebar  en  està  disposIctoD  faese  el 
de  atravesar  un  monte  bajo>  escepto  la  btlera  iudÌTÌ<- 
dual  de  qae  bace  cabeza  el  sargento  conductor  de  la 
columoa,  las  siete  restantes  de  la  mitad  marcbartfo  por 
ia  direccion  mas  conTeniente,  asi  corno  las  de  las  de- 
mas  sabdiyisiones  de  la  coiamoa;  però  Ibego  que  bayan 
vencido  la  dificnltad  qae  se  baja  presentado,  Tol* 
Terin  à  tornar  la  union  j  distaocias  prevenidas  para 
dicha  marcba,  obserTindose  muy  particolarmente  la 
constante  di^taocia  de  caatro  pies  de  cada  caballo  i  sa 
precedente. 

.  ARTICULO   1 1  • 

De  la  marcha  oblicua  individuai  en  columna. 

Caando  una  colamna  tenga  qae  ganar  terreno  so- 
br*  ano  de  sus  flancos  por  ooa  diagpnal ,  este  ^s,  atan- 


566 
sando  al  propio.  tìempo  ,  se  ejeeQtar4  eoa  la  maroha 
oblicaa  ÌDclivid«aL  Saponieodo  la  colomiia  bieo  sea  mar- 
chando  ò  à  pie  firme  eoo  la  derecha  A  la  cabesa^  ai  te 
qaiere  rerifiqae  el  oblicao  i  està  maiio>  se  mandari  por 
el  gefe: 

1/     Columna. 

2/    Oblicuo  d  la  derechcf* 

3/     Marchen. 
À  està  liltima  voz,  repetida   por  ios  comandaDtes  de 
mìtad  f  oblicuario  todot  «us  caballoa  corno  està  enaefia- 
do,  Lo  qae  ejecotado,  seguiri  cada  bombre  marcbaodo 
ftl  nae?o  freate  qae  le  reaalta* 

Observaciones. 

Los  goiat  derechos  de  las  mttades  obseryario  so  mar- 
cba  recta  al  freote ,  no  atrasàndose  ni  adelanUndose  i 
la  altura  del  de  la  primera  mitad,  procarando  qne  sns 
cabesas  eoo  la  de  aqael  formea  ona  misma  lioea  per- 
pendicolar  al  freute  de  la  priaiera  mitad* 

Caando  se  qoiera  Yolyer  à  marcbar  paralelameote 
d  la  direccion  prìmitiya,  se  maodarà  por  ei  gefe,  de-^ 
frente ,  guia  d  la  derecha,  à  cuja  segaoda  yos  des- 
bario  el  obUcao  j  se  aliaear^ìa  A  la  maoo  qoe  se  pre- 
vieoe. 

,  Loa  mismos  priocipios  bajo  medios  opaestoi  airren 
par4  el  oblicao  à  la  izqaìerda. 

A&TICUI.0    12* 

Romper  en  columna  al  frente  por  la  derecha. 

Para  romper  eo  coìamna  por  mitades  al  freute  por 
la  der.ecba  se  mandare  : 

1/     Escuadron» 

Q.^    Por  mitades^ al  frente  en  columna* 
• .     .,  j    .5/    M^rchen. 


567 
A  11  segVAdfl  TOC  ttào^iri  «1  comaadante  de  la  pri- 
mera  mitad:  Mitad^-defrente—al  trote— gaia  d  la  iz" 
ifuierda  ;  y  los  de  las  demta  :  Mitad  :  conversìon  d  la 
derecha.  A  la  tercera  toc  ,  repetida  por  todos  los  co- 
nandantes,  rompere  la  mareba  la  primera  mitad  al  aire 
BMndado^  basta  qae  sa  comandaote  observe  aigae  ft{ 
paso  la  dltima  mitad  aìn  detenerse,  qae  preveodrà  &  la 
saja  tome  igaalm'ieiite  el  paso.  V4»rifìcado  por  las  tres 
mitades  restaotes  medio  coarto  de  conter»ioo,  saa  co* 
naodafltes  làs  barda  marcbar  de  fronte  por  las  vooes: 
De/rente^guia  d  la  it^uierda;  j  en  llegando  el  eoa- 
tado  isqaierdo  de  cada  mitad  à  la  liuea  qae  va  dee- 
cribiendo  el  de  la  mita4  qoe  ja  entrò  en  la  direecion 
de  ìtk  colamna  6  qae  le  precede,  mandarén: 
1/  Coxis^rsion  d  la  i%quferda* 
2/  Marchen. 
Y  coDcloida  està  toz  ,  agoardaràn  à  dar  le  de^^ 
frente^  en  el -momento  mismo  qae  aas  mitades  llegaea 
à  estar  paralelaa  con  la  qae  vaya  delante,  6  lo  qae  es 
Io  mismo  9  concluido  qae  sea  medio  coarto  de  conyer- 
aioD. 

Bajo  k>9,mÌ8mos  principios  se  bace  por  la  izqalerdai 
espresdndolp  antea  la  yoz  de  mando. 

ABTIC1XL0  15» 

Romper  fncolumna  d  retaguardia  4  laderecha. 

El  gefe  del  escaadron  mandarà:    • 
1  /     Escuadron. 

8/  Por  miiades—d  retaguardia  en  columna* 
5/  Marchen. 
0\A%  l^se((onda  voE^mandarén  todaa  los  comandan- 
tea  de  mitad:  Mit ad --conve raion  d  la  derecha.  Y  i  la 
torcerà,  qae  repetiràn,  dare  la  primera  mitad  dos  cnar- 
to8  de  oonteraion,  y  aiaodo  yaja  à  concloìrloa  man* 
darà  so  comandante:  de  frente--  al  trote--  gaia  d  la  ì«- 


368 
quierda  ;  dando  la  àe  marcbcn  en  el  momento  mismo 
qae  ios  conclaya«  Las  etra»  piìtades.  daria  oatrto  y 
medio  de  cooTersioo  sìguiendo  de  freote  con  el  gnia  i 
la  derecha ,  ha$ta  qae  este  costado  te  baUe  detras  del 
de  la  ultima  mitad  que  entro  ja  en  la.  oolqmna  )  alli 
Volyer^n  à. mandar  sua  comaQdaotea,  conversion  d  la 
derecha  j  marchen^  conversando  basta  qne  déo  medio 
coarto  y  se  hallen  paralelaa  à  la  qne  precede ,  qne  man« 
daràn  guia  d  la  izquierda* 

.    Bajo  ignales   priucipiòs  se  ejecntarà   por   el   ooatado 
isqoierdoy  advirtiéndolo  antea  la  yo%  de  mando^ 

AHTIGQiO    14* 

Romper  en  columna  por  la  derecha  para  marchar  d 
la  izquierda» 

,   TIA  comandante  del  escnàdron  mandare i 
i  l.""    Escuadron. 

?.*    Por  mitade^'^d  romper  por  la  derecha 
para  marchar  d  la  izquierda* 
*  5.*     Marchen. 
Al  Qir  la  segnnda  vo^  el  comandante  de  la  primera 
mitad,  mandare:  Mitad— de  fr ente '^ guia  d  la  izquier" 
da;  repetirà  la  tercer^i  marchaodo  con  sa  milad  ocho 
pasos  al  rrentCf  y  al  concloirlos  la  hari  yariar  do  di- 
reccion  à  la  uqaierda,   dando,  conclnida   qne    sea   la 
conyersion  à  eje  movible,  la  voz  de  de^frerUe^  ai  qae 
aegniré  marcbaodo, 

Los  demas  comandantes  de  mitad  ejeontarjn  io  mis- 
mo  qoè  el  primcro,  pero  teniendo  coidado  de  mandar 
A  ans  mitades  marcbar  de  frente  para  salir  de  la  linea 
de  bataila>  en  el  momento  qne  la  precedente  por  sa 
derecba  acaba  de  bacer  la  conversione 
-  Los  mismos  principios  se  observarin  si  se  ba  de 
romper  por  la  iiquierda  para  mare  bar  àia  dereoha. 


569 

ARTtCUIO  15. 

Un  escuadron  formado  en  hatalla  en  su  órden  na^ 
turala  hacerle  romper  por  mitades  en  columna  d 
retaguardia  por  la  derecha  para  marchar  d  la 
tzquierda. 

Mandar!  el  comaodaote  dei  escoadron: 
1.^     Escuadron. 

8.*     Por  mitades  -  d  romper  por  la  derecha 
d   retaguardia  para  marchar  d  la 
izquierda» 
5.»     Marchen. 
Al  oir   la  aeguoda   voz,  el  comandante  de  la  prime- 
ra  Diitad  la  maDdarà  conversar   é   la  derecha,  lo  qoe 
ejecQtari  à  ia  de  marchen  qae  repeti  ri:  dari  dos  coar» 
toa  de  coayertion  basta  qae  resuUe  dando  frerite  adon-^ 
de  tenia  ante»  la   espalda^  y  concloidos,  sin   detener* 
se    mandari  :  de  frente  -  guia    d    la    izqUierda  ;  se- 
gni rà  ocho  pasos   al  frente,  la  harà  variar  de  direccioa 
à  la  derecha,   y    fiiiàlizado  un    coarto   de   couversioii) 
prevendrA:  de  frente,  cootionaodo  la  marcha  al  qae  le 
reaolta* 

Los  comandantes  de  las  demaa  mitades  e)ecotaria 
Io  mismo  qoe  el  de  la  primera^  pero  agaardarén  é 
dar  la  yoz  de  marchen^  Inego  que  la  mitad  qae  prece-^ 
de  haja  conclnido  los  dos  caartos  de  conTersion  pri* 
meroa. 

Sìgaiendo  los  mismos  princlpios  se  ejecntaré  este 
mofimiento  por  la  izqaierda. 

PARTE  TERGERÀ. 

ABTICVLO   1.^ 

ffalldndose  el  escuadron  formado  en  columna  con  lade^ 
recha  d  la  cabeza ,  formar  d  la  i%quierda  en  batalla. 

HalUndose  la  colomna  à  pie  firme  y  rectificados  los 
gaias,  mandare  el  comandante; 


$7a 

1/     Escuadren. 

8.'    A  la  izquierda  en  b^^alia. 

5.'     Mascheri. 

A  U  seguacla  voz  et  «argento  del  costado  dereclio 
aaldr £  i  sitaarse  en  la  proloogacion  del  costado,  gaia 
de  la  colonioa,  sega  a  se  ha  e^piicadò  ea  la  iostruccion 
de  compafiia,  para  inarcarci  eóeajooaimeDto  de  la  pri- 
mera  rnitad^  dando  JTrente  adoode  deberà  tenerlo  el  es- 
GuadroD. 

Lo6  comaodantes  d^  mU»d  maodaréo:  conversion  d 
la  ìzquierda. 

A  Ja  tercera,  qne  repetìrio  los  espreaaées  coman- 
daotesv  toda^  l»0  iBitadesdarénaa  coatto  de  coiiversìon: 
eac|a  ooiHaodaote  de  mitad  pasaril  por  el  camioo  màs 
eorto  à  sttoarse  en  eì  punto  «o  qoe  debe  eondoir  la 
e64ir«rsìon,  y  aotea  de  qoe  llegoe  é  é\  el  costirdo  salien- 
te mandaréii  a//o,  y  en  se^mda  por  ia  derecka^  ali' 
nearse,  Mtenlras  se  ejecata ,  el  sargeoto  dei  eoatado  iz- 
f«iierd<>  del  éscnadron  tomari  sa    lagar. 

GnaBdo  las  mitades  esteti  ja  alìoeadas,  dare  el  co- 
mandante de  escnadron  la  toc  de  firm^s,  la  qne  se 
obedecerà  pasando  los  comandantes  de  mitad  à  sttnane 
tfl  frente  de  las  soyas  respectiTas. 

Eajo  los  mi  SOI  OS  prtncipìos  se  urinaria  i  la  derecTia 
en  batalla ,  [levando  la  columna  la  cabezd  A  fa  ts- 
goierda. 

Si  teniendo  la  cabeza  4  la  derecba  conTiniese  formar- 
la en  'batalla .  Iti  lado  opuesto  de  los  gulàs^  se  raandari 
despaes  de  hecVìo  alto: 

1/     Bscuadrqn, 

2.*     Por  ins^ersìon  d  la  derecha  en  batalla» 
5.*     Gula  d   la  derecha. 
4**^     Marchen. 
.  A  la  tercera  TOC  de  maodo,.  ^el    Sjarge«lo  idei  CiMtado 
derecho,  qne  no  hace  .pdmero  en   la  fila,,  se  adelantarà 
Smarcarci  encajbnamiento  de  la  prì  mera  mitad.  Lo  que 
es  en  lo  demat  se  procedere  del  ikiismo  modo  qne  en  el 


571 
CMo  anteriore  sin  otra  difereocia  qne  la.  oonverfioo  ae- 
ri é  la  d^recha  j^ia  aiijaeacioo  sq  bari  por  el  costado 
izqaìerdo. 

▲BTICITLO.  2.^ 

Formar  al  Jr ente  ^n  halalla* 

SapODieodo  qae  la  coìomna  marcha  i  la  Ifnea  sobre 
qoe  ^e  qoiera  fornaar  en  batalla  por  retaguardìa  de  ella 
7  en  dlreccioa  perpendicular  al  parage  ea  que  deba 
qoedar  la  cabeaa,  se  etitableceriin  trea  gaia»  eo  dìrec- 
cioD  pa'ralela  al  freote  de  la  coiamoaf  el  primero  à  la 
proloogacion  del  coetado  derecho  de  la  misma,  el  sef^Qo- 
do  i  la  dUtancia  de  luitad  ,  j  el  tercero  ea  el  puoto  doa* 
de  deba  apojar  su  costado  izquìerdo.el  escuadron,  es*- 
tos  dos  dando  frente  al  primero. 

En  està  disposicioo,  cuando  llegne  la  color^na  i  vein- 
te  pasos  de  està  liuea  establecidai  la  bari  elgefe  hacer 
alto,  y  en  aegtilda  maodari: 
1  .*     Escuadrojru 
2/     Al  frente  en  batalla- 
3/     Marchen. 

A  la  segonda  toz,  el  comandante  de  la  primera  mi- 
tad  mandare:  De  frente —gaia  d  la  derecha.  Los  de 
las  demas:  Conversimi  d  la  izquierda* 

A  la  de  marchen,  repetida  por  los  còmandantes  de 
mitad,,  la  primera  se  dirigiri  à  sa  frente  basta  situarla 
sa  comandante  en  la  linea  establecida.  Las  restaotes  da* 
rin  medio  coarto  de  conversion  qoe  es  lo  auficiente 
para  dirigirae  à  la  linea  de  batalla  »  segoirin  por  la  dia- 
gonal  con  el  gnia  à  laderecba^  dirigiéndose  ^ste  por  la 
bilera  de  la  mitad  precedente  qae  le  babri  resaltado 
al  frente  despnes  de  concluir  la  conversion ,  la  qne  no 
perderi  basta  el  mom^ento  en  qne  dtcba  mitad  em piece 
i  conversar  à  la  mano  derecba  para  entrar  en  la  Ifnea 
de  batalla  9  en  cuyo  instante  continnarà  marcbando  rec- 
to é  su  freJìte*  El  guia  derecbo  de  la  segunda  mitad  se 


572 
dtrigiri  desde  laego  al   punto  ea  qde  debe  conrenar 
para  entrar  paralelafnente  en   la  Ifoea  de  bataila. 

Coando  el  guia  derecho  de  cada  mitad  llegae  eofren- 
te  de  la  hilpra  izqoierda  de  la  mttad  qne  precede  ìnme- 
diatameute  A  )a  saja,  y  qae  està  ya  situada  en  la  linea 
de  bataila,  maodaré  su  <;oinaiidante:  Conversion  d  la 
derecha ,  dando  la  yot  de  marchtn  en  el  momento  de 
Uegar  sa  gnia  derecho  à  la  citada  hìlera.  Y  caando  se 
ponga  exactamente  paratela  cada  mitad  à  la  linea  de 
bataila  ,  mandarà  el  comandante  de  cada  nna  :  Dt^fren- 
te.  A  està  \ot  lo  rerifìcarà  la  mitad,  é  la  qae  mandare 
hacer  alto  dos  caerpos  de  cabaito  antes  de  Uegar  é  la 
lineai:  en  seguida  alineardn  por  la  derecha  sns  mttades 
reapectiraà,  y  concloida  la  formacion  mandare  el  gefe 
del  eacaadron. 

4-*     Flrmes. 

5.'     Guias  —  dsuspuestoB. 

A  la  coarta  voz  se  colocarén  en  sas  pnestos  los  co- 
mandantes  de  mitad,  que  para  observar  la  altneacion 
habian  pasado  al  costado  derecho  de  las  soyas  respec- 
tivas. 

À  la  qninta  se  retirar^n  los  goias  A  sa  colocacion* 

Con  la  izquierda  i  la  cabeza  se  ejecatari  bajo  los 
mismos  princfpios,  pero  precederà  la  voz  de:  Por  in" 
version ,  sitaando  los  guias  en  posicion  Inversa.  Si  no 
bubiese  gaias  para  marcar  la  linea,  marcbari  el  coman- 
dante de  la  primera  mitad  veinte  pasos  al  frente  des- 
paes  de  oir  la  toz  ejecati¥a  del  gefe,  alU  bara  alto  y  la 
tflìneard  por  su  derecha. 

ìlrticulo  5.® 

Formar  d  retaguardia  en  bataila* 

Saponiendo  qne  la  colnmna  con  la  derecha  à  la  ca- 
beza  llegae  à  la  linea  sobre  qne  se  qoiera  formar  en 
bataila,  por  delante  de  ella  y  en  direccion  del  parageeo 
que  deba  qoedar  la  cabesai  indicarà  el  comandante  da 


575 
aotemano  «I  ayodaote  los   pnotos  de  dìreccion  de   la 
linea. 

£l  ajajante  con  los  dos  gaias  generales  sapernonip- 
rarìos  irà  à  establecer  la  base  esterior  de  la  linea.  £1 
segando  guia  ó  punto  de  aqaelU  lo  situare  aobre  la  di- 
reccìoii  de  los  gaias  de  la  coiumnà,  pero  no  paso  mas 
à  la  ÌKqaierda,  dando  frente  i  este  lado.  El  primer  gaia, 
ó  sea  punto  de  la  base,  io  estableceré  i  la  izquierda  en 
Ja  direccioD  indicada^  dando  frente  ai  segundo,  y  i  la 
dista ncia  de  éste  de  dìez  6  doce  pasos. 

Gaando  la  cabesa  de  la  colainua  llegue  à  Idiez  pasci 
de  la  linea ^  la  deteodri  el  gefe  j   enteraré  al. Comandan- 
te de  la  primera  mitad  de  còrno  j  dónde  ha  de  estable- 
cer la  saya.  Ed  segnida  mandare: 
1  .*     E^cuadron, 

•J.*    Por  inversion-^  al  frente  en  batalla» 
5.*     Marche  n, 

A  la  segunda  toe  maodaràn  los  comandantes  de  mi- 
tad, el  de  la  primera  qne  marcbe  é  so  frente  >  y  los  de 
ias  otras  que  converse  cada  una  i  la  derecha,  para  pro- 
ceder en  està  maniobra  en  los  mismos  términos  qne  aca- 
ba  de  -esplicarse  en  la  formacipn  de  al  frente  en  batallà 
por  ioversion. 

A  la  tercera  yoz  dei  comandante  de  gsciiadron,  repeti- 
da  por  los  de  mitad,  se  poadràn  eo  movimiento  todas 
ellas  marchando  é  su  frente  la  primera  por  detras  del 
seguudo  goia  general  superoumerario  establecido>  bas- 
ta baber  rebasado  la  linea  de  guias  corno  diez  pasos, 
donde  bari  alto;  Ias  demas  que  se  pnsieroD  à  conversar 
al  Olismo  tiempo,  despues  de  baber  dado  medio  cuarto 
de  cooTersioo,  marcbaràn  ea  seguida  é  su  frente  con 
guia  é  la  ìzqoierda  para  atravesar  cada  una  la  linea  de 
batalla:  conforme  lo  vayan  Terìficaodo,  barén  alto  y  se 
alinearén  sucesìvamente  por  la  izquierda,  resultando  la 
batalla  en  el  órden  mandado. 

Cnando  el  gefe  rea  el  escaadroo  en  està  disposicioof 
mandare: 


574       . 

4'*     Por  mitadéM, 
5.*     J  la  izquierdà  -  media  vuelta. 
6**     Marchen. 
A  està  Toz,  repetida  tambieo  por  tos  comaodantes  de 
rnitad ,  darén  todas  doa  coartos  de  conversion  aobre  la 
ìzquìerda  A  eje  Bjo,  inaDcNlndolas  sns  comandantea  res- 
pectivos    bacer   alto    asi  qne   Ics    bayan   conclaido,  j 
alirte^adoiaa  en  aeguida  por  la  derechà  corno  qaeda  ad- 
yerttdo  para  ca^os  semejautés; 

Laego  que  es(é  conctotda  la  forai acion  ^  mandare  el 
gefe: 

?•»     Por  la  derecha-alinearse. 
8.*     Firmes. 

9.*     Guias-d  Èus  puestos. 
A  la  sétima  voz  entrata  el  eacoadron  é  alinearse  aobre 
Ics  giiiaa  èatablecìdos. 

La  octaTa  j  noreoa  ae  obedeeer^D* 

Ohservacionei. 

Si  la  columna  tavìese  fa  icqaferda  i  la  cabesa,  la  ba- 
talla  al  freote  por  la  iovetsìon  seria  por  la  icqnierda: 
los  do8  cuartos  de  converaiod,  para  dar  frente  A  re- 
taguardia,  por  \%  derecbaì  las  alineacìones  par  la  ìz- 
quìerda ;  y  la  base  de  la  Ifnea  se  estableceria  aobre  el 
fianco  derecbo,  qae  seria  el  de  los  goias. 

Si  se  qoisiere  formar  la  batalla  coti  el  freote  A  reta* 
gaardia  aobre  la  liltima  mìtad^  saponi^ndola  con  la  de- 
rechà à  la  cab(>ca  )  marcado  por  el  gefe  el  ponto  en  qae 
debe  apojar  el  costado  ieqoferdo  del  eacoadron  A  reta- 
gnardia  de  la  colamna,  qtre  aere  k  naca  Teinte  paaosea 
la  miama  direccion  de  loa  guias^  sitnari  alli  el  ayndao- 
te  algnia  general  de  la  ìzquìerda»  y  el  gaia  general  so- 
pernntnerarìo  sobre  la  direccton  de  la  Ifoea  en  el  pon- 
to en  qne  deberi  apoyar  et  cóstado  derecbo  la  dltiffli 
tsìtad. 

Hecho  esto,  mandare  el  gefe: 


575 
1/     EsciStadron* 
2à*    Sobre  la  éUima  mitad. 
5.*     Con  el  frerUe  d  retagua^dia^en  batalla. 
4-*    M4rchen. 
A  U  tercera  vox  iós  cemandaQtes  de  oiitad  in«Ddar^o 
é  ias  sujas  respectìvas: 
1.*     Kit  ad. 

9/     ^  /a  iiquierda  eonversion. 
A  la  caarta  vox  dei  gefe,  repetida    por  los   dichos, 
;  ejecotaràn  el  inovimiento  preveoido  todas  ias  tnitades. 
CaaDdo   la  dUima  haja  dado  oda  media  conTeréioo 
completa,  con  lo  coal  habrà  qaedado  paralela  é  la  Uiiea 
establecida,  la  mandare  sa  comaodabte  marciar  de  freo* 
te  pai^a  eoti^ar  et^  la  linea  con  el  gola  à  la.isqQierda, 
j  la  alinearé  laego  que  ilegoe  &  ella  y  haja  hecho  alto, 
tobre  dìcha  mano«  Las  dem«é  mllades  cm prenderei!  Um- 
bieo  la  marcha  de  frentev  cOn  el  gaia  ìgaalmeDte  i  la 
izquierda,    laego  qae  bayao   dado  eqarto  y  medio  de 
conversioo  >  dirigi^ndose   por  là  diagooal  i  la  lioea  de 
batalla,  bajo  Ias  mismas  voces  y  medios  prevenidos  ea 
el  articolo  aaterior  para  format*  al  freote  eo  batalla  con 
la  izqoierda  é  la  cabefta. 
Cottclttida  la  formacioo  dare  el  gefe  la  voi  de 
5.*     Firmes» 

6/     Guias  -  d  $m  puestci. 
Con  la  izqoierda  é  la  cabeza  se  eìecutaré  e^ta  forma* 
cipn  por  ios  mìamos  priocipios  bajo  Èaedios  ioveraos* 

A&Tfcuio  4*^ 
Formar  en  b alalia  por  retaguardia  de  la  cabeza» 

Llerando  la  colamna  la  derecìia  à  la  cabeza  »  indi- 
cado  por  el  gefe  el  punto  en  que  qaiere  apoye  la  dere* 
cba  ei  escuadroD,  y  situados  tres  goias^  los  dos  gè- 
nerales  marcando  los  pootos  en  que  debe  apoyar  el 
costado  derecbo  y  el  izquierdo  del  escnadron^  y  uno  su- 


576 
perno  merino  à  la  dìsf  ancia  de  dteE  6  doce  paaoi  del  de 
la  derecha  dandole  freote,  a^f  comò  tambied  se  lo  dari 
el  de  la  izqQierda ,  todoa  elloa  il  veiote  pAsos  del  costado 
derecho  de  la  colomna  :  cuando  éata  yaja  à  llegar  i  la 
altura  del  prtmer  goia  qoe  marca  ei  poolo  de  apojode 
la  derecha,  mandare  el  gefe: 
1.*     Columna. 
^     2.^     Por  retaguardia  de  la  cabeza-rd  la  de- 
recha  en  batalla. 
5."^     Guias  d  la  derecha, 
A  la  tercera  vos  los  goias  derecboa  de  mitad  toma  ria 
la  linea  de  direccìon  por  dicha  mano ,  j  el  comandante 
de  la  prìmara  mandare: 

1.»    Mitad -d  variar  de  direccìon  d  la  de- 
recha. 
A'si  qne  la  primera  mitad  vaja  à  llegar  à  la  altifra  del 
punto  ja  indicado ,  dare  el  gefe  la  vos  de 
4.*     Marchen. 
La  qae  solo  aere  repetida   por  el  comandante  de  U 
primera  mitad,  y  ^sta    empesar^  é  conversar  sobre  ia 
derecba  à  eje  movible  faaata  que  so  comandante  haga 
cesar  el  movimiento,  segnn  se  ba  eosefiado,  j   la  hags 
marchar  é  sa  noevo  frente,  cuando  exactameo te 'resuite 
paratela  à  la  base  establecida. 

El  costado  derecbo  de  ella  se  dirigi  rtf  al  gaia  general 
eatablecido. 

£1  comandante  de  la  misma,  doa  cnerpos  de  caballo 
antes  de  llegar  i  la  linea ,  mandare  bacer  alto  à  sa  mi- 
tad, la  alinearà  por  la  derecba,  y  en  aegaìda  dare  U 
voz  de  firmes. 

La  aeguoda  mitad  marcharà  recta  à  sa  frente  basta 
qne  llpgoe  cerca  de  la  altura  del  costado  jzqaierdo  de 
la  primera,  en  donde  variare  de  direccion  à  la  derecha 
é  la  vos  de  sa  comandante,  siguiendo  la  marcba  al  noe- 
vo frente  en  los  mismos  tdrminosqoe  la  precedente,  ha- 
ciendo  alto  i  la  altura  de  la  fila  esterior  y  altneindose 
deapnes  por  la  derecba. 


577 

Ij»  demas  mitades  htrlo  socesÌTamente  lo  mismo  qao 
lag  dot  primeras  dei  escaadroQ  para  entrar  é  formarse 
.en  la  ifoea  de  batalla, 

Gaando  todo  ei  escdadron  e»ié  ja  establecido,  man- 
dare el  gefe: 

5.*     Guias-d  sui  puestot. 

A  cnja  voE  se  retiraréo  los  goias  geoeralet. 

Una  coinoina  con  la  izqaierda  é  la  cabeza  se  formare 
il  la  izqjiierda  en  baUlla  por  Tetagaardia.  de  la  cabeza 
para  quedar  en  òrden  nataral. 

Ohservacion. 

Si  DO  hubìese  goias  establecìdoS)  la  primera  mitad 
▼ariarà  de  direccion  i  la  derecba;  yeriBcado  marcbaré 
TeÌDte  pasos  i  sa  naevo  frente^  aiii  bare  alto  y  se  alinea* 
rà  eo  segoida. 

PARTE  COARTA. 

ARTICULO    1.* 

De  la  marcha  directa  en  batalla  por  escuadron. 

Antes  de  bacer  marcbar  de  frente  ai  éscnadroo  se 
barin  salir  las  bileras  costados  de  mitad  y  que  marcbeo 
de  frente  4  conservando  entre  sf  el  espacio  necesarìo  co- 
rno si  marchase  el  todo  de  la  mitad.  Los  comandantes  de 
mitad  y  la  6U  esterior  marcbarén  con  dicbas  bileras  de 
«•ncajonaroiento ,  conservando  sns  pnestos  respectivos. 
De  este  modo  se  marcharé  al  paso  y  al  trote» 

Cnaudo  los  sargentos  y  cabos  que  forman  estas  bile* 
ras  aepan  ejecotar  correctameote  todo  lo  relativo  4  la 
marcba  directa,  se  bare  entrar  i  la  tropa  en  sns  respec* 
tivo»  cnadros^  j  se  ejecotaréo  las  graduaciones  emplea« 
das  anteriormente  en  la  iustroccìon  de  compafiia^  j  la 
misma  progresion  en  distinto»  aires. 

Para  qne  marche  de  frente  el  escaadron  con  el  gnia 
i  la  derécba  «  se  adelantari  el  sargento  segando  del  cot* 
tado  derecbo  basta  la  Ifnea  qae  forman  los  comandantes 
de  mitad.  £1  sargento  de  fila  esterior  de  la  primera  mitad 

85 


578 
pasaré  é  reem piallarle  én  el  ooatado  derecbo  del  escia- 
droD.  En  eata  dtsposicioD  mandarà  «1  comaodaote  despnes 
de  asegurarse  de  la  correcta  aiioe^cioD  dei  escuadron: 
1.'     Escuadron. 
2.»     De  freme. 
5.*     Guia  4   la  dérecha* 
4-*     Marcken, 

A  la  tercera  vos  los  comandantea  de  la  primera  y  coar- 
ta mitad  pasarin  à  situarse  al  fr.ente  de  la  primera  hi* 
lera  el  uno,  y  de  la  ùltima  ei  otro^  de  sua  mitadea  rei- 
pectivas;  los  de  la  s^-gUnda  j  tercera  ae  eriibeberén  eo^ 
el  centro  de  sqs  mitadea,  haciendo  paso  atrés  ias  se^tas 
hrieraa  de  eilaa,  quedando  en  aegnuda  fila  el  hombrede 
primera  j  el  de  aegnnda  en  fila  eaterior. 

Antea  de  dar  la  coarta  voz  indicare  el  comandante  de 
eacoadron  al  sargento  qae  se  adelantó  el  ponto  fijo  de 
direccion,  peipendicolar  al  costado  derecho  del  misrao. 
El  capitan  de  fila  esterior,  que  se  habrà  ent«> rado  del 
ponto  de  direccion  dado,  lo  indicare  al  sargento  de  fìla 
esterior  qoe  se  colocó  al  costado,  y  segoirà  formando 
bilera  con  el  sargento  gnia ,  mànteniéodose  siempre  en 
•a  direccion  y  la  de  los  puntos  asi  fijoa  comò  iutermedios. 

A  la  cuarta  voz  romperà  la  marcha  el  escoadrooi  ob- 
«eryando  coantos  priocipios  se  hao  preveuido  en  ìas  idi- 
tracciones  anteriorea,  y  teniendo  muy  pres^ntea  los 
bombrea  de  primera  fila  el  iigero  contacto  de  rodi!las,  j 
los  de  aegondael  formar  aiempre  bilera  con  loa  de  primersi 
conservando  constantemente  so  distancia  con  aqnelia. 

El  comandante  de  la  primera  mitad,  qoe  ae  colocó 
al  Udo  del  goia>  ire  perfectamente  alineado  condì  para 
aerrir  de  base  de  alineacìon  al  comandante  de  la  mitad 
opoesta  del  eacoadron  ^  observaodo  amboa  la  aliofacioii 
qoe  llevan  sos  companiasreapectivas. 

Loa  comandantes  de  laa  otraa  mitadea  y  el  porta 
qoe  van  embebidos  en  el  escoardon ,  el  dltimo  en  Ia 
penditi  ma  bilera  de  la  aegonda  mitad,  coidaràn  de  no 
àdelantarae  nonca  baata  rebasar  la  liaea  qae  farmao  loi 


579 
oomtDdaBtes  de  la  prìmera  j  coarta  mitad;  obserrando 
todos  los  oficiales  tanto  de  vangoardia  comò  los  qae  yan 
en  las  filas,  j  los  sargentos  j  cabos  costados  de  niitades, 
de  guardar  entre  si  tas  dUtancìas  que  exìstian  antes  de 
emprender  la  marcila,  y  atenerse  tambien  entre  sf  é  la 
aitneacioD  general,  llevando  todos  la  misma  yelocìdad  6 
aire  que  el  gnìa. 

Basta  asegorarse  de  qae  es  bnena  la  dìreccioo  dada, 
86  mantendrà  el  capitan  de  fila  esterior  à  retaguardia 
del  costado  derecho. 

No  se  yariarà  de  aire  basta  qae  el  escaadron  marche 
co rrecta  mente  ^  so  frente. 

Si  se  qoiere  marcbe  el  escuadron  con  ei  guia  i  la  iz- 
qoierda ,  servirAn  los  mismoa  principios  bajo  medica 
contrarios. 

Purè  que  baga  alto  no  escuadron  qoe  marcba  en  Ini* 
talUi  se  mandare: 

1  •*     Escuadron» 
8.»     Alto. 

3.*     Por  la  derecha  {ó  por  la  izquierda)-- 
alinearse. 

A  la  primerà  toz  prevendrAn  todos  ans  caballos;  é  la 
•pgondà  se  detendràn  y  obedecerén  la  terCera,  yolyien- 
do  à  SQS  pnestos  respectiyos,  al  frente  del  centro  de  sas 
mitades  los  teoientes  y  aifóreces,  asf  corno  las  sesta s  hi- 
leras  de  las  mitades  del  centro. 

Si  el  escnadron  en  està  disposicion  debiese  entrar  ea 
aqa  linea  establecida,  bare  alto  diea  pasos  antes  de  Ile- 
gar,  y  solo  los  sargentos  de  los  costados  del  eseaadroà 
aerali  los  qoe  se  adelanten  à  la  Ifnea  basta  t<icar  lot 
gnias  genera I es,  moTÌéndose  el  resto  del  escuadron  al  dar 
la  tercera  yoz. 

Ohsers^acionei. 

Cnando  en  el  terreno  no  baya  objetoa  que  puèdan 
aeryir  de  punto*  de  direccion  é  intermedios,  se  suplirà 
por  medio  de  trea  guiif  qoe  se  coloearào  formando  hi» 


580 
lera  con  «l.del  escnadroD  j  dandole  frentCf  i  la  distancia 
entre  si  de  ciocueutaó  sesenta  pasos,  losque  podràD  pro- 
loDgar  la  linea  lo  qne  se  quiera  ,  relevéndose  j  corriendo 
à  sitoarse  à  ret;»guardia  del  dltioid  cooforme  Uegae  el  es- 
cnadroD  i  sa  altura,  de  lo  cual  cuidard  el  ajadante.  Lo 
misnio  se  podrà  liacer  colocando  los  goias  à  retagoardia. 
Si  el  sargento  que  marcba  alrostado  gnìa  se  ve  opri- 
mido  en  térmioos  de  hacerle  perder  la  dìreccioo ,  aiaari 
el  brazo)  Io  que  iadicarà  à  toda  la  fila  qae  apoje  uo  poco 
al  costado  opaesto. 

ABTICUIO  2.^ 

Marcha  en  retirada. 

De  dos  maneras  diferentes  se  puede  empreoder  la  re- 
ttrada,  ó  bien  dando  media  vuelta  por  cuatro,  ó  bieu 
dandola  por  mitades.  £n  el  primer  caso  se  maodarà: 
1.*     Escuadron, 
0.*    Por  cuatro  -  media  vuelta  d  la  derecha 

(ó  d  la  izquierda). 
5.*     Marchen. 
4.*     De  frente. 

5 A  Guia  d  la  izquierda  (d  d  la  derecha). 
A  lasegandavoz  de  mando  se  prevendrin  para  deseo- 
eajonar  los  ntimeros  cnatros  que  haceii  de  costados  sa- 
lientes;  à  la  tercera  se  ejecutarà -el  ^oTÌmieiito  bajo  los 
principtos  esplicados,  girando  los  unosenel  mismo  ter- 
reno basta  dar  freute  il  retagoardia)  nniendo  las  caderai 
de  snt  caballos  »1  ladò  opaesto  que  Terifiqaen  el  giro  i 
fin  de  facilitar  el  encajonamiento.  £1  costado  saliente 
•aldré  al  mismo  paso  qne  lleyaba. 

A  la  cuarta  yoz,  qne  se  darà  en  el  momento  de  enea- 
jonar  las  fracciones,  romperà  la  marcba  el  escuadron  i 
sa  nuevo  frente. 

A  la  quinta,  qne  equivale  à  mandar  alinear 9  obser- 
Tattfn  todos  la  union  por  el  costado  qae  se  manda. 
f  ^  £1  comandante  prevendri   al  sargento  de  fila  este- 
mr  del.  costado  del  goia^que  lieve  la  direpcion  que  ie 


581 

indìqae.  Los  sargentos  de  lo»  costados  qae  no  coentaD 
odmero  ea  la  fila,  se  separare n  para  que  ejecnte  està 
el  movimiento,  y  loego  se  unirào  ai  costado  de  la  qae 
resatte  priinera  fila. 

La  fila  estetior  qae  habri  girado  ìndivìdnalmente,  as£ 
corno  Ics  comandantes  de  luitad,  ir^D  perfectameiite  ali- 
neados  eo  sos  puestos  n^^spectìvos  durante  la  retirada. 

Despues  de  hi* ber  marcbado  en  està  disposicioD  por 
alga  lì  tieni  pò,  se  mandare  Tofrer  à  dar  frente  desbacieado 
el  moTÌmiento,  dando  al  conctuìr  la  media  vuelta  las  yo- 
ces  de  alto— por  la  derecha  {ó  porla  izquierda)  alinear* 
sei  6  bien  si  se  quiere  coutiode  la  marcha  la  de^  de^ 
frente  -  gaia  d  la  derecha  (ó  d  la  izquierda). 

£d  el  segando  caso ,  qoe  es  el   mas  senciilo  y  meooa 
espaesto  é  causar  algan  desórden,  mandard  el  gefe: 
1/     Jlscuadron. 
2.^     Por  mitades'  media  vuelta  d  la  derecha 

{ò  d  la  izquierda). 
3.'     Marchen. 
4.*     De  ^frente. 

5/     Guia  d  la  izquierda  [ò  d  la  derecha). 
A  la  tercera  toz,  repetida  por  los  comandantes  de 
mitad,  ejecutaràa  éstas  dos  coartos  de  conversioa  à  eje 
fijo  à  la  mano  mandada. 

A  la  coarta ,  qae  se  darà  en  el  momento  de  baberse 
concluido  los  dos  coartos  de  couversioo,  marcharé  e)  es- 
ca ad  ron  recto  à  bu  Duevo  frente.  Del  mismo  modo  que  ea  el 
caso  aoterior,  se  volveré  à  dar  frente^por  voces  ioveraas. 
Este  movimìento  se  ejecotari  primero  à  pie  firme^  j 
despues  marchando  al  paso  ó  al  trote. 

Observacionef. 

Por  regia  general  siempre  se  llamaré  el  guia  à  la  ma- 
no opuesta  qne  se  baya  becbo  la  media  conTeraion* 

Los  eostados  q«e  deban  servir  de  eje  en  las  cooter- 
sioDea,  yeodo  marcbando  ae  deteudrào  al  oir  la  roa  de 


58S 

marchen;  j  la  segnoda  fila  softlayari  sas  cabalksal  lii<> 
opoesto  que  se  Terifiqaè  la  conversioD,  «Diencfo  las  ci- 
deras  de  sus  caballos  por  la  ipìsma  mano  qae  se  mandò) 
asi  corno  Ics  sargeDtos  qoe  no  coeDtan  mimerò  eo  la 
fila  darifi  la  tnedU  vuelt*  por  sf  )  coosérvàodose  en  aas 
respectivos  flancoa. 

ABTiCULO   5.® 

Pasa  àt  obstdculoé  marchando  al  fr ente  en  batalla. 

Para  verificarlo,  siempre  qoe  en  el  terrena  se  pre- 
sentase  an  obsticoìo  que  impidiese  seguir  alineadas  con 
las  demas  mia  ó  mas  mitades^  mandare  el  gefe: 
1  .*     Escuadron. 
2.*     Para  pasar  el  ohstdcula. 
3/     Tal  mitad* 
4.»     Alto. 
La  tercera  voe  la  repetiré  ^1  comandante  de  la  mi- 
tad  nombrada  y  tambìen  'a  cdarta,  mandando  inmedia* 
tameute  oblicuo  d  la  derecha  ó,  d  la  izquierda  (segnn  i 
la  mano  que  se  encnentre  la  otra  mitad  de  au  compa- 
^\9^)^altrote^marchen.  Gaaoclo  la  espresada  mitad  se 
halle    precisamente  detras  de  la  otra  de  sa  cooipafiia, 
mandare  su  comandante:  de—frente^-al paso. 

Para  que  dicha  mitad  Toelra  à  entrar  en  linea ,  man- 
dare el  confjandante  del  escnadroo: 
l.*     Tal  mitad» 
.    2.*     En  linea. 
Repetidas  ambas  yoces  por  el  comandante  de  la  mitad 
nombrada,  mandare:  oblicuo  (à  la  mano  contraria  qae 
lo  hizo  ante»)- a/  trote  — marchen;  y  coando  esté  en  el 
pnesto  qoe  debe  ocopar,  de^frenie^  g^i^  (adonde  lo 
lieve  el  escuadVon  si  es  nna   de  las  mitades  del  centro, 
y-  si  es  de  las  estremaa  al  Udo  opoesto  de  sa  colocacìon), 
tomaiulo  en  seg.uida  el  paso  para  aliiiearse. 

Loego  qae.  la  mitad  baja  entrado  en  el  escnadroDy 
iodica»!  el  eomandaoite  denaevoel  CDatado  del  gnìa. 


585 
ProgresiTamèDte ,  si  tnese  tal  elobst ionio  qae  impo- 
sibilttase  pasar  dos  6  tres  mitadea,  se  las  bari  hacer 
^^^^9  7  procederào  cada  una  segan  se  ha  esplicado. 

ARTIGULO   4«^ 

De  las  conversiones  por  escuadrones, 

Hall^ndose  el  éscuadron  i  pie  firme,  se  haràn  salir 
ài  frente  las  hileras  de  los  costados  de  cada  mitad  para 
conversar  io  mismo  qae  si  foeseii  embebidas.  Las  dos 
bileras  del  centro  dèi  escaadron  ban  de  ser  las  regola- 
doras  de  la  nfiarcha,  coosérvando  sieinpre  igual  j  uoifor- 
me  grado  de  velocidad,  qae  sera  la  misaia  qua  se  maa« 
de,  y  no  perdipodo  eu  toda  ella  sus  dìstaacias  de  las 
mas  próxìmas  por  el  Udo  del  eje.  Todas  las  demas  hi- 
leras se  iirreglarén  à  estas  dos  disminuyeodo  6  aamen- 
tando  su  velocidad  segua  sa  cercaoia  ai  eje,  bajo  los 
prìacipios  esplioados  ea  las  conversiooes  à  eje  fijo. 

Despaes  qoe  ej»*cuteo  bìen  ias  conversìones  à  ona  y 
otro  mauo  se  embt-b'^ràn  eo  el  escaadron,  y  éste  ias 
practìcarii,  teni^odo  cuidado  los  soldados  de  no  ade- 
lautaise  eo  su  aliueacioo  é  los  costados  de  mitades. 

Observacion. 

El  efe  describi rà  od  arco  de  circolo  de  quince  à 
diez  y  ocho  pies. 

ARTICULO  5.** 

Franar  dtdiréccion  maYchando  un  èÉCuadron  en  hataÙa. 

Para  yerificarlo  se  sitoaréo  dos  goia«:  odo  en  el  pao- 
lo eti  qtte  derbe  empezar  la  convi^rsino,  y  otro  eo  don- 
de ha  de  conclair,  estaUeciendo  igoalinente  los  puutos 
intermedios  por  lor  caaies  deba  segnir  el  gaia  eo  U 
Biieva  direiccion:  todo  bajo  ios  mismos  priitcipioa  j  To- 
cca emefiada»  par*  aste  moTimieoto. 


584 

iLBTIGUlO  6.^ 

De  là  marcha  oblicua  individuai  por  un  escuadron. 

Sì  marcliando  en  batalla  un  escoadron  taviese  qoe 
corregir  so  linea  de  direccton,  lo  haré  por  la  marcha 
oblicua  indivìda^l,  lo  qae  preveodré  él  conqandante,  j 
à  la  Toz  ejecatÌTa  oblicuaràn  todus  los  soldados  sas  ca- 
ballos  à  (a  mano  mandadu^  segun  ae  hn  eaplìcado  para  la 
marcha  oblicua  iodividaal  eoiaa  iostr^ccioties  aoterìores. 

£1  sargento  qoe  va  al  qostado  del  obU'coo,  escogeri 
cu  el  terreno  pontos  TÌsiblea  y  eo  la  dìrepcion  de  sa 
Duero  freute^  qae  le  dirijan  en  la  miama  linea. 

Para  volver  à  tornar  la  marpba  de  freute,  se  proce- 
deri corno  8e  advierte  en  la  instroccioQ  de  compafiii} 
cuidaodo  el  escaadron  de  estrechar  con  leotltad  laa  dis- 
t^Dcias  eqfre  bileras  que  poedao   baber  ocqrrido. 

Observacion. 

Este  roovimiento  se  harà  i^l  principio  desde  el  alto^ 
haciéfidolo  tainbieD  coando  se  coociuj^a;  despaes  se  ha- 
rà j  desharà  sobre  la  marcba,  observando  la  gradaacioa 
de  aires  qoe  se  ha  dicho  en  la  instruqcion  dei  reclota, 
j  los  priocipios  ensefiados  en  la  marcha  directa  pan 
tornar  holgura  j  anion  segun  fuese  necesario. 

4IITICULO  7,^ 

De  la  marcha  oblicua  por  mit^des* 

Para  ejecatarlo  se  mandar^. 

1  •*     Escuadron  -  por  mitades. 

2.«    Medio  cuarto  de  cons^ersion  d  la  derecha 

(ó  d  la  izquierda). 
5.*     Marcken. 
A  la  segunda  Toa  los  costados  salien tes  de  mitades  s6 
prepararén  para  desencajooarse. 

^  A  la  tercera,  repetida  por  los  comaodaotes  de  mitad# 
ejecutarào  la  couYersìon  maodada,  j  en  el  momeoto 
de  concloirla,  mandari  el  comandante  de  escuadroii: 


585 
4-'    De  freme. 
5/    Gaia  d  la  derecha  (ó  iujmerda)* 

A  la  coarta  toz  romperiD  ias  mìtadea  la  marcha  al 
frente  qoe  lea  ha  reaultado,  y  el  aargeoto  del  coatado 
del  gaia  cnidari  de  «n'archar  recto  à  ao  frente,  totnaodo 
los  correapoDcfieotea  pantoa  de  direccion:  ei  cabo,  eoa* 
tado  de  cada  ooa  de  Ias  mitades  qae  algao  por  el  lado 
dei  %W,  obseryari  sa^dìatancia  eoo  la  qoe  precedei 
tooaan do  por  ponto  de  direcdoo  la  coarta  hilera  dei 
coatado  opoeato  al  gota.  Lea  comaodaotea  de  mitad  y  de 
fila  eaterìor  aegoìràn  eo  aoa  poestoa. 

Caando  ae  quiera  Yolver  à  marchar  eo  batalla  ae 
deaharà  el  mo? ionieoto  por  medio  de  vocea  cootrariaa, 
noinbraado  DoeTamente  al  gaia* 

Observaciones» 

Los  costadoa  qoe  deban  aer  ejea  teodrén  parttcnlar 
caidado  de  deteoerae  à  oo  miaino  tiempo  para  terificar 
laconveraion,  lo  qjie  coosegoiréo  hacieodo  alto  eo  el  ina* 
tante  qoe  oigan  la  tos  ejecotÌYa. 

Desde  la  marcha  oblfcua  por  mitades  ae  pod ré  formai* 
al  freote  y  à  la  derecha  eo  batalia ,  lo  qoe  ae  bari  en  el 
primer  caaojatgoìeodo  de  freote  la  primera  mitad  baa- 
ta  tocar  lo^a  goìas  eatablecidoa  en  ona  base  qoe  le  aea 
paratela,  y  entrando  aocesiTamente  laa  demas,  lo  mia* 
mo  qoe  ae  ba  ensefiado  para  el  moYÌmte«ito  de  al  frea* 
te  en  batalla  >  aiìneéndote  en  aegnìda ,  conforme  Yajaa 
entrando,  por  la  priméra  mitad.  Para  el  aegondo  la  pri* 
mera  mitad  dare  medio  coarto  de  cooveraion  à  la  dere- 
cha para  entrar  paraleiamente  A  la  linea  eatablecida ,  y 
Ias  otraa  procederlo  lo  mìsmo  qoe  en  el  caso  anteriori 
deabacieodo  la  conTeraion  à  proporcion  qoe  Uegoen* 

ARTICULO    8.^ 

Marchando  en  batalla  romper  en  columna  al  frente  6 
sobre  cualquiera  de  los  costados. 

Para  qoe  rompa  el  eacoadroo  en  columna  al  frentcì 
à  la  TOC  preventÌTa  del  comandante  aaldiàu  ioa  de  mi- 


58é 
tad  al  frente  de  las  soyas  respec^Hrte,  dando  Us  Toces 
de  mando  CorrHfòndientm  »!  mo^iniìeiito^  qoe  ae  eje- 
eiitéfi   k^  oHsoio  qne  se  fa4  en^efiado  A  pie  firme. 

Lo  mUma  observiirén  loa  comandantes  de  rcfCad 
p»ra  romper  A  la  derecha  6  ixqtiterda  ^it  coiootina) 
leRÌ(>Ddo  caidado  el  gefe  dei  eacoadron  de  dar  la  vos 
de  -Jrente^  gaia  d  la  d^reeha  (6  izefuierda)^  co  ci 
momento  mismo  qoe  vajan  à  Gonciifir1«s  mili^es  el  caar- 
to  de  coayersion. 

ARflCtfLO  9.** 

Marchqndo encolumna formar  en  hatallà  sintiacer  allo. 

Para  bacer  este  moymteitlo  ae  mandare  del  mismo 
modo  qae  se  ha  eaplicado  i  pie  firme  ^  sin  oira  dìfe* 
rencia  sino  qae  en  el  momento  de  ir  i  eoncloir  las  mi- 
tadea  el  coarto  de  converaion  A  la  izqnierda  ó  A  la  de- 
recha, seguo  se  haja  mandado  formarla  b-^talla,  davi 
el  comandante  b  vox  de,  de—frentC'^giua  d  la  derecha 
{ò  izquisrday  Si  el  escoadron  d^bie^e  hacer  atto  deapnes 
de  ejecutado  el  movimiento,  lo  prevendrA  el  comandante 
aai  qne  conclojaa  las  mitadea  el  coarto  de  oonversioo, 
altueADdolo  eo  seguìda  por  los  medioa  qne  se  bau  dicbo. 

Si  mare  bando  eo  coìamna  se  qutsìese  formar  en  ba- 
lalla  al  frente,  dada  qne  sea  la  voz  por  el  gefe  de 
a  fùrmaf  el  escuadran ,  darAn  Ina  correapoDdientes  A 
est  A  movimi^'Bte  los  comafidantea  de  mi  tad  ,  j  lo  prac* 
ticarin  fppgnn  se  biso  à  pie  firme,  sin  mas  diferencia 
q«e  1:^  primera  mit^d  segairAal  mismo  pa.HO  qoe  llevaba 
la  colomna,  j  las  demas  aome»tarAn  la  Telocidad  basta 
qnr  Melando  A  entrar  en  el  pscoadron  torneo  el  paso  de 
la^c»beca  ò  a^a  primera  mi  tad:  de  todo  lo  qoa  caidarAo 
los  comandantea  qae  iaa  maoden.  . 

▲RTIGULO   IO. 

Pe  la  contramarcha* 

Se  ejecatar^  con  el  escu^dron  ségon  se  ba  enaefiado 
en  la  iitstruccioti  de  conQpafiia< 


587 
BARTE  QUINTA. 

ARTICUKO    1.^ 

De  Ics  desfilet. 

Formaclo  el  escBudroD  eo  batatla,  si  se  qaiere  mar- 
che por  el  flaoco  dereobo,  se  mandari: 

1 .'     Escuadron. 

2.*     Por  cuatro-  d  la  derecha. 

3/     Marche  fii 

4.*     De^frente. 

5/  Quia  d  la  izquierda. 
Detpues  de  ejecatàdo  lo  qae  previenen  las  toces  terce- 
ra  y  coarta  j  inarchado  io  qae  juzgae  necesarìo  el  comaa- 
daote^  si  quisiese  volverle  i  formar  en  bataila  se  servirà 
de  laa  voces  inversas;  perq  si  en  logar  de  continoar  la  mar- 
cba  debie^e  hacer  aito,  en  lugar  de  la  coarta  j  quinta  Tos 
dari  las  de,  alto -por  la  derecha  alinearse  y  jirmes. 

Todos  los  desfiles  se  practicar^o  por  el  lodo  del  es* 
caadroD)  segao  se  eosefió  ea  la  iostruccioa  de  compafiia* 

PARTE  SESTÀ. 

ABTICULO  l.^ 

De  la  carga  por  escuadron. 

Laa  compafiias  cargario  sfparadameote  ana  despaea 
de  otre,  condocidas  por  su  capitan  del  modo  misaio  qae 
se  ha  eosefisdo  en  la  instracciou  de  ellas^  y  despoea  lo 
verificarin  las  dos  onidas,  procedieodo  el  todò  del  ee* 
caadroD  de  la  manera  roisma  que  lo  hÌEO  cada  compa- 
fila ,  j  cooformiodose  en  este  caso  el  comaodaoite  à  lo 
prevenido  alU  para  el  capitan. 

Se  ejercitari  el  esoaadron  en  carga r  dos  6  tres  veces, 
Sfgan  lo  permita  la  estension  del  terreno,  dejando  so^ 
lamente  eotre  cada  simulacro  de  carga  el  tiempo  necesario 
para  alinear  y  rectificar  bieo  el  escoadron.  Tambieo  se 
ejercltarà  en  dar  la  carga  eoa  el  guia  à  la  izquierda. 
Observacion. 

Ea  el  morimiento  qae  mas  se  ejercitaré  la  tropa  sere 


588 
en  la  carga ,  por  gér  el  decisito  de  la  cavalleria  ;  oIh 
•ervando  io8  soldados,  basta  e\  escape,  todos  los  prìa- 
cipios  sentados  para  marchar  al  freote  en  bataila. 

PARTE   SETIMA. 
Jnstruccion  de  guerrillas. 

Caaiido  se  qoiera  qoe  una  mitad  salga  en  gaerrilla, 
bien  para  descubrir  al  eoemigo,  acercarse  à  éìj  bacer 
reconocimientos,  6  para  cabrir  el  freote  de  aoa  tropa 
superior  qoe  esìé  formada^  e  1  comandante  de  escnadron 
darà  la  voz  : 

!.•     Tal  mitad. 

2.*     Al  frente  en  tiradores. 

5.*     Marchen. 
El  comandante  de  la  mitad  nombrada  mandarà: 

I.'     (7^0  mitad. 

2.\     De  frente. 

3.      Marchen. 
Laego  que  haja  marcbado  diez  pascsi  sa  frente,  la 
mandare  conversar  i  derecha  é  isqaierda  para  dirigirla 
al  centro  del  escnadron ,  en  donde  deshacieudo  el  coarto 
de  conversion  qoedarà  formada  al  frente^  j  mandare  : 

1 .'     Mitad  —  al  ^frente  —  en  tiradóres. 

2.*     {Tal)  hilera  de  direccion. 

5."  Marchen, 
A  la  voz  de  ejecacion  la  btlera  nombrada  de  direccioo 
marcfaaré  i  so  frente  :  las  demas  oblìcaarin  é  derecha  é 
isqaierda  ganando  terreno  hécia  so  frente  j  flancos:  los 
soldados  de  segandi  fila  entrarin  é  formar  à  la  ìzqoierda 
de  sns  correspondieutes  udmeros  de  prìmera,  formando 
todos  un  ala  qae  cobra  no  solo  el  frente  del  escuadron, 
sino  que  se  estìenda  aon^  mas  de  los  flancos  de  aqnel, 
caidando  siempre  los  de  segnnda  fila  no  estar  separadof 
mas  que  co«)tro  pasos  de  los  de  primera,  con  qoien  hacen 
parejas,  formando  la  major  estension  de  la  Ifnea  de  tira- 
dóres la  major  sf  parHcion  en  qoe  esten  las  parejaa  noai 
de  otras.  La  linea  de  tiradoret  deberi  qoedar  formada  j 


589 
tacer  «Ito  à  la  distancia  de  sesenta  pasos  del  escaadron. 
El  comandante  de  dicba  niitad  se  coiocartf  en  el  cèntro,  y 
ciiatro  pasos  à  retaguardia  d^  la  linea  que  forma,  y  el  ofì- 
cial  à  nno  de  los  costarios  del  ala  ,  j  al  otro  n«  sarmento. 

Lnego  qneqnede  formada  al  frante  del  centro  del  rs- 
cnadroD,  se  mandari  cargar  con   las   vo^es  prevenidas, 
7  sì  tenian  ya  cargado  solo  se  mandare: 
I.*     PreserUen  (la)  carabina. 
2.*     Enganchen  (las)  armas. 
De  snerte  que  al  dtspersarse  en  tiradores  lleven  ya 
las  armas  en  dispo.sicion  de  hacer  fuego.  Està  disposU' 
cioo  es  en  el  caso  en  qae  el  esciudron  haya  de  servir 
de  reserva,  pnes  por  regia  general  los  tiradores  han  de 
tenerla  si^mpre.  Por  consiguientc,  si  la  mitad  de  tira- 
dores debe  adelantarse  mucho  del  escuadron,  en  tèrmi» 
DOS  que  éste  no  poeda  sostenerla^  comò  sucede  cuando 
se  envia    una  mitad  para  hacer  nu  recon'>cimiento  sobre 
los  enemigos,  y  no  se  trata  de  comprometer  mayor  fuer» 
za^  el  comandante  de  ella  mandare: 

1  .*     P rimera  {segunda  ó  tercera)  division  de  cuatro. 

2.*     Jl  frente^en  tiradores. 

3."  (Tal)  dis;ision—en  reserva, 
Eq  esle  caso  tas  faiieras  de  la  division  pombrada  sal- 
drin  al  frente,  oblicnando  à  derecha  é  izqoierda,  comò 
se  esplicò  para  el  todo  de  la  mitad.  Et  ofìcial  ó  sargen- 
to de  la  fila  esterior  mandati  los  tiradores  en  los  mis- 
mos  téiminos  que  se  esplicò  para  el  comandante  de  la 
mitad,  y  é&te  mandare  la  reserva ^  que  iri  siempre  à 
sesenta  pasos  de  los  tiradores  con  el  objeto  de  acodir 
donde  la  necesidad  lo  exija,  cuidaudo  ta'mbien  de  rele- 
var los  tiradores  qne  lo  uecesiten  ,  ya  por  habérse^es 
descompuesto  sns  armas,  por  estar  Tatigados  sos  caba- 
llos,  ò  por  descansar  los  hombres.  La  reserva  debe  lle- 
Tar  el  sable  en  mano  para  cargar  con  él  à  los  enemigos 
que  molesten  demasiado  à  los  tiradores. 

Cuando  el   comandante   de   tiradores  quiera  qae   se 
rompa  el  faego  maodaré: 


590 

1.*     Mitad  {ò  tal  division  de  d  cuatro). 
2.'     Preparen  {las)  armas. 
5.*     jépunten. 
4.*     Fuego. 
5.*     Cargnen. 
SI  corno  68  mas  à  propòsito ,  ha  de  sér  graneado  6  i 
Toluutad,  dare  la  voz  de 

1/  Fàego  graneado* 
2.*  Preparen  (las)  armas. 
5.*  Rompan  et  fuego, 
A  està  Toz  apootaré  j  bara  faego  el  prfmer  soldado 
de  la  derecha,  laego  el  del  costado  derecho  6  de  pri- 
mera  fila  de  la  seguada  pareja ,  y  asf  sucesivamente  cor- 
rerà ei  faego  por  todos  los  de  primera  fila  6  derechos 
de  parejas;  los  izquierdos  de  parejas  haréo  fuego  largo 
qae  vean  han  cargado  y  preparado  las  armas  sas  res- 
pectÌTos  costados  derechos,  hacìéndo'e  luego  estos  caan- 
do  hayan  cargado  j  preparado  los  ìzqnierdos.  Et  co- 
mandante de  los  tiradores  mandare  cesar  el  faego  con 
la  yoz  de  alto  el  fuego  ^  6  el  corespondiente  toqne  de 
clarin  6  cometa,  qae  sera  lo  mas  segaro;  los  qua  ten- 
gan  preparadas  sas  armas  pnndràn  el  pie  de  gato  en  el 
tegaro^  las  Ueraràn  é  la  posioioD  de  presentada,  y  io 
mismo  los  que  tengan  cargado  sin  haber  preparado. 

Si   conviniese  hacer  adeiaotar  el  ala  de  tiradores  se 
miDdarà: 

ì  .■     Tiradores. 
9.*     Defrente. 
5."     (Tal)  hile  rade  dir  eccion* 
4**     Marchen. 
lio  qae  se  ejecatarà,  j  para  hacer  alto  j  mudar  de 
aire   se   prevendrA  con  ias  tsorrespoodientes    Tocés  de 
mando  ó  toqae  de  ctkria. 

Si  ocarriese  el  qoe  los  tiradores  tengan  qae  correrse 
kicia  nn  fianco,  se  mandar d: 

1/     Per  el  fianco  derecho  (à  izquitrdó). 

2/    A  la  derecha  (ó  izquierda)  al  trote  (d  gidcpé)* 

5.*    Marchen* 


591 
A  està  90Z  los  tiradoreB  girarén  sobre  et  costado  qae 
te  mande,  y  marcharéD  ai  airn  pre?eiiido,  conservando 
entre  si  sas  respectiva»  distaucias  basta  oir  ta  toc  6  se* 
fial  de  alto  y  frente  j  que  lo  ejecutarin.  Eu  e»to«  movi- 
mieutos  deberéiisietnprè  seguir  à  los  tiiadorea  las  reser- 
Tas  con  los  moviniientos  mas  adaptabies  al  caso.  - 

Sì  se  quiete  ganar  terreno  al  freute  LacieDdo  foego 
se  manda  ri: 

1  /     Tiradores, 

S.*     Fuego  avanzando. 
Y  el  comandante  de  ta  iDÌtad  en  spgaida  djàrà  la  voe: 

1  .■     P rimerà  fila  —  de  frente. 

2.*     (Tal)  hilera  de  direccion. 

3.*     Marchen, 
Los  de   prirnera  fila  marcbarin  de  freute  con  el  co- 
mandante ^  quedando  su  segando  con  los  de  st^goiida  fi- 
la; loego  que  baya  marcbado  cincnenta   pa»08  maodari: 

!.■     P rimera  fila* 

2/     Allo. 

5.*     Preparen  (las)  armas* 

4-*     JpurUen. 

5.*     Fuef^o. 

6.*     Carguen. 
Inmediatamente  qae  ba  becbo  foego  la  primera  fila, 
el  comandante  de  segnnda 'mandare: 

1.»     Segnnda  fila* 

2/     De  fr ente. 

5.*     (Tal)  hilera  ile  direccion» 

4**     Marchen. 

Y  marebarin  basta  adelantarse  otros  ciocaenta  patos 
de  la  primera,  y  mandare: 

1.»     Jlto. 

2.*     Preparen  (las)  armas, 

Y  asi  qae  vea  que  los  de  primera  tiencn  ya  cargado, 
dar4  las  correspondientestoces  é  sa  fila  para  bacer  Ine» 
go  y  cargar,  cootinaando  del  mismo  modo  las  dos  filas 
cooseciititaniiente  I  pasaodo  aiempre  ios  de  segaada  por 


598 
la  izqaìerda  de  lot  de  primiera.  Si  se  qaiere  qne  eese  el 
faego  j  sehaga  alto,  se  mandard  domo  se  previoo  ante- 
riormente, y  ia  fila  qae  tate  atraaada  marcfaarà  A  ali- 
Dearse  con   la  otra. 

Habieodo  de  relirarse  loa  tiradores  al  fente  del  ene- 
migo,  se  mandava: 

1.*     Tiradore^^ 

2.*     Fuego  en  refi  rada. 

5/     Preparen  {las)  armas. 
El  comandante  de  seganda  fila  mandari  : 

1/     Apunten. 

2.»     Fuego. 

5.*     Segunda  fila. 

4**     Media  vuelta  d  la  izquierda. 

5.'     De-frente. 
Y  pasando  los  de  seganda  fila  cincoenta  pasos  à  re- 
tagaardia,  sa  comandante  mandarci: 

!.•     Jlto. 

2/     Media  vuelta  d  la  derecha. 

5/     Cargueru 
Lnego  qne  el  comandante  observe  qae  los  de  segan- 
da tìenen  ja  cargado  y  preparadas  las  armas,  mandari: 

!,•     Printer  a  fila. 

2>*     jépunten. 

5.'     Fuego^ 

4**     Media  vuelta  d  la  izquierda* 

5.»  De^frente. 
T  pasando  por  los  correspondientes  intervalos  de  se- 
ganda marcharin  otros  cincoenta  pasos  i  retagaardia, 
xontinnando  asi  la  reti  rada.  La  reserva  segoirà  i  los  ti- 
radores al  frente  y  en  retirada,  dando  meaia  vuelta  por 
mitades  si  se  compone  de  on  escoadron^  ó  si  de  menos 
qne  ona  niitad  dando  dos  coartos  de  conversion. Cuando 
el  gefe  qoiera  cese  la  retirada  mandare  adelantar  a  ia  fila 
atrasada  con  las  Toces  correspondientes,  j  io  mismo 
cnando  qniera  baga  alto  ó  cese  el  foego. 

Los  liradorea  deben  seguir  todos  los  movimieotoi  qoe 


595 
baga  la  tropa  qne  cabreta,  j  aa(  sì  Tea  qae  està  forma 
€0  colùiDDa  k  là'  derecba  j   marcha  bacia  este  costadoy 
el  comandante  de  ttfadores  maodaré: 
!.■     Tiradores, 

3/     Por  ti  fiancò  derecho-d  la  derechà. 
5/     Marchen. 

Y  segoiràn  marchando  basta  quQ  YclTiendo  à  formar 
la  tropa  qoe  cnbreo  en  bataUa^  se  les  de  la  voz  de  alto 
y  frente,  lo  qae  ejeeatarén:  lo  mismo  deberin  praclìcar 
si  la  tropa  qae  cobren  toma  coalqaiera  otra  direccion  ó 
frente.  Los  tiradores  deberén  cabrir  sìempre  el  frente 
qae  se  balla  ameoaKado  ó  descobierto  de  la  tropa  de  que 
8on  parte.  Si  Ja  tropa  que  cubren  marcha  de  Ireote ,  se 
•deUntaré  igaalmeote  el  ala  de  tiradores.  Para  cambiar 
de  frente  an  ala  de  tiradores  se  establecerén  ios  del  cen- 
tro 9  ò  de  so  costadO)  en  la  direccion  qoe  se  quiera,  y 
I08  demas  se  adelantarén  ó  retirarin  basta  estar  alinea- 
dos  con  Ios  nombrados* 

Coando  se  mande  retirar  à  Ios  tiradores,  sa  coman- 
dante maodari: 

1  -'     Tiradores — d  reunirsck 
3.*    MarcUen. 

O  bieo  mandare  tocar  ilamada  con  la  sefial  CQrres- 
poodiente)  marcando  bà^ia  el  panto  donde  se  biide  ba- 
ciar la  reanion  la  hileV  ^I^®  sirra  de  direccion;  Ios  ti- 
radores de  la  parte  deTj^iderecba  girarin  i  la  isqaierda, 
y  IcM  de  la  isqaierda  A  la  q^e  ecba  ^  j  marcbarén  i  reanir- 
se  à  dicba  bilera,  con  /^r'qne  resoltarén  formados  en 
batalla  al  frente  de  la  reserva.  Si  bacen  parte  de  nna 
mit«d  se  renniràn  à  ella,  y  si  se  le  ha  mandado  é  su 
cooiaodante  rennir  ai  cuerpo>  mandare  dar  dos  cnartos 
de  contersion ,  y  marchari  A  f etagnardia  de  so  escoa- 
dron  dies  pasos  atrés  de  su  colocacion,  donde  volyerà 
i  dar  frente,  y  mandando  poner  la  carabina  i  su  legar, 
entrarà  k  alinearse  en  el  escuadron. 

Si  se  necesita  que  nna  btlera  de  tiradores  gane  terre- 
no sobre  un  fianco  >  baciendo  é  na  mismo  tiempo  faegQ 
à  su  frente,  se  mandari: 

86 


594 

!.•     Tiradores, 

2.»     A  ganOr  terreno  sohre  el  flunco  dernho 
(ó  izc/uierdo)  continuando  el  fuego, 

Y  lo  ejecataria  corno  «e  esplicò  anteriormeute;  pero 
haràn*  faego,  j  el  qae  lo  ha  hecho  cargarà  y  gaotrà 
terreuo  sobre  el  fianco. 

Para  que  los  tiradores  se  liagan  ^«lerecha  é  i«qaierdi 
eoo  el  fio  de  dejar  descubìerto  él  frentc  de  la  tropa  que 
cobre-DfSe  mandare: 

1.*     Tiradores. 

2.*     j4  derecha  i  izquierda. 

5/     Marchen. 

Y  lo  ejecataràn  desfilando  por  mìtad  hicia  los  costa- 
do8,  y  la  reserva  pasaré  por^mitad  à  lo8  flancos,  eoo 
lo  que  podrà  maniobrar  el  escuadron. 

Si  los  enemigos  cargau  sa  fuerjta  bicia  on  fianco  de 
la  linea  de  tiradores,  y  se  qniere  qnc  estos  se  corraD, 
por  ejeftiplo,  à  la  derecha  ganaodo  terreno  soccsivamen- 
te,  se  maodari: 

1  .*     Tiradores, 

2.*    Por  retaguardia  del  costado  derecho^-d 

ganar  terreno* 
5.*     Marchen, 

A  està  voz  el  tirador  de  \k  derecha  se  iwantendri 
firme,  los  demas  gìrarén  à  la  dj^echa  y  marcharén  en- 
trando é  formar  otra  vci  la  ^'nea  por  retagaardia  del 
priraero  :  si  se  quiere  hagan"^  le^o  durante  el  mofimten- 
to,  lo  rompere  el  prìmero\^"  los  demas  segdo  rajan 
entrando,  guardando  las  rcTglas  de  ìo»  faegos  i  fo- 
luDtad  :  en  este  movimiento  la  linea  de  los  tiradores  qae* 
darà  inversa.  Se  puede  continuar  si  se  qniere  del  roismo 
modo  y  lo  mismo  hécia,la  izquierda. 

Si  los  tiradores  se  estienden  demasiado  y  se  qniere 
«e  renna n  mas,-  lo  verificarin  girando  y  desfilando  W* 
eia  el  centro  al  toque  de  atencion  y  llamada  de  honor: 
•coaodo  el  comarrdaiite  crea  que  estan  segnn  sa  idei, 
mandare  alto  y  vanguardia  ^^  à  cuyo  toqae  haràn  aUo 
y  freme. 


595 
Reglas  generales  para  los  tiradoret, 

Deben  sostenerse  reciprocamente,  y  particnlarmente 
los  que  bacen  parejas:  no  hacer  fuego  basta  asegorar- 
te  de  qae  sa  companero  tien&cargado:  la  reserva  acti- 
dirà  prontameote  &  sostener  al  tirador  qae  se  halle 
moy  empenado:  deben  reconocer  los  tiradores  los  bar* 
rancos,  caminos  bondoS)  bosqaes,  altaras  ,  tapìas  y 
partìcalarmeute  ios  flaocos  de  la  lioea  que  cnbran:  no 
deberéo  bacer  iaego  sino  é  la  distancia  precisa  de  poder 
hacerlo  con  utilidad:  deberào  estar  siempre  en  movi- 
miento  de  derecba  é  ìzqoìerda,  i  fio  de  qae  la  punte- 
ria  del  enemigo  jsea  mas  incierta. 

Si  al  frente  del  ala  de  tiradores  se  presenta  no  desfila- 
dero,  io  pasar^n  los  qne  esten  é  su  frente  ;  los  demas  gira- 
rla A  la  derecha  é  ìzqoierda  bacia  él,  el  que  pasarén;  y 
despues  qae  el  terreno  ensanche  se  irén  abrìendo  por  de- 
recha é  izquierda,  y  por  retaguardia  de  los  qae  bau  pasa- 
do  primero>  déndose  para  elio  las  Toces  conrenieutes. 

Si  retirdndose  un  ala  de  tiradores  tiene  qae  pasar 
algan  desfiladerO)  haràn  freote  al  enemigo  y  el  comau- 
daote  mandare: 

1 ."     Tiradores. 

2.'     Por  los  cosiadòs^d  pasar  el  desfilade^ 
ro  d  retaguardia. 

Adtertidos  los  tiradores  de  los  costados  de  lo  qae 
tienen  que  hacer  ^  romperin  el  raovimiento  dando  me- 
dia Voelta  y  dirigiéndose  al  desfiladero  ;  sacesivamente 
irio  ejecutando  lo  mismo  todos  los  demas  tiradores: 
despues  de  baberle  pasado  se  iràn  corriendo  por  dere- 
cha é  izquierda  basta  Tolver  é  formar  el  ala,  cubrien- 
do  la  tropa  de  qae  son  parte.  El  comandante  cuidarà 
de  qae  la  reserva  se  mantenga  al  frente  del  desfiladero 
para  cubrir  la  retirada  de  los  tiradores ^  y  despues  que 
estos  hayao  pasado  se  retirarin  dando  media  vuelta  por 
cuatro,  è  iràn  à  cotócarse  à  retaguardia  del  aia  que 
forman  los  tiradores:  para  este  caso  podràn  adelantarse 
algunos  tiradores  à  fiu  de  sostener  à  la  reserva  mien- 
tras  se  retira,  reooiéodose  despaes. 


596 
Deberi  tenerte  presente  qne  al  eneiiìigo  le  aoima 
mucho  para  cargar  el  ver  qae  los  qoe  (e  haceo  f reste 
se  retiran  cou  preci  pitacion;  y  asl  lodo  coma  oda  Die  de  . 
tìradorea,  en  cuaoto  las  circunstaDciaa  io  permitao, 
procurare  retirarae  desp^cio^  y  coidaré  de  qae  iot  qae 
ae  retirao  seao  sostenidoa.  por  la  reterva. 

Toques  de  clarìn  ó  cometa  para  tiradores. 

Atencion  j  marcha Que  marcheo  de  frenle» 

Ateociou  y  alto ;  •   Que  lo  ejecnteo. 

Ateocioo  y  derech..  .  .  .(Q»"  K»""  »»"*''<»  *  '•  ^ 
^  \      recha. 

AteocioD  è  lEquierda.  .  .  •   Idem  à  la  izquierda. 

Ateocioo  j  retreta Qae  ae  retireo. 

Ateocioo  j  tres  può  tosai  toa.   Que  rompan  el  faego* 

Ateocioo  y  trote  6  galope.  Que  lo  ejecaten. 
Ateocioo  j  degilello.  •  •  •  Que  cargoeo  al  aable* 
Atencion,    detecha  é    i,.|Q^e  •«  co»""  *  derecb.  < 

qnierda «qoierda  para  tornar  mas 

'  {     ettension  la  linea. 

Afencion  y  órden [Q""  '^S*  *  **>'^''''  «'  "" 

*^  (      gondo. 

Ateocioo  y,  Uamada.  •  •  •  •  Que  ae  reanao  al  eacoadron. 

Atencion  ywnguardia.  .  .{Q»e.de«.  frente  i  lo.  ene- 
•^        ®  (      mtgos. 

Que  los  tiradorea  se  hagao 
à  la  derecha  è  izqaìerda 
para  dejar  libre  el  freo* 
te  de  batalla. 

Qoe  los  tiradorea  bagao  al- 
to y   freote. 

Que  8^  reooaa  los  tiradorea 
al  centro  6  hilera  de  di- 
reccioD. 

Primera  gnerrilla. 


Atencion  y  trea  pantos  ba- 
joa,  derecba  ó  izqaierdà. 


Alto  y  Tangnardia.  •  •  •  • 

Alto  y  Uamada  de  honor. 
Atencioo  y  oo  ponto  bajo. 


liicfo  tios  piiutos. Seguod^  gueiriila. 


597 
M4NEJO  DE  LAS  ARMAS  A  CABALLO. 


I 

•MA!l8J0Dfi   LACABABIHA. 

HalUodose  cada  bombre 4  caballo.  con  la  carabina  co-» 
locada  al  lado  deréebo  j  asegarada  con  el  port#-ino8- 
quéton  y  porta-carabina,  te  mandarà  ajastar  las  rien- 
das,'  preTuiiendo  el  instructor  qae,  seguo  el  grado  de 
fieosibilida'd  de  cada  caballo,  qijieden  aqaellas  ase^ora- 
daa  al  largo  pecesàrio  para  qoe  la  ligera  ^ariacìoa  de 
la  mano  izqaierda  ocasioaada  por  los  movimieutoa  del 
arma ,  no  se  baga  tan  aensible  al  anioial  qoe  le  obligoe 
é  bacerse  atras  6  à  mudar  de  logar.  Al  mismo  tiempo 
se  bari  comprender  la  necesì^ad  de  que,  en  la  ejecncion 
de  éatos,  se  mantenga  dioha  mano  izqoierda  en  lo  pò- 
sìble  •  en  el  mismo  sitio.  que  ^le  coreaponde  encima  de  la 
perilla  de  la  siila)  firmes  j  bien  caajadas  en  ellaa  las 
do8  riendas. 

Eft  està  disposicion  se  mandarà  eugancbar  las  armas 
Como  se  espresa  à  conti naacioo. 

PRIME  a  A      LEGClOir. 

Enganchen  (las)  armas.—Cuatro  ttempos. 

Uno*  Agarrar  el  arma  con  la  mano  derecba  por  la 
garganta  ;.y.olTerla  de  modo  qoe  elbaqaetero  quede  ba- 
cia el  cnerpo  'del  caballó ,  y  aproxiaiarla  à  la  mano  is* 
qoierda  ,  qoe  la  sn jetaré  con  el  primer  «ledo  por  iia  par- 
te sapérior  del  guarcTarooote  :  ta  mano  derecba.  pasaré 
en  segaida  i  coger  el  porta-carabina  ptir  el  latigi)illo  f 
le  desarroUarà,  asegorando  despoes  el.arma  por  la  gar- 
gaata  con  la  mano  derecba,  soltindola  la  lEqoierda,  y 
ToUiéndola  de  lùodo  que  el  canon  quede,  corno  ante», 
hécia  arriba ,  y  la  moneca  derecba  à  la  altura  de  la 
parte  snperior  del  muslo  de  este  lado. 

27 


598  ^ 

Dos,  Con  la  mapo  dereefaa  se  sacarà  la  carabina  jel 
porta-iiiDSt|aetoti,  letantéiulola)  con  el  canon  «I  frente, 
y  recìbiéndola  con  la  izquierda  por  la  caja,  elpulgar  teo- 
dido  sobre  la  barreta  de  las  anilias,  Ics  cuatro  dedos  rtt- 
tantea  del  Udo  opnestoi  toeando  el  peqùeno  al  mnelle 
dei  rastrillo:  el  càfion  para  arriba  y  algo  tercìado  hicia 
la  izqoierda  del  caello  del  caballo,  la  mafieca  derechi 
delaote  dei  racio  del  raitmo  lado. 

Tr^s.  Levantar  ei  arma^  estendiendo  èl  antebrazo  de- 
recho  al  frente  j  ToWieodo  nn  poco  la  mano  isqnierda 
b4cia  el  caerpo,  sin  mad»r  de  Bitio,  de  modo  qae  la  ca« 
rabina  qaede  tercìada  de  derecha  é  isquierda,  la  boci 
del  caSon  inclinada  bicia  el  bombro  ìzqaierdo,  la  cola- 
ta A  la  derecbade  luparie  tnferior  del  borren  deiantero, 
la  barr.eta  de  loa  anillas  mirando  &l  cuerpo^  j  colgaodo 
estas  enteraraénte  separadas  de  la  caja*  £n  aegnida,  y 
manteniendo  el  arma  en  està  posicion  con  la  mano  ix- 
qoierda  y  paaarà  la  dèrecha  é  coger  el  gancbo ,  le  trae^^ 
ri  bicia  adelanle,  j  oprimiéndole  enlre  el  polgar  ylo 
restante  de  la  mano  basta  qae  seabra,  le  introdaciri 
por  tona  de  las  anillas ,  sóltàndole  en  segnida,  y  voWien- 
do  con  la  derecba  à  coger  el  arma  por  la  garganta ,  sin 
variarla  de  posicion. 

Cuatro.  Se  volveri  è\  a#ma  bafandd  la  boca  del  cA- 
fion  al  costado  derecbo  con  la  mano  del  mismo  lado, 
solténdola  U  izqoierda:  y  retiraodo  la  mnfieca  derecha 
atras  con  esfnerzO)  à  fin  de  qne  corra  el  gancbapor  la 
bandolera^  se  dejarji  la  carabina  col gada  al  mismo  lado, 
y  Tolveré  la  mano  derecba  à  sa  eòstado. 

Presenten{las)armas»'^Dùstiempo9. 

Unq,  Coger  el  arma  con  la  mano  derecha  por  ì* 
garganta  ^  asegar àndola  de  modo  qae  el  oafion  qaede 
^al  frente. 

Dos.  Leyantar  la  carabina  .con  nn-  esfaerso  de  is 
mufieca  derecha  9  silbi^bdola  basta  qnedar.  apoyadà  ia 


599 
calata  sobre  el  maslo  derecho,  ebeaSon  perpendicular 
enfrente  tfói  kbiÀ!^h>  7  Vttielto  hfda  él  miàtoo. 

SitòìÌeà{las)a^mas4'^VA  tiebif^.. 

.  S^  volvei^é  ^  àtinìk  don  la  matto  the^chà  ^  el  tttìloQ 
tiàcia  afoftjo,  tltejandt»  la.càtabiM  còlg&da  ^  tgQal««  ter- 
mÌDos  qne  al  coDclc^  «1  )silarto  tiempo  de  ^tngaH^ 
chen  las  armas*  ^ 

Presenten   {las)  armale 

.  Colno  qaeda  espìicado^ 

Prev^ngans£  para  echar  pie  a  tiertaé—Vn  tiempo. 

Con  la  maoo  derecka  ae  leirAotarà  el  arala  héoia  ei 
hombro,  Tolviéodola  aobre  édte  é  la  espalda^  eri  loa  mm* 
mos  tèrmi 008  esplicàdos  ea  la  liUkna  parte  dél^fi^uodo 
tiempo  de  eato  m^vidiietito  pie  4  tierfa,  debiendo  qoe-* 
dar  el  estremo  del  tcadoà  eotre  U  grtipé  y  èl  eaerpo 
por  el  Udo  de  la  caderà  J^ciierda^ 

Se  ejecataràD  en  ftegoida  los  deiìias  tìempes  preveni'* 
do8  en  la  iiistraccioo  del  reoltitsl  eà  el  reglamento 
de  1815,  para  ecbar  pie  i  tierra^  lo  <|Qe  céiiclaido  se 
manteodrà  elarma  à  la  eapaldd»  é  oò  àer  qoe  despaes 
de  encadeoaf.' los  paballos^  qoiera  hacierie  el  manejo  de 
ella^  qne  entonces  se  tetciarà  eti  1a  forma  espticada  pa- 
ra dicho  màDejo  à  |>ie. 

Prèi^ingànie  para  ht^nittr.>^y^d  caballo4 

Eciiada  A  la  espalda  él  ikttm^  eotiiorme  à  lo  préitetii- 
do  eo  el  maoejo  de  ella  é  pie ,  se  ejecatarén  los  tiMpoH 
em  qo^se'diTÌden  dichoi  moYfmientoB>  segati  Idd  prifici-^ 
plot  establecldoa  en  el  reglamento  téctico  òé  18 15;  y 
deapoes  de  aj'astar  las  rtendas,  corno  se  previno  al  pritt^ 
cipio  de  està  instraccion,  se  mandare  : 


400 

Present^n  {las)  (irmas.^Dos  tiempos. 

Uno.  Con  la  mano  derecba  sé  agarraré  y  asegarari 
bien  la  carabina  por  la  garganta. 

Dos.  Con  an  esfaerao  de  la  mnfieca  derecha  ae  Tol- 
lera la  carattioa^por-encima  del  homhro  derecbo,  j  se 
traerà  é  la  posicibù  de  prtsentada* 

SBQONDA    LBCGIOir* 

^  Cargo-  en  once  movimienlos. 

\.^  Carguen(las)  armas.-^TJntiempo» 

Dejar  caer  ei  arma  en  la  mano  ÌK({QÌerda>  qae  la 
agarrard  por  la  caja ,  el  polgar  tendi  do  sobre  la  bar- 
reta  de  las  ariillas^  Ics  cuatro  dedos  restantes  del  lado 
opaesto,  ei  peqaefio  tocando  al  moelle  del  rastriUo,  el 
cafion  para  arriba  j  algo  terciado  bacia  la  isqùlerda  del 
caello  del  caballo;  el  paigar  de  la  mano  derecba  se 
colocaré  contra  el  rastrillo  en  la  forma  esplicada  para  el 
mismo  movimiento  pie  à  tierra. 

l^.*"    Ahran  {la)  catoleta*. 

5.**     Sàquen  (et)  cartucho, 

4'**    Rompan  {el)  cartucho, 

5.**     Ceben.  . 

6,**     Cierren  [la)  cazoleta» 
Como  en  dicha  instrnccion; 

?•**  ^  Cartucho  {enei)  canon.'-^Tres  tiempos. 

Uno.  M anteniendo  el  eartncbo  con  la  mano  derecba 
^D  nf  forma  esplicada  para  el  mismo  moTÌmieutó  pie  i 
tierra,  se  levantari  el  arma  estendiendo  el  bi^azadere- 
choarfrente,  yoUiendo  a)  mismo  tiempo  la  moneca  ìs-' 
qnierda  hécia  el  cnerpo,  y-adelantàndola  du  poco  bacia 
el  cuello  del  caballo,  se    llevacà  de  este  modo  la  ca- 


401 

rabioa  con  la  mano  derecha  de  snerte  qve  la  culata  pa- 
se  por  entre  las  riendas  j  el  borren.  deiantero,  7  se 
lléyarà  al  costado  isquierdo,  el  canon  para  afneray 
annqoe  algo  yaelto  à  diche  lado. 

Dos.  Separar  la  mano  derecha  de  la  carabina ,  dejar 
correr  està  por  ia  mano  izqaierda  cnanto  io  permita 
'  el  largo  de  la  bandcdera ,  sin  mudar  dicha  mano  de  su 
logar  ;  jr  yolver.à  coger  el  arma  con  ia  derecha  é  una 
palgada  de  la.  boca  del  cafion ,  de  la  misma  manera  es- 
plicada  para  el  propio  movimiento,  pie  é  tierra. 

Tres.    Ignal  al  tefcer  tiempp  de  dicho  mbyimiento, 
•        8.**    Saquen  [la)  haqueta* 
,9«<»     Ataquen.    ,       ,  • 

10.  Baqueta  {en  »u)  lusar. 
Como  en  el  manejo  de  ia  carabina  à  pie. 

1 1.  Presenien  {^las)  armas. — Dos  tiempos* 

Uno.  Levantàr  el.  arma  con  la  mano  derecha  hdcia 
arriba,  aflojando  la  izqnierda ,  basta  que,  conservando 
està  su  logar  ^  liegue  etra  vez  sn  dedo  peqòeno  i  lo- 
car el  maeile  del  rastrillo,  j  coger  «n  segnida  la  cara- 
bina con  la  mano  derecha  por  la  gargaota, 

Dos.  Pasar  con  la  mano  derecha  la  colata  por  entre 
las  riendas  j  el  borréo  delantero,  yolvieodo  al  efecto 
la  moneca  izquierda  para  el  cnerpo  j  adelantàndoia  un 
poco  hécia  el  cabalio,  y  traèr  el  arma  à  la  posicion  de 
prcsentafla^  soltàudola  la  mano  izqaierda. 

TBRCEBA     LECCION. 

Preparen  {las)  armas.-- Dos  tiempos. 

tino.  Bajar  con  la  mano  derecha  la  carabina  basta 
apoyàr  la  calata  en  el  huesd  de  la  cadera  del  mismo 
lado,y  recibirla  con  la  izqaierda,  toòando  el  dedo  pe- 
qaeiio  de  està  al  maeile  del  rastrillo  y  el  cafion  '\uelto 
para  arriba  j  sa   boca  algo  inclioada  hàcia  la  izqaierda 


408 
del  eiieUo  ié\  etbàlb:  ìat  óqmo  detteli*  evCréftte  del  ftf 
ciò  del  minilo  laday.  àbraia«da  U  otraUn^jM»  la  gaf« 
gauia,  de  a^odo  qne  el  polgar  apoje  po«  la  saaoBèi 
falaoge  jBobre  ei  pie  de  ^ato,  èl  iodicte  y  loa  trea  dedei 
restaates  detraa  del  gai^rdatnente ,  el  code  9^  aepara- 
do  del  cnerpo  j  no  poc^  mas  alto  qae  la  maao. 

Dos,  Prepa^r  ei  ariiia>  dei  attimo  modo-eaplioada 
en  ei  segondo  ttempo  de  eate  motwièóto.  à  -pie^  j  eolo* 
caria  ea  segiiida  en  la  poaicioB  de  firgséfUada* 

^puntethT^lfn  tiempo; 

Afirmarse  aobre  los  eslribos,  ecbaodo  el  qaerpo  na 
poco  bécia  adelaotei  y  apojar  i^  colata  al  bombro  de- 
recbo,  tomaodo  la  j^osìci'on  esplioada  para  el  miaoio 
movimieoto  pie  d  tierra  ;  con  la  difereocia  de  apo- 
jar solo  el  poigar  jr  los  dos  pnaiei^oji  de^os  de  la  mano 
izqoierda  eo  la  caja  ,  déjaado  los  dós  tiltimos  cerfados 
para  conaeVtar  con  eliòa  lac  cicAdae  a$egQ.aad9a>  lio 
acortarlaa  ni  alafgarlat)  y  apao^nr  à  la  alUuja  de  Uoia* 
tara  del  contrairia,  adelaatando  el  f^vfx^  béoia  la  oi- 
JbeuL  del  cabajllQf 

Jletiren  (las)  arma$^—TJn  iiempg. 

KestitQÌr  el  arma  A  ia  posicioó  de  préseotada. 

Si  despaes'de  iretirar  las  armas,  se  qoiére  qae  se 
poDgao  eo  el  segoro,  se  preyendrà  asi  à  la  tropa;  lo 
que  ejecDtaré  dejandq  caor  la  carabioa  eo  ia  mano  iz- 
quierda  ^  qoe  la  reci)^lr4  copio.  ea>  el  primer  tìempo  de 
preparen  las  armas ^  y  se  poìidré  eo  segnida  el  pie  de 
gato  en  el  aegnrO)  del.  modo  esplicado  para  elio  en  el 

f)riaier  tiempo  de  tercien  las  armas^  despoes  de  retirar- 
as  pie  à  tierra;  volviéndose   despoeB  é  la  posictoo  de 
presentada. 

Preparen  las  armas ,  y  apunUn* 

Como  qoeda  esplicado*^ 


405 
Fi$ego*^Das  tiempos* 

.   Uno.    Como  el  primiero  del  mismo  movimiento  i  pie. 

jpos»  Sé  retìraré  el  arma  4  la  posicion  del  primer 
tìempo  iefreparen  lasarmas^  eoa  la  diferencia  de  agar- 
rar  eoa  la  masa  derecha  ^I  pie  de  gato  cop  él  palgar  j  e\ 
primer  dedo  doblado,  haeieodo  iaerza  eo  él,  basta  po- 
nerle  ea  el  aegaro^  y  pasaodo  ea  segaida  la  mano  à  la 
cartQchera  ^  comò  ea  el  propo  movimiento  pie  à  tierra. 

SI  en  està  dispoaicion  se  qoiere  voUer  à  cargar,  so 
haré  bajo  los  principios  ya  indicados,  pjriocipiàndose 
OD  eate  paao  desde  el  moTimiei^o  de  saquen  el  cartucho\ 
pero  ai  no,  ae  mandare*: 

Cierren  {la)  cqpoleta»  -^Dòs  tiempos. 

Eate  movimiento.  se  ejecntari  comò  qaeda  ei^licado 
para  el  miamo  à  pie ,  con  la  diferencia  de  restituir  la 
carabina  à  la  posicioq  de  presentada  al  oonclair  el  ae- 
gundo  tiempo.    ' 

CVABTA   UGCION. 

♦    •  '  '^  -     ■         . 

Revista  (de)  armos.^-Ocho  tiempos. 

Uno»  Dejar  caer/cl  arma  eo  la  mano  izq.DÌerda,  que 
la  agarrari  por  la  llave  en  loa  términos  esplicados  para 
el  primer  tiempo  de  carguen  las  armas ,  j  eìecotar  en 
seguida  lo  preyenido  para  loa  dos  primeros  tiempos  de 
cartucho  en  et  canoni  con  la  diferencia  de  qne  en  él 
primero  de  estos  se  cogerà  la  carabina  por  la  garganta 
con  toda  la  mano  derecba,  j  qa^  al  terminar  el  segaa-r 
do  agarrarà  dicba  mano  la  baqueta  por  aa  eftremo  sa— 
perior  en  la  forma  espreaada  al  cpnolàir  el  tercer  tiem- 
po deL  mismo  movimientOé  • 

Dos.  Sacar  la  baqueta  é  introdncirla  en  el  canon  en 
los  términos  esplicados  en  el  segando  tiempo  de  la  re— 


404 

vista  de  la  carabina  à  pie^  concluyendo  con  oogena  con 
la  mano  derecha  à  nna  poigadade  ia  boca  del  cSifion. 

Tres.  Como  el  movinrieoto  de  pretenten  las  armas 
é  qaballo,  despuea  de  poner  la  baqueta  en^a  logar. 

Cuatro^  Levantar  la'  carabina  con  la  mano^ereclia 
^  bacia  el  centro  del  cnerpo,  de  modo  qoe  la  *planchae- 
la  qoede  à  la  altura  de  la  boca  j  cuatro  pulgadasse- 
parada  de  ella,  el  goardamonte  é  la  izqnierda  y  el  arma 
perpeodicnlar }  en  cnja  disposicion  se  sacndiré  ligera- 
mente  dos  voces  de  abajo  arriba,  é  fin  de  que  saene  la 
baqneta  en  el  cafioo,  quedando' despoìes  la  notano  j  ar- 
ma en  la  misma  posicion  que  tetiian  aotes» 

Cinco»  Retirar  la  maflb  derecha  i  este  costado  j  d^- 
jar  caer  el  arma  en  la  mano  izqnierda  ,.  kjecntando  en 
aegnida  el  primer  tiempo  del  plrésenle  moyimiento/ 

Seis,.  Como  el  ìnovimiento  de  baqueCa  en  sii  lugar 
eTk  la  carga  pi^  à  tierra. 

Siete.  Como  el  primer  tiempo  de  presénten  las  ar- 
m^s^  despnes  de  baqueid  en  su  lugar  ^  à  caballo. 

Ocho.     Como  el  segando  de  idem. 

Para  la  ensenanza  de  este  moyimiento  se  ejecotaria 
•imultàneamente  todos  los  tiempòs  de  qne  consta;  pero 
<Aiando  se  practiqne,  con  aplicacion  A  sn  objetoy  se  efec- 
toai'én  solo  de  este  modo  los  tres  primeros  é  individuai 
j  sncesivamente  los  restanfes,  à  medida  qne  la  perso- 
na qne  paso  la  revistà  se  presente  inmediato  al  freote 
de  cada  uno  de  los  bombres  qne  componen  la  fila  ò 
filas.  , 

Carga  d  c^screcioH^-^Cargueh. 

Se  ejecntarén  segnidamente  los  once  movimientos  de 
qne  consta  la  carga,  tenidndbsa  presente  coanto  queda 
esplicado  para  la  carga  i  discrecion  à  pie. 

.    '       Le  los  fuegos. 

Los  que  se  ejecatao  é  pie  tienen  una  entera  aplica- 
ciou  d  los  que  se  efectuan  à.  caballo* 


405 
Desenganchen  (las)  armas. — Cuatro  tiempos» 

Uno,  Dejar  caer  el  lirma  en  la  mano  ìsquierda ,  eh 
igual  forma  qae  en  el  séguado  tiempo  de  enganchen  las 
armas. 

Dos.  Ejecatar  ^d  segoida  lo  demas  qae  se  previene 
en  el  tercer  tiempo  de.dicho  movimieato,  eoo  la  dife- 
reDcta  de  desenganchar  en  vez  de  enganchar. 

Tres.  Bajar  el  arma  con  la  mano  derecba  é  està  ^ 
mismo  ladd,  solUndola  la  iz<pierda,  é  iDlrodocir  la 
Loca  del  canon  en  el  porta-mosqueton: .  volver  en  se— 
guida  la  carabina  de  modo  qae  el  baqnetero  qoede  h^- 
QJa  el  ccfecpo  dercaballo,  y  aproximarlaé  ia  mano  \z- 
quiérda,  qoe  la  sujetarà  por  la  parte  superior  del 
guardamonte. 

Cuatro^  La  mano  derecha  pasari  i  qoger  el  porta- 
carabina ,  con  el  cnal  dare  dos  ybeltas  à  la  garganta  del 
arma^  a)' adando  para  elio  la  izquierda,  ^Quque  sin  mu- 
dar db  sitio,  é  introdociéndose  por  el  latiguillo  de  dicha 
correa  el  clayillo  de  la  hebilla  de. lar  misina.  Bien  asega- 
rada*  la  carabina,  ^  la  cogeré  la  mano  derecba  por  la 
garganta,  solt^udola  la  ̣qoierda ,  jv  la  traeri  aquella 
al  cuètado  derecho,  el  cafifin  para  arriba,en  la  posi*-» 
cion  qoe  tenia  antes  de  sacarla  del  porta- mosquetoni 
colocando  en  segbida  la  mano  derecba  à  sa  costadg. 

MAJNEJO  DE  LA  PISTOLA. 

PRIMBRA  LECCIÒN* 

Presenten  {la)  pistola, — Un  tiempo. 

Tornar  la  pistola  por  la  garganta  cop  la  mano  dere- 
cba 9  pasandd  està  para  elio  por  encima  de  las  riendas 
y  de  la  mano  izqnierda:  cacarla  de  la  fonda  y  traerla 
al  frente  del  hombro  dereebo ,  la  boca  del  cafion  bacia 
arriba  ^   el   arma    perpendicalar  y   el  goardàmonte  al 


4QS 

frente,  la  mofieca  derecha  ah  altara  del  bambro  j  le- 
parada  seU  poigadas  del  mrsmo ,  la  maoo  abrazando  la 
gfrrganta,  el  primer  dedo  adeiantado  bacia- la  parte  sa- 
perior  del  gq^damoote,  y  Iqs  tres  restantea  detrés  de 
este.      '  "  '     ■ 

Carga  en  ^nce  mQsdmientos» 

1,^  Carguen  {la)  pistola %^Un  tiempo. 

Dejar  caer  la  pistola  eii  la  mano  '  i^quierda  qae  la 
agàrrafé  por  \x  caja  abraaiodola  con  el  pplgar  j  toa 
euatro  dedos  reatftatea>  el  peqaefio  tonando  al  muelle 
del  rastrillo,  j  oolocar  el  pulgarde  Ifi  maoo  derecha 
eontra  el  rastrillo  por  eacima^de  la  piedra^  toa  cnat^ 
dedoa  r^staotea  cerrados«    . 

2.**     Abran  (la)  cazoleta. 

5.**     Sq^iAcn  (el)  cartucho* 

Z^."*    Rompan  (el)  cartufiUo^ 

5-.?     Ceben,  . 

6^*  *Cierreri  (la)  cazoleta*  ^  *♦ 

Como  eo  el  maoeja  de  la  carabioa, 

7.^    Cartuchù  (en  el)  cahon. — 1>oSl  tiempos^   - 

Unom  MaotenièodQ  el  cartucbo  con  la  mano  d'erecba 
en  la  forma  espHcada  para  el  mismo  movimiento  del  ma- 
De[o  de  carabina  pie  à  tierrsii  vplver  con  ambas  ma- 
nos  la  pistola  pasando  la  parte  inferior  de  la  misma  por 
entré  las  riend^s  y  el  euerpo,  el  caSoa  al  frente  y  algo 
inclinado  à  la  derecha,  la  mano  izqnierda  roelta  bacia 
el  cuerpo,  aaoqae  sin  mudar  de  siHo,  j  cog^r  el  arma 
con  la  mano  dérecba  ana  pulgada  de  la  boca  del  canon 
comò  en  el  segundo  tiempo  del  mismo  moyim lento  con 
la  carabina. 

Dos»    Como  el  tercei^  tiempo  de  dicbo  movimieato. 

S.*     Saquen  (la)  baqueta. — Un  tiempo* 
Sacat  la  baq^aeta  con  el  pnlgar  y  el  primer  dedo  de 


407 
la  maoo  ckreeba  basta  qne  la  mjtad  de* ella  haja  sali- 
do  de  la  trom  petit  la:  yolverla  entonces  é  ooger  por  el 
media  por  entre  ioa  jaisnoa  dedos.  estendidos  ofias  arri- 
ha  j  la  palma  de  la  mano  al.frente:  acabar  de  sacarla, 
darle  ODa  vuelta  j  amarrarla  eoa  toda  là  maoo ,  WWen- 
do  està  ,  con  là  palma  bécia^el  coerpo ,  é  introducìdn- 
dola  eo  el  cafion  bastk  donde  està  cogìda  con  la  mano. 

9.*  * Atat/uen^—Vn  tiempo.     • 

Apoyar  el  palgar  de  la  mano  derecbà  sobre  la  ba-  . 
quota  separando  el  prìmer  deda  j  anbiendo  aqael  basyta 
ilegar  al  catremo  die  la  misma ,  que  se  aaegnrarà  cogìén- 
dole  oon  dicbo  polgary  el  indice  doUado,  Ioa  tres  rea- 
tantes-cerrados;  bajar  con  )ra  baqoeta  el  cartnpbo  basta 
qoe  apoye  e»  U  recàniara  j  dar  doia  goipea  con  faer«' 
za  con  la  baqaeta,  sin  aoltarla. 

IO.  '  Baqucta  {en  9^}  lugar,.^lJn  tiempo* 

Saca  r  la  baqaeta  ùor  lo&  misoioa  medios  e^plicado^  en 
el  peniiltimo  movlmtento  qoe  antecede)  con  Udiferen-^  . 
eia  de  concfair  este  tiempo«  agarrando  la  pistola  por  la 
gargaata  con  la  maoo  derecha*     "  -    ■ 

1 1 .    Prese^ien{la)  pistola.  —Un  tiempo. 

Goo  la  mano  derecba  j  volviendo  là  izqoierda  à  la 
posicion  qoe  tenia  antes  del  movimieoto  de  cartucho  en 
el  canon  ^y  pasaré  là  parte  inferior  de  la  pistola  ba- 
cia la  derecba  por  entre  el  cn^j^po  j  las  riendaa,  j  se 
llevarà  à  la  posicion  de  presentada ,  soitàudola  la  ia« 
qoferda. 

SEGUnDA    LBCCIOtr.  ' 

Preparen  (la)  pistola.^-^Dos  tiempos. 
Uno.    Colocar  la  pistola  .en  la  mabo  izqnierda  ejecar 


408 

gancio  lo  prévenìdo  en  el  primer  tiempo  de  preparenla 
carabina  ^  à  e  aballo. 

Dos.     Preparar  la  pistola  eo  la  forma 'espresada  ea 
.  el  segaodo  de  dìcno  oaoyìpiìeDto,  y  leTanlàrla  ea  segò* 
da  à  la  posieioo  de  pr^sentada. 

Apunteiu-^Vn  liempo. 

•Afirmar^  sobre  los  estribos,  ecbaV  el  caerpo  oo  po- 
co adeiaqte)  estender  suavemente  el  braso  derecbo  ai 
frente,  j  coiocar  el  primer  dedoeo  el  gatillb,  el  gMr- 
damònte  algo  voelto  à  la  dereeha:  dirigiéndoae  la  vis- 
ta por  encirna  del  brazo '^  lo  largo  del  cafioo,  j  A» 
manera  é  apootar  é  la  altt^rn^de  la  ciatura  del  con- 
trario. '  '       . 

Presenten  (la)  pistola.^Un  iierhpa. 

Retirar  ei  arma  à  dicba  posicìon. 

Si  despoes  de  presentar  la  pistola  ^  habiendo  precedi- 
do  el  prepararla  ,  se  qaiere  qne  se  ponga  està  en  el  se- 
guro,  se  preveodri  asi  à  la,tropa;  lo  qae  ejecatari  co- 
'locando  la  pistola  en  la^  mano  ic(}nierda  de  la  manert 
ya  espresàda,  poniendo  en  segnida  el  pie  de  gato  en  el 
aeguro  por  los  medios'esplfcados  para  elio  en  ^el  primer 
tiempo  de  tercien  las  arm^^^^despneé  de  retirarlas  pie 
é  tierra;  lo  qoe  efectnado,  volyerà  i  lleyarse  la  pistola  i 
la  posicioQ  de/»re54?.7t^a^a. 

Preparejn  (la)  pistola,  y  apunten» 

Como  q^eda  esplicado. 

Fuego.-^Dos  tiempos»    - 

Uno.  Apoyarcon  faerza  el  primer  deJo  ep  el  dtspa- 
rador,  sin  faacer  mas  moviviento.       .   ^ 

Dos.  Retirar  la  pistola  al  primer  tiempo  de  carguen, 
poniendo  en  segnida  el  pie  ^e  gato  en  el  seguro,  en.la 


.      .  .409 

forna  esplicada  para   el   mismo  tiempo  y  movimieoto 
con  la  carabina.  * 

*Si  en   està  dìsposiciòn  se  qaìere  voUer  à  cargar,  se 
•  karà  bajo  Iòs  principìosya  esplhc^doSf  priocipiéodose  en 
aste  caso  detsde  el  moyimieoto  de  saquen  et  canuthoi' 
pero  sì  no,  «e.maodaré: 


Cierren  {la)  càzoleta^—Vn  tiempo. 

Ette  movlmieotose  ejecQtari  corno  qaeda  esplicado 
para  el.mismo  c%el  maoejo  de  carabiDa^  cooclayéndose 
con  Uetar  la'  pistola  à.la  posicion  de  preserUada* 

TERGERÀ  lECCION. 

tievista  {de}  pistola. — Siete^  tiempos.  . 

Uno-  Se  colpcarà  la  pistoU  en  la  mano  izqaierda  de 
la  màoera  qae  ya  se  'ba' esplicado.  , 

Dos.  Se  voi y ere  la  pistola  con  et  canon  bacia  el  fren- 
te  y  algo  ii^linado  é  la  derecba ,  pasando  la  parte  ìo- 
ferior  del  arma  entre  las  riendaay  el.caerpo,  comò  en 
el  primer  riempo  de  cartucho  eh  el  canon, ,  terminando 
con  coger  la  baqaetii  con  la  mano  dei<ecba,;en  la  forma 
esplìcada  en  la^  dltima  pfirte  del  tercer  ttempò  de  diebo 
moTÌmiento. 

Tres.  Se  sacarà  ta  baqoeta  y  se  introdacirà  én  el  ch- 
fion,  segan  se  previene  eti  el  movimiento  de  saquen  la 
baqueta,  con  là  diferencia  de  soUarla ,  yoWer  é  coger 
la  pistola  por  la  garganta  y  llevarla  à  la  posioion  de 
présentada* 

Cuatro.  Se  ejecatarà  còp  la  pistola  lo  prerenido 
en  el  cnarto  tiempo  de'  la  regista  de  carabina  é  cabali^» 

Cinco-  Dejar  caer  la  pistola  en  la  mano  izqoierda, 
ejecatando  èn  seguìda  lo  prevenido  en  el  seguudo  tiem- 
po de  este  piovimiento. 

Seis.  Se  sacaré  la  baqneta  y  se  iotrodocnà  en  el  ha- 
qnetero,  en  la  forma  esplicada  en  el  movimiento  de.  ba^ 
f/ueta  en  su  lugar.  ** 


.410 

Siete.  Se  pfesentàri  la  •  pistolaV  conlbrme  à  lo  pie- 
Tenido  para  el  propio  movimìento  despaes  del  de  baqm^ 
ta  en  su  lugar. 

Para  la  eosefianza  de  este  moviisieoto  se  ejecvtarie  ' 
ei/nalt^neameote  todes  los  tiempes  de  que  coesta;  pero 
coando  se  practìqite  con  ajpHcacioD  4  è«  ofajeto  ,  se  efee* 
taarén  solo  de  eète  modo  los'trés  primeros,  é  individoal 
y  sàcesivaiBeote  loS  i'estàntes  à  inedidìi  qtie  la  persona 
qae  paso  la  regista  se  presente  iomediato  al  fronte  de 
cada  tino  de  los  hotiiBres  qae  eompofieti  la  fila  6  filas. 

Cdrga  d  discfeci(M* 

Se  ejecntarin  segoidameote  los  once  moTÌmientos  de 
que  consta  la  cargaf ,  teniéndose  pi^esehtel  ias  advertea- 
ciaa  relativas  i  la  misma  en  el  manejo  de  la  carabioa. 

Retiren  (la)  pistóiaé—Ùn  tièmpà. 

Bajàr  la  pistola  eon  la  ataao  defecha  i  iat|*odocirIa  ed 
la  canonera  ìsqoiei^da  pok*  eocinia  Aé  Ias  riendas^  y  in 
manera  qae  el  càfioft  quede  hécia  el  eaerpd  j  la  co< 
para  arriba  HAdia  el  dei  caballo» 

MÀNEJO  DEL  SÀBLE  A  CÀBÀLLO* 

£s .  el  mismo  que  queda  eosefiado  en  la  instracclon 
A  pie  ,  pero  con  Ias  indispeosablea  advertencias  si- 
gaientes. 

A  la  yo2  de  Saquen  (el)  sabteé 

Se  pasar^  Isimauo.derecba  por  encima  de  laa  rieodas 
y   brazo  izqaierdo  para  hpscar  el  cordon. 
*  A  la  de  Ènvainen  (el)  sable. 

Se  bare  igaal  movimiento^  para  ejecatar  lo  mao- 
dado.  '       *     '    , 

Para  practicar  Ias  diyisieoes  é  eaballo;  desde  el  moti- 
miento  de  guardia  se  elevare  el  soidado  sobre  los  estri- 
bo8>  echando^el  caerpo  uà  poco  adelaate^  y  ejecatari 


...  .  .         .  411 

to  etta  disposioioii  los  movtmieDtoB  sigtti^fites  haftta  eJ^  de 
al  hombro'  (el)  sahle^  eo  qoB  yolveré  4  tornar  so  pò- 
sicioD  naturai  à  caballQh 

Caàndo  ejecateo  IneH  Ioa  reÒlatas  el  nianejo  del  sable  ^ 
i  cabàiloyi  pie  .firaie>  ast  ootno  laa  div^'sioties  j  ataque. 
j  defeosa,  lo  haréo  paestos 'ed  m^vimiento,  al  paso; 
despaes  se  les  harà  practlòarlo  al  trote  ^  y  liltimameD- 
te  al  galope.  *  ' 

•      MANEJO  DE  LA  LAN25A  A  CABALLO. 

-  Posiciwi  del  lancerò  àntes  de  mutuale 


3  oc 


La  posicion  del  lancerò  aates  de  montar  es  la  tnisma 
oe  para'  tsì^  caso  te  ba  esplìcado  eò  là  iostcocci^ii 
A  recinta  à  camallo  ^  y  con  respecto  à  la-  lanl&a  deberé 
tenerla  en  U  mano  itqnierda  )r  a^yadoel  regatòa  en 
tierra  tocAndo  al  dedo  peqnefia  dei  pie  iìquierdo:  U 
mano  à  la  aliata  del  porta*laìiza  y  fcenté  à'  la  tetiìra 
de  este  lado. 

Prepdrensé  patd  tnòniar.^Cualro  tkmpùs. 

Vflo.  Al  tiempo  de  marchar  paso  atras  los  ndmeroa 
pares ,  bajaràn  la  t^aiiO  izqnierda  sei^  pnigadas  p#r  de-» 
bajo  del  poita*lanza^  y  snspenderén  et  arma  con  dicba 
mano  biasta  in  altnra  de  la  letilfat  con  lo  qua  se  babri 
ele^ado  el  regaton  sfiis  pnigadas  de  tielrra» 

Dosé     Al  tiempo  de  gir^r  aobrts  U  detrecba^  se  àcom^ 
pafiarà  la  lanza  sin   adelàntaria  4eÌ  costado^  y  sa  dejarA 
.  caer  sobre  la  satigrfa  del  braso  dereckok  .  • 

Tres.'  Arejecntar  este  tiempo  dando  el  paso  de  ed»* 
tado,  se  tornare  la  lanza  con  la  mano  detecba  à  la  al- 
tura del  bombro,  UeTéadoia  ai  freotO)  y  sé  dejarà  caet 
arrimada  al  bombro  izqnierdo^  '  .      . 

Cuatro.  Ajnstadas  la«  riendas,  se  cogerà  là  lanza  Con 
la  mano  derecha  y  se  Colorare  en  la  itqnierdà  para  apo- 
yarse  un  la  crin  ^  IcTaotando  el  regaton  dor  pnigadas  da 


ii2  '       .  ^ 

tierra ^  y  qQe<)ando  en   la   mano ^qae  tenia  la  lauta)  la 
cria  y*  la  rieoda..' 

£o  el  quinto  ti>enipo  de  prepireose  para  montar,  no 
haj  oada  qae  hacer  con  la  lanza ,  sìop  mantenerla  sas- 
peodida  eo  la  mano  isqaierda  basta  la  tos  de  :    ^ 

Jt-^caballo. 

Ejecotado  el  ipoTimieDto  de  montar  >  segnn  se  ha  en-* 
sefiado  en  U  iastraccion  dèi  recinta  y  se  tornare  la  lariza 
con  la  mano  dérecha  por  debajo  de  la  izqnierdà,  j  soi- 
tàndola  sin  abandonar  las  riendas ,  se  pasari  eoo  la  de- 
recba,  corriéndola  por  el  asta  j.  por  debajo  de  las  rien- 
das, al  costado  derecho,  è  inclinando  la  vista  é  eite  la* 
do,  se  introduciri  el  regatòn  ea  la  aniHa  del  estribo> 
despoes  de  lo  coal  se  subirà  la  mano  derecha  à  la  altu- 
ra del  corbatio  ,  qaedando  la  lanza  afianzada» 

Presenten-^lanzasi^s^Un  tiempà. 

Se  estenderà  el  braso  derecbo  al  frente,  bajaàdo  «1 
mismo  tiempo  la  mano  basta  el  porta-lanza^  sin  sacar 
el  regatOD  de  la  anilla  del  estribo.  •   .  . 

♦  Rindan — lanzas.^=^Vn  tiempo» 

Doblando  el  braso  por  la  'sangrfa ,  se  sospenderà  la 
lanza  basta  qae  la  mano  est^  à  la  aitora  del  corbatio ,  y 
sacaodo  el  regaton.de  la  anilla,  se  bajàrà  la  mobarra  al 
frente  basta  qoe  qaede  cerca  de  tierra,  tocanda  jel  asta 
al  estribo  >  y  el  braso  à  toda  sa  estension  en  la  Ifnea 
del  maslo. 

Presènten-^lanzas^sstUn  tiempo. 

Levantando  la  lansa  basta  qae  la  mano  derecba  esté 
à  la  aUnra  del  corbatin,  se  incliaarà  la  vista  al  estribo 
para  introdocir  el  regatoa  eo  la  anilla^  y   qoedarà  es- 


415 

tendido  el  braso  derecho  ài  freote^  corno  le  ha*  hecbo 
para  presentar  la  Unza-      '  . 

.      ;     Afiancen-^lanzas.rsiVn  tiempo. 

.  Eócogiendo  el  braso  derecho  basta  poner  (a  Unica 
perpendicular,  se  subirà,  la  mano  derecha  é  la- altu- 
ra dol   corba tin*.  •       • 

Revista  {de)  lanpasttsaUn  tiempo. 

Bajando  la  mano  Inasta  la  atadnra  del  porta-lanza ,  se 
plevari  con  ella  à  fa  altura  del  corbàtin,  con  lo  que  'se 
hahri  sacado  el  regaton  de  la  aniiia  del  estribo;  y  de- 
j»ndo  caer  el  brazo  àtoda  su  estension,  bajaré  la  mohar- 
ra  hdcla  el  frente,  basta  qne  qnede  é  la  aitnra  de  la 
▼ista  ;  lo  qne  és  Ignal  i  prevenir  lanzas,  segun.  sé  ma* 
nifìesta  ensa  logar. 

jifiancen^lanz0s.^Vn  tiempo.       .     .    ^     * 

'  Se  sospenderà  la  mobarra  y  leyantarà  la  mano  ..basta 
la  aitara  del  corbatin^  para  introdacir  el  regaton  en 
la  anilla  dei  estribo,  sobiendo  en  segùidala  tnano  dere* 
cba.à  so  porfcion.  '  ^ 

Sescansèn^tanzas.raapos  tiempos.,  ♦ 

•  • 
Uno.  Se  pasari  la  Unza  :de  U  mano  derecha  A  la  iz- 
qoìer/la ,  que  la  tornare ,  sin  abaodonar  las  riendas,  pa- 
ra pasar  el  brato  derechd  por  la  c<Frrea  qne  forma  la 
bijnela  ó  fiador  del  porta-lanza,  b«ata  qne-  snba  mas 
arriba  del  codo. "  ^  .. 

Dos,     La  mano  izquierda  soltarA  la  lanza  dejàndola 
caer  poi*  el  costado  derecho,  para  qne  qnede  é  la  es- 
palda.por  este  lado,  y  la  mano   derecna  en  su  posi^' 
cion  naturai. 

28 


414 

Afiancen^lanzns.ra^Dps  tiempos» 

Uno.  ì)aado  un  ^mpaje  hàcia  adelaàte  con  el  braio, 
se  Iraerà  U  lanza  al  costado,  tornandola  eoa  la  nu- 
Dp  dierecha  A  la  altura  del  hombro« 

Dos.  Affidando  la  m/itio  uqaìerda«iD  «oliar  laa  rien- 
das,  se  sacari  et  brazo  del  fiadar  j  se  tomarà  la  laoza  i 
la  altajra  del  corbatia,  siaabandonar  el  ramai  superìor 
del  porta-lanza.  •    ' 

Prepdrense  para  €char  pU  4  tierra» 

Ed  el  segando  tiempo  de  e&te  moyimìeoto  ^  (segan  la 
idstraccioo  ya  eosefiada  «n  la  del  reclata)  se^bafari  la 
mano  derecha  basta  la  atadara  dei  porta-laoza  :  se  sos- 
pendere la  laoza,  sacéodola  de  fa  anilla*  del  estribo, 
elevandola  j  baciéndòla  pasar  por  deba jo  de  las  riendas, 
coloic^Ddòla  en  la  mano  izqùierda  ^  sajeta  con  el  dedo 
pulgar,  j  córriéndoia  basta  que;  el  regaton  llegue  iseìs 
pnlgadàs  del  anelo. 

Pie-^d  ìierra» 

En  la  forila  prevenida  en  la  instròccSon  del  recinta, 
y  respecto  à  la  lanza ,'  se  tornare  con  la  maoo  derecha 
al  dar  el«paso  de  costado^  y  enei  tiempo  de  dar  el  giro 
i  la  izqoìerda,  se  colocari  aqael|a:eo  la  ^posicion  qne 
se  ha  ensefìado  para  antes  de  montar.  •         .^ 

Si  hnbiese  qne  desfilar  con  el  caballo  de  mano,  se 
elevare  la  lanza  con  la  maoo  izqùierda  poni^ndola  sobre 
el  hombro  pof  sti  equilibrio,  1^  mano  i  la  altnra  del 
codoy  y  el  régaton  dos  pies  separado  al  frente» 

TERCEaA  tECGIOK. 

Manejo  de  tanta  à  pie  firme  ^  y  marchando. 

PRIMIERA  DÌVISION, 

Saponiendofel  lancerò  i  caballo  y  cod  U  lanza. afian- 
zada ,  se  mandarà  : 


415 

'  Prevengan—lanzas^^s^Vn  tiempo* 

Bajando  la  mano  de?ecba , basta  la  atadara  del  porta- 
lanza,  set  elevare  està  basta  la  altare  del  cofbatin  para 
sacarel  regaton  de  la  aoilla  del  estribo,  $\n  abandoqar 
ei  ramal^Qperior  del  porta-lani^a;  y  bajando  la  mano  à 
toda  la  estensioa  del  bfaco  aobre  el*  costado^  àe  io- 
cliDari  la  mobarra  hicìa  el  frente  haata  qoe  qaede«A  la 
altura  de  la  cabeza*  -*\'     '  * 

Enrittreii'r'lantas.csslJntUmpcu'         .^    . 
•  ,   .  •■  .     .   » 

Se  levantaré  1^  laoza  para  que  el  asta  qaede  c^egnra- 
da  debàjo  dei  brasò ,  el<  codò  qnido  ai  cu^rpof,  j  el  ar- 
ma borizpn  tal  y  bieu' aoslenida  entré  la^  parte  interior 
del  br^o  y  él  caerpo:  el  polgar  eatendìdo,,  y  Ioa  de- 
mas  dedos  abrazando  là  atàdura,  ofias  arriba,  aìuabao* 
donar  ei  ramai  dei  porta-laoza.  *     . 

Larizada  primera  al 'frente  contrd  caballeria^lqnza* 
da*^=BjJn  tiempo* 

k  la  voz  ejecntiva  se  alarga  el  braso  al  ff^ote  A  toda 
BQ  esteosion ,  «con  velocidad  y  firmeza,  voluriendoia  ma- 
no anaa  arriba^  de  modo  qne  la  faoza' qaede  apoyada 
entro  ei  caeirpo  y  la  parte  interior  del  antebrazo ,  in- 
clinando al  mismo  tiempo  el  caerpo  qne  se.  elevava  so- 
bre  los  estribos.  Dada  la  lanzada,se  retirarA  rApidagi^nte 
la  lanza  A  la  posicion  de  énrisiradcu     -    '    ,        ■  ;" 

Quitede  la  derecha^^uite.=slÌntit^mpo»   f 

Girando  el  cnerpo  lo  posible  sobre  la  dereeba  y  car* 
géndose  aobre  él  jestribo  de  este  iado,  se  bajarà  la 
mobarra  con  rapidez  sotire  el  costado,-  estendiéndo  éi 
brazo  y  descrìbiendo  nn  semicirculo  répidobécia.reta- 
gnardia,  pero  sin  sacar'el   Ultimo  tercio  del  apoyo  que 

tiene  entre  el  brazo  y'el  caerpo,   sabiendo  en  segaida 

* 


dìcha  moharra  basta  qaedàr«ea  là  postcion  de  enm- 
tràda. 

Lanzada    primerà  d  la  •  derecfia  contra  càballerk- 
,'    p  '  lanzada*=sJO>os  tiemposJ' 

Uno.  Girare  el  caerpo  i  la  derecha,  presentindose 
la  lanza  eorìstrada  deste  lado. 

•Z>a9.  Se  tirare' sobredicho  costado  nna  lauxada  in- 
clinando el  cberpo  al  darla ,  comò  se  ha  esplicado  pan 
U  lansada  al  freute  ;  j  désb^cieDdo  el  giro  ea  'segoida, 
se  tonnara  la  posicìon  en  la  silU,  qaedaodo  con  la  lama 
earistrada  al  frehte.    '  : 

*       Qifite  de  la'izquierda — guite,sssUn  iiempo. 

Girando  el  caerpo  sobre  la  izquierda,  àpoyindose 
ea  .este  lado  sobre  el  esCribo  y  elevéndose  sobre  li 
siila,  se  pasaré  la  naòharra  aobre  la  cabeca  del  caba- 
llo  al  cdstado  izqaierdo,  j  bajéndola  con  rapidezjfif' 
inez^  sobre  este  lado,  se  déscribirdi  an  semidrcalo  ba- 
cia tierra,  qne  terroÌDarA  sabiebdo  la  móharra  basti 
la  altura  de  la  maleta,  sin ,  perder  el  apoyo  qoe  el 
liUimo  tercio  tiene  etitre  el  brato  y  el  ouerpo,  y  reca- 
peràiVdòse,  al' terminar  el  semicfrculo ,  la  p^sicioo  de 
lanza  enristrada  al  frante. 

Lànzacla  printer  a  a  la  izquierda  pcntra  cahalleria^ 
.  "    lanzada.^Vòs  iiempos. 

Uno.  Girard  el  cncrpo  A  la  izqaierda,  presentando- 
se  la  laota  enristrada  é  este  costado.      / 

IjOS.  Se  tirare  una  Unzada  en  la  direccion  del  pe* 
c]ho  de  mi  ginefe ,  cstendieijdo  ^l  brazo  con  (Irnieia  J 
rapidez,  vo'viendo  la  matio  uiias  arriba;  y  encogi^ndo- 
U  en  seguida,  se  dasiuri  el  giro,  tornando  la  posicìon 
tn  la  siila  y  nfiedando  conia  lauza  enr  strada  ai  fr^^^^' 


'.         '  ■  '  Mi- 

Por  là  derecha^lanzada  d  retaguardia  cantra  iaha^ 
Ueriar^lanzada.^=^Tres  tiempos. 

Uno»  Sin  hacer  cab  el  òoerpo  moyimiento  algoDO) 
86  bajarà  la  moharra  desctibieodoanseoiidrcDlò' bacia 
tierra^  y  termiiiadò ^  Tolveré  La  lanca  4  so  apoyo  de- 
bajo  del  braso >  qaedando  asi  enristrada  eoa  la  oiobarr 
rà  ^  retagaardi^. 

Dos,  Cambiando  la  in^op  ufias  arriba  y  afoyàndose 
en  el  estribo  dèreobo,  giiUrà  el  caerpo  lo  posible  aoUr^ 
està  lado^  eatendiéodose  el  brazo^  de  moda  qde  el  codò 
qaede  àia  altura  del  boipbro^ Ja  mano  à  La  de  la  vista, 
y  el  asta  tepdtda^  por  debajo  del  brazo>  tocàodole. 

Tres.  Se  tìrarà  la  lapzada  echando  <el  coerpoan  pò- 
co atraS)  dirtgi^adola  con  la  yista^  y  A  toda  là  èstension 
qae  el  braso  permita,  sin  àflojar^  la  mano  ut  correrla  por 
el  asta;  y  hacieudo  en  segaida  eL  restante  medio  circolo, 
con  la  pnnta  bacia  arriba  solvendo  por  detras,  se  traè- 
rà  la  lanza  à  la  posicton  de  enristada^-bdimhìBndo  la  ma- 
no Laego  qo^  se  baya  apoyàdo  debàjo  del  brazo. 

Por  la  izquierda—lanzada  dretagùàrdia  contra  eàba^ 
lleria-4anzada,^=aDos  titmpos* 

Vno*  Girando  el  caerpo  lo  posible  sobre  la  iaqoierda, 
se  acompafia  la  lanza,  sin  sacarla  del  enristre,.  describien- 
do  no  semtcìrcala  ràpido,  basta  qae  el  astaeocnentre  el 
apoyo  de  la  parte  snperior  del  brazo  de  la  brida  y  quo 
la  mobarra  se  balle  a  retagaardia^  en  segnida  se  aparta 
la  mano  derecba'còn  la  lanza  todo  lo  posible.  para  dar 
empaje  à  la  lanzada« 

Dos.  Se  tirata  la  lanzada  por  encima  de  là  malata  y 
en  la  direccton  de  nn  bombre  montado^  dando,  la  posible 
èstension  al  bfazo  é  inclinando  el  caerpo  para  mayor  aU 
canee;  y  desbacieiido  el  giro  al  mismo  tiempo'  qae  se  en- 
coge  el  brazo,  se  restitoye  el  cuerpo  à  sa  posicion  en  la 
siUa^  y  la  lanza  qaeda  enristradaal  frente*  '     .     '    ^ 


4W 

P'rùttj($n  la  ciremferentia  del  ctAalli^tsatijn'tUmp^* 

Estéadiendoel  brazo  derechosobre  sci  co.8tad<^  810  cor- 
rer la  lanca  ut  aflojàr  la  naaoo  dei  punto  pcrr  donde  la 
Jiene,*  se  eleva  ri  ei  enerpo  8obi:#  los  estrilwiis,  obaerranéo 
al'hotnbre  de  la  derecfaa;  j,  bi^  aaegiiradala  laosacoQ 
la  mano  yeaerpo,  se  eoipezarà  é'desorifair  femìcirciilot 
con  toda  la  yioiencia  posible,  de  dereoba  à  isqlùer^a  j 
de  icqnierda  à  dereeba  por  eoctma  de  ia  eabesa  -M  ca- 
balio,  acompana lido. con  e^caerpo  j  la  TÌ»ta  1»  dlreecioa 
de  la  moharra,  y  sta  pasar  por  ambos  ladoe  de  la  lioea 

del  costado  ó  estrìbos. 

'  ,'         ^  ■    '  '  ' 

Prole] an'  la  izquierda>^=sVn  tiempo. 

.  A  està-  vdz  el  lancero^gira  sobre  el  estrtbo  izqnierdo, 
j  coatinda  describìemdo  semicirculos  al  costado' desdeia 
cabeza  dei  cabali o  al  ceotro  de  la  maleta^  oob  la  mism^ 
TÌolencia  y  firrneza  que  lo  bacia  ai  Urente. 

La  TOz  i^ara  este  cambio  se  darà  cuaudo'  la  laoza  pasa 
de-derecha  à  izqaierda.    - 

,    'Protefdn  l'aderechaé=^ljn  liempo. 

En  los  térmlnos  que  so  bace  i  la  izqaierda,  j  énìdan- 
do  el  fnstractQr  de  dar  la  voz  cnando  la  lauza  Tiene  de 
cola  à  cabeza  del  caballo;  porque  eutodces  el  lancerò 
contiùJa  èl  circulo  llevaodo  el  còerpo  y  can^biando  el 
giro,  para  apoy arse  en  el  estribaderecbo:  asi  continuare 
basta  la  voz  4e: 

Prevtengan  ^lanzas.^=^Dos  tiempos. 

Uno.  A  la  primera  parte  de  esfa  voz,  cóftar^  el  lance- 
rò en  los  semicircìilos,  seafirmarà  en  la  siila,  j  qaedari 
con  la  laoza  enristrada  alfrénjle, 

Dos»  A  la  segunda  parte  de  dicba  voz,  bajari  el  ar- 
#na  i  ia  posicion  de  prevenida,  corno  e^ta  ensenado. 


Caandó  se  hagan  las  divisipoes  ria  tteiÀpos,  deberin 
aer  tres  los  seoìiplrcalas'  qae  se  describen  ^i  frente  j 
costados*  . 

Afiancen^lanzas.rs=JJn  tikmpo. 

Leyantando  la  laoìBa  basta  pooerla  perpendicnlar  j  la 
manoà  laaltara  del  corba^in,  se  introdaciìri  el  regaton 
en  la  aniiia  del  estrlbo^stibieiidaensegaida  la  ma'ao  à  la 
ppsicion  enseDada*. 

Descansem—ldttzas^ 

Como  esti  preTenido.^ 

Està  diyisioa  coosta  de  lànzadas  j  defeosas  cpntra  ene- 
migoB  moDtados  qaeataq^oeapor  tòdaj^circooierencia  del 
caballo. 

Coando  se  manden  las^diTisionea  sin  tieoipos^  se  dividi- 
rào  las  Tocesen  prevenUvas  jejecativas,  seguo  est^n  di- 
yidiclas  por  medio  de  los  goidnes  ^  rajas-  iDtermedias* 

aSSUMBN   Plt  VpCES^  DS  LA.  PRIMERA  DIVISIOII. 

Prevengali— lanzas» 

Enristren—lanzas. 

Lanzada  primera  at  frente  cantra  oaballerìa^lan^ 
zada. 

Quiie  de  la  derecha—quite.  . 

Lanzada  primera  a  la  derecha  cantra  caballeria^lan» 
zada, 
,   Quite  de  la  izguierda-guUe. 

Lanzada  primera  d  la  izquier da  cantra  caballe" 
ria^-lanzada. 

Par  la  derecha— lanzada  d  retaguardia  cantra  ea^ 
halleria— lanzada.  . 

Par  la  izquierda—lanzada  d  retaguardia  cantrAcot 
halleria— lanzada. 

Pratejan  la  circunferencia  del  càballa* 

Pratejan  laizquierda. 


4^0 

Protejan  Id  dertcha. 
Preve^gan—tanzas. 
jifiancen—lanzas. 
Descansen-^ladzas. 

SECONDA  DIVISION. 

Ea  el  caso  dcf  halUrse  los  bnceros  eo  dèscao80,ie 
darii  la  ?oz  de  aiencion\  pero  si  ya  te  hubieae  dado  j 
las  laoias  eataTiesen  eq  descauso^  se  oiaìidaré  :' 

Jfiancen — lanzoi.    \ 

Lo  qae  se  ejecQtarji  coiiio  'asti  eoseoado. 

Frevengan — lanzas.ssBÈnristren — lanzas.^s^Lanzadase- 
gunda  al  frcnte  cantra  caballeria^lahzada. 

,Do$  tUmpùs* 

».  '  ■ 

tTrto.  Elevando  el  cuerpo  sobre  los  est  ri  bos,*  girando 
nn  poco  sobre  la  derecba  é  iacliodadole  adeiautet'^e 
retirarA  atrtfs  la  msDO  dèrecba  à  toda  la  estension  del 
braso,  de  forma  qoe  qoede  à  la  altara  de  ia  maleta,/ 
la  luoharra  frente  A  la  boea. 

Doi.  Se  despedtré  la  lansa  con  ao  foerte  empoje 
à  sa  frànte  j  eii  la  direcciou  de  ^uo  hoinbre  mootado, 
corriendo  la  mano  arriba  por  el  asta  y  ramai  del  porta- 
Unsa  que  se  tiene  asida ,  basta  qae  tropesaodó  el  dobles 
de  «sta  correa  en  el  pulpejo'de  la  mano;  sé  deteuf^ay 
qaede  apòyada  debajo  del  braso  por  su  dltìmo  iér- 
ciò,  cerca  del  regaton ,  vòlviendo  la  mano  onas  arri- 
ba, con  lo  qae  se  apoyari  la  Uuza  por  dicho  dltiiuo 
tercio  debajo  del  brazo^  .mieotras  la  mano  la  spstieoe  co" 
firmexà,  y.  en  segoida,  bacieudo  un  fuerte  empoje  bicia 
el  cuerpo  con  la  mano  ydejaodo  correr'  està,  basta  U 
atad'ura  dei  porta-laosa,  sin  . voltar  el  ramai,  Yeodrà  h 
la  posiciou  de  enristrada ,  toi^aodo  al  mi&mo  tieiup<)  <^^ 
euerpo  »u  asieuto  en  la  siila. 


421 

JLansada  segunda  d  la  derecha  contrd  cabalLeria^- 
lanzada.=^Cós  ùempos.    . 

.         .  •        { 

'Vno.  Girando  ei  coerpo  à  la  derechu  y  cargindole 
aobre.  el  ^eétcibo  de  este  iado^  se  pasarà  ia  lauza  en 
xiftre  al.mismo  costado  j  se  preparare  la  laiizada  esten- 
diendo  el  brazQ  bacia  atràs,  corno  se  ba  becbo  paia  la 
lamada  al  freote.  - 

Dos.  Se  despedìrà  la  lanza  con  faerte  empoje  sobre 
el  fianco  jen' la  direccion  del  pebfao*  de*  no  bombre  à 
caballo^  corriendo  la  mano  por  el  asta  j  ramai  del 
porta-ianza  basta  queV  tro  pesando  el  doblez  en  ti  poi-, 
pejo,  se  deteoga  qaedando  appjado,  èl  liltimp  tercio 
debajo  del  brazo;,j  baciendo  ep  segnida  nn  fuerte  em* 
poje  con-  la  mano  bacia  el  cnerpo,  se  dejarà  correr  por 
el  asta  encogiendo  el  brazo  basta  domarla  por  la  a ta- 
dara  del  porta-lanza:  j  dando  el  frénte,  se  restitnijrà 
A  la  posicion  de  tàtiza  enristrada.       ^  ^ 

Laniada  segando  a  la  izquierda  coltra  caballeria — 
lanzada.'-^bos  tiempos. 

Uno*  •  En  ignaies  t^rmtnos  i{w  se  ba  esplicado  para 
ia  lanzada  à  la  derecba^  sin  mas  direreocia  que  pasar  la 
lanza  por  encima  de  la  cabeza  delcaballo  para  preparar 
la  laozada. 

Dos*  Del  misino'  modo  j  por  los  medio»  contrarios 
qae  «e  ba  becbo  é  la  derecba. 

Preparen  el  moUnete — molinete^sssDos  tUmpos. 

Uno*  Elevando  el.  cuerpo  sòbre  los  estribos  ^  iticii-' 
nindole  adelante,- se  lievarà  la  lauza  sobre  ei  còstado 
derecbo  à  toda  la  esteosion  del  brazo,  la  mano  d  la  al- 
tura die  la  cabeia  j  uuas'abajo,  y  la  mobarra  elevada 
bacia  èi  flahco'izquierdo  del  cucilo  delcaballo. 

Los.     Se  iuciiuarà  ia  mobairà  à  la  izquierda  ,  descri- 


423 
biaodo  con  ella  nn  circolo  cani  Tcrticalf  j  lletàiidoli 
sncesÌTameote  abajo>  ila  éspatda,  arrìba  j  laego  ti 
frente;  tray^odola  en  segoida  por  enaima  de  la  cabeia 
del  cabaUo  al  costado  derecbo:  alll-^se  proseguirà  des- 
crtbieudo  otro  circolo  eo  ics  mismos  térmioos,  con  lo 
qae  se  ejecotari  od  moTÌmieoto'parecido  al  qaè  se  prac- 
tica  eoo  ersablé  enei  molìoele  de  està  ^rma,  j  stnes- 
perar  yos  do  maodo^  al.  concloic  ei  coarto  cf renio  sobre 
la  derecha,  se  traerà  la  lanza  à  la  posiciòo  de  enris' 
trada,         .  ,    .      "  ■  ^ 

J/iancen'^  lànzas.^s^Descànsen-^  lànzas^ 

Està  diTision  se  eos^na  pafa  ejercitarse  eo  las  laozi- 
'  das  a.rrojadas ,  qoe  sirven  eo  la  pefsecusion  y  alcaoce. 

Como  las  lanza  das  segondaa  na  pneden  ser  arrojadas 
A  retagoardia  por  la  poca  segoridad  qoe  ofrecen,  no 
haj  mas  lanzadas  en  està  direccaoo  qoé  las  qoe  se  han 
ensenado  en  la  primer^  division»  ' 

BBSDMEir  DB  LA  SBOUHIM.  DIYISION.^ 

u^fiancen—lanzas.  * 

Prevengan-lanzas.  *  •      . 

Enristren^lanzas. 

Lanzadà  segunda  al  frente  contro,  caballeria^lan'' 
zuda» .  ,' 

^  Lanzada  segumta  d  la  derecha  contro,  cabdlleria" 
lanzada. 

Lanzada  segunda  d  la  izquierda  contro  caballe^ 
ria^lanzada. 

Preparen  et  molineterrmolinet^. 

jifianctn^lanzaSf      ' 
.    Eescamen^lanzas*  ' 

TERGERÀ  DIVISION. 

Del  mismo  modo  qoe  eo  la  segooda  divisioo,  se  dare 
la  vos  de  atencion^  si  los  lance ros  estoviesen  en  dea- 


485- 
csDSo,  j  la  de  àfiancen  lanias   si  ya  estviviesen  en 
'  o^^noòn. Ea  segnida  86  mandare: 

Prevengan—lanzas.fssBhristren'-^lanzas. 

Lanzàda  segunda  al  frente  contila  infànteria-^lan^ 
•  zada.^=»Dos  tiempos. 

Es  la  misma  atte  se  retiró  al  ff^ìite  cantra  oaballetta 
en  la  segunda  diTision,  con  solo  la  diferéncia  de  ioclt- 
nar  la  moharra  à  tierra  y  à  la  altaici  del  pécbo  de  un 
hombre  é  pìe^  con  el  catde'do  de  ne  despedir  las  léd- 
sàdas^tan  bsfas  que  llegnen  à  clavai^  en  ei  sneìo^  espe- 
lealmente  coando  eie  hiceniaecUTisìonessobre  là  marcba* 

Sobre  la  derecha-quite  y   lantada   segunda  cofUra 
in/anieria-liaAzada^taaDof  iiempos. 

Una.  loclinando  el  cnerpo  j  girando  à  la  derecfa^i^ 
se  lievarà  la  lanza  en  ristr^  à  este.  costado ,  j  bajando 
la  niobarra  b^cia  tierra  >  se  darà  el  qui  te  qae  se  |;ia 
esplicado  en  la  primera  dif^isiou:  en  segaida  se  retira- 
rà  la  lanza  retrajehdo  el  braso  é  teda  sa  esteiisioo  por 
la  espalda  ^  de  forma  qae  la  mobarra  qaede  delaute  de 
la  boca. 

Dbs.  Se  tirarà  la  lansada  i  la' altura  del  pecbo  de 
un  soldado  de  tnlanteria  qae  estuviese  al  costado,  pero 
sin  Uegar  à  tierra  con  la  mobarra; jr  volviendó  la  ma- 
no nnas  arriba,  se  apojarà  el  Ultimo  tercio  debajo  dìel 
brazo>  eacogiéudole  eo  Sf^guida^  j  corriendolamano  bas- 
ta la  atadara  |^Ì  porta-lanza,  sé  V*esfitair4  la  lauzà  j  el 
coerpo  é  la  posicion  d^  enr istrada  al  frente. 

Sòhre  la  izqmerda-quite  y  lanzàda  segunda  cohtra 
infàtHeria-lanzada»^ssDos  tiempos^ 

En  los  mismos  tèrmi  nos  y  por  los  medi'os  coótrarios 
qae  se  ba  becho  por  la  derecba:  el  quite  empieza.por  la 


•434  , 

.  aerecha  del  gioete  y  de  la  cabexa  del  caballo^  y  8e  tiri 
Bajo,  firme  y  ripido,  comò  para  separar  las  bayobetai 
qae  te  asesten  al  costado  del  caballp  6  gitele* 

Por  la  derechà-^lanzada  d  retqguardià  contra  infau' 
*      teria-^lànzada.rss^Tres  iiempos* 

.  -•     • 
,  XfnO'^    Bajandola  moliarra  por  el  f rente  bicia  abajo 

se  la  ToUerÀ  dejAndpla  eDriatràda  con  la  punta  à  reta- 

gaardia. 

Dos.  Volriendo  la  mano  ufias  arriba,  se  elevari  bai- 
ta la  altora  de  la  cabeaa,  qnedando  laa  o^as  al  frente,el 
dedopalgar  téndtdo.sofareel  asta  por  la  parte  de  arriba, 
j  tocando  està  en  el  antebràzo.  La  mo^jarraì  ba  de  aiei- 
tarae  centra  nti  bpmbre  à  pie  queèe  sapone  lamediatoal 
anca  del. caballo. 

Tres.  Se  tira  la  lansada  à  toda  la  ^ateosion  del  braso 
bécia  abajd  y  rètagàardia;  y  deacribiendo  en  seguida  on 
clrcolO)  aobiendo  la  mobarra  por  detras  y  trayéiodola  al 
frenteVse  restituirà  la  lanza  à  la  posicion  ensefiadal 

ÌPor  la  izquierda—ìanzada  d  retaguardia  ùontra  in' 
faiUéria'--lanzada.^sBDfi8  tiempos. 

Se  ejecota  còrno  se  ba  esplicado  en  la  priméra  di? i" 
sìod;  péro  con  la  diferencia  de  ba)ar  la  mobarra  dirigien- 
do  la  lansada  por  el  lado  de  la  malata  y  en  là  direccion 
de  un  bombre  à  pie,  qae  sé  aproxtmaae  al  cabailo  por  el 
anca  izqnierda. 

Lanzada  d  tierrasphre  la  derecha-^anzada.^Tres 
tiempos. 

Uno*  Estando  la  lanza  enriatrada,  se  cambiari  la  ma* 
nò  ain  mover  el  arma,  podiendo'los  nodiUoa  arriba  y  ias 
nnaa  abajo,  el  pulgar  por  la  parte  interior  abrazando  el 
aata* 

Dos.    Ba jando  el  regaton  por  retagaardia,  se  deaeriti- 


425 
rèo  tres  caarUs  partes  de  cfrcnlo,  con  lo  cDal  qneaari 
la  lanza  perpeodiculat  j  la  moharra  hicia  abafo;  (a  ma'* 
no  derecha  à  la  altura  de  la  cabeza,  con  los  ondillos,  afae* 
ra  7  lasofias  bàciaelcQerpo,dirigiéodo8ÓlaTÌataporde- 
bajo  del  braso  derécho.  .  ' 

Tre$*  Se  firarà  ana  lancada  i  tierra  sobre  el  costado 
y  frante  *  del  estrìboderecho)  sin  cprrer  la  mano,  incli- 
nando elcaerpojcargAndoleièobréel  pie  der'ecbo;  j  dea* 
bàcie)tido  en  segoida  los  trea  cuartos  de  circnlo,  Tolverà 
Ja  lanca  à  la  poeicion  de  enristraday  se  cambia rà  la  mano*. 

Lanzada  d  tierra  sabre  la  iz^uierdo'^lanzada.rsaTres 
tienipos. 

Uno.  Como  el  priiner  tiempo  de  lanzada  d  tierra 
sabre  la  derecha, 

Dos.  Bajandp  el  regaton  ^or  retaguardia,  se  deacri- 
blré  c^n  cfrcolo  coitvpleto,  con  lo  cual  .la  lanza  qnedari 
bprizontal  encima  del  bombro,  la  mano  à  la  altura  del 
corbatin;  los  nndillos  afoera  y  las  ufiasadentro;  y  sinde* 
tenerse  en  està  posicion;  pasaré  la  moharra  por  eiicima 
de  la  cabeza  del  caballo,  y  se  dirigirà  hécià  el  suelo  por 
la  ìzquierda,  sobre  el  costado,  cargandò.  el  cùerpo  sobria 
el  eatribo  y  quedando  la  mano  i  la  allora  de   la  cabeaa. 

Tres.  Se,  tirare  una  lanzada  à  .tierra  en  difeccion 
perpendtcqlar  sobre';  el.  costado,  y,  elevando  en  seguida 
la  lanza^  se  desharé^  por  los  medica  contrarios,  coanto 
se  ba  ejecntado  en  el  segando  y  primer  tieròpOj  con  lo 
cual  renuìizréi  en  ristrada  la  lanza  al  Jreàte. 

Molineie  cantra  infanteria — malinete., 

Es  el  mismo  qne  se  ha  ensenado  en  la  segnnda  divi- 
Sion,  en  coanto'ai  órden  de  circolosque  se  describen  eoo 
1»  lanza.*  Desde  la  po.sicion  de  enristrada  se  levanta  la 
inoliarra  estendlendo  el  brazo  al  frente^  corno  sì  fnese  à 
liactfrse  nn  qojte  sobre  la  izcjmerda,y  se  empieza  el  mo- 


426  .' 
linete  bajapdo  U  moharra  y  acompajiaiido  ooo.  ^\  biiaio 
estendido  todos  los  cirx^olea  qn^  ae  des^rìfaeiiT  paaandola 
moharra  may  cerca  de  tierrà  por  aoo  y  otro  Udo.  Ter'* 
minado  el  cuartor  cifculo  sobre  U  der£4:lìai  ae  traer^  la 
ìàuza  àtà  fosìcìotì  de  enr istrada.  ' 

J^ancen--lanzas.=^Descan9en-^lanzas. 

Està  dlTÌsion  es  todaconfra  infanteria,  y  se  hace  nio 
de  8U8  quites  y  lan^adaa  para  atacar,  perseguir  y  rom- 
per. Las  lanaadasarrojadaa  son  /  las  linicas  qae  puedea 
alcanxar  é  un  enemìgo  que  espere  cop  U  bayoneta  ca- 
lada ,  pnes'  las  retenidas  no  tfenen  la  estenaion  suficiente 
en  està  caso.  La  pojanza  y  buena  dìreccion  que  de  el 
lancerò  é  su  armarle  ofr£cerà  el- ^xito  y  Tentaja  de 
que  es  capaz  la.  laoza  cuando  es  mapejada  por  una  ma- 
no vigorosa ,  con  sol  tura  y  firmexa. 

Como  laiB  lapzadas  'à  retagoardia  no  pcreden  arrojarse^ 
y  por  consecuencia  alcansan  poco>  deben  tirarae  lome-- 
dìataa,  eato  es,  à  los  flancdsde  laa  ancaa  dei  caballo,  qùe 
es  io  mas  à  que  puedeu  iiegar. 

y  afiSUBfBV  DB    LA  TBRCUA  MtlflQK* 

Prevengane  lanzas» 

Enristren^lanzas, 

Lanzacta  segutida  al  frente  cantra  infanteria-tan* 
zada*  ,'  ' 

Sobre  la  derecha—quite  y  lanzada  segunda  centra 
infanteria— Idnzada» 

Sobre  la  izquierda-quite  y  lanzadd  segunda  cantra 
infanteria- lanzada. 

Por  la  derecha- lanzada  d  retaguardia  cantra  in- 
fanteria-lànzada.      .      ,     . 

Por  la  izquier da- lanzada  d  retaguardia  cantra 
infanteria^lanzada. 

Lanzada  d  tierra  sabre  la  derecha- lanzada. 


427 
Lanzadu'd  titrra  sohre  la  izquierda^lanzifda. 
Molineie  'centra  infartteriu'-molinete. 
jéfiancen-lanzas. 
Vescqnsen^lanzas. 

PaEPABACION    «PARA    EI.     W AlfSjO  DB    lAfTZA. 

Està  preparacìon  «e  ejecotarà  por  los  mismos  medios 
y  bajo  ìgQi^les  r-eglas  qap  lag  qae  se  pre^ienen  para  el 
manejo  del  &able,  con  la  difereDcia  de  sastituir  à  està 
palabra  la  de  ianza;  y  te  rìté  ad  ose  presente  qoe  et  co- 
maadante  de  imitad  (caando  la  qne  mande  se  ejercìte  so- 
la) y  el  de  escuadron,  tanto  en  la  instraccion  de  està 
fraccioo  corno  en  la  de  regiiziiento,  deberén,  despues  de', 
la  qainta  vox  que  ^d  log"  respectivos  casos  les  correa--, 
poode  dar  para  este  movimiento  ',  mandar  lo  sigaiente: 
Cahe7,as  de  hil€ra''numeracion  sucesiva  por 
la  derecham 

Y-yerificada  està  aameraciòn, 

Hittì'as  impares-ires  pasos  d  vanguardia. 
Marchen. 

Y  aUneàda8.,estas  por  la  prìmera  de  la  derecba^  dardo 
dìcbos  oficiales  la  tos  de  firmes* 

La  formacion  en  batalla.>  despaes  de  concloido  et  ma* 
nejo  de  lansà ,  se  verifiearS  dei  mismo  modo  qaé  la  es* 
plicada  en  et  manejo  del  sable;  con  ta  diferencia  deqlie 
à  la  segQoda  vok  indìcada  para  este  moyimìento,  que 
es  \à  àe  d  su  formacion  en  batallay  ias  hileras  pares, 
qae  de  resoltas  de  la  preparacióa  han  quedado  atraia- 
das  )  marcbarin  é  elìnearse  eoo  ias  impares  qoe  en  la 
misma  se  adelantaroD. 

Ohservaciones  sobre  el  manejo  de  la  lan:a,, 

La  atencìon  de  los  iostractores  en  la  ejecocìon  de  lo 
movimieotos  de  que  constao  lag  tres  divisiones  qne  pre" 
ceden,  lia  de  fijai'se  especiaìmente  en  qae  todos  los  gol- 
pes  y  q'uìtes  se  den  con  decisioo  y  proutitad. 


428  • 

D^be  procnfarse  qoe  ia    dìréccióD  Ae  las  Unzadài 
8e.  balle  en  reiacìoo  eoo  el  objetoà  qoese  asestan,  y  qae 
pir  io  tanto  no  sabio  demagiado  las  qne  ae  den  coatn 
oabareria  ,  j  qae  las  qde  se  tireo  coutra   iafanterìà  no 
ba)^en  tinto  que  paedan  tocar  al  soelof  lo  qoe  predaci- 
ria  mocbo  dafio  eo  la  lanzada  al  freute  contfa  infante- 
ria ,  clavànflose  en  tierra  la  mcbarra  en  los  air^a  ▼io-  • 
lentos,  j  detenieodo  la  carrèra,  <S  aacandoal  ginete  de 
la  siila.  En  las  lanzadaa  sobre  ios  costadoSf  prodociria 
«»ste  deferto  la  neceaidad  de  abandonar  el  arma,  6  rom- 
per la  CQcbilla. 

Desde  qae  se  em piece  el  manejo  de  hnia  j  qoe  para 
flio  se  afìance  està  arma,  basta  qae  se  sospenda  del 
brazo  para  el  descanso,  ,debe  el  lancerò  tener  cogìdo 
el  ramai  snperior  del  porta-lanza,  cnidindo^e  «iempre 
de  qoe,  micntras  se  tenga  la  lanza  tomada  por  el  asta 
a*)  conserve  igoalnriente  asido  £ste  ramai;  poca  ea  la  ^e- 
goridad  qne  tiene  el  bombre  p^ra  recuperar  so  arma 
en  cnalqnier  caso,  a<»i  'omo  con  el  sable  el  cordon  fijo 
eo  la  moneca  es  el  fìadoV  segare  para, no  perderlo  aan 
caando  se  f»oelte,  por  no  qaite  6  tropiezo. 

£s  on  defecto  casi  general  en  los  reclotas  que  apren- 
den  el  manefo  de  lanza,  descnidar  la  mano  de  la  brida 
y  apartarla  sobire  lo^'costado§  en  qne  bacen  oso  del  ar- 
ma; con  lo  que  llamao  al  cabàllo,  Tiolentan  aos  moTÌ- 
roientos  j  le  obligao  i  cambiar  de  direceion:  deberà 
observarse  mocbo  este  defecto  y  corregirse  con  frecoen- 
cia  basta  conseguir  spgiyridad  eh  la  mano  de  la  brida. 

La  lanza,  qne  es  arma- puramente  ofeosiya,  tieoe 
muy  pocas  defensas  ;  por  lo  qoe  daria  poco  resoltado  sa 
ejeroicio  particular  de  àtaqoe  y  defensa,  poea  el  cooo- 
cimientó  de  las  propiedades.de  està  arma  indociré  siem- 
pre  al  que  la  o^e  à  ser  agresor  v  à  desear  ob'tener  la 
ofensiya,  preferible  à  la  defénsiya,  qne  presenta  mucba 
ìoferìoridad  :  por  <>sta  razoo  se  incolcarà  con  empeno 
la  idea  de  que  la  ligerera,  aegoridad  y  limpieza  de  Ios 
golpes  y  quites,  y  la  perspicacia   de   la  Vista  darrfn  la 


429 
▼eoUja  al  lancerò  qnt  sobresalga  en  la  observancia  de 
•stos  principio». 

Ordenes  generales  para  qficiales. 

Art.  1.  Todo  militar  se  manifestare  siempre  confor* 
ipe  al  saeldo  qae  goza  y  empieo  qae  ejerce:  le  permito 
el  recarso  en  todos  asantos,  haciéndolo  por  sus  gefes  y 
con  baen  modo,  y.caaodo  oo  lograse  de  ellos  la  satisfac- 
cion  ique  se  cousidere  acreedor^  podri  Uegar  haata  Nos 
con  la  representacion  de  sa  agravio;  pero  probibo  à  to- 
dos j  cada  ind'iTidoo  de  mis  ejércitos  el  osar,  permitir 
ni  tolerar  d  sas  inferiores  las  mormaraciooés  de  qae  se 
altera  el  órden  de  les  ascensos,  que  es  corto  el  sueldoj 
poco  el  prest  ó  el  pariy  malo  el  ^estuario,  mucha  la 
fatiga^  incómodos  los  cuarteles,  ni  otras  especies  qne 
con  grave  dafio  de  mi  servicio  indisponen  los  immos  sin 
proporcionar  A  los  qae  compadecen  Tentaja  algana*  En- 
cargo  mnj  particolarmente  é  los  gefes  qoe  yigilen,  con* 
teitgan  j  castiguen  con  seTeridad  conyersacionea  tan 
perjndiciales. 

•  2.  Todo  inferior  qae  bablase  mal  de  sa  snperior  se- 
ra castigado  severamente;,  si  tnviere  qaeja  de  éU  la  pro- 
ducirà  à  qaien  la  paeda  remediar^  y  por  niugnn  motiro 
darà  mal  ejemplo  con  sas  marmaraciones. 

3.  Los  oficiales  tendrén  siempre  presente,  qae  el  tini- 
co  medio  para  bacerse  acreedores  al  concento  y  estima- 
cioa  de  sas  gefes  y  de  merecer  nnestra  gracia^  es  el  cam- 
pi ir  exactamen  te  con  las  obligaciones  de  sa  grado>  el  acre- 
ditar  roocbo  amerai  servicio,  bonrada  ambicion  y  cons- 
tante deseo  de  ser  empleado  en  las  ocasiones  de  mayor 
riesgo  y'fatiga  para  dar  à  conocer  sa  valor,  talento  y 
constancia. 

4*  El  oficialqne  stendo  reprendldo  de  SU  gete  por  al- 
gona  falta,  produce  sa  nacimiento,  aprobacìones  qne  ha 
teoido  de  otros  gefes  ti  otras  razones  ageiias  en  aqnella 
ocasion  del  sentimiento  qae  debe  causarle  sa  falta«  y  do 

89 


450 
là  sobordiDacioa  con  que  debe  oir  i  sas  soperiores,  seri 
mortificado  con  proporcton  à  la  trregnlaridad  del  caw. 
5*  El  mas  grave  cargo  qoe  se  poede  bacer  à  coalqoìe- 
ra  oficial,  y  majr  particularmeote  à  Los  gefes,  es  el  no 
haber  dado  campii miento  i  mia  Ordenanzas,  j  à  laa  ór- 
denes  de  sas  respectivos  sapertores:  la  mas  exacta  j  pan- 
taal  observancia  de  ellas  es  la  base  ftindamental  de  mi 
servicio,  y  por  et  bien  de  éi  se  vigiiarà  y  castigare  sere- 
ramente  al  qae  contraf  iniere. 

6.  Gaalqaìera  especie  que  pnedainfandir  disgusto  en 
el  serYtcioj  6  tibieta  en  el  cumplimiento  de  las  òrdenes 
delosgefeSi  se  castigare  con  rigor;  y  està  cnlpa  seri 
tanto  mas  grave,  caanto  fnere  major  la  gradnacion  del 
oGcial  qne  la  cometiere. 

7.  Ningnn  oficial  se  podrà  discalpar  con  la  omisionó 
descoido  de  sos  inferiores  en  los  asantos  qne  poeda  y 
deba  vigilar  por  sf,  y  en  este  concepto  todo  gefe  bara 
cargo  de  las  faltas  qae  notare  al  inmediato  subalterno 
qne  deba  celar  6  ejecotar  el  complimtento  de  sns  òrde- 
nes; y  si  este  resulta  calpado,  tomarà  con  éì  por  si  mis- 
mo  la  providencia  correspondiente,  en  inteligencia  de 
qae  por  el  disimnlo  recaeri  sobre  ^1  la  responsabilidad. 

8.  Todo  serticio  en  pat  y  en  guerra  se  bari  con 
ignal  pnntualidad  y  desvelo  qae  al  frente  del  enemigo. 

9«  Todo  oficial  en  sa  pnesto  sere  responsable  de  la 
vigilancia  de  so  tropa  en  el  exacto  cumplimiento  de  las 
òrdenes  particulares  qae  babiere^y  de  lasgenerales  qae 
esplica  la  Ordenanza,  corno  de  tomar  en  todos  los  ac- 
cidentes  y  ocurrencias  que  no  le  esten  prevenidari,  el 
partido  correspondiente  A  su  sitaacion,  caso  y  objeto^ 
debieodo  en  los  lances  dodosos  elegir  el  mas.digno  de 
«u  espirila  y  bonor. 

10.  Todo  oGcial  (sin  distincion  de  gradoacion)  qoe 
sobre  cnarquier  asanto  militar  dtere  é  sns  superiores 
por  escrito  ò  de  palabra  informe  contrario  à  lo  qoe 
snptere,  seri  despedido  del  servicio,  y  tratado  corno 
testigo  falso  por  la  iey  del  reino  ;  y  si  fuesen  ambignai. 


451 

mìstertesas  6  implicadas  sub  cliusalas,  se  le  reprendert 
obligibclole  à  esplicarse  con  claridad. 

11.-  Caalqoiera  qae  estoviere  mandando  una  porcion 
de  tropa  no  se  qoejaré  à  su  gefe  inmediato  de  estar 
cansada ,  no  poder  resistir  la  ceUridad  del  paso  ni 
fatiga  gne  se  le  da^  con  otras  especies  qae  distraigan 
de  bacer  on  pieno  uso  de  ella;  y  si  hìciese  alguna  repre- 
sentacion,  ha  de  ser  mxxy  fandada^  conyincente)  A  solas 
j  por  esento  precisamente.  La  contravencion  ó  ligera 
reflcxion  en  semejantes  casos,  sera  castigada  corno  &U 
ta  grave  de  subordioacion  y  de  flojedad  en  el  servicio* 

12.  El  ofìcial  cayo  propio  honor  j  espirita  no  le  es- 
timolan  à  obrar  siempre  bien,  vale  muy  poco  para  mi 
servicio:  eL  llegar  tarde  é  sa  obligaciou  (aonqae  sea  de 
minutos):  el  escusarse  con  males  imaginarios  6  supues*» 
to8  à  las  fatigas  que  le  corresponden:  el  contentarse 
regolarmente  con  bacer  fo  preciso  de  su  deber>  sin  qne 
su  propia  volontad  adelante  cosa  alguna;  y  el  Jiablar 
poca»  Veces  de  laprofeaion  militar,  souproebas  de  gran* 
de  desidia  é.inaptitad  para  la  carrera  de  las  armas* 

15.  Eo  cualqoiera  ofìcial  que  mande  à  otros,  6  se 
halle  solo,  sera  prneba  de  corto  espfrito  é  inaptitnd  pa-« 
ra  el  mando  el  decir  que  no  alcanzò  A  contener  la  tro- 
pa à  so  órden,  que  é\  solo  no  podo  sujetar  i  tantos^ 
con  otras  espresiones  dirigidas  à  disco) parse  de  los  es- 
cesos  de  su  gente^  ó  de  su  cobardia  eo  acciones  de 
guerra;  porqoe  el  que  manda ^  desde  qae  se  pone  à  la 
cabexa  de  so  tropa  ^  ha  de  celar  la  obediencia  ea 
tod5>  é  inspirar  el  celo  y  desprecio  de  los  riesgosì  siem- 
pre qne  snceda  cualqoiera  de  estoa  casos,  el  oficial  d 
oficlales  seràn  jozgados  por  el  consejo  de  guerra,  quieo 
gradoari  la  falta  que  baja  habido* 

14-  Todos  los  ofìciales  de  mis  tropas,  desde  el  bri- 
gadier  al  subtenieote inclusive,  cuando  fueren  maodados 
para  algun  servicio,  se  hallaràn  puntualmente  en  e)  pa- 
rage  y  bora  determi nada  en  la  órden  que  se  les  diere: 
y  eocargo  i  losgefes  geoerales  y  particulares}  que  no 


454  ' 

disimoleo  ni  aaD  los  miaatos  en  objeto   taa  interesanta 
al  descanso  de  mis  tropas,  j  aderto  de  las  operacione$. 

15.  £1  qoe  se  mandare  para  caalqaier  seryicio,  sea 
de  la  graduacion  6  cnerpo  qae  faere)  lo  liarà  sin  mar- 
murar,  poner  dtfìcoltades,  ni  dispaiar  lugar  para  si  ni 
para  la  tropa  que  ilevase;  y  annqoe  do  le  toque  elser- 
yicio  ni  el  puesto  qae  se  le  diere,  ó  qo è  comprenda 
otro  agravio,  reservaré  sa  qaeja  basta  haber  coDcloido 

^]a  faccion  à  qae  fuese  destinado:  entonces  la  prodociré 
al  gele  que  corresponda,  doicamente  en  el  caso  de  no 
atrasarse  el  servicio,  lo  podrà  antes  significar  à  sa  io- 
mediato  saperior. 

16.  JVingun  oficial  general  ni  particalar  podrà  for* 
mar  no  recarso,  ni  decir  qae  le  toca  un  destacamen- 
to  ó  lagar  fuera  de  la.  linea,  en  qae  emplease  é  otro 
el  general  del  ejército:  este^  sin  sojetar  ni  ceiiir  sos 
eleceìonea  à  tnroos  ni  formali Jades,  empleari  i  los  ofi- 
ciales  y  la  tropa  en  los  paestos  j  destinos  qae  coosi- 
derase  mas  conveniente  à  mi  servicio,  y  probibo  qQe 
persona  aigana  ni  caerpo  pida  esplicaciones  en  e!>te 
asanto,  ni  haga  recurso,  ni  manifieste  agrayio,  cuja 
igual  accion  tendrà  todo  oficial  general  6  particular 
que  mande  caerpo  separado  respecto  à  sas  ìuferiores. 

17.  Gualqaiera  oficial,  sargento,  cabo  à  soldado 
qae  biciere  ana  accion  de  senalada  conducta  ó  valor  eo 
las  funciones  de  guerra,  seri  premiado  con  jnsta  pro- 
porcion  à  ella,  para  coyo  efecto  sa  gefe  iomediato  j 
testigo  de  la  accion  darà  por  escrito  notiéia  al  coman- 
dante de  la  tropa,  y  este  bien  asegarado  con  la  pdbli- 
ca  notoriedad  del  saceso  è  informe  qae  adquiriié,  io 
trasladari  por  escrito  al  general  del  ejército,  incloy^u- 
dole  la  prìmera  relacion  qae  le  babiese  pasado  el  ìorne- 
diato  gefe  de  agael  individuo.  £1  general  bare  naeva 
averiguaciori,  y  bien  instrnido,  me  darà  coenta  con  re* 
misiou  de  los  espresados  documentos,  esponiendo  sa 
dictàmen  sebre  el  premio  de  que  le  considere  dig^os 
por  U   accion;    y  para  que  los  gefes  procedaa  eo  6st9 


4^5 

asnnto  con  ei  clebtdo  conocimientO)  y  los  militares  de 
caalqoiera  clase  bo  alegaen  por  servicio  distiogmdo  el 
regolar  desempefio  de  su  obligacion,  anos  y  otroa  ten* 
dràa  presente  io  sicaìente. 

18.  £n  an  oficial  es  accìon  distìngnida  el  batir  al 
enemigo  con  un  lercio  menos  de  gente  en  ataqne  ó  re* 
tirada  ;  el  de  detener  coii'Otilidad  de  mi  aerVicio  é  fuer- 
sas  consìderables  tuperìores,  con  aus  maniobraa,  posi- 
ciones  y  perìcia  militar  »  mediando  à  io  meno»  peque- 
nas  acciones  de  guerra;  el  defender  el  pu-esto  que  se  le 
confic)  basta  perder  entre  muertos  y  beiidos  ia.mitad 
de  su  geute;  eL  ser  ei  primero  en  subir  una  brecba  6 
escala,  y  que  forme  la  primera  ^ente  encima  del  muro 
ó  trincherà  del  enemigo;  ei  tornar  nna  bandefa  en  me- 
dio de  la  tropa  formada:  y  si  ademas  de  las  espresadas 
acciones  hictese  alguna  otra  no  preyenida  que  por  »u  con- 
docla  y  valor  le  baga  digno  de  ascenao  6  premio  ,  la  'gra« 
duarà  ae^un  las  circustancìas  el  generai)  y  me  la  bari 
presente. 

19.  La  iSoica  certificacion  qne  apreciarén  los  oficia- 
ies  es  la  piiblica  notorìedad ,  corno  ei  boen  concepto  de 
sus  gcfes  generales  ó  inmediatos  ;  pnes  los  del  cuerpo  no 
deben  dar  otras  que  sus  informes  à  las  instaneias  &  que 
diesen  curso ,  y  sentar  sus  notas  en  las  bojas  de  servi-* 
cios,  esceptoando  iÌDÌoamente  el  caso  de  pasar  el  ofi* 
cìal  à  otro  destino,  pues  comoen  éì  debe  juatificar  loa 
que  tenga  contraidos,  le  darà  entonces  ei  tenlente  co- 
ronel  mayor  certificacion  que  los  especifique  con  visto 
bùeno  de  su  gefe. 

20.  Todo  oficial,  de  cualquiera  gradoacion  que  fae- 
se,  siendo  atacado  en  su  poesto,  ao  io'desampararé  sia 
baber  hecho  teda  la  deiensa  posible  para  conservarlo, 
y  dejar  bien  puestb  ei  bonor  de  las  arn)às;si  tuvrereel 
general  dei  ejército  aigana  duda  de  su  desempefio,  le 
bara  juzgar  en  cousejo  de  gnerra. 

81.  El  oficial  que  tuviere  órden  absoluta  de  qonser* 
Tar  sa  poesto  è  todo  coste  lo  bare. 


<5*        ..  .     ,. 

22.  Todo  oncial  en  catnpafia  reconoceri  la  inmedii- 
cion  de  sn  paesto  para  en  caalqaier  eyentoaproTecbar- 
se  tìiejor  de  los  deafiladeros,  camiaos,  fosos,  desìgaal- 
dades  7  demas  ventajas  qne  proporcione  ei  terreno,  to* 
mando  para  sa  seguridad  y  desempeno  las  precaucìones 
qne  le  dictaren  su  prodencia  j  talento  militar. 

25*  £1  oficiaL  inflairà  en  sns  inferìores,  decaalqoie* 
ra  clase  qne  sean,  ei  concepto  de  que  el  enemigo 
DO  es  de  yentajosa  calidad,  castigando  toda  conversa- 
cion  dirigida  à  elogiar  ta  disciplina,  inteligencia  de  sas 
gefes,  armamento,  maniciones,  caballos,  provisionesj 
Irato* 

24*  Todos  io8  tffictales  se  hallarén  en  el  campamen- 
to de  sa  regimientodesde  qne  se  toqae  la  retreta  basta 
qae  salga  ei  sol,  y  los  gefes  de  los  caerpos  seràn  res- 
ponsabies  de  qae  esto  se  observe  exactamente. 

25*  Ningun  oGciai  en  camgana  podré  ansentarse  del 
Campamento  de  su  regimiento  ni  un  instante,  «in  liceo- 
eia  del  gefe  de  sa  coerpo ,  ni  mas  de  cuatro  horas  sin 
là  de  sa  brigadier;  pero  el  (jae  estoyiere  próximo  i  ser 
oombrado  de  servicio ,  en  ningana  forma  lo  soiicitarà  oi 
se  le  concedere  permise* 

26.  Se  probibe  i  todos  los  oficiales  el  pasar  nna  do- 
cbe  fuera  del  campamento  6  de  la  guarnicion  en  qae  se 
ballaren  SOS  caerpos^  sin  licencia  del  comandante  gene- 
ral  en  campafia,  7  del  gobernador  en  guarnicion  ,  solici- 
^ada  con  conocimiento  y  cunsentimiento  por  escrito  del 
gefe  del  cuerpo* 

Pie  y  fuer%a  de  la  caballeria  del  ejircilo. 

Està  arma  consta  de  18  regimientos,  con  igaal  faer- 
sa  7  organizacion,  componiéndose  cada  ano  de  caatrosfi* 
cuadrones^compaiiias  7  su  correspondiente  plana  major: 
uno  de  elìos  pertenece  al  instituto  de  coraceros  ^  oace 
al  de  lanceros,  7  los  seis  restantes  al  de  oasadores.  Ade* 


455 

mas  bay  no  escnadroo  soelto  denotninado  de  Mallorcai 
j  perlacee  al  instUoto  de  cazadores. 

Sas  nombres  y  nameracìon  soo  ioa  sìgoientea. 


ISorobres. 


ISiiroero*     Instìtutos. 


Rej 1*^    Coraceros. 

Heina •  .  •  •  1.^^ 

Principe ..-.,. 2.o 

Infante 3.° 

Alcantara 4*^  | 

Almaasa • 5.^1 

Pay/a 6.^^  >  Lanceros; 

VillaTÌciosa 7.° 

Espaua • 8*^ 

Saganto •••• •...  9.^ 

Galatraya 10. 

Santiago ^  •  •  •  il*/ 

Montesa...  ••••••••••••••••  l.^\ 

I^amancia.  •••••• 2.^  1 

Lo8Ìtania.  ••••••••••••••••  3.^f 

Gonatìtacion. •••••..•••  4*^/  Catadoret* 

Baileo. 5.^1 

Maria  Cristina ••••••  &^| 

EacoadroD  de  Mallorca.  ] 


436 

{ 

Pie  y  fuerza  de  un  regimiento  de  cahalleria^  y  stteldot 
que  gozan  las  clases  que  lo  componen. 

Cada  regimiento  de  caballeria  consta  de  co  atro  et- 
cuadrones-compafiias,  j  cada  ano  de  esto$  de  la  faerza 
y  ciases  siguientes. 


EaCITADRON-  COMPAIA!  4* 

Clases^ 

1  Gefe  de  escaadron  de 

la  claae  de  Begaudas 

comandaotes.  .  •  . 

1  Capitan..  ••*••• 

5  Tenientes  i.  •  ,  •  • 

4  Alféreces  à, 

Sargento  primero. .  .  . 
Sargeotos  segundosv  • 
Cabo  fqrrieU  «,•••. 

Cabos ,  .  . 

Trompetas.  .••••• 
Herradorea  soldadoa  de 

piaza,  ,  

Soldados  de  1/  clase.  , 
Soldados  montados.  »  .  , 
Id.  desmontados.  •  •  ,  •  . 
Fixerza  de  nn  escnadron- 
compafiia.  * 


Id.  de  nn  regimiento,  •  • 
Plazaa  montadas  de  plana 


mayor, 

Sirylentes  de  centrata. 

Total  de  un  regimiento. 


1 
5 

1 

16 

4 

4 

10 
63 

35 


159 


556 

6 
6 


568 


Saeldo 


Ra.«p. 


1400 
uoa 

600 

500 

180] 

il50 

95 

&  85 

él20 


61 
61 
i  61 
à  61 


140 

■110 

S6 

30 

10 

8 

5 

5 

7 

5 
5 
5 
5 


20 
28 
20 

2 

20 
20 
20 
20 


Xiiqaido 
meosaal. 


»•. 


12^60. 
990 
564 

470 

16f 
141 

89 

80 

112 

57 

57 
57 
57 


u>. 


I 


J» 
9 
» 

1 

5 

1 
16 

4 

4 
10 
63 


104 
416 


422 


457 


.Plana  may or  de  un  regimiento  de  èahalleria. 


CIA8M. 


Gorooel 

Teniente  corooel 

Major   comandante 

Dos  ÀyQdaotes  niayores  ^.  •  •  • 
Guatro  ÀyuJautes  segnoclos  à.  • 
Un  Gapitaa  cajero.  .  ...  .  •  .  •  . 

Uà  Gapitaa  de  vestoario 

Un  Teniente  habilitado 

Un  Gapellan» • 

Un  Girujano • 

Uo  Mariscai  major 

Dos  mariseales  de  escuadron  é. 

Un    picador •  .  • 

Un  Maestro  de  trompetas.  •  .  . 

Un  Cabo  de  trompetas 

Dos   Forjadores  é »  . 

Uu  Sillero •••••••. 

Un   Armerò*  ..,,.•• 

Un   Sastre.  •  •' > 

Uo    Zapatero 


NoCas, 


Sueldo 
fatelo 
meiuiial 
Rs.  vn/ 


2700 

1800 

1600 

1100 

•500 

1100 

1100 

600 

580 

500 

600 

400 

500 

240 

150 

120 

210 

210 

2ia 

210^ 


De 


Rs.  Alt. 


270 
180 

160 

110 

50 

110 

110 

36 

» 

30 
35 
23 
29 

>4 
8 
7 

12 
12 
12 
12 


Lfqaido 
meoMial. 

Rs.       Ms. 


10 
18 
14 

4 

28 
2 
12 
12 
12 
12 


2450 
1620 
1440 

990 

470 

990 

990 

564 

380 

470 

564 

576; 16 

47020 

225150 

141    6 

112  32 


H 


197 
197 
197 

197 


22 
22 
22 
22 


1.*  Enel  saetdo  qne  se  marca  al  Goronel  va  omof 
prendtda  la  gratificacton  de  560  reales  meosaales  qae 
disfruta  por  razon  de  gastos  de  mando  y  escritorio. 

2.*  £n  cada  regimiento  el  Gapìtao  mas  antiguò  de 
é\  disfi ota  sueldo  fntegro.de  1200  rs.  vn.  almes,ca- 
70  descoento  es  de  120  reales,  qvedàndole  liquidos 
1080  re«ie8  mensuales*    > 


458 


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Refaccion  ó  franquicia. 

Por  reglamento  de  27  de  febrero  de  1806  tiene  man- 
dado  S.  M.  que  desde  corooel  ìoclu&ive  abajo,  é  todos 
ìos  oficìales  y  tropa  de  los'caerpos  de  sos  ejércìtos  ea 
lo8  pQeblos  en  que  residan  de  guarntcion ,  caartel  òtriSa- 
8Ìto,  bien  aeaea  caerpos  <S  partidas,  $e  les  aboQe  la  re- 
faccion de  las  cargrìs  ó  derechos  muiiicipalea  qne  corre<- 
pondeo  é  los  vlver^s  asignados  é  cada  persona ,  qae  soa 
ocfao  ODzas  de  carne  al  dia^dosde  tocino,  tresdeaceì- 
te, medio  cnartitlo  de  vino^nn  octavo  de  cnartillode 
yiuagre,  dos  libras  de  carbon ,  ocbo  oozas  de  pescado^ 
seìs  on^as  de  menestras  de  todaa  clateSf  ocfao  onsas  de 
jabon  al  mes,  y  onartiiiojr  medio  de  aguardieute  en  idem* 

Al  coronei  efectiyo  8e  consideran  siete  personas  ;  al 
teniente  coronei  seis;  al  comandante  cinco;  ai  capita» 
tres;  al  ayndante,  teniente^  snbteniente,  cadete'^  cape^ 
llan  y  cirujano  dos;  al  sargento  primero,  segando,  tam- 
bor  ma^or,  armerò,  picador,  mariscal  y  silTero  nua^  al 
cabo,  soldado,  (ambor,  pffano  y  trompeta  media. 

La  refaccion  se  satisfarà  mensualmente  é  los  cuerpos 
y  tropa  de  gnamicion,  caartel  6  partida,  prorateando  los 
dias  que  no  completen  mes,  y  lt>  mismo  en  las  marchas* 

Por  real  órden  de  25  de  agosto  de  1806  mandiS  S.  M« 
qae  A  los  militares  existenies  en  Madrid. aesiga  ajnstaa-r 
do  j  pagando  ta  franqnicia  por  tesoreria  major,  qniev 
pasaré  el  cargo  à  la  de  la  yiila;  y  la  de  los  otrospaeblos 
y  proYincias  las  recandarin  los  respectivos  intendentes» 

Para  faacer  el  ajostede  refaccion,  se  redncen  las  pia- 
sasdeoficialesj  tropa  al  ni&mero  de  personas,  segun  por 
las  qae  cada  onose  considera;  por  el  total  de  estas  se  vaa 
maltipUcando  las  onzas  de  carne,  tociuo^  aceite,6^c.,  re» 
galando  las  qoe  é  cada  uno  pertenecen  eo  an  mes,  y  vis- 
to por  los  libros  de  aynntamientos,  contadorfas,  asentis* 
tas,  &cc.,  lo  qae  paga  de  derechos  manici pales  cada  libra 
de  carne,  tocino,  &cc. ,  sa  ìmporte  es  la  refaccion  que  se 
debe  abonar  i  la  tropa. 


4^0 

INSTRUCCIONES 

para  que  los  Comandantes  de  partidas  ó  destacamen* 

tos  puedan  desempenar  con  mas  facilidad  y  aderto  lai 

comisiones  que  sus  gefes  les  encarguem 

Art.  1.^  Caando  un  oficiat^sargento  6  cabo  sea  nom- 
fepat^o  para  Sdiìr  mandando  nna  partida  ó  destacamesto, 
pediré  à  su  gefe  las  órdenes  è  instrucciones  retativas  à 
la  coQQtsion  qae  ya  é  deaeinpefiar.  Enteradode  ellas  for- 
mare Qu  recibo  de  la  cantidad  qne  dicfao  gefe  le  haja 
ordenado,  para  atender  à  ìos  gastos  j  aocorro  de  la  tro- 
pa^  el  caai  autorìzado  por  el  major  comandante  j  con 
eì  dése  del  coronel^  presentarà  al  capitan  cajero  para 
que  io  satisfaga. 

2.^  Kecrbird  del  ajadante  la  tropa  qne  debe  Ue- 
Yar  à  aas  órdenes,  y  la  refistarà,  no  permitiendo  con- 
duzcan  eoausmaletas  mas  qoe  lo  preveuido  por  ordejian- 
za;  y  81  notase  qoe  aigun  caballo  no  està  bien  berrado,  j 
cn  estado  de  litil  servicio^  ó  bien  qae  algnn  borobre  se 
presenta  sin  el  aseo  y  pi'opiedad qoe  correspoode,  lo  ha- 
rd presente  à  dicbo  ajndaute  à  fin  de'  qne  pida  so  relego 
del  escnaidron—bom pania  à  qne  pertetiezca,  si  la  misna 
no  remediase  en  el  acto  las  faltas  qne  bnbiese  notado; 
tenlendo  eotendido  qoe  desde  «Imomeritoen  qoe  seeo- 
cargo^de  la  fnerza,  deberdser  é\  aoloresponsablede  to- 
das  las  que  en  adeiante  se  adviertan  eu  ella,  sin  qne  le 
airva  de  discolpa  el  alegar  qne  asi  se  la  entregaron,  à 
menosqne  haga  constar  la  ya  espresada  circonslancia  de 
que  lo  poso  en  conocimiento  del  ayudante,  y  sin  embar- 
go no  se  las  remediaron  ;  eo  cuyo  caso  habré  salvado  sa 
responsabilidad. 

3.^  Reclamare  de  los  escoadrooes-compaiiiaslas  me- 
dtas  filiaciones  de  los  bombres  y  reseiias  de  los  caballos 
qne  mbotan,  con  ci  estado  de  la»  prendas  de  Tcstoario, 


441 

montara  y  armamento,  el  de  sos  cueiitas,  y  trempo  por 
qae  yan  socorrido». 

4*^  Verìficado  todo  lo  dicho,  j  satìsfecho  de  ballar- 
se  so  parttda  corno  cor respoude,  e m prendere  sa  marcha, 
eoidando  od  ella  de  qae  no  se  separé  individao  algono 
de  la  formaciob  sin  sa  periniso;de9poes  de  salir  del  poe« 
blo  mandare,  en  sa  lagar  descanso^  para  qae  la  tropa  y 
caballos  tomen  la  holgara  ycomodìdad  permitida,  y  i  la 
entrada  de  el  del  transito,  6  de  caalesquiera  otros  por  don- 
de pacare,  darà  la  toc,  6  mandare  dar  el  toque  de  ateo- 
cion,  para  qae  vaelyan  à  tornar  sa  precisa  posicioo,  jsa 
coloqaen  en  rigorosa  formacion.  Solo  en  el  caso  de  lla« 
TÌa,  nieve  6  frio  intenso^  y  caando  no  haya  petigro  in* 
mediato,  mandare  poner  las  capas  6  capotes,  precisamen- 
te abrocbados  por  los  corchetes  ó  botones,  con  el  doble 
objeto  de  cobrir  las  armas  y  grapas;no  tolerando  denin* 
gon  modo  el  emboaarse,  paes  la  postura  tf  qae  obliga  el 
emhoeo  perjadica  macbo  i  los  caballos,  y  el  ginete  està 
poco  apto  para  manejar  sos  armas  y  para  ajadar  i  sa 
caballo  en  los  tropiesos  y  resbàlooes,  y  esti  tambien  ea 
dicba  posìcion  mas  propenso  al  saeiio. 

5.^  Sì  el  gefe  de  la  partida  faese  oficial  6  sargento^ 
harà  adelantar  sobrela  marcha  nn  cabo  con  dos  ó  mas 
aoldadosal  paeblo  de  sa  inmediato  triarsito,  qoien  Ueva- 
rà  el  pasaporte,  y  ona  noticia  de  la  fneraa,  para  qae 
con  arreglo  6  ella  haga  el  alojamiento  y  pida  las  racio« 
Dea  qne  necesite;  encargdndole  qae  si  bobiese  en  éì  co* 
mandante  de  armas,  se  presente  primero  i  dicho  gefe 
militar,  para  qae  le  ponga  la  presentacion  y  qiie  se  les 
aloje  y  saministre>  baciéndolo  despnes  i  la  jasticia  pa- 
ra qae  le  facititen  dicbosaoxilios;  y  qae  caaodo  gradde 
debe  llegar  la' parttda,  haga  salir  an  soldado  pie  à  tier« 
ra  fuera  del  paeblo  à  esperarla  y  dtrigirla  donde  correa- 
ponde. 

6.^  Lnego  qae  llegae  al  transito,  se  dirigiré  à  la  poer- 
ta  del  espresado  comandante  de  armas  y  formarà  sa  tro* 
pa  en  ataó  bataltacon  el  fronte  Asaptterta*;  sepresen-. 


442        ■  . 

tare  d  éU  tomari  sas  tfrdenes,  y  cooducirà  la  partida  il 
sìtio  eo  qoe  deba  echar  pie  à  tierra  ;  lea  entregaré  Las  bo- 
ìetas  de  alojamieDto,  qoe  habrà  procorado  esté  hecho 
con  la  major  odìod  posibte  ;  iea  aenalarà  la  bora  j  sitìo 
de  la  órdeo ,  asi  comò  el  qae  debeo  ocupar  en  caso  de  alar- 
ma  ;  eocargaré  à  la  tropa  el  cotdado  j  esmero  con  los 
eabailos,  Umpieza  y  aseo  de  808  armas,  moiitara  j  ro- 
pa^  estraccioo  de  ractones  y  demas;  mandando  ensegàida 
echar  pie  à  tierra,  y  qae  desfìlen  à  508  alojamiento8,los 
qae  ▼isitaré^or  si  y  por  el  «argento  y  cabos,  para  ver 
si  estan  hombres,  caballosf  menages,  mootara  y  arma- 
mento con  el  arreglo  debido  ;  cuìdarà  de  enterar  i  la  par- 
tida,  y  qae  los  individaos  de  està  Io  hagan  à  sos  patro- 
iies,  de  la  casa  en  donde  eaià  alojad^,  para  que  anos  d 
otros  acadan  a  éi  si  tuviesen  algo  qae  esponerle. 

Si  la  comision  tnviese  por  objeto  ir  à  castigar  algan 
pneblo  6  hacer  eo  éì  prisiones,  marcharé  con  la  pre- 
caucion  necesaria;  y  si  é  sa  entrada  advirtiese  algan  al- 
boroto  6  conmocion  qae  paeda  comprometerle,  procn- 
rara  iuformarse  y  se  detendrà  ,  pasando  con  an  paisano 
un  recado  atento  al  sefior  alcalde^  y  comandante  de  armas, 
$t  Io  habie8e>  para  qoe  se  sirvau  avtstarse  con  di,  à  fin 
de  dispoaer  de  mancoman  lo  conveniente  alcumplimiea- 
to  de  so  cometido;  coya  resolacion  sera  siempre  dictada 
eoo  cordata  y  energfa. 

7.^  Para  el  mejor  arreglo  de  sa  tropa  la  dividird  en 
escaadras ,  ca^ros  cabos  responderdn  al  sargento ,  y  este  y 
aqnellos  al  ofictal,  del  órdeo  ^  disciplina,  aseo  y  baen  es- 
tado  en  todos  los  ramos» 

8.^  Ann  .en  los  dias  de  marcha  revistari  siempre  la 
tropa  y  caballos  antes  de  mandar  montar,  para  ver  si 
se  preseotan  con  el  aseo  y  precision  qae  corresponde;y 
en  los  de  descanso  pasaré  alternativamente  revistasdepo* 
licCa,  vestoario,  armamento,  montnra  y  caballos,  dando 
la  òrden  para  elio  la  tarde  ò  noche  anteriore  à  fin  de  qae 
tengan  logar  de  asear  y  limpiar  las  preodas. 

Encargard  d  sai  sabordinados  la  qaietad  y  baena  ar- 


445- 

moDiaque  debeo  obserVar  con  los  paisanos,  y  particalar- 
metile  con  «ns  patrones>  con  quienes  por  conveniencU 
propìa  deben  ser  amableS)  evitando  stempre  entrar  ea 
caestiones  qae  acaioran  I09  énimos;  poedcaalqotera  que- 
jaqae  tnvieren  de  eUos>  deberin  prodnciria  por  ics  eoa*- 
dnctos  de  Ordenanza. 

9.^  Llevaré  una  notici  a  eiia^fa  de  laa  raciones  qne 
de  cada  «specie  estfae  en  los  pneblos^  7  dias  qae  4o  Ter- 
rifica, asi  corno  de  lo  qaO  tenga  una  absoluta  precisioa 
de  saministrar  é  algai\soldado<,  ademas  dei  socorro  dia* 
rio,  para  poder  formar  con  exactitud  los  cargos* 

IO.  Eo  el  dia  1.^  Ae  cada  mes  formare  sus  iistas  de 
revista ,  j  se  presentare  con  clias  al  comisario  de  gner- 
ra  ,  si  io  hobiese  en  el  pueblo  «  y  si  no  à  la  juslicia^  pa- 
ra ques£  las  aatortce  y  se  la  pase  de  presente  (si  asi  io 
exigtese),dQ  las  que,  despues  de  antorizadas^  entregari 
una  al  referido  comisario  6  ìusticia^  otra  conseryarà  ea 
so  poder,  y  otrà  remitiré  por  el  primer  correo,  6  por 
un  ordenanza  (segon  la  distancia  à  que  se  halle  el  re^ 
giuiiento  è  instroccionesque  tenga),  ai  mayor comaqdaa« 
te,  formindolas  con  arreglo  al  modelo  n.^  1.^ 

Por  el  mismo  condacto  remitiré^  y  con  la  fecba  del 
dia  iSltimo  de  cada  me8>  al  apoderado  qae  haya  dejado 
nombrado  antes  de  su  saltda  del  caerpo-,  la  distribacion 
d^  cargo  y  data  del  dinero  qne  haya  ingresado  en  su  poder 
y  somintstrado  enei  mismo,  acompanando  los  cargos  de  in* 
tereses  y  raciones  dentro  de  sns  cor  r  espondi  e  ntes  carpetag 
con  arreglo  à  los  modelos  ndàieros  3,  5,  4i  ^'^  ^9  ?)  ^  y  9* 

li*  Oliando  se  retire  de  algan  destacamento ,  ó  sai* 
ga  con  su  partida'de  pueblo  en  que  haya  permanecido 
algunos  dias,  pedirà  à  la  justicia  certificacion  de  la  con* 
ducta  y  comportamiento  qne  baya  observado  enei;  ca- 
yo  documento  acreditaré  su  porte  ante  los  gefea. 

12.  Si  en  la  marcha  encotitrase  algan  soldado  soelto 
6  con  caballO)  se  enterari  de  si  lleva  su  correspoodiente 
pass  porte  ó  iicencia,  y  en  caso  de  que  carezca  de  docu- 
mento qae  acredite  sa  personal  lo  arrestari  y  entregari 


444  . 

à  la  primera  partìda  qae  baile  de  la  guardia  cWil^  y  ea 
caso  de  qae  no  la  habiese,  lo  bartf  à  la  j^asticia  para  qai 
lo  yerìfiqae,  ó  dispooga  sa  cooduccion  al  caerpo,reco- 
gieado  sa  correspoiidiente  repibo ,  j  dando  parte  de  elio 
al  comandante  general  de  la  provincia* 

Siena pre  qae  ocarra  en  lo8  puebloa  en  donde  se  balla- 
re cualqaier  sa  ceso  de  qae  pueda  resultarle  algan  cargo, 
reclamare  de  la  justicia  el  correspondiente  testìmooio, 
para  pò  de  r  acreditar  su  comportamiento  ante  los  gefef« 

i5«  Gaaodo  conduzca  reclatas  procurarà  se  les  aloje 
lo  mas  inuediato  quesea  posible,  no  tolerari  qne  come— 
tàn  el  menor  desórdeo,  iiispiréudoles  amor  al  serwìcìo^j 
haciéudoles  enteoderqueé  la  tropa  se.sostiene  para  qne 
aea  el  mas  firme  apojo  del  trono  y  de  ias  leyes^  j  la  ^e- 
gnridad  de  los  siibditos;  les  darà  sin  embargo  cierto  en- 
aanche  en  cosas  seucillas,  y  que  no  puedan'comprometer 
la  disciplina,  guardàndoles  la  consideracion debìda  à  gen- 
te visoua  y  poco  versada  en  la  rìgidez  de  la  profestoa 
militar. 

14>  Los  reeìbosque  firmare  de  sumìnistros  los  ha- 
rd con  arreglo  al  modelo  ni^  10;  y  si  la  justicia  le  exi- 
giese  eL  de  babérsele  asiatido  con  el  alojamiento  corres- 
pondiente, lo  estendari  segua  el  n.^  11« 

Sì  fuese  escokando  algooa  persona  é  quiencorrespon- 
dan  honores,  se  los  bara  eoa  arreglo  é  ordenanza,  y  to- 
marà  sus  instrucciones  sobre  la  bora  de  marcbar^  y  de- 
mas  que  le  prevenga. 

15.  Sì  eufermase  algua«aoldado  de  su  destacamento 
en  la  maroha,  lo  dejarà  en  el  bospital  del  primer  pae- 
hip  por  doode  pasare  (si  lo  bubiere),  y  sì  no,  lo  bari  con- 
docìr  en  uu  bagaje  al  del  pueblo  mas  inmediato  en  que  lo 
baya,  eutregéadole  la  baja,8egunel  formulario  n.^  19;  pe- 
ro si  no  bubiese  bospital  à  uaa  distancia  regolar,  y  el 
eo fermo  no  se  ballase  en  disposicion  de  ir  à  éi  còmoda- 
mente, lo  dejari  con  su  media  filiacioa  encargada  à  la 
juafcicia,  potiiéudolo  en  conocimiento  de  los  gefes  del  caer- 
po,  para  que  providencieii  sobre  su  asisteoeiai  le  recoge- 


445 

rè  èl  caballo,  armamento^  montara^  caaaca  y  éascOf  dejéil- 
dole  la  ma) età,  capote  y  ropa  precisa,  que  anotard  al 
respaldo  de  la  baja. 

16.  Si  saoediese  alguna  maerte  repentina  ó  ▼iolentii 
entie  los  iodividaos  de  su  destacamento,  formaràana  Sa- 
maria iuforuiacioDen  averigoacion  dei  becho,  provideiir 
ciando  segan  lo  qae  resuite;  recogeré  el  caballo  y  pren* 
das  del  fioado,  cQ}'a  operactou  coiistàrà  por  dtligeoGia 
estampada  eu  la  suraariavy  qua  firmare  el  patron  d  otre 
iodividuo  de  la  casa  en  donde  estaba  atojado;  dispondri 
qae  se  le  de  sepoltura,  bacieudo  se  practique  antes  ina-» 
peccion  del  cadéver  (si  fuése  oecesario)  por  los  facaltati- 
Tos  del  pueblo^  io  que  pediré  é  la  justicia  por  medio  de 
un  atento  ofició,  daudo  parte  de  todo  al  caerpo,  y  al  co* 
mandante  general  de  la  provincia. 

17.  Sifnese  caballo  ei  qoe  enfermase  en  la  marcila, 
lo  dejarà  en  el  pueblo  conel  soldado  qnelo  monta^  soeor- 
rido  por  algon  tiempo,  y  al  coidado  de  la  justicia,  en-^ 
tregéiidole  la  resena  al  soldado,  y  é  la  justicia  copia 
de  la  media  fìliacion  de  este,  con  el  eocargo  de  qne  se  le 
asista  con  las  correspondientes  raciòoes,  y  tambien  con 
socorros,  si  los  que  le  deja  se  leconcluyesien,  basta  qne  por 
el  regimiento  (àqtiien  deberàaTÌ(iar)se  tome  providencia. 

Si  muriese  alguii  caballo,  debeii  conservar,  para  pre^ 
senta  ria  eti  el  cuerpo,  ia  parte  de  piel  en  qne  està  mar- 
cado  el  bierre;  recogitfudo  certificacion  del  uiariscat  j 
del  alcalde  que  acredite  ci  tuceso,  en  la  que  se  bari  es^. 
presion  de  ia  resenà. 

18*  Si  por  la  tesoreria  der  ejército  se  abonase  pina  al 
destacamento,  formare  su  comandante  à  fin  de  cada  mes 
tripUcaJas  relàciones,  formulario  n.^  15,  las  cnales  fir- 
mari y  remitiri  al  comandante  general  de  la  provincia 
en  que  la  partid»  preste  so  seriricio,  para  qne  se  slrva 
aotorizarlas,  con  cuyos  reqoisitos  las  enviari  al  babiil- 
tado,  i  fio  de  qoe  perciba  su  importe  de  fesorerfa  y  se 
lo  libre,  repartiéodolo  despa€8  é  losinteresados^pero  re- 
leniendo  lo  necesàrio  à  los  qoe  esten  alcanzados  para  qot 

50 


446 
•e  detenpefiefif  6  proTeyeodo  de  algnnas  prendas  i  lot 
qii«  Uà  DecesiteDf  qoe  deberin  ter  compradat  à  ta  pre- 
aencìa,  j  ajostadat  por  ellos  mismos. 

En  algaoos  regimientoa  te  ha  acottambrado  preteoir 
é  lot  comanda Dtet  de  paj-ttdas  remitan  Ut  reUciooes  de 
plotet  al  geU,  cuando  lo  hacen  de  lot  cargo»  y  deinas 
papeUt;  y  eu  el  cuerpo  se  ba  tenldo  e(  cuìdadode  auto* 
rUarUay  percibirtn  iin';orte,  dando  detpuea  iustroccio- 
nea  ilot  quemandan  lot  dettacamentot  tobre  su  infersioo 
j  dUtribacion:  por  lo  tauto  ettos  dltìinot  qaoidarén  i  cu- 
bierto  de  reapoDSdbiltdad,  eoni»altéodolo  eoo  tut  gefea,  si 
ya  no  te  lo  bubiesten  prevenìdo, 

19.  Si  detertaae  algon  ìodÌTidoo  de  ao  parttda,  bari 
por  ti  mismo  averiguacioa,  tanto  eotre  los  demat  sol- 
dadot,  corno  de  lospatronet  en  qoe  eataba  alojado,  acerci 
del  motivo  que  paeda  baber  habidopara  ello^  y  ti  sabee 
6  calcoUn  el  ponto  bacìa  donde  podrà  baberae  dirigi- 
do; reco^eri  el  caballo  qoe  montaba^armaa  y  demat  preo- 
dat  qoe  baj^a  dejado\  y  paaaré  oficio  inmediatameoteéla 
jaaticiaf  acompaiSado  de  la  media  filìacioo  y  nota  del  tra- 

?;e  con  qoe  detertó,  con  Ut  demat  nottcìat  qoe  paedan 
acìlìtar  ta  captara,  à  fin  de  qoe  dicba  aotoridad  remiu 
à  la  mayor  breredtd  lat  requititoriat  qoe  manda  S.  M. 
en  temejantet  caaot.  Tambien  dari  parte  de  la  ocorrencia 
i  tn  mayor  comandante^  y  comandante  general  de  U 
pro¥ÌQcU. 

Conocimientos  ùtiUsy  necesarios^  sohre  el  suminislro  de 
raciones  de  pienso  y  sut  devenguetm 

P.  Co^otot  celeminet  tiene  ona  faoega? 

R*  Doce. 

P.  Guàototcaartillo»  tiene  on  celemìn? 

II.  Co  atro, 

P.  Coéntat  raeionet  tiene  nera  fanega? 

R.  Ocbo. 

P.  De  caénto  te  compone  ana  raotóo? 


447 

R.     De  seis  caartìllo»,  6  celemia  y  Medio. 

P.     Cuàntos  caartìllos  tieoe  unk  fanega? 

R.     Guaireota  j  ocho. 

P.     Cnéntos  qaintos  tiene  do  càartillo? 

R.     Gioco. 

P.     Gaénto  come  ao  caballo,  teoieodo  la  cebadà  por 
el  caatro  ó  por  completo? 

R.     Una  racicD  6  scia  caartillos. 

P.     Y  comiéndola  por   el  qoiolo?  ^ 

R.     Guatro  caartillos  j  cuatro  qaiotos. 

P,  Goénto  devenga  un  caballo  en  treiuta  dias,  comieo- 
do  la  cebada  por  el  quinto? 

R.  Treiuta  cuartilloa  y  treiota  quiotos^  que  haccn^uè- 
Te  celemines. 

P.  Gómo  sabremot  lo  que  devengau  los  caballos  de 
una  partida  en  un  mes,  tenieodo  en  ella  eutradas  j  sali- 
das,  j  comieodo  la  cebada  por  el  quinto? 

R.  Fórmese  la  cuenta  en  la  diaposicion  que  ae  ina« 
nifiesta. 

Diat.        CdMlIof.      Pro^Mlot.  Dìm. 


Exutencia.M     1.        60.        660.        16.       4«lc^yj^g, 
Eotradaa 12.  P         «#«         o/        ni 


660. 

16. 

540- 

24. 

512. 

454. 

:!' 


1946. 

Y  dire  :  el  primer  dia  tiene  seaenta  caballoa  /  siq  haber 
tenido  alta  ni  baja  basta  el  doce  2  mulliplicaré  sesenta 
por  doce,  y  producto  seri  el  ndinero  de  ractones  que 
bau  comido;  pero  para  mayor  clarKlad  mtt  Iti  plica  ré 
por  once,  y  anadiendo  é  los  aeienta  los  ocbo  que  èn- 
traron  el  dia  doce,  multi plicaré  por  lo<  diaa  que  bay 
deade  doce  é  dies  y  seis,  que  fue  el  inntediato.  en  que 
bubo  novedad,  inclnyendó  el  doce  por  no  baberlo  be- 
cbo  antes,  y  el  dies  y  seis  porqne  à  los  cabaUos  se  les 
aboua  au  racion  el  dia  qne  salen  6  mneren;  y  se  diri: 


448 

ocbo  csballos  qae  entraron  el  dia  doce,  afiadidos  à  los 
seseoUi  sod  sesenta  y  ocho,  que  moltiplicare  por  eia- 
co  qae  soo  los  dias  qae  van  desde  doce  à  diez  y  seis^ 
aiendo  el  prodocto  trescìentoa  coareiita;  y  sigui<'Ddo  la 
regia  dire:  el  dia  diez  y  seis  saiieron  contro,  qae  res- 
tados  de  los  aesenta  y  ochOf  soo  sesenta  y  coatro  qae 
ÌQTe  basta  el  veiate  j  coatro  inclu.NiTe;  despoes  diié: 
da  diez  y  seis  esclusive,  por  eatar  ja  contado,  basta 
Teinte  y  caatro  inclasive  van  ocbof  que  inoltìplicadoi 
por  sesenta  y  caatro,  son  qaioieutos  doce.  Ulttinam«n- 
te  dire:  el  dia  veìnté  y  coatro  saiieron  dos,  qae  re^ta- 
dos  de  los  sesenta  y  coatro  que  tenia,  qaedan  aeseoti 
y  4|08;  estos  los  tare  basta  el  treiata  y  uno  inclasive, 
por  lo  que  dird:  de  yeinte  y  castro  esclusive  por  estar 
ja  contado,  basta  treiota  y  ano  yan  aiete,  que  malti- 
plicados  por  aesenta  y  dos  soo  cuatrocientos  treinta  j 
caatro:  becbo  esto,  se  aomar^n  estas  cantidades  6  pro- 
dactos  parciales,  y  la  suma  total  mit  novecientos  cua- 
renta  y  seis  serdn  ias  raciooes  que  dt^bieron  corner;  pero 
comò  Ias  comieron  por  el  qainto,  se  sacarà  este  ,  par- 
tiendo  la  soma  dicba  por  ciuco. 

P.     Còrno  sabremos  si  la  operacion  està  bien  hecba? 

R.  Como  està  regia  no  tiene  prueba  /  se  bari  por 
otro  medio,  pòniendo  el  mismo  ejemplo;  y  becba  U 
cuenta  de  otro  modo,  se  confrontare  una  suma  ó  resol- 
tado  coD  otro,  y  sieado  iguales,  diremos  que  la  opera- 
cioa  està  bien  hecba. 


Diaf.        CaUlIo*.         Pmdasto*.  Dim.      GtUlUh 


Existenci»..     !• 

€0. 

1674. 

16. 

EntradM....  IS. 

8. 

160. 
64. 
48. 

24. 

ti 


Salìdas. 


1946. 
Para  faaeerla' de  eate  modo,dtfd:  el  dia  dies  y  tela  .sa- 


44? 

licrou  cuatro  cabaìlos,  j  dos  el  telnte  y  cuatro  ton  feis, 
qae  es  meoester  restarlo»  de  sesenta,  por  lo  qoe  qaedan 
cincueota  y  cnatro  :  Ics  que  se  multi pllcarén  por  todos 
Ics  dias  del  mes,  por  haber  restado  laj*  salidas,  y  el  pro- 
docto  sera  imi  seiscieutos  sesenta  y  coatro.  Luego  dire': 
el  dia  doce  eutraron  ocbo:  fstos  los  tu?e  basta  fin  del 
nif's,  que  uon  vciute  di^s,  por  conUrse  cJ  doce,  y  asi 
multi  piicaré  Tfiiite  por  ocbo  que  son  cientoseseuta.  En 
ìas  saliJasdiremos:  el  dia  diez  y  sein  S'fberon  cuatro;  estos 
los  luve  diex  y  seis  dias,  se  mullipiicardn  die»  y  sei» 
por  cnatro  que  daràn  s^seuta  y  cuatro.  UltiinameDte  di» 
ìé:  el  dia  veinte  y  coatro  salieron  dos;  moltiplicare  es- 
dos  por  los  veiute  y  oaatro  di'as  qoe  los  ture ,  y  me  da- 
rdo cuareota  y  ocbo.  Samare  todas  estas  cantidades,  y  la 
fama  total  serA  mil  noTecieotos  cuareota  y  seis,  qoe  se 
ve  ser  igual  é  la  anterior  s  por  lo  qoe  se  podrà  crear  que  la 
operacioii  esté  bueoa. 

P.  Despoes  de  sacado  el  quinto  à  las  racioneSi  qué 
sefiala  el  cociente? 

H.  Las  qoe  bau  devengado ,  qoe  se  redaciràn  à  me- 
dida  cooocida,  corno  es  la  fanega. 

PaBClOS  D8  CÀRB08  T  BAOÀOlS  POa  CADA  IBGVA. 

Por  cada  carro  de  seis  molas,  qae  cargae 

ochenta  arrobas.  •  • ,  •  ,  ^  •  .  •     10  17 

Por  el  de  cuatro  mulas,  qoe  cargue  sesenta 

arrobas ,.....••,..»        7  17 

Por  el  de  dos  mulas,  que  cargue  treiota  ar- 
robas  ,.,.••  9  «...  •       4      ^7 

por  cada  bagaje  mayor ,  que  cargue  die* 

arrobas,   ó  de   montar»  ,  .  .  t  •  •  •  r  •  r  •        1  17 

Por  cada  bagaje  meoor,  que  si  es  dq  carga 

lleyarà  siete    arrobas.  .  .  •  •  .  t 1         a 

Nota.     £1  equipage  que  marcba  en  carros  ó  galera* 

debe  regularse  à  cnatro  y  medio  maraTcdis  por  arroba 


450  ; 

j  legna  )  y  no  se  han  de  llevar  mas  qae  fas  qae  se  espre- 
aàn  *y  pero  podrà  cobced^rsele  al  dueno  el  qne  Ueye  mii 
81  le  acomodase  porqne  (u  ganado  paeda.  Regalarmente 
sé  aamenta  un  bagaje  major  por  el  carro  en  qoe  mar- 
cba  el  equi  page,  queeslo  qae  arriba  se  ha  hecho,  esto  es, 
si  son  «eis  mutas  se  pagso  siete. 

PESO  Y  MEDIO  A  DE  LAS  RACIONES. 

La  racion  de  pan  diaria  sod  24  onzas  castellanas. 
La  de  cebada  celemin  j  medio  castellano. 
La  de  paja  media  arroba  castellana. 

UTENSIUOS. 

Pairai  cada  ca torce  hombrea  ae  pasa  Ofia  iimpara:  eo 
if^vierap  con  coatro  ona^asde  aceite  diarias  y  en  el  Te- 
rano  con  tres. 

Para  cada  catorce  caballos  ona  Unipara:  en  invteroo 
cioco  onzas  y  en  yerano  cuatro. 

Las  léroparas  de  las  guardias  se  repntan  corno  las  de 
cabatlerÌEas. 

Cada  hombre  tiene  libra  y  media  de  lefia  diaria,  y  eo 
so  defecto  la  mitad  de  carbon. 

En  el  invierno  tìenen  las  guardias  lena;  el  oficial  dos 
arrobas,  y  la  gnardia  qae  no  pase  de  qoince  hombro 
coarenta  lìbras. 

CONDUCCION  DE  CONVOYES. 

En  la  marcba  y  cónJacdion  de  nn  coovoy  pneden  ocor* 
rir  yarios  casos,  por  lo  tanto  no  es  facìl  dar  para  cada 
uno  reglas  patticnlaresìmas  el  tino,  inteligeocia  y  valor  del 
gefe  de  la  escolta  sabrà  aplicar,  segno  aquellos  se  va- 
yan  sucediendo,  los  medios  qne  so  prudencia  le  sagi^ra 
para  salvarle,  sirviéndole  de  regia  general  las  instroccio- 
neà  sjguientes. 

Art*  1.^     El  oficial  qoe  mande  la  escolta  formari  ao- 


451 

tes  eie  ponerae  en  marcha  una  noticia  de  los  carrnaget  y 
acémilas  que  lleTa  eo  sa  cooToy;  peèiri  al  gefe  que  le 
destaca  las  infttruccìooet  (si  es  posìble  por  esento)  qoe 
tenga  à  bien  comunicarle.  Se  eoteraré  circonstanciada- 
mente  de  la  ctase  de  caminos  por  doode  tenga  qoe  traa«» 
sitar,  las  difìcuUades  qae  estos  paedeo  ofrecerle^  j  re- 
corsoi  coti  qut»  cuente  para  vencerlas. 

R**vistarà  el  estado  de  set? icio  eo  qoe  se  hallan  los 
carruajés,  cuidaodo  Tajao  cargados  eo  órdeo,  para  qoe 
no  se  de>balijen,  y  evitar  deteocioues,  h&cieado  aumen- 
tar eu  los  que  Ueven  mucha  carga  algnoas  bestias  de 
tiro. 

S.^  Reservarà  (particolarmente  eo  campana  6  paia 
enemigo)  el  dia  y  bora  sefialados  para  la  marcba,  anti- 
cipandolo siempre  éloqne  el  piiblico  haja  creido.  Inom- 
brare .un  gefe  de  Taaguardia  y  otro  de  retagoardia  con 
SOS  correspondientes  partidas,  instroyéndoles  del  ponto 
adonde  se  dirigen:  el  de  vaogoardia  destacarà  é  de^eoba 
é  ijsquierda,  y  al  frente  si  el  terreno  ea  montuoso  y  de 
arboleda,  tres  peqoefias  partidas,  eoo  el  pombre  de  es- 
ploradores,qaereconocer4u  los  boaqnes,  alto  ras,  lug>ire8 
y  casas  del  irente  y  flancos  qoe  se  vayaa  encontrando 
sobre  la  marcbn,  perosinéapooerse  à  ser  cortadas  nien» 
Yuelt^fi;  estas  daréo  pronto  avUo  por  ordenaosas  monta- 
das  à  dicbo  gefe  de  yauguardia,  de  coalquiera  oovedad 
que  notareo,  para  que  este  lo  ponga  ea  coaocimieuto  del 
comandante  del  convoj.    . 

£1  que  tnaude  la  retagoardia  marcbariigualmente  con 
la  precauci<»u  debida,  bacit^ndo  recojiocer  todo  Io  qoe  é 
sus  iomediacion^s  pueda  iufundirle  sospecbas  por  si  i  laTan- 
guardia  se  le  bubiese  oooltado  -alguna  fuerza  enemiga  ó 
emb  scada,  cuidando  con  frecuencia  de  obaervar  si  se 
descuhreo  bultos  ó  poUo,  y  eoteraise  de  la  caUBa  qoe  lo 
motita,  sin  perder  de  vi^ta  la  marcba  del  coovoj,  y  co- 
monicaudo  igoalmente  à  su  gefe  eoo  pontoalidad  los  re* 
suitados  de  las  observaciones  qoe  bega. 

5.^    Sobre  los  coslados  colocari  algooos  soldadoa  qne 


453 
se  eocargaao  de  obligar  à  lot  carreteros  y  ronleros  i  mar> 
char  onidos,  aio   permitirlea  altos  ni  detencionea ,  pace 
oaando  debio  hacerse  se  preveodrà  por  el  gefe. 

£i  resto  de  la  escolta  ledivìdiré  en  d€>8  8ecGÌODes,  mar- 
oliADfto  !<«  mas  crecida  si  la  cabez^  delconvoy,  cujo  mao- 
do  ìiim<'diato  le  reseryari  para  si  el  comandante  ,  atn 
perjuicio  de  ^er  y  recorrer  à  mrnndoel  todo  àéi  coitvojr 
con  Qua  ó  dos  ordenanzas  montadaa,  dejando  en  estas 
cortas  aasfncias  encargada  au  aeccioa  à  uo  oficialque  al 
efecto  ire  destinado  eo  ella. 

La  otra  aeccion  de  ineoos  (aerr.a  roarcbaréen  el  centro 
d  en  el  flancomaaespnebto^  à  corta  dUtancia  j  ^  la  altura 
de  dìcbo  centro,  encargabdo  el  mando  de  ella  é  su  se- 
gnudo  4:on  la  denornioacion^e  reserva,  siendo  an  pr in- 
capai òbjeto  acodir  con  celerìdad  à  proteger  el  punto 
atacado  ó  amenezado  porelenemigo,  aegun  lo  exijan  las 
eireanstanciaa. 

4«^  Cuiitido  se  rompa  6  d(>8Componga  algan  carro  qae 
oo  sea  fócil  habilitar  en  el  aoto ,  harà  se  reparta  sa  car- 
ga  entre  los  dpoias  qne  no  vayao  muy  aobrecargados,  sin 
qae  sirva  de  obstéculo  la  repuguaocia  de  los  carmajeros, 
à  qateiies  se  obligaré  à  bacarlo,  destinando  las  acéuiilas 
del  descompoeato  A  los  carruajes  qqe  lleven  el  gaoado 
mas  endeble. 

Si  el  convoy  faese  de  póUora  6  parrte  de  él,  irin  oni- 
dos todos  los  carros  ó  ac^mìlas  que  la  coodnzcao,  no  per- 
mitieodo  à  los  soldados  ni  paisanosqne  vayan  à  sus  inine* 
diacionea  el  que  fameo,  Guidando  de  providenciar  lo  con* 
veniente  al  paso  por  los  pueblos,  asi  corno  el  que  se 
apaguen  los  fiie^os  ò  lumbres  qne  se  encueutren  sobre 
la  marcb^^  y  à  distancia  que  pueda  haber  algon  peligro. 

5.^  Si  bubiese  que  pasar  un  camino  liondo  ó  destila- 
dero,  cnidarà  el  gete  de  no  entrar  en  ellos  sin  qne  con 
la  antìcipacion  debida  se  hayan  reconocìdo  y  apostado^ 
eo  las  alturas  que  paedan  iavorecer  su  marcha,  partidas 
qne  la  protejaO)  y  ea  cuyas  posiciones  perroaneceran 
naata  qae  el  conyoy  baya  pasado;  marobando  en  segni- 


455 
da  à  fetagaardla  para  renoirse  à  éìy  j  cotocarse  en  sua 
puestos  luego  qoe  les  sea  posìbie. 

Si  tùviere  precìsion  de  haccr  noclieen  el  campo ,  elc- 
girà  el  parage  mas  à  pronósito,  reunìendo  el  convoy  y 
colocéndòle  de  modo  (|ue  la  itifanteiia  puecla  parapetar-- 
86  si  fuese  oecesario,  y  dirigir  con  utiiidad  susfutgos; 
cubriré  las  avenidasy  tornare  caantas  precaucìoiies  sean 
npcesarias  para  su  se^uridad  ,  reconociéndolo  todo  por 
si  mhiu(ì  acomp^fiad»  de  sa  segnndo,  con  el  fin  deque  paeda 
advertirte  de  algnua  cireuDstaiicia  que  tal  vez  no  haya 
previsto;  pero  esto  no  le  relevaré  de  modo  algono  de 
la  responsabilidad  qoe  tiene  sobre  el  todo  del  couvoy 
corno  gefe  de  su  escolta. 

6.^  A  la  cabeza  de  dichoconvoy  marcbaràn  los  car- 
raagcs  qne  conduzoan  los  objetos  mas  interesantes,  co- 
rno armas,  mnnìcioues  de  guerra,  ▼(▼eres,  vcstoario  y 
equipo;  concloyendo  por  los  que  lievan  lacargadema- 
nos  valor. 

Las  acémilas  marchardn  en  aoa,  dos  6  tres  biteraf) 
aegnn  lo  permita  el  camìbo,  y  de  Jiingnii  modo  à  dis- 
creclon  ni  amontonadiis,  disponiéodolo  de  suerte  qne 
cada  dos,  6  é  lo  mas  tres,  Ueveti  un  condoctor. 

7«^  En  los  paist>8  Itsoos  6  poco  qqebrados  Decesi- 
tao  los  couvoyes  peqoena  dotacion  deiufanteria ,  y  aon 
bastare  en  algunos  la  cabalteiia  sola  para  escoltarlps; 
pero  eo  los  mootoosoa,  qaebrados  y  de  desfiiaderos  ne» 
cesitaa  llevar  mayor  ndmero  de  infanteria,  y  aun  zapa* 
dores,  6  en  sa  defecto  trabajadoresdel  pats^  por  ai  ba- 
hiese  precision  de  allanar  ó  despejar  algunos  trozos  de 
camino  qoe  el  enemigo  baya  iuutilizado. 

8.^  Regolarmente  los  conToyes  se  yen  atacados  da* 
rante  el  paso  de  los  desfiiaderos;  por  lo  tanto,  si  en  es- 
te  caso  se  presentase  el  eoemìgo  é  incomodarle  por  re- 
tngoardia,  cootiooaré  el  couvoy  su  marcba  basta  hdl)er 
aalido  de  éi,  caya  operacion  protegerà  vigorosamente  la 
retagoardia  relbrzada,  baciandole  despoes  aceìerar  la 
roarcha  caanto  sea  posible  sostenida  por  la  faerza  qne 


454  .         . 

Bn  tifatine  à  ejecQ Urlo,  con  raaniobra»  por  escalooes  j 
cargas  de  cabalieria ,  para  io  cuai  solo  se  hi»brà  dejado 
una  ppqoena  Tdogaardia. 

Guando  es  atac<«cla  la  cabeza  de  odcodtoj  en  un  d^s* 
filadero^  se  abiiré  paso  en  él  à  toda  costa,  cargaodo 
al  enf^iiiigo  cou  iuirepidez  y  aceleraodo  igualmente  so 
marcia. 

9.^  Por  ona'regla  jgeneral  deberj  aìempre  atacarse 
co»  reaolucìon  y  yAot  para  conteo^r  iì  eneroigO)  à 
menoa  que  este  se  presente  con  fuerzas  inny  superieresy 
cu  cuyo  caso  ateuderi  el  comandante  de  la  ascolta  con 
preierencìa  é  dos  objetos,  à  saber,  el  uno,  hacer  des* 
Blar  répìdaxnente  el  con?oj  con  la  iuersa  suficiente  pa* 
ra  lograrlo  ,  y  el  otro-  presentarle  toda  la  fuerza  de  qoe 
pueda  dìnponer^  con  sa  reserva  A  la  vi^^ta  para  conte- 
nerle, dandole  sobre  la  ruarcha  eo  retirada  cargas  deci- 
sivas  y  desesperadas,  sostenidas  por  dicha  reserva,  aan- 
que  sin  persegnirlo  demasiado,  y  eigieudo  sumpre  à  la 
vista  y   el  rumbo  del  conyoy. 

10.  Por  ultimo,  sì  por  la  reunìonde  circunstanciasoo 
pndiese  el  coovoy  seguir  so  marcha  en  la  direccion  qoe 
Uevaba,  y  tuviese  proporcion  de  tornar  otra qoe  losalvc^ 
lo  ejecutarà  à  toda  c<>sta,  basta  a&egurar  el  mejor  resul- 
tado  posibte, 

Téngase  presente  qoe  la  escolta  de  un  coovoy  do  debe 
jamas  perseguir  é  mucha  distaucia  al  enemi^o,  poes  pò- 
dria  Gàer  en  una  emboscada,  ni  empenarse  demasìado  en 
un  combate,  no  olvidando  qne  su  roision  principai  no  et 
la  de  batirse,  y  si  la  de  aairario  y  defenderto  con  tì- 
^or  j  bica  r  ria  ;  eu  tendi  (ondose  qne  el  gefe  .d  oficìal  qne 
U  baja  iogrado  babrà  ilenado  sus  deberes, 

Reglas  (f(ie  dàben  obsen^arse  en  la  marcha  de  las  tro* 
.j}as.i=9Qrdenanza  del  ejércUo^  trat.  6.^,  tÙ.  15. 

Art.  l.  Cuando  mìs  tropas  de  infanleria  j  caballeria 
bubiérende  maicharde  una  éotra  proyincia,  dariei  ca- 


455 
pUan  6  comandante  general  de  aqnelU  en  qoe  sirya  el 
cnerpo  que  se  mueve,  un  itinerario  i  su  coronel  6  coniiaQ* 
dante,  con  espresiop  de  ios  trénsitos  que  en  su  ruta  ha 
de  seguir,  senalando.  Ios  en  qne  debe'  hacer  noche,  y  Ios 
que  destina  para  d»scanso,  con  la  demarcacion  de  Icguas 
qne  distàn  uno»  pueblos  de  ptros,  para  que  con  arieglo  é 
està  dcclaracion  se  satiittagan  por  el  cnerpo  Ios  bagages 
mayores  y  menores  f|uecada  pueblo  le  suminititie, 

2.  Luego  qnéel  capitan  ó  conaandaute  general  haja 
arreglado  Ios  itinerarios  basta  el  trànsito  que  en  la  ruta 
sea  confili  de  su  provincia ,  con  aquella  à  que  el  cuerpo 
que  marcha  lleva  su  debtiuo,  ó  hubieie  de  transitar  para 
él,  escribiré  al  capitan  general  de  las  otras^  inclMyéndole 
nna  copia  del  rcferido  itinerario,  para  que  remitan  otro 
con  anticipacion  al  trànsito  tiltimo  de  su  provincia  res'» 
pectina,  y  primer'o  para  entrar  en  ella  el  regimiento  que 
marcila,  especificando  Ics  tréositos  por  donde  debe  enca- 
minarse  é  la  gnarnicìon  6  cuartel  à  que  se  dirigiere,  bas- 
ta el  coufin  de  la  otra  si  continnase,  cuyo  itinerario,  lue* 
go  que  llegoe  à  manos  de  la  justicia  del  pueblo  confinan- 
te, se  detendré  alli,  para  que  adelanténdpse  un  oficial  del 
cuerpo  que  ha  de  entrar,  se  h«aga  cargo  de  él  y  lo  reciba 
para  su  uso  sucesifo  en  tiénsitos  y  alojamientos:  bien  en- 
tendido,  qoesi  por^sabualidad  no  estuTiese  pronto  el  pasa* 
porte  rcMpectivoA  aquella  provincia,  no  por  eso  se  ha  de 
detenere!  cuerpo,  pues  en  yirtud  del  que  traiga  primero 
se  le  ha  d3  dar  cumplimientopor  las  justicias  en  ciianto 
ocnrra,  para  qne  mi  servicio  no  se  atrase:  y  én  este  caso, 
asi  el  que  mandare  el  cnerpo  corno  la  justicia  del  pue* 
blo,  darin  cuenta  por  escrito  al  capitan  general  de  no 
haberse  hallado  su  pasaporte  en  aqueHngreso. 

5.  El  intendente  de  la  provincia  de  que  sale  el  cuer- 
po pasaré  al  de  aquella  i  qne  lleva  su  destino  el  aviso  que 
corresponde  de  la  forma  y  tieinpo  por  que  va  socorrido; 
y  Ios  directores  6  proveedores  de  viveres  de  arnbaa  pro- 
yincias  recibirin  de  sns  respectiyos  intendentts  U  órden 
de  que  atieudao  é  que  las  tropas  ballen  en   so   trànsito 


456 
la  asistencia  de  lo  qae  deben  proyeer,  cn  la  forma  y  por 
Us  reglas  que  en  la  iastruccion  de  inlendenles  se  prescribe. 

4.  Los  desórdenes  que  se  comelìerjjn  por  las  Iropai 
cu  hs  marchas  ó  trénsitos  qae  hiciereo,  sepigarin  é  cos- 
ta de!  cuerpo  deqae  fuereo,  y  el  comaudaiite  impondrà 
al  qne  se  ver  ifiqtie  delincuente  la  pena  que  le  corrf  sponda, 
bieu  entendido,  que  sì  el  dano  procediese  de  oficiales,  lo 
ba  de  desemholsar  el  coerpo  à  coeuta  de  sus  pagas  sin  la 
ineiior  dilacioo,  y  sì  provuiiese  de  esceso  de  los  «»oldado8, 
lo  ha  de  sup'ir  desde  luego  ìgnalmeiite,  y  cnaodo  el  sol- 
dalo  no  tuviese  de  qu<*,  ha  de  ser  de  cuenla  de  los  oficia- 
les y  sargentos  de  aquella  coinpafiia  qoe  no  estuviesen 
ausetites,  é  prorateo  s-gun  proporcion  de  sns  sueldos. 

5.  La  retaguardia  de  todo  cuerpo  qoe  marche  nt 
de  cabrirla  la  guardia  de  pre-veucioo,  y  e»  la  caballerii 
mia  partida  de  uu  sabdlteroo  con  un  soldado  por  compi- 
nia,  cornprendido  el  cabo. 

6.  Si  el  pa  blo  en  qoe  ha  de  entrar  nn  regìmiento 
de  infanterìa  faese  plaza  de  armas  ó  lugar  donde  baja 
tropa,  observarà  la  mayor  forinalidad,  aouque  se  pcrini- 
te  à  los  oficiales  el  ir  é  cablilo,  à  escepcion  de  coando  cn- 
tren  eo  la  plf»z<  donde  haya  de  residir  ó  logar  donde  se 
halle  el  gefe  de  la  proyiiicia;  pues  entonces  deberio  to- 
dos  poner  pie  é  lierra,  menos  los  gefes  y  ayadantes  qae 
seguiràn  moutados  con  e8pa<la  en  mano. 

7.  Ea  el  Olismo  caso  que  espresa  el  articolo  antece- 
dente deberào  los  regìmientos  de  caballerìa  marcbar  cn 
hnen  órden  con  el  frente  que  el  terreno  pernaitiese:  los 
de  cabUteriacon  espada  ea  roano,  y  los  trompetas  locan- 
do marcha. 

8.  T«>tlos  los  oficiales  de  caballerìa  marcbaràa  eo  «ns 
paestosesp%da  en  mano,  é  escepcion  de  los  de  la  plana 
mayor,  de  los  cu^les  el  coronel  y  tenieole  corooel  la  to- 
mar^n  siempre  que  pasen  por  delante  de  tropa  qae  lie- 
ve banderas  6  estandartes  y  de  oficiales  generales,  J 
t:\mbiea  coaudo  pasen  por  delaate  de  los  gobernadoreé 
ó  connandantes  de  las  plazas. 


^457 

9.  El  regimiento  se  dirigiri  al  parage  senalado  para 
hacer  la  foroiacioa;  y  ejecatafla  se  Uevaria  las  baitderas 
6  estandartes  à  casa  del  oficial  qtie  maudeel  cut}rpo(8Ì  uo 
hubìere  cuartel)  cod  U  forrnalidad  y  escolta. preveoida. 

10.  Goo  dtiStinoi  la  casa  de!  comandante  del  cuerpo, 
siernpre  que  (por  falta  de  cuartel)  estuTÌereii  eu  ella  laa 
baoderas  6  estandartes,  se  uombrarà  para  su  custodia 
uoa  guardia  compuesta  de  on  cabo  y  coatro  bombres, 

11.  La  guardia  de  preveocioo  se  estabieceri  luego 
qae  llegueeii  el  parage  que  baja  senalado  el  oficial  de 
alojaniìeoto:  quiea  bari  fijar  alli  aa  cartel  que  itidique 
las  casas  en  que  se  atoj-in  los  tresgefes,  el  capellan  y  ci- 
ruj'aoo,  y  no  arancel  que  sanale  los  precios  de  ios  vivereSf 
provenendo  con  anticipacioDen  la  camiceria,  taberua  y 
puestos  eo  qae-ae  vendep,  salvaguardias  que  evitea  todo 
desórden,  precediendoel  baber  requeridcf  i  las  josticias 
para  que  por  baodo  intiinen  que  oo  se  altere  ei  precio 
cernente  de  los  comestibies. 

ì2.  £1  oficial  comandante  de  la  guardia  de  preven- 
cion  cuidari  de  destinar  patrulUs  que  rondeu  de  dia  y  de 
noche  por  laa  calles,  para  evitar  todo  esceso,  y  observar 
las  demas  órdeues  que  le  comuniqoeel  gefe  del  regimieu- 
to,  para  seguridad  de  la  quietud  del  pueblo  y  coaserva- 
cion  de  la  disciplina* 

15.  La  partida  de  caballeria  ejecntarà  lo  uiismct,  Gui- 
dando los  fioldados  de  acomodar  con  la  major  brevedad 
8US  caballos  para  volverse  à  juntar  eo  la  plaza,  de  la  que 
no  se  apartarà  el  oficial)  y  dispondri  en  punto  de  ceotir 
nelasj  patroUaa  lo  que  en  el  articnlo  antecedente  se  ba 
preveuido  para  el  mismo  fin  del  sosiego  del  lugar  y  dis- 
ciplina de  la  tropa* 

14*  Siernpre  que  por  parte  del  sfudico  proeurador 
general  ó  cnalqoiera  otro  individuo  del  ayuntamieuto  se 
ocnrriere  al  comandante  de  la  trcpa,  para  pedirle  auxi- 
lio  de  algona  que  le  acompafie  al  registro  y  allanamieoto 
de  una  ò  mas  casas ,  en  que  toviere  sospechas  de  estar 
qculto  aigtiu  d^sertor^ae  le  dari  inmedìatameiite;  y  si  se 


458 
encontrare,  se  le  impondrà  al  eocnbridor  la  pena  aefia* 
lada  à  este  deltto,  releTando  al  coman  del  estado  llano  de 
aqael  paeblo  j  ios  comarcanos,  del   cargo  que   debìaD 
padecer  por  ios  qae  asi  se  descnbrieren. 

15.  Sì  se  verificiire  baberse  refugìadoà  sagrado  el  de- 
sertor  por  caya  fdiUa  se  imponga  el  cargo  sefiatado  à  Los 
piieblos,  se  les  relevarà  de  que  coiitribuyaD  con  sa  coa- 
ti ogeo  te  ,j  se  procedere  à  la  estracciou  del  reo  con  la  caa- 
cioii  correspoudieote. 

Regia  (/uè  ha  de  seguirse  en  el  alojamìento  de  las  tro- 
pas  Quando  m arche n.^=»Ordenanza  del  ejército^  trota" 
do  6.^,  tit.  14. 

jért*  l.  Eael  dia  antecedente  al  sefiaUdo  para  mar- 
cbar  un  regimiènto^  6  eoo  laanticipacioa  que  la  precìsioa 
de  su  luovimiento  permitiere,  dispondré  elcoronel  ó  co- 
mandante que  se  adelaote  un  ofictat  con  dos  soldadoa  por 
compafiia  al  lugar  donde  hobieré  de  bacer  trànsito.  Ile* 
Tando  el  itinerario  ii  orden  que  turierei  y  un  estado  de 
Ios  oficiales  y  tropa  del  regiiniento  para  prevenir  el  alo- 
jamieoto  y  lo  demas  qae  fuere  necesario.  Reconocerà  la 
plaza  donde  baya  de  formar,  y  para  la  caballeria  veri 
por  si  mismo  las  cabaUerisas,  bebederos  para  ios  caba- 
lioS)  y  coaoto  conduce  à  sa  asistencia  para  qne  e^té  lim- 
pio,  prevroieudo  à  las  justìcias  que  si  àlguu  soldado  co« 
metiere  de^órdeo,  sedè  atiao  pronto  é  la  guardia  depre- 
vencioa ,  para  aprebenderlo  y  castigarlo. 

2.  En  el  alojamieato  debe  eotenderse  la  obligacion  de 
proveer  una  oama  para  cada  dos  aoldados ,  compoeata  da 
gergon  ó  colcbon,  cabezal,  manta  y  dossibanas,  y  para 
Joj  sargentos  con  colcbon  precisamente ,  loz ,  aceite,  vi- 
nagre  y  lefia^  ó  lugar  à  la  lumbre  para  gotsar. 

5.  Para  qne  en  el  punto  de  atoj^miiento  se  observe  voa 
oportnna  regia  fija,.que  asegtireà  mis  tropas  y  oficiales 
la  posible  comiidìdad  en  Ios  trénsifos  de  tua  marcbaa ,  j 
«»TÌte  àlo8  poèblòa  la  Tejacióii  que  svele  ocasiooarlea  la 


459 
coDsideracion  con  qae  los  Tecioos  solren  està  carga  >  arde- 
no  qoe  los  alojaiiiientos  se  repartan  en  las  ca&as  de  la  eia- 
se  dei  eatadoilano  que  tengaa  l^s  precisas  convenieucias 
para  las  p^rsoDas  destioadasd  etlas:  j  si  estas  no  bastareti, 
se  complet^tré  con  tasde  losesceptuados  por  dependientes 
detribuuales,  reotas  dotros  matìviiS,  y  despuescoii  las  de 
los  hidalgos^el  ndniero  ^e  ias  qoe  se  uecesitaren;  pero  si 
Doas  y  otras  de  e^itas  clases  destinadas  i  este  fìii  bo  aicau* 
zareu  ,  pasarin  las  justiciassnofìcio  é  los  eclesiésticos  para 
qoe  admitaDeo  sus  casas  el  alojamieiito,  siempre  que  la^ 
habitea  comò  daenos  propios  de  ellas;  mas  si  estuvieseti 
con  padre  6  parieote  obligado  é  este  servicio,  eo  oingan 
caso  se  enh'enda  qne  puede  seryir  defXencioD  el  domiciUo 
casual  del  eclesiéstica;  paes  soia  mente  con  ellos  ,  sieudo 
Dotoriamenteinquilinos  de  la  casa  que  babiten,  se  ha  de  ob- 
servar  la  escepcion  basta  no  haberel  recurso de  otras;  y 
cuando  htibiero  resisteDcia,  deberéel  ofìcial  comi&ionado 
hacer  tornar  testimonio  que  acreditela  repognancia,  y  ofi- 
cios  poUtìcot  qoe  bayan  precedido,  para  que  eoo  su  re- 
misou  al  comaodaute  general  de  la  proTÌncìa  respectiva^ 
y  de  està  é  mi  Secretano  del  despacho  de  la  Guerra  pa- 
ra noticìérmelo,  tome  Yo  proTÌdencia  con  aquel  vasatlo 
qoe  se  distrae  de  coacorrir  à  mi  servicio  eu  las  urgea- 
cias. 

4»  Loego  que  el  oficial  comisionado  A  hacer  el  aloj'a- 
mienta  haya  recogido  las  boietas  y  reconocido  las  cassa 
qoe  en  ellas  se  sefialao,  graduare  (segon  su  calidad  y  la  de 
loa  oficialea  deestado  mayor  y  gradaados  que  tuviere  ei 
regìmiento)  sa  distribucion  en  està  iorma. 

5,  Primero  al  coronel  del  caerpo,  spgundo  al  tenienta 
corooel,  tercero  alaarge^ito  mayor,  cuai  to  é  los  gradtia- 
doa  que  hubiere,  y  todas  laademas  boietas  (esceptuaudo 
laa  que  Inai»  da>  darse  con  distinoton]  se  distribuiréo  en 
la  a  tres  claserde  capita onps,  tenie ntes  y  subtenienteS)  dan- 
do à  losoficialeade  cada  compafiia  las  mas  iumediatas  à  la 
aoya^  y  los  ayndantes  y  abanderadoé  ut  alojaréu  siempre 
eeaea  de  sua  gefea* 


466 

6.  En  la  caballeria  se  observari  la  mismà  regia  qne 
prescriben  los  artico los  precedentes. 

7*  Para  queeiofìcial  que  hace  e!  alojamìeoto  poedt 
eoo  auticipacion  marchar  à  diiiponerle  en  el  trénsito  ia- 
mediiito,  mandare  el  corooel  (iuego  Ifué  esté  en  marcha 
el  regiinieoto)  que  se  adelaote  un  oficiai  con  dos  soLda- 
dos  é  recibi rlas  boletas,  y  enterarse  de  lo  que  el  que  las 
bizo  deja  preveuido;  y  el  oficiai  que  para  este  fin  se  adelao- 
tare  debe  salir  ioéra  del  pueblo  é  eocontrar  el  regiinìento 
para  eDtrf>gar  las  boletas  spfialadas,  y  las  que  por  c'ompa- 
fiìas  bande  ser  di^tribuidès  caaodo  se  forme  el  regìmieuto. 

8.  Todo  oficiai,  aargento  6  cabo,  comandante  de  par- 
tila saelta  que  marche  por  pueblos  en  que  bay  a  tropa 
acaartelada,  se  presentare  al  comandante  del  coartel^  pa- 
ra que  por  él  se  ajode  A  la  disposicion  co rrespo udiente  al 
alojamìeoto  j  asisteocia,  y  lo  mismoejecutaré  el  oficiai, 
sargento  6  cabo  que  marcbe  eolo  aiempre  qae  baja  qae 
alojarse. 

9*  Si  por  baberse  destacadosìotiempo  de  prevenirse 
de  pasaporte  del  comandante'  general,  marcbare  algona 
partida  con  solo  el  del  comandante  de  so  coarteU  placa  6 
distrito^  àcomision  de  mi  Real  servioio.  se  considerare  sa- 
ficieute  este  instromeoto  para  darle  el  auxiiio  y  aiojamieo- 
to  que  corresponda  enlos  pueblusde  so  ruta. 

10.  Nliigau  oficiai  ui  soldado  pediri  ni  obligari  i  sus 
patrones  é  que  le  somini^treo,  con  pretesto  de  otensllio 
ó  en  otro  modo,  cosa  que  esceda  i  lo  arreglado  por  la 
Ordeoanza,  ni  los  maltratarén  en  sus  persouas,  famtliaa  j 
mnebles;  pues  si  lo  bicieren  padecerio  loa  castigos  eata- 
blecidos  ea  el  tf tolo  de  peoas. 

Aloiamiento  en  cuarteles  ó  cantonesj  y  modo  en  que 
ha  de  distrihuirse  elforrage  quehaya  enelioe^^oOr' 
denanza  dei  ejèrcito^  iratado  Ifi^  làuto  16. 

Art.  1.  Cuaado  las  tropas  se  alojen  en  eaarteles,  toma- 
ré  él  comandante  de  cada  Qoo  el  alojamiepto  preferente; 


461 

despaes  cada  coronei  en  el  cantoD  de  an  cnerp'o  reapecti- 
tÌYo,y  al  sargento  major  de  brigada  ae  le  destinare  cerca 
de  donde  esté  alojado  el  qae  la  mande. 

2.  Ladlstrìbacion  del  forrage  qae  ae  balle  en  los  cnar- 
teles  de  canton  la  bare  el  comandante  de  cada  ano  bajo 
iaa  reglaa  qae  disponga  el  general  en  gefe  dèi  ejército, 
acordàndolo  con  el  intendente. 

5.  Guando  las  tropas  desalojen  on  caartpl,  cnidarà  aa 
comandante  de  bacér  apagàr  todos  lòs  foegos,  y  babrà  to- 
rnado sna  proTÌdencias  para  qne  no  se  cometan  desórde- 
nes  ni  malos  tratos  con  los  edificios,  mnebles  j  utensilios 
qae  ae  bnbiesen  franqoeado  é  la  tropa,  en  ìuteligencia  de 
qae  i  }Q8to reclamo  por  algnn  interesado  para  aer  reaar- 
cido  de  dafio  recibido>  se  ba  de  mandar  satisfàcer  en  el 
momento  por  el  caerpo  qne  lo  bnbiere  causado;  y  si  elge-. 
fé  de  aqnella  tropa  taese  del  mismo,  j  no  administrase 
jaaticia  en  ello>  ain  contemplacion  aere  responsable  con 
sas  aaeldoa  al  abono  qae  bubiese  omitido  mandar  aatia- 
facer. 


SI 


463 

FORMULAMOS 

y  modelos  que  te  citati  en  la  instruccion  de  eoman- 
dantes  de  partidas  y  destacamentos,  que  se  insertan  d 
continuacion^  dfin  de  que  los  oficialtSysargentos  ó  ca^ 
bot  que  manden  dichas  fuerzaSy  puedan  formar  los  es^ 
presàdos  documentos^  y  darles  el  destino  que  en  la  mis- 
ma  instruccion  se  marca^  comprensivos  desde  el  nàme- 
ro  I.**  hasta  el  15  inclusive. 

Tambien  se  acompanan  otros  cinco  mqdelos  pertene- 
cientes  d  escuadrones'compaàiasj  sehalados  con  los  nà-- 
meros  14,  15,  I6,  17 y  18. 

(En  medio  pliefO.)  MODELO  NUM.  i.« 

lìegimiento  Cahalltria  de,,*  Partida  en  tai  eomision. 


Lista  para  la  reTÌsta  de  comisarìo,  qne  maoifiesta  la 
fuerza  de  qoe  ae  compone  la  espresada  partida  ea  el 
mes  de  la  fecba. 

Teoieote  D.  F.  de  T P.  M. 

Escaidro-         PrtmioadU         Etaldoida  n         g*  \^ 

Ms-c  ottM.  .  ■■>■  "N  ^-^  *"^^— .    CUms.        I«ombre«.     j**"  —" 

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1  »  »  »  »  Sarg.S.**  F.  de  T.  1  1 

»  1  <  1  »  Gabo F.  de  T.  1  1 

»  »  »  »  1  Soldado.  F.  de  T.  1  1 

»  B  »  »  »  Idem F.  de  T.'  1  1 


Total...    1     l      »     1     l  4     4 

Anteqnera  1.^  de  jolio  de   I846. 

Firma  del  Comandante  de  la  partida, 
CEBTtPlCACIOK    DBE.   COM18ARIO  Ò   JU8TICIA. 


I 


465 

(En  plitro.>  MODELÓ  KJDM.  a. 

Regimìento  cabali er in  de*.,.  Partida  en  tal  eomtsion* 

Distribncion  Ae  cargo  j  data  qae  forma  el  oficial  qne 
stiscribe^  del  dinero  reciJbido  j  gastado  en  sa  partida  en 
todo^el  mes  de  la  fecha,  con  eapresion  de  lo  qne  le  qoedó 
eo  el  mes  anterior  j  de  lo  qae  obra  ea  ubo  poder  para 
el  próximo  tenidero* 

CARGO.  R«.%tt.  Mrs. 

Primeramente  lo  son  tantoà  mil  rs.  qae  me 
qnedaron  del  mes  anterior,  segan  distribn- 
cion é  qae  me  refiero '•••••••••      »         » 

Idem  tanta  cantidad  qae  recibi  en  tantoftpor 
iibranza  del  cnerpo,  sobre  tal  comerciante 
6  establecimiento,  etc • ^  .      »        » 

Total  cargo.  .  .  .  ^      m         » 

DATA,  . 

t^or  mi  paga  de  este  mes,  de  qae  inciajo  re- 
cibo  • •••i         B       -     » 

t*or  U  carpeta  qne  acompàfio,  de  cargos  j 

comprobantes  contra  Ics  fondos  de  caja.  •      »         » 
Por  id.  contra  los  esctiadrones-com^afiias.  .     ,»        » 

Total  daU.  .  .  ;  . .  ,      »        » 

t)ÈMOSTRAGION. 

Cargo..  . i  .  .  •  ;  .    8,000 

Data.  . , ^.  . 6,400 

Me  qttedan  para  d  meS  de  jalioi  .>>  1,600 
Anteqaera  50  de  jnniò  de  1846. 

Firma  dèi  Comandante  de  la  partida. 


4(S4 

NOTAS. 

I.»  Los  cargo^qoe  haya  qoe  pasar  contriì  <los  fondoi 
de  caja  no  se  foriuaiin  en  ouo  solo,  pii«8  (asrotoriis  in- 
Tolantarias  de  armas^  coudaccioo  de  homSftes-  al  boftpU 
tal,  ecc.,  ias  safre  el  feudo  de  hombres,  j  las  demò^turas, 
cara  decaballos,  &cc.,  perteoecen  al  foudo  de  caballos  ;  es- 
tos  cargos  de  ^mpostorag  por  inatUidad  invotutìtana 
dt'beréii  yeoir  acqtnpafiados  de  la  correspoDdieate  certi- 
fìcacioQ  del  gefe  qae  maodaba  la  fuersa  al  tiempo  de  io- 
utiiizarse  la  preoda  ;  paes  si  procede  de  descaido  ó  poco 
celo  del  individuo  que  la  asa,  deberà  este  sufrir  el  cargo, 
j  satisfacerlo  de  sa  m asita. 

2."  Siempre  à  loscàrgos  acompanaréa  los  comproban- 
tes  jr  dooameatos  jastificativos. 


465 


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466 

(£n  oetav4.X  MODELO  NUM.  4- 

Rfgimifntt*  rahalferia  dt.^  Partirla  en  tal  eomision. 


Carpeta  qoe  iaclpje  ìo$  carg09  cootra  lo»  foodoa  de 
caja ,  qae  hac^  ei  oficial  qoe  lascribe ,  ocarridos  en  el 
mes  de  la  feoha  eo  la  partida  de  sa  cargo. 

Rs.       Mra. 

Por  on  cargo  contra  el  londo  de  hombres< 
Por  otro  id.  contra  el  de  caballoa 

Total.  ..... 

Aoteqnera  3Q  de  jonio  de  I846. 

Firma  nf^i  Comandante  de  la  nùrt^dq. 


.    27 

U 

.    53 

16 

.    59 

30 

467 

(JEn  cnartSIU.)  MODELOMUM.  5. 

Btgimienio  cabaìleria  dt  iV.  Tal  escuadron-eompania» 


Cargo  qae  hace  el  oficial  (sargento  6  cabo)  qne  abajo 
firma,  del  dinero  samiiiìstrado  el  mes  de  la  fecba  à  los 
iadividuos  del  espreaado,  qoe  se  hallaa  en  la  partida  de 
sa  cargo* 

C^la$€9«         Nombres*  Samìnìttros.  Ks.       Mrf^ 

C.bo...  Jo8éPere..f  J»»«"'"*".~*''^*^"*''-  ^À   ^^ 
\  Uoa.camisa 20 

e  \A^A^   «  ,.  ^p^^  (Slsocorroaà  Ì2  cuftrlos.  45     26 
Soldado.  FelipeRey.jp^  ^^^^^j 2 

Total.  .  .  ."""i     ~ 


Antequera  SO  de  jqdìo  de  1846« 

Firma  d$l  ComandétUe  d4  Im  partidm. 


468 

(Eh  cnartilla.)  MOÌ)£LO  I9UM.  6* 

He^imiento  r.nh/illeria  de  T,  Par  fida  en  tal  camision. 

■  ■ii'i  ■       ■  ■        '  ■  ..^.^^m—  m 

I 

Garpeta  qae  inclaje  los  cargoscootra  los  escaadrooes- 
compaiìias  del  rflismo,  por  dinero  suministrado  à  loi 
iodividaos  de  ellos  en  ei  mes  de  la  fecha. 

Rs.      Mrs. 

Por  nn  cargo  centra  el  primer  eseoadron- 

compauia. •  • 87  17 

Por  otro  id*  contra  «1  segnndo 61  12 

Porotro  id«  contra  el  tercero*..  ••«••••  84  16 

Total 255       11 

Aoteqaera  30  de  }onio  de  1846. 

Firma  del  Comandante  de  la  partida* 


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(Eh  ocUta.)  MODELO  KCM.  8. 

BegimUnto  eabaUena  de  T.  Partida  tn  tal  eoniision. 

GarpeU  gerteral  de  ias  raciones  de  pan,  cebada  y  pa- 
ja  «Dmioistradas  à  los  escaadrones-compafiiaa  que  se  c«- 
pecificaii,  en  eì  mea  de  la  fecha. 

Pan.  Cebada. 

Caartillof.      Qnntoi.       Anuh». 


Total.    585 


Anteq^aera  50  de  jqdìo  de  184€. 

firn$a  del  CognandatUf  de  la  par  fida. 


471 


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474 

Prendasi  Nimero. 

Capote ì 

Maleta , .^ l 

Camìsas •' >« 5 

Pantaloiies  de  pafio* «••••«••.«      1 

Idem  de  liénzo.  ..^^ « ••4.      2 

Cbaqaeta  paoo.  *  * \  •  é  é  * 1 

Idem  lienzo ^  • 'a  •  •  •       1 

Gorbatin.  «  •  .  « 7 1 

Gorro  de  coartei*  «« «««é 4      1 

Pares  sapatos.  •••« «..<•••'*•••      3 

Idem  calcetioes^  '•  «  « • •  •  é  •  •  •      3 

total  de  prendas.  ....  16 
Rubrica  del  Comandante  de  la  partldai 


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47« 

(Eh  medio  pliego.)  MODELO  ISVlA.  i3. 

JHegimiento  cabaiUria  de  T»,»  Partida  en  tal  comision» 


Relacion  qne  manifiesta  los ,  hombrea  de  qae  se 
compone  la  espresada  partida,  qne  està  à  cargoi  del 
tenìeote  D.  M.  M^. ,  con  espresion  de  ioa  escQadroaes- 
compafiias  à  qae  pertenecen,  clases,  nombrés  j  dias  de 
pina  qae  à  cada  uno  ha  correspoadido  eo  el  mes  de 
la  fecba. 


Glases.  P^onibres.       Dias  de  pIiH.    Rs.  Mrt. 


\fi  Soldado.  .  .  Jos^  Doblado.    9  à  1  rs.  9    » 

2.«  Sargto.  2.^  Jaan  Pere*.  .  27  à  2  54     » 

5.^  Trompeta.  •  José  Htnca.  .  10  à  1  10     » 

4.?  Cabo.  .  .  .  José  Coroelio.  17  k  If  25  17 

TotaL  ...  98  17 


AnteqQera  30  de  jonio  de  I84& 

Firma  del  Comandante  de  la  parfidm. 


477 

(Eh  pUi'go.)  MODELO  NUM.   14. 

Hfgimiento  eahnlUrin  df  ini.  Tal  eseunrìron-  tompnnìn. 


Dìstribacion  por  la  qoe  se  demaestra  los  gastos  caosarloji 
por  los  individaos  del  mìsmo  qoe  i  coiitinaacion  se 
cspresan  en  todo  ei  mes  de  la  fecba. 

Clases.     Nomfp.  Cafgos,  Jis.         àfs.         Jit,         jjs. 


Ì'  Por  au   >i»b*r, 
cleiJncìrlo    et- 
dtsrnrnto. .  .      iPiQ 
Premio  de  6  r»»  6 

Por  «u    habrr, 
flrdiicicjo    el 


Sargfnto      F.  de 
negund*.     T.  •  • 


'À\  '75 


drsr.Mfnto.    .      i4i  6  ,^, 

3l     sorqrros    k 


r«i         '  Un  par  de  xa-  f  « 

^'••|      patoi 17  >               Ci          aS 

Barbero.  .  .  .  •  i  j 

3i     socofrof    • 

Otro    JJ.     F.  deL"?^**""*^»-  i^  ^^i 

rp         <  Barbero i  T 

'•  "jUn   roTifaì.  .  .  ft  17  f              Sa           b 

Para  |>apel.  •  .  5  / 

ao    socorros    à  - 

la  cnartos.  .  2S  8  \ 


Trompe- 
ta.    .   • 


F  d- I '"  ^*o»pìtalida- 
rp'  /  de».  •  .  •  •  . 
*  '  *  I  3  herraduras  a 


92  «nartoa.  .5  61 

^  Remonta        de  | 

botas a8  17  / 

Cadete.  .     D.  F.     Todo  su  bnber 

de  T.         d^ducido.  .  •  5«           j/ 

Ì3i    §ocorro»    à  J 

la  cuarto».  .4^  ^Cf 

Barbero 1  i               P?         2f> 


Una    caniUa.  .       2ta 


) 

Tofal .     TmO 

52 


478' 

De  ^8te  modo  se  contfnnari  progresiyamente,  colo- 
eando  i  cada  uno  à  conttnoacion  en  sa  ciase  respectWa 
de  Ics  qoe  hayao  pasado  revista. 

Recibf  de  lacafa  delespresado  regimiento  la  cao^ 
tidad  de  016  r^.  j  12  mrs^  yd.  qae  he  saministrado 
A  los  iodiyidaos  del  citado  esGaadron*compania,  qae 
qaedan  espresados  en  là  distribucion  qae  antecede* 
Fecha  (i  liltimos  dei  mes). 

Firma  del  O fidai  apoderado* 

Son  616  rs.  y  18  mrs.  to.     i 

D^se. 
Media  firma  del  CoroneL 

Constarne)  esti  arreglada 

à  lo  preveoido. 

Firma  entera  dei  Mayor  Comandante. 

Como  oiScial  qae  so j  de  semana,  he  leido  de  órden  del 
gefe  de  este  escaadron-compafìia.la  anterior  distribncioo 
à  los  indìvidaos  comprendidos  en^lia^  y  qaedan  satisfe- 
cfaos  todos  j  conformes,  con  vista  de  los  cargos  que  en 
ia  misma  se  acompafian* 
-  Fecha<> 

Hrma  del  subalterno  de 
semanoi 

Nota. 


De  està  se  sacar^n  dos  ejemplares  todos  los  meses,  noo 
para  ileposltarlo  en  la  caja  dei  regimiento,  j  otro  con 
solo  la  rdbrica  del  màyor  comandante  para  qae  obre  en 
poder  del  oficiai  apoderado. 


479 

(Eh  pliefo).  MODELO  NUM.  i5. 

JRegimiento  eahalleria  de  tal.  Tal  eseuadron-eompanla, 

Lisia  de  revista  para  la  de  comisario  del  mes  de  la 
fecha. 


DESTINOS. 

m„tammMmmmmam 


Gefe  de  escuaclron.  D. 

Capitan D. 

TenieDte D. 

Otro D. 

Otro D. 

Alfórei.  .   ......  D. 

Otro D. 

Otro D. 

Otro D. 


Prémìosy  Q 


escudos.       GUies.        Norobrcs.  '       55  y  Destinot. 


4«>                                 .  . 

S  3 

Premioay                                                  |  ,a 

cscndcM.      Clatet.         NemlHrtt.        gg  .    U              l^ettifiot. 


481 


Prcmioj  y  fi         u» 


483 

Begimiento  ti^aHeria  He  tàk 


Tal  escuadron'Compania, 


Revista  pasada  el  dia        de  de  I84 

Ri;SUMfeN. 


Gefe  dt  escna  jron. . . 

Capiun , . . . . 

Tcnìentes 

Alféreces 

Sargento   i.^.. . . . ... 

Idem  a.o« 

Tromp«tas ^ , 

Cabos. 

Soldadot 

Faert»  del  etcttftdron. 


P.  f  C.  P. 

Aatentcs. . . 


Prese  n- 
tet. 

C 

P. 

Hos- 
pital 

H.» 

Ausen- 
tea. 

Totali 

H.» 

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H.» 

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C.» 

H.» 

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Total 


PREMIOS  Y  ESCUDOS. 

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tos. 

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484. 

Prenda*.  Ndmero. 

Casaca • •     1 

PduUiooea  de  pafio 1 

Total.  .  .  .~2 
Rubrica  del  Oficiul  t^poderada^ 


485 


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487 
(Eli  oeUTa.)  MODELO  NUM.  16. 

Hfglmìento  eaballeria  de  tal.  7*al  e  scnadr  ori' compatì  in. 

Notici  a  del  armamento  que  necesita  recomponerse  en 
.    dicho  escuadron-compahia  ^  segùn  se  observó  en  la 
ùltima  revista  de  armas  pasada. 

CLASE8.  VOMBBES*  •RECOMP0SICIO5ES. 

/    Un  conteron  ai  sable. 
Cal,o Francisco  Gii-)    ^."S"***""'*""'  *  "  "" 

Soldado.  .  .  F.  de  T.  .  .  .{   ^"^^  '«b^enae»   i  la  pi- 

Idem F.  de  T.  .  .  .(  S*'*".""  '*''  P?"**":  ,  , 

(   Uo  pie  de  gato  é  la  pistola. 

Fecha. 

Firma  del  O fidai  apoderada. 

Recompóngase  segan 
coDtrata. 

Media  firma  del  May  or  Comandante. 

De  la  misma  manera  se  formargli  laa  dematf  oòticìas 
qoe  te  dea  de  recomposicion  de  mootara,  6cc. 


488 


Reducòl 

tndeMieorr 

9$  para  la 

Iropadrs.  fn.disdt'i 

«atcoor- 

tos:  eontitne  cada  tabla  dtsàe  una  basta  treseientas  piata*. 

SOC0KKO5  DI 

TRBS   COARTOS. 

Socom. 

Ils>   M*. 

SOCOR. 

Bs.   Ms. 

SOCOR. 

Rs.   Mt. 

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31.  . 

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31.    30. 

300.    . 

105.  30. 

ReAteeion  detoearros  de 

Soeor.     K(.    M«.    Socor.      R*. 


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48 

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50 
51 
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56 

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30.      4. 

300.  . 

141-    6. 

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Reducciofi  de  socorros  de  5  cuartos  d  rs.  vn. 


Socor. 

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Socor. 

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Socor. 

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50. 

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12. 

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51. 

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14. 

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300.  . 

176. 

16. 

491 


Reduccìon  de  socorros  de  6  cuartos  d  rs. 


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Socor.         Rs,    Ms. 


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26. 

492 


Reduccion  de  soc(>rros  de 

7  ciiartos  a  rs.  rn. 

Socor. 

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26. 

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24. 

24. 

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52.   . 

26. 

12. 

64.  . 

52. 

24. 

500.   . 

247. 

45. 

Reduecion  de  iocorros  de  i 

Socor.   Rs*  Ma.   Socor. 


1.  30. 

2.  28. 

3-  26. 


4. 

24. 

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6. 

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34 
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37 
38 

39 

40, 

41 
4« 
43 
44 
45 
46 

47 
48 

49 
50 
51 
52 
53 
54 
55 
56 

57 
58 

59 

60 

61 
6^ 

63 
64 


9s  de  8  euartos  d 

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Rs.    Ms. 

Socor. 

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20. 

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93- 

.     87. 

18. 

53.     13. 

100. 

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8. 

,  59.  1°' 

200. 

.  188. 

4. 

60.     8. 

300. 
55 

.  282. 

18. 

494 

Reduccion  de  socorros  de  9  cuartos  d  rs.  vn. 

Socor.   Ks.  Ms".  Socor.   Rs.  Ms.  Socor.    Rs.  Ms. 


I.  . 

1.     3. 

33-  • 

34.  32. 

65.  . 

68.  28. 

3.   . 

8.       4. 

34.  . 

36. 

66.  . 

69. 30. 

3-  • 

3.     6. 

35-  .. 

37-     "• 

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70. 38. 

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38.     4- 

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43.   . 

44.  16. 

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78,  12. 

11.  • 

II.    32. 

43-  • 

45.  i8. 

75.  • 

79.  14. 

12.  • 

12.    34. 

44.  . 

46.  20. 

76., 

80.  16. 

13-  • 

13.    36. 

45-  . 

47.  as. 

77'  ■ 

81.  18. 

M-  • 

14.    28^ 

46.  . 

48.  24. 

78.  . 

82.  20. 

15.  • 

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47. . 

49.  26. 

79.  . 

83.    23. 

16.  • 

lò.  32. 

48.  . 

50.  38. 

80.  . 

84.    24. 

17.  • 

18. 

49-  . 

51.  30- 

8f.  . 

85.    26. 

18.  . 

19.     3. 

50.  . 

58.  3». 

83.  . 

86.  s8. 

19.  . 

so.     4. 

5».  . 

54. 

83.. 

87.  30. 

so.  • 

21.       6. 

58.  . 

55.       8. 

84.. 

88.  3<. 

SI.    . 

32.       8. 

53-  . 

56.       4. 

85.  . 

90. 

sa.  • 

83.    IO. 

54.  . 

57.     6. 

86.  . 

91.      3. 

•3-  • 

34.     13. 

"55-  . 

58.     8. 

87.  . 

92.      4. 

84.  . 

35.    14. 

56.. 

59'  IO- 

88.  . 

93.    6. 

85.  . 

36.    16. 

57-  • 

60.  12. 

89.  .. 

94.    8- 

s6.  . 

37.    18. 

58.. 

61.  14. 

90.  . 

95.   IO. 

«7-  • 

s8.  so. 

59-  • 

62.  16. 

91.  . 

96.  12. 

s8.  . 

89.    2S. 

60.  . 

63.  18. 

98.  . 

97'  '4- 

«9-  • 

30.  24. 

61.  . 

64.  20. 

93-  . 

98.    IO. 

30.  . 

31.  96, 

62.  . 

65.  22. 

100.  . 

105.  30- 

3'-  • 

33.  28. 

63.. 

66.  34. 

30D.    . 

81 1:  so. 

3«.  . 

33-  3®- 

64.. 

6^.  s6. 

300.    . 

317.    88. 

Reduccion  desocorros  de  io  cuartos  d  rs,  vn, 

Socor.   Rs.   Ms.  Socor.    lls.  Ms.  Socor.   Rs,   Ms. 


495 


1. 

3. 

3- 

4. 
5. 

7- 
8. 

9- 

IO. 

II. 

IS. 

14. 

»5. 


.'5; 

so. 

SI. 

ss. 

»3- 
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«7- 
28. 

59. 

30- 
31. 
3»- 
34- 
35. 


6. 

12. 

18. 
94. 

3°- 
s. 

8.. 
14. 
20. 
26. 

3«- 

4. 

IO. 


16.  16. 

22. 
28. 


6. 

12. 
18. 
24. 

3°- 
2. 

8.' 

14. 

so. 

s6. 

3«- 

4- 


36.  16. 
3;^.  sa. 


Socor. 

lls.     Ms. 

33- 

38.    28. 

34. 

.      40. 

35. 

.      41.      0. 

36. 

.      42.     12. 

37- 

.     43-  jS. 

38. 

.     44-  24- 

39- 

.     45-  3°- 

40. 

,     47-     8. 

41. 

,    48.     8, 

42. 

•    49-  '4- 

43- 

50.  20. 

44. 

,     51.  26. 

45- 

■     5»-  32- 

46. 

54-     4- 

47.  . 

55'  IO' 

48.  . 

56.  16. 

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57.  22. 

50.  . 

58.  28. 

51-  . 

60. 

5».  . 

61.    6. 

53-  • 

62.  12. 

54-  . 

63.  18. 

55-  . 

64,  24. 

56.. 

65-  30- 

57.- 

67.     2. 

58.. 

68.    8. 

59-. 

69.  14. 

60. 

70.  so. 

61. 

.    71.  26. 

63. 

.    7»-  3«- 

63. 

.     74-    4- 

64. 

.     75.   IO. 

65. 

66. 
67. 
68. 
69. 
70. 

7«, 

73- 
74- 
75' 
^6. 

77- 
78. 

79- 
8o- 
Si. 
82. 

83- 
84. 

85. 

86. 

87., 

88. 

89. 

90. 

91. 

92. 

93- 

100. 

2  00. 
300. 


76.  i6. 

77.  22. 

78.  28. 
80. 

81.  6. 

82.  12. 

83.  18. 
8^24. 

85-  3<^- 

87.  2. 

88.  8. 

89.  14. 
9Ò.  20. 

91.  26. 

92.  32. 
94.  4- 
95-  IO. 

96.  16. 

97.  22. 

98.  28. 
100. 
loi.  6. 

103.  12. 

103.  18. 

104.  24. 

105.  30. 

107.  2. 

108.  8. 

109.  14. 
217.  22. 
«35-  IO. 
35a.  «3* 


f" 

Reébteeion  de  soeorros  de  tt  martos  d 

r«.  vn. 

SOCOR.     Bs. 

Ms. 

SoCOR. 

Rs.    Ms. 

SOCOB.. 

Rs.  Ms. 

I, 

I. 

IO. 

33- 

.     48-  24. 

65.. 

84.    4. 

1 

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so. 

34. 

.     44. 

66.  . 

85.  14. 

3 

•  •      3- 

30 

35- 

.    45-  »o. 

67.. 

86.  «4. 

4 

.  .      5. 

6. 

36. 

.     46.  so. 

68.  . 

88. 

5 

.  .      6. 

16 

37- 

.     47-  30- 

69:  . 

89.  IO. 

_  6 

•      7- 

s6. 

38. 

.    49-     6 

70.'. 

90.  so. 

7 

,  .      9. 

3. 

3^ 

.     50.  16. 

71.. 

91. 30. 

8 

.    .       IOj 

13. 

40. 

.     5i-  so'. 

72.  . 

93-    6. 

9 

.  .     II. 

SS. 

41. 

.     53-     «• 

73-  •' 

94.  16. 

IO 

.    .       13. 

3«- 

4«. 

.     54.    18- 

74.  . 

95.  26. 

II 

.    .       14. 

8. 

43- 

.       55.    28. 

75.  . 

97-  -  «• 

.!> 

.  .     15- 

18. 

44. 

.    56-  32 

76.  . 

98.  12. 

'3 

.  .     16. 

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45. 

.     58.     8 

77-  • 

99.    28. 

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.     18. 

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.    59-  »8 

78.. 

100.    32. 

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.     19. 

14. 

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.     60.   8  8. 

79.  . 

f02.     8. 

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,  .    so. 

«4 

48. 

.       03.       4 

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103.  18. 

»7 

.    .       SI. 

49- 

.       63.    14 

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.  i8 

.  .    33- 

IO 

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88.   . 

106.    4. 

19 

. .   24. 

30. 

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.     6!S.^ 

83.. 

107.  14. 

so 

.    .       85- 

30- 

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67".      IO. 

84.. 

108.  24. 

SI, 

.  37. 

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53- 

.     68.  so 

85.  . 

no. 

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.  .     s8. 

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54. 

.    69.  30. 

86.  . 

III.    IO. 

«3 

.  .     39. 

36 

55. 

.     71.     6. 

"87.. 

118.  20. 

«4 

.  .    3'- 

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56. 

.    79.  16. 

88.  . 

113-  3^- 

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57- 

.    7Z-  2«. 

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115-     ^• 

s6. 

•  •     33- 

83. 

58. 

•    75.     2. 

90.     . 

116.  16. 

«7 

■  .    34. 

3« 

59- 

.      76.    19 

91,     . 

117.  26. 

38 

.  .     36^. 

a 

6ow 

■     77-   2  8. 

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119.     t. 

99 

•     37- 

18 

6t. 

.     78.  32- 

93-  • 

120.  12. 

30. 

.    38. 

38 

63. 

,     80.     8.    100.  . 

129.  li. 

3«- 

•    40. 

4 

63.. 

81,     18    's  'O.    . 

258.  «8. 

3». 

•     4»- 

•4 

64.. 

83.  88 

300.  . 

388.     «. 

.^ 

497 

Reduecion  de  iocorros 

de  18  cuartos  4  i 

'A.  vn. 

bpcor. 

Rs.  Ms. 

Socor. 

Rs.  Ms. 

Socor. 

Rs. 

Mj. 

la     • 

,1.   14. 

33-  ' 

46.  so. 

65.    . 

91. 

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2.  s8. 

34.  . 

48.  ' 

66.  . 

93- 

6. 

3-  • 

4.     8. 

35.  . 

49.  14. 

,  67.. 

94. 

29. 

4.  • 

S.    28. 

36.. 

50.    2». 

68.  , 

96. 

.5.  . 

7.       8. 

37-  . 

52.     8. 

69.  . 

97- 

14. 

6.  . 

8.  16. 

38.. 

53-    22- 

70.  . 

98. 

28. 

7-  • 

9.  30. 

39-  • 

55.       2. 

71.  . 

100. 

8. 

8.  . 

II.     IO. 

40.  . 

56.  16. 

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lOI. 

22. 

9.  . 

13.    34. 

4'.  • 

57-  30 

73-  • 

103. 

2. 

JO.   . 

14.     4- 

4s.  . 

59.  '^• 

74... 

104. 

16. 

Ji.  . 

15-  18. 

43-  • 

60.  74. 

75.  . 

105. 

so- 

12. . 

«6.  32- 

44.  . 

08.       4. 

76.. 

107. 

lo. 

»3-  • 

l8.     18. 

45.  . 

63.     18. 

77-  ' 

108. 

24, 

14.  . 

19.  26. 

46.  . 

64.   38. 

78.  . 

no. 

4- 

15.  • 

±1.    6. 

47-  • 

66.  13. 

79.  . 

Ili. 

18. 

16.  . 

'lt.    SD. 

48.  . 

67.  a6. 

80.  . 

118. 

3»- 

17.  . 

24. 

49.  • 

69.     6. 

81.  . 

114. 

ifl. 

i8.  . 

25.     14. 

50.  . 

70.  20. 

8».  . 

US- 

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19.  . 

■A.  28. 

51.  • 

72. 

83-. 

117. 

6. 

:sO.    . 

s8.    8. 

52.  . 

73-  '4- 

84.  . 

118. 

20. 

SI.   . 

59.  sa. 

53-  • 

74.  28. 

85.. 

120. 

sa.  . 

31.     a. 

54.  • 

76.     8. 

86.  . 

131. 

14. 

23-  • 

38.   16. 

55.  • 

77.  2?,. 

87.. 

14  8. 

88. 

84.  . 

33-  30- 

56.  . 

79.     ». 

88.  . 

I84. 

8. 

s5.  . 

35-  IO. 

57.  • 

80.  16. 

89.  . 

IS5. 

22. 

56.  . 

36.  84. 

58.  . 

8r.  30. 

90.  . 

127. 

a. 

57.  . 

38-     4- 

'59-. 

83:.    IO. 

91.  . 

188. 

16. 

28.  . 

39.  18. 

60.  . 

84.  34. 

93.  , 

129. 

so- 

29. . 

40.  38. 

61.  . 

86.     4. 

93- 

'3'- 

lo. 

30-  . 

48.    18. 

62.  . 

8f.  18; 

100. 

.  141. 

6. 

3'-  • 

43.  s6. 

63.. 

88.  38. 

a  00. 

.  sSs. 

la. 

3«.  . 

45'    6. 

64.. 

90.  12. 

300. 

•  423- 

18. 

498  .    ^ 

^     iReduccìon  de  socorros  de  ì^  cuartos  a  rs.  vn, 

Socof.  Rs.     Ms.  I  Socor.        Rs.      Ms.     Socor.        Rs.      Ms« 


t. 

"  I.  18. 

33- 

50. 

16. 

"65. 

99.  14. 

2. 

3-   *• 

34- 

52- 

66. 

100.  3«. 

3- 

4.  so. 

35. 

53- 

18. 

.67. 

102.  i6. 

4. 

6.   4- 

36. 

55. 

2. 

68. 

104. 

5- 

7.  «2. 

37- 

56. 

20. 

69. 

"105.  18. 

6. 

9.   6. 

3»- 

58. 

4. 

70. 

107.   «. 

7- 

IO.  24. 

39- 

59- 

22. 

71. 

loS.  20. 

8. 

12.    8. 

40. 

61. 

6. 

7«. 

Ilo.   4« 

9- 

13.  26. 

41. 

6i. 

24. 

73- 

III.  aa. 

IO. 

15.  IO. 

4*. 

64. 

8. 

74. 

113.   6. 

II. 

16.  28. 

43. 

65. 

26. 

75. 

114.  24. 

la. 

18.   12. 

44 

67. 

IO. 

76. 

116.   8. 

»3- 

19.  30. 

45. 

68. 

28. 

77- 

117.  26. 

M- 

21.   14. 

46 

70. 

12. 

78. 

119.   IO. 

»5. 

22.  33. 

47- 

7'- 

■30. 

79- 

120.  28. 

i6. 

24.  l6. 

48 

•   73- 

14. 

80. 

12  2.   12. 

'7- 

26. 

49 

.   74. 

32- 

81. 

123-   30* 

i8. 

27.   18. 

50 

.   76. 

.6. 

83. 

225-   M- 

19. 

29.    2. 

5> 

.   78. 

83. 

126.  3«. 

20. 

30.  «0. 

52 

•   79- 

i8. 

84. 

128.  16. 

SI. 

3«-  4- 

53 

.   81. 

2. 

85- 

130. 

93. 

33-  ««• 

54 

82. 

20. 

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Redueeion  de  toeorros  de  14  cuartos  d  rs.  vn. 

Socor.       Rs.     Ms      Socor.        Hs,    Ms.  Socor.  Hs.     J\I«. 


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65. 

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Reduecion  de  sooorros  de  1 5  cuartos  d  rs.  xm. 

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91. 
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200, 
300, 


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116, 
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127. 

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5«9. 


501 
Reduccion  de  socorros  de  1 6  cuartos  d  rs.  vn, 

Socor.        Rs-       Ms.  \  Socor.      Rs.        Ms,      Sjcor.        Rs.       Ms» 


I. 

I. 

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5. 

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24. 

12. 

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13- 

24. 

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14. 

26. 

12. 

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18. 

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3. 

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20. 

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56. 

16. 

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58. 

12. 

32. 

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34 
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37 
38 

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40 

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46, 

47 
48 

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55 
56 

57 
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60, 

61 

62 

63 
64 


62.  4. 
64. 

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67.  26. 
69.  22. 
71.  18. 

73-  14. 
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82.  s8. 
84.  24. 
86.  20. 
88.  16. 
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92.  8. 

94.  4- 
96. 

97-  30. 
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loi.  22. 
103.  18. 
105.  14. 

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113.  32. 

114.  28. 

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120.  16. 


65. 

122. 

12. 

66. 

124. 

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67. 

136. 

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158. 

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14. 

91. 

171. 

IO. 

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188. 

8. 

300. 

376- 

16. 

300. 

564. 

24. 

502 


Reduccion  de  socorros  de  17  cuartos  a  rs.  vn. 

**  Socor.  Rs.  Socor.         Rs. 


oocor» 

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160. 
162. 
164. 
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1^2. 

1^4 
*76. 
178. 
180. 
200. 
4oo. 
6oo. 


505 
Reduceìon  de  socorros  de  tS  euartos  d  rs.  or. 

Socdr.   Rs.  Ms.   Soror.   Rs.   Ms,   Socor.   Rs.   M«. 


I. 

2. 

3- 
4- 
5. 


3. 

4- 
6. 
8. 

IO. 


6.  I2. 

7-  »4- 

8.  i6. 

9-  »9- 

10.  31. 

11.  83. 


12. 

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25- 

«7.- 
29. 

S'- 


IO. 33- 

17.  36. 

18.  38. 

19.  40. 
so.  42. 
si.  44« 

32.  46. 

23.  48. 

24.  50. 
«5.  52. 

«6.  55. 

27.  57- 

«8.  59. 

29.  61. 

30.  63. 

31.  65. 
38.  67. 


4- 
8. 

12. 

16. 

80. 
24. 
28. 
32. 

8. 

6. 

IO. 

14. 
18. 

38. 
26. 

30- 

4. 

8. 

18. 

16. 

SO. 

24. 

s8. 


33- 
34. 
35. 
36. 
37- 
38. 
39. 
40. 

41. 
42. 
43. 
44. 
45. 
46. 

48. 

49. 
SO. 
51. 
52. 
53- 
54. 
55. 
56. 

32-  57- 
8.  58. 
6.  59. 

IO.  60, 
14.  61. 
18.   68. 

88.   63. 

z6.     64. 


69. 

72. 

7,4. 
76. 

78. 
80. 
82. 
84. 

86. 
88. 
91. 

93- 
95. 

97- 
99. 

loi. 

103.' 
105., 
108. 
no. 

112. 
114. 
116. 

]i8. 

I20 
122. 
124. 
127. 
139. 
13». 

«33- 
135- 


30- 


65. 
66. 

.67- 
8.   68. 

69. 

70. 

7'- 
78. 

73- 
74. 

75- 
76. 

77- 

78-, 
79. 

80. 

81. 

82. 

83. 

84. 

85. 
86. 
87. 
88. 
89. 
90. 
91. 
92. 

93- 

100. 

800. 


»37- 


28. 


12. 
16. 
20. 
24. 
88. 

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2. 

6. 
10. 

14. 
18. 

32. 
86. 
30. 

4- 
8. 

12. 

16. 

20. 

24. 

58. 

32. 

8. 

6. 

IO. 

14. 


139- 

26. 

141. 

30- 

144. 

.46. 

4. 

148. 

8. 

150. 

13. 

152. 

16. 

154. 

80. 

156. 

84. 

158. 

28. 

i6o. 

3«- 

163. 

.3. 

165. 

6. 

167. 

IO. 

169.  14* 

J71.  18. 

173.  20. 

175-  26. 

177.  30. 
180. 


182. 
184. 
186. 


4- 

I2« 


i8.  [  300. 


.188.  16. 

190.  20« 

192.  £>4. 

194.  u8* 

196.  33. 

SII.  26. 

423.  18. 

635*  IO. 


504 


Redueeion  de  soeorros  de  19  cuartos  d  rs.  vn. 

H».   Ms.     Socor.         Rs.    Ma.  \  Socor.        lU.    Ms* 


I.   . 

3.    » 

3-  • 

6.  . 

6.  . 

7-  • 

8.  . 

9.  . 

10.  . 

11.  . 

19.  . 

»3-  • 

14.  . 

15-  • 

16.  . 

17.  . 

18.  . 

19.  . 

•o.  . 

91.  . 

92.  . 

24-  . 
J?5.  . 
26.  . 

97.  . 

98.  . 
«9.  . 
30-  • 
3»-  • 
3«-. 


2.  8. 

4.  16. 

6..  24. 

8.  32. 

)  I.  6. 

13.  14. 

15-  22. 

17.  30. 

90.  4. 

99.  12. 

24;  20. 

26.  28. 

99.  2. 

31.  IO. 

33-  *8. 

35-  26. 
38. 

4Q.  8. 

42.  16. 

44.  24. 

46.  3». 


49. 
5'- 


6. 
14» 


53-  22- 

55-  30- 

58.  4- 

6o.  13. 

62.  20. 

64.  28. 

67.  2< 

69.  IO. 

71.  18. 


33-  • 

34.  • 

35.  . 
3<5-.- 
37-  • 
38.  . 

39-  • 
40.  • 

4«.  . 
4«.  . 

43-  • 

44-  . 

45.  . 

46.  . 

47-  • 

48.  . 

49.  . 

50.  . 

51.  . 
52*  • 
53-  . 
54.  * 

55-  • 

56-  . 

57-  • 
58.. 

59-  • 

60.  . 

61.  . 

62.  . 

63-. 
64*  . 


73.  26. 
76. 

78.  8. 
8o.  i6. 
82.  24. 
84.  .32. 
87.  6. 
89.  14. 

91.    22. 

93-  30. 
96.     4. 

98.  19. 
100.  90. 
I02.  28. 
105.       9. 

107.   IO, 

109.  id. 
iif.  96. 
114. 
116.  8. 
118.  16. 
120.  94. 

132.    32. 

195.  6. 
127.  14. 

129.    92. 

>3'-  30- 
134-  4- 
136.  12. 
138.  20. 
140.  28. 
143.     2. 


65.  . 

66,  . 
67.. 

68.  . 

69.  , 
70. 
71. 
72. 

73. 
74- 
75- 
76; 

78. 

79- 
80. 
8t. 
82. 

83. 
84. 

85. 
86. 
87. 
88. 
89. 
90, 
91. 
93. 

93- 

100. 
900. 
30o._ 


145.  IO. 
147.  18. 
149.  96. 
i5«. 

154.  8. 
156.  16. 

158.  M. 

160.  3»* 

163.    6. 

165..  14. 

167.  22. 

169.  30. 
.  172.  4. 
.  174.  i«. 
.  176.  20. 
.  178.  28. 
.  i8r.  3. 
.  183.  IO. 
.  185.  18. 
.  187.  26. 
.  190. 
.  193.  8. 
.  194.  16. 
•  196.  94. 
.    198.  32. 

.    20I.      6. 

.  203.  14- 

.  205.  23. 
.  207.  30. 
.^  223.    18. 

-  447-  2- 
.   670.  90. 


Reducción  de  socorros  de  20  euartos  à  rs, 

Rs.     MS»       Socor. 


or. 

ns.     lus. 

oocor. 

s.  ta. 

33-  • 

4.  24. 

34.  . 

7,     «. 

35.   . 

9.  '4. 

36.   . 

II.    20. 

■  37'  ■ 

.     14.    4- 

38.   . 

.     16.  16. 

39-   . 

.     18.  s8. 

40.  . 

.     SI.     6. 

41.  . 

.     «3.  18. 

4».    . 

»5-  30- 

43-   . 

98.     8. 

44.   . 

.1   30.  20. 

45.   . 

-3«-  3«- 

46.   . 

35.   IO. 

47'  ' 

37.  22. 

48.  . 

.    40. 

49-   • 

.      43<'IS> 

50.  . 

.     44.  84- 

51-  . 

.  47.  «• 

58.  . 

.    49-  '4- 

53-  • 

51.  s6. 

54.  . 

54,     4- 

55.  . 

56.  16. 

56.  . 

58.  s8. 

57-  . 

61.     6. 

58.  . 

63.  18. 

59.  . 

65-  30. 

60.  . 

68.    8. 

61.  . 

70.  to. 

d2.  . 

72.  3». 

63:  . 

■    75.  to. 

64.   . 

.77- 

ss. 

80. 

82. 

12. 

84. 

24. 

87. 

s. 

89. 

14. 

91. 

s6. 

94. 

4. 

96. 

16. 

98. 

sd. 

JOI. 

6. 

103. 

18. 

105. 

30. 

108. 

8. 

no. 

20. 

112. 

32- 

115. 

IO. 

117. 

33. 

ISO. 

132. 

12. 

124. 

«4- 

127. 

s 

129. 

14. 

•31. 

96. 

134. 

4. 

•36. 

16. 

138. 

s8. 

141. 

-  6. 

'43- 

18. 

'45- 

30. 

148. 

8. 

150. 

so. 

65. 

66. 
67. 
68. 
69. 

70. 

7'- 
7»- 
73- 
74- 
75- 
76: 

77- 
78. 

79- 
80. 

&i. 
82. 

83- 
84. 
85. 
86. 
87. 
.88. 
89. 
90. 

9'- 
92. 

93- 
100. 

I  so:). 
[300. 


505 

VA. 
Rs.  Ma. 


152.  3«. 

155.  IO. 

157.  a». 
i6o, 

162.  12. 

164.  24. 

167.  2. 

169.  14. 

171.  2^. 

174.  4- 

176.  16. 

178.  28. 

i8k  6. 

183.  18. 

185.  30- 

188.  8. 

190.  20. 

192.  3». 

195.  IO. 

197.  22. 
200*- 

SO2.  12. 

204.  24. 

207.  2. 

209.  14. 

ttll.  26. 

214.  4. 

216.  .16. 

2t.8.  28 

«35-  «o 

470.  20. 

705»  30 


506 

Redueeion  de  socorros  de  ai  euartos  d  re.  vn. 

Socor.    Bs.  Ms.  Socor.    Ks.  Ms.  Socor.     Bs.  Mi. 


2.  l6. 

4.  3» 

7.  14 

9,  30 

12.  12 

14.  s8 

17.  IO, 
19.  26 

22.  8 
24.  24 

27.  6 

29.  22 

32.  4 

34-  «o 

37- 
39.  18 

42. 

44.  16 

46.  32 

49.  14. 

5>-  30 
54.  12 
56.  28 
59.  IO 
61.  26 
64.  8 
66^.  24 
69.  6 

71.  22 

74-  4 
76.  20. 
79.  « 


33 
34 
35 
36 
37 
3« 

39 
40 

4' 
42 

43 
44 
45 
46 

47 
48 

49 
50 
51 
6» 
53 
54 
55 
56 

57 
58 

59 
60 
6t 
62 

63 
64 


Hi. 

Ms. 

Socor. 

Tu 

~ 

65.  . 

84. 

66.  . 

86. 

16. 

67.  . 

88. 

3«- 

68.  , 

91. 

14. 

69.  . 

93- 

30- 

7°-  . 

96. 

12. 

7'-  . 

98. 

28. 

7«-  . 

lOI. 

IO. 

73-  . 

103J 

26. 

74'  . 

106. 

8. 

75.  . 

108. 

24. 

76.. 

III. 

6. 

77-  . 

*»3- 

82. 

78-. 

116. 

4. 

79-  . 

118. 

20. 

80. 

ISI. 

2. 

81.  . 

123. 

18. 

82.  . 

^26. 

83.  . 

128. 

16. 

84. 

130. 

3*- 

85.  ; 

«33. 

14. 

86. 

»35. 

30. 

87.. 

»38. 

12. 

88.  . 

140. 

28. 

89. 

«43- 

IO.' 

90.  '. 

145. 

26. 

9'-  . 

148. 

8. 

9«-  . 

150. 

24. 

93-  . 

»53- 

6. 

100.  . 

•55. 

22. 

200.  . 

158. 

4. 

300.  . 

160. 

20. 

163. 

2. 

165. 

18. 

1(58. 

170. 

16. 

172. 

3«- 

175. 

14. 

177. 

30- 

180. 

12. 

182. 

s8. 

185. 

IO. 

187. 

26. 

190. 

8. 

192. 

24. 

195. 

6. 

197. 

22. 

200. 

4- 

202. 

20. 

205, 

2. 

207. 

18. 

210. 

212. 

16. 

214. 

3«- 

217- 

14. 

219. 

30- 

222. 

12. 

224. 

^8. 

227. 

so. 

229. 

s6. 

^47- 

2- 

494. 

4. 

171. 

6. 

Beduccìon  de  rs.  d  mrs^^y 
tstos  à  cu'artos  y  mrs.,  des'de 
Un  rcal  hasta  mil^  sucesiva- 
mente  hasta  el  io,  que  van 
suhiendo  de  io  en  io  hasta 
loo  j  que  van  de  loo  cn  loo 
hasta  mil. 


Rs. 


.  Mrs. 


Ctos.     Mrs» 


507 


Heduccion  de  mrs,  à  cuartoi  jr^ 
mrs»  y  y  tstos  d  rs. 


Mrs.      Ctos.       Mrs.    Rs.  Mm. 


I. 

34.    8-  a. 

I. 

i« 

2. 

68.   17. 

2« 

2« 

3- 

102.   25.  2. 

3- 

3* 

4- 

136.   34- 

4. 

I. 

4* 

5- 

170.   4».  2. 

5. 

I. 

5* 

6. 

204.  su 

6. 

I. 

6. 

7- 

238.   59.  2. 

7- 

I. 

/• 

8. 

278.   68. 

8. 

2. 

i 

.9- 

306.  ^6.    a. 

9- 

2. 

9^ 

IO. 

340.   85. 

IO, 

9. 

IO, 

so. 

68o.  170. 

^  20. 

5. 

20. 

30. 

J020.  255, 

3^- 

7- 

3«^ 

40. 

1360.  340. 

40. 

IO. 

I 

6. 

50. 

1700.  425. 

50. 

12. 

i^ 

,    m6. 

60. 

2040.  510. 

60. 

15. 

I 

26. 

70. 

23S0.  595. 

70. 

'7- 

2. 

2' 

8. 

80. 

2720.  680. 

80. 

20. 

2< 

18. 

90. 

3060.  765. 

90. 

22. 

2. 

2- 

22. 

xoo. 

3400.  850. 

100. 

25. 

'  2. 

3«* 

200. 

6800.  1700. 

200. 

50. 

5- 

30- 

300, 

10200.  2550. 

300. 

75. 

8. 

28. 

400. 

13600.  3400. 

'400. 

100. 

II. 

26. 

500. 

17000.  4250, 

500. 

125. 

14. 

24. 

600. 

20400.  5100. 

6oo» 

150. 

17. 

2  2. 

700. 

23800.  5950. 

700. 

'75- 

20< 

20. 

800. 

^7200.  68oo» 

800. 

200. 

^3- 

18. 

900. 

30600.  7658. 

900. 

225. 

26. 

16. 

1000. 

34000.  8500. 

IQOQ. 

250, 

29. 

14- 

508 


RETIRO  MILITAR  POR 


Soeldo 


anos  de 


CLASIS. 


Coronel 

Teniente  coronel  mayo^ 

Comandante 

Mayor 

Capitan 

TcTiicnte 

Subtenìente  6   Alferee. .'...'. 

Sargento  y'Cabo  y  Sol  dado  no 
perpetuado  en  la  carrera  y 
que  se  retire  antes  de  aS.aìios 
de  servicìo 

Sargento  perpetuado  en  la  car- 
rera   r .». 

Cabos  i.o»  del  ejército  y  *C^- 
bos  a.4»  de  artiìleria  é  inge 
nieros perpetua dosen  lacar- 
'rera 


i5 

ao 

600 
45o 
36o 
33« 

» 

.  » 

370 
i35 
io5 

IO 

ao 

lo 

ao 

IO 

20 

a5 


800 
600 
480 
440 
36o 
180 
140 


3o 


900 
720 
660 
540 
270 

31.0 


1260 

756 


I 
90J  iiaj 


90 


l^ueldo 


Coronel 

Teniente  coronel  mayor.  . . 

Comandante 

Mayor.  » 

Cipitan 

Teniente 

Subtenìente  ó  AlTeres 

Sargenlo  ,  Cabo  y  Soldado  no 
perpetuado  en  la  carrera  y 
que  se  retire  antdt  àt  a5  aSus 
de  servicìo. .  . 

Sargento  perpetuado  en  la  car- 
rera.   

Cabo9,  l-o*  del  ejército  y  Ca- 
bos a.M  de  artitlcria  é  inge- 
nieros  perpeiuadus  eA  la  car 
rer^ .».*.. 


lao 

120 


7200 

960U 

i44oo 

5400 

7200 

10800 

i3ao 

5700 

8640 

3960 

5280 

7920 

324" 

4320 

648o 

i6ao 

2t6o 

3240 

1260 

1680 

aSao 

240 

1»  .. 

» 

a4o 

1080 

i35o 

=4- 

1 08'. 

9 

l5l20 

9072 
83i6 
680^ 
3403 
a6i(b 


509 


aSos  de  servigio. 

. 

""""' 

"n 

SSRVICI0« 

1 

3a 

3Ì 

i38o 
io35 
8a8 
759 
6ai 
3io* 
*4i| 

9 
» 

34 
1440 

1070 
861 

648 
334 
a5a 

» 

35 
i5oo 

1135 

900 
835 
677 

363Ì 

9 
iao 

9 

36 

i56o 
1170 
936 
8;58 
703 
35i 
373 

» 
9 

9 

37 

38 

39 

40 

1800 

i35o 

1080 

990 

"810 

SI 

\ 

9 

9 

9 

i3ao 
990 
793 

731 

594 

9 

» 

1630 
13l5 

972 
893 

364Ì 
383| 

9 
9 

9 

1680 
1360 
1008 

756 
Ì78 
394 

9 
9 

1740 
i3o5 

1044 
957 

3o4i 

* 

9 

anoAl.                            I 

i584o 
11880 
95o4 
865a 
7ia8 
3564 
3773 

> 

i656o 

ia4ao 

9936 

9108 

3736 
3898 

» 
* 

9 

17380 
13840 
io368 
95o4 
7*776 
3888 
3o34 

9 
9 

9 

18000 
i35oo 
10800 
9900 
8134 
4o5o 
3i5o 

9 

.440 

» 

18730 

i4o4o 

11333 
10396 

84I4 

4313 
3376 

9 

9 

9    ■_ 

^9U% 
14580 

11664 

10704 

8748 

4374 

3403 

9 
9 

9 

30160 

l5l3o 

13096 
11088 
.9073 

4536 
3538 

9 
9 

9 

30880 

i566o 

13638 

11484 

9396 

9 

9 

$11600 

16300 

13960 

11880 

973d 

A860 

3780 

9 
9 

9 

' 

54 


SIO 

HOTAa 

!.•  Para  oue  puedan  ob tener  las  clases  de  tropa  que  son 
acredoras'  à  él,  el  retiro  de  lojs  premios  inayores,  esto  es, 
desde'el  de  90  rs.  mensuales  inclusive  en  addante,  debea 
reunir  la  circunstancia  de  que  los  sargenlos  cuenten  al  reti- 
rarse  cinco  anos  de  ejercicio  en  dicha  clase,  y  los  cabos  pri- 
meros  diez  anos  de  efeclivo  servicio  en  la  suya  y  en  la  de 
segundos. 

2.^  Todas  las  clases  de  tropa  qae  se  retiren  antes  de 
cumplir  25  anos  de  servicio,  conservaràn  los  premios  de  15 
ó  20  anos  si  los  hubiesen  obteuido  estando  sirviendo,  dis- 
frutando  con  ellos  solo  del  fuèro  criminal. 

Beai  órden  de  15  (te  enero  de  1842 ,  sabre  las  rsglas  aprùba- 
das  por  S.  M,  para  el  buen  órden  y  direcdon  de.  larclaset 
pàsióas  de-  guerra  y  marina, 

1>  Los  retirados  del  ejército  y  marina  nòmbraràn  por 
abora  qn  habilitado  anualmente  bajo  el  metodo  que  estuvo 
en  pràctica  basta  fin  de  sètiembre  ultimo ,  para  que  se  en- 
tìenda  con  las  contadurias  respectivas. 

2.»  Estos  habilitados  no  exigirén  mas  agencia  que  dei 
uno  al  uno  y  medio  por  ciento,  y  4e  un  pago  à  otro  presen- 
taràn  à  las  contadurias  de  provincia  la  distribucion  justifica- 
dà  del  ùltimo  caudal  que  hubiesen  recibido,  acompaiìando 
relacion  duplicada ,  una  de  las  cuales  recogerà  para  su  res- 
guardo, comprobada  que  sea  por  el  contador,  y  ,la  etra 
con  los  justincantes  se  reservarà  en  las  oficinas  para  lo  que 
fuere  conveniente. 

3.*  IVunca  se  facilitare  al  habilitado  cantidad  alzada  por 
cuenta  de  loshaberes  de  la  clase,  sino  una  paga» media,  un 
tercio  ó  un  cuarto. 

5.^    La  .toma  .de  razon  de  lo^  realeè  despacbos  de  retiro 
-4e  gefes  y  oGciales ,  se  verifìcarà  por  las  oficinas  civiles  en  la 
forq^a  y  b^jo  el  mismo.  mètodo  que.  antes  lo  hacian  lat  miii- 
tares. 

^  6.*  Las  cédulas  de  retiro  de  las  clases  de  tropa,  tanto  del 
^ército  corno  de  la  armada,  se  presentaràn  asimismo  en  las 
mtendencias  de  provincia,  y  los  conlad9res,  prèvio  el  d<scre- 


«I 

lo  del  iilteftdente,  daràn  dr  Ics  interesados  jas  eqmval^nte$ 
certificaciones  en  ìguales,  términos  que  antes  do  hacian  las 
ofìcinas  militares. 

7.»  Los  diplomas  de  licencìadas  del  ejército  y  armada  qué 
gocen  cruces  peusionadas  con  algun  haber  ó  escudo»  se  ad- 
mituóaen  las  contadurias  de  provincia,  donde  los  interesa- 
dos  deseen  percibirlo ,  las  cuales,  previo  el  decreto  del  in- 
tendente, tomaràn  razon  estampaiido  en  ellos  la  nota  de  que-^ 
dar  alli  radicado  el  pago ,  devolviendo  el  originai  A  la  parte 
y  dando  aviso  à  la  direccion  general  del  tesoro. 

8.*  No  se  bara  novedad  respectp  de  los  reales  despacbos 
de  uso  de  uniforme  y  fuero  criminal ,  los  cuales  conlinua- 
t&n  requisitóndose  por  las  oCcinas  militares  y  de  marina.   , 

9.'  Guando  los  capitanes  gencralcs  en  uso  de  las  faculta- 
tdes  que  tenian ,  y  en  cuya  posesion  contiùuan,  trasladen  et 
domicilio  óresidencia  fija  de  losretirados  de  una  provincia  4 
otras  dentro  de  sus  rcspectivos  distrilos  t  lo  pgndràn  en  co- 
nooimiento  de  la  direccion  general  del  tesoro ,  para  que  poc 
està  se  espidau  las  órdenes  couvenientes  à,  la  traslaciou  de} 
pago, 

10.  Los  retirados  que  deseen  trasladar  su  residencia  y  ci 
cobro  de  sus  haberes  de  una  provincia  à  otra  de  diverso 
distrito  militar,  lo  solicilariin  del  gobierno  por  conducto 
del  respectivo  capitan  general ,  lo  mismo  que  los  que  quieraa 
trasladarse  en  el  propiu  conceplo  à  Madrid  »  aun  cuando 
antes  perteneciesen  à  otra  de  las  provincia^  de  Castiila  la 
Kueva. 

13.    Proseguirà  al  cuidado  de  la  i^dministracion  militar  el 

Sago  de  las  estancios  de  hospitalidad  que  dcvenguen  los  in- 
.  ividuos  de  la  clase  de  iubilados  y  retirados,  que  tienen  de- 
recho  à  ella  con  arreglo  &  órdenes,  cscepto  los  liceiijciados 
con  escttdaó  pension  por  cruces  militares,  Io&  cuales  na 
tienen  opcion  &  dicbo  beneficio;  bajo  el  concepto  de  que  poi: 
la  hacienda  cìvilse  reintegrare  àia  militar  el  importe  de  I09 
descuentos  que  segun  su  clase  sufran  los  causantes. 
.  14.  En  las  contratas  que  se  verifiquen  para  lo  sucesivo ,  U 
administracion  militar  fìjarà  por  coudicion  que  han  de  scr 
lidmitidos  en  los  hospitales  los  individuos  de  dichas  cla^es 
de  retiradosy  jubiladòs,  siemprc  que  obteugan  la  baja  opor- 
luna  con  las  foriBdlidades  de  costumbre,  y  el  Y."»  B.«  del 
respectivo  contador  de  provincia.  -.  > 

.  15.    En  ^as  certificaciones  de  ccse  qué  espidan   las  coij-3 
taduriaa  de  provincia  l'ademas  de  citar  los  motivos  y  órd&f 


519 

fies  en  vlrtad  de  qiie  se  despachanf  se  espresarft  el  alcanea 
que  resuite  &  favor  del  interesado,  siempre  que  coùste  el  di 
las  dos  épocas  anteriory  posterior  al  1.*  deoctubre  de  esle 
ano ,  y  cuando  no,  la  espresion  sera  de  lo  que  le  ha  corres- 
pondido  en  la  ùltima ,  de  lo  que  en  ella  se  le  ha  pagado  & 
cuenta,  y  de  que  tan  lue^  corno  sea  conocido  el  crédiU) 
del  mismo  interesado ,  por  lo  que  le  correspondió  y  deió  de 
percibir  en  la  primera  de  dichas  dos  épocas ,  se  le  àboDa- 
rà  en  su  cuenta  para  que  le  sea  pagado,  segun  lo  permitan 
bs  distrìbuciones  mensuales  de  fondos. 

16.  A  los  que  obtengan  mejora  de  relirose  les  pagare  eoo 
arreglo  i  ella  nasta  que  llegue  el  caso  de  que,j)uedan  salisfa- 
cérsele  sus  atrasos,  pues  entonces  las  mensualidades  cayo 
pago  se  acuerde,  se  eslenderàn  por  suiecion  al  haber  que 
gozaban  los  inleresados  en  la  època  ae  que  los  atraso& 
procedan. 

17.  Los  retirados  que  residan  en  las  capitales  de  distrito 
militar  justificaràn  su  existencia  cada  tres  meses  por  certifi- 
caciones  Individuales  que  autorizarén  Ips  akaldes  de  bardo 
respectivos»  con  su  firma  y  sello  de  alealdia ,  si  le  hubiere, 
y  los  que  se  halleu  domiciliados  en  ciudades  ó  pueblos  de 
provincia,  por  ignales  certificaciones  que  espediràn.los  alcaldes, 
y  legalizaran  los  escribanos;  cuidanoouuos  y  otros  inleresa- 
dos de  que  la  justificacion  sea  estendida  en  el  papel  del  se- 
llo 4.^  0  en  el  de  pobres,  sègun  sus  senalamienlos  escedan 
6  DO  lleguen  à  150  ducados  aouales,  y  conforme  à  io  preve- 
nido  en  real  drden  de  22  de  dicembre  de  1837.  Para  legiti- 
mar  lospagos  intermedios,  el  habilltado  manifestari  alpie 
de  las  nominas  de  los  dos  primeros  meses  quedar  respoa- 
sable  de  la  cantidad  que  reciba  si  no  presenlase  al  terceru  la 
justificacion  de  vida  que  cubra  todo  el  trimestre. 

19.  A  los  retirados  y  jubilados  que  no  justifiquen  con- 
cluido  el  trimestre  segun  va  prevenido ,  se  li»s  bajaràn  en  la 
nòmina  Ids  sueldos  de  los  (K)S  mese^s  anteriores,  y  si  tampo- 
co justificaren  al  vencer  el  S.*"  trimestre,  se  los  darà  de 
l)aja,  sin  voi  ver  &  incluirseles  en  los  pagos  sucesivos,  miea- 
tras  no  acredi ten  legalmente  à  iuiciò  de  las  oficinas  respec- 
livas  de  provincia  el*  punto  de  su  residencia  durante  el 
tiempo  de  su^escubierto.  / 

513.  De  todas  las  pénsionesi  retiros  y  jubilaciones  que  M 
concedan  por  log  ministerios  de  guerra  y  marina  se  darà  co- 
nocimSeuto  é  la  direccion  del  tesoro  y  coniaduria  general  da 
oistiiLuciou. 


515 

83.  Las  dascs  pdsWas  de  guerra  f  ftiarina  qae  gocen  dq 
faero ,  solo  se  consideraràn  con  dependencia  de  la  hacienda 
civil  por  lo  que  tenga  relacion  con  el  pago  de  sus  haberes; 

Ì[uedando  por  lo  demas  sujelos  é  los  reglaraenlos,  órdenes  y 
egislacion  del  ramo  de  guerra  tanto  para  puntos  de  dere- 
cho,  Como  para  solicitar  viudédades,  retiros  y  mejoras. 

Tfota,  Las  reglas  qne  dejan  de  ponerse,  èomo  se  nota  por 
ci  órden  numèrico  de  ellas  »  son  eji  razon  à  C[ue  su  conteni- 
do  no  tiene  una  relacion  directa  con  los  retirados^miiilares. 

raSTRUCKHON  sobbe  desertores. 


Meale»  órdents  y  decretos  vigentes  sobre  dicho  delitOy  eaìifiea^ 
don  de  loi  diferentes  casos  en  que  se  comete,  y  aflicacion 
de  la9  penas  senaladai  a  ellos» 

Circunstandas  que  califican  el  conato  de  desercioHm 

Es  reo  de  conato  de  desercion  elqaehabiendo  fattado 
à  Us  dos  listas  de  ordenanza  y  ioere  aprehendido  dentro 
del  pueblo  en  que  resìda  elcoerpofcompafiìa^ó  destaca- 
mento  de  qoe  depeoda,  antes  de  cnatro  dia»;  j  lo  es  asi- 
mUmo  el  cine  sin  haber  faltado  à  dichas  dos  listas,  faese 
aprehendido  dentro  ó  faera  del  pueblo  é  menor  dìstan* 
eia  de  caatro  legoaf »  con  disfraz  de  paisaoo,  ò  à  bor- 
do da  embsrcacion  é  punto  de  dar  la  vela,  sin  iicencia.aeà 
Art.  1 1 1,  titolo  10)  tratado  8.^  de  la  Ordeoaoxa,  j  reales 
órdenes  de  15  de  jooio  de  1789  j  24  de  enero  de  1841« 

Si  la  embarcacion  se  dirigiese  à  paia  estraagero ,  se«* 
ri  repntado  el  desertor  corno  tal  hécia  el  estrangero.vM 
Art,  95,  titolo  10,  tratado  8.^  de  las  Ordenanaas. 

Circunsiantias  que  califican  la  desercion  consumada* 

Es  repntado  por  desertor  aqoel  qne  foere  aprehendido 
à  caatro  6  aias  legnas  de  distancia  de  la  plaia  ó  cnartel 
donde  resida  so  regiotiiento,  com  pallia  ó  destacamento, 
auoqae  no  ba^a  faltado  à  ias  doa  listas  de  ordenanxai  j  el 


^idos  den- 
tro dèi  p  uè 
blo  donde 
•e  halla- 
rencon  sa 
cqrapania 
è  deéta«a> 
mento. 


„^ueradel 
pueblo 
lÀenor  dis 
lancia  de 
cnàtro  le 


CoTiat» 

de 

desèrcioft 


m  ,  ... 

qùe  haBienSo  falUdo  jellas  foere  apreheadido  laerii  M 
ipaebrp'  à  cualqniér  distanoia,  aaoqde  sea  cerca,  ó  biea 
deotro  del  mismo,  eoo  tal  qae  ea  este  ùltimo  caso  iiayaa 
pasado  caatro  dias.»Real  òrden  de  20  de  abril 
de  1769)  7  real  reaolacioa  de  13  de  |aoio  de  1789. 

Tabla  de  los  diferentes  casos  de  desercion  gué  puedeà 
present arse  ^  y  su  cali ficacion, 

f  Sin  faaber  faltado  i  la»  dos  Usta», 
tan  solo  con  qae  ae  encontraren  eoo 
disfras  de  paisano,  li  otro  iodicìoes- 
terior  qae  maiiifieste  la  intencioti  de 
la  faga,  se  balla  comprendido  en  la 

falta  de  «...  « • 

'  Hàbiendo  faltado  ila^^doa^liataa  de  ) , 
ordeoanza,   pero  eocontrados  aQte8>I(lem« 
de  caatro  dias.  .  .  •  ..  ^ •  •  •  j 

Habtetìdo  faltado  à  laa  dos  iìstasde  ) , 
ordenaoza,  y  aprehendido»  despaes  >Dc«erc!oa 
^ie  caatro  dia».  •  .  .  • •  •  •  I 

Sin  baber  faltado  À  laa  dos  lìsfaSi 
solo  eslan  comprendidosen  los  casos 
de  desercion,  si  se  ìiallaseu  con  dis- 
fraz  de  paisano  d  otro  indicio  qae 
màoifiestc  la  intencion  de  la  faga^  ii  1  desf rcìoib 
à  bordo  de  embarcacioa  à  ponto  de 
dar  la  Tela,  sin  licencia.  •••;•.•• 

Habiendo  faltado  é  las  dos  listas)^        . 
de  ordenanza.   •  •  •  • J 

!En  coalesqoiera  casos  aanqóe  no] 
bajan  faltado  à  las  dos  listas  de  or-  Idem* 
deoAoza.  «  .^  ^  •  »  •  »  »  •  ^  *  •  •  •  •  •) 

•  .    Para  graduar  el  tiempo  qné  deben  servir  los  deserto- 
^       4«9  qoe  foereu  &ii^U>B  sin  tiemi^o  determiflado^  Té«w  ia 


Conato 
de 


Adistan 
eia  dexu^' 
tro  u  mas 
leguas  del 
pueblo. 


515 

rèaMrdeh  de  34  d®°  enero^e  IB4I1  qné  dispone  qaò 
el  tìémpo  qoe  se  coente  à  todo  desertor  qae  no  le  tenga 
défintdofSea  el  de  seis  aiios. 

Jrticulo  95  Y  'trat.  8.^,  tit,  10  de  las  Ordenanzas  del 
,   eJércitOp 

Los  qae  desertando  à  paisea  estraogeroSf  sea  en  tiem*- 
po  de  gaerra  4$  pax ,  iuereo  apreheodidos  eo  territorio 
de  mìa  domioios  à  distaDcia  de  media  legoa  dei  confia 
con  el  eatrafio ,  seHi\  pasados  por  tas  armaa  eo  caalqoie- 
ra  udmero  que  ae  apreheudao.  ^  , 

.  Articulo  94  idem» 

Los  presidios  de  Àfrica,  lineaa  de  Gibraltar,  plaEas 
eonfiuautes  con  dominio*  eatrafioa,  y  pnestoa  de  la  ra« 
ja,  exigen  regia  distinta  de  la  qlie  esplica  el  antecedente 
•rticalo  para  gradaar  la  conaomacion  de  la  faga  k  paisea 
estrangeros;  por  lo  que  para  deelararla  tal,  ae  estaré  à  los 
Hmites  aeBalados  por  ios  respecti^os  oomandantes  genera'^ 
iea,  para  imponer  é  los  desertores  la  pena  de  maertef 
en  coalqoiera  ndmero  qae  sean. 

Articulo  111  idem*^ssQonatù  de  desercion* 

'  Todo  soldado  que  se  ballare  dentro  de  la  guarnìclon 
à  logar  de  cuartel,  ó  fuera  de  é\  dentro  de.  lós  Ifmites, 
disfrazado  siti  consumar  la  desercipn,  pero  Qon  indicio 
que  Aé  sospecha  à  cometerla,  6  en  cnalqaiera  otro  mo* 
do  ,  qae  yerifìqoe  su  intencion'  de  la  fuga  con  algan  acto 
esterior,  se  le  recargarén  cuatro  «fios  de  servicio  en  ei 
iBtsmo  caerpo ,  sobre  ios  qae  le  faltaban  para  campUt 
•Q  tiempo. 

Articulo  95  idem» 

Ser^b  repatados  comò  desertores  deigaalcalidad  para 
Mfrir  l#  pena  de  iiiaeìrte>  lai  qoe  ae  hallaren  con  diairap 


51« 

ó  sio  tfl  embarctjlos  nn  eotcpetente  ttcencii  ei  jnicrt» 
de  inis  reioos  i  bordo  de  embàrcacion  estraogera  ó  espi- 
noia,  con  rombo  ó  destino  i  paia  eitraogerO)  prooe« 
di^odoae  al  mismo  tiempo  A  la  detencion  de  Las  embarca* 
cionea  espaftolaa  en  qne  aean  aprehendidoa ,  j  al  arres- 
to de  los  patrones  j  marineroa  de  ellaa  para  descobrir 
lo6  (Snipadoa,  de  que  se  me  darà  cneotà  con  jostìficacloa 
para  qne  examinadas  laa  circnnstancias  en  mi  consep  da 
gnerra,  espìda  la' providencia  qne  merezca.' 

Real  órden  de  SO  de  ahril  de  1769. 

Conaiderandoel  rej  conreniente  qne  en  lo  interior  da 
anadominioahajaaefialada  diaUncia  para  calificar  la  sim* 

J>le  deaercion  en  ana  tropaa,  ha  reanelto  S.  M*  qoe  ea 
aa  plaaaa  j  coartelea  (qne  no  aea  paia  confinante i  U« 
Dea  de  Gibraltar,  ai  preaidio  de  Africa,  para  cnyo^  pa* 
ragea  qnedan  en  toda  au  fuersa  loa  artlcoloa  95  7  94 
del  tf tnlo  IO,  tratado  6.^  de  laa  nnevaa  Ordenànxaa)  sea 
preciaa  diatancia  para  conaomar  la  deaercion  la  de  eoa- 
tre  legoaa  sin  laa  circnnatanoiaa  agravantes  eajplicadtf 
cn  la  miama  Ordeoania;  j  de  órden  de  S.  M.  lo  comuai" 
co  ii  y«  E.  para  an  cnmplimieoto  j  pnblicacion  :en  loa  re- 
gimicQtoa  de  la  inspeccion  de  so  cargo.  Dica  gnarde,  &c* 
Àranjnes  90  de  abrii  de  i769.«Bjaan  Gregorio  Mo« 
uiain.ss3Circo)ar  é  Ica  capitanea  geoeralea,  inapectorea  J 
gefea  de  loa  cnerpoa  de  Caaa  Real. 

tieal  órden  de  \^  de  junio  de  1789. 

Enterado  el  rey  de  laa  frecnentea  dndaa  qne  haa 
ocorrido  à  loa  gefea  de  loa  regimientoa  del  ejército,  «o« 
bre  la  pena  qne  debe  imponerse  al  indÌTÌdno  qne  faitao* 
do  mocboa  diaa  de  so  compania,  ea  aprehendido  dentro 
del  pueblo  ea  qne  Teaide  an  cuerpo  9  por  no  haber  de- 
claracion  algaoa  que  la  determine  en  este  caao,  ni  tiempo 
atualado  que  califiqoe  la  deaercion  ;  se  ha  digoado  S.  M. 
vcaoirer  qoe  (aubaistiendo  en  su  fnerza  cnanto  pjreTieae 


li  reti  dIecUracioB  de  9  de  ooTiembris  de  1769)  sea  sor 
ficieole  para  calificar  la  desercioD,  é  ioipooer  ia  pena 
qoe  à  ella  correipooda  al  qae  la  cometa ,  la  aoseocia  do 
«Qatro  dias  de  so  còmpaoia ,  aanqoe  nq  haya  valido  del 
pnebloea  qae  el  caerpo  tenga  sa  resideocìa,  j  sea  apreheo-* 
dido  dentro  ée  éì;  y  qne  para  el  qne  (aitando  del  mìs-* 
no  modo  faere  aprehendido  en  iguales  circunatancias^ 
•ntes  de  dicho  termino  i  pero  pasaodo  las  dos  listas  qua 
esplica  la  cìtada  declaracion  de  9  denoTÌembre  de  69, 
ee  ponga  eo  ejecocion  la  pena  aefialada  en  el  trat.  8.% 
tit.  10,  art*^  IH  de  la  Ordenama  del  ejército.  Lo  qne 
de  real  órdeo  participo  à  V.  E.  para  qae  disponga  sa 
Gomplimiento.  INos  gnarde,  fico*  Aranjaea  13  de/  jnnio 
de  i789.ssGer6nia|o  CabaUero.saCirealar  i  toscapìtanes 
generales,  inspectores  del  ejércitOy  j  gefea  de  los  caer«» 
poe  de  Casa  &eal« 

Realórden  de  9  de  enero  d^  1858. 

Contencido  mi  real  dnimo  de  los  daSos  qae  eaosa  i 
la  disciplina  del  ejército  la  aplicacioo  del  indnlto  eéne-» 
ral  à  los  desertores  qoe  se  presenten  à  implorarle  en 
mi  Real  Palacio,  j  persnadida  al  mismo  tiempo  de  qne 
los  iodiTidaos  qne  la  impetran  son  comonmente  los  de 
peor  condacta  j  de  mas  perjadiciales  costambres;  he  Te-* 
Aldo  comò  regeote  j  gobernadora  del  reioo ,  J  A  nom- 
brc  de  mi  aagasta  hija  Dona  Isabel  II,  en  decretar. 

1.^  Los  individùcs  militaresde  cnalqniera  clase,qae 
ee  presenten  en  Palacio  acogiéodose  é  indotto ,  solo  po« 
drén  obtenerle  en  los  casoa  qae  jo  tenga  à  bien  acor* 
dirsele  con  arreglo^  las  lejes. 

2*^  El  gefe  de  la  gnardia  de  Palacio  remitiri  Uà  ins- 
tanciaa,  segon  se  practica  actnalmente,  al  mioisteiio  da 
la  gnerra ,  disponiendo  deède  joego  qoe  los  interesados 
aean  oondncidos  à  disposicion  del  capitan  general  de  es* 
la  proviociai  directoresé  inspectores  de  las  armas  ó  auto* 
ridad  é  ^uien  correaponda  |  con  una  pspelcta  qne  acier 


dite  8o  preseiittcion  é  «olicìtar  indalto/  A  fin  it  qilé  en 
^irtod  de  este  doca meato  se  sasjpeiida  proceder  contra  . 
tt\  presentado,  qoien  qnedaré  soìeto  ai  caatigo  à  qoese 
liobiese  hecho  acr&edor,  si  no  recayeae  diipoaicion  mia 
qae  prevenga  lo  contrario,  antes  de  espirar  loa  qniace 
prim^ros  dias  sìgotenteB  al  de  so  presentacion. 
'    5.^    Qaedao  esceptaados  de  optar  al  indulto  lo»  qae 
le  soliciten  por  el  delito  de  primera  deaercion,  A  meuoi 
qu4^  està  se  cometa  en  tiempo  de^goerra,  ó  ood  circons- 
taucias  de  tal  naturalesa,  qoe  puedan  dar  logar  à  (^ue 
tecaiga^  fa  ìiuposicion  de  pena  <^apìtal  6  de  presidio,  ea 
ooyo  caso  Ics  acusàdos  quedan  xomprendidos   en   lo  qoe 
se  previene  en  los  dos  artfculos  anteriores, 

4-^  £st6  decreto  se  observarà  j  pondri  en  campii^ 
mionto  desde  el  dia  primero  de  marzo  próximo  Teni* 
d^ro«  TeDfirdtsio  eotendido  j  lo  comonioareis  à  qaieo 
corre$pond'i«-=s.Estàrabricado  de  la  real  mano.ssDado  eo 
Paiacìo  é  9  de  e  nero  dò  1 8  58  .su  AD.  Jacobo  Maria  de 
^spinosa.  . 

Real  órden  de  24  de  enero  de  1841* 

Ministerio  ^e  la  Gaerra.spExcmo<.  Sr.sssAl  director 
ìgeueral  de  artìlleria  digo  hoj  lo  qae  signe.ssHe  dado 
caenta  à  la  Regencia  proTisional  del  reino  de  la  consulta 
qae  e)  antecesor  de  Y.  E.  remitió  i  este  ministerio  en  29 
de  jnnfo  ditimo  sobre  la  pena  qoe  debe  aplicarse  à  los 
Besertorea  qae  siryan  sin  tiempo  determinado,  y  la  qae 
corresponde  à  los  conatós  de  segnnda  desercion.  Enferà* 
da  la  Regeocia  y  contorme  con  lo  espoesto  por  ei  tribo- 
nal  sapremo  de  guerra  y  marina ,  se  ha  ser^vido  decla- 
Irar  que  el  primer  caso  se  balla  resnelto  ja  por  la  circa- 
lar  de  9  de  diciembre  dltimo,  en  ia  qoe  se  decide  que  el 
tiempo  que  se  cuentede  nueyo  i  todo  dédertor  que  nolo 
tenga  deOnìdó  sea  el  de  seis  anos,  quedando  fijado  por 
consiguiehte  el  plazo  qae  faan  ,de  servir  los  desertores 
Gujro  empeno  fné  por  el- tiempò  d<r  U  ùltima  (oerr*{  7 


/         ,  519 

én^cdanto  ih  segnnda  patte dela  coàsnita,  noofreciendo 
oomo  no  ofrece  dada  sì  se  considera  qne  la  lej  es  termi* 
nante,  porqne  aapaesta  la  primera  desercion  j  ei  haber 
ftofrido  la  pena  à  ella  seiialada,  correspoode  sea  castigado 
dicfao  delito  comò  se  previene  eu  el  art.  Ili  del  tit.  10, 
trat.  8.^  de  U  Ordenanza  general  delej^rcito>  me  manda 
la  Regencia  decir  à  V.  £.,  corno  lo  Yèrifico,  que  lot  iodi- 
cios  leves  de  intentar  la  desercion  debeo  ser  corregidoa 
por  lo8  gefes  de  Ics  ctierpos,  y  qne  Ics  mas  grayes,  talea 
comò  la  aprebension  con  el  disfraz  de  paisano  d  otro,  6 
bien  sin  lieencia  à  bordo  de  embarcacion  à  punto  de  dar 
la  vela,  ó  ya  «ea  por  la  falta  de  so  compania  antes  de  Ica 
caatrodias,  pero  pasadaa  las  liatas  de  la  tarde  y  rancho 
cle,nocfae  y  la  lista  y  rancho  de  la  mauaoa»  segon  se 
esplica  eri  el  art.  8.^  de  la  real  órden  de  8  de  cnero 
de  1815^  deben  ser  castigados  con  àrreglo  à  Ordenanza, 
ain  qne  haya  necesidad  de  adicionarla  mnltiplicaudo  Us 

?»eoa8  para  la  reiteracioo.de  los  C0DatO8.«=»I)e  drden  de 
a  Kegencia  lo  traslado  &  V«  E.  para  su  conocimiento 
y  efectos,  consignientes.a^sDlos  guardo  i  Y*  E.  mocbos 
afioa*  Madrid  24  de  enero  de  1841* 

Real  órden  de  16  deoctubre  de  1843. 

=  Por  la. refenda  real  órden,  qne  deja  an  aa  faerca  j 
▼Igor  la  de  8  de  febrero  de  1806  en  està  parte,  se  im- 
pone la  pena  de  ocho  anos  de  presidio  à  los  desertorea  de 
Uganda  vez,  preaeptados  j  no  aprehendidoa. 

Real  órden  de  8  de  julio  de  1845. 

Ministerio  de  la  Gnerra.«=^Excmo  Sr.^^Las  diTersaa 
Teales  órdenes  qne  desde  la  phblicacìon  de  la  Ordenanza 
v%e  haa  espedido,  impooiendo  penas  é  los  desertores,  sin 
liaberae  coDs^gnido  bacer  desaparecer  este  delito,  qne 
-dèatroye  y,  desmoraliza  los  ej^rcitos,  han  demostrado  la 
inefieacii  de  naealra  legiala^ioii  militar  en  està  parte;  y 


580 
deseaado  U  Reioa  (Q.  D*  G*)-qiie  te  consolide  cadi  Tei 
la  discipliDa  en  las  fiiaa  dei  ej^rcilo,  destroyendo  lot 
medìos  qoe  paedao  barreoarUf  se  ha  dignado  resolver^ 
«|ae  la  pena  senalada  por  la  real  órden  de  8  de  enero 
de  1815  à  los  desertores  de  ptimera  sin  circnostancU 
agravante,  s$a  en  lo  sucesifo  la  de  aeryir  en  nno  de  los. 
caerpos  del  ejército  de  Ultramar  el  tiempo  de  sa  empe^ 
no^  mas  el  qae  el  ÌDdÌTÌdao  hubiere  esUdo  desertadb 
por  via  de  recargo,  haciendo  estenùva  està  disposidoo 
à  los  prófugos  de  las  qnintas.  De  real  órden  io  diga  i 
Y.  E.  para  sa  cooociroìento.  Dios  gtiarde  é  Y.  £•  mn- 
chos  aiios.  Barcelona  8  de  jalio  de  l845.sBNarTari.'a 
Sr»  capitan  general  de...* 

REALES  ORDEiNES  PARTICULARES  SOBRE 

DESEarOBES    DS    CASALLERU* 

Real  órden  de  18  de  mayo  de  1782,  imponiendo  penas 
d  las  desertores  de  caballeria- 

Atendiendo  el  rej  à  los  jostos  motivos  qoe  Y*  E.  es« 
pone  en  sa  representacion  de  17  de  abril  ultimo ,  se  ba 
aerTido  S»  M.  coodescender  con  lo  qoe  Y.  E.  propone, 
y  qaiere  qne  los  desertores  de  los  regimientos  de  caba- 
Ileria  de  sa  ìnspeccioo  se  destioen  por  ocboanos  à  loscoer* 
pos  fijosdelos  presidios,61osde  igualclasede  Ainérica.e^ 
Lo  que  participoà  Y.  E.  de  real  órden  para  so  tnteligen- 
cia  y  coaipIimtento.«aBDìosgQarde&cc.Aranjae£  ISdemayo 
de  Ì782.«sMìgoel  de  MQzqaid.=3sSr.  D.  Antonio  Ricardos, 
inspector  general  de  cabaileria* 

Otra  de  6  dejunio  de  178S  sabre  lo  mismo» 

Excmo.  Sr.  as.Consigaieote  à  la  real  reaolncionqoe  co- 
Diuniqod  a  Y.  E.  en  l8  de.mayo  próximo  pasado,  j  en  vista 
de  la  coiitestacion  de  Y*  £•  de  81  del  mismOf  de  qoe  be 
dado  coenta  al  rpy  ».  ba  resaelto  S.M*  qne  los  desertores 
decabaMeriasedestinen  con  prefereacia  à  los  regimieotos 


Ì21 
fijot  de  los  presidios  de  Africa;  pero  cciando  los  gober* 
nadorei  deaquellas  plazas  aviaeD,coiiio  seles  previene,  qaè 
ya  DO  tienen  cabimiento  en  sua  cuerpos,  se  apliqoen^y  se  ' 
eovien  à  los  fijos  de  la  Habaha  y  Poerto  Rico.=s  Loqae  de 
real  órden  participo  à  V.  E.  para  sa  ioteligencia.ss  AraD- 
joes  6de  jaoio  de  1782.=» Miguel  deMuE(|QÌd.«=3Sr,  D. 
JosédeGaltez,  secretano  di^eaUdo  y  del  despacho  de  lodias* 

Real  órden  de  27  de  marzo  de  1784  sobre  idem. 

Habieodo  acreditado  la  esperiencia  los  graTfsimos  per* 
JQicios  qàe  reaaltan  de  la  permaoencia  od  sqs  propios  coer* 
pos  de  los  desèrtores  de  los  regimieoto^dedragoiies,  ba  re* 
aneltoel  rey  qae  losqae  comedereD  este  delito,  se  les  im* 

SoDga  la  pen«  de  servir  ocbo  afios  en  |lo8  regimienios  fi}oa 
e  los  presidioade  Africa.  Lo  qae  participo  àV«  £•  para  sa 
intelifieDcta  y  complimiento  en  la  parte  qoe  (e  toca.  Dios 
goarde  &c.  £1  Pardo  27  de  marzo  de  1784.=»  Sr«  D« 
Eugenio  Bretoo,  inspector  general  de  dragones. 

Ocra  de  ade  noviembrede  1807 en  quese oonfirmanlm 
anteriores  sobre  desèrtores  de  caballeria. 

Enterado  e|  rey  del  oficio  de  V.  S.de  16  de  setiembre 
próximo  pasado  en  qoehace  presente  si  los  cuerpos.de  la 
luspecciÒD  general  de  la  caballeria  ligera  de  su  cargo  han 
de  fiustauciar  i  sos  desèrtores  con  arreglo  à  lo  prevenidoen 
la  real  órden  de  2  de  agosto  ditimo^imponieodo  àlos  qae 
se  fuguen  de  ias  goaruicLones  ó  puesto»  iuteriores  la  pena 
4)ae  la  ordeoanaa  general  sena  la  «n  tieni  pò  de  pas,  segua 
lo  ha  entendido  el  coronel  de  hdsares  espanoieS)  6  si  ha 
de  castigàrseles  en  TÌrtud  de  lo  resoelto  en  reaies  órdéuea 
de  18  demayo  de  I782y 27  demai a^  de  1784,  ^  ^^  hetyi-^ 
du  S.  M.  mandar^  conforméndobe  con  él  modo  de  pensar 
del  befiv>r  priucipe  genei  aHsioio,  qne  puea  rigen  estas  reales 
drdenea  eu  toda  la  caballeria  en  lugar  da  lo  que  la  or«> 
dcaauia  previcMi  dcbea  coatiuttai  obsenindolu  todosloa 


522 
euerpos  de  està  arma;  paes  tal  ea  el  aentido  de  Io  pr^)adó 
jDoa  referencia  é  est^  patito  en  la  realdrden  de  2  de  agosto 
ya  citacia,  sin  per  juicio  de  qae  observeo  està  para  imponer 
à  los  iodividuos  ^ue  deserten  deatro  del  iimitesenatadoso- 
bre  las  costas^inclasas  lasHe  iasislas,  ódelfreote  de  la  pia- 
zzi de  Gibraltar,  la  major  pena  qoe  para  ellos  se  prescri- 
he.-ssLo  qae  comaico4  V*  S.  de  reai  òrden  para  ,8ii  ciim« 
pUmieoto  en  la  parte  qae  le  toca.=Dìos  goarde  à  V.  S.  mo- 
cho^  afios.  San  Lioreato  25  de  noviembre  de  l807.«s=:Cabaiie- 
ro.^sxSr«  laspector  general  de  la  caballeria  ligera. 

ESTRAGTO 

de  las  reales  órdenes  y  decretos  vigentes,  pertenecientes  al 
ejército  y  armada. 

I  Por  real  òr<len  de  16  deabrilde  1813  se  previene  qae  i 
^los  ofìciales  y  demas  empiea<ios  en  los  dif^eates  ramos  de 
'guerra,  que  se  Ics  hubiesen  estraviado  los  reales  despachos,  se 
lés  franquee  un  tanto  de  éllqs  por  las  contadurias  de  ejér- 
cito. '  ' 

Por  otra  de  17,  de  abril  del  misipo  ano  se  mandò  igoal- 
mente  à  los  coroneles  y  gefes  dei  ejército,  den  carso  sin  la 
menor  detencion  a  las  instancias  que  Ics  presenten  sus  su- 
bordinados,  aunque  lasgradùen  deiniustas. 

Por  otra  de  2  de  enero  de  1817  se  declara  que  &  los  oficia- 
les  de  milicias  rio  les  correspc^de  mandar  las  armas  en  el 
-pueblo  donde  se  hallen  de  cuartely  exìatiendo  otro  del  ejér- 
cito en   el  mismo  en  comision. 

.  Por  otra  de  28  de  junio  del  espresado  aiio  manda  S.  M.  que 
en  el  pueblo  donde  haya  un  oficial  general  empleado,  se 
presenten  à  él  a  cumplimentarle  en  los  dias  de  gala  por  los 
Teyes  y  prfncipcs  de  Asturias;  los  ofìciales  militares. 

Por  otra  de  2  de  noviembre  de  1818  se  manda  soeorret 
xon  el  lodo  de  su  haber  &  los  ofìciales  del  ejército  que  por 
.icualquier  concepto  $e  halleii>  .procesados. 

Por  otra  de  12  de  marzo.de  18Ì9prohibe  S.  M.  eluso  de 
bastptt  d  los  coroneles  y  demas  gefes  ^ué*se  hallen  agregadoa 
à  los  euerpos. 

Pop  otra  de  20  de  junio  de  dicho  aiio  declara  S.  M.  pre- 
fendos  à  los  ofìciales  retirados  con  goce  de  sueldo,  en  ci 
jmaado  deJas  armaa,  4  io3  qae  goa\uso.  de  uniforoieL  di6r 


999 

fraten'  solo  del  fuero  eriminal,  aanqoe  los  prtmeros  sean  de 
iiiferior  graduacion.. 

Por  otra  de  27  de  seliembre  del  citadoano,  se  manda  qua 
ningun  ofìcial  retirado  pueda  con  tra  su  voluntad  ser  oblìga- 
do  I  ejercer  oficios  de  repùblica. 

Por  otra  de  13  de  dicierabre  de  1827,  se  previene  que  los 
comisarios  de  guerra  deben  continuar  en  la  pràctica  de  au- 
torizar  todos  los  documentos  militares  qae  le  presenten  to- 
dos  los  individuos  del  ejércilo. 

.  Por  otra  real  órden  de  17  de' enero  de  1828,  se  declara 
que  los  militares  deben  ser  demandados  para  pagos  de  al- 
quileres  de  casas  ante  la  jurisdiccion  militar,  y  para  el  de- 
8aucio  ante  la  civiL 

Por  otra  de  19  de  marzo  del  mismo  ano,  declara  S.  M* 
que  los  resguardos  no  pueden  registrar  los  cuarteles  ni  ca- 
sas de  los  que  gocen  fuero  de  guerra,  sin  la  venia  de  las  au- 
toridades  militares. 

Por  otra  de  21  de  mayo  del  citado  aho,  se  manda  que  & 
los  prcsos  militares  que  se  hallen  comò  en  deposito  en  las 
càrccles  pùblicas,  no  se  les  cobren  derechos  de  carcelage^ 
griilos,  etc. 

Por  otra  de  7  de  noviembre  del  mismo,  sé  manda  que 
en  caso»  imporlantes  al  servicio ,  los  barcos  de  vapor  con- 
duzcan  à  los  soldadoè  del  ejército  por  mitad  del  fletè  que 
pagan  los  paisanos. 

Por  otra  de  2  de  diciembre  del  refendo  ano ,  se  declara 
que  la  licencia  para  cazar  con  escopeta  ó  arcabuz,  que  se  es-r 

Side  à  los  militares  por  sus  gefes  naturales  con  arreglo  à  or- 
enanza,  les   sirva   tambien  para  verificarlo  con  galgos  y 
demas  clases  de  perros. 

Por  real  decreto  de  7  de  diciembre  de  1829 ,  se  previene 
que  los  individuos  de  tropa  que  quieran  empenarse  ó  reem- 
peìiarse  por  un  tiempo,  con  el  cual  y  el  servìdo  anterior- 
mente alcancQH^^  diez  aiios,'  recibiràn  desde  el  dia  siguien- 
te  al  en  que  cumplan  el  riempo  de  su  anterior  obligacion, 
y  mieutras  sirvan  hasta  obtener  el  premio  inmediato,  la  al:*. 
ta  paga  de  30  cuartos  meusuales,  y  el  distintivo  de  una  cin- 
ta roja  y  amarilla. 

Por  real  órden  de  5  de  febrero  de.  1830,  se  dispone  que  losmi*- 
lilares  que  se  hallen  en  los  hospitales,  continùen  en  ellos 
basta  su  curacion,  por  cuenta  de  la  administraclon  militar, 
aui^que  en  el  estadq  do  enfermos  vengan  &  perder  el  derechq 
é  esle  beneficio.  * 


*24 

Por  otra  de  10  de  agosto  del  mismo,  se  da  facaUfiA  il(^ 
capitanes  generales  para  que  concedan  traslacion  desarietfro 
é  los  oficiales  dentro  de  sus  respectivos  distri tos. 

.Por  otra  de  4  de  jun?o  de  183i,  se  dispone  que  las  licenciai 

{»ara  pescar  los  militares  se  espidan  por  los  capitanes  genera- 
es  y  demas  gefes  naturales,  ael  mismo  modo  que  ^e  pracli- 
ca  con  las  de  caza. 

Por  otra  de  13  de  novlembre  de  1832,  se  concede  d  gra- 
do de  subteniente ,  j  la  alta  paga  de  30  rs.  al  mes,  é  los  sar- 
gentos  primeros  de  la  cuarta  parte  del  numeri)  de  compa- 
iiiias  de  cada  regimiento  del  ejército. 

Por  otra  de  30  de  junio  de  1833 ,  se  manda  que  las  m* 
das  de  militares  que  pasen  d  segundas  nupcias,  y  no  les 
qucde  auxilio  para  manlenerse,  recobren  las  pensiones  que 
tenian  de  resultas  de  la  muerte  de  sus  primeros  maridos. 

Por  otra  de  23  de  diciembre  del  mismo  ano,  se  manda  que 
todas  las  vacantes  qurresulten  en  las  piazas  de  guardasi  tao* 
to  de  éi  pie  corno  de  d  caballo^  en  los  reales  sitios,  bosqùes 
y  casas  de  campo,  se  provean  en  los  soldados,  cabqs  y  sar- 
gentos  de  las  armas  de  ihfanteria  y  caballeria. 

Por  otra  de  20  de  enero  de  1834,  se  declaranlibresde  pagode 
portazgos,  pontazgos  y  barcas  à  los  conductores  de  pertrechos 
de  guerra  y  boca ,  por  cuenta  de  la  administracion  militar. 

Por  otra  de  4  de  setiembre  de  dicho  ano,  se  dispone  que 
las  revistas  de  comisario  se  pasen  el  dia  que  senale  éste,  y  i 
la  bora  y  sitio  que  designe  el  gobernador  de  plaza  ó  el  co- 
mandante del  cuerpo. 

Por  otra  de  22  de  abril  de  1835,  manda  S.  M.  qaelos 
gefes  y  oficiales  puedan  presentarse  en  la  corte ,  con  unifor- 
me riguroso  y  gala ,  sin  necesidad  de  usar  el  calzon  corto, 
media  y  zapato  que  se  ha  acostumbrado  basta  el  dia. 

Por  un  decreto  de  3  de  agosto  de  dicho  ano  se  manda 
que  ningun  militar  sea  privado  de  su  empieo  sin  causa  le- 
galmente probada  y  sentenciada. 

Por  rea!  òrden  de  6  de  mayo  de  1836 ,  manda  S.  M.  que 
&  loscumplidos  de  los  cuerpos  de  niilieìas  provinciales  se  les 
considere  del  mismo  modo  que  A  los  del  ejército,  tanto 
para  la  espedicion  de  sus  licencias  absolutas,  corno  para  los 
demas  goces  que  d  estos  les  estan  declarados. 

Por  otras  de  21  y  28  de  setiembre  de  dicho  ano  se  dispo- 
ne que  sii)  pruebas  de  nobleza  sean  admitidòs  los  jóycnes  en 
ci  cuerpo  de  la  armada  nacional  y  en  los  eslablecmiicnlos  y 
carreras  militares. 


525 

Pjor  otra  de  11  de  junio  de  1837 ,  se  manda  que  &  los  solda-» 
dos  que  se  licencien  por  iniitiles  y  enfermen  en  el  regreso  & 
sus  casas,se  les  admita  en  los  hospitales  milìtaresò  civiles, 
a})ODàndose  por  la  hacienda  militar  las  estancias  qne  causen. 

Por  otra  de  24  de  diciembre  del  mismo  ano  se  manda 
oue  sin  escusa  aìlguna  se  admìtan  en  los  hospitales  civilcs^ 
aonde  no  los  haya  por  la  hacienda  militar,  &  los  enfermos  y 
heridos  militares ,  anonàndose  por  la  misma  la  cantidad  quo 
se  conceptue  prudente  por  las  estancias  que  causen. 

£n  otra  de  25  de  setiembre  de'  1838,  se  manda,  en  vista  de 
la  manifestacion  hecha  à  S.  M.  por  ei  inspector  general  de  infan- 
,  leria,  acompanando  un  cjemplar  de  un  libro  impreso  en  Va- 
lencia en  la  imprenta  de  Gabrerizo  el  ano  próximo  pasado,  coA 
el  titulo  de  Instrucion  de  infanteria  y  recopilacìon  de  penas 
militares,  de  losperjuicios  que  podrian  originarse  por  haberse 
8uprimìdoalgunosarticulos,y  allerado  notabjemenle  otros,no 
debe  considerarse  autèntico,  ni  regircomo  tal  enninguncaso 
ni  para  ningun  efecto,sin  perjuicio  de  las  demas  medidas  que 
se  adoplen  para  corregir  y  evitar  abusos  en  la  publicacion  de 
las  leyes  y  reales  resoluciones. 

Por  otras  de  12  de  febrero  y  13  de  agosto  de  1839,  se  prohìbe, 
por  la  primera  destinar  al  fijo  de  Geuta  à  reo  alguno  de  la  cla- 
se  de  paisano,  cualquiera  que  sea  su  delilo;  ypor  la  segunda 
que  por  ningun  tribunal,  juslicia  ni  autoridad  alguna  se  sen- 
tencìe  al  servicio  de  las  armas  é  reo  alguno  por  nìnguna  clase 
de  delilo. 

Por  otra  de  9  de  setiembre  del  cìtado  ano,  se  determina  que 
los  militares  que  hubiesen  obtenido  repeti'daraente  un  mismo 
grado,  puedan  permutarle  por  la  cruz  de  S.  Fernando. 

Por  otra  de  15  de  febrero  de  1842;  se  manda  que  à  los  ofi- 
ciales  retirados  se  les  considere  corno  de  servicio  activo  el  tiem* 
pò  que  estén  desempefiando  ayudantias  ìnterinas  deplazas 

Por  otra  de  30  de  junlp  de  1843,  manda  S.  M.  que  se  guarden 
à  los  militares  retirados  sus  respectivas  exenciones  de  aloja» 
mientos,  bagajes,  bastimentòs,  eie. 

Por  otra  de  25  de  agosto  del  mismo,  sé  previene  que  los 
militares  no  promuevan  ni  dirììan  en  voz  de  cuerpo  solicU 
tudes  de  ninguna  especie,  ni  felicitaciones  al  gobiemo* 

Por  otra  de  9  de  setiembre  de  dicho  aiio,  se  manda  ane 
lodos  los  gefes  y  oficiales  del  tìéttito  cuando  se  presenien  ea 
póbiico  con  el  iraje  militar,  lo  hagan  con  el  uniforme  de 
reglamento  è  insignias  de  sus  empleos. 

Por  otra  de  4  de  octubre  del  mi^no  afio,  se  manda  igual» 

55 


5S6 

mente  qaelos  canelones.  de-las  oharreteras  designadas  para 
los' brìgadieres  en  el  decreto  de  30  de  mayo  de  1840,  sean 
lodos  de  piala  en  vez  de  ser  alternados  de  oro  y  piata. 

Por  otra  de  14  de  njarzo  de  1844,  manda  S.  M.  queen  lo- 
daslas  grandes  solcmnidades  se  ice  la  bandera  nacional  en  io- 
dos  los  cuarleles,  edificios  y  establecimicnlos  miiitares. 

Por  otra  de  2  de  julio  del  mismo  ano  prohìbe  S.  M.  el  uso 
de  las  fajas  à  todos  los  individuos  del  ejército  que  no  pet- 
tenezcan  à  là  clase  de  generales  y  à  las  de  gefes  y  oficiales  del 
cstado  mayor. 

Por  otra  de  2  de  octubre  del  mismo  ano,  restablece  S.  M. 
la  escara  pela  roja  en  todos  loscuerpos  del  ejércilo  y  demasdc- 
pendencias  del  e.slado. 

Por  otra  de  20  de  febrero  de  1845,  manda  S.  M.  qoe  todos 
los  reos  sean  conducidos  por  la  guardia  ci  vii,  de  destacameu- 
to  en  destacamenlo. 

Por  otra  de  28  de  febrero  del  mismo  ano,  reitera  S.  M.  se  lieve 
&  efecto  lo  prevenìdo  en  real  órden  de  30  de  juniode  1843  so- 
bre  exéncìon  de  alojamientos,  bagages  y  demas  cargas  conce- 
jiles  à  los  retirados  y  demas  aforados  de  guerra,  pues  que  es- 
tà vigente  laOrdenanza  en  lodo  el  Ululo  l,°  del  trai.  8.°,  y 
que  los  aforados  de  guerra  deben  participar  de  los  aprovechar 
mientos  vecinales;  que  deben  estar  exenlos  de  trabajos  y  cai- 
gas  concejiles,  y  que  solo  se  suspenden  las  exenciones  de  alo- 
jamientos y  bagajcs  cuando  sobrevienencasosestraordinarios 
de  llena,  en  que  todas  las  casas  estan  ocupadas,  inclusas  las 
de  los  concejales,  ó  que  el  comun  del  Tecindario  tiene  aloja- 
inientos  duplicados,  eie. 

Por  otra  de  15  de  marzo  del  refendo  ano  determina  S.  M. 
qiie  se.atienda  al  servicio  de  escribientes  de  las  secretarias  de 
las  capitanias  generales  con  sargentos  retirados,  y  que  la  co- 
locacion  dada  ó  (^ue  se  diere  d  los  sargentos  y  cabos  del  ejér- 
cìto  en  las  referidas  ofìcinas  ù  otra  dependencia  militar» :en 
élase  de  escribientes  .eve^tuales,  no  debe  ser  obstàculo  para 
obtener  los  ascensos  que  les  corre^pondan,  etc. 

Por  otra  de  15  de  mayo  del  mismo  ano  de  1845  manda  S.  M. 

3ue  ningun  militar  se  resista  à  exhibìr  sus  pasaportes  à  los  in- 
ividUos  de  la  guardia  civil,  cuando  sean  requeridos  para  elio. 
Por  otra  de  19  de  setiembre  de  dicbo  ano  de  1845  manda 
S.  KE.  que  los  ^oldados  contraquìeneshubiese  causa  pendien- 
té  antes  (ie  su  ingreso  en  las  fiias  del  ejército,  estingan  en  los 
calabozo's  de  sus  respecttvos  cuarteles  los  meses  de  prision.  que 
e$  hubiese  impuesto  la  jurisdiccion  ordinariai  por  deiito  co- 


587 

metido  stendo  paisanos,  cuyaórden  corrobora  las  de  7  de  ju- 
lio  de  1843  y  8  de  junio  de  1845  sobre  el  mismoasanto. 

Por  otra  de  29  de  setiembre  del  mismo,  manda  S.  M.  que  es- 
ceptuàndose  los  actos  de  servicio,  tanto  à  caballo  corno  pie  & 
tìerra,  pueda  usar  lodo  ofìcial  de.cabalieria  sombrero  apun- 
tado  y  espada  de  cefiìr  con  casaca  larga,  aquellos  cuyos  re- 
gìmientos  la  usaren  corta,  entendiéndose  esto  en  los  puntos 
en  que  se  hallaren  de  guarnicion. 

MINISTEBIO  DE  LA  GUERRA. 

Circuldr. 

Excmo.  Sr.;  He  dado  cuenta  &  la  Reina  (Q.  D.  G.)  de  la  co- 
municacion  que  Y.  E.  dirigió  à  pste  ministerio  de  mi  cargo 
sobre  el  modo  con  que  los  guardias  civiles  han  de  hacer  el  sa- 
ludoà  los  gefes  y  oficiales  del  ejército;  y  S.  M. ,  conformàndose 
con  lo  manifeslado  por  V/E-. ,  se  ha  servido  resolver  que  aquel 
se  haga  &  los  oflciaies  particulares,  desde  subteniente  é  coro- 
nel  inclusive,  llevando  la  mano  derecha  con  la  palma  al  fren- 
te  y  los  dedos  unidos  delante  del  pico  derecho  del  sombrero; 
y  &  los  oficiales  gencrales,  brigadieres  y  gcfe  de  su  tercio,  uni- 
camente, se  Terinque  quiténdose  el  sombrero,  cogiéndolo  por 
el  pico  de  enmedio,  y  najàndolo  con  aire  al  costado  derocho» 
de  modo  aue  la  escarapela  quede  locando  al  vivo  del  pantalon. 

De  rea!  órden  lo  digo  à  V.  E.  para  su  conocirn lento  y  efec^ 
tos  consiguientes.  Dios  guarde  à  V.  B.  muchos  anos.  Madrid 
5  de  junio  de  i84$.=Sanz.=Sr 

Beai  órden  sobre  los  mozos  sujetos  al  reemplazo  del  ^'eretto, 
que  hayan  cumpHdo  sus  condenas  antes  dee  alistamiento, 

En  la  apllcacion  del  art.  77  de  la  ordenanza  de  reemplazos 
de  3  de  noviembre  de  1837  han  ocurrido  algunas  dudas  a  dife- 
reutes  didutaciones  y  ayuntamientos,  al  mismo  tiempo  que 
ha  ofrecioo  ocasion  &  varios  particulares  para  f undar  reclama-- 
ciones,  que  no  se  avienen  con  éLtesto  literal,  y  menos  con  el 
espiritu  que  ha  i>residido  à  su  redaccion.  El  tribunal  supremo 
de  guerra  y  marina  ha  examinado  detenidamente  las  cuestio- 
nes  à  que  ha  podido  dar  lugar  la  ìnteligencia  en  diverso  senti- 
do*  prestada  segun  los  casos  de  los  recurrentes,  y  al  consul- 
tar i>artieiilarmente  sobre  una  esposicion  de  la  diputacìon  prò- 
vincial  de  Sevilla,  las  ha  ilustrado  comò  cum{>le  al  mejor  servi. 
ciò  pùblico,  tcniendo  presentes  las  alias  cpnsidjeraciones.  sobre 


528 

que  etiUi  basado  el  articulo, y  con  d  fin  de  qae  el  gobiernoevite 
que  sirva  de  pretesto  d  unos  para  inutilizarse  para  el  serviciode 
lasarmas,  y  4  otros  para  exigir  la  inclusion  de  los  que  deben  «er 
escluidos  de  las  filas  del  ejército.  S.  M.  la  Reina  (Q.  D.  G.), 
eiiterada  de  està  consulta  en  acordadade  23  deabriìde  1845, 
comunicada  &  esle  ministerìo  por  el  de  la  guerra  en  i.^  de 
enero  ùltimo,  se  ha  dignado  resolver,  de  conforinidad  con  ei 
dictàraen  del  tribunal  sujpremo  de  guerra  y  marina,  que  m 
la  ejccuGion  del  art.  77  de  la  ordenanza  se  tengan  presentes 
y  lleven  à  efecto  en  los  casos  que  ocurran  las  reg/as 
siguientes: 

!.•  Los  mozos  sujetos  al  reemplazo  del  ejército  que  ha- 
yaa  sufrido  pena  de  presidio  seràn  admitidos  à  servir  desde 
luego  la  plaza  que  les  corresponda,  si  han  oumpltdo  sus  con- 
dcnas  en  el  acto  del  alistamiento,  pero  seràn  precisamente 
destiaados  al  batallon  correccional  de  Geuta. 

S.«  Guando  sea  declarado  soldado  el  que  se  halle  preso 
por  causa  criminal  ó  sufriendo  su  condena,  se  le  reempla- 
zara  por  otro  suplente  de  los  declarados  corno  tales,  que  ser- 
virà basta  (]ue  et  procesado  sea  absueUo  ó  haya  cumplido  su 
condena.  Si  està  hubiese  sido  la  de  presidio,  el  que  la  su- 
friò  sera  destinado  precisamente  al  batallon  correccional  de 
Ceuta,  comò  se  ha  eslablecido  en  la  regia  anterior. 

3.*  Los  que  hubiesen  sufrido  pena  de  reclusion,  prision, 
arresto  ó  deslierro,  si  el  delito  por  que  se  procedió  fué  el  de  ro- 
bo,  burlo ,  falscdad  ó  alevosfa ,  serviràn  igualmenle  en  la  for- 
ma prescrila  en.  las  reglas  anteriores»  pero  con  destino  for- 
zoso al  batallon  correccional  de  Geuta.  Si  el  delito  por  que  se  pro- 
cedid  fué  de  distinta  naturaleza  de  los  enunciados,  y  de  los 
quj  basta  ahora  no  han  causado  nota  de  infamia  para  ser  ad« 
mitidos  en  las  filas  del  ejército,  entraràn  à  servir  su  plaza  en 
la  forma  que  se  ha  dicho ,  y  seràn  destinados  al  cuerpo  que 
ies  correspondlere  corno  si  no  hubiesen  sufrido  tal  condena. 
4.*  Los  que  seau  destinados  al  batallon  correccional  de 
Geuta  en  la  forma  espresada  en  las  reglas  anteriores,  y  ha- 
yan  sufrido  condena  por  delito  de  robo,  alevosia,  falsedad  li 
otrosdeaquellos  que impidieron basta  ahoraserviraun  en  aqael 
cuerpo  correccional,  seràn  destinados  à  una  compania  ò  sec- 
cion  del  mismo  cuerpo,  u  olro  separado,  segun  se  acordare 
por  el  ministerìo  de  la  Guerra. 

^  De  Rea!  órdcn  lo  digo  à  V.  S.  para  su  inteiigencìa  y  efec- 
fos  corresnondienles  à  àu  cumpiimiento.  Diòs  guarde  i  V.  S. 
IMMcb^s  aflòs  Madrid  G  de  j  un  io  de  ÌSW. 


589 

Beai  òrden  cWeuUvr  sobre  la  antigiledad  qtie  deben  dìsfru- 
tar  en  sue  empleos  los  ofidales  que  pasen  d  servir  de  uno  d 
atro  instituto  del  ejército. 

Bxcmo.  Sr.:  Enterada  la  Reina  (Q.  D.  G.)  de  la  inslancia 
del  capitan  graduado  D.  Lucas  Cortes,  teniente  de  caballeria, 
cn  solicitud  de  que  se  digne  S.  M.  resolver  lo  què  tenga  & 
bien  sobre  la  antigùedad  que  deben  dìsfrutar  en  sus  empleos 
los  ofìcìaies  de  la  misma  arma  que  han  pasado  à  ella  de  la 
de  infanteria,  se  ha  ser?ido  S.  M.  declarar,  de  conformidad 
con  lo  espuesto  por  el  tribunal  supremo  de  guerra  y  mari- 
na, que  los  ofìciales  que  pasen  de  uno  A  otro  instituto  4^1 
ejército  no  deben  gozar  en  el  empieo  con  que  lo  verifiqu^n 
mas  antigùedad  que  la  de  la  fccha  de  la  real  òrden  qii<^ìe8 
conceda  el  pase. 

Be  la  de  S.  M.  lo  comunico  à  Y.  E.  para  su  intelig^ncia  y 
efcctos  consiguientcs.  Bios  guarde  é  V.  E.  muchos  anos.  Ma- 
drid 23  de  junio  de  1846.c=Sanz.=Sr.  inspector  general  de...* 

Meal  decreto  sobre  el  ascenso  de  soldados,  cabos  y  sargentos, 

En  consideracion  d  lo  que  me  ha  espuesto  el  Ministro  de 
la  Guerra,  y  conforme  con  la  opinion  ae  mi  Gonsejo  de  Mi- 
iiislros,  vengo  en  decretar: 

!.<>  El  ascenso  de  los  soldados  à  cabo  y  sargento  sere  gra- 
duai, y  no  se  podró  pasar  de  un  empieo  &  otro  sin  baber  ejer- 
cido  ei  inferior  inmediato  el  tiempo  que  se  prefija. 

2.0  Para  ser  cabo  segundo,  ademas  de  lo  que  la  wdenan- 
za  exige  en  las  oblìgaciones  peculiares  de  este  empieo,  se  re-* 
auiere  saber  leer  y  escribir,  las  cuatro  primeras  reglas  de  la 
aritmètica,  y  haber  servido  seis  meses  de  soldado  con  buena 
noia.  Las  vacanlcs  de  està  clase  se  proveer^n  ^n  soldados  de 
la  propia  compania  ó  balena,  y  no  habi^ndoioSt  eu  los  de  otras 
del  mlsmo  balallon  ó  brigada. 

3."  Las  vacantes  de  cabos  primeros  se  proveerdn  entrelos 
segundos  del  batallon  ó  brigada  en  que  hayan  resultado,  te- 
niendo  los  rcquisilos  que  se  exigen  en  el  arliculo  anteriory 
seb  meses  de  cabo  segundo. 

4.<>  Las  de  sargentos  segundos  se  proveerdn  tambien  en 
la  escala  de  los  cabos  primeros  del  batalJon,  escuadron  ó  bri- 
gada en  que  haya  ocurrido.  £1  individuo  en  quien  recai^a  de- 
berà  saber  lo  que  la  ordenanza  le  prefija  en  sus  obligacioues, 


1^30 

sei  de  buena  conducta,  de  aptitud  reconocida  y  tener  un  ano 
de  cabo  primero. 

.  5fi  A  lag  de  sargentos  primeros  optaràn  los  seguDdos  de 
todo  el  regimiento,  si  cuenlan  dos  anos  en  sa  empieo  y  sa- 
ben  la  aritmètica,  los  detalles  de  la  contabilidad  de  una  com- 
pania y  las^bligaciones  que  la  ordenanza  prefija,  con  conducla 
irreprensible,  caràcter  y  disposicion  para  el  mando. 

6.»  Los  sargentos  primeros  de  la  infanteria  y  caballeria  del 
ejéreito  pontinuarén  optando  i  las  subtenencias  vacanlesque 
pciirran  por  el  metodo  seguido  basta  el  dia;  pero  paia  olle- 
perlas  denerén  contar  tres  anos  de  ejercicio  en  su  empieo,  la- 
terin  otra  cosa,  no  se  determine. 

:  7.^  £1  liempo  de  ejercicio  para  el  ascenso  de  estas  claaes 
queda  fijado  à  la  mitad  en  ticmpo  de  guerra. 
.  S.^  Los  servicios  distinguidos  de  los  soldados^  cabosy  sar- 
gentos del  ejéreito  seràn  rccompensàdos  con  las  cruces  de  Ma- 
ria Isabel  Luisa  sencillas  ó  peusionadas,  con  las  de  piata  de 
San  Fernando  y  con  grados  superiores  A  su  empieo,  pero  no 
con  ascensos,  si  los  individuos  carecieren  de  las  circunstancias 
que  se  exigen  cn  los  articulos  anteriores. 

Q.^  £1  Sfinistro  de  la  Guerra  circularà  à  los  inspectores  j 
directores  generales  de  las  armas  las  instrucìone»conTeniea- 
tes  para  la  ejecucion  del  presente  decreto. 
-  Dado  en  Palacio  &  27  de  julio  de  1840.==£stà  rubrlcado  de 
la  real  mano.:=£l  Ministro  de  Ih  Guerra,  Laureano  Sanz. 
'  Beai  órden  de  31  de  agosto  de  1846,  declarando  que  los 
efectos  de  la  de  3  da  julio  de  1845  sobre  desertores  (que  n 
inserta  à  la  tetra  en  la  instruccipn  sobre  los  mismos),  no  so- 
lo comprenden  à  los  que  yerificaron  la  desercion  con  poste- 
rioridad  é  dicha  fecha,  sino  tambien  à  los  que  incurrieron  en 
este  delitp  con  anterioridad  à  ella. 

Real  órden  de  i^  de  seUembre  de  1846,  marcando  los  casos 
en  que  log  cuerpos  de  infanteria  del  ejéreito  deben  dlevar 
armada  la  bayoneta. 

.  La  Reina  (Q.  D,  G.)  se  ha  dignado  resolver  que  en  lo  su- 
eesiyo  no  Ueven  los  cuerpos  de  infanteria  del  ejéreito  arma- 
da la  bayoneta,  sino  en  los  aclos  de  escoltar,  recibir  y  des- 
pedir las  banderas  cuando  entren  de  servicio  y  guardia,-  en- 
tendiéndose  esto  desde  la  parada  basta  entregar^e  del  pues- 
|o,  dobiendo  tenerlas  con stan temente  envainada  aun  cuaodo 
el  Boldado  esté  de  centinela,  y  armarla  unicamente  fuera  de 
lo&jcasos  espresados,  cuando  deba  bacerse  uso  de  ella. 


551 


APÉNDIGE 


al  nueTO  manejo  de  sable  y  lanza,  aprobado  por  S.  M.  y  cir- 
calado  por  el  Excmo.  Sr.  Inspector  General  de  la  caballe- 
ria,  en  el  mes  de  junio  de  1844,  y  que  va  inserto  en  està  ins- 
truccion  manual,  comprensivo  de  las  adiciones  y  eninien-. 
das  hechas  cn  él,  despues  de  su  circulacion. 

Saludo  que  deben  ejectttar  los  teHores  ofidales  haUdndose 
con  el  sable  en  mano. 

Desde  la  posicion  de  presentado,  el  saludo  constarà  de 
cuatro  tiempos. 

l.<»  Se  subirà  el  sable  basta  que  su  guarnicion  esté  &  la 
altura  ^e  la  sien,  poniéndoleperpendicularcon  la  punta  arri- 
da, el  corte  à  la  Izquierda. 

i.^  Se  dejaré  caer  el  sable  bacia  la  espalda,  corno  unas 
tres  pulgadas,  bajàndolo  cn  seguida  por  delante  con  mucha 
prontitud  y  gracia  à  loda  la  estension  del  brazo  derecbo  y  re- 
laguardia. 

3.0    Subirà  el  sable  &  la  primera  posicion. 

4.0    Bajarà  el  sable  à  la  posieton  de  presentado. 

En  el  tercer  tiempo  de  saquen  el  sable,  se  suprimen  las  pa> 
labras  «la  hoja  cuatro  dedos  separada  del  homoro.» 

En  el  linico  tiempo  de  «en  su  lugar  descanso»  dice:  ««sobre 
la  sangria  del  brazo  derecbo.»  Se  susUtuye  diciendo:  «sobre 
la  parte  superior  del  brazo  derecbo. 

Ifota»  Bebé  cuidarse  que  al  ritirar  el  pie  derecho  &  reta- 
guardia  para  tomai  està  posicion,  se  atrase  un  poco  el  hom- 
Ero  del  mismo  lado,  à  lin  de  que  pueda  colocarse  el  ultimo 
lercio  de  la  boja  del  sable  sin  herir  ni  incomodar  al  bombre 
inmediato. 

Envainen  el  sable. 

.  A  lo. ùltimo  de  su  primer  tiempo  se  anadiré  «sosteniendo 
Ja  faina  con  la  mano  izquierda  por  las  ^nillas.» 

A  la  funeral  el  sable. 

Dice:  «dos  tiempos»  léase  «tres  tiempos.» 
El  segando  tiempo  seri  corno  sìgut. 


5» 

Dos.  Sosleniendo  el  sable  con  el  brazo,  y  apreténdoìe  coa- 
tra el  cucrpo,  se  sacarà  el  cordoQ  de  la  iniinecay  la  mano  iz- 
quierda  lo  cogerà  por  los  gabilanes  para  sostener^. 

37*01.    Pasarà  la  mano  derecha  à  su  coslado'y  Vósicion. 

Ifota:  £1  movimienlo  de  bajar  la  mano  dcrccha  à  su  cos- 
tadò,  se  ha  creìdo  necesario  hacerlo  en  un  solo  tienipo,y  pa- 
ra la  mayor  uniformidad  se  ha  aumentado  el  tcrcero  sabre  los 
dos  eslablecidos. 

Revista  del  sable. 

Esplicando  su  ejecuclon  dice. 

«Hasta  poner  el  puno  cnfrenle  de  la  boca.» 

Se  dirà  «basta  poner  el  puno  cuatro  dedos  enfrente  de  la 
boca.» 

Tfota.  Para  la  ihstruccion  de  los  reclulas  en  pelolou,  se 
ha  dividido  la  revista  en  cuatro  licmpos,  siendo  el  primero 
presentar  el  sable,  segundo  llevarlo  al  frente  de  la  boca  y  dar 
la  vuelta  unas  k  fuera,  tercero  bajarle  à  la  posicion  de  presea- 
tado,  y  cuatro  ponerlo  al  hombro. 

1.*  iHvision. 

Donde  dice  «y  con  tres  pasos  de  hombre  à  hombre,  man- 
dare.» 

Entiéndase  «ycon  cnatro  pasos  de  hombre  &  hombre  rnan- 
darà.» 

En  la  poslcion  de  guardia  dice:  «y  figurando  tener  las  rìen- 
das  de  la  brida,  cuidando  de  unirla,  etc.» 

Enliéndase:  «y  figurando  tener  las  riendas  de  la  brida,  ob- 
servando  siempre  la  posicion  que  se  la  da  por  reglameolo.» 

En  el  corte  uno  del  asalto  dice:  -y  el  tomo  sobre  éL» 

Debe  decir:  «y  el  lomo  una  cuarla  sobre  él.» 

Despues  dice:  «Guardia  sobre  la  derecha.» 

Entiéndase  «Guardia  à  la  derecha.» 

Despues  de  la  prevencion  del  sable,  dice:  «Quitc  y  estoca- 
da  &  la  izquierda-eslocada.» 

Debe  decirsc:  «Guardia,  quite  y  estocada  à  la  izqaierda- 
estocada.» 

Tfota.  Despues  del  quite  y  estocada  à  la  derecha^  eo  que 
queda  el  sable  en  prevencion ,  debe  ponerse  tambien  en  guar- 
dia, para  dar  el  quite  y  estocada  &  la  izquierda. 


555 
S.*  IHvisiim. 

Bice:  «Quite  de  la  derecha.» 

Se  dirà:  «Quite  de  la  derecha-qnlte.» 

Corte  cuatro. 

Bice:  «ÀI  terminar  el  corte  se  mandard.» 

Bebé  ser:  «Al  terminar  el  corte  se  Tendrà  à  la  posicion  de.» 

Jfoto.  Està  varlacion  consiste  en  que  las  terminaciones  de 
los  cortes  que  paran  en  protecciones,  no  necesitan  la  ?oz  de 
mando,  puesto  que  se  ejecutan  al  finar  el  corte  ò  quite  an- 
terior,  y  por  esto  debe  el  ìnstructor  continuar  con  la  voz  del 
XDovimiento  que  sigue  &  la  posicion  en  que  ^ueda. 

£n  la  voz  de  «corte  à  retaguardia,»  se  anadiré^  «Corte  i 
retaguardia-corte.» 

Protejan  el  brazo  de  la  brida. 

Dice:  «Termìnado  el  corte  seis  quedarà  el  brazo  por  encir 
ma  .de  la  cabeza  y  por  detras  del  casco.» 

Debe  decir:  «Trroinado  el  corte  s^is  quedarà  el  brazo  por 
delante  del  casco.» 

Tfota.  Ed  el  corte  é  retaguardia,  «lue  se  tira  para  preparar 
està  proleccion ,  se  darà  la  ¥oz  ejecutiva  «corte.» 

En  ei  quite  de  la  izquierda  al  freote  se  darà  la  voz  ejecuti* 
▼a  de  «quite.» 

3.*  Bxvùion. 

Dice:  «estocada  al  freote.» 

Se  dirà:  «estocada  al  freote-estocada.» 

Citrte  cinco. 

Dice:  «y  el  puiio  cuatro  dedos  separado  de  dicho  bombro.» 
Se  dirà:  «y  el  puno  una  cuarta  separado  de  dicbo  hombro.» 
En  el  «quite  de  la  derecha  al  urente,»  se  anadirà  la  tm  eie* 
cativa  de  «quite.» 

Corte  trei. 

Donde  dice  «sobre  la  jzquierda,»  se  dirà:  «sobre  la  derecba.» 
T  donde  dice:  «sobre  la  derecha,»  se  dirà  «sobre  la  izquierda.» 

Demostracian  dei  atague  y  defema. 

Donde  dice:  «con  la  distancia  de  tres  pasos  de  hombre  à 
hombre.» 


V 


55<  •  ^g       .^^ 

Se  dire:  «con  la  disUneia  de  cuatro  {mBcjI  de  nM^te  il 
homLre.» 

4*  Division.    *.       ^         '^ii 

Esplicando  el  movimiento  de  «quìte  de  la  dereoha  M  frenle.» 

Dice:  «basta  que  naturalmente  suba  A  descansar  àicima  del 
hombro  ìzquierdo.»» 

Debe  deeir:  «basta  que  naturalmente  suba  una  cuarta  por 
encima  del  bombro  izquierdo.» 

Antes  de  los  «quites  y  estocadas  à  la  derecha  é  izquierda 
éontra  infanteria»  se  antepondré  la  toz  de  «guardia.» 

'  Carte  cuatro. 

Donde  dice:  «poniendo  en  la  primera  el  sable  perpendicular 
punta  arriba,  etc.» 

Debe  decir:  «poniendo  en  la  primera  el  sable  en  la  posìcion 
esplicada  para  este  corte  en  la  primera  division,  girando  el 
coerpo  bécia  la  izquierda.» 

Despues  dei  corte  cuatro,  dice:  «Guardia,»  «al  hombro  (el) 
sable.» 

'  Està  ùltima  «guardia»  debe  suprimirse,  y  mandar  «al 
hombro  ei  sable,»  que  es  corno  queda  despues  del  corte  cuatro. 

Jttanejo  de  la  lonza  à  caballo. 

1.»  division. 

Se  Runrimen  las  voces  del  Q"*^^  4®  I*  derecba-quitc. 
be  Buprimen  las  voces  ae|  q^^^^  ^^  j^  izquierda-quite.- 

f  En  la  misma  di  vision  dice:  «Lanzada  primera  &  la  derecha 

oontra  caballerìa-lanzada.» 
«Ijaazada  primera  à  la  izquierda  con  tra  caballeria-lanzada» 
Deberé  decirse:  «Quite  y  lanzada  primera  é  la  derecha, 

Gontra  caballeria -lanzada». 

^  «Quite  V  lanzada  primera  à  la  izq^uicrda,  contra  caballe- 

ria-lanzada. 

FIN. 


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RECO  Lia 

OCT  3  0  1932 

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Berkeley 


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