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Alice R. Hilgard

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INSTRUCCION MANU AL

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FARÀ EL ARMA

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18&6.

Xn la mitma librerh d$ Stnt y Sans $i haUardn iat ohras siguientes^

OrdenaiiMt ^^«S. M. para e1 règi mea^, dìaciplìna, subordina* cìon y ftervicìo de los ejércitoi nacioiialef. Nuevaraente adi- ^lonadas con Ut leye», reglanientos , realei órdenes é in«« traccìones y decretos de cortes ▼igentes, desde su pnblicacìon basta el aTlo de 184); Un tonioen octavo raayor.

Tratado de la tàctlca para infanterìa ligera, arreglado por San Jnan, y inandado observar por orden de la Regencla de las Espaftas en i8ia « con 1 1 làmlnaa.

iìovisiitao Compendio de Jusgados militares de Colon , y Tra- tado de las diversas clases de enjuiciamìentos^ procesos y ae- toaciones criroìnales y ordinarias qae se practìean en ci cjércìto y arniada. Corregido y aumentado por D. Julian Lo- pet de la Cursta , capitan gradaado de caballeria.

Instraccion de infanteria» Recopilacion de Penas militares con arreglo a ordcnansa y realcs órdenes , adornada con tre» U-> minas qoe rcpresentah las posicìones del recluta y raanejo del arma 9 y a? figuras del modo de mandar con el baston y la espada; arreglada, corregida yaiimentada con los formularìos nltimamente aprobados por el Excroo, Sr. Inspector general del arma en i845. Un tomo en octavo.

Reglamcnto para el ejcrcicio y maniobras de la Infanteria. Ntteva edicion, aomèntada con las reglas y advertencias para la instrticcion del recluta , circuladas y mandadas observar por el Excmo. Sr. D. Manuel Llander en 1899, y con el iDanejo del arma scgan regiamente , subdÌTidido en movi* roientos , corno se ba practicado en los caerpos de la Guardia Keal de Infanteria.

Tari fa de los baberes qne disfrutatt l<is individuos de qne se componen los cuerpos y corapaiiias del ejército, coraprendien- do tantas armas cuantas tarifas acompaftan al real decreto de 3i de mayo de i8a8, conforme a los sueldos, gratifìcacio- nes y descnentos que el mismo seilala, y otras varias drdenes posteriores qne todas se citan. Un tomo en cuarto.

Règimen qne por abora deben observar en su manejo interior los regtmientot de caballeria del ejército. Nueva edicìon ea folio*

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RECOPILACION

Ó SEA

IQSTI&IOSiSOd)!!!! Iul&li!ll9£ill

OB LA TACTICA m'UTAR T NUEVO MANBJO BE LAS AKMAS

Comprende desde la instruecion del recluta d pie , hasta la d*

un tseuadron é eabalio, e^n el manejo de iodas sns armas en

ambos casos, y el servicio de guerrillas,

Contiene Igualmentelas penas milifares conarre^lo ò ordenanza y reales órdenes posteriores; las obligaciones desde las del sol- dado hasta las det teniente coronel inclusiye ; una Instruecion bastante detallada para que los comandantes de partidas y desta- camentos desempenen con aderto sus comisiones; otra sobre la marcha y conduccioQ deconvoyes; el nue\o pie^fuerza y organi- zacion de la caballerta del ejército, sueldos y haberes que dis- firntantodas sus clases, gratlficaciones, utenslUos y refaccion quo tienen senalados; 18 formularios para gefes de destacamentos y escuadrones-compafìias; una instruecion sobre desertores de to> das armas, y órdenes particulares sobre los de la eaballeria; reducclon de socorras, reglamento de retiros, con otros Carlos particulares muy ùtiles à todos los militares, y |uas particular- mente à los que siryen en la mencionada arma. Todo con ar- regio A reales decretos \igentes. y mandado observar por el escelentisimo seAor inspeetor general de eaballeria.

AlUkBGLADO POR EL GAPETAIf GRADUADO DB DIGHA ARMA

D. JULIAN LOPEZ DE LA CUESTA.

Il

Corregido y aumetUado nuevamente por ei mismiK

MADRID: 1846.

IMPEENTA DE DON FEDRO SANZ T SANZ. S0 haliard en su libreria calie de Carretas,

El editor y propietario de està obra denunciarden juicio al que la reimprima sin eonsentimiertto suyo.

GIFl

ADVERTENCIA. ì"^!^

A medida que se han ido preparando cada una de lag $eis ediciones que van iiradas de està ohrita desde el ano de 18S5 basta el dia^ ha procuradasu editor ir reuniendo sucesivamente en ellas todo lo que ha treido ser de utilidady segregando lo innecesario 6 que ha dejado de re gir ^ y sustituyindolo con lo nue\fO y vigente^ tanto en reglamentos^ corno en tas di/eren* tes organizaciones que se han ido sucediendo en el ar^ ma^ sin olvidarse de enriquecerla con atgunas adverten» tiasy conocimientos necesariosy asi paracomandantt's de partidas corno de gefes de convoyes, igualmente que con otros particulares\que en ella aparecen.

En està sesta edicion ha Stguido la misma regia , y se lisonjea haber llenadof en lo posible su objeto^ diri" gido d reunir en Un corto voldmen los conocimientos mas necesarios que deben a/iumar d las diferentes eia» ses milìtares para quienes se ha formado»,

* ì5j878973

INDICE GENERAL,

PRIM£RA PARTE. Recopilacion de penas militar es.

Slasfemias i

Juramento execrable por costumbrt id.

Roto de vasos sagrados a

Ultraje d imdgenes divinas •.•••• id.

Ultraje d sacerdotes ìd.

Insulto d lugares iagrados 3

Inobediencia ìd.

Insulto contra los superiores 5

Injuria 6 insulto contra ministros dejustieia. ... 8

Sedicion 9

Tolerancia ó auxilio de reo pròfugo 16

Infidencia.. id.

Disafios 17

Alboroto,, 19

Falta de puntualidad en acudir d supuesto so

Insulto d sahaguardias.. id.

Abandono de guardia . . . id.

. Centinela que abandona elpuesto si

Centinela que se deja mudar por quien no sea su

cabo id,

Centinela que se halla dormido id.

Centinela que no avisa la novedad que advierte.. id.

Insulto contra centinelas ss

Insulto contra patrullas id,

Induccion a rinas id.

Alevosia , , , id.

Parricida *. . *S

▼It

Consentimiento 6 abrigo de undelito.. ....•...•. 93

Espias id.

Contro la disciplina, id»

Robo 24

Robo ejecutado por centinela $5

Robo con muerte s6

Robo de armas 6 municiones id.

Marchas « id,

Desórdénes cometidos en las marchaS S7

Incendiarios . « S9

Monederos falsos . id^

Violencia d mugeres. ••,««•• é « 30

Rapto id.

Crimen nefando id.

Testigo falso id.

Jlegalidad de dependientes de viveres, comercian*

tes y vivanderos. ,.••.• 31

Contrabando ••••••••• 33

Desercion en ti^mpo de guerra 36

Desercion con circunit ancia a gravante 38

Desercion simple ; 41

Desercion de soldado cUmplido . 45

Circunstancias ^ara consumar la desercion 46

Conato de desercion id.

Desertores de los regimientos de Milicias estando ,

sobre las armas i , , 47

Desertores de la Guardia Real 50

Cobardia , , , , , ìd.

Disimulo malicioso del Derdadero nombre^ patria 6

religion 51

Viciosos , .'/, 52

Alcahuete , 54

Armas prohibidas. id.

Matrimonio clandestino 5,5

Ylrf

Casamiento sin liancia. 55

Casamiento obligado por senteneia 56

Abandono de' puesto en accion de guerra. 58

Asesino 60

Baqueteados «••••« ; id.

Faleificadores id.

Esceso de uso de licencia *•••••*••«•••• id.

Pasar la linea de Gibraltar 61

Plaza supuesta * . id.

Usurerò * 62

Vniformes , . . id.

Dar licenciaspor dinero id.

Estraccion de raciones,. ' ,....• 6^

Abandono de guardia en los presidios de Africa, id

Delitos en que no vale la inmunidad 64

Modo de juzgar à los graduados de.oficial 65

Premioe 66

Encubrir 6 àuxiliar la desereion 69

Destinados à presidio ^o

Resistencia d la tropa. ^i

Puntos considerados en estado de guerra cuando

la haya con los ingleses. ...•••* ^s

Reos con inmunidùd id.

Destinados alfijo de Ceuta « . . ^^3

Oficialee *....« i^.

SEGUNDA PARTE.

Sv>bre las obligaciones del sotdado, rabo y sar* genio, contenidas en Ins tiuilos 1.*^, a.®, 3.®, 4 ^, 5.^, eie, del iralado s.^ de la Otdeuaiiza.

TITUì>0 PRIMRRO. Obliganones del soldado. 83

So/dado de guardia 89

IX

Obligaciones generaUs de la centineta « 90

Concluyen ìas obligaciones del centinela 94

TI rULO II. Obligaciones del cabq 95

TITULO 111. Obligaciones del soldado y cobo de

caballeria y de dragonee 108

Obligaciones del cabo .

TITULO IV. Obligaciones del sargento 114

TITULO Y. Obligaciones del sargento de caballe- ria y dragones i so

TITUlO vi. Obligaciones del subteniente i«a

Pie de lista de una compania is8

TITULO VÌI Obligaciones del alferez de caballe- ria y dragones 1 89

TITULO Vili. Obligaciones del temente 1 30

TJTULO IX. Obligaciones del teniente de caba^

lleria y dragones id.

TITULO X. Obligaciones del capitan 131

TITULO XI. Obligaciones del capitan de caba-

lleria y dragones ••••• 141

TITULO XIL Teniente coronel

TITULO XIII. Teniente coronel de caballeria y

dragones •..«•,..«#•..••••• '44

TITULO XIV. Fanciones del abanderado I45

TITULO XV. Fanciones del ajudanfe 1 47

Modo de recihir lasrondas •••..••. '48

Honores que han de hacer las guardias 1 50

Instruccion para el gobierno interior de las com^'

panias , , t* » t > 54

Modo de desarmar una carabina cargada. ... 1 63

Modo desarmar la llave. , id.

Modo de armarla •.•••••••• id.

IIVSTRIICCIOIV MILITAR.

TITULO PRIMERO. Del «aballo.

Art. I.® Del nonihre y situacion de las partes

esteriores del caballo \6$

Art a.® Mtdios conducentes a la conservacion

de los cascos, id.

Art. 3,^ Reglas mas generales y precisas para

empezar à domar y doctrinar ìos potros 166

Art. 4»® Metodo para acostumbrar los caballos

d las armas d^fuego y al ruido de la guerra. 171

TITULO II. Del armamento de la caballeria.

Art. I? Del sable à espada 172

Art. 2? De la carabina 1 73

Art. 3? De la pistola id.

Art. 4*^ De la lanza id.

Art. 5.** De la coraza 174

Aft. 6.** Del casco ./</.

Art. 7.^ Modo de limpiar las armas 1 75

TITULO III. De la montura.

Art. 1? Partes de ^ue se compone la siila id-

Art. a? De la brida, qabezon y filete 176

Art. 3? Instruccion para poner y ^uitar la siila

y bridas al caballo 177

TITULO IV. Definiciones 180

TITLLO V. Toques que han de usar los trom-

petas de la caballeria y su esplicagion 1 83

TITULO VI,

Instruccion del recluta de caballeria.

PRIM.lRA PARTE. Instruccion 4 pie. Introduccion .,,.... 1 85

xt

P&IME&A CLÀ8B.

i! Leccion. Posicion del recluta « 186

2! Movimientos de cabeza d derecha i izquierda. 187 3! Giros d la derecha é izquierda , y media vuelta

d la izquierda. 188

4! Paso regalar , . 1 90

5? Saludos d pie firme y sobre la marcha.. ... 191 Prevenciones sobre la posicion del sable 6 espada

para los se fior es ojiciales •••• 193

8E6UNOA CLA8B.

I.! Leccion. Marcar et paso jr eambiarle. 194

s.* Paso de costado 1 95

3.^ Paso atras 196

4.* Paso redoblado iJ*

5«* Marcha oblicua indhiduaL 197

TERGERÀ CLASS.

1.* Leccion. Alineamientos 198

1.* Marcha de frente 1 99

3.* Conversiones a ejefijò r soo

4** Conversiones a eje mot^iòle. •••, sci

.CUARTA CLASS.

I.* Leccion. Marcha de fianco por hileras so a

a.* Conversar por hileras 203

3.* Movimientos por cuatro id,

4.* Marcha por cuatro 806

5.* Cariar de direccionmarchando por cuatro. id.

6.* Movimientos por cuatro sobre la derecha* . a 07

QUINTA CLASS. Msoejo de la carabina i pie.

I." Leccioo. Posicion de la carabina aio

a.* Manejo de la carabina aia

3.^ Leccion* , , a 1 5

tu

4.» Leccion CI7

5> Leccion. ••••••• sfso

6'.^ Carga en once movimientoSé •••••••••••• ss i

rj,^ Preparen las armas* ••*• ss5

o.^ Descansen sobre las armas « ss6

9.^ De los fuegos S30

^BSTA CLA8B* Maoejo del sable»

1.® LeccioQ. Posicion, movimientos de honor y

re\nsta del sahie,. •••••••« S33

9.^ Primera dwision. •••••••••• « S37

3.* Segunda y t creerà divisiones ^44

4.^ Quarta divisian. 859

^Preparacion para el manejo del sable de una

mitad, S54

Preparacion para el manejo del sable de un escuadron ...••,•««•••« S56

998TA CLA8B* MsDejo (Iq li laoss i pie.

jLeccion ùnica* •«••••• « # S59

SfiGUNDA PARTE. Instraocioo i ceballo.

FRIMBRA CLASS,

I.* Leocion. Posioion 4^1 recluta antes de montar

a cahallo» •••••.••••• S65

Saltar a qahallo, . id.

Posicion del homhre a cahallo s66

Alargar y acortar las riendas. . . S67

Cruzar y separar las riendas. s68

Del uso de las riendos « id.

Del efecto de las riendas* •••,••••• S69

Dei efecto de las piernas ; id*

De Ins espuelas. idm

it." LeccioD. Marchar al f venie* 870

XUI

ffacer alto.. S7>>

Paso atras S7 '

Voli>€r a derecha e izquierda ià.

Media vuelta a la derecfia é izquierda. ••••••• id*

Saltar a tierra. 27 «

Desfilar por la derecha 6 por la izquierda. ... 273 3.* Trahajo de los reclutas a la cuerda^ estando

los cahallos con manta y filete 274

Cambiar de mano con la cuerda. ••.. 275

SXGUNOA CLASB.

i." Leccioo. Trahajo de los reclutas à la cuerda

estando los caballos ensillados* ••• S76

Montar a cahallo id.

Des filar de a uno al frente por la izquierda, 278

Q.' LeccioQ. Pasar del paso al trote •• 279

Del trote al trote largo id.

Del trote largo al trote, jr luego al paso^ . . id.

3.* aumentar el frente por uno ó por dos «80

Disminuir por cuatro\ dos y uno sSi

Echar pie d tierra '• 98a

TSKCERA C1.A88.

I.* Lecqioa, Trabajos de los reclutas sin cuerda y

con euribos 884

Marchar a la derecha 185

Cariar de direccion en la longitud del cuadri'^

longo. t86

Variar de direccion oblicuo ala derecha 287

Variar de direccion en la anchura del cuadri^»

longo « idm

a.* Giros individuales a la derecha é izquierda

marchando 288

Medias vueltas individuales d derecha 6 iz*

^uicrda marchando* ••###••••• id»

XIT

3.' Paso de costado. * «89

Principios de alineamiento sp f

4.* Principios de conversiones à ejefijo^ S92

CUARTA CL 8S.

!.■ Leccion. Trabajo de los reclutas sin cuerda

y embridados los cahallos. . » 293

De la mano de la brida id.

instar las riendas «94

s." Moviniientos por cuatro a pie firme 295

3.** Marcita directa y conversione^ a eje movi"

Ile por cuatro ià.

4.* Oe la mnrcha oblicua 196

5.' Giros jr medias vueltas por cuatro marchan"

do en una fila 298

6.' Giros y medias vueltas por cuatro marchan*

doy formados en dos filas 299

TIlULO VII. lostruccion de una compatfia à caballo.

PRIMBRA CLA8«.

1! Leccion. FormacìoA de la compaHia 301

«7 Tornar distancia de filas 304

3? AUnearse con distancia de filas id.

4? Alinearse sin distancias 305

fiE.>UNDACLA8.?.

I? Leccion. Marcha en batalla ' id»

s? lìaoer alto marchando en batalla y alinearse, 307

3? Marcha ohlicua 308

4? Marcita en batalla al trote , paso atras y de

costado .... •••••• id.

5? Murcha en retirada id,

TERGERÀ CLA8B.

i! Leccion. Marcha de fianco por cuatro 309

XV

«? Fariar de direccion por cuatro 3'^

3! Hacer alto y frente 311

4! Sobre la marcha en batalla tornarla de fianco hd- eia una y otra mano^ y volver a formar en batalla* id,

CUAhTA CLA9£.

i! LeccioD. Conversiones d eje fijo 31»

2? Conversiones a eje movible. 314

3? Formar en columna id.

4? Marchar en columna 315

5! Variar de direccion 317

6! Hacer alto 318

7? Formar en batalla id.

QUJNTA CLASe.

1} Leccion. Marchando en columna al paso hacer quedar hileras 4 retaguardia y volverlas a entrar

en linea . 320

2.* Marchando en columna disminuir el frente. 321

3.* La contramarcha 3«3

4.* Marchando en columna formar en batalla

por retaguardia de la cabeza 3^5

5.* Marchando en batalla romper en columna y volver à formar en batalla 326

8E8TA CLA9IS

I.* LeccioQ. Formada la coni pania en batalla de sfilar con el frente de a cuatro x ^^olver a formar la comparila 3^7

a.* Marchar e n columna por mitades^ desfilar al frente de d cuatro^ disminuir ute a dòs^ de a uno y y volver d aumentar basta formar las mitades. ,.,«••« , , , . 329

3.* Habiendo desfilado por cuatro y hecho altOy formar las mitades a un tiempo. ..... ^ .,< 33'

4.* Desfilar en prolongacion de un fianca y voU Der d formar en batalla.^ ...,....». id.

XVI

$,^ Marckando por divisiones de a cuatro fot" mar en batalla sobre cualquiei a de losjleincos. 334

6.* Desfiìes por el centro y sus respectwas for^ maciones en linea 335

y.* Marchando por divisiones de a cuatro formar las fi' US de a ocho, jr disminuir desde este frentc. 336

tETlMA CLASB.

Trahf jo al galope. . . . 338

OCTAVA CLAS6,

Cargas por Jiileras^ por mitades y por loda la

compunia id*

Insti ucaion de guias. . . 341

TITULO VII!. Instraccion de escoadron. .

PARTE PRIMERA.

Art/culo i9 De los distintos aires y marchas mi^

litares 35»

8.** Tornar dlstancia de filas 353

3/* Alinearse con distancia de filas 354

4? Manejo de las armas id,

5? Estrechar las distancias, , . w id.

6? Alinearse estrediadas las distancias id,-

7? Alineacion del escuadron 355

PARTE hEGUNDA.

Artfculo i.^ Romper en columnad la derecha 6 à

la izquierda 356

t.^ Mar^har en columna por mitades id^

3."^ / etener una columna 358

4.^^ R. arcuando en columna con la derecha a la ca-

beza hacerla que de ti frente d retaguardia. 359 5.^ à.e la columna de camino ìd.

XVfl

6? Marchando en eolumna por mitades, disminuir elfrente^ucesivamenteporcuatro^ por dos y por uno , y volvolo à aumentar 360

^? Fariar de direccion marchando en eolumna . . 361

8.*' Variar de direccion por la pronta maniohra marchando en eolumna con distancias enteras 369

9.^ Variar la direccion de una eolumna halldndose é pie firme con distancias enteras 363

I o Marcha de una eolumna por uno de sus flancos. 3 64

II De la marcha oblicua individuai en eolumna. 365 18 Romper en eolumna alfr.ente por la derecha: 366

13 Romper en eolumna d retaguardia d la de- recha 367

14 Romper en eolumna por la drrecha para marchar a la izquierda. . 368

15 Un escundron formado en hatalla en su órden naturai hacerle romper por mitades en colum-' na a retaguardia por la derecha para mar^ char a la izquierda 369

PARTE TERGERÀ

Artfciilo I? Halldndose elescuadron formado en eolumna con la derecha a la caheza^ formar a

la izquierda en hatalla i<f.

$.** Formar al frente en hatalla* 371

3.** Formar a retaguardia en hatalla 371

4.^ Formar en hatalla por retaguardia de la cabeza •••.••.•• 375

PARTE CUARTA.

Articolo I .^ De la marcha direct a en hatalla por

escuadron 377

t.^ Marcha en retirada n 380

3.*^ Pasos de ohstdcalifs marc/uindo al frente en batalia 3^>

xvin

4.® De las conversiones por escuadrones 383

5.0 Variar de direccion marchando un esouadron -

en batalla. . . . id»

6P De la marcha oblicua individuai por un e$^

* cuadron . . . 384

7.® De la marcha oblicua por mitades irf»

8.** Marchando en batalla romper en columna

al frente 6 sohre cualquiera de los costados. . 385 ' 9.** Marchando en columna formar en batalla.

sin hacer aitò 386

IO De la contramarcha « , id. ^

PARTE QUINTA.

Artfcalo i.^ De los desfiles 387

PARTE SESTA. Art/colo i.^ De la carga por escuadron ìà.

PARTE SETIMA.

Instruccion de guerrillas. 388

Eeglas generales para los tiradores - 395

Toques de dar in 6 cometa para los tiradores* •*• 396

MANEJO DE LAS AUMAB A CABALLO.

Manejo de la carabina,

t.^ Leccion. #«•*••*;•»*•#•• 397

2.^ Leccion. * * * *.•••••*•*••••• 40^

3.^ Leccion * » * » 401

4.^ Leccion 4 . . » 403

Manejo de la pistola.

i.^ Leccion. « « 4^5

s.^ Leccion « « 4^7

i5.^ Leccion. ......: ••••••• A^9

XIX

Manfjo del sable a caballo 410

Manejo de la lanza a. caballo, 411

i.^ Division 414

a.* Division 420

3.^ Division. : 42 a

Preparacéon para el manejo de la lanza 427

Observaciones sobre el manejo de la lanza. . . . 427

Ordenes generales para oflciales « 429

Pie y fuerza de la caballeria del ejércìto 434

Nomlres y numeracion de los cuerpos de està

^rma \. 435

Pie y fuerza de un rcglmiento de caballeria^ y

suelàos que gozan las clases que lo comp men. 436 Plana mayor de un regimiento de caballeria, . 437 Grat ificaciones que gozan los cuerpos de laca'-

halleria . 438

Hefaccion 6 franquicia 439

Instrucciones para que los comandantes de par»

tidas ó destamentos puedan desempenar con

mas facilidad y aderto las comisiones que

sus gefes les encarguen 440

Conocimientos ùtiles y necesarios sobre el sumi-

nistro de raciones de pienso y sus devengues, 446 Precios de carros y bagojes por cada legua. . 449

Peso y medida de las raciones 450

Utensilios , •» id.

Conduccion de consfoyes id.

Reglaì que deben observarse en la mar e ha de las

tropas 454

Regia que ha de seguir se en el alojamiento de

las tropas cuande marchen 458

jélojamiento en cuarteles ó cantones^ y modo

en que ha de distribuirse elforrage que haja

en etlos 460

n

Viez y ocho formulario^ y modelos^ los treee primeros para comandantes de partidas y destacamentos^ y los cinco restantes para es^ cuadrnneS'Companias. 462

Diezjrocho tahlas de reduccion de socorros a rea* les im, , desde tres cuartos hasta "l^einte jr.unom 488

Otra idem de reduccion de reales a mrs.^ jr estos a cuartos jr mrs, y por la inversa 507

Su^ldos que gozan todas las clases del ejército que se retiran del servicio activo^ a los anos que se detailan 508

Instruccion sobre désertores.

Circunstancias que ealifican el conato de deser^

don •••••••• 513

Idem^ la desercion consuma da ••••••• id.

Tabla de los diferentes casos de desercion que

pueden presentarse •••••• 514

'jirticulos de ordenama que se citan^y reales òr*

denes sohre desercion 515

Ordenes particulares sohre désertores de caòa'

lleria jso

Estracto de reales órdenes y decretos "Vigentes^

pertenecientes al ejército y armada. ...••.. 512 Real decreto sobre el ascenso de soldados^ cabos

y sargentos, 599

Apéndice al nuevo manejo de sable y lanza^

comprensivo de las adlciones y enmienaas

hechas en él despues de su, circuì acion , 531

PRIMBBA PABTE.

DE LAS PEIVAS MILITARES

QOB CORRESPONDKIf A LOS CrImENES QUG COMETA LA TROPA (l).

Blasjemias.

Art, 1 JLi qae blasfemare el saato oombre de DioS) de la Virgen ó de Ics Santos, sera inmediatameote preso y castigado, por la prime r a vez eòo la afreota de poner- ie Roa mordaza dentro del caartel .por el termino de dos horas por la mauana y dos, por la tarde en ocho dias segaìdos, atàndole à ouposte, ysi reincidiere en es- tà culpa se le atravesarà irremisiblemeote la leogaa con uo hierro calieote j por mano del ^erdago, j se le arro- jari ignominiosa mente del regimiento, precediendo con- sejo de guerra.

Este articolo no està derogado, pero tampoco està en uso, y el blasfemo es jazgado yerbal 6 snmariamente por su inmediato gefe^ y castìgado con calabozo y cepo«

Juramento execrable por costumbre,

2. EL qae con reparable frecnencia jurare execra- blemente, sera corregido con tre» dias de prision; y si despaes no BeenmeQdare^ sufrirà la nota de ponerle ona

(i) Trat. 8, t. io de U OrdenanK» general.

9 mordaza dentro itA onariel , j castigo de prtsioD d otre corporal qae parezca convenieote para sa eotera correccion.

Robo de Fcisos Sagrados.

5. Ei qae robare, ocoltare maliciosameiite, 'il oca- eiooare qae otro ròbe Clistodta , GélÌ£> Patena, GopoD, ó caalqaiera otre Vaso Sagrado> asi en paz corno en guerra, j tanto en mts domiiitos corno en paises estran- geros ó de enemìgos, sera ahorcado j descaartizadò; j st por ias cìrcanstancias qae habieren interv^enicTo en ei buito se^yerìficare baberlo ejecatado con profanacion del Santisimo Sacramento , seria qaemados (despaes de ahorcados) Los deliocuentes en tan enorme deiito, en caalqaiera ndmero qoe faeren^ sin qae Les releye de està pena ei raro accidente de qae no tean Católicoa; paes tentendo prevenìdo qae no se admtta en mi servi- ciò soldado qae no sea Gatólico , Apostdlico , Romano, 68 mi ToIoDtad qoe el qae se detate 6 se le arerigùe ser de òtra religiob, en ei caso de batlarse réo> padezca (sin escepcion) el castigo qae para ei crimen en qae incar- ricreo prescribèn mis Ordenanzas.

Vitrage d Imdgenes dìvinas.

4- El qae con irreyerencia y deiiberacion conocida de desprecio'ajare de obra ias Sagradas Imigenes , or- uamentoa ó cnalqaiera de Ias cosas dedicadas ai Divino colto, 6 Ias liartare^ seri ahorcado.

La prictica ha modificado Ias penas del reo' qae ro- ba imigenes ó vasos sagrados: ya no se le qnema , ni tampoco saele ser descaartizadò.

Vlìrage d Sacerdotes.

5. El qae maltratare de obra con arma de foego, bianca, paio, pedrada ó golpes de manca los Sacerdo-

. ' . . . . 5

tea, Reiigioftos ó cualesqQÌera mioì»tro de Dioa qae ha- bieren recibido Ordeaea Sagtadas , halUijidp^e estos en el trage propio de sa estado, sera coodana^P A la pena de COI tèrsele la maao derecba, j si re^nUare maerte ó mutilacion de roiembro, seri ahorcado; p^ro en otro coaiqaiera modo menos grave Les f altare al respeto, so- friri ei culpado el castigo corporal de qae» segan las circao8tancÌ0S) faere digno: bien entendido, qae en ano j otro caso ha de veriflcarse qae el ooaltrato foé vo^ lontario impolso del maltratante ; pues si dste lo ejeco- tare estando de faccion para defensa del paesto qae oco- pa, por niolencia qpe ^e le haga centra la obser Tancia de lasòrdenes qae tenga, .6 por su defensa natnral , no debd considerarse acreedor à la pena sepaUda.

£o el dia ya no se cprta al reo la mano derecha, sino que se le castiga con penas estraordinarias, siem- pre qae no resa Ite maerte 6 matilacion de miembro, en cojo caso es pasado pop la armas.

Insulto d lugares sagrados.

6. £1 qae escalare ó entrare f^rtiTameote 6 con vio* lencia en iglesia , convento'^ monastexio , d otro Ingar lagradoy para ròbar ó bacer caaiquiera estorsion 6 de- sacato, seri castigado con pena de mnerte 6 corporale segua las circanstancias del caso.

Inohsdiencia.

7. Todo soldado, cabo y sargento qqe en lo qae precisamente fuere de mi Real seivicio no obedeciere i todos y i caalesqaiera ofìcìales de mis ejércitos, seri castigado con pena de la vida.

8. Todo segando sargento qae no obedezca i los primeros de su regimieuto en lo qae faere de mi ser- vicio, seri depuesto de sa gioeta no estando de faccion, y si lo hiciere estando en ella , teftdri pena de la vida

4 .

Todo soldado y cabo qne en lo qae precisameiite faere de mi seryicio do obedeciere à Ics safgentos de sa compania j sera castigado^con peaa de la vida.

10. Todos los soldados j cabos qae en igaal cdso de mi aeryicio no obedecieren à los sargeotos de sus regi- mientoa caando se hallareo de faccion j en actaal ser» ▼icio^ mandados por el los, serào castigadps con pena de Ja vida ; j faera del caso de estar en actaal servicio, serén castigados con baqaetas.

11. Todo soldado y cabos primeros y segaudosqoe^ en lo qae tocare é mi servicio, no obedecieren àlos sar-- geatos de los regimìentos qoe se hallaren en4el mismo campo, gaarnicion, caartel, trànsito ó marcha, hallàn- dose mandados por ellos, y de faccion, .sere n castiga» dos con pena de la vida; j faera de.este caso con pena arbitraria.

12. Todo segando cabo qae no obedeciere à los pri- meros. cabos de sa regimiento en loqne perteuezca à mi servicio, estando en iacciou, tendré pena de la vida; y fuera de faccion la arbitraria qae segan las circanstan— cias del caso correspooda.

13. Todos los solcUdos , bajo la misma pena de la vida^ deberén obedecer à los cabos de sus respectivas compafiias, siempre qae cualqaiera de estos les mande algo coDcerniente à mi Real servicio, y se hallaren con ellos en gaardia , partida 6 caalqaiera otra faccion, y fuera de este caso sera la inobedìencia castigada con pena corpcural.

14*^ Todo soldado deberé obedecer, bajo la mlsma pena de la vida, é los deqias cabos de sa regimiento, siempre qae se ballare mandado por ellos en actual servicio.

15. Asimismo, y bajo la mismft pena de la vi- da , deberà todo soldado obedecer en lo qne solo fae- re de mi Real servicio à los cabos de otros regimien- tos, 6 é los qae estando de faccion les destinaren por cabos.

5 (I) El tambor mayor debe ser coosiderado corno io- mediata depeodencia del sargento major , y gefe de lo8 tambores, pifanos, y cometas de todo el regìmiea-' to 5 en cayo coocepto le estaràn aobordinados , obede- ciendo exactameDte las.órdenea qae diere, j acudìendo con la major pantnalidad é U bora qne aefialare para todos lo8 actos de escnela 6 sèryicìo é qae log Dame, j en caalqoiera culpa qae cometan de fatta de respeto ó inobediencia , se gradaarà para sa castigo con' la pena safialada al soldado qae injaria 6 desobedece al sargento de sa misma com pania t sigaiendo este concepto tendré el tambor major la facnltad de reprender j castigar las faltas de dicfaos individnos en el modo que asa de las su jas con sus soldados todo primer sargento; dando parte al temente corone! major -inmedlatamente de la falta j proyìdencia qne ba tornado.

Insulto centra los superiores.

16. Todos los sargentos, cabos j soldados qae maU trataren de obra é. cualquier ofìcial de mis tropas , ó qae los insultaren 6 amenazaren pontendo mano à cnal- qaiera arma ofensiYa, de caalqoiera 'modo que pueda ser, ann cuando lo èjecutasen por baber sido castìgados 6 maltratados por dichos oGciales , serén castigados con la pena de cortarles la mano, j consiguien temente con la de borea.

17. Todo cabo j. soldado que maltratare de obra al ^argento de sa compania , 6 qae biciere la accion de ecbar mano Ì las armas para ofenderie, aunqae lo eje* cute por baber sido castigado por el dicbo sargento, se- ra caatigado de maerte.

18. Todo cabo j soldado qae maltratare de obra, ó biciere accion de tomar arma ofensiva centra los sar- gentos de su regimiento ó de coalquiera otro del ejér-

(i) Art. ly tit. ai, trai, a de U Ordenanza.

6 citò, faalléndose i sos órdeties eo nctaal fervido 6 de faccioti tètà casttg«do de moerte > 7 no ostando de ae* tuat servitio seti, condteùador d K)8 araenales de marina por. tres a^os^ peroni del àialtratò restiltare motì^acioa de mìembro 6 herida peltgrosa , seri passilo por làs ar<* in^S) antique no balie en actnal servicio ni de facciona ai raandado pot el ofeodido ei ofensor.

19. Àsdnismo todo sòldado qne maltratare de obra é Ics cabos de sn compaiSia 9 balléndose en faccion 6 de seryicio mandadopor eiloa, sufrirà la pena demnerCe; j no estaiido de actnal seriptcio'', aeri castigado con aeìs afios de pre^diò de Africa con jgrillete, é menos qne del maltrato baya resnitado al eabo moerte ^mùtiiacion de miembro 6 bérida peligrosa, porqne en eate caso se- pasado por bs armas.

20. £1 soldado qoe ballàndose de faccion 6 de set* yicio maltratare de óbra à los cabos qne le estayieren mandando, asf de sn regiifniento corno de cnalesqaiera otros , ó & los qne les destitiaren para cabos , sofiiid ta pena de moerte.

21. Siempre qne los soldados cometieren algon dea- órden^ mando é todos los oficiales (tie cnalqnier regi« mietito qoe sean, agregados à estado major, ò de otra clase, qne tengan caràcter de oficial) qoe procuren con- tener à los colpados, castigéodolos si lo crejesen con* veniente, ó bacidadolos prender; 7 si los delincnentes se dispusierei^ è la defensa coqtra los oficiales , de mo* do qne se yerìfìqne la acciòn de ofenderles con arma de cualqniera especie qne aea, piedra ó palo, dirigidk A berir con accion de impelso conocido, se le pendri en consejo de gneira, 7 condenari à moerte, ainn^bé ba7a un testigo qoe deponga lo contrario, con solala deposlcion del oncial qne forme la queja , qnien sera responsable en so bonor 7 conciencia; pero si bubiere dos testigos de vista imparciales 7 de satisfaccioD qoe den por incierta la qneja del oficial, preferire à la de- claracion de éòte la de los testigos.

22. Probtbo aiMoIatamente à ics oficiaUt qoe mal- traten ni castigaen con palo ni espada , aanqne sea con Yaioa , ni cop accioi^d palabra en que puedan qaedar iDjariadoS) à los sar^ntoa, pena- de ser . sosoendidoé de 8Q8 empleos , j cna odo babtev^n cometido aigvna ialta^ por la qae debierén ser reprendidos ó oaatigados , se les preporcionarà ia pena eoa ptiaion li otra en qne no qaéde ajada sn estimaoion: j si la fatta f nere oonside- rable , é mala su condacttf , et corone! 6 comandante del regimiento le depoodrà dfs sa empieo, y dare cnen- ta al Inspector con sumarra informaciofi , qne retendrà en 81 para satisfacer et cargo qne se te haga , en ca«o de recarso; pero enjos delitos eapitales seràn los sar- gentos JQzgados por et consejb de goerra ordinario, j sujetos à las mismas penas qae los soldadoa.

25. £1 siibdito miiìtary de -caalqoiera calidad qae fnere , qae fallare al debido respeto à sas soperioresj bien sea con razoites descompnestas ó con ìnsatto , arae- naza ti obra , snfrirà irremtsibtemente la pena que cor- responde à las circanstancias de la calpa j calidad de las persona» inobediente y ofendida, sajetàndose al con- sejo de goerra qae corresponda, segno la calidad del detincaente ; y para editar estos casos , eocàrgo à los sQperiores qae en sns reprensiones.y. recente ociones se midan , para no esceder< en términos qoe Terifiqnen maltrato; poes todo abuso de sa aotoridad sere de mi Real desagrado.

24* Los soldados de milielaSf en los delitos de falta de subordina^ion y respeto 4 los oficiales y demas sope- riores militares, aan cnando sns regimientos se balleu retirados en la provincia , se haràn acreedores al rigor de las penas en qne por leyes de ordenanza incarren los ìndividuos del ejército; à coyo se les intimare por el sargento mayor las que tratandel asanto cuando sean alistados, notandolo en sus iìliaciones para que no ocurra embarBzo al tlempo de formarles sus procesos por semejantes crimeues , sustanciaudo y determinando

8 las caoM» en ia forma eapteaada sos cbronejes 6 coman- dantes ,. para lo qoe les concedo joTisdiccion absolota j privativa cod iohibicion de lodo triboDal j jaei, adn-^ qoe tea comandante militar, con%olo apelacion é mi supremo co ose jo de la guerra (!)• .

25. Gnando el eapitan habiere reprendido 6 arres— > tado en aii casa à al^nn sobal terno Vy éste se atreviete i. pedirle satisfaccion^ el capitan, sin entrar ^n contea* tacion algana , le pondré preso cn banderas, y dare cnenta al coronel, qnien trasUdaré al subalterno à no castillo por cnatro meses; j en c^so de baber puesto el soMlterno mano é la espada contra su capitan, ó traté— dole con palabras indecorosas, le suspenderé de empieo, mantendrà preso, j me dare cnenta (2),

Infuria ó insulto contra ministros de juslicia*

26. Todo oOcìal militar decnalquier tropa que et* snbordiuada, deberà dar auxilio y mano fuerte à los ministros de justicia en los casos ejecntivos, dando cuen-. ta despvies al snperior de qnien depende; pero en los qne den tiempo debe dirigi rse el ministro que pide el anxilio al comandante de las armas, para que de ^l re- ciba la órdén del siibdito militar que baja de^darle; y todo oficial qne se, balle empleado j no ataje por si mismo (en cuanto sea posible) el desórden qué ocar- riére, seri responsable de los daSos que resuiten.

27. El que con mano armada embarace i los minis- tros de justicia , que ejercen autoridad, sus fnnciones^ sera sentenciado por las lejes del reino a ocbo .anos de galeras (5). Los qne fueren contra los alcaldes de corte tienen pena demuerte jconfiscacion debienes(4); J los que maten àalguno delasjuslicias ordinarias de Los pne-

(i) Real dceiar. a U Orci, de railìc, ti't. 8.**, art. 17*

(a) Ord. del ejérc, trat. a.*, ti't.. io, art. 7.

(3) Lcy 7, ili. aa, lihro 8 de U Recopìlacìon.

(4) Ley I, a, 3 y 4 de idem.

9 Moa deben morir j perder la mitad de sasbieiies; pero sc^mente le hirìerln serào desterrados del reino por di^z aDoSfCOD perdimiento de la mitad de sas bìenes (1)'

Sedician.

28. LoA qoe emprétadieren coalesqniera sedicion, conspiracìon ó motio, ó indajeren à conaeter estos de- litos contra mi Real serTÌcio^ segorìdad de la9 plazas j paisea de mia dominios^ contra las tropas, sa coman- dante d oficiaLes, seràn ahorcados en caalqoiera nd— mero qoe aeao^ 7 los qae hobieren tenido notìcia j no lo delataren loego qae puedan , safrirén la mìsma pena.

29. El qae ^on faerza , ameuaza ó sedaccion à otroa embarazare el castigo de los tnmnltos y desórdenes^ tendrà pena de mnerte ; j tódos los caerpos de guar- dia darin caantos aoxiiios puedan para la tranqailidad j ei arresto de los malhecnores, y cualqaiera coman- dante de guardia que fuese omìso en el desempefio de està obligacìon, sera puestq en consejo de guerra, y sentenciado spgun las rcsultas de su uegligencia.

2W. El que indujere^óque ilicitamente jontare gen- te por cualquiera otra causa que no sea de las espre- sadas en el articnlo Teìnte y nueve que precede, sera cas- tigado con pena«arbltraria.

31. Los que levautaren la yoz en grito tumultuario, sobre cualquiera asunto, sea paca pe dir el prest, pan d otra asistencta, ser.àn diezniados para ser pasados por las armas, y. el que se averiguare ser el primero ^.su- frir^ la misma pena sin entrar en suerte; pero si no se pudiere averiguar quien foé el primero, eotraràu to— dos en suerte para que muera uno , y los demas que qnedan libres, sprtearàn despaes para moxir de cada dieai uno.

(i) Lcy'5, lit. 22, lib. 8 «le iJcm.

IO

38. Aaaqae fio llegoeo à. dtez los tamaltnaiites , et motor siempre ha de morir, j \Sk demas bau de %or-» tear para set ano cond<;nado à seis afios de arsenales, y los qoe qaedaroD (ibres, tanto da la pena de arsenales, corno de la muerte, han de perderei tìempade sa em- pe0o, j los qoe oo tavìeren tiempo, se remitir^o^ para servir sin éi à ao presidio de*Àfrìca agregados àlas arinas.

35. Mando à todos los sbldados reciban el socorro qoe se Jes dìere en. diaero, pan 6 vianda, segan la me<> nor cantidad ó inferìor palidad qi%e pneda sominietràr- aeles por las actoales urgengìas en aqael tteinpo; y el qae lo rehasare, safri la pena de aer pasado por Ut armas; pero en caso de no dàrseles el socorro en ia especìe/cantidad y calidad ordenada por mi reglamen- to , podràn solo cnatro 6 cinco soldados janloa repre** seatarlo con samision al comandadte del reginMento: j si estd no les hieiere jasticia, recarrirén al gobernador 6 comandante de la plaza 6 caarteU y ea campana al general qae mandare el ejército, destacamento 6 can* fon , el eaal les haré fasticia, y sera respoosable de caalqaieradano y perjoicìoqae resaltare de sa omisioo.

5^. Gaaiesquiera spldados qae centra las regliH de la baena disciplina y subordinacionse retirasen à la igle- sia à dedncir desde ella sns qaejas 6 preteosiofnes^ man- do qae aclemas de ser estraidos y apUcados por via de correccron A las obrasó trabajos de las plazas por el tiempo qae les fai te i camplir, pierdan por el beebo 'Je haberse refogiado todo el derecbo d accion que pa* diesen tener à las mismas pretensioneF, aonqae en sa naturaleza sean faodadas y jnstas, paes debeu bacer* las por el condocto de sos ofìciales y gefes, à qaienes de naevo encargo qoe las ex,amiueo, y atieudan .^ou el mayor celo y cuidado. ,

55. £1 soldadp que promoviere especies qae ptiedaa alterar la obedieucia y disciplina , safrirà la pena de ba- qaetas, siempre que sea arrestado sin iglesra 9 . y S0 ^^

il

destrnarl desrpties d lag obras ó trabajos^de h placa Co- mo presidiar ro^ por ei termino q restarci complìr el placo de sn cmpeno; y si hobiere tornado iglesia, se*. eslraido bajo caocion , j corno genio^ perjudtcial en el regimìento 6 Campania, se le apHcarì (por vià^ de correcttofì) A las citadas obras 6 trabajos de la plasa por el tiempo'qae le fa 1 tare é campi ir.

56. El cabo ósargeoto qne entendiere d ojere à Ics aoldados de sn compdfita ó de coalesqniera otras^ anii- qne aeatt de dìstintos caerpoS) espècies contrarias à la conformidad con qne debeo recibir el pan, prest, tì-^ Teres, Testo a rio y de mas asistencia, en el modo con qae se les snmtnistfe, y à la subordinacion con qae deben comportarse eo todo, y no les arrestaseli (podieodo), 6 no diereB cneDta inmediatamente à sas oficiales y gefes para sua olteriores proT^dencias^ seriti ca^tigadoa arbU trartametite à proporciorr de la gravedad de las resaltas qae baja caasado sa omièion ó tolerancia , formàudose à este efecto consejo de gaerra de oficiales.

57- Los oficiales (de caalqaipra clase qae aeaa) qae ojereD 6 ènfendiereode los soldados de sas companias 6 de otras, aauque de distinto, caerpo, conversacion 6 especi e a qae paedao originar trascendeftéia ó òial ejem- pio à la aubordioacioD y discìplin-a^ y no toraareo por si Us proatas provtdencias qae puedan para arrestar* ios, Ónodieren inmetliatameute cueotai sas gefes pa-^ ra qne aticndan al remedio, de las coDsecaeocias, seràn depuestos de sn's emptéos mediante ana sanaaria for* mal faeqha por el sargento mayor ó ajadante del le- gimiento del ofieial omiso^ que se pasaré à mis manos coando se de coenta de la deposicion , de cojo cum- plimiento bago responsables i los g^fes.

(I] Todò inferior que bablase mal de sa saperior, sere castigado severamente; si tuviere qaeja'dò «^l,Ja pTadocirà à qoieii la paeda remediar , y por uingati

(i) Art. 2, iit. i7,trat. a de la Ofdenan»a.

12 motivo da rd mal ejempld con sofi mnrmnracioiies.

58. Eo el caso de haberse refagiado à la ìglesia diez soldados de una compafiia, mando qne despaes de sa estraccioa se proceda inmediatamente por el san- gento major del euerpo^ y por el a^ndante qde ejer- eiere sus iunciones, à una Samaria formai contra Ics oficiales de la compafiìa de los qoe liayan sido refogta- dos, à fin d^ saber por todos mediòà si el gobierno j cuidado interior de* sa tropa han celado j sostentdò conel vigor qae deben una exacta disciplina^, ó si han iole rado y dejado sin castigo faltas conocidas de ellos; si banentendido la' especie qoe dio impulso é refagiar- se sus soldados, ó el ^onvenio precedente para ejecutar- lo , y no bau aplicado prontamente sas providencias, ó dado coenta à sus gefes para el remedio. Y cuando eu coalquiera de los puntos de està ìndispensable obli- gacion resultaren culpados los oficiaLes de la compania ó cuaiquiera de ellos, mando sea depuesto laego ide sa empieo, :y se me de cuenta con remision de la Samaria.

59. Si los refugiadoa llegaren al nùmero de cientp j cincuenta de an mismo cuerpo, mando al gobernador 6 comandante militar que despues de sa estraccion proceda à reci'hir por oGcial estrafio del coerpoqne ta- viere gente comprendida en el desórden Samaria formai contra el coronel 6 com^indante^ para la averiguacion de si ba impuesto j becbo observar anteriormente la subordinacion y exacta disciplina con el vigor que cor- responde: si ba tolerado 6 dejado sin castigo falta gra- ire contra ella : si ba celado el ìexacto desempeno de los oficiales y sargentos en sus respectivos encargos, en lo que previenen sobre està importancia mis Ordenan- zas geuerales del ejército: si noticioso del esceso 6 no- Tedad de baberse retiraJo sus soldados i la iglesia, ó da4o cualquier otra piiblica demostracion de indiscipli- na ba tomado por si prontamente las providencias qoe le correspondian: y si en este caso 6 anteriormente, se- gau las ocarrencias, ba dejado de* dar, corno debe,

15 caenta al gobernador ó comandante ""militar , para qae por so parte tomase todas las disposiciones qoe le in- CQO^bea. Y si resaltase de està Samaria omislon ó fai- ta en el gefe d otro oficiàl del cnerpo, se ie impoudril arresto , j se me dare caenta con remision de la soma- ria, para mi resolacion.

40. Goando se descabriere algon mimerò desoldados qoe hubiesencoDTeriidoiSacordadorefQgiairse à la iglesia, y fueren aprehendidoa sin tomarla, mando qae con justifi- cacioo competeote, por al solo caso de conveoiu ó acuer- do, aqtiqae no bayaln ilegado à veri^carlo^ echen soer- tes para sofnr la pena de baqaetas decada diez ono; y qoe à los qae les toqoe, despaes de aafrir el castigo, se les esclnya del seryicio y apliqoe à las obras ó trabajoa comò presidiarios, por el tarmino de seis anos: bien en- tendido, qae de està aplicacion, y en la pena de baque- tat, ban de comprenderse determinàdameute, sin entrar eo saerte, los qoe bajan sido cabezas 6 promotores del convenio: y los que qoedaren libres del sorteo, conti— noaràn el seryicio en sos còmpanias, amonestados para tu enmienda y escarmiento.

41* Si algan numero de soldados sobre la misma de- terminada y conocida accion de refugiarse A ia iglesia, faeren aprebendidos antes de tomarla, por v^gilancia y coidado de los oficiales li otras providencias.qoe poe- dea tenerse anticipadas, mandoqoe si los apreheDdidoa Uevasen fosiks, carabinas ó pistolas, ecben saertes pa- ra sofrir pena capital de cada drez uno^ pooiéndolos à este efecto en consejo de goerra , segon ordenanza', y los qoe qoedaren libres se aplicarén à las obras <5 pre- sidioa por el termino de diez afios; pero si la retirada 6 refogio à la iglesia faeseo sin las espreaadas ar,mas, en este caso serén todos los promotores pasados por la baqoeta, y de los restantes, de cada cit^o òno , por sorteo I y despaes aplicados todos à obras ó presidios porel terminò de seis afios. 42. Finalmente, para proporciqnar el castigo de es-

,4

tos escesos, maoclo qae al sold^do, paisdno 6 persopa que teniendo noticia de baberse conveoido algun oiirae- ro de soldados de retirarse é la iglesia por qnej^ 6 pre* teasioQ de caalquiera naturaiesa que $ea > diere cuenta oportuaa y secretaaieiite al gefe delcoerpO) ó al go^ bejuador ó comaudante militar de'la .plaza 6 deètiao, de suerte qoe tomaodo las prontas provideucias reiati- vas, resuite de sa a viso el arresto 6 prUioii de Ics coni* preodidos, ó alguna parte de eilos, sobre la mìsma de- termioada y cooocida accioo éifi irse à la ig1esia^) bien seau unidos ó separados, cou las espresadas armas ó sin ellas, se Le libren j entregoen iomediatafliente , stendo ea Espana tréiota pesosV J si fuere eo Indias ciucaen- ta , qae le seiìalo de premio por sa qeio y ayiso, cuja cantidad se reiutegrarà por .tesoreria 6 arcas reaiea^ mediante certifìcacioa del gefe ó gobernador, sin espre- sàr eo ella el sageto que drese cueuta, ai exigir su re- cibo, de cayos reqaisitos relevo este pago; y si fue- se soldado el que diere el ariso oportano, y qui^iere ademas del premio en dineìra su liceocia para retirarae del servicio, quiero se le conceda si» distincioo aigjupa; y que de todos modos se atieiida y resguarde é Iqs que con ana noticia tao litil dierea pruebas de su celo por mi real sej^vicio.

45. Si estauclo an regimieoto , batallon, .escaadron, destacamento d otratropa sobre las armas, ó junta pa- ra tomarlas, saliere de eatre los soldados alguua toz 6 discorso sedicioso ó que conmueva à la desobedieocia, inando é los oficiales que se haiien presentes, que se encamineo à Ja parte donde bubiereo oido In tox, y prendan à cinco 6 seis soldados poco mas ó meuos» pò- uidadolos à la cabeza del regirpieuto ó tropa que aiU se balle, maudàndoles nombren al que bubiere gritado: si le descubderea , sera este pasado alli olismo por las armas, pre*diendo la justifiòacioo que lo cojBpruebe: y si no lo bicieren, se les pbligarà à ecbar suertes para que sufra la misma pena uno da ellos.

15

44* ^^ qne hobiere . proferido 6 escrito cualesqnìe-v ra palabras que inclioeo à sedicioo, motin ó rebelioD, òqne habi^odotaa oido, uo diere caeDta à sns superiores, iomediatameDle sàfrirà la pena de Biaerte ò corporai, segan laa circnnstaBcias que agrayen ó aminoreu sa delito.

.45. Si Qoa patrùlla, destacameoto ó gaardia en el caso de un tumulto 6 cQ-alquierà otro, toTÌ.ese órden de prender loa culpados, y noia compliese èxactamente, ó qae habiégdolos aprebendido dejareo que se boyan^ 6. se I08 quiten,* se poodrà eoprision toda la tropa encar* gada de sa custodia > y se tonbar^n Jas informacionf^oe correspondan ; y si de eUaa resultare que los soldados no hitiiero» bueiia defepsa, ó que hnbointeligencia entre nnos j otros> sufrtrén los culpados la pena que por OrdenaDsa coprespondia al reo iibertado ó fugitivo, 7 si se TerìGcare que la fuga procedió de fa ,del oficial que mandaba el destacameoto^ patrulla ó guardia, sa- frirà éste la pena de privacion de empieo.

(1) Los que , uo siendo en asuntos del servicio, se mezcleD en las sediclones ó tumultos populares con tra el gobierno y los magistrados , los que componen pas-> qnioes aediciosos.flos fijan, distribuyen, copiau, léen d ojen leer sin dar cuenta inmediatanieiite à suis superio- res, serào juzgados por las leyes del reìno (2), con ar— regio à la real pragmàtica de 17 de abril de 1774*

(5) £1 sargento que disimulare cualquiera desórden^ oyese algana convérsacion probibida, ó especie que pue- da tener trascendeneia contra la subórdinacion y buen órden de la tropa, y no coutuviese nv remediase lo que entonces paeda por si, omitiendo darpuotual noticia i su iomedìato gefe, 6 é la guardia d persóna que mas prontamente pudiese tornar providencia, sera castigado corno si éi mismo bubiese intervenido^

(i) Real órclon Ae i4 àc sclìcmbre de i774*

(a) Lcy€s i,a y 3, ti't. i4; y i, a y 3, tit. i5» lib. 3 de la Ree.

(3) Art. 4, tit. 4, trat. 2 de la Ordenanta.

16

(1) el cabo tolera^e en su escaadra 6 tropsc qoe mandase faltas de subordinacion , màrmnraciones contra ei servicio, 6 conversacioDes poco respetoosaa de sua oficìa.les, sera depuesto de tu. escuadra> 7 obligado à ser- vir diez anos de ùltimo soldado; pero para esto se haré una JQstifìcacìon formai > é cajo pie poodré el temente coronel major su dictàmieu, y el coroael la <Srdeo para la privacion.

(2) Se probibe baj6 de severo castigo al soldado toda coQversacion que mauifieste tibieza ó desagrado en el servicio, ni sentimiento de la fatiga qae exìge su obl^acion.

Tolerancia ó auxilio de reo pròfugo.

4^. Cuando el coronel 6 cualqui^ra comandante de tropas pidìere un soldado qne bobiere becbo al'gnu es- ceso, el que dejare qoe ^e eseape, ó le ocnltare 9 sera castigado en lugar dei fugitivo.

Infidencia.

47. £1 que en tiempo de guerra taviese inteligencia con los eoemigos., correspondeucta por escrito 6 verbal con caalquiera puesto, safrirà la pena de muerte, eoa ejecncion de ella en el modo que corresponda à la ca- lidad y carécter del deliucuente.

48. El que à los enemigos relevare el sauto, sefia 6 contrasefia , 6 la órden reservada que se bubiere da- do, de palabra ó por escrito, sera castigado de muerte j corporalmente ^ seguo la entidad del perjaicto que pudiera segnirse , el que la revelase à otra persona.

49. (5) En todos los casos en que el general mande guardar secreto sobre objeto de marcba^ d otro fiu del

«

Art. 20, trat. a de la Ordeoanza. Trai. 21 f ti't. i de Idem. (3) Art. 2, lit. 17, trat. 7 de id«iù.

17 Real serticio, lo observarén rigorosamente los oficiales con responsion à los perjaicios qoe de divalgarse resaU taren.

50. (1) Prohiboa todo oficial que manteoga corres- pondencia con los enemigos, sin órdeo ó noticia del capitan general bajo cuyas órdenes sirviere^ pena de SDipension de empieo y destierro & un preisidio, aan- qne solo irate de materias ìndiferentes ; y pena de la Tida si 66 mezclare en los que tengan conexion con mi servtclo.

51. (8) El oficial d qaien se Gare reseryadamente algana comision de mi Real servicio, si revelase algana circanstancia en qae se le mande guardar secreto, sera coudenado à privacion de empieo, y destierro à mi vo. iantady y si de haberia reveiado iesaltase malograrsela diligeiicia, safrlrà #la. pena de muerte.

Desafios,

58. Mando que la pragmàtica espedida en 16 de enéro del. afio die 1716, comprendida al fio del tomo primero.de la ordeoanza , en qae se probiben los doe- los y satitfacciones priyadas , qnede en sa foerza , y se observe inylolablemente , bajo de las penaa impuestas en ella.

Eo dicba Real pragmàtica declara S. M. por delito infame el desafio ó dnelo, y manda qae todos los que desafiaren , los qae admitierèn el desafio, los que in- terviniereo en éi por terceros 6 padrinos, los que lle- Tsren carteles ó papeles con noticia de sa contenjdo ó recadoa de palabra para el ijaismo fin, piérdan t fre- misi bl emente, por el mismo bechò^ todos los oficios, reotas y honores quetavieren por Real gracia,' y strati inbàbiles para tenerlos dorante toda sa vida; y si fuereu caballeroa de alganas de las caatro Ordenes Milita rea

(i) Art. 5, ttt. 5, trat. 8 de la Ordenansa. (a) \rt. 9y tit. 5, trai. 8 de idem.

18 log degrado de este honor, y le» qoiten io$ faàbttospro* yeyéodoBe en otros sas eacomieiidas, 7 ademat la peoa de aleres j perdimìento de todos sas bienes ; y si el desafio ó daelo Uegare à tener efecto> siiliendo log de- safiados 6 alganos de ellos al campo ó paesto selialadoi aanqae no bay a rina, moerte ó herìda> sean sin remi- sion algona castigados con pena de mnerte 9 y todos sns bienes confiscados^ aplicando la tercera parte de ellos à los hospitales del territorio donde se cometa el deli— to, y se de ana recompensa al dennnciador; y todos los qae vieren renir y no lo embaracen , padiendo, 6 no dieren ayiso^ sean condenados en aeìs meses de pri* sion y maltados en la tercera parte de sns bienes.

53. Todo oficial qne pasiere mano à coalqniera arma ofensiva centra fos generales li oGciales partìcnla- resbajocoyas ^rdenes, asi en campaiia corno engnarni* cion, coartel ò marcba> se ballaren en actnal servicio, y contra sa coronel ó comandante, sera caatigado de maerte ó à otra pena menos rigorosa si biciere cons- tar baber side gravemente ofendido en sa bonor por el ioficial superior contra qaien bobieretielinqnido.

54*. Probibo à todos los oficiales de mia tropaa qae tomen la pistola ó espada en la mano los onos contra los otros , asi ea las plazas y en la campana corno en caar* tei ó marcila, pena de ser privados ae sus empleos; y el qae primero habiere becbo la accion tendrà à mas de està pena , la de dot afios de destierro à an presidio;

5 ero si de la contienda resaltare maèrte, seri el mata- or castigado con la pena de la vida d otra estraordi* naria , atendidas las circnnstancias del caso.

55. £1 soldado qae estando de guardia, à la órden, 6 empleado en caalqaier aeto del serricio , oltrajase de palabra ó biciere ademan de ofender de obra sin jcaasa ni motivo é otro à qoien no esté sobordioado, se* castigado corporalmente sobre el mismo becbo ; y si estoyiere de centinela, se le bare mudar para qae safra la pena qae le corresponda.

19

56. Et soldaclò que haUipdosd enei campo , gnar- oìcion , coartel # marcha ^ ó coalqnier otro parage 6 estabiectmieoto qae tengan làs tropaa , posiftre mano à Us armas para ofendér i otro, en presencia de la gitar** dia> dentro de caartei ó delante de an caérpo deiropa armada , de modo que paeda ocasionar no desòrden.ea dia, 6 alterar la qaietad pdblica, sofrirà la pena de coriarie la mano.

57. Siempre qae en acctones de guerra , en los ejer-* cìcioSf ó en coalquiera otros casos en qae los soldados se hallen con las armas de faegoó blancaa en la mano, sa— cediere entre ellos mismos, ó entre los oficiales, algan desgraciado accidente de moerte ó faerida en sas per* 80Das> li otras qae paedan hallarse presentes, si se pas- tificare haber procedido de siniestra intencion y fin de- terminado de ofender al maltratado ó herido, sera el agresor castigado de maerte; y si se reconociere baber procedido el dano por descaido y negligencia del agre* lor, sere éste castigado con pena arbitraria , proporcvo- Dada à la entidad del dafio, y circanstancias del des- caido 6 negligencia qae le motivò.

(1) Ei qae castrare é otro sera tenido por homici- da, j corno tal se le castigare*

(2) En U préctica el desafio no es delito infame, pero elministerio fiscal debe inqairir, denunciar y per- tegair los deiitos de desafios : tambien deben reprimir- los los tribunales, pero suspenderàn las penas que im- pasieren , dando cuenta é S. M. con testimonio de la lentencia.

Alboroto*

58. El que sin jnsto motivo en el campo, guarni- cion, cuartd ò tropa poesia en marcba , hiciere ruido

(a)

Ley i3,.til. 8, partìd» i, y ley a5 , tit. 6, partida i. Btal òrden de 6 de setiembre de 1^37.

20 capas de escitar noa confasion eo tropa 6 eb el pae- blo y sera castigadò corporalmente, 7 à la misma peoa estaré sojeto el qae en las marcfaas 6 en campafia dia- pararesÌD permiao del qae manda; paea co andò conven- ga ejecatàrlo por descargar las armas por llnvia d otro mojtìvo, deberà el comandante disponer qae lo pr^cti- . qnen delante de on oficìaL

(1) Coando se retiran las escaadras del ejercicio ai aigan soldado se atrevìere é tirar, j el cabo dejase de poner pre^o y dar parte à sa sargento para qae ilegne à notìcia de sa capitan, se castigare ai mtsmo cabo con un mes de prision.

Fatta de puntualidad er^ acudir d su puesto.

59. El soldado qae no se ballare en ana alarma, campo de batalla d otra càalquier foncion con la mis- ma pantaalidad qae sas oficiales , sin jastificacion de causa legitima qae se lohaya embarazado, sere pasado por las armas.

Insulto d sahaguardias,

60. Las salvagaardias personales 6 por escrito serdn respetadas, de modo qae ei qoe entrare 6 les biciere Tioleiicia para entrar en los parages donde las babierC) sufrirà pena de maèrte; j el mismo respeto' se guarda- à la de los enemigos reciprocamente.

Jbandono de guardia-

(2) El oficial , sargento , cabo ó soldado que aban- donare la guardia en tiemptf de guerra^ safriri la pena de muerte; 7 en tiempo de pai la de seis afios de pre-

(i) Art. 14» tit. 2, trat. a de la Ordenanza. (2) Real órdtn de a4 de settembre de 1716.

sidio 9 COD priyaoioii de eiiapl6o el ofieial , «argento j cabO) aean ó no gefes de la guardia.

Centinela.que abandona et pueslo. '

61. Todo qeatluela qoe abandona el pnesto sin ór- den del cabo de escnadra qne lo bay a ido à entregar, 6 del qne se diese à reconocer por el cabo^ sera pasa- do por las armas, ya lo abandone en tiempo de pa^, ya en tiempo de guerra, y anaqne no se siga la desercion.

Centinela que se dejd -mudar por quien no sea su cabo.

62. A las centinelasque se dejaren mudar por otros lj[ne sns cabos de escnadra , 6 qne les estnvieren desti- nados por cabos, se les pasaré por las armas> y é los qne no sìgnieren é -sns cabos cuando yayan à apostarse ÓYBelyan, se les castigare corporalmente.

Cenamela que se halla dormido*

63. Co a odo nn soldado estando de centinela se ha- . Ilare dormido, se mndaré inqaediatamente, y asegurado en el cnerpo de goardia^ se le castigare con dos carré* ras de baqnetas por doscientos hombres^.y se destinare i obras pdblicas por el tiempo qne le fa Ite qne cnmplir; pero si solo cometiere la falta de distraerse trabajando, sentarse , fumar d dejar su arma de la mano antes de ser relevado, sufrirà la pena de veinte y cinco palos den- tro del cuartel, y dos meses de prision pagando su seryicio.

Centinela que no avisa la novedad que advierte.

64- La centinela que viere escalar 6 saltar por mu- ralla, pared, foso^ ó estacada, tanto para salir comò para entrar en la plaza, Inerte ó recinto cer rado, y no disparare 6 dìere parte, sere pasado por las armas.

22:

65. Ei soldado qne eaUndo de cnBotioela en algnn poesto viere qoe se àrriman A él enemigos^ 7 no io avise à la voz 6 disparando , 6 se retire sin órden, seri castigado de mn^rfe*

Insulto centra centinélas.

66. Èl qne atacare à cualqniera soldado qae està- ▼fere de centinelai sea con arma bianca^ 6 apo'iftando con arma de faego 6 golpe de piedra> de palo 6 de ma- nosa sera condenado é maerte; y si faere paisano sera (con inhibìcion del trifoanal 6 qne competa) jozgado por el consejo de guerra de ia.plaza*

Insulto cantra patruUas.

(1) Ei infinito centra patrnllas està comprendido f je castiga con la pena impnesta al qne insulta las een— tinelas, j su ayérignadon (9) corresponde al jnsgado del gobierno de la plaza.

Inducion d rinas.

67. A todo sargento , cabo, soldado 6 tambor qne en una pendencia llamare ó apellidare en so ayuda à nna nacion , regimienLtOf compsiiiia) piqnete 6 guardia^ se le pasarà por laa armas.

68. £1 qne toTÌere pendencia con algnno j llama» re en sn ayuda à otro qoe le acompane à sostenerla, snfrirà la pena de ser pasado por las armas 1 y en la misma incorriràn los qne Uamados le acompanen.

Altvosìa.

69. El qne de caso pensado mata re 6 biriere gra- Temente à otro, de modo qne de la herida resulto la mnerte , sere ahorcado.

(1) Real declaracìon eie 5 de agosto de 1771. (a) Aeal órden de io de abril de i8ai.

25

70. El qoe hiriere con YenUja 6 aletosk , no r^* saltando mii6rte,8er4dè«tinadòà presidio pordies.afio9.

Parricida.

(1) El qae faere hòmicida de so padre ò madre, seri arrastrado, ahorcsdo, j encobado, pintando en la . caba aa.perro, an gallo, ana yfbora y una mooa^ y se bare la ceremonia de echarlo en el no inmediato.

No todas estas penas estào actaalmente en oso. Al parricida se le impone la pena de maerte en garrote vii, 6 con atgnn cartel de oprpbio en el pecbo.

Consentimiento ó abrigo de un deliio*

71. El qoe faere cpnyencido de haber abrigado ò lavorecido con anxilio cooperatiyo al efecto la ejecn- cion de on delito , sere castigado con la pena qne à la calidad del crfmen corresponda, y el qne yiéodolo co- meter , j pudiendo no lo procara re emba rasar con sa fnerza ó é la yos, sofriri la mortìficacion de qoe (se- gna las circaostancias del caso) sea digoo.

Espìas.

7S. Los esplas de ambos sexos serio aborcados , j si lo foere algan paisano (de caalqaiera calidad j es- tado qoe sea), se le aplicartf por la jorisdiccion mili- tar (con inhtbicion de la qne dependa) la pena de maerte , procediendo para et conocimiento de sa caosa el comandante militar, con dictimen del auditor ó ase- sor si alli lo bubiere.

Cantra la disciplina,

75. Prohibo à los oficiales j soldados de mis ejér- citos qoe paedan pedir j oUigar à sus patrooes (con el

(i) Ley la, l(t. 8, part. 7. .

24 ;

pretetto de atensilios 6 en otra forma) é qoe les so mi-' nistren otra cosa que lo preyenido eti la Ordenanza) pe- na de saspensioD de empieo j confiscacion de paga al oficial , j de castigo corpora) é los soldados^ con resti- tucioQ é favor del paisaao damoìficado^ de coenta dei calpado^ anticipandola el cuerpO) y cai gondola despaea à este.

74< El soldado qoe en gnaroicion , marcba 6 caar- tel maltratare de palabra d obra i saà patrones ò fa* milia , «5 caalqQÌera etra persona de uno d otro sexo, sera castigado corporalmente 6 con otra pena mas gra- ve 9 segno la entidad del dano qae habiere ocasionado; pero si del maltrato resaltare mnerte ó mutilacion de miembro , sere pasado por las armas; y é fin de qae la ejecucion pronta de la menor pena no le redima de la mas grave y se sospenderà el castigo corporai basta qoe reconociendq no cirojano i la persona maltratada, de de que no es la herida de aquellas circuhstaocias.

Robo.

75. (l) Art. !• El soldado qoe robare dentro del coartel) casa de oficial depéndiente del ejército, ó la de paisaoo en qoe esté alojado , el valor de doscieotoa reales de vellop àrriba , sofriré la peoa de borea.

II. El qoe biciere fractora de poerta , ventana, pa- red , tecbo 6 suelo, cofre , papelera , falseos de Uaves, violencia ó oso de armas, ancque no llegoe 4 verificar- se el robo (por solo (2) la fractara), 6 verificado des-- de an real arriba, sera aborcado , y si resaltare moer- te, sera aborcado y descoartizado.

III. £1 que en los para jes espresadoa robare el va- lor de cinc.uenta basta el.de dpscientos reales de velioo sofrird la pena de diez anos de presidia ea Earopa ó America , donde mas cooyenga é $• M* 9 y aeia

(1) Real órdcn de 3i de agosto de 1772. (a) Real órden de a5 de niarEO de 1773*

25 carreras de baqaetas por doscientos hombrea.

IV. £1 qae robàre el valor de diez batta eincaenta realea de Tellon , aofrirà la pena de diez afioa de pre* lìdio li obraa pdblicaaeD Europa 6 America.

y. £i qne robare el valor de ano basta diez^ aa- htri la pena de compii r el tiempo de sa empefio al ser- tìcìo en obraa pdblìcaa ó presidio. .

VI. , Al qae robare de ano basta eincaenta realea de Tellon ea tiempo de campafia, ae le aamentari la pena de dos carreras de baqaetas por doacientoa hombrea à la del destino sebrédicbo de obraé piiblicaa 6 presidio, jel qae robare en la dicba forma desde ^^incaenta baa* ta doscientos reales, se le aamentarà tambien doa car- reras de baqaetas é laa seis qae le qaedan impaestaa en el articolo III.

VII. El qae estando de salvagaardia robare desde nno hasta eincaenta, safrir^ la misma pena qae el qae robare en tienda de campafia.

VIIL El qae robare en campana à coalqaiera tì« ▼andero*ó comerciante ^e trafiqoe en el ejército, aea eo camino ó en sa paesto, sufriré desde ano hasta dos- cientos, laa miamàs penas impoestas para el ladron de tienda.

(1) £1 qae robare caalquiera cosa , aaoqae sa yalor DO ascienda é an real de vellon (esceptnando la frota co- mestible), snfrirà la pena de camplir el tiempo de sa empefio al servicio en obraa pdblicas 6 presidio.

(2) Para loa qu^ robaren en los dominios de Indias serào considerados loa realea de piata comò reales de Tellon f imponiéndoles laa penas sefialadas por el valor de estos.

Robo ejecutadò por centinela.

76. (5) Al soldado qae robare estando de centine-

(i) Real órden de 3 de fi'brcro de J774' (a) Kcal órden de i5 de diciembre de 1784. Ò) Beai órden de 3o de novìerabre de 1797.

36 la se le impoadrà la pena proporciooada eo la real ór— den de 31 de agofsto de 17 7i, segna el Yalor del robo, sin embargo de qne por la de 12 de maya de 86 se ìm- pondré pena de maerte.

77. El qae robare en eoalqaiera otre par^ge doode no concnrrieren tao grares circoastancias (sia qoe ha<* ya fractora, violeneìa ó oso de armas), sofrirà la pena arriba senaUda desde odo basta eincuenta reales, y ^ca- de ciocnenta en adelante seri castigàdo con seis earre* ras de baqoetas, y desterrado por seis afios de arsena- les, restitayendo la alhajaé so dnefio, 6 sa Talor, aiem- pre qoe paeda yerificarse so recobro (!)•

Robo con muerte.

78. Los qae cometieren eoalqaiera horto con maer- te, serào ahorcados y descoartizados.

Robo de arnvas ó municiones»

79. £1 qae se yertficase baber Hortado las armas 6 manicioaes de sas camaradas, 6 estrafdolas de almacen Real, parqoe 6 depòsito, sofriré la pena de moerte.

(2) £1 conocimiento de las caosas sobre robo ^ in- cendio 6 incolto becho en los almacenes, maestranzas, parqoes, fóbricaSy gaardias y salvaguardias de artille- ria, y el de las qae resoltaren por infidente 6 descoidos qae hayan dado ocasion é estos d^litos, corresppnde esclasiyamente al jazgado de artillerfa, aanqae los reos seao de distinta jarisdiccion, compreadidos losdomioios de Indias.

Marchas,

(3) Las tropas ao podrin con.ningan pretesto alte-

(i) Deducido de la resolucion de S. M. de i3 de agoito de 1786. Colon, Juzgado militar^ tomo 4. Robo partiifuiarm (a) Heal órdcn de a8 de abril de 180 {• (3) Keal cédola de 10 de marzo de 1740*

27 rar lùs tr^nùlos de ttt6 itinerarìoSf ni éi ndmero de b«« gsges que lea eorresponde ; j los tenientes coronelet^ Riàjores, ayndantes ^ oomaodantet ^ oficialea 7 soldadoa no podrén entrarse por sf, y sin aatoridad de las jas-' tìciaa, efi las caaaa de los Tecìnot en busca, de caballe- . liu para bagagea > ni tomarias por ai en manera algn^ ■a 9 pena de aer caatigadoa gravemente*

(1) Se próbìbeabaolatamente qne en nnba^age ma* jor ni menor ae condoscan dea ginetea à nn tiempo*

DesòrdeneWcomciidoB en las marchas.

80. El soldado qoe rompiere 6 maltratare por vo- lontaria vejacton mueble algano^derramare 6 destraje- re laa proviaiones doméaticaaen casa de soa patronea, 6 de coalquiera otro paiaano, anfriré an mes de pri- aion , j pagare (de aos alcances, 6 con la mitad de sa accorro diario basta la entera satisfaccion) el perjuicio qne«babiere cansado, adelant^ndolo el coerpo j car* gando el importe al soldado; pero ai el dafio escediere é lo qoe padiere pagar con la retencion del medio so- corro de coatro mesea^anfriré la pena de baquetas j destino A obras por el iiempo de sa emp^no.

81 El soldado qae aeparado del coerpo y distrito del Ingar en qae este ae ballerò destacamento del de qne dependa, marchando solo con pasaporte 6 sin él, * nltrajarC) robare, htriere ó matare alguno de mis sdb- ditos, li otra caalqniera persona) podrà ser aprehen- dido por las jasticias del territorio enqoe cornea el delito , y lo entregardn é sa respectiyo gefe si se ha* Ilare dentro de la misma proyincia; y en caso de estar mas iejos, stsstanciarà la caasa la jasticia que la habie- re aprehendido, basta ponerla en estado de senteocia, lo qoe deberén practicar en termino de ocbo dias, j remitir el proceso al capitan 6 comandante general

(1) Real óràtn 4e rS de joHo de i74>*

de ia provincia para qae determine , caidando este ge«» de hacer condncir con segoridad al reo; y si el sol- dado agresor qae se aprehendiere^ habiere sido despa- ebado con pliego de mi servicio, qaedard al cargo de .la justicia ordinaria el caidado de dirigirle àsa destino sin la menor diiacion-

82. Los soldados qae al tiempo de marcbar con sas cédulas de inyàlidos al destino qne sefialan^ cometieren el delito 6 esceso de qoe trata et antecedente arifcolo) serio tambien aprehendìdos por la. josticia ordinaria, bajo la misma regia qae los soldacffi efectÌTosqaemar- cban sueltos; pero los qae osando de licencia se retiran despedidos del serTicio; y sòbre sa marcfaa cooìetieren^ algan desórden, seràn fazgados y castigados por las mismas jasticias ordioarias en la forma qoe ejecatan sas - sentencias centra los subditos paisanos.

85. £1 qae vaya (sin ser mandado) à cortar, desga- jar ó arrancar érboles en bosques y cotos Keales, ó de particulares (1), <S à desagaar los estanqaes, seri seve- ramente castigado, sega n las circanstancias qae agra- ven sa delito.

84* £1 qae tirare contra las palomas, ccuejos, ga— llinas, d otros animales domésticos, snfriri an mes de prision; y para el pago del dafio se le retendri la mi- tad de sa socorifo diario basta la enterasatisfaccion; pe- ro si este descuento no alcanzare i completar en caa- tro meses, se le impondrà la pena de baqoetas y des- tino à obra's pdblicas porrei tiempo de sa empeiio; j el qae sin aatoùdad para elio mandare ejecatar lo qae prohibo en este articulo y el antecedente, indemni^ 2aré el dafio, y sofriré la pena de qae segna las cir- canstancias faere digno. Pero (2) si tirase i las palo- mas en los meses de janio, jalio, agosto, octabre y

(i) En las causa» de montes debc entender la ìnrìfdiccion ordinaria del consejo Reàl y sus subdelegados* Beai decreto de 29 de ahril de 1 79$.

(2) Pragmatica santion de 16 de celìcmbre de 1734.

noTiemfare ,'eii que debeo ^star encerradas ^ no ten- dri pena algona , con tal de qae sieodo dentro del tiro de Ics patema rea se dispare con la espalda vuelta é estoa. 85* (4) Los qae en tìempo de yeda , dias de forta- na y deoievecazaren j pescareo, siendo nobles <S per-* aonas honfadas, incurriràD -por la primerA yec eu la molta de tres mil marayedis, daplicada por la segoQ- da, j triplicada por la tercera; y sieodo plebeyos mil y qatoientos maravedis por la prioiera vez, y no te- mendo de qae pagarla^ oc)io dias de prision, doble por la segnoda, y triple por la tercera: apiicàndose las mal- tas al jaez, denoneiador y Real cémara: y el valor de los instromentos (qae han de perder) à la Real cémara.

Incendiarios.

86* Los qae asi en tiempo de paz corno de gaerra^ tanto en mis dominios corno en paises estrangeros y de enemigos , fueren convencidos del crfmen de incendia- rios ) seràn condenados é pena de moerte; j si lo fae- ren de lagares sagrados, casas 6 sitios Keales , coar- teles en que baya tropa, parques óalmacenes deviveres ó maniciones, serio aborcados y descnartizados.

Se entiende por incendiario el que pone foego à las mìeseSj montes> debesas, edificios pdblicos, casas par- ticolare»^ y presidios 6 circei^s. Cuando por no baber prnebas suiQcientes para pròbar el delito, bay qoe im- poner al reo peoas estraordinarias , se destina à ^ste d uno de los presidios cerrados de Affrica.

Monederos falsos.

87. El que fuere convencido de fabricaote de mone- da falsa, <S qoe (con couocimiento de no ser legai) la taviere en depòsito , 6 osare de ella, sufrirà la pena qae tmponen les \eye% del reino.

(i) Beai cedala de 19 de encro de 1772.

.

(1) Està pena es: al faodidor ia de mtaerle y qa»- mado, perdieodo bus bieoes y la casa de ia fébrica; j al qne tenga mooeda , 6 use de ella (2) con cono- cimiento de ser falsa, la de coatro aiìos de deslierro del retno con perdìmiento de la mitad de eos btenes.

Fiolencia d mugeres*

88. £1 qne forzare muger faonrada, casada , yiada ó doncella, sere pasado por las armas; pero caando so- lo conste de la intencion deliberada y esfoerzos para consegoirlo, sera desterrado i diez aiìos de presidio de Africa 6 seis de arsenales, debiendó jastificarse qoe no haja intervenido actaal amenaza de arma de caaiqnie- ra suerte, paes en este caso, 6 en el de que la muger ofendida haja padecido algon dà6o notabie en su per- sona, sera precisamente cendenado é mnerte el agresor.

Rapto.

89. (5) El qnerobare muger de bnena fama^vinda, doncella, casada ò religiosa, 6 ia forzare, snfrirà la pena de mnerte; j todos ios bienes del raptor serin de la moger robàda 6 forzada; pero si casase con ella sien- do doncella, se le eximirà de la pena de mnerte.

Crìmen nefando*

90. El qne fnere conyencido d.el crfmen bestiai 6 sodomitico, sera aborcado j qnemado.

Segun ia pràctica se condena en el dia este delito eoa presidio ms^s ó menos penoso, segnn las circnnstanctas.

Teftigo falso*

91. El qne sirfiere de testigo falso snfrirà la pena

(i) Ley 9y tit. T, partida 7, 7 Icy 67, tiw la, lib. 5 de la Recopilacion»

Lcy 64t tit. ai, lib. 5 de la Uecopilacion. Ley 3, tit. 90, part. 7.

ili

51 de ser pasado por 1m armas; j en caso de qae el de^ litoaobreel qoe declare iaUameate no laere capital , le ìmpofìdrà ei conaejo de guerra otra pena menos graye^ segao laflT circanstancUs del caso.

92. £i oficial qué eo caalquiera causa en qae ta- Viese qae declarar por citacion competeiAte fallare é la TerJad del jorameuto^ por este solo hecho sera depoes* to de sa empieo , j despedido del seryicìO) sia perjui^ ciò de la caasa.

95. (l)Todo oGcial (sin distincion de gradaacion)qae sobre caalqnier asonto militar diereà sassoperiores por escrito ó de palabra informe contrario é 16 qaesnpìere, sera des pedtdo del servicio, y tratado corno testìgo jalso por la ley del reioo; j si fueren ambigaas> misteriosas 6 implicadas sas cUasalas, se le reprenderé obltgàndole à espUcarse con claridad.

llegalidad de dependientes de vi^eres, comerciantes y vivandèros.

94- Todo vivanderò qne se le j nstlfiqne baber falsifi- cado elpeso 6 medidade los génerosqiie venda à la tro- pa, bien sea de los qae sigau caalquiera cuerpo de ella enpaz ó en guerra, óMe los que en campana siguen el cnartel general ^ sere castigado con la pena de seis anos de destierro al presidio de Àfiica, para ser empleado CD los trabajos de las obras.reales con grillete, à mas de confiscarle todos los géneros que tuviere existentes en la tienda 6 puestos donde se verificò el esceso, in- demnizandp à los que justificaren perjuicio, con apli- cacioo. de lo sobrante al denunciador ; pero si en los viveres qae vendan à la tropa los vivanderos bubie- reo cometido la temeridad de adulterarlos', mezclando en ellos maliciosamentealgana especie que los haga per»

(i) Ord. del ejcrc, trat. a, tit. 17, art. 10.

52 ^odiciales é la salud pjiblica, seria irremisiblemeote ahorcados, debieodo proceder la jasticta . militar en el GOQocimiento j jaicio de semejaote delito, con ìnbibi- cion de la ordÌDaria, eoo la diferencia de qaè siempre que esto acaeciere en al ejércilo , acaotdnamiento de campana, naarcba 6 goarnicìon de paises donde se ha- ga la gaerra, pertenecerà el conocimiento de este cri-' meiì al major general de infanteria; 7, en tiempo de paz al gobernador de la plaza 6 comandante del cuartel en qne se comet^i'el deiito.

95. Los proveedores y mnnicioneros qne cometìe- ren semejanEe deiito de falsificar el peso 6 medida de los gdueros qne distrìbnjen à la tropa, seràn coBdena^- dos a seis aiios de presidio cerrado en Africa, para'aer empleados en los trabajos, j se les confiscaràn sns bìe- iies para satisfacer é las partes lo qa^ legftimaniente hicieren constar qne se les hnbiere defraudado, y lo restante à favor de mi Real bacienda ; pero si malicio- aamente adulteràren los viveres mezclando en ellos al- gona especìe notoriamente d^iiiosa é la salnd piiblica, seràn caòtigados ellos j los cómplices en semejante de- iito, con la pena de presidio por diez anos (l); 6 de la vida segnn la grayedad del d^fio que bnbieseu ó pu- diesen baber ocasionado ; y la misma pena se les im~ pondrà si se verificase qae siendo los géneros por ai mismos de calidad dafiiosa y perjadicial al pdblico, lo disimularen dolosamente con el fìn de ntilìzarse en el beneficio de su distribnciou, y antes de repartirlo no , lo adyirtieren al ministro de bacienda de quien depen- dan, 6 al gefe militar que en el mismo parage residie- re , los cuales en el ca»o de ser advertidos, serén res— poosables (en su propio nombre) del daiio qne de sa omision resultare, y el conocimiento de ebte deiito cor- responderé al intendente: si este no tomase proYtdeD— eia, se recarri al comandante militar ; y asi de sos

(i) Real órden de sB dediciembre de 1777*

55 diligencia no resultare remedio, se acudiré é mi secie- tario del despacho de la guerra.

Contrabando.

96. (1) A los defrandadores , condoctores, aoxilia- dores, eocabridores , j espeodedores y conipradores de tuiaco, sai y. demas gdneros estancados, se ìmpondiré il pena de cìoco afios de presìdio de Africa por la pri— mera vez, ocho por la sègunda, y diezpor la tercera, sin salir de él sin Eeal licencia. Ademas han de perder el géoero, con el coche « molas, carrnaje, bagajes 6 embarcacion en qae se condacia, con mas las costaa. de U cansa y todos los géneros de licito comercio que se eocoDtrasen en el rnismo cofre, paca 6 fardo, siem<- pre qae los géneros prohibidos ilegueu al yalqr de la tercera parte de lo qae valgaa todos los conteoidos en el bnlto, en cayo caso vtciaràn los ilfcitos'é los Ucitos; pero si el yalor de* los prohibidos no llegase à la terce- ra. parte del de los qoe se contengan en el mismo far- do > cofre f paca ó balto , solo caerén en la pena del co- niiso los mismos géoeros y efectos prohibidos , sin tras- cendbocia al comiso de la caballerfa , carruaje 6 em- barcacion en qoe se condozcan, entregéndose los'de- masgéneros de licitò coraercio i los respectivos intere- udos con el correspondieoté pago de dereohos ; pero està mortificacioo solo tendrà logar respecto al reo qoe faere aprehendido por primeraPvez; .paes à la seguuda >e hao de dar igaalodente por de comiso con la caballe- ria, carroaje ó embarcacion en qae se condazcan, aon caaado el valor de los prohibidos fio Uegne à la tercera parte de todos lós géoeros cont<^nidos: en la paca , fardo, cofre ó balto. ' ,

(3) A los estractorés de piata y oro , ja sea en bar- ras, polTo, alhajas, monedas 6 de cnalqatera modo,

(i) Rfal céduU de 8 de jnUo de i8o5. (a) Id-

5*

j à sas aoxilUd^res j eacobridores te le» imponuri, ademas de las penas comooes del comiso j costas^ ia de ctoco afios de presidio por )a primiera yes , cou ia malta de qoinieotos pesos :' ocho afios de presidio con la daplicada malta por la segooda; j por ia tercera con- fiscacioo de todoa aas bienes j dies afios de presidio de Africa t 7 camplidos no saldrào de é\ sin Reai liceocia. En laa mismat penas incorrea lo» qae estraigan yegaas,

Ktros^ caballoSf j armas de estos reiooS) oomprendieu-* ea ellas à ios dae&oSf condactores , aoxiUadores, eu« cabridorest j tambien à Ios ganados mularesy Tacanos j de eerda, trigo y demas espeeies de graoos coando sa estraccion e%i£ probibida ; pero sieodo permitida con adeado de adnanas, se castigare, corno i todo fraudo de las reotas generaies» con ona malta proporciouada i la eotidad diel fraade por la primera Yez, ademas de li péna comno del comiso j costas : por la sega oda vez caatro anos de presidio ; y por la tercera ocho auos eu^ ano de Ios de Àfrica ; y ademas en Ics fraades de algo- donde fàbrica estrangera, safriràu ios reca la moica de treinta por ciento del valor de ios géneros aprehea* didos.

(1) Las mismas penas tìenen Ios introdoctores de piatii,, oro y iratos de America y sin el correspondiente registro.

(2) A Ios qae sembraren, moliereOf ó fabricaren eo sns tierras 6 casas tabaco 6 caalquiera otro gdnero es- tancado y de ilfcito comercio, y é caantos cooperen à' elio 9 si foeren de baja coodicion se les da ria doscientos azoteSf y à todusse les aomentaràn dos anos de presì- dio «de la pena coma», con pérdida de Ios instramen- tos, tierras y caf^as de la fàbrica 6 siembra. A ios qoe introdojesen f fabricaseo ^ espendiesen , comprasen 6 nsarea tabaco rapè qae no sea de Ios reales estancos, eoa ana caja solo qae se les aprehenda, ó con tres tes-

(i) Keal cédola <1e 8 de julio de i8o5. (a) Id.

55 tigos hibìles qoe testifiqcreo faabérseio visto y ademas de la pena ìcomon , se les impondrà la pecqoiaria de qui- nieotos dacados para e\ .denanciador, si le habiere^ j privacioo para slempre dki\ empieo que tengan ed el Real Ber? icio.

(1) £1 soldado qoe se le encaentre en la reveota de. cigsrrillos, 6 qae los lieve con este objeto, sufrirà od mes de calabozo, j se le recargarà od afio de servicìo; J ti se le eacontrase Teadiendo tabàco brasil , 6 coal- qaiera otro en cortas porciones, se le recargaréo dos, afios de serTicio ; pero si escediere de media libra, se le formare causa. ,

97. (8) El soldado invilido qae se le encoentre en la refenta de cigarros perdere por la primera Tea los premios qae disfrate; j en caso de reiucidencia se le impondrin las mismas penas qoe é los paìsaoos..

(5) Los qae hicieren resistencia con armas à los iqì- oistros de rentas Keales, si no faeren nobles snfrirào doftctentos azotes, j se les condenarà por solo este deli* to i castro anos de presidio de aatuento de pena , y A los nobles en seis; si la resistencia faere tan caiificada qoe mereciese pena de maerte, se le impondrà.

(4) Los compradores de g^neros de fraodes i las adoanas y rentas generales qae incarren en laa penaa sefialadas son los compradores negoeiantes, pero no aqoellos en qae no es presuraible la malicia.

(5) El soldado qoe fuere sentenciado i presidio por defraudar ias rentas Reales, particolarmente* la de taba- co, despnes de camplìr el tiempo de sa condena toWe* i sa regimiento i finaltaar el de so empefio , coo- tiodose la lalta desdé el dia en qoe se le aprebendió con el Traode.

(i^ Reati cédola òt 8 de juHo de i8o5. (a)

(a) Idem.

(3) Idem.

(4) Idem.

(5) Real órden de 19 de oetubre de i??^*

56

Desercion en tiempo de guerra.

98. (1) Los desertores de los èjércitos eo eampafia, con direccion à los enemigos, apreheDdidos consotuada la desercion , segan los baodos y limltes de los respec- tivos geaeraieS) safririo la pena deiiorca en caalqciier ndmero qae sean.

Los qae desertaren de los mismos ej^rcitos hicìa los domi n ics de Espana , incurrirSn en la de seis carreras de baqaetas por doscieplos hombres , y diez.afios degaleras.

A los qae desertareii à lòs psismos domioios de Es- pafia desde las plazas, caarteles y paestos separados, pero depeodieotes de los ejdrcitos de campana^ de-sos acaotonamientòs próximos, ò en marcha para ell<is^ se iìnpondrà la de castro carreras de baqaetas en la dì- cha forma ) y ocho anos de arsenates.

Los desertores de las plazas, caarteles j po.esto8 qae no tengan dependencia algana de los ej^rcitos de cam- pafiSf serin destlnados à diez afìos de arsenaies.

£1 desertor de primera vez, sin circonstaacia agra- vante, en Espafia é Indias^ en todos los coerpos de in» fanteria, asf naciooales corno estrangeros, sufriré coatro meses de pcision, y serviri ocho afios en su niismo caerpo, oontados desde el mismo dia de sa aprehension, con arreglo é las Reales órdeoes de 11 de l'anio j 1.^ de jalìo de 1778; pero si el desertor de ladias fuese de los caerpos del ejército en campana , qae habiéndo residido en America , fuese'aprehendido despnes del l-e- greso de sas respectivos caerpos à està penfnsala, se apliqae à los caerpos Ojos de aquellos domiaios, impo-? niéndole el tiempo de servicio j castigo qae habia desa- frir en dichos sas« caerpos si habiese sido aprehendido y yaelto à incorporarse en ellos, segan està mandado ea Real órden de 8 de marzo de 1787.

(i) Kcaìérden de 3o «le «nero de i8l5, derog»fir)o la orde- nanK-i de desertores Jo 809 y reponiei^do co su ftierxa y vigor U del «]ércitO| y (Ic^l órden de 39 de agoito de 1794-

57 £1 clesertor de seganda Tez con iglesia^ se destinerà sin la forroalidad de proceso en Espana à los presìdios de Africa por ocho-a^os^y el qbe no la taviése irà por dipz, y la inìsma pena snfrìrà en Indias^ destinandole à aqoelios presidios 6 à obras piibìicas.

£1 desertor de primera vez sin circo nstancia agra* Tante , qne no hobìese enagenado prenda algana del restnarìo ni armamento con qae se aosentó, y antes de ser descobierto se delatare y presentare en sa regi- miento ó à coa(quiera josticia en el termino de ocho dias, cootadós desde ei de sa foga, perderà el tiempo que Uubiere seryido, empesàndose i contar el de sa enopenn desde el dia en qoe se presentò (y si faubiese sido |if>r el tiempo de la guerra qne ha terminado, ser- virà seis aGos)^ sera acreedor à la gracia de iuTàlidos, j no le pf>rjndicarà para los premtos; y el qne en igeai caso de pnmera desercion simple hubiere enagenado aU guna prenda de vestnarìo ó armamento con que se an— sento, se tendri preso cnatro meses i medio socorro, y servire oebo anca en sn própta compafifa, qnedén- dole solo la Qpcion é los invélidos ; pero si el qne està* TÌere en uno y otro caso de los esplicados en este ar- ticnlo, volviese à desertar, sera reputado sa crfmen corno de seganda vez, y asi se le adtertird caando se presente, notandolo en su filiacion.

Los que sean aprehendidos despaes de pasados los coatro dias de so fuga, aunque no bayan salido del pueblo en (jne el regimìeoto tenga su residencia, serjn reputados y castigados comò desertores; pero los qne faesen aprehendidos antes de- los cuatro dias^ y hobie- •en ya pasado las dos listas (que esplica la Rea! decla— racion de 9 de noviembre de 1796), se les tratarà co- mò conato de desercion , y se les impoudrà el recargo de cnatro afios, con tal qae con el tiempo que les fal- le de sa empefio no esceda de ocho anos; con arreglo à lo qoe en està parte preTieoe la Eeal órdeo de 15 de jnnio de 1789.

5S

(1) Los desertoret qoe en.tìempo de^ guerra se foga* sen à lo inteìriotr) 7 arrepentidoB se presentaseli dda- Undose, seréu eximidos de (las ciiiatro carreras de ba- qaetas por doscientos hombres^ sefiaiadas en el artlcnlo tercerode la Real resolocipn de 89 de agosto de 1794, y solo sofrirÀD la. pena de ocho afiosde arsenaies.

(2) A los indÌTidoos nbilitares qne gnarnecen el dis— trito de la capitania general de Gàlicia, y desertaren dorante la guerra con lòs ingteses , se les impoodrin las penas qne sefiala la Rea! órden de 29 de agosto de 1794 para los desertores de los ejércitos qoe se hallan en campana^ segno los diferentés casos qne la misma Real órden especifica. .

ì)esercion con circunstancia agravante^

99. Los qne desertando à paìses estrangeros, sea en tiempo de goerra 6 paz, fueren aprebeiìdidos en terri- torio de mis dominiòs, à distancis de media legna del confin con eleStrafio, serén *pasados por las armas en cnalqo.iera ndmero qoe sea.

100. Los presidios de Afriòa, lineas de Gibraìtar, plazas confinantes con dominios estrangeros y puestos de la raya, exigen regia distinta de la qne esplica el ante- cedente articolo, para gradnar la consumacion de ia foga A paises estrangeros ; por lo qne para declararla tal, se estarà A los iimites sefialados por los respectiTOs comaodantes generales para impotier i los desertores la pena de mnerte en cnalqniera ndmero qoe sean.

10 ì. Serén repntados corno desertores de igoal cali- dad para sofrir la pena de muerte, los qne se hallaren con disfrax 6 sin él embarcados sin competente licencia en paerto de mis reinos, i bordo de embarcacion es- traitgera 6 espanola, con rnmbo ó destino à pais es— frangerò, procediéndose al mismo tiempo à la deteocioo

(O Bejil r^^n!» A^ 8 fehrero de 1806. (a) Kr«l nt«i.n de aG dr. jiini.0 <Je iSoS*

59 de lai embarcacionei espafiolas tu qne sean ^prehendi^^ dios, j al arresto da los patrones j marÌDeroa de ellat, para dèficobrir losculpados, de qoe se me darà eneo* td con JQstificacioD, para qoe examinadaB laa circpna* tsDcias en mi coDsejo de guerra, etpida la proTideo- eia qoe mereacan. Jostificada (l) indobitablemeote la ÌDocencia de caale§qi]iera personas qoe por eate motÌTO desde ioego se aprehendiesea ó contemplaseo cómplicea, aotes de recibir la debida jastificacion, ae les poedri fn libertad por los gefes qoe cooozcad de ella, j ejecQ^ Udo, daria cneota eoo los aqtos, A fio de no causar perjoicio é los ìnocentes eoo la dìlacioo.

102. Los qne desertaren é los moros, bieo sea ha- ilindose de gaarnicion en presidio, 6 jeudo embarcados, •alnrin la pena de mcnérte ejecutada ea la borea, en coalqoiera ndmero qoe seaa, aunqoe se aptcthendan despoes de rescatados.

105. Los que desertaren^ dentro de Espana sea en tiempo de guerra ó de paz, hàbiendo escalado mnralta, e^tacada, ó camino cnblerto , forzado puerta de piata ó poerta de gaardia, ó abandonando centioela , serén pa- aados por las armas eu coalquiera ndmero qne faerefi. Yannque (2) no llegoe i verificarse la desercion, se les ìmpondré la mìsma pena por solo el escaiamiento de anralia, estacada ó camino cnbierto, foraamieiito de poerta de plaza 6 pnesto de gaardia > pasar el foso, 6 •baDdooo de centi nel a.

(5) Los qne babiendo desertado à paises estrangeros sin otro delito, se restitoyan i los, domtoios de Espa- Di, j se presenten à las josticias de las fronteras los eotregaen (4)i qoe ha de ser igoal), qoedaràn cxéntos de la pena capital, j obligados é servir diez afios en el regimiento fijo de Ceuta, ó en las coro pania de dota- cica de los tres presidios menores^ destinindolos el ca-

(i) Resi òràtn de 6 de tettenibre de 1770.

(a) Real órden de 17 de feb. 1780. (3) Id. de agosto 1769.

(4) Real órdcn de aS de tetiembrc de 1 798.

.^0 . '

pitao frenerai de la proTiDcìa en q«é se presenteii) sia nece^ìdad de remitirlos à sas cnérpos, ayìssndo à los respectiiros inapectares, para qae por estos lo sepao aqnellos. Pero los qa^ se desertaren à los moros tieaen pena de la ?ida aunqae se presenteD* . (1) Los qoe desertaren eii« pais estrangero yendo de trànsito por él, sufrirén la misma pena qoè para los desertores à paises estrangeros prescribe la Real órden •de 5 de agosto de 1795. . ,

(2) Todos los desertores del ejército qae faeren ~de- tenidos en ei reino de Portagal^ y restitoidos por los gobernadores ó jnsticias de 'él, serviràn à su regreso é Espafia en los miamos cnerpos de donde desertaron, el tièmpo de ocho anos^ contados desde el dia de su en- Irega; y este tiempo se impondrà igaalmente à los de- sertores de primera y seganda véz: bien qóe si rein-» ciden estos. en otra desercion, se les escluiré de este indolto, y sufriràn la pena impuesta à los de seganda desercion.

(3) Los desertores à Vòrtogal qoe arrepentidos se preseoten volontariamente al embajador de Espana en Lisboa, y obtengan^pasa porte para incorpararse en sns regimientos, seréo iùdoitados de sa delito, y continaa- rin 6Ìr?iendo et tiempo ^qne les faltaba caando deser- taron, si escedìa de coatro anos, à los de primera deser- cion, y de sèis à los de seguoda; y siendo menos ban de servir cnatro anos aqaellos, y seis estos desde el dia qn^'se presenten en Espafia, aboo^ndoles à anos y òtros el tiempo servido para optar à los premios^ si despaes de estingnir 'el tiempo dicbo permanecen con honradez y sin reincidir, aanqae bobiesen désertado con armas y caballos; y 4 los de tercera se iès repota- ri corno de seganda desercion.

(l) Real éròen a5 df fehr«ro de 1806.

(a) R^alesoi-ds. òtt a5 de iulio de 1780, y ^4 de agosto de 1783. (!t) Keales órdenei de 18 de octubre de 17^0, T 20 de «io> Ticmbrc de iboo.

(1) Todo soldado que-oeserte é paises estrangefo.s, j se presenta en Espafia foera de log casoa en qne ha-* ja indulto8> i! obteilidole de.S. M. espresamente an- tes de sa regreso, no podri alegar titolo algano para goiarlo/

104. £1 qae estando preso biciere foga^y con ella ÌDCDrriese en. las circa ostancias qae caliOcan' la de&er- cion, fere tratado por reo de ella , corno ai la habiera cometido estando en libertad.

105. £1 qae indujere à la desercion y aejastificare Jlegando à efecto^ safriri la petia de ser pasado por la^i armas; pero ai no llegare à verifica rse safrirà ei indnc- tor la pena de scia afios de presidio.

106. Loa qoe bubieren cometido el delito de deser-^ €Ìoo en loa caaos 7 ci rea usta ne iaa agrarantea que pres* criben ioaarticoloa precedentes, y foereu aprebendidos con iglesia^ seràu destinados (con retencion de intnoni- dad] à ocho (2) 6 nneve de presidio cuando mas.

Desercion simple.

Eo I08 caerpos yeteranos de loa dominios de Àmé* rica se juzgan Lea desertores de seganda yez sin igiesia por real órilen de 16 de juuio de 1682, imponi^ndo- ics seis carreras de baqnetas por doscientos botn'bres, J àìez anca de presidio; y à los qae tienen igiesia uo ano de prision con gii Ile te èmpleados en la limpieza del cnartel, y ocbo afios de presidio segno la Real órden dell de jnnio de 1778.

(3) El qoe estando preso con igiesia por desertor de segQoda ycz ToWiere à tngarse, se le recargaràn dos afioidé presidio à los ocbo que debia safrir si se apre- Itendieae sin igiesia; pero si se refógiase é ella no «e le

(0 Keal órden de a8 de dicìembre de 17^ (a) Keal órden de t8 de setietnbre de 1787. (3) Keal órden de 11 de agosto de 1787.

42 .

ìmpoddrà mai qae los ocho afios de presìdio qaèle pler- teDecIan.

(1) A niogan desertor de reìncideDcìa se le pernii- ti ré dP.iide sa apreliensiou el uso del vestoario del re- gimieutOf por haber^e hecbo, con la repeticìon de sa delitoy indigno de llevar prenda algnna de nniforme;

'pe.i'ode la gratificacion de hombrea se le costearà la ro- pa precisa para su abrigo.

(2) Inmediatamente que se arreste à un desertor de relncidencia, ie recibtri declaracion^el ayndante i quiea corrisponda, averignaudo los motivos qne tuvo para co- lìiet^r dicbo delito: si resultare cofivencidò se le des- tinare sin dilacioii à presidio por copia de sn filiacion con la nota de sa- delito, y certificacit)n al pie, visada del coronel 6 coniandante, qne espUqne la cansa de sa destino, tiempo qne debe cnmplir en é\, y Real reso- Incion qàe lo previene; y si el reo alegase alguna exeli- cion de gravedad , seri proCesado y jnxgado en conse- jo de guerra,

(5) Et soldado qne desertare del cnerpo donde kaya contado plaza ó sicjio destinado> iio sera relevado de la pena qne le corresponde, tornando placa en otro^.aan- qne tenga mayor gocè de prest.

107. Los cnerpos sniios eontìnnarin en el castigo de sits desertore» seguo leyes y estilo de sa nacion, en Goosecneocia del libre uso de jnsticia qoe les està con- cedido en sus capitulaciones.

108. El qne se ernpefiare à servir Volontariaaiente en mis tropas, 6 el qne le tocarè por saerte ignal des- tino, y desertare antes de baberse incorporado e^ sa compania jastifictfndose qne ba sido legai y debidan^en* te reclntado 6 sor tea do , y qoe se le ban leido las orde» nanzas à qae qaedd sujeto por sa contrato 6 destino, aufriri la pena senalada é la sirnple desercion.

Kcal órden de ii de junìo de 1778* RcaI 6rd^n de 7 de enero de t799« , (3) Real órden de 4 de a brìi de lyv^.-

(>)

(a)

45 109. Caalqaiera qoe baja nio apUcado al servicio àe las armas por testimonio de jtiea( competente, j de* lertare despaes de entregado à la tropa qne debe con- docirle à sa destino, ó estaodo ya ineorporado' en sa propio regimieoto/y se bobifese prevenido eo la de- b'iift foraa de la pena q ne còrresponde al delito de de- sereion, sofriri )a pena qne à la calidad de so deserà cion perle necie re.

(1) Los aplicados por lat Jostìcias ai serTicio de laa irmas do pnedf o obtener licencia tempora! ni la abso- iota basta que hayan cnroplido el tiempo de sii<t conde- 018 ; y «i se inutilizan, de suerte qne no puedau conti- ODar el lerTicio , se deroìverén à los jn^ces que los sen^ tenciaroD, para que estos les ìmpongàn la pena que ban ^ejado de purgar. Si algun aplicado à las armM por Vigo faese absuelto por tribunal competente, no podrà obtener su libertad basta baber satiafecbo en su regi- miento los xsìeoto veinte reéles que se entregan A cada 000 por la Beai Hacienda A su ingreso en el serTicio.

V^) Los aplicados por las josticias al serTicio de las armai deben estinguir el tiempo de socondena^aunque <)btengaQ capellanla para ordcnarse.

(3) Al qoe cumplidoel tiempo desucondena se reen* ganche para continuar el ser^icio, se le abon9rà la mi- tad del tiempo que baja servido por seutenria con bue- oaconducta para la opcion A premios, y el todo à ios ^oeiigan la carrera por la escala d^cabns j sargentos.

(4) El desertor de primera Vezque )legue A los pies ^e S. M. A obtener indulto de su dalito, ?olveré A su l'^gimiento A cumplir el tiempo de su empeno aio sufrir , mortificacion alguna ; pero ba éti valerle lo servido para el goce de in?éridoii ni premios sino cuando ha-

(i) Keales órdenes Se i5 de lìovìembre de 178$ , 1.^ de fé- *wro de 1787 y a3 de jiinìo dt 1788, (3) Keal órden de,a3 de Julio de i8o4. ()) Keftl ^rden de a4 ^^ iunio de 1788. U) Real órden de 16 de Juìio de 1788.

hìéndoìe campUdo honradamente quiera coDtioaar en eL servicio, en cayo caso se le abonari para odo y otro, despidiéndolo si no con la (ìcencia de camplido. £1 de- sertar de segunda vez yoUeri tambìen é su cnerpo à empezar el tìetppo de su empeno) perdido el qne ha- ya servido j sin derecho absolutamente d Ics preniios: j el de tercera seta destinado io menos.por ocho anos al regimieuto fijo de CeQta> segun las circnnstaocias; pero si nnos y ótros taviesen otros delitos, ban de cor- rer la snerte que les corresponda, paes la intencion de S. M. solo se dirige dia deserciou. .

(1) Todo soldado qae se presente i S. M. por in- dblto antes de consomar la desercion^ en el errado concepto de qiie es desertor^ quedaré exento de nota aigaoa, j se aoctarà en su filiacìon el indulto j sa equÌTocacion para qae no le caosé perjuicio.

(2) Los sargentos y cabos qoe siryen sin plazo de- terminado, y déspùes de ìnc^rrir en el delito deprime-

^ ra desercion se presentan A S* M. y logran.el indulto de su falta, seràn acreedores é las.gracias de^preniìos é invélidos; pero no conservarin sas empleois, paes qae- dan privados de ellos por el mìsmo becho de desertar— se, y seryirdn de soldados basta qae reTalidada sa con- docta se bagan de naevo acreedores à sus regulaces asct>nso8.

(5) Los desertores de seganda vez indòltados de la primera yotyerdin à servir en sa propio legimìcuto todo el tiempo de so primer enipefio, con dos aiios mas de recargo; y à los desertores de tercera vex^ io- daltados de la primera y seganda , se ie^ dfstinari por diez afios à presìdW, por considerarle incorregibles , ser gravosos é la Real Hacienda, é indignos de continuar en la bonrosa carrera de las armas quetantas vecesbao abaodooado»

(i) Beai <Srf1<>n de a6 de agosto de 1793.

(3) Beale» órrlriifs de 3o de agosto de 17997 3dr die. de iSo4> (3) Real órden deao de mano de i8o6.

\

45

(1) £1 soldado qae despnes de desertado cometiese eo coadrilla de soldados 6 patsanos f'obo, homicidioó caalqoiera otro delito en poblado y despoblado, seri castigado^or la justicia ordinaria y sala del crfmen à quienes corresponda , enteodìéndose por coadrilla ci dyÌ* mero de coatro hombres; pero uo siendo convencido de delitos, 6 siendo menor la pena que le impoDgan qoe la qoe le corresponde por la desercion , lo pasar^o i i^ jnrisdiccìoiì militar con un tcstiinoDÌo de la senteiì* eia para qùe le impoDgan la pena de ordeuanza, ó coDviniese, reagraye està para que por ambos delitos SQfra una pena proporciooada ^ y no rèsalte que el ka- iser delinquido mas sèa causa de ser càstìgado menos, ^ por OD solo deiito; y si el soldado despues de babef feerlado robase, matase ó cometiese otro cualquiera delito solo y sin ir acompafiado de soldados ni paisà» DOS enei Dùmero refendo que hace coadrilla, la justi- cia qae lo apreheuda deberà remitirlo con la soinaria ^Qe ejecoie al eoerpo de donde sea desertor, para que tea castigado por todos sus delitos,

(2) Los deseirtores que en coadrilla cometan robos ^ escesos y sean procesados por la justicia ordiuana <cgQQ la Real órden de 8 de mayo de 1797, serali n»4ntenidos por la jurisdiccion que conosca de sns cau- *^St 7 si saliesen libres 6 con meoor pena de la que 'W corresponda por la desercion^ el juez ó tribunal ^Qe Laya entendido de ella pasaré à los cuerpos al tierupo de entregar los desertores el cargo de los so- corros saministrados , y en este caso se satisfaràn por dichos cuerpos.

Desercion de soldado cumpUdo*

Ilo. El que babiere sentado plaza por tiempo YimU tadoyle tufiese ya p'umplido y se le retardare sa li-

(0 Keal órden de 8 de tnayo de 1797.

W Real ordcB de 9 de octubre de 17<)7.

46

ceacia por órden mia^ éeri trutado corno desertor st le ansentire 810 ella , j sofriri la pena cor respood lente i la calidad de ia desercioo qne cometiere.

£1 soldado camplido qoe deserta re antes de darle la licencia y se presentase autes de Ics caatro dias de sa dellto sin circanstanpìa agravaote, se le impondrà la re- carga de dos afios (1).

(2) Si ano entrase à servir por sastituto de otro con aprobacìoQ dpi gefe j desertase, qnèda el SQstitaido oblìg;«da à reemplazar la fa Ita de aquel por dot anos.

drcunstancids para consumar la desercion.

(5) El soldado qoe fai te é la lista de la noche 9 j Ì la inmediata de la mariana del dia «acesivp y^ se apre- henda faera del poeblo eo qoe resìda el coerpo de qoe dependa, à cualqaiera distancia, aaoqoe sea cerca, se- ra reputado por desertor, é igaalmeute lo seri el qoe fallare al rancbo de la mànana y lUta inme^ata de la tarde , siendo aprebendido del mismo modo.

(4) Asimismo consuma la desercioo el soldado qae falta caatro dias de su compafifa , aonque no haya sa- Udo del poeblo eo qoe resida sa coerpo; pero si aotes de Ics caatro dias fpere aprehmidido en el mismo pue- blo, despues de faltar à las dos listaa dìcbas, se le im- poodré pena senalada para el conato de desercion: coyas (5) circoostaocias son solo para calificar la sìmple desercion à lo interior del reino; pues para la dirigiHa à paises estrangeros 6 de eoemigos , ha de regir lo de- termioado para estos casos.

Conato de desercion, HI. Todo soldado qoe se ballare dentro de la goar-

(1) Tleal órdm de 4 abril de 1839.

(a) Heal órdm de i4 de •etìrii»)ire de 178S.

(3) Real órden de 9 de ooTÌemh/e de 176.9.

(4) id. de t3 de junio de 1769. (5) Id. de 9 de nov. 1769.

oicion ólngar «le cuartel, ó fnera de él dentro de ios iinaites, dìsfracado sin cousumaT la desércion, pero con indicio que de sospecha à cometerla , ó en cnalqniera otro modo qiieverifìqae «a iotencion de la fuga coir «Igon acto esterior , se le recargaréii cuatrp anòs df senicio eo eL mìsmo cuerpo sobré Ios que le i'altaban para cuinpUr su tiempo.

112. £1 que cometiete desercioo, y despues de apreheodtdo justificare para su defensa que incurrió eti 68te delito por do habérsete asistido puiitnalmente con elprest, pan 6 vestuario que le pertenezca^, quedar^ relevado de la pena correspondìente^y consti tuido à servir en la propia compajìia seis afios (1) mas, reinte- gr^ndòse de io que se le debiese baber sumiuistrado.

U3. £L savgeoto^ cabo, tambor ó soldado por cn^o tQxilio^intelig4='DCÌa ó disimulO) bubiere desertado aigu- no de su cuerpo u otro de mts tropas, sofriré la pena «lemoerte pasado por lag armas, cuya sentencia se da- ti por el consejo de guerra dei regimìcnto de què ftie-T re deiertor, à coyo juici«» declaro que baya de corres- pooder privatÌTamente ei conociniiìento del reo estrano 8ÌQ distincion de cnerpos.

DESERTORES

De Ios regimientosde milicias estando sohre las armas,

£1 desertor de milicias sera castigadc^ por la primera Tez con la pena de que plerda lodo el tiempo serTÌdo,

(i) Este r«cargo debe entenflerse ciiando le faltase meno* de ào% ailos pura ettunguir tu eropoiio, y iticnos de ciiatro atìos U ^^^ conato y pues' lo contrario saldria mas castìgadb que ti Qiibiese consumado la desércion, 6 no alegando està defensa, en c<ijrocaio solo tenia que serv ir ocho aflos; y. «itndo ménos de- ■Itoci intentar la desércion, que ci detertarse, de consiguiente de tener nicnor pena; y hnbii'*nflose modificado el castigo pa- >•* Ios desertores dcspu^s de la Ordenansa, que obligaba é «er- ^'^ lin tiempo, esequi^tativa o«ia ^uxìsidcracion. Colon ^Juzgiìdo ^ìUtar^jipéndrce^ torno t^ pag^ o'ij.

y Toelva à èmpesar en sa respectÌTo cigimietito por doce anosy.qnedando el, ùltimo soldado de sa coiupafiia, y resarcirà de sas propios bienes (st los tavìere) ò de sa presi el Testaario y armamento que babiere deteriora- do ò perdido en la desercion.

El qae desertare seganda tez perderà todo el tiempo aerridoi y 3sri destìnado al cegimiento ìofantetia fijo de Geuta (1) por cinco afios; y aan caando despaes de haber camplido se restitaya à sa pueblo con legitìma liceocia, yoL?erà' à coutinnar à sa respectiTO de Yhilicia^ òtros siete afios basta camplir doce afios > qae ba de •erTir sin intermision de la tropa veterana y milìcìas; y si desertare del regimìento que foere apltcado, qneda- sujeto é las penas impnestas i los desertores de tro* pa veterana qae incurran en este .crimen la primera vez (2)»

Si uno 6 mas miliicianos desertaren al reino de Por- tagaU y se restituyesen por aqaellos gobernadores, sien- . do soldados volverén à empezar los ocho afios de sa em- pefio y ademas el tiempo del recargo , si lo tavieren anteriormente; pero los sargebtps, caboa, y tambores y pffaiios ser?irin ocho afios contados desde el dia de su «prebension, con arre^lo A la Real órden de 24 de ma- yo 4e 1781. Colon ^ i§mo 4) pdrrafo 8, en la toc de* sertores de milicias.

(t) Beai órden rie S <1e mnrzn de 1800. Colon^ tomo 4.

(^a) Art. 9, tit. 8, de U Real dticlaraciun de iiiiiicì;is de I7^7.

Kota, Aunque en el citado articulo se espresa 6 aìtos i 1|»in- fanteria y ocho a roilicìas^ hasta servir estorce sin intermision,* se rebajan dos en contideracion a la Real (Srden de 16 de agosto de i8a5, en la que el Rey Sr. se dignó mandar que ci servicio de milicias sea por ocho aftos on luf;ar de los dirz; y que està gracia tenga cfecto retroactivo basta el aiìo de i8a3, en que se regeneraron los cuerpns de milicias; de con«iguirnte se deduce que para la aplicacion de las penas a losdrsertort*s, sien- do de recargo de servicio, deben contarse dos afios raenos, de forma que en lugar la seran 10; y en \e8 de i4t la, y ast por ette órden.

49

(I) Ertando ios regimieotos :de miliciat empleados en gìurDicioD ó eampana , desde el dia de la contocatò- ria para este fin, d otro de actoal serTicio para ODÌrae, no paedeD aer reclntados.

Coando se pobliqae el aorteo de milieiaf para coal- qùer paeblo , el moxo qae qoisiere tornar partido èn litropaTeterana, ha de preaeptar memorial à la jastì- eu^qaien ilo podrà negéraelo, pero aio eate reqoiaito no paede admitiraele mientraa dorè el aorteo.

No pueden aer reclatadoa ni admitidos loa aargentba, primeroa cabos, aegondoa de granaderoa j casadorea» Umborea, pifanos y-clarinetea de miliciai.

Qtì» halUndoae ìoé regimieotoa de miliciaa diaperaoa en 801 pro¥ÌDCÌaa , poeden ìpg aegnndoa caboa de inaile- Toi, granaderoa, casadorea y aoldadoa eaponer an libre ▼olantad por memorial à an coronel depaaar à aenrir ea la infanteria, qoien no poede negarlea el permiao; pero no ae lea rècogeri jamaa en la bandera, ni ae lea coDTÌdarà à beber vino ni otroa licorea , ni habré tìo- leocia ni engano*

Kagnn miliciano poedé pesar à la tropa veterana por menos tiempo qoe el de aiate afioa.

Coacedido el permiao por el coronel de miliciaa, le b de dar el sargento major ó ayodante certificacion con espreaion de la filiacion y tiempo qne Uevare ser^ TJdo, qoe le servirà para ao antigiledad y mèrito, con* tindole por entero el de campafia, y por mitad el qoe eitovo en ao provincia; tambien le anotarà loa deaerto«« rei qoe hobiere aprehendido, qoe le airvan para pre- mios j ventajaa, lo propio qoe à loa veterands.

Qoe sin la referida certificacion del sargento mayor à ayodante, visada del coronel ó comandante, no poe- de ningon individoo del ejército admitir en an bandera ni aliatar à loa de miliciaa« ^ Loego qoe el oficial 6 individoo reclotante del ejér*

(() Rcal (Ivcliaraciun de Ccbrcro ile 1779*

4

50 cito> precedida la fornialidad preTenida, aiente la plasa al mìliciano 9 pasari al coronel 6 comandante recibo de fa pemoDa^ para qae paeda notar el aargento major la salida del interesado, j pedir so reemplazo*

Si no faerè admitido por ei ^efe del regtmiento Tele- rapo por defecto del debido exàmen del recintante an* tes de aentarle la plaaa, seri responsablé de todoa los gastos caasados por el miliciano.

con cpnoGimiénto 6 noticia de ser milìciano el qne foere à tornar partido, sobre lo qne debérà ser -interro- gado por el recintante,* le sentare la plaza 6 admi— tiere en sa bandera^ contraTintendo à las regUs qne qnedan espresadas^ seri repntada la inobserTancia por delito de soborno, j qaedari sojeto el iodi?idoo militar

3 [ne le cometa à la pena à qne este crimen corre&pon- e 9 sin admitirsele discnlpa.

Desertores de la Guardia Real (!)•

Los qne incnrren en este delUò, con noaaiimarìa in- formacion'y copia legalixada de.sn filiacionf seràn con- denados àlaa compafiias fijas de 'Africa ^ ó à lòs regi- mientos qne gnarnecen la plaza de Ceata, donde debe- rin ios de primera desercion principiar de nnevo^ j es- tingair el tiempo de sa empefio 6 plazo; qne lós de se- gnnda desercion, asi comò se practica en el ejército^ con nna Samaria informacion j copia legalizada de sa filiacion seràn destinados à presidio por el tiempo qoe la Real òrden senala è este crimen*

Cobardia.

1 14*. £1 qne por cobardia faeae el primero en voi*- Ycr la espalda sobre accion de gnerra, bien aea empe-

(i) ^ Orden general del 4 de dietcmbre d^ t8a6 por cocncif de Real rcsolocion*

51 uda jftf 6 i la Titta del enemì^o, marchaiido 4 buscar- le, 6 esperendole en la fleleosiya, podrà en el miimo acto ser naerto, parata castigo y ejeoiplo de los demts.

115. Todo militar qiie èttando en accion' de goerra^ i nirchando à ellaf se escondiete^ hajese, retirase eoo pretesto de herida ó cootasion qoe no le imposibìlite el hicer su deber, ó en algao modo se escnsase al comba* teeaqne debìere ballarscy seràpoesto en consejo de

Ssrra, j cobdeoado en éì à la pena qoe meresca sa ito segno las circonstancias.

116. £1 oficial qae diere palo 6 bofeton 1 otto sere iespedido del servicio^ j destinado à encierro por dies (1) anos en on castillo, con estrecha' reclnsion.

117. El qoe se taliese del ndmbre de algon gefe 6. magiatrado para sns fines particnlares, y ann para asnn- tos de mi serTicio, sin hab^rsele dado facnltad para elio, sere castigado con proporcion à las circonstancias del caso.

Dùimùlo malicioso del verdàd^o nombre, patria 6 religione

118. Et qae disimnlaresa nombre^ apellido, pàtria 6religioa al tietppo de sentarle so piaza, se le conde* sari é serrir por ocho àiios en los arsenales por solo ette delito, annqne no deserte; y cometiendo desercion^ si por la calidad de ella merece pena mas grave ) la iufriri.

(2) Los reclntas qne«al tiempo de sentar sa |)laza di«> «malen la edad de dìes y seis anos> si despnes ]nstifica«- *sn qae no la teniao, qnedarin exentos de la pena de Ordeoanza; pero servirén el tiempo por qae se empefia* foO) sin que sobre elio se admita recurso de exencion*

(0 Aeal drden de a 3 de dicicrabre de 1797*

(3) Real órdcn de 1 3 de mayo de 180S.

52

(1) Si algao 8oldado grftTemente eafermo declarase al capelUn aa rerdadero Dombre, apeliido ó patria, qua habia mndado al asiento de an placa, y Uegare é con- Talecer, qaedari exento d^ la pena aefialada para este delito.

(2) El soldado de ìnilicias qne ocaltando serio 86ii' iase placa eo coerpo yeterano, servirà eQ ^1 sets afios, qaedando sin reemplazar eo el de milicias, al qde toI- Teri à estiogttir el tiempo qae le faltaba despnes de eomplidos dichos seis afios; pero si al fin de estos se reeoganchase en el veterano é lo menos por coatro anos, qoèdaré libre de Tolyer at de milicias : en cn^o caso y ei^ el de ascenso à sargento, mnerte 6 desercion, dari ayiso el coronel dei cnerpo veterano al de milicias para qqe este solicite sa reemplaso.

Fìciosos.

119. (5) Los aoldados qae cometan Ics delitcs de tvnderse la ropa 6 efectbs de maniQion , Ics qae mal- gasten el dinero del rancho , los qae se embriaguen ó asistan i jnegos probibidos, aonqae incorrati enello, los tramposos , y los qae se qàeden de noche sin liceo- eia foera del caartel, snfrirào por primera ves la pena de oa mes de prision, y por la seganda dos meses; pe- ro à loa reincidentes de tercera vez en al^nnas de estaa costumbres, se ies pondrà en consejo de guerra, y scrn- tenciaré desde laego por via de còrreccion à las obras pdblieas 6 presidio por el tiempd qoe Ies falte de sa em- pefio,. tencan 6 no sagrado, respecto de ser perjadicia- ies 9 é iodignos de mantenerse en la tropa, y deberse repatar verdaderamente inoorregibles ; pero (4) si 6s- tnvieren cumpUdos, 6 Ies faltare poco para com-

' (i) Art. 9 f IO, lit. a3, trat. a, de la Ordenama.

(a) Ueal irdtn de 3o de abril de i8oo.

(1) Reat órden de S de noviemkre de 1779.

(4) Idem de 6 de abril Ae 1780.

55 plir f*)f flerÌD.cB8tìgado« por ti-sa aaot à l«t ciUdat obraa ópresidios, ìnclnsoel tiempQqcie les faltaie de so empefio.

(1) "No se ìoipoodri à ifidÌTÌdoo algono del «jercito pena piiblica afrentosa, di aoa privadameote aiendo grare, sin qòe sea por seotencia del coDsejo de guerra de òficìalea.

(2) A aiognoo esceptqari'de la peaa correspoodien- teal delito ^ae coioefa, el do haber hecho el jaramen- io de la fidelidad é las baoderas, siempre qne haya sido filiado y eoterado de ias penas cod arregio à Ordeoan-- za, pnes el jarameoto solo se dirige à fortalecer las le? yeS) j é ligar, j estrechar mas al soldado con la reli- giosi^ad de od acto tao solemne; pero no para eximir— le de la pena , si ^or algana casaalidad no lo habtese hecho. V

(5) Todo soldado qne se presente faera del Ingar ea- grado eoo papel de iomooidad de los coras sin qoe in- terrenga la caocion militarf seri jozgado por el coose- jo de gaerra ordinario, imponiéodole, la peoa qoe me- rezea so delito comò si no se hobiese reragiado, y no le omitiri en el proceso el hecho del arresto.

(4) E l soldado del ejército, marina, mili^ias, 6 ia- difidoodestioado de coalqoier modo à las armas, qoe le iootilice dolosamente con motilacion de miembro ó de otra forma, para libertarse del empefio é qoe 'estaba coDstitoido, sere condenado à galeras ó presidio, segon si grado de malicia qoe resolte del proceso qoe se le forme con arregio à Ordenanza.

(^) Ette poco tiempo parec* faa> de entendcrse meno* de Uu auos, no debiendo ir nìngano a pretidìo por «stot deli tot qoe ba)€ de lot trcs aiSòt; de otra roanera seria mas cattìgado •1 soldado que habiendo cumplido tn èrapeito de ocho ó mas, ailoi, fuera a presìdio por .tres, qae el quesert ido seis, se des- ti&ara por dosqae le faltaran qve estinguìr,

(i) ficai órden de ao de agosto de. 1771*

(a) Keal òrden de i3 de noviembre de 1779*

(3^ Beai órden de io de febrerode 1798. . U) Beai órden de 9 de f«brcro de 1799.

54

Jlcàhuéie. t

120. (l) El aoldado qae faere acosado del feo crf- men de leDOcinio 6 alcahaete, sere procesado.por ìm jarifdiccion militar, basta qae pròbado el delito deda* re està ser caso de desafaero, y entooces ae entregari el reo con los antos é la jarisdiccion ordinaria , para qae proceda contra ^i librementé j conforme à derecbo. La pena qae le sefiàla la ley (2) es por la primera Tea Tergaenaa pdblìca j dies afios de galeras, j por la se- gnnda cien azotes j otros dies (5) afios de gaìeras , con pérdimiento de ropas j armas qae se le encontrasen; pe* ro boy dia no estì en nso està pena, y se saele conde- nar A los bombres reca de semejante delito, é presi- dtoa correecionales por mas 6 menos tiempo, segon las circnnstancias j consecnencias dei delito.

Armas prohibidai.

ISK (4) Todo indiyidao militar 6 qae* goce fuero de tal, segan'Ordenansa y reales resolaciooes, seri jns- gado por la jarisdiccion militar en el delito de armas probibidas, segan el real decreto de 9 de febrero> de 1795. La pena en qae incorre el qae las osa, no yendo disfraaado con objeto de real serTÌcio, es (5j en la de ' seis aoos de minas el plebeyo, y seis anos de presidio el noble* Las armas probibidas de fuego son pisiolaa y trabacos qae no llegaen é yara, y las blancas son pò- nales, rejones^ jiferos, almaradas, nayajas de maelle 6 yirola, cacbillos de panta , cbicos 6 grandes, aanqne pei de cocina 6 faltriqaera, y daga sola.

Es de advertir qae la diferencia de la pena enire el

n

Real céduU de 29 de marco de 1798*

Ley 5 j 19, tji, ii,lib. 3.** de U RecopìUcioB»

Realpragmaiice de la de roano de 1771.

Real òrdcn de li d# jonio de 1708. '

Real pragmitica dtaG de abrilde 1761.

«5 Boble j. el plebeya èttableetdm cn pragmltiet de S26 de abril de 1761 es en el dia impracticable ; j asi la prèdica Tarla macho, no babiendo todaTfa derecho fi- jo comtitaido.

Matrimonio clandeiiino*

113. (1) Caando algan militar, de qaalqniera gra- ffo qne faere^ sea indicado de baber contraido matri- monio clandestino, sarà remitìdd e) juicio de clandesti- oidad al trìbonal, castrense: este conocerà dnicamente desi fae 6 do ciandestino el matrimonio, j pronancia- xi sentencia sobre ello4 Barante este conocimiento , aai el reo contrayente corno los testigcs, si foesen milita- res^ estarén arrestados ea su coerpo 6 en logar prò- porciooado é sa clase , ba jo la joriadiccion del coman- dante militar é qoe esten sa jetos , j para laa àeclara* ciones, confesiones y otras diligencias deljaicio, «e Iran- qaearén al jaes ó al notario qoe comisione los reos 7 testigoB. Dada la sentencia por el tribanal castrense) decUrando qae el matrimonio fae clandestino , pasaràn testimonio de ella al comandante militar, à cnja jaris- diccion esté el reo snjeto , con espresion de loa testigos militares qoe habiesen asistido al matrimonio. Recibi- da la sentencia por el comandante militar , sin noeva diicnsiòn ni exàmen, declarartf la pena en qae han in- cnrrido el reo y testigos , j estoa la safriràn igoal % j ton arreglo é las reales drdené^s de 19 de marino de 1775 7 Si de octabre de 1781 ^ articolo 6, segan la respec- tiTa clase j grado de la persona con tray ente; y el joes castrense Unicamente podré imponer à'ios dichoa afga- oa pena espiritaal d penitencia^ ,

Casamiento sin licencia»

125. (2) El o&cial qae^e case sin real licencia, se'

s

1) Keal 6rden ao de febrero de 1800. p) Real cédaU de 3o de octubìre de 1760.

5t) depatislo de 8n empieo , prirado de fnero^ y sa mn^ ger sin dereebo à la viadedad ni tòcas, y aanque sea reiotegrado 6 maotenido en so. destino por gracia par- ticalar, no por eso tendrà derechosn familia éloabene- ficios del monte pio militsr.

(1) El sargento qae se case sin licencia por esento firmada de sa capitan y a probada de so coropel ó co* mandante , sarà depnesto de sa empieo y destinado à aervir seis anos de soldado en el regimiento fijo de Gen- ia: y el cabo ó soldado qne se case sin ìgnal licencia aeryiré en dicho regimiento los mismos seisanos.

(3) Los oGciales, sargentos, cabos, soldados y tam- bores qne contrajeren matrimonio sin concorrencia de saa pérrocoa castrenses, aanqne para elio tengan li- cencia, sa frir in las mismaa penfis sefialadas para loa qae ae casa» sin las correspondientea licenciaa por ser clan- destino el matrimonio.

(5) El qae se case doa reces viviendo sa primera mager, tiene la pena de vergAensa pdblica y dies anos de galeraa»

Casamiento obligado por sentencia*

120* (4) E( oficial qae foere obligado é casarae por aentencia del jae« castrense, sere depnesto para siempre de sa empieo^ para lo cóal el jaea de la caosa pasara testimonio de la senWncia al cardenal patriarca, y esti^ ^relado A S. M* para qne mando la separacion del oO- oial, y se le compela por e( eclesiistico al camplimiento de sa obitsacion*

(5) Todo aargento ó cabo qae faere demandado y convencido en jaicio de la obligacion de casarae, sa le

RmI ^rden de 19 de mano de 177!. Art. 6 de U resi 6ràen de 3 1 de octubre de 1781. Lcy 8, tit. ao, lib. 8 de le RecopiUcìon. KeeI drden de de eetiembre de 1774. HeeI órden de iB de mar so de 1777*

57 hiri camplir ; p^ro en ei mUtno faechó de la sénteiicia qoe dtere eV jaes eclésiéstico^ de qde lia de pasar copia autèntica al gefe del mando , qaedaré ésXe depaesto de su gioeta 6 eacoadra^ j condeoado à serTirocho aiìos de loldado en sa propia compafiia*

(l) El soldado 6 tambor qoe en ìgóal forma sea obiì- gaju i casarsC) serTÌré •castro aiìos sobre los de sa em- peéO) pasando para elio el joez castrense copia aatori- nda de la sentencla al gefe del obligado. Pero eltiem- de recargo no serTÌré para loa premioa (2).

(3) Los demandados podrén apelar de la sentencia qoe dieren los tenientes de TÌcario general ai teniente detioario auditor general, residente en Madrid; j de las qae éste diere, ai tribanal de la Rota de la Noncia- tara, eo cayo caso no tendriSn efecto las reales dispo- sicioires antecedentes de 24 de setiembre de 1^74 9 28 denoviembre de 1775 j 18 de marzo de 1777, basta qoe con Us resoltas de la apelacion, qaede ejecatoriada ia sentencia^ en cayo caso se pasari el testimonio de ella ea los térmtnos dichos.

(4) Los tribanales castrenses no admìtiràn demanda algona sobre esponsales, sin qae el qae qaierà introdu- cirla baga constar la licencia de S. M. para los oficia- les, j la del geie del caerpoparà los sargentos, cabos, loldados j tambores, con el consentimiento ó colisejo paterno , segna la edad del demandado.

(5) La real cèdala de 30 de octabre de 1796 pa- ra qae en caasas de estapro, déodose por el reo fian- US de estar à derecho j pagar jazgado j aentenciado, aose le moleste con prisiones ni arrestos; j notenien-, do con qae afianzar> se le deje en libertad gnardando la ciodad, lagar 6 paeblo por circe l, prestando cau-

8

Real órden de a8 de novierobre de 1775. Real tfrden de 5 de dìciembre de i8o4«

l3V Realetórdenet deao de junio de 17777 i3 de oct. dei 787. H) Real 6rdeD de 8 de julSo de 1787. (S) Real orden de 18 de junio de 1799.

58 don jnratori» de presentarse siempre qne le fdere mali* dado, y de coiaplir con la determinaoioo qoe se diere en la caasai es compi^eDBiva é los militares, sin perjai- (ciò de las facaitades de los coroiieles eacsanto é ma— trimoDios (faera del casa de que trata), j del etnpeno del serTicio.

(1) Los hijos qae hajao camplido 25 afios^ j lashU jas qae hayan cnmplido 25, podria casarse é sa arbi- tria sin necesidad del consejo ni consenljinieiìto de sa padre; pero antes de dichas edades deberén pedirlò al padre : si no lo toTÌesen qoedaràn snjetos al de la ma- dre losi yarones hasta los 24 afios, y las hembras basta los 22, todos complidos : k falta de padre y madre teo- dré la mìsma aatoridad el.abaelo paterno, y el mater- no é falta de ^ste; pero los menores adqoinrào la li* bertad de casarse tf sa arbitrio , toa yarones à los 25 nnos , y las bembras à los 21 camplidos: ìl falta de los padrea y abaeló sacederàn los tatores, y i ialta de estos el jaez del domicilio; pero en este caso adqairiràn la li- bertad de casarse i sa arbitrio los yarones é los 22 anos

;r las hembras à los 20, todos camplidos. Ademas de las icencias de los padres , abaelos ó tatores para los me- nores deberin obtenerla de S* M., cémara, goberna- dor del consejo 6 sas^efes respectiyos, aqnellaa per* aonasqne no paedan casarse sin ellas: los menores qua se casen sin las licencias de sas padres, «baeloa 6 ta- tores, serào espatriados y conGscados todos sas bienes, y en ningan tribunal eclesiéstico ni secnlar se admitir^n 4emandas de esponsales, sino qae sean celebrados por personas babilitadaspara eontraerlos.

Jbandono del puesto en accion de guerra.

125. . (2) Darante la accion no podri (bajo de pena de la Vida) separarse soldado algono de au fila y com-

3 Beai decreto de io da abril de i8o3. Art. t4y tit. 17, trat.f da la Ordananaa.

59 pafiia 810 penniso del oficial qae le mandare ; j en iguat pena iocarriré el qtie caando se ataca un lugar eutre en casa algnna de él sin «er mandado , debiendo en ano 7 otro caso ser respomables ios oficialea de la misina compaSfa*

(1) A persona algana del ejército le aere permitido ddesnndar à herido de Ios qae qneden en Ios campòa debataila: j Ics qae hicieren prisìoneros à oficialea loa tntarin con la decencia j generosidad qoe correspoodo iinearicter.

(2) Toda tropa , de caalqaier cnerpo qae sea , in- dora U de cada real , qae estando guardando ona pia- ta,' faertes ó gnardias avanaadas abandonare so puesto, 6 cometiese cnalquiera otro deltto de infraccion é iaa órdeaes de ella , qnedaré sojeta é la jnrisdiccion del go->- bernador de la misma plaza.

(5) Todo oficial de caalqnier gradoacion qae faese, neodo atacado en su pacato^ no lo desampararé «n ha— kr hecho toda la defensa posible para conserTarloij dejar bien pnesto el bonor de las armas : si toriese el geoeral del ejército algnna dada de sa desempeno, le Ìar4 jaagar en consejo de goerra*

(4) Los dne abaudonasen sas pbltgaciones en Ios ra- 0108 de hospitales, proyisiones j ntensilios en campana, leriD castigadoa por Ios generales en gefe de Ios 6jér- citos segnn sa arbitrio j pradencia, con distincion de CQaodo el abaodono es solo efecto de descaido , de ma- licia ó falta grave; para lo caal, formado el oportnno proceso por el aaditor, se condenaré à loa reos en las peau de ordenanza j lejes dèi reino , si estaTiere en eilaa prcTenido sa cargo ^ y en sa defecto en aqoellas <le qae se jnsgaen dignos*

Art* i5, Xiu 17 1 trai* 7 de la OrdenAosa.

Real órden de aSde juHo de i8o3. . , Art. aOf xiu 17 , trai, a de la Ordenansa. ' (4) Real órden de if de ago* lo de 1795*

60 .

Asesino»

126. (1) El asesino tiene pena de ser arrastrado, ahor- cado y conGscados todos sos bieoea para S. M.

Baqueteados»

127; (2) Todo cabo y soldado del ejército % marina qae snfra ei castigo infame de baqoetas , se destinare i uno de los presidios de Àfrica por ei tiempo qae falte de sa empefio, si io tayiere, y si no por scia afios (5).

FaUifieadores.

128. (4) El qiic falsificare los sellos Realea tiene pe- na de maerte y confiscacion de la mitad de stia bieoes.

(5) El soldado qae osare de liceocia en otra forma qae la espresada en el formnlario, ó qoe la falsificare, sea en lo impreso 6 en manascrito, borraudo, ras- pando ó desfigarando el sentido Terdadero qae tebia, safrirà la pena sefiaiada à este delito.

Esceso de uso de licencia.

(6) El qae osare de liceocia y oo se presentare en ao compafifa dentro de no mas , deade el dia qoe es- pirò ei oso del permise, sera persegoido y josgado co-

Ley 10 , tit. a3 de la Recop«

Reales órdenet de ^4 noriembre de 1776 y à4 de ja- aio de 1799*

(3) £iU ley debe entenderte part aquclUs casos en que Im oraenanaa tcSala ci castigo de baqoetas y presìdio sin espre- §ar el tiempo ; pero no para los que lo prefija. Y esto lo coin- pmeba el que despues de*esta Real resolocion ha^n salido otras se- iSalando baquetas j diea aSoa de presidio para ciertos delitos.

(4) Ley 6 , tit. r, p»rt. 7.

(5) Art. la, tit. 3o, trai, a de U Ordenanu. (() Art. i5 , tit. 3o I trat. a de idciu.

61 mo deteriora à menos qne la falta eie aàìni d otro ac« cidente inToinntarfo se lo impida, io qne bari coostar por testimonio cotnpeteote (1).

Posar la linea de Gihraltar.

1}9. (2) Los qae pasareh la Hnea de Gibraltar sin ircencia'por esento del cbmaadaDte generai del cam- po, j ics qne lo consintiesen il ocultasen^ serén pri- Tados de sns empléos; pero si hubiesen entrado en la plaza sofrirAn ademas seis anos de presidio. Los que paiaren la linea ilevando à la plaza comestibles ó géue- ros qua no sean co'ntrabando, snfrirénla pena de spìs afios i presidio ; j el soldado ò tndiyidno que ho ten-

Sa empieo qoe perder > snfrir^ ignal pena por el becbo « pasar la linea.

Plaza supuesta.

UO. (5) Al qae dennnctare nna plaza so potestà se le darin doscieatos pesos j sa licencia, cnya cantidad i prorata de sdeldos eargarà al q(\e estnyiere man- dando la compafiia en qae se biciere, ai tenìente co- ronel major j al actaal comandante dei caerpo ; y si la plaza sapnesta se prevenisse sobre las armas, des- de el cabo de la éscnadra en qae se hallase , todos los Mrgentos y oficiales de la compafiia qae se encontra- teo presentes en aqael acto (de regista de comisario), serio depaestos de sos empieo^ j presosi nuestra Vo- lontad , corno tambien el corone! del caerpo , j te- mente coronel major 6 qaien baga las Teces de ambos. Igoal pena de privacion de empieo j prision sairirà ei qne én coalqaiera tiempo se averigaase haber centri- lo A.rt. i6, tit. 3o , «rat. a de U OrdenanKa. .(a) Bando del cojD.mdantt* general del campo de <$ de iio- ^'«inbr« de 1786 y Realc9 órden*s . qne" cita. (2) Art. ai , tit. 9, traU } de la Ordenaiìxa.

62 baldo f ò sabìéndoio no liaya dado cneata al góbernador 6 comandante del «oartel ó tropa jie coalquier placa 8U«> poeflta qae se hìciere*

Usurerò.

15K (1) Es nulo el contrato qne celebra el asarero; pierde lo qae da é nsnta « j ptro tanto. Si reincide se- gànda yes pierde la mitad de sns bienes; j por lercera ▼ez lof pierde todos.

tJniformes.

I3S« (8) Todo oficial desde la clase de brigadìer abajo qoe no lieve el nnifox'me de sv respectivo cnerpo, 6 la divisa en los sobretodos ^ con sa casaca debajo , se- ra sospenso de so empieo : j el qoe faltare al respeto qae se merece el distintivo del aniforme cnando el ofi- ^ cial se presenta con él 9 seri castigado.

(3) Todos los individaos militares del ej^rcito j ar- mada 6 retirados qae'gocen sneldo, si foesen hallados vestidos de paisano ^ ó de frac d levita asol sin divìsa, por algan jaez de la jasticia ordinaria en casas sospe- chosas 6 de jaego, ó à deshoras de la no(5he por las ca^ Ues en aleana pendeucia 6 lance^ podràn ser arresta- dos j qoedaràn sojetos à so jarisdiccion en aqael acae- cimiento^ 6 en.el de encontrarles en algnn jnego prohi- bido con el refendo vestido) qaedando por solo este becbo despedido del servicio^ i cayo fin seri obligacion del jaez aprebeosor dar parte inmediatamente ai coman- dante de las armas para qae lo ponga eo noticia de S* M*

Dar liccnda por dinero» ISS. (4) Todo comandante de bandera qae inca^.

(1) Ley 4 7 5, xiu 6, Hb. 8 de la Eeco|ié

(a) Real declaracìon de 17 de niarso de 1785.

(3) Real 6rden de ao de febréro de i8i5| arte i<

(4) Real órden de,a6 de abril de i8oa«

65 n en el feo delito de dar licencia absolota por diaero i losreclatas reconocidos, admitidos y filiados, si foere oficial 86 le primari de sa empieo : si do io faere, se- ri privadò de sa piaza j destinado à presidio ó ar- lenalea con griilete por ocho afios, condenados odos y otroi; ademas^^al resarcimieoto de perjoicios j restito- ctoode lo qae kabierea récibido, qne se aplicaré al fuco de la gaerra.

Bstraccioh de raciofieSé

154* (1) Los qae indebidamente estraigan raciooea de paD.) paja j cebada\ las pagaràn ; j repatindose por robo $iifriré|i la pena de ocho anos de presidio.

(2) Las racionesdecebada y paja qae resaltaren ea- traidas con esceso tf las qae correspondiesen ^ se carga^ ràn por la Real Hacienda al aito precio de ciento y se senta reales la fanega de cebada, y doce reales la arro* in de paja, tanto é los regimientos de caballeria corno i ios de infanteria*

Jbandono de guardia en las presidios de Jfrica. '

^ 135. (S) Los indiTidaos de los regimientos dei e^ét^^ cito ^ae esten de gaarnicibn en los presidios de Afri" ca, y abandonen la gaardia en tiempo de paz, tengan 6 DO igtesia^se les recargaràn seis afios sobre el tiem* de sn empeBo, con tal de qae ano y otro no e'sceda de die» afios ) destinéndolos para sa camplimiento à abo de los' presidios, menores de Àfrica por yia de pire* videncia, j en calidad de depòsito é los qae ten-» g^n iglesia.

(i) Keal órden àt i^ de julìo de i^QA* m Idem de 98 de junio de i8o5.. (3) Idem de 99 de abril de 1 790*

64 .

DelUos en que no vàleja inmunidad.

156. (1) No gozan de inmanidad, aonqne se refu- gieo à lag igleaias sefialadaa para asilo, los ladrones pd^ bKcos; los salteadores de camioos; los qae talaren cam- pos;f ios quo cometieren homicidios 6 mutilaciones de iniembros ea lag igiesiaa pdblicas 6 sas cemeiiterios ; tos que hicieren algana mnerte à traiclon; los asesinos^ sas auxiiiadores y socìos; los reos de lesa magestad, aon- qpe no se baya segoldo el efecto ; los reos de* beregia; los homicidaSfde caso pensado y deliberado; los falsi- ficadores de letras apostólicas; los snperiores 6 eipplea- dos eo los montes de piedad d otros fondoa pdblicos 6 baocos qoe cometieren burtos 6 falsedad; los mooede- ros £ilsos; los qae cercenan njoneda de oro optata; los qae fingiéndose miaistros de jqsticia se entran en las casas agenas j cometen robo con moerte 6 nantilacioD de miembro , j los qae conspiran contra el Beino 6 el Sstado ; y pierden el asilo los qoe saliéndose de éì soo aprebendidos faera del lagar sagrado. Tampoco goian (2) ìnmuoidail los traidores conocidos; los qoe matan à traicionrios addlteros; ios qae faerzan Tirgenes; loi qae ban de dar coenta à S. M. de los tribotos ; los -con- deoados à galeras, ni los deadores.

.(5) A los reos qae teniendo iglesia, y sèguidoel ar- ticolo de inmaaidad, ban sido consignados ba)0 cao- cion de estìlo qae se llama segunda, se les ciré la es- cepciOQ de embriagnes; sin embargo de lo preTenldo en el articolo sìgniente, qae deberi gaardarse à la le- tra en todos los demas casos» y en los qae segoido el

(i) Breve pontificio de GleiueaU XIY de i a de setienibrc de 1773*

(2) Lpy I del Fuero Joz^o. Ley 97, tit. 5, lìb. i del Fnero Braì. Loy ultima , lìb* i , lit. 3 die la Recopilaciun.

(3) tteal órden df i6 de febrero de 1769 , por ri conf^io cU guerra.

65 articolo de U tomaAidad estea Io$ reos comìgaados !i* bremeote.

157. Para-DÌDgan deiito de tos esplicados en este titalo podré servir de escasa ia enobriagoez, ca^o yì- ciò deberi ter coidado de los gefes miiitares et corre- girle j castigarle con las petiAs sefialadaa para éi; b»- cieodo enteoder i ia tropa de sa x;argo qae ei alegato de estar privado òo le relegare dei castigo qoe mere- ce por el deiito qae cometa.

Modo de juzgar a los graduados de oficiaL *

158. il) Coando od sargentO) cabo 6 soldado. del ejército Ó armada, gradaado de ofioial , cometa algoo deliti) por el qae debii ser [asgado en consejo de gaer- u^ solicitari et cdmandante dei caerpo^ por el eoo- docto del goberuador 6 comaudante de laa armas eo goarnicion ó cuartel, la órden del capitan general de provincia para formalizar el. proceso « j eo campaiia del general eu gefe. Actaari el proceso el sargento ma- jor del coerpo 6 ayodante qae ejerza sas fuociones, y seri escribano au sargento.. Si el reo no tuTiese coer- po> 6 se haiUse anseote de <^i , nombraré el goberna- dor ó comandante de las armas para fiscal à uno de 101 sargentos mayores de U gaarnicion» practìcaodo respectivameote lo mismo campana. £1 consejo de guerra qoe baya de juzgar al reo se llamarà Estraorr dinari 0 9 j precedere para.su conTOcacion e} peimiso deL capitan general, pero la sostanctacion de la caasa^ ot el nombramiento de jueces que hayan de compo* uerlo, se diferenciarà en cosa algona de lo qne pre- viene la Ordenanza para los delitos comanes de la tro- pa j consejos de guerra ordinarios. El reo tendrà el ar- bitrio, decora parecer en el consejo; pero si Io hubiere deTerificar^ sere conducido por un oficial, j se seo-

(i) Rea! órden de l8 de abrii de 1779.

Uiàea an taburete. Dada y esteadìda la senteòcia, se

pasaré el proceso al capUao general para su resolpcion^ y ei) Ics actos que comprenda la pena de privacioo, degradaciou ó rnuerte, deberé e&te gefe censo Itaria à S. M. con remislou de la càusa, y lo tnismo si no se conforma con el deBoitivo del consejo. Serén castiga- «los estos reos con las mismas penas de Ordenanza se- naiadas para los sargentos, cabos y sola<ido*i; p^ro por «?l carécter de oficiales se conmutafén en presidio laa de obras publicas ó arsenales, variando con ptoporcioù las indecorosas, aanqne sin disminairjas en lo grave. Pres- tarin el juramento bajo palabra de honor, y seràn re- potados en la clase de nobies para la iiupOMcion de ,las penas prescritas en las pragmàticas y ieyes del rei- no, qae distinguen aquellos de los plebeyos, ^Nunca se les podrà imponer pena sefialada é la clase de òlBcia- lek corno no ésten empleadoa con el cardcter de tales. Tampoco podrén ser depaestos de su empieo, ni des- pedfdos del servicio^ sin espresa órden de S. M. Los comandantesde loscnerpos podr^n bacerles formar su- maria por los delitos 6 faltas qué no exijan proceso, y la remitiréu al inspector generai, qnien cpn sa dictd- men la pasarà à S. M. siempre qne juzgne correspou- derle la pena de privacion de empieo ó de presidi^.

(1) Los. ayndantes iuterinos, sargeutos, cabos y soldados no podràn aCtnar corno fiscales ni escribanos eu causas contra iudividnos de sa» mismas companias.

Premios,

139. {Q>) Art. 1. A los que bubieren nsado de Vi- cencia absoiota, y no volvieren al eje'rclto en el ter- mino seinalado, qae es de dos anos (5), se IfS emp^^zarà à contar para los premios sos set vicios desde el dia de

(i) Rea.1 orrido rie 5 de setiembre de 180G. (a) T\e»l^ órdert de 3 de dicìcnibre de i8o4« (3) Real órdtn de 1 de fonio de iSo3*

67 sa Duevo alistamiento ; y cumplulos diez y 6e\$ anos^y atcanzado el primer premio, se les abouaté para tos sa- ceslvos todo el tiempo «ervido aiites de licencìarse.

II. A !o8 desertoies de priinera v€« mii circuostancìa agravantf!, q ne sin haber t'ua^t^nado* prenda alguna dei ve.^tiiario y arma mento con que se hubieseii ausentado^ se delatasen y presentaseli en stis cuerpos ó à cual- (}QÌera justicia autes de ser <lesciibiertos^ eu e( tèi mioo (le oclio dìas contado» dfsde 8t> fuga, no Ics pprjndi- catà 8(1 f^lta para optar à log premi<»6, y se If a abona* ra el tieaipo qne lleveii fervida, con arteglo al arti'cn- lo 102, tit. IO, trat. Bde la Ordenanza.

IH, Los desertores sin circunstancia agravante qoe ffteren ìndultados por-llf^ar a ìos pies de S. M , 6 los qap pas^ndose à Portogal se preseotarw» al embajadnr eii Lisboa, arrepentidos para volv^r é su» ctierpos, no perderia tampoco el tiempo ^er%'ido antes, si despnes^ (iecutnp'ir el q«e deben estinguir. coutiuoarenxon hon- radez yconstancia, 8«^guti las leales órdenes de l6 dr» i'jiio de 1788 y 18 de octubre de l790; p^ro los qii<^ <'btnvicren indulto por cuaiqulr>ra olro motivo , quf- daria sojetos a lo q«e en é\ se hubiere prevenido acer- ca de este punto, ó à està Reiil deciaracion si les fri- 'oipciere.

IV. Los desertores di* pritntr> v,'z sin circcniitancia 3^ravantti, que hayau enagcna lo ai£;uiìa de las prenda» v Jevesloaiio y armamento con qoe se bubieren fugado, ^'«Qtj'je se presentt'Q en sns cuerpos 6 a las justicias <1 litro de los esprcsados (»cbo diiis, y los que fueien •'{Jrfhendidos 6 preseotadoi. en la igiesia , perderlo el ^iprapo qiie hobiereo servido antes; y desde el dia de su preseotacion 6 apreheitsioo tetidrén qae servir vein- ^(i anos para e\ primer prèmio ^ veinte y citico pani el segando, treiota para el tercero, y treiuta y cioco para «Icuarto, sierspre que continueo e -n bonradez.

V. El que despues de obtenido alguo premio incur- 'ierc en el d<^lìto de deseroìon li otro por el qoe deba

.eia fìrmada (lei comandaote priucipal del parageeu'qae $e. ballare dauclo foudo, sufrira la pena de seis auos de presidio, segua la calidad, con juhibicioii de la jorisdic- diccioti do que clependa ; y si faese embarcatioo.estrao* g*ira mercautil, se ailauara y estraeré de ella, dando caeota inniediatamehte al goberoador-, capitan ó co- mandante generai de la provincia, j este la pasaré à ia via reservada.de gaerra: si foese embarcacion de guerra, se. reclamare. ei prófago, requiriendo al coman- dante de ella para la entrega.

141* Toda persona (de cnalqoiera clase, estado ò coiidicion que sea) qne se apreheudiese j justificase ser gancho para tropa de otre principe, se le pondràen con- sfrj» de guerra } snCrirà la pena de borea.

142. El saj cento, cabo d soidado por cuyo auxìlio, intetigencia ó disimulo hubieie desertado alguno de sa A^uerpo u de mis tropas, sufrirar la pena de muer— te pasado p=>r las armas , cuya seutencia se dari por el consejo de guerra del regimiento de qne fnere el àtiser^ tor, à cuyo juicio declaro que *haya de corresponder pri- vati vanóeutè el cottociiniento del rto estrano sm di^tin- oion de caerpos.

14^- Los que ocultaren desertores,-les dieren ropa de disfraz , ó en coalquiera otra forma contribuyesen i su fuga, podràu (sin que las justicias de que depeudan lo embaraceu) ser aprebendidos por los ofìciales de mis tropas , y serén sentenciados en el consejo de' guerra con la pena que se impone à los reos de està especie en HJ articnlo 5.® del titulo 12, sobre aprebension de de- sertores, comprendijo en el tratado 6.*^ de la Orde- uansi.

Destinados d presidio.

144 (1) t^or reales órdenes de I8 de febrero de 1772 y 25 de diciembre de 1777 no puede imponerse

(1) Real órden *J« 17 do febrero de 178G.

71 presidio^ obras pdblìcas ni galeras por mas tiempo qoe el de dìez anog, à escepcioo de los qoe se remitan à YoIuDtad de S* M., ó que estando ya cpnfinadoi cometan DQefò crimeD por ei cual merezcaa algun recargo»'

Resistencia d la tropa.

145. (1) Los coutrabandìstas ó malbechores qae hi- cieren resistencia eoo armas de faego 6 blancas é la tropa comisiouada para perseguirlos, seriu juzgados por et cousejo de guerra, elegido por el capitan general^ y condenados i maerte; y los qoe sin haber becbo resis- tencia coucorrierou é la funcion, 8,erdu sentenciados por el propio Consejo é diez anos de presidio, consuitaodo ias senteucias à S. M. antes de ejecutarse, eoa reinisiou de ics autos.

(2) Los facÌDerosos, malbechores y contrabaudistas qve se aprebendan por Ias partidas de tropa destioada i perseguirlos, serau jozgados militarmeute por el con<^ >ejo de guerra orHìuario con iubibicion de otro juzga- do,bajo la disposicion del capitau general de la provin- cia, quien por la via reservada de guerra-consultara à S. M. la sentencia para su real aprobaciou; pero si el reofuere coutrabaudista "sin otro delito, se entregari ai sobclelegado de rentascon sos efectos para qoe lo juzgue.

(5) Todos los salteadoreb de camino y sus córnplices qae sean aprehendidos por la tropa dentro de ias pobla- ciones, qoedaréu sojeto^al juicio militar del mismo mo- do qae Los que lo fueren eu los caminos y despoblados; pero los demas veos que do sean de està especie perte- necérén é la jurisdiccioo ordinaria ^ à menos que hagaii rebistencia à la tropa ^ en cuyo caso se procederà cou . arreglo à la Real instraccion de 29 de junio de 1804*

(k) Art. 8, instrii^ccìon de ao de janìo de 1704,7 aa de ngos* lode 1814.

(^) Real ótrlrn de 19 de inarco de i8oa. (^) Heal órUrn de 5o de iiiarxo de iHf^s.

7.2 . ' r ,

(1) Ea Us ctddas ffiilitares h<ch ai» contri inalkeelMi*- res y cotitrabandtstas y solo se practicaré'la dìiìgencìa de careos coaodo sean coodaceDtes por la discordancia' de te$tigoa que recordados pnedan actarar la terdad^ 6 por otras justas caasas qbe }as mismas cìrconstancias de Los presos, ponga D de màDifiesto. ^

(2) Los fiscales militares que formen caosas à Ics rti^lhectiores paisanos aprebendidos por )a tropa no de- ben asistir à la ojecucion de las senteocias.

Puntos considerados en estadó de guerra cuando la haya con Ips ingleses.

146. (5) Los pUDtos declarados eo èstado de guerra caando la baj con la Gran Breta&a , para imponer las peuas se&ataJas por el tiempo de guerra, son el campo de Gibrattar, la plara de Geota, la Ula de Mallorca y el dì^ttito de la capitana general de Galicia.

Rt08 con inmunidad,

147. (4) Los reos qae se' refagian A sagrado serio e traidos bajo caocion jaratorìa , y forméodoles Sama- ria i, tomada la confesioo con las citas qae de ellas resal- ten se remi ti ri al Sitpremo.Coosejo de la Guerra en el preciso tèi mino de tres dtas, coaudo no haja motivo urgente que fxija algaoa dilacipn , para que en su vis- ta providencie el destino- del reo, ó se forme la compe- tencia con la jurisdiccion eclesi^stipa. Pero (5) si el de- lito fuere de aqnelios que la Ordenanza les sefiala peua teoieodo igiesia, se les impondrà. por el consejo de

(1) Rrr.l ór.li'n de aG <Je julìo He if»«3.

,3) HcaI órji(>n We tH clejuniocie i8o().

{3} R<;al ónlrn ii<* i5 (Jr niaixo «ie i8uu]r 26 Àc juotodc i8o5*

(/{,1 Rral ór<l«'T» fi* 7.«l« ortubre We 1^75.

^5) Ural órdtri de i8 U<? sefirijjbre dr 1787.

... ^^

gaerra ordittario, y destinindoloa à preaidio aeri por cebo afiós d liaeTe caando mas. '

Destinados al fijif de Ceuta.

*

148. (1) Niogaa tribanal podr^ destinar al espresa» do regimieiito delÌDcoeDte algooo de deiìto denigratÌTO, j eo caso de que por oivido d otra eaqsa se aplicase algoDo, aoo coando sea ofìcial ^ por cdrreccìon de stis escesos podrd el goberoador de laplazà, de acnerdo con el gefe del reglmiento, destinarlo à la compania de migaeletes, estado mayor de la plaza,ó àios trabàjos del preaidio 9 segcin su condicion.

Oficiales.

149* Fara que por omision 6 franco manejo -dei ca» pìtan en la obligacion de desempenar al soldado aden^ d^do en tietnpo oportuno no cargoeel fondo con el pago de deodas qae el prudente celo pndo minorar, Yigitarà el sargeqto major sobre que é los soldados adeodados y pròximos à salir del regimtento con licenci^, ó invi* lidoa, se les vaya reteniendq lo que sin perjoicio de sa preciso snstento baste i cubrir teda la parte posiUe de sa deada en el tiempo qne les faUer 7 siempre que por notorio descuido dei Capitan d oficiales que manejaren la compania se justificare (eo tiempo de darse la baja) qae fué colpa de su poca aplicacion el descabierto, man» darà el corone! que pague la parte que esttme justa eoo descargo de la caja (2).

150. £1 capitan sera siempre respetado de sns sobal- ternos, yobedecido puntualmente en los asontos del ser- cio: si hnbiese aiguno que por coatemplacion ó debi-?

(1) Rralos órr1eii(>s de3o de dìcì«rnbre de i8i5 , ma^ndando lifvar i firbùio eff«io la de aa de setìembre de 1810. (a) Ordenanza dvi fjército, trat. I, tit. 5, art. 4*

lidad no mantayiese à sus soldados con la debìda sabor— dinacion , que no les haga caropUr exactamente con el cuidado de sa cojnpaGia , j qoe no reprenda j ponga preso al qae faerè omiso eu su òbligacion , ignorare aa deber, ó sera may omiso cnmplirle, los gefes castl- gario severamente Un grave abandono; si el capitan .reincidiere en elio, le pandri preso eu un castrilo (l).

151. £1 capitan rccibirà personalmente el prest mensnal de sa coropanta , y corno depositario y ftel ad- miuistrador , cnidarà de su legitima y eqaitativa.distri- bncion. SI bnbiere algun capitan tan olvtdado de su òbligacion qae eroplease parte algona del prest en otro objelo que el de su precifio destino^ ó qne no manejase los intereses con la mayor legalidad, se poudrà preso en un castillo, con descuento de los dos tercios de saeido basta qqe pague, dando cuenta.al inspector para que, si las circunstaucias exigiesen la separacion del capitan, me lo proponga (2).

152. (5) £1 ofìci<<l que abuse de los .caudales qoe tenga à su cargo escepcion del babilitado, qoe ttene su pena seqalada en la Ordexianza), sera arrestado en un casti Ilo con descuento de dos tercios de su saeido, y se darà parte al inspector para que, dando coenta à S. M., proponga su separacion del servicio, u. otra pe« na mas grave, que podré esteoderse basta la capital, aegun las circuustaucias particulares y la mayor ó me- nor malicia que se justitlque en cada quo de los casos resppctivamente.

i55. £1 ofìcial babilitado qne quiebra es privado de empieo, y destinalo à un presidio de Africa por seis anós, y, pasado estd tiempo se le considera escluido ab- •olutamente del serviciò, confiscandole desde luegoto* doa sus bienes raices y castreuaesy

(i) Ord. del ej., trai. 2, lit. lo^art. G.

(2) l'l«'in, art. 8.

(/>) Hcal óiUtfiì (Jc 24 <le jiinlo d^ «79(1,

75 154* Cpando dq soldado estaviere caatro meses en sa compafìia ,. y que no sepa vestirse con propiedad) Guidar bien de sus armas , el respeto j pronta obe- diencia qae debe é sua cabosr sargeotos y oficiales, ha- cer bien el ejercicia, cooocèr lo qae debe practicar Oliando està de guardia, de ceutinela, j demas puntos eseociales de su obligacion^ sera prueba cierta de dea— coido en aqoella compania, cuyo Cargo se bara sèria* mente al capitan (1).

155. Las compafiias qae en los ejercicios de foego no dispar^ren ios tiros que deben, daréa visible prueba de que los 8oldados «"sUn inai disciplinados, d las armas' en- mal estado : al remedio de este dano coqqq tan im- portante à mi servicio, darin Ics gefes especial atencioo^ castigando cori severidad à los capitanes de ellas (2).

156. £1 sargeoto major de un re'gimiento seta res* poosable de la justa inversiou de la gratificaciou de bom- bi€s y armas, tendrà uua llave de cada caja, iuterven- drà en todos \os ajustes y gastos, y vo se estràeràu de las arcas m^ravedises algunoS'sin que le coriste el des- tiuo y la legitimidad; coufroutarà la regista con el co^ uiisario de guerra, y respoudtrà de cualquierà plaza supuesta qne iudebìdamente se cargare à mi erario, sea por certificaciou d otrci modo: si en cualquierà de ios espresados asontos se averignase que por debilidad, con- templacion li otro fin hay^ faltado à la legalidad, y es- pecial confìariza que deposito en este empieo, sera sus» penso de di y prcho en un castillo^ basta que, bren informado de las circunslaDcias, resuelva lo conve- niente v3> .

157* . Sin permiso del corone! no podi é separarse del regimiento oticial ni individuo alguno de él ; y al que lo ejeculare podrà mortificarle à su arbitrio, ó suspeo- derle de sa empieo, segun el caràcter del sdbdito y

(0 OVd, «Ifl ej., Irat. 2, ti't. io, art. 25. (2) IJ., art. 26. (j) iJeiUytiat. 2,'lil. J2,afl. 7. . ,

76 , circunstanciai de ftu faita,fifi que sobre «ite particalar

06 entieodan Ioa gefés aabalternos dispeosadoa ao poco mas qoe caalqaiera otro (l).

158. Todo nitltUr tse manifestare siempre conforme del saeldo qne goza , j empieo qoe ejerce : le permito el recorso en todos asontus , haciéodolo por sas gefes^

7 eoo buen modo; y coando no lograse de ellos la sa- tisfaccìoo à qae se copsidere acreedor, podrA lljegar basta nos con la representacìon de su agrario; pero prohtbo à todos j cada indivi doo de mis ej^rcìtoa.el iitfar« permitir , ni tolerar à aas inferiores laa mnrma- racionen de qae se altera el órden de los ascensosj que es corto el sueldo^ poco elprést ó el pan^ malo el W5- tuariot mucha la f aliga ^ e incómodos los cuarteles^ ni otra^ especies qae con grave dafio de mi servicio in- disponen los ànimos sin proporcionar à Los qne compa- decen veotaja algoba. Encargo moy particolarmente a los gefes qut3 vigilen, contengan j casttgnen con seve- ridad conversaciones tan perjodlciales (2).

159. Todo inférior qae hablase mal d&«n snperior •era castigado severamente : si toviere qneja de éì ^ la prodncir^ à quien la paeda remediar, j por ningan motivo darà mal ejemplo con sus marmnracionea (3).

160. £1 oficial qae , siendo reprendido de so gefe por algona falta, prodoce sa nacimiento, aprobaciones gne ba tenido >de otj^s gefes, d otras razones agenas en aqnella ocasion dei sentimiento qae debe cansarte so falla, j de la snbordinacion con qae debe^oir à aas sa- periores, seri mortificado con proporcion à la irregola- ridad del caso (4),

161. Caalqaiera especie qóe pnetla infondir* disgas- to en mi servicio, ó tibieca en. el complimiento de Us órdenes de los gefes^ se castigare con rigor; y està coU

(0 Ord. d«1 ej., trai, a, tit. |6, »rt. 8*'

(a) IJeni, tìt. 17, art. 1.

(3) Idem, art. 2. (4) Idem, art. 4-

77 pa ieri tanto mas grave, caapto ftiere major la gra^ daacioo del ofici^l qoe la comqtlere (1).

162. NinguD oficial se jSodré .dbcalp'ar con la omU sìon ó deacQÌdo de aas inferiòres en ios asuotoa que poeda y deba i^gilar por %l, j ^n oste concepto lodo gcrfehari cargo de laa faltas qoe notare .al ìomediato ^obalterno qoe deba celar ó ejecotar el camplimiento de SDS órdeoea ; j este resulta calpado, tornare eoa é\ por 81 niismo la provi de nei a correspoodiente; en la in te li n eia, qae por el disimolo recaerà sobre éi la respoDsabiiicIad (2).

165. Cualquiera qoe estpviere mandando tipa por— cioD de tropa, no se qaejardi A so gefe inmediato de es^ tar cansada.f no poder resisti r la celeridad del paso^ ni fatica que se la da^ eoo otras especies que distrai- gan de hacer un pieno nso de ella; y si biciere algnna re presenta ci on , ha de ser moy fondada, convincente, é solas, y por escrito precisamente. La contravencion 6 lìgera reflexion en seme j a n tea casos seri castig'ada co- rno falta grave de sabordinacion y de flojedad .en el servìgio (3).

164. En cnaFqniera oficial qne.mande i otro , 6 se balle solo> sera prneba de corto espirila é inotilidad para el mando el decir qne no alcanió à contener la tropa Jl an órden^.ó qne é\ solo no podo sajetar à tan<* tos, con otras espresiones dtrigidas à nlisculparse de log escesoa de sa gebte, <S de sa cobardia en acciones do guerra; porqoe elqae manda, desde qoe se pone é la cabeza de sa tropa, ha de celar la obediencia en todo, i inspirar el valor y desprecìo de Ios riesgos: siempre que snceda coalqoiera de estos casos, el oficial d ofi- ciales terin jazgados por el consejo de goerra> qaiea gradoar^ la falta qae haya habido (4)*

165. Todo oficial) de caalqaiera graduacion qoe

(1) Ord. del ej., trat. a, tit. 17, art. 6. (a) làtm^ art, 7 (3) Idem, art. 11. (4) Idem, art. i3.

78 - :

faese, «iéndo atacado en so pae&to, no lo desampardrà sin haber hecho toda la defeosa posible para couser- vario, y deJAr bien paisstd el hooor de las artnas. tavÌ€8e ei general del ejército alguna dada sa dé^ sempefio, le haré jnzgar en con^ejo de gnerra (t).

166.^ El ofìciài influirà en sus infuriored, de cnal- qniera clase qoe sean y el concepto de qne el eoemigo no es de venta josa catìdad, castigando tóda conversa- Clou dirigida é elogiar stt disciplina^ iiiteligent^a de sns gefes, armamento, ninniciones, ^aballos, provisioues j trato (2).

167. Niugnn oficial campafìa podri aosentarse del campamento de 8U regimientor ni un instante sin licéncia del gefe de su cuerpo^ ni mais de cnatfo Koras sin la de sa brigad^er; pero el qoe e&toviese próximo é Ber nombrado de servicid, en ninguna forma lo sóli- citare, ni se le concedere el permtso (5).

168. Se prohìbé à todos los ofìciales ei pasar una nocbe faera del campamento ó de la gnarnicion en que se baliaren sns cuerpos sin licéncia del comandante general en campana, y del gobcrnador en su gaarni- cioson, licitada con couocimieuto por escrito del gefe del caerpo (4). '

169. Todos los ofìciales de dn^reglmiento, bitallon ó compafiia en niarcha, estarén siempre presente» en ella tanto al partir corno al ilegar à sus alojamientos: no.podrén adeìantarse, quedarse atr^s, ni separarse de sus respectivos puestos para conversar con otros; y el" qne no obsefvare exactamente tsta órden sera cabtigado por sa inmediato gefe (5)

. 170. £1 oficial qne mande la peqaena escolta de cada regimiento destinada é forrage, sera respousabie de qne sa gente compia ptintuaimente las óidenes qae liubiere dado el comaadanfe; que bagau so'forrage con

("") 0(Ì. del ej., irat. 2, li'u 17, ar! 2n. (a) T'I'rn.art. aJ*. (3) Idem, art. 25. (4) Idem, art. 2G. (S) Licìu, ari. 5ii.

proiititufl, qoe por nìngoti motivo se esiraviéD, qae do entreu casa algnaa sia «er maodados^ ot hagan dafio. Si algQD oficial dfjase.de cumptir exactàm€nt« con es- tas obligacioDes, ssré castigado severanipiite,' j sj el comaodante del forrage por cooteroplacion 6 debilirii^d dejaseen eslos casosi de proceder estiechameiite contra losculpados^ sere respoosable al general ó comaiiJanttf ea gefe, y acreditaré sa poco amor à ini servicio, y mucha desidia en atender à so propio honor (l).

171. Los sargeotoa mayores de 4as plazas ^erifica*- rio (cuando hicierep sus rondas) si los oficiales^ sar- geotos, cabos, tropa de^gaardta y centiuelas estati en los pantos duole deben existir; y eo caso de haber aiterado està obserrancia, .sera modada y arrestado el oficiat qoe lo hubiere mandado ó pernii ti do , proce- (liéudose cootra ^1 con la peoa de privacion de empieo^ si la uovedad becha eo so guardia se )ustificare ser ejecotada eoo malicia, 6 fio particoUr ; pero si solo se verificase ser descuido^ó faita accideotal, se le mor- tificare arbitrariameute eoo U proporcioo qoe corres- pooda^ y con la roisma distiocioo de casos se aplicari é los sargeotoa y cabosy coniardanted de algon poestO) qoe bobieren mudando el suyo, ei castigo establecido en el tituio de penas (2).

172. £n inteligeocia qoe ba de sortearse la bora en qoe ha de bacer so rooda en las plazas cada oficial^ seguo esté prevenido eu el titolo 5.^ de este tratado, prohìbo el qoe la eiijan oi cambieo; y qoìero qoe sea tnortificado seYeramente ci qoe cooti^ayioìere à està Or* denanza (5). *

17S« Los oficiales qoe bobieren de asistir en calidad de jaeces à los consejos de'goerra ordinarios de los re* t^imieotos, deberéo votar sobre tnis OrdenanzaS) segon su concìencia y faooor, y lo qoe de las ioformacioues

(i) Ord. del 9)., Uhi. a, n't. 17 , art. C)^.

(2) Idem, trau6| tit. 7) art. ai. (3) Idem, art. a6.

80 «« dedozea apàrtiiKlòsis d€ todo àfecto, odiò\ cólert y pasion para no >flojari é «gravarlo rolo^ ni dismi- Duir par iutavidad la foerza de mis leyea miHtarea: j cpntrayiniereó i la obaervapcia que. ellas les pres- criDeti ^ quedarin prWados de su empieo (1).

, 174* £» ei sxipaestode que el art. 4^ , tit. 5, trat. 8 de la Ordefìaaasa general da regia segara para proce- der en Us caasas de r eos coyoa delilos esten saficieBte- mente comprobados, probibe<el rey absolntamente el qne se ose de otros medios para apremiar aflictivanieote al reo à la decUracioo, pena de privacioa de empieo al oficial qure lo mandare: j de igual 6 major castigo (seguo 8u,calidad) al que en esto le.obedezca (2).

175. El oficial (de cualquiera. graduacioo) que man- dare plaza^ fuerte^ 6 puesto goarnecido cou propor— cioa de dispotarle, estarà oblìgado i defeoder le coaoto lo permitau sus fuerzas, à correspondencia de las de los enemigos que le ataoaren, à méoos que tenga ór- denes (de coyo complimiento se le haga respoasable sin arbitrio) que disculpen su condncta ; y si alguno fai tare en esto sere privado de su empieo: j en caso que la defensa haya sido tan corta que baya. entregado la plaza, fuerte, 6. puesto indecorosamente) podré es^ tenderse la sentencia basta la de mnerte, precediendo la degpadacLon (5).

176. Cuando se trate de examinar la conducta de algua oficial iqne 'bubìese entregado (en los térmioos liitimameote referidos) la plaza, fuerte 6 puesto que |Dandaba.y deberé tambten bacerse cargo é su cabo subalterno 6 comandante en segundo, y à los demas que bobieren votado la entrega, en caso de que el goberoador los hubiere qouTocado^ y conformàodose con su dictémen (4).

177. Si el comandante pastificare (aunque se consi-*

(i) Ord. d«7 ej„ trat.' 8, til. 5, art. aj). (a) Mem, art. 5<». (3) Idem, tii. 7, »rt- a. (4} M*toJ tri. 3.

8ì:

der« 4U« ^remòto) haher r«adidQ (flolenlltdtt' cbiiM ^figiates. y tropa) pinza ttàetìfi 6 piMftto qne. manda^»^ bai porqaQ alg«li9«kiBa fliUa an , érdao llamada é loa epeiDigot, por iii^'qQerer.la gjoMirnicioii maataoerie eo sns pueatosj 4 tpor ptras oauaas qoe éi pndo reiiie«^ d\ar, qaedari libre de cargo; j ei ofiebl il oGciales de» ViDcoeotes (por compril^iìdidos ea aqoel criaen de qae f oeda eL «Qomaiidaiitq) seràa coDdeoados à prìvacioo de empleO) j pdblica degradacion, ó à pena de moerte^ legRn la QiaUcia qoe en e;! haclio >e. joatifiqQe (1).

178. £1 ofioialqae en caalqaiera accion de gtierrai 6 marcbando à ella, abandonare.sa paesto deliberadameiirrr te, àia urgente motiiro qae le obligae.À ejacntarlo, per^ ^erà aa empieo, .y seri, declarado iocapa3& de obteoer otro ea mi . terTicio, precedieado degradacioo; y si de eate defecto cometido ooo malioia 6 cootra todaa reglas mìlitares rèsaltare pérdìda de la tuocioo, ó perjoicio.é lo» progresoaqite.miaàrmaspiHlierao coosegoir sii el ofi- eial colpado hubiera tenido ma^ Copstaiicia, podré eatea^^ derset haata . la ,pépa d^ moerle la, sentéacia (2)..

179. (3) £1 ofìcijil :qpe:,9itropeil4iì4o ans^ oblìgftoio* nes cometa el atentado de eutregar TolantariameDte el Real deapacbo de sa'eÀpleDydespòjéDdose de 'sa h<ÌÉiò* rifico caràcter, serà^destinado por cuatro afioi de sol- dado raso al regimiento fij[o de Ceuta, y campUdos se le despedirà para siempre del serricio, sin qae jamas paeda admitirsele, ni ano comò tal soldado.

180. £1 oficial comandante de on caerpo destacado qae sio legitimo motivo qoe le discolpe , desam parare algooa tropa de él, sera exaniinado en consejo de gaerra de oficiales generales, y juzgado segua las razones qae jastificare baberle movido à està determlaacion , ó los accideotes de qoe la separacion baya procedido; y si re- laltare calpable sa coodocta, se )e impondrà à propor-

(i) Ord. M ej , trai. 8, tìt. 7, art. 4. (a) Id., art. 6. (3) Beai órden de a5 de cnero de i8«2.

cioo de It ealpa paht de siMpeafUHi i prividon de em* pleo; j ano pedrA estettderse batta 'la de maerte ii el detamparo proTiniese de va «otof imdicia (1).

181. Per ningmi pretesto aepemilta éeeaclie) ni apoje por el eòronel ni gefe anilitarraigan reeiirso ee rùz de caerpo qoe Uere tal objeto> y se nrìrarà cerno npio de lo8 mas graves delitoa militaresen elsdbdito lasvgeatioa de tal especóe^y la toleraocia en el teperier qee no la corte con oportnno y efìcas remedio. Ileal àrdtn de 1 1 de noviembre de 175S, coofirmada por otrìa die 9 de manso d^ 1816, mandando en ella qaelosoficiatès qne co- metan* este delito, sean depnestos de sos empleos^ y el motor ademas safra coatro afios de enoierroeoaB casti Ilo.

182. Todo oficìalf de caaiqaiera gradaaeìon qte eea, qoe abandonando sos banderas 6 dertinos^' Tenga é eata corte, sera privado de sa empieo. Tampoco podré bajo k misma pena pasar i etra proTÌocta qne à la qné &ese destinado el qoe salga en Comision del eerTÌcio é con lieemna temporal, sin el competente periótsò para elio. Real órden de 14 de agosto de 181/ Goafitmada\por Realorden de 81 dejwUo de 1835.

(i) O'rd. del #>. , trat. S, tiu 7, arh <8«

85 PART&r ■■•••■•

Cfmprendé^las éiligaciones d'et sóìdado, càho'y sar" gènio f contenidas en tos titàtos primeró ^ sègundò,' tercero, cuartoy quinto del tratado segando de la' Ordenanza.

imiLO PRIMEaO. oitiftACfioiris' -Dn «ghiado.

jirt^ 1. £i reehita qnelhffsreàwaà còmpàfiia^ se le destinare à »d» eseasdrdy de cuyo cabo seri entefi»' do i Teetitfse con propìedad y coidar aos afinay^ ehte^»! réodoaele^de la aabcMrdìoacioD ^oe deade «l punto en qoe ae ajista en et serTÌcio debe obserrar exaétamente.

2. En cnalqniera tiempo enqoe se leaiente Un pla^ xa reoibiri la caMqa , cfaarqaéta , pantalones j morrion SD el eataéo de osa qne estoTÌere el Testoavio de la tom/^ pania qne le toqae, j se le darre- el snyo eoo el comple- to de'botones, ain-rotora ni remiendos mal faecbos ea pano 6 forro^ >

5. Si entrase A servir antea de 'còneloirae la onarta parte del tiempo fijado para la dnraoion del Veste ario, recibìni sin cargo nl^no el oempletonde cattisaa, eor&a- tìnea^ .mediasi» sa patos iraevos j gavro de coarteK Gnan- do llegne el recinta de»pnes de ienècidoel termino ae»<: fislado at nsò del Téstoatt^it ^^^ vecibiri^ sip cai^o nna camita, on eorba tin con mediaa- 7 zapIttM aèevosi y es*-' tas mUmas prendas bau de dirsele èn «Qalqniena liem-^ qne ll^ne i la oompafiia despiies de diatribaidó el nacTO ▼estnsrio;^ j ^olo en el casot de faltar dos mesca 6 menoa pira ki entregtf del soevo t^stnane entero ó me« dio, ae le antioipari por coenta de éi nna eamna) nn oorbatin, 00 par .de nvedias y otre de aapatos.

4* A nìngnn 'recinta se peroritiri entrar de gnardia

h«8ta qae sep; de meolom todas 1«8 oUigteioiiet de nna centinela) lieTar bieii sa armaf marchar eòa toUara 7 aire, jr liaeer faego eonproiftitad/y órden.' '

5., Desde qoe se 1«, si^ta sa placa. Imi de enterlrsele qae el valor 9 'prontitad . eo la bbediencia^ y grande exactitad el serTicio son Òbjetos à qae nancà ha de faitar, y el Verdadero espirita de la profesioD.

6. Obedeceri j respetaré à todo oficiàl j sargento del ejército^ à ìoa cabos. primeroi jLsegaodos de sa propio-regimiento, y à caàlqaiera de otro qaè le està- Tiere maDdaado^ sea ea goai^Ua^ deslacameoto d otra fancion del serTÌcio.

7,. Paraqne naaca alegae.tigaosiraiàeia qae U exiipa de4aMaa eerrespoodiente 4 la iniifaedìeacia qae. c^me- tai debe^.iftber eoo pjDCciston ti npmbre de los cabos, sargentos y afietaleft de sa compafiia, el de losayadaD* tes y comandante , lenienle corooel y eocooal , y lOtitar bien eaterado de laa iejes penales, qae se le ieerén una Tee al mes anies dola revtsta de cornisi» ffio> dea el mismo dia deella é'preseoeia del qae mandare, la oompafiìa. ~ 8. A- todo oficial general qae halle sobre «a mar- ofaa 4(00 estando da lacoioo).debe parurse y anadrarsa para saladarle al pasar, iiicLinando 1^ cabexa, liearando la maooderecha al escodo.del'morcioB^ y.coHclaido c^ salodo la Uevara con aire à sa costado;:.y A. los ofi* oiates de caàlqaiera coerpiO, sargentos de ^o:iregìmtett* toy càbòs de sa Campania, se parare y hari ai.iBiisnio sakido sin iaclinar el caerpo ni Ja c^eza. . } 9i A las f asticias por ao re^pètoiiy^ las demas personas TJsiblessaUidaràstdiresaiBarcha sin.ineliiiar la cabefeà ni pararsie,.llevando la mano derecha>al gòrroó morrioo.

1Q« El soldado vde cabaHeria gocarii cioeuenta- y siete reales y ^eatoroe maravedis meÀsaàleJs ^ coyo prest ite diatribairé en la forma aigniente: taadri dooe «nar- tordUrios de sacorro> y de elloa dejari, nnavo pata.aa aastento, qae sarà en dos raBohos^ ..el ' ano eatra i£Qéf e y diez de lamaiiana/ y ^d atro idespaea. d^ Ja

85 JÌ8t$'devh i^rde; Jebiéadose «ovUr i»o»' .«nlieij^^iaiì li'Cdna i. loB empleados de guardia* Ed ei ftimev ran- cho cQoieré la tropa estraote de «erticio aatea de mon- tarlo, j se reserTarà é la salrente la porcìf^n de su co* mida. Para lavar la ropa, aoi^prar tabaeot Itila; y de- mai meottdos gitatos, serf irà» ' los etros irei ,e»arWa qae le ftobrao cadi^dìar-Los qoioce rei^lea 7 d4>s mara- Tedia restante» de se pre^t mensoal seise^ndr^p ^ntof ib^dos del ref>imienlo para isasUa»

11. Con. ella «e ha de .proyeer al soldodo de me- diasi aapatofl V eanusaa j deoias pjreadaa.precUaa pasa •0 entretefJmieDto; Men eeleok^ìdo qqc^ caanlo se 4e comprale eo el miamorpueUo en 4]iie . estwi^xii If» da* beriajttstar preeisataeste. el aùsmo iotereas^d^yj diar- ie po9 aatiafeclio de §u ealid^d. y precì^ antea de vtp- mafie, ab» qae.aeJe^ pipeda |aiaaa «obiigar. é qae ae proTea de tieoda ni prenderla déterminada , qi|edaiMÌo al capitan d eficiàl if»é mandé J%OQinpafila al apio arbi- trio j cuidado de^oe^sea la .ealìdadr bneoa , j que^so baja oonveoios Sraodol^ntos- .

12. Sieuapfie qee para'aatiaC^er.alg^n empefio to- Inotario del aoUado^^se. le arrealaae^ j piiaìciiie à ootadfo locorjro, por aer ineop/eieiiie. la. qoaaila .para paf^ar)^, ao p0dfé eaceder lie doiinieaea el lieoapo de ao priaiopi: 7 81 en eUee no bebier^ aatislbebo» ae le.poodrà eo li» bertad, j ae le retendrto.^iolameiile ì^, iraa cnartoa sobrantea de ao rancho, para con elloa y aonjuwita. pia- gar el reato de aa^deoda«: ..>;

15. el ▼eilaarìo y., maaìia del aoldado fan tieinpo de goerra do ìbaataae para sq preciso entreteifiniientot qaiero qae formai meete ae yerlfiqiie, y qi^e con coue* cimbnto de la imposibvUctad, ae arr^gle la proyidenpia oportaoa de retnedio, sio apelair à Tic^ìqaoa arbitijpa qae ae bau i^ifodaddo^ y lOa mi ijo^Oko ae corte n comò gntQSoa it mi r^al.jBrarto,' y p^qaiyoa al boiler, de ^a miamos oficiales; y bajo aste concepto, maodo qae cada trea meaes ae ajaióei «aeaita de *letf ao^adoa,

86

haga éns i^eCeé , Uà' <àe cada* nii« ^ tsdn - coaocimìtedto * de éa legalklad» se formare 'd6ft^«a por e^impanto nna relacioii qae euptèse iósf empefio» de toa sóldados de ca- da Qua, fa (jtie certificare aobre su palabra de honor el capitan; el aargente mayor ipiùttà wx cónHame ^ j e\ còronel so Ws/o òutHa^ Se tndmrdo todaa ia« retaci o- iies en m retfdmeh generafl , cevtificadi»^ 'd6l «argento mayor y coronel> oód ' d^clàtacioa , bajo sa palabra de hooor, de aer iegitìnlas laa denda» qne «6 eapreaao , j de haberse ét^ todo obserrado la mayor economia t ea— toa docnoientòs loa pasaréto loa'gefea de los cuerpoa à ÈVL reapectivor iaapectdr «to eampafià ^ quieti con mivis' /<y ^uemr toa eotregari al general del ejércitO) j eale los dtrfgiràf al aècrètario dei deapacbo de 4a guerra para mi real aprobacioti, y qué ae eapidaai intendente la>drden para el pag^*

14* Ed el esmero del caidado de la ropa consiste Tentaja 'de-qnb'èf aorldàdo 'lio «e empefie como'qne grangèe ei aprecio de ania gefeii>; y para lògrar uno y ofro éedàirftrif'peniàré y yetftiré con aaeo diariamente; tendrà ioara patos y -botònes del Testido Htnploa^ elcor^ batid bten pnesto; so eàiaca-, paotaion y ;botìaes aia inancbaà, ròttiraé tii ttial ^mietido; el pebcortad», àin poUos (1) ni sebOf ei mòrriofi bien arinad<6, y en todo aa porte y aire marciai dard à cònooér aa }^aend -ina- trnccion y caidado. '

15. No ba de* iterar en.aa'Testaarb prenda afgana qoe no aea de iiAifoVme ; nnnca ae le ,permitirà ve de capa ni- con redecilla > famar por la calle ni fnera de los cnerpoa de gnardìa, aentarae en el anelo en caliea ni

Slazas pùbltcaa, ni etra accion aignna qne pneda cenaar eaprecio é ali* persona.

16. Se preaentari inny aseado en la rer tata qne cada mafiana le paaarà ci cabo de «a eacnadra; aotes

•<i) R«tl drden da -le èé jallo^ 179 1.. t

«7 ie olir del f^artet refoi|QC«vA sa ai<ma qvitfadlob «I foìroji.j i la luta de la ta^de asistiséoon la miiimapan* toalidad : j aas gefes hallaaeq.par 0OQVe«ie»te el paaar otras lÌ8taa,..4eri.ig9aUneiit^. ^sacto èb $u cmtipiitlìkoto.

17. Habrà, siempre goe^ja :pQQda> è» OB<)a< eom-^ pifiia un aastre encarga^o de las compostoras qne ococrao en los vestìdoa de sns. indÌTidoos, diodosele ooa cotrta gratificacelo por plaza qae ae satiafaiìé de la maaita ; . eximiéodoU tambieo de d^alacamentoaf j lolo aeri ,de sa obligacioo ppoer el bUo^ pero jel'paiio^ i>o- toaeaó forpro deberi e^tregàra^le por coentà delaoldadb.

18, Àoo eoa^odo. eaté sia arvia- marcharé con dea» pejo, mai^l^aiendo deirecho el eoerpo^ la cabeaa levane tada, el p^bo afaera> loa iMraaoai caldea óatQraliikeDte aio braceav de pi ugno moderi el caorrioa bieo poeato, j las rodiliaa tendidaa; pocq^e en so airoso y naturai ma* Dejo debe la tropa en todas partes dUtÌDgairse«7 acre- ditav la, inatrpsoioo qoe ^e le, ba dadki« < .

19» £1 qóe.foere. rancbero irii > comprar coar.sti casa^oii ds lienxo y gprro de cnartet lo qne neceaita^ re para sa rancbiQii la bora aefiaiadat y cnidarà de> ter serio, pronto à las preyenidas para 4a8 eomìdasu Seri de aa obligacion eotregar cpn liropiesa las boUas, ta- paderas 6 vidriadoen qne comao, comò apagar loafogonee.

20. En cada cciadra del cnartel babré ^lombrado nn coartelepo ; y sien una.misdia buhiei?e mastde ona com- pama, cada ona tendri el spyo/eale bacreti U. parie de la caadra.en qiue est4 sn compania^ no dejarl aaeat arma algnna sin ó^den deioficiaU largento ó cabo de la miaoia, ej|»barazari qne los aoldados se enttetebgan ' €Q jnegoa probi bidos, qne ningnno tome ropa de mo*' chila é maieta qne no sea propi^., ni qne està ì^ iaaqne del coartel sin notici a del sargento ó cabo respectivo; coidarideqne lascamasse levsnten i labore sefialada, J qne las làmparas no se apagnen despnes de encendi« daa basta ainanecido.

21. 8e probibe Y bajo de se? ero caatigo ,. al soldado

lodtt oonvenmcloa qci« msnrifieste %ÌAettL à deiragra'Ao «n «i tervioio^ ni «entìinieiilédé la' fàtiga qaé exige sti 'óblr- ]gacion i tdfiMido diitattdido', qne para liierecer atoénao aoncalidadea iiidiipeiìBaiì>te8erìQTaria1>le deaeo de me-^ reeerlo , y tm grande amor al o&cio.

SS» NiDgan toldado pòdrà exìgir en el alojamieiito qoe tnfiere , etra oesa <pie caraa, laz, agate , Ttnagre, Sili (l) y a8Ìeoto à ,14 lambre; j el qae maitratare à sa patron^ se castigata à proporción del esceso*

S5. Desde qne al soldado se le entregne su mennge, jannioionet j f armas eo el mejor estado , observarà pfer^ I •fectamente el modo 'de caidarlo fodo con aseo y oso pronto de servieìo; debìendo cenocer las faltaa de sa «érabina^ el nombre de cada piesa, el cbodoide armar j .desarmar la Hate, !y pbnier bien la piedra, codsi*- ìderando taa reotajaa qae* le resallaa de tener sns armas •bìen eoidadaa*'

S4* G>nserTairdi6 en baen estadò sna armaa para efl ftottal serTtcìo de ellas,' debé tener el sdldado macha •confiansa «n * sa disciplina^ y por ella sega rtdad àe la ribtoria ^ persoadido de qne la lograrA infaliblemente ^afdando sn formacion y estandò atento y obediente ni' mando, bacìendo sné foegos con prontitnd y bae- va diréccion, y embistiendo intrèpidamente con la arma l>lanca al enemigO' casfndo sin ctoiandante se lo ordene,

S5. Estando sabre las arnias nq podrà el eoldadò fsepararse eon motifo algnno de sa fila ó companfa sin lioeacta del qne le estoviere mandando, gnardari pro- fondò «ilencio, se mantendrà firme, y no se rascartf (DÌ hard noyimiento indtil con pie ni meno; no salo- •darà>é persona algnna> pero cnando desfilare delante de algnn gefe, al Uegar à sa inmediacion voUerà on

(i) Jrt. ir, /!/. -T/^, irai. FI En el aloitmìenlo debe tn- , tenderle U obligacion de proveer una carna para cada dos »ot-

'dadoi , coropuesta de gergon ó colchon j cabezal , manta y dot •ibinas; y para lo* sargentos con colcholi j^rccìsalfnente, las,

Mp ■oeite y.Tinftgr* lat* , 6 log^ar 1^ la Umbre para -guuar.

8^ fò'cdlacabezirpttra )ttìtàd#c<i«io distiatìvòdesà respeto. 26.' Se protiibeà lodo sdidado el dispaiar ^a- arma fio cfoe lo disponga et qoe le maiìde, à etcepcion de los caioa.qQe se prevendrén para lacentinela. ' 37. £1 qoe eli Ida ejercictos ecliasé al anelo sua car« tnchos, 6 qae procurasre ocuitaHòs en algana parte^, ieri severamente casttgtdcK

iSoldado de guardia»

f%. El aoldado para entrar de guardia reconocerà con antietpacion an arma y moQicHynes» ilevaadò diéz cirtnchoa , Ttendo ai la pteora ^ae ileva pnesta y la dd reserva eatan eomo-debe., poea si ^v la regista que el cabo respectiTo ha de pasarle, antea de ir à la parada DOtase algoiia falta*) i^rà à pvoporcion de ella mortifi- cado el qne la t^nga^ ^

29. Sìa licencia del qae myde la gaardia solicitada por condacto de aa cabo, no podri aepararse de ^a; 7 solo en caao argante y à mny raro soldato podré cA- cederae este peripiso.

30. Todo aoldado inmediatamente qae ojere i au oGcial ó cabo la^Toz de d las armas^ deberà con pronr titnd y ailencio ^cndir à ellas, y forma rse descaosando sabre la. aojra eo an paeato para ejecotar coantq dUpon- gasn gefe,, , .

31. El aoldado qne se enTÌare de una gnardia à ller ▼ar algno parte por escrito.ó yerb^l, marcbarà con sa arma tercìada basta llegar à la persona .i quien fuer.e dirigido: à nn paso de ella presentare el ajrma.sl fnere de grado à quien la presentarla en centineU) y le dai:A ^^ parte qne lieva, sea verbal ó por escrìto,^ despnes de recibir la òrden qoe le diere, terciari sa arma, darà inedia melta 4 la izqaierda y voUer^ ^ su pnestovcnya lormalidad practicarà en igual caso con cualqnierà otra persoiiav man tendendo siei^pre att arma terciada: todo esto lo veriÈcarà caando baga eafe aervicio jA pie* , r

m

: .52» £1 qo^ $^ whrUf^fe^^ estiu^da de. «erticvo. àa re- jnìtirà fin derech^irà 4 po.caartel> {Mdi^odo el rilevo, 45on DOticia de ^^ £ilt*, para qcl^ ci ^«fe 4e aa caerpo lo castigqe cqh la pena <gae le oorreapooda (l), pero no deberà removérseUid^ la.g«ardU hàaU qoe $!B( haate en estado 4^ ejecutarJio por sa pie.

55. 'D<;bieudo regaiarse la faeraa de^cada.g&ardia al ndmero de coatro hombres por centioela de Us qae fueren iodispensat^lea > qne correapoaden à cuatro cnar- tos, d^ los qae el uno se emplea de centioela , deberi haj^er otro vigilante y doade deaeanao ; en ipleUgepcia q^ael TÌgUaute.no podri entrar en al ofterpo de gaardiamo4^«n,.9l.ca«o de liofili 4 nieve, a^un ao.fiier- :»a «qoe |;radoarà el gefe q«e mandaceel poe»to. /

ObligAcimes gfmrale$ de la c&ntinda'

54. El que le toqoc entrar de céntinfela, cnàDdò foe're Hamadò por 9a%:d!»o se^nirà con er arma bien ^g|ésta al hombro, y "eu llégando 4 la qne debe tiiadar lisi preseiitarén ambos. La saliente est>Hcaré A la adiran- te con roacha clarìdad las obligaciones particniares de sn pnesto; el cabo las oird con atencion, j salisfecìio de qne la consignaestàbìen dada, 6 rénòvandolo qne bn- Kese omitfdo la centidela saliente , encargaré é la en- trante la eiacta observancia de lo qne se le ha entre- gado, y qne tenga. presentes las obligaciones generalea qne le liàn 'ensefiado.

55. Toda centinela har^ respetai* sn persona, y si cnalqpiei'à qnisiere atropellarle le prerendrà qne se contenga, y si noie obedecierellamarààsn cabo para dar parte i sa comandante ; pero si en despreciode està ad- vertencia prosìgniesé la persona àpercrbidà é forcar la cen- tfrtela ó atropeUarla en coalqniera foripa, osarà de sn arma.

56. £1 (jae' estnfiere de cenUaéla no entrégàré sn

(1) Real- óràtn èé 5 de no^iitfiiibrè de 1779, qite iiopaae pa«

91 sriDji i perton» «igmi» ; iiii#Btirii$ t* Jkillftre en i$i faosioB no podrA dk oMsmo oficial de la goairdìa «MtigM- le, ni aon.'€oii palabeas ikijoriosat raprenderle.

57. No permitirA qiie i la io^iuediacioii dis.sà pnesto ha- ja roido^ se arme pendeDcia, ni balga porqaeria algnua*

58. .No tendjré miealraa: eaté de centioela ^conversa- c»D con persona algona^ niaun consohiadòs de sn guar- diat dedicando todo ««cnìdado i la TJgilafieia de,6u poei- tot no podvà sentaraS). dormii (1^, poiner«^beber, fo- mar (2) nt hacer Dica cosa algosa qqe «desdiga de la deceneia c<mi qne debe estan, ni ie^diatraiga de ia< aten- cioo qoe -exige nna dbligacion tap importante ; p«ro podré pasearse sin estenderse mas qne à die» piaaos de M logar:, con ia precisa cirionnataneàa de nnnca perder de viata todos los objetoaé ^oe. debe fender i «i aban^- donar 8B pnesfeobajo ia pena qoe U correspofudef

' 59« Nnnca dejari el arma de la mano^ maoteniéodo- li al hombro 6 deseansaòdo sobre ella, de gojaa dos pò* sicìoaes podyi osar >'la prittaicraparaipas^arseylaaegnn- da para mantenerae. i pie Qrme debieodo encoabto paeda alefair desi lodo tàropel: d.^ gente.. ,

40. £1 qnie e8UiTÌqvede,centii:i^la à laa,ar;fD^s coida- con TÌgilancia ^de qne madie ias reo^oaca ni qnite tigana de sa poésto: estaré.atento é Ias oonversaciones de loa aoldados, paira a^isar de ooalqnier^ -Oapecie qne mereica la notioiardel gefe de la gnardia,.j procura tpe la geote qne pasar e lo bàga en onanto sea posible, <in arrimarse tanto é ias armas qne Ias toqne. /

41* Toda centinela por cnja inmediacion pSjsar^ ^- gODoficial deberé'pacarse# pooer bifìn sa arma ai 1m>i9-

(0 £1 centrnela que te h»]le d<Hrmi<lo te c«itjgftrà coen dos correr»» de baqueUs por ^aoa hpmbref ». y cfliagV^À .&u tJN^po «n presidio ù obns piiblicaf.

(a) Por estas falus/ la de distraerse trabajando 9, dcjar •n arma de la mano, tiene la.pena de aS pafoa deiitro del cuar- *^l y dos meses i^rislon pagf ndosu serTÌeio; y lel que ab^ndo- ** rapaio ain^rdesdel caio, U dejer pasado por arnyis.

hroj mirar il UévmpBt»i st eèto^ere eo Uiaiyrìllft^ j «i en U porrla ii otro po^sltf deciaaplAia^rlofieial; j«t fwere persona éqpien correspooda èi hooov de presentar las «r«- mas, lo ejecntai'à igualnteùte qae la guardia de qaé es parte.

4^* Si estando ep la pnerta de tma placa. ▼Ì6ie>e- BÌr algana tropa armada ó peloton de gentev Uamaré iaego à so cabo, j à proporoion qne se acer^ave oon- ttnoaré su iìtìso, jr eo *oaso de qae ei cabo no lo liaya otdo , ó qae -celeridad de Ica q«ie se acércxn no le haya dado tiempo para aeadir , la niania centiuela cerraré la barrerà ò poerjta ai la hii^iere; mandarà ba- eer alt^ é- los qoe te aproxìmeD) j si en deaprecio àe este* afiao paaaaén adèlaote^ de^o^^ri paeato con foejgo j bajofieta bliata perder la rida.

45. La centtùek qne vrere medìr con pasos^ ooerda, percbas 6 de caalqaiera otromodo lamaraUa, foso, camino

- cubierto 6 g^sis de la fortificacioo, 6 qae algòno con pà- pel, plnnifa 6 làpis bace apnntacion d observacion concaal- quiera instrumento, darà pnmto afiso A so cabo; j ai la persona qae irabiese intenfado las eapreaadas medtdaa 6 reeonocimieDto se fuese alejando, le mandarà qae ae de- tenga llamàodolé; j si à la tereera Tei de su mando no obedeciese, le bara foego: debieodo practicar lo naiamo con loa qae reconociesen le artillerla ó mioasf escalaaen la maralla 6 biciesen dafio en la estacada.

44- Si fiese incendio, ojese tiros, reparase penden— eia ó caalqoiera desórden, darà pronto aTÌso à su cabo;

'j si entretaato qae este liegase ptidiese remediar 6 con- tener algo sin apartarse de la poasto, lo ejecotarà.

45. Todas las órdenes qoe la centinela reciba han de darsele por el condncto d^ sa cabo; pe^ro sien algnn

' caso particalar qaisiere dar algnnia por si el comandan- te de la guardia, las recibi , obedeceri j reserrarà si asì se lo encargaae el oficiai.

46* A persona ningona podrà comonicar las órdenes qae teoga sino ai ctba ó comaodaate de la fnavdia cn

95 CASO q«e se lo mandarea; j al prio^orodeW^ celiar iaa qaeel segando comò soperior le haya dado, con preTencioo de reservarks eo el caao.que evpUca el articulo antecedente.

47. La «eniinela 00 se dejaré mndar sin presenoìa delxabo; 7 mientr^^^staviere de f%ccioo, no entrare ea la gariU de dia ni de noche, é escepoion de nna oreeida llnvia ó nieirej 6 qae el rigor del caior persna-» da aigoberoador dàComan^ante^ é permitirlpi enJas ho-^ ras qae se seiialare de dia, debìendo tener siempre abier- tas las ▼éotaoasde laa^aritas.

48. Toda. cQotioela tendrà espeqial coidado de dar con la po3Ìble anticipaoion ,ayi$o é sn guardia cnaodó Tiere venif àella aigon gefe de la plaza d otra persona à qaìeo correspondao honores. .

. 49* Las.x^entinelas de on recinto 6 cordon, qne pne- dan comonioarse, paaarin la palabra cada coarto de bora desde la retreta basta diana en està forma: <;tfn- iineUij alerta-f y con laa mismas voces pasarà de nna i otra, emppzanaò por el parage que.estaviere sefialado.

50. Toda centinela apostada en morsila , puerta '6 parage qne pida precaucion.> desde la retreta basta la. diana darà el quitn vive é caantos Uegaren à su iume*^ diacion; y , respondiendo , Bspana^ pregontari : qui. genia y si. foere en oaropafia gué regimientol. Si ios pregnntados respondiesen mal ó dejasen de resp'onder^. vepetirà et quién vive dos ^ecesi y sacedieado lo iois-' ipo, ilamarà la gnardia para arrestarle; j eo 0aso <i^, liair entonces, dando- con esto fandado motìi^o de sos- pecbar qae.sea. persona mal intenpipiiadai le har4 foego*

5l« Siempre qne al cfuién vìve de una centinela apos* tada en la moralia,.se le respQndiere ronda mayòr« roada , contra-ronda 6 rondilUf la bara hacer alto, y avisarà al cabo de escnadra par^ qne se reqiba corno ^rreapoadef y lo mismo practicariio laa centi neias en campana» si al pregnnjtafr gu4 regimientol reapoudie- ran, general li oficjal de dia.

iì., GttaitdO paseolasrondas presenterà su armajoda

^4. .

C0iitiiieia9;^ k*ré freDtealcampoyÀesitiivteraeii Umara-- Ila, j 81611 otfo piie8tdatobjelo«{|i98e le esté encargado.

5>%\ Las ceDtìneiaa qae eatiivt^eii é lot flaaeoa j veh tagaardis de ctfda bataUòir eattipado, solo permitirin i todo geoeral jr A loa oficiélea de dja, éì pasearse à ca- ballo por las caliea qae formàn- la« compaoias^ y no de- jaré qae entre paisano algano 8ia liceocia dei capltao de ta gaarditi de pret ebcibii , ni aon sargentoy cabo 6 soldado de oiro regimteDto.

54* Las centioelas de un campo no permitirln de fioche qae persoot algaùa Grafia etitlre ea las liendas, sin qae preceda et permifl^ del oficìal qae ittaode la gaardia'def preireacioo; y coando algaoo se acercare avisgrà é U gaardia par» hacerlé recoiiocer.

55« TaoifaAeii impédiriii qee saiga por ratigaar^a, . reftagùardia ni flancos de ies bataliooes campadoa sol- dado òì cabo qae fio teitga' al pase' del capitaa de la gaardia de prevenòìoD^ à qmea- bara constar pèrsiU eo <[ae le bau dado. . ' '

'56* Las centitoela» qae eatavieren en et recinto de noa plasa ó encàoipàfia no deiavén qae se les acerqae de noche persona algana la disténcìa de CaAreetta i cincaenta pa$osv qae no espliqoe ser amigo, j la atan- daràn haeer alto para qae( dando, ariso é la gaardia ae le reconozca aotes de franqaearle el paso.

57. Caando iloeva 'oabrirà la centinela la llavé de sa arma en la disposion qae esplica el manejo de ella*

Conjcluyen las óbligaciones del eenlinela.

58. Todo soldado , sea en paz 6 en gaerra , bari por el condacto del cabo de sa respectit a eàcoadr» las solicitades qua taviere; j solo podrà acadtr ea dere- cfhara à sas eargeatos j ofieiftles caando' sean MiHitus qae no tenga n coneiiioa con el serricio, ò qaeja de al- gaoo de sas inmediatos.

59. A niogan soldado se le manteadré ipr^so ma»

tiempo de dos meaeS) à escepeioti de loé case* ^ deset*-' cioD, cojros étstigoS' estan arrèglados en ei tiralo qoé trata deeate etimeùt- v doì'aiite e^tiempo de sa arres- to) siempre Otte .MI delilio no aeà capital, se le obUga- é hacer diariamente Di>a liora de ejèrcicio eii la mia» ma placa 'del cnarteLpara epe sti èalod no defcaezca; le olTide.':

60. Al aoldado de iofatìleéta qoe' qmsiere^'trabajar en sa oficio en la misiba filaza óiomediacioii del pdeblo ea qee estoviere el regìmieoto, no àe le embarazari; comò 8Q condvcta età bneoa y' }r qae faalk qùìén - baga SQB gnardiaBy ni ae exigitré de él cotra algnna por este peraniso^ q«edàodole ei arbitrio de àJQstar ;^ pagar éi mismo é qaien la monte ; pero deberì precisamente el qua trabajare en el recinto dormir en ao cnartel y com« pafiia; j aièndo faera del pueblo èn labores de campò, qaedarà al arbitrio del ^efe cfl dispensérselo: sin qae* en ano DI otro caso se le indulte de Ics ejercicios qne ìé correspoodan, ni de hacer por st formalmente dos guarr dissen^cada mei) una en el cnartel j otra deptaza.

61. A niognn soldado cnmplido se le dilatare su licen* eli: pero si por alganà eqi^iivocacion 6 inespefado acclden* te llegase este caso, deadè el mismo dia en qne ba ja cnm^ plido sa empeno basta el en qne se le entrega sa licencìa se ìedarA teda la gratificacion qae ba devengado aa piata*

TITULO SEGUJ^DO.

Obtigaciories del cobo.

ArL 1. El cabodeestaaclradebesabef todaslasobli^ gKiones drt aoldado, esplicadas en el titolo antecedente P>tra ensefiarlas j bacerlas camplirexactamentè en so es- caadrt^ goardias, destàcamentos, ]f à cnaiqàiera tfopa eo qae tenga mando; j ademas obseryaré las sigaientes.

^ Para el coidado de cada eacoadra babré nn ca- ^ primero y no segando, qnedando los soldados de

96 , '

elU i cargo de este eo apaeoMg del prìmeriO; y pajta «oplii: lasveces del fipgando elagìrA el capitan al soidado aiiQ JQsgare mas à pi'opóeito. £1 cabo aegnodo cajraeacQaara sea la mas hìeu, coidada jinejor instroidayaerà preferibie para primerp; ji el qiie.de està clase se distiogi^ mas e^ el mj^ado y gobierno de U a^j.ati ^^ti atendido para sa^r- gento ea la primera vacante de sa compania (l)*

3.. Par^ ascender i cabo debéri precisamente prece- der el exàmen de so aptitud qae, bara el sargento ma- jor, j CjKte coDsi&tiri en qoe nada debe ignorar, de Las obligaciones del soldado^ ni de las qae esplica este tita- lo para caboè, cnja eleccion en las dos cUsen de aegan- dos j primeros ba de bacerse en la mis.ma com pania en qne ocnrra la vacante, à .escepcioa de cnando conveóga atender à soldado '6 segando cabo- de otr^^ pQf particn- lar oapacidad 6 mèrito con oonocimiento del. coronai.

4* Las fanciones del cabo segoodo son laa mi^mas qne las del primero, à qo|en e$tai*à siempre sabordina» do: deberà vigilar el exacto camplimien^o. de todas. las órdenes qoe se dialcen à sa espoa^ra, las pbKgaciones generales de los soldados, y lo qae se esplica eq este tUalo para los cabos primeros, cayas fanciones bari en aasencia de estos, y en todos Los pne^tos y casos eo qae estaviere empleado de cabo«

5. £1 cabo, corno gefe m^s inmediato, del 4QldadO| se bare qaerer y respetar de et; no le disimnlarà jamas las faltas de sobocdinacipn ; iufntidiri en los de sa es- cnadra amor al servicio y mocha exactitad eo ei des- empeno de sas obligaciones; seri iirqie en el mando, graciable en lo qae pneda, castigare sin colera, y seri medido en sas paìabras aan cnando reprenda.,*

6. Gaidari qoe cada soldado de sa escuadra sepfi sa obligacton: ensefiari el modo de vestirsQ con propiedad, conservar sos armas eo el mejor eatado y conocer aos

(t) En la Re«1 «rden die 8 de d^clembl^ de i8«»4| se traU •obrc «su òrdcn de M$€»nèo$. i. < / (

97 pietas y faltàs, pooer bìeti Ut piedraf, j apuntar con baia.

7. Para la Itmpiesa jr conservacion dèi armamento tendrà %n su reaptctìVa e^cuadra uri bronidor, ao pe- qaefio martillo, ao desarmador J nn mazo de madera para ajastar las bàyonatas al cafioii> j de estos cuidaré aiempre el cabò, faaciendo al caatteleto la diaria res- ponaabiUdad.

8. Instrnirà à los soldadoa de sa escaadra eòo pro- lija ateocion eo el paso corto, regalar, redoblado, obli- cao, circolar y de bilera: perfecciooaDdo encsto, j dando al soldado an aire marciai j macha soltora, le ensenaré el manejo del arma y foegoa , eoo arreglo i lo preveoido en el tratado de ejércicios. ' *

9. El eabo sera aiempre respoosabie del asea, baeh eatado del armamento, coidado del reataario , j^bntaa- lidad y economia de los raacbos, sabordioacion j poli- eia de 8Q eacoadra, y.à^l bare el aargento cargo dt caalqaiera defectò que notare.

lOt €ada escóadra téndrà an cepilio j Ùoé tobaliad para la limpieza del abldado y conservacion de $u yes- taario.

11. n cabo refistar^ sa escaadra todaa laa mananas i la bora aenalada en el regimiento: si aigdn soldado no se presentare en -ella con el aseo debide, provtden- .ciaré so pronto remedio) y si él descoidado Io foese de reincidencìa, lo mantendrà todo aqael dia arrestado eo la compafiia. Bespaes de la revista de la limpieza per* sonai ba^é qae cafla soldado en sa presencia feconozca SOS armas y las qaite el poUo; conclaido, dard parte al aargento de estar sa escaadra aseada y las armas cor- rieotes, noticiàndole at mismo tiempo caalquiera dove- dad 6 proridencia qae hobiere tornado.

18. Siempre que la escaadra tomase las armas, sea para regista de inspeccion, de comisario, guardia de la placa, destacamento, ejercicios d otro motito, ci eabo de ella formari en lAa con la debida anticipacioD^

7

•tcindola del cmrlel con anion j órdeo: mitndari pò- ner la baqaeta ea el canon, j sacarla al frente, recono* cera cada arma con macha prolfgidad , 7 por el ataca- dor de la baqaeta yeré ai en lel interior dal cafiop haj cosa estrana, ó saoied^d; cnidarà dé.examinar ti estao los mnellea corrìeotes, el rastrillocoo baen tempie^ la ptedra baena 7 bten poesta con zapatilla de baqi^eta^ 7 SI en todas sas partea esté sa arma en bnen estado. Con- clnida la reyiata de armaa bara recaooctmiento de las manicionea; 7 tanto de frepte corno de espalda exa^ioa- todo el aaeo 7 estado del yestnario 7 correage; re- mediare prontamente laa faltas qae notare; 7 ai hubiese alsQoas qae no paeda por enton<?e8, dUpondré se en- mienden con la orevedad posible^ Laego qae ae pre- aente el sargénto, 7 qoe el cabo ha7a hecbo aa re?Ì9- ta, le darà noticta exacta del ndmero de loa pre^ntei, nombrea 7 destinoa de loa anaentea, estado del arma- mento 7 aseo de aa escaadra ; 7 la misma formalidad observari con los soldados de ella qoe entran de gaar- dia diariamente, 7 con coalqniera mimerò de ellos. qae ae destine para f ancion del aerTicio.

15. El cabo estarà en todo anbórdinado al aargento

Sara caalqaiera asanto del seryicio; 7 solo podrà acu- ir à sa sobteotente en caso de tener qaeja del sar- gento: al tepiente caando la ten^a de amboii, 7 al ca- {>itan 7 demas gefes ppr gradoacion siempre qae no se e haga jasticia*

14* El cabo primero 7 el aegando redbiràn eoo el morrion ó gorro qaitado la órden del sargento, 7 po- niéndoselo despaes de e$te acto, el primero foc^iarà en ala sa escaadra para comanicarla à aas 'soldados; estos 7 el cabo segando ae descobrirào à on mismo tiempo, manteniendo sa morrion ó gorro en la mano derechai qne dejarà caer con aire 7 oniformidad sobre este cos- tado; 7 en està disposicion, gaardaodo todos silencio 7 compostora, les ^splicarà el primer cabo la 4rden gene- ral qae ba7a recibidOf nombrarà los qae entran de ser^

99 . vieto el dia sigaiente^ j anadìri tas preyenciones qae teoga por conyenientes para la policia j gobierno de sa escaadra.

15. Tendré ana lista de ÉH escnadra por antigfiedad, otra por estatara, y otra ea qàe estario sentadas todas ìaa prendas de sa yestuario j armamento con èl ndmero 6 marca de cada arma.

16. £1 cabo primei'o j segando tendrdin ana yara sin labrar del graeso de nn dedp regolar, y qae pueda doblarse i fin de qoe el oso (con el soldado) da està iu- signia qae dUtingae al cabo no tenga malas resultas.

17* El cabo tendri àatoridad para arrestar en la com* pania cnalqaiera soldado de sa escaadra, y en èl solo caao de desobedecerle tS respondefle con insolencia le sere permìtido él castigarle con sa yara, pero sin pa- lar de dos ó tres golpes, j estos en la espalda 6 parage en qae no paeda Tastimarle grayemente: en cnalqoiera de los casos antecedentes darà parte al sargento para qae por el condncto de este llegae la falta y el castigo à DOticia de los oficiales de sa compaiiia. '

18. En los ejercicios, fìinciones de gnerra y teda formacion los primeros cabos reemplazar^n à los sargen- toa qae faltaren para el completo, y entonces lleyaràn laa armas feerctadas.

19* El qoe yaya mandando ana gaardia 6 destaca- mento marcbari à la cabea^a de ella y lleyaré el arma terciada.

80. Si etcébo tolerase en so escaadra 6 tropa qae mandase fattas de sabordìnacion> marmaractones centra el seryicio) 6 conyersaciones poco ri'spétaosas de sas oficiales, seri depnesto de la escaadra, y obiigado à ser- yir diec afios de ùltimo soldado; pero para csto se bara una jastificacion formai, é cuyò pie pondi'i el ayndaii» te mayor sa dictimen, y et coronel la órden para.lt priyacion.

^21. Para Uevar y dar ta órden i sa oficial tendri el cabo su arma terciada, y despues de recibi r la qoe aqaél '

100 le comaoiqde darà media toelU i ia itqaierda j ae re- tirare.

22. El eabo coidari de qae la parte del coartel qae correspoode à «a escaadra esié con el major, asep; /as armas puestas en la mejor forma; Ida maletas coigadas; qae no se poagan clavos en la pared sio liceocta de su capitan, j qae las mesas^ bancos, tinajas, oUas, tapa» deras y demas maebles qoe habiere se tenga limpios j cnldados.

25. El cabo TigUari qae sn eacnadrà reciba la lena, camas j aceite qae ia correspoode, qoe se moden las si- banas cada mes, y qae toda la ropa qae le entregare la provisioQ sea de recibo: en inteligeneia de qae coando en cualqaiera de estos asontos recanociere falta> ba do acodir al sargento de so compafiia, qaien dare parte à sa snbtenìente, para qae por el condacto regalar se remedie.

24* Caando se retiran las escnadras del ejerciclo si algan soldado ae atreviese à tirar, j el cabo dejase de ponerle preso, j dar parte i sa sargento para qae llegae à noticia de sa capitan^ ae castigare al mismo cabo eoo un mes de prision*

S5. El qae temendo tropa à sa órden no la baga obseryar una exacta disciplina, sere castigado severa- mente«

26. Siempre qae los soldados tornea Isa armas, cai* darà el cabo de qoe coantos movimientos ejecutaren del manejo de ella sean con mocbo aire j exactitod, y qae en so marcba, formacioo y pantoalidad acrediten sa boena disciplina.

27. Los cabos en sn trato con los soldados aeràa sos- tenidos y decentes, darin é todos el Ustedj les Ilamario por so propio nombre, y nonca se valdràn de apodos, ni permitirén qoe' los soldados eotre si osen de voces ni cbansas de mala crianza*

28. £1 cabo primero riiitari con frécoencia los en- fiirni^ qoe bobiere d^ so escoadra en el bospital; y

101 coaiido no ptieda por •<, haré qne Io ejactìte el cabo Inondo 6 aoldado qne liiciere sas teces.

89« Ei cabo qae encootrase faera del tnartel an sol* dado desastrado, borracho 6 cometiendo cnalqaiera es- ceso, aea ó i^ de sa compafiia, le condacirA al coartel preso j dari parte A su companfa, ó al òficial de la guardia de prevencton.

50. Gaando entre de guardia j Uegue con ella i formarse enfreote de la saliente, pedirà à su sargento 6 in mediato gefe liceocta para entregarse del puesto j ma* dar lai centinelas: conseguido el permiso del que man- dase la guardia, numararé los soldados desde uno basta que termine el ndnero | eligiendo para centinela de laa armaa el mas esperto y de major confianza entre los destioados al releyo de ellas, dejando para ordenansa ano ó doa soldados de agilidad y despejo, segun conven- ga eu aquel puesto.

51. £l cabo entrante se acercari al saliente, y sabido por di el ndmero de centinelas que debe mantener de dia y de noche, Uamari los soldados que deben mudar las salientes: amboscabos con las armas terciadas roarcha* tìb l'unto à la primera muda , que se bari con la forma- lidad espresada en el artfculo 54^ titolò 1.^ de este tra- tado ; 7 durante sa marcila basta el puesto de la primera centinela enterari el cabo saliènte al entrante de las dr« denes de que aquella esti encargada, para que instrui- dos ambos cuaodo lleguen à mudarla , presencien la en- trega de una à otra , y aseguren mas la importaocia de que no te equifoqne la consigna ; repitiendo està for- ma lid ad en todas las demas que releraren.

52. Si en la guardia hubiere doa cabos , el uno cui- dari del releyo de las centinelas, y el otro se entrega- del cuerpo de guardia, muebles, aseo del paesto> j órdenes particulares qne bubiere en él ; éste por el con- ducto de sa inmediato gefe pedirà permiso para eotre* garae del poesto ; y coando bubiere parte de centinelas muy digtantes de las otras, ayudarà 4 mudarlas el cabo

102 que se entrega del cnerpo de guardia) debiando tmbo«, laego qae hayan cpncluido sas fancìones, a^isar de ba« ber madado laa ceotìpelas j j consignàdose del pnesfo, dando parte al mìsmo tìempo de caalqoiera novedad 6 falta qoe hobieien observado; y si oo lo ejecatasen esta<* rén snjetos à la peaa correspondietite al esceao 6 falta* 55. el cabo qae foese gefe de la guardia toTiese una centipela separada à mas de la de las' armas, j dis- tante ó no vista de està, asistirà à ta mada de la primera por 81 mi^mo, y enviarà con el reterò de la mas separa- da el aoldado qae sea de sa satisiaccion para saplirle; Saro este no ba de e^iimirse àt hacei* so centinela ctian« o le toqaOf en CQjm caso se nombrarà otro qtie pre^ aencie la entrega (l),

54* Cnando haya dos caboa en una gnarcliaf nao de ellos alternativamente estari aiempre aentado ó eo pie i la tnmediacion de las armas; y ambos aiempre aten- tos à las converaaciofies y acclones de los soldados.

55. El cabo prevendrà à la centinaia cnando la de- je en sa pacato , qae à mas de las órdenes particnlares qae le bubiere entregado la saliente, observe exactamente todas laa genera les de nna centinela.

56. El cabo caidaré de Uevar las centtpelaa entrain tes y salientes con la mayor formalidad; anteade mar- char reoonocerà laa armas de los eptrantes ; coidari de qae estén cargadas, cebadasy en baen eatado de aeryicio, y no maircbaré con lasentrantes ni despedirà las salientes cnando se restitoye i sa gaardia sin permise de ao gefe.

57. El cabo de nna gaardia debe ser la confiansa y descanso de sas gefes: la Tigilancia y desempefio de las centinelas, aseo de aa tropa j pontnal camplimiepto de todaa las órdenes qae se dieren son, atenciones io-

(i) En est* caso advertira el cabo 4 la centinela distante del soldadòque ha de ir i presepciar la muda, para queeptre- glie el puesto sin incnrrir en la pena de mnerte qoe tiene la centinela qoe te deja mudar por otros qae aaa cabof da aaco&* dea I ^ qua Ui estuviaran deitinados por caboa»

103

dfspéiisablea j proptas Ab io obligadoo 4 isttituto*

58. Las eentinelas •• relerardo de dos ed dos horat,

j solo se variare està regia limitando à cada bora la

moda coando el escesiTO calor 6 frio precise é ejeeotarlo.

39. Et cabo de cada guardia (sea eo gaarnicioii ó ea campana) visitarà de dia eoo frecuencia é sds centinelaSt j de nocbe lo ejecntarà cada media bora, dandole para esto el oficial ana sefial qoe oida de las eentinelas à dis* tancia competente reconocca ser la Tiaita de sn cabo, aargento d oficial ; j à fin <jne las gnardias inmediatas no la igndren, j qoe sns eentinelas no estrafien elrnido, se la comnnicarén reciprocamente los gefts de las gnardiaa confinantes*

40. Una moda de coatro eentinelas se condnciri en una fila ; de seis basta cebo en dos ; de nòere basta do* ce en tres; el cabo marcharé nn poco addante del cen- tro en la primera fila, j coìdafi con firecuente obserta* GÌon qne sn trcpa le siga con el silencio j bnen órden qae debe.

41* El cabo qne mandare nna guardia (j lo mismo otro en ignal caso), loego qne se bàya entregado del pneato, reconoceré las armas 7 mnniciones de sn gnar* dia, cnidarà de qoe todasestén en el mejor estado; con- dnioa està reTista bara arrimar las armas, formari sn gnardia en meda , leerà las obligaciones generales de lu eentinelas , 7 afiadirà las órdénes ó prevenctones pecn* liares de la plaaa 7 S07aB para aqoel pnesto, esto eS| las qne pnedan ser pdblìcas j no sean reserradas al cabo de la gnardia para^ sn particnlar atencion 7 eondncta*

43* El qne mandare gnardia qoe dependa de uba plaaa^ en caso de oir tiros, ver foego, sensi de alarma 6 cnalqnier albereto, la pondr^ inmedìatamente sobre lai armas: si bobiere barreras las cerraré, 7 tornare laa damas precaoerones qne jiosgare condncentea à so se- goridadv^sin perder instante enfiare nn soldado à dar parte de palabra è la plasa de la ocnrrencia, 7 seguire de alU i poco otro parte por eacrito. Cuando la goar*

104 dia sea ia dei caarUl» darà està aviao é an O0roael al miamo tiempo qae é ia pla^f^a; y si la ooT^d^d oiereeiese aigana utencioii) pre?eudré à todat las ^ooEipaSiaa qne se ▼istaQ j aprontea para tomar laa armas 4 pruaera órd«o.

43« Todo geCe de guardia, sea cabo 6 aargeoto li oBcìal, lleTari consigo papel para escribir Ics partiea por ai mismo, paes toca soiamente al que manda el paeato està confiaoza, y la respoosabilidad de la espUcacioa ea las novedades de qae diere cneata.

^ 44* Eli cabo qae estaviere mandando an paeato en- fiare por la ,<Srden on aoldado al p^rincipal ó parage se* fialado para darla >siem{>i:e qae estaTÌere iodepeodieiite; pero si cstuTÌere en avanzada ó parage dependiente de Qtro paeato > enviarà por la érden.à la gaardia de qae ha aido destaeado.

45* Ea todaa las platea donde haya mucha d poca guarnicion, y aa podiesen comnnlcar el recinto 6 jpaéa- tps de éi, «aldré despoes da tocada la retreta desde el puaato principal (si eataviere aobre la maralìa)) 6 del qae en ella nombrare el gobernador , ona roodiilaf qoe bare on cabo de eacuadra con un faro! 6 ponta de me- cha cncendid») para asegnrarse de ia vigilancia y dea- empeno de todas laa ceotioelas que encoentre de poesto i paesto y encargariea qae complan con sa obligacion.

46. Este cabo, Uegando al caerpo de guardia inme- diato por sa dereoha , entregaré el farol à otro cabo de él, el cual sin p^rdid^ de tiempo ejeoutarà igual aervìcio por sa derecha; y continuéndose lo mismo de poesto en paeatOf correrà està rondilU aucestTamente sin cesar ni detenerse toda la noche, basta qoe despoes de haber tocado la diana pare el farol enei paesto de donde sa- lió, en el cual ha de eatar la providencia para manie* nerle j cuidarle.

47. En tocando la diana ^ deapoea de abierla la paer* ta y hecbo el xeconocìmiento eaterior qae debe p>rece- derie, mandare el cabo é la mitad de ao guardia no em- pleada laacentinelaa, qoe se laTen, peineii» limpteu

105 loé zipaÀùB j^»e BMeéù en cnanto tea posible» ddodoles para e«to una media bora, ta coal coodaida ios revista- j bara qae ia otra mitad ejec&te lo misinO) debiendo el «oidado estar en su guardia con el propìo aseo qne ri •cabase de salir de sa coartel ; despoes de releradas Isa centinelas por otras ja peioadas^ bare qoe las salien» fes à QD pròpio tiempo se. pongao eo igaal estado.

48. Los cabos barén barrer cada inafiana el caerpo de gnardta^y toda ia inmedidcion de sa pue8to , para cajrp fin darà ia plaza las escobas aecesarias.

49* Los cabos y soldados babilitados para rècibir la órden formaràn rueda con ios sargeotos destinados à igaal fin, prefirieodo en el circulo (eoo inmediacion por sa derecba al ayadaote qae la diitribaya) Ios sargentos; à qoe segoirén ios cabo8<^ j à estos ios soldados , toman* do dentro de cada clase so respeetìvo logar por atiti* gfiedad de coerposj j para no permitir qoe persona al- gona se acerqoe > se proTeerìo de la guardia del princi- pal coatro centtnelas qoe se manteodrào eoo las armas presentadas -y la espalda al circolo mientras el sargento major ó ayodante estoviere dentro de él.

59. £1 qoe Baandare ooa guardia se pondrd d la de*- recba ó izqoterda de ella , seguo el parage donde for- mase so cabeza.

51* Caaodo ona guardia (sea en tierapo de paz 6 de guerra) viere acercérsele ona tropa arisada, ó caaiqoiera tropei de geote, deberà por precaaciion ponerse sobre las armas ^ y si bubiere algona desconfianza de élla ^ reco- nocerla, no permitiendo entrar en la plaza faerza arma*' da que paso de coatro honabres siti órdeo dei coman- dante de ella, A menos que sea tropa de la guarnicion que baya salido para bacer ejercicio , j baya òrden ge-> neral para so salida y entrada.

58. Goaodo en tierapo de goérra se presenten car« roages à la paerta detona plaza para^ntrar en ella, se- rén antes reconocidos por un cabo y algonos soldados, i fio de examinar si bay algo qoe indiqoe sorpresa»

106

55. El cabo qne eataTiare mandando gnardià de-en- trada de una plaza examinarà à lodo el qae te^ introdoz- ca en el pueblo j oo faere residente ea él, d hombre de cenocido oficio 6 trato^ j naciooal^ pondrà por es- ento sa Dombre^ empieo, el parage de donde ▼iene, y la casa y calle donde Ta à posar; tomadas estas noticias, si faere oficìal de mis tropas le dejaré pasar libremente» j si lo faere en serTieio de otro principe, 6 paisano fo- rastero , le bara acompafiar por un soldàdo à casa del gobernador 6 comandante.

54* Coando las centinelas de laa gnardias diereo stì- so qae viene ronda major, ordinaria ó rondilla, lo ad- Tertiré el cafao de eecnadra al qoe mandare la gnardia,

Soien enviari un sargento 6 un cabo con coatro sòlda- OS à reconocer si ea la ronda que se ha nombrado; j si el cabo ae hallase gefe del puesto^ bar^ salir dos éolda* doa sojos al reconocimiento , instroyendo é estos de lo quo practicarlan si él los condojese para qne cumplan en la mìsma forma ; en cnyo caso el mas antiguo de los des llevarà la representacion de cabo.

55. Si foero ronda 6 oontra-ronda ordinaria saldrà •1 cabo de escuadra con dos soldadoe à reconocerla, y la bara adelantar é dies pasos de las armas; y presen- tando el mismo cabo so bayoneta al pecbo de la ronda, se bare dar el santo y contrasena.

56. Si estando de gefe^ un. cabo en guardia avantada se presentase algun tambor 6 trompeta qoe venga de los enemtgos, baìri que se le irenden los ojos y le enviarà de puerto en pacato al comandante de la placa, previ* niendo qae no se detenga en el camino ni hable con per» sona alguna basta que se presente al comandante.

57. £1 cabo que mandare guardia de campo coidari de qne esié siémpre con la cara al enemigo ; y aynqno

EBsemoe Nosise mantendré formada con el frentè^-l él aciendo eo està disposioion Ioa bonores A laa peraonaa qae los tuviereo.

58. Coando los brigadierea de dia v isitaren los ]

107 to», ias goardias ae popdrin en ala deseansando $oJb^9 lag armaSf j el cabo ea el lagar qne correef^nda^ ae- gan la fepreseotacìon qoe teoga de gefe ^ aoìiordiDado.

59. Goando el coroDel de dia visitare Toa paestos, los soldados de guardia se poodrio al pie de sos armaa, j el cabo eo elldgar que le tooare*

60. Gaando las tropat desalojarende na caartel, el cabo cuidarà de qn^ se apagaen los faegoa qoe tayiere ao escaadra.

61* Siempre qae se encootraren sobre la marcfaa tropas jeotes j viuientes, la qae vaelve de faccion de* bere ceder y bacer legar é la que lleva destino à ella, oo babiendo espacio para continuar ambas sa viage; pero babiéodole le prosegnirin , tornando cada tropa ta is- qaierda de la otra f tanto en camicros caanto en plazas 6 callea.

62. Toda tropa qne marcbe sin armas con coalqùie* ra destino qae lieve cederà à la qne vaya con ellas; j toda tropa qne no toyiere bande ras 6 estandartes cede» à la qne los tuviere.

65. En todas las' marchaa qae baga ana companfa, el cabo seri responsable de no dejar qae se separé sol«* , dado.algano de su escoadrat ni qae se mezclen con loa de otra ; y caando algan soldado taviere precisioo natu- rai para detenerse, si foère noevo en la oompania , de* be prevenir al cabo segando quo l^ espere» 6 à uno de los soldados de confianza^ j atender por ai d la pronta incorporacion de ambos.

64* Si en la marcba enfermase al^na soldado de mo- do qae no paeda seguirla , dare, el cabo inmediatamente parte àso sargento, y en so defecto aUubtenieote, para qne llegue à noticia del capitan ^ comandante de la comr pania, qaien darà la providencia qoe reqoiere el caso* ^ 65. Caando llepse la compafiia al paeblo de so triof sitoi el cabo recibirà del aargeqto las boletas para so eseìiadra> elegtrà para si la naejpr casa, y dejando la se^ guada para el segando ^abo, 6, el qae hiciere sas re-

108 ces, bari qne ìo§ toldados aorteen lai demas boletan TÌsitaré cada casa para ver si el soldado tiene ^n ella la debida asistencia^ j avisarj & tqdoi los patrones en qué casa se aloja para qae acudan & él si taViereo qae dar aigana qoeja. . ^

66. Para darla órden^ pasàr listaa j revistas de aseo y armamento ) senalaréel cabo à los soldados de so es- cuadra ia bora en qaa deben acadir à la casa en qae se aloja , j en los dias de marcba ies prevendrà asimismo la bora en qtte deben estar & sa pnerta con armas y mo- cfailas, procarando anticiparla para qne no se retarde la incorporacion de la compania en et parage sefialado.

TITULO TERGERÒ.

Obligaciones del ioldado y cabo de caballeria y de dragones.

Art. 1. Ademas de las obligaciones espHcadas en los titalos antecedentes (qne en pantos de policfa, anbor- dinacion, disciplina, respeto Ìl los snperiorès, y exactt- tod en ei serTÌcio son comanes k todo soldado j cabo en general), deben los de caballeria 7 dragones por sa tnstitatode montados obseryar cnanto prerienen los ar- ticalos sigttientes.

3. A la entrada de nn reclata en los cnerpos de es* tasclases, debe entregirsele en sa compaiifa sa vestaa- rio y armamento j montnra , impontdndole por menor en el nombre de las piezas de cada cosa, j oso qne debe bacer de todo, para qae con conocimiento de ra- Kon de lo qae se inatilice, pierda ó rompa 9 corno res« ponsable de sa cnidado.

5, No ban de cargdrsele d sa entrada )os menages de montara 7 Hmpieza del caballo , corno son brnza, al* roobaza, morrai, saco, maleta, manta del caballo, ca- bezada de pescfbre jr cabezon.

Tanto el soldado de caballeria, corno el de dra-

109 gooesy deba eitar inttroido del servicio de é pie j à caballo para ejeeotarlo coti aìre^ des^mbaraso j pr(H pi«dad en caalqaiera acto ; 7 para co&segairlo ha de enaendraele coando entra de reclu.ta el modo 7 aegori-- dad de mootar , j el demanejar el cabalio ood las rien- das de la brida; advirliéiidole qae conoce qne con el bocado qne Uefa no ae gobierna snaTemeiite » lo aTiae al cabo de so eacaadra> para qae oportanamente reme* die aqQellafalta.

5. Debe inatratrae eo el modo de manejar sa caba<-> llof ycaidar de aa' conservacion j dtil estado de servi* ciò 9 limpìàndole dos vecea al dia é las boraa qae senale el comandante del coartel^ en el yerano al fresco 9 j en el iaTÌérno en la cabalierisa» manteniéndolo en la pri* mera estacion basta la bora regalar de ToWerlo al pe- aebre^ para darle sa pienso de cebada;. otto se le ba de dar à medio dia» j el tercero à la tarde^ deapaes de haberle limpiado.

6. Dari agaa al caballo dos Teces al dia en el vera* DO9 j nna en el invierno, i las horas qae senale el co* mandante j iimpiiodole antes de sacarlo da la caballeri* sa; y caidaré de abrigarle en tiempo frio con la manta ajaatada con la cincha, qoitindole ano y otro por la Doche,' antea de la bora regalar en qae soelen echarse loa caballoa, é cajo tiempo debeo cerrarse las yenta*^ naa de la cabaHerisa*

7. Mìrarà con irecnencia la boca à $xx caballo, para reconocer si tiene algona ra^a de la paja; observaré si toma el agaa comò loa demas diasj y si advirtiese algana novedad en estOf y en qae deje de corner la cebada 6 cosa qoe indiqoe enfermedad, avisarà tf sa cabo paotaalmente*.

8. Antes de dar la cebada la pasarà por an cribillo,. qoe ba de tener al efecto> para limpiarU de toda broza^ poÌTO y piedrecillas, (|ae dan tos al caballo»

9. En el primer dia de cada mes esquilari las ore» jasy crìnea al cabatlo, cortarà en U cabexa deéijuuto i laa Telaa^ aolo lo qae baste para el assento de la ca-

no

be«.ada de la brida^ j despniitarà la cola aio esiger de trea dedos por debajo de los eapejoetofr. ■■

^10* Atarà el oaballo en el peaebre ooa solo el largo de" trea palmoc de ronzai; j por la noehe le alargar^ un poeo mas, para qoé oóAodainetite poeda eetiarse aiD riesgo de ^ncabóstrarse al (evanlai^ad 6 revolrerae: teniendo enidado de qne semaatetiga trabad<» «4 Itetnpo neeesario para ao primer deacac»a<i, j que no ae tastime el pecho; y si las trabas podiesen aer de taero doble rellenadas, se evìtarén -me^r lag rovadoraflC . .

11* Poodri la grapa é aa caballo dos Veoes à la se** mena para iostrairse en ei epodo de dobtar y eoiocar las piezas- de qoe se compone^ y saldri à pasear UM^tado con los demas, à fin de qoe el caballo éo lo eattrafie, aienta sit peso^ ni por mal poeato se lasttitiek\ > 19. No Uevaré para las mttrdhaa >n la grnpa mas qne la manta con^ so cincha^ el saCo de la eebada, con la boca de éì al iado de montar, la maletà y arn^rilloi qne colocaré sobre U boca de diche saeo, ponModol'i lodo bien coordinado y asegnrado eoa -sns trea correas: la capa bien doblada la afianaaré con las dos <3orreaa ó maletillas poatisas paestas é los estremos de las dos cor* reas principales para el oso pronto de ella^ sin necesi- dad ne deshacer el todo de la gropa (esto no està ya en nso, y si debe coloearse dìcba capa sobre el borren de- Unterò, en el caal bay una correa al efecto), y jamè$ Uerarà pendiente de ella morrai, bota ni etra cosa.

tS. Dentro de la malata aolf> Uevari gorre de cnar- tei, dos camisaa de lienao, on corbattn, doe jnegos de maogotea con Tueltas, na par de pantalonea de pano ó lieuzo, nn par de zapatos , otro de gnantes, ona bolsa de badana con peine, escarpidor, tijeras, alfiletero con agajas, bile y seda de los colorea del Teatnario, media docena de botones del noi forme, boia de cera, y eepi« Ho para Itmpiar las batas, boftnea y £apatos> lezna, ca- boa, brnza^ almohaza, mandìl, trabas, cabezon, mor- rai y peine claro para el caballo; y en campana i mas

Ili

de Io espresado, aaa herràdora de mano y etra depie^

Ir los dtiles que le «otregareo , j la hos aaégarada al ado icqoierdo en la cabeiEada de la brida.

14* Al toqoe de generala darà pteiuio j limpiarà el caballo, dispoot^odose^para la marcha: al de hotaii" Ila el 8oidado dé^ caballeria « j al de asamhlea el de dragooef, pondrà la {siila y, grppa, aprontàndose para montar sin salir del cnartel ó alojamieDio, ni qnitar el caballo del pesebre; para qee no se frote centra éi ni las paredeS) y 4 fin de qne no maltrate ni descomponga grnpa., siila 6 fonda , se manteodré à la rista de él, y esperarà con aténcion el toqne de d eaballo: al pnnto qoe le Olga pondrà la brida y saldrà à formar al parage senalado ea la órden^ cnidando de qne el ronsal esté bieo empalmado y sin hilachos, y cnriosamente- recogi** do con ona correa qoe lieTàri para este fin bajo la ta* pafonda isqnierda, teoiéndolo siempre de bnen.nso pa« ra encadenar sin embarazo los caballos cnando ddbea echar pie à tierra los dragones.

I5w Dorante la marcba coidaré lodo soldado con alenta obseryacien de qne sn cabalLo no decaiga del es«> tado de serTicio en qne la empiesa, ni se maltrate con la siila ó grnpa por mal.pnesta*

16. Goando Uegue al trinaito» Inego qne haya qai«- tado la grapa, oolgarà sns armas y arreos con cnriosi* dad, pondrà las trabaa al caballo, y antes de ir por pa«

t'a^ soUarà el pretal y la gitpperat aflojarà las cinchas de 1 siila mOTÌ^ndosela on poco para qne el caballo se «iesabogne^ no se la qnitarà basta qoe faayan pasado dea boras, y tendrà ofiìdado qne no se reTOelqne eon< ella^ para evitar qoe corriéodoae las cinchas paeda laiti- marie el espioaso 6 eostillar.

17* Siempre qoe monte à caballo debe preseatarse eoa las botas ó botines y zapatos bien limpios y embo- ladoa^ estàndolo igoalmente el correage de brida y siila, y todo sa' armamento le conserrarà constantemente en el mejor estado de seryicio*

112

18. EiT di di» qae le toque co^Jociri de^de iea di* maceoes de provision à su caartel-^l pan y cebada cor- respondiente à los soldados de aa escttadtà) corno aèt- miamo la pafa, eo al dia qoe ettnviere de guardia) ^ los caballos^ acodìendo tambieo al parage eo qne ae distri' baya ei aceite para las iaeea de caballeriza y leiasde ranchoa à las horas qoe sefiale el oomandaDte; y coan- do eataviere empleado la custodia y ^impieara dei coartai) tré con el de caballeriza por aceite para las iéinparaa que tiene i ao cargo enaquel dia.

Obligaciones del caho.

19. El qne fnere cabo de eacoadra de oaballeria 6 dragoaea, debe saber todas laa obligacionea del sotdado eapiicadaa en loa artinaloi antecedeptea para inatrairies eo^ellaa, y obaeryari para el deaempeno de fa eticargo laa aigoientea. i

20. Ha de aaber y tener en una lista la faerza iodi- ¥Ìdaal de hombres y caballoa de sa compania eoo éa- preaion deL destino de cada odo, y ndosero de preudaa^ nieoagea y claaes de yestaarto, montaras y armamen* to: eo ana libreta separada apootarà laa eotradas y sa- lidaa de hombrea y caballoa de ao eacoadra) inclnyendo los efectivos de ella, con inmediata respoosabilidad por Io qoe mira à estoa del complimieoto de la obtigacioo de cada ano en aa aaéo, sabovdiiQacioo, dieciplina y exac- titad en ei servicio , baciéndoles complir y observando é\ cnaotaa órdenea ae dieren por eacrito en el regimien- tOf laa qae tendri sentadaa en nn coaderno.

21. Coidarà de qae la monta l'a de aa eacaadra ae cooserve aaeada y bien entretenida: qoe laa sillaa eateù colgadaade no gancbo de bierro, qoe cada ano tendré con ao peqaena caerda para aoatenerlas, afianiéndoia eo on claro ó estaca pacata eocima de la cama decada soldado^ y al gancho esfartf asida la siila por la hebilia (le la grupera: y loa deaias menagea de moiilora debe*

115 ìàa cotar colf^ados eoo el aseo debido en ioi mUmos dormitorios.

22. £a tiempo de yerano mandari qae \o$ toldados cabrao Las ùllas con las mantas de lo» caballos, y cai* darà .de. qae en ioTierno las tengan paestas de dia ajostadas con las ciachas, en qae ha de Kaber sa almo-* hadilU) para qoe no los laetime^ y no se las qoìtar^oi basta comrdo el tercer pie oso.

23. So permitir^ qae soldado algnno de so escaa- dra tenga caballo desherrado, ni qne se lleye é herrar sin darle parte; porqae precisamente ha de asistir caan- do se bierren.

24» Antes qae deo cebada los soldados de sa escna- dra reconoceré los barnerilloa para ver si està limpia, j efectiyamente toda la qae corresponde al pienso de aqnella bora: becbo este eximen, pasaré con todpselios à la caballeriza, para qae i on mismo tiempo con los de* mas aoldados de la compafiia den cebada è sns caballos respectiyos: no permitiré qoe los de sa escaadV*a se se- paren basta baber comido la cebada> baciéndoles recono- cer ai algan caballo no la ha aparado toda por inape- tencia 6 repognancia, en cnyo caso darà caenta al sar~ gento de la noTcdad qae obserye.

25. Comido el pienso mandare i los soldados de sa escaadra qae saqaen los caballos al parage j bora qoe babiere sefialado el comandante para li m piar los; j re* prenderà la falta qae en la exactttod de este cai dado note en el qae foere omiso , advirtì^odole el modo de ejecatarlo en adelante; j examinarà en este mismo $c- to si estan bien herrados los caballos, si algono se sìen* te de pie ó mano, ó adolece de algana enfermedad, con oblijiiiacion de dar cuenta de todo é su sargento.

26. A la bora de dar agna onirà todos los soU dados de sa escaadra, para qae salgan jontos al pa- rage de incorporacion con. la compafiia , y mare ben sin tropel al sitio 'sefialada> procurando qae los caba- llos beban con espacio y comodidad , y qaé à la

o

114 .

yaèlta, limplando antes los pesebres, Us dea paja.

27. Al medio dia, en que se debe dar. et aegaodo piensOf celarà qae se practì<^e ctianto para el primero està mandado; y lo misino observarà eu caanto i dar agaa y limpiar los caballos por la tarde, y al dar el torcer pieoso despaea de la retreta. ;

28. Eo tiempo de marehas, coando se Uegqe al tràosito, Tisitarà el alojamìeDto ó coartel de los soldados de sa escnadrat y coìdarà de qoe tòdos los menales y armamento se gaarden con aseo; qae Us sillas al qaU tarlas se sacadaa y timpien del ppivoó barro del ca- mino, y qae antes de ponerlas para marcbar se rasqae el sador que se pega i los bsistes> golpeéodolo con va- ra ó mimbre, para exitar matadaras à que sto este alivio se espondriao loa caballoa.

29. Al toqae de la generala paaari ai aLojamieiito de sa escaadra^ para Ter ai daa el pieoso completo Jo« •oldados de ella y, si estan prontoa à limpiar los caba- lloa; al de Ì9i.bot4»silta^ó asamhUa^ examittarà si. ponen Uea la siila y grapa, y al ded cabalio fantari loda sa escaadra> y marchari con ella en el debido drdea al parage sefialado para la anion de lacomp^nin*

30* Udo de los coatro oaboa de cada compaùia, al* teroando entre ai, acompafiarà en el dia de data à los soldados nombràdos para llev^^r el pan y cebada al oaar* tei; y otro cabo asistiré al almacen de la paja los dias senalados para sa dtstribacion ,. con ei cnidado de celar qoe sea de baena.eatidad, y que los soldados qae de- ben condacirla se despachen sia desórden.

TITOLO CUARTO.

Obtigacùmei del sat gente

ArU l. Sabrà de memoria todas lat obligaciooes del soldado y eabo, espHcadas en los titalos antceedentes, còrno las leyes penalèspara ensefiarlas y hacerlas cura-

115

pHr en so.eoaipaftiai d en cnalqoiera otra tropa qoe tenga mando , obsert^odolas él por ti en la parte qoe le teca.

2. Para ascender i sargento precederi el exdmen de so aptitod, hecbo por ei àjodante tnàyor, é qoieii reapooderà en coasto lo pregoote de tódo Idr perteoe^ cieote à las obligacionea del soldàdo, oabo j las^respec- tiraa i ao ascenso.

3. Sabre fiiiar od recata con arregló i la Orde- oanza, hacer el .ajoste de masita, el de I09 utensiliot qne correapondeo à so GOtnpafiiay j el prest diario de cada clase, con rétencion de la masita*

£1 qaé dìsimolare eoalqotera desórdeo, oyese algona conversacion pròhibtda 6 especie qoe poeda te- ner tfascendencìa coti tra la.sabordinacìon y byen órden de la tropd) y no contariese y remediase lo qne entòn- ces poeda por- sf, omitiendo dar pnntaal noticià à so inmediato gefe 6 à la goardfa ó persone qne mas prón- tamente podiese tornar providenoia, sera castigàdo co* mo si él mtsnxo bobicrà interreuido*

5* Los segondos sargentos estarén en todo sobordi- oadoa al primero^ y en fatta de e9te eu cada òompa- iiia se« por enfermedad d otto motif 0, bara sqs fnncio- nes el mas aatigao de segonda clase en ella.

6. No interrompiré ni cenirà é Ics cabos eti el ejer- dcio de SOS fnnciones; no Ics maltratarA de palabra) ni ies dare mayor castigo qoe ponerlos preSoS, con la preettion de dar liiego parte à sa inmediato gefe para que por el condacto regalar ilegné à noticia de so ca^ pitan, qnien graduare el cmstfgo qoe mereciese la faita, atendiendo siempre é dejar bien poesta la sobordinacion.

7. El sargento tendrd con los soldados y cabcs on trato softteoido y decente; darà à todos el Usted; no Qsarà ni permitirà faùiiiiarìdad algona qne pfenda à la sabordlnacion; sere exacto'en el servicio y se bare o1}e* decer y respetar.

8. Tendrà noà lista de >q compafiia por aotigùedad,

116 otra por estatara^ y otr^ qoe compreoda todaa iaspren- das sa Te$toario y armamento , con el ndmero 6 marca de cada arma*» . '

9* AI caidado del sargento prlmero 6 del qne ha« ga 8US fanciones^ habré encada compafiia un libro de órden , en qoe se escriba diariamente la general qne diere el comandante del caerpo, y la particniar del capitan A sa compafiia: y se gnardarin estos' ^Hbros basta la revista de inspeccion^ para comprobar- con ellos en aqoel acto caalqniera dada qoe ocnrra sobre las formalidades qoe se observaa eo*el servicio j go* bierno interior del caerpo*

10. El sargento de seganda clase que Inas se divtin- ga por sa apllcacion, inteligencia y buena condacta, sere elegido para primero en sa compània; y el mas sobresaliente entro, los primeros del regimiento, aeri preferido para oficiaL . .

Ih Los sargentos alternarin entro sf para tornar la órdèn, llerarla à sos oGciales, distribairla à los ca- bos primeros y segandos qae estavieren encargadoa de escaadras, y reyìstar los qae entran de servicio; pero si el sargento primero taviese otras ocopaciones à qae atender^ podrà preyenirlo à los de segonda clase, pa- ra qae ano de estos desempefie aqoella parte à qae no paeda asistir*

13. El sargento qae vaya à la òrden del caerpo, acndirà con pantaalidad à la bora seSalada y parage en qae se distrtbaye: no babiendo sargento en. la com- pania, ird el cabp mas antigao de ella qne sepa escri- btr para tornarla: formarlo* todos meda, empezando ios sargentos por la derecha: à estos segai ràn los cabos qae la cerraràn, tomaodo anos y otros en su res pec- tina clase la preferencia de sos companias, todos des- cansaràn sobre las armas, escrihirÀa la órden, tenieodo la gorra paesta; y de la guardia de prevencion se pon- drén con anticlpacion coatro centinelas con la espalda à la meda, y las armas presentadas para celar qne

117 Dadie se acerqne à otr la drdeiii mknteni ondose en està dispoMcion basta que fatga del circalo ei oficial qae la -haja dado.

V 13. El sargento qae estairiere à la iSrden, irà é Gomaiiicarla é sa capitan inmediatamente qtie- la tome: recibtrà la saya, j-con ^a general dei caerpo la llevari al teniente j snbteniente; Itìegò la darà é los demas flargentos j cabos encargados de escnadras, qoe en la misma compafiSa se jantaràn para recibirla* Si el sar- gento qne bobiere tornado la órden foese de segunda clase, deberà comnnLcarla. al primero, j este jantar los de segnnda clase* j los primeros cabos para darla; pero no estando én el caartel, no se diiatarà la órden, j la darà el qnè la haja repibido, repitiéndola al pri* mer sargento enando se presente en la coni pania.

14* El que vaya à lievar la órden à sas oficiaies tendrà terciada la arma, sin variarla de està posi* cion mientras la comaniqoe; y en sa despejo, pan^- taalidad j baeii aire, darà à conocer sa apltcacion y. caidado*

15. El sargento qae insìsta à la órden noticiarà al ay adante de seniana cada noebe la gente efectiva j presente qae tiene so com pania en estado de seryicio.

16. Yisitarà ana rez à la semana los enfermos de sa compafifa qne babiere en el bospital, y darà à sas oficiaies pantuai noticia del estado de su salad , asis*» tenda y cpalqatera qneja qne tayieren.

17. Haràn los sargentos so ranebo jnntos; y si ba- biere en la coinpafiia algan soldado ó cabo da dis— tiocion qae solicite corner con ellos> pòdràu admitirle; pero para esto precederà el consentimiento del capitan ó comandante de cotopania.

18. No nsaràn en sa vestoario prenda algnna qae no sea de su aniforme, ni se diféreneiaràn del soldado en el modo de llevarlas paestas.

19. Sìempre qae la compafiia tomase las armas concarrtràn todos los sargentos con anticipacion al

ne.

pardg^ seSaiadó para la ptifouera formacian : esperartfn all{ à qae cada cabo baya revUtado sa esopadra, 7 de parte al priinèr sargento de sa numero, destinos y«s* tado s entoni^es este prevendri é los de sega oda clase ias escnadras que bap de revistar , ellgieodo para sa periodai reconocimieoto la qne le pareaca: cada >ar^ gento ei^amifiaré con maefaa proligìdad el arcpaa&eiito, municioneSf yestaario, correage, j aseo de los soldados: de coalqaì^ra fatta qtie «otarde, j con proporcioo à ella, bari cargo al cibo, quieti dorante este ex^mea le se- gqiri cop sa arma terciadaiy ooncluido se colocari dés- cavsandp «obre ella i la. derecba de sa escnadra. Los sargeptos de «egaoda- clase darén al primero :pontiial noticia de la escoadra 6 escoadras qoe bajan reyistado, y este mandarla: Campania i armas al hwnbro, A for^ mar ej» ala por eHatura ó por antigùedad , segon por sp gefese bayapreyenido; lo qae ejecatado mandare des- èan$ar sobre ias armas para esperar é sos oficiales; los aargentoa tornarlo entonces Ias sayas, y se pondrin en el lagar que les corresponde«

20. Caando Jlegne el sabteaieote saldré el prioier . sargento cebo <) diez pasos à recibirle v darle noticia del estado de la compaiiiat numero de los presentes y el de los aasontes^ con sas nombres y destinos. Durante la revista del sabteoiente el primer sargento le seguire con la arma terciada, y solo él seri respoosabie al sabteuiente de Ias faltas qae este ballare ; siendo mny contrario à la exaeta vigilancia del sargento primero el disQpluarse con Ja omUion del interior, y à la sa bordi- nacion el no- h^cer cargo al ìpmediato cabo snbalterno. Concipida la revista del aabteoiente, pesare el priiner sargento à ocapar sa puesto; pero si el sabtenìente 00 compareciesei por apsenteó eaferoio, pracUcari lo di- cbo el primer sargento eon el teoienle; y si por descai- do dèi subteniente se atrasase el servicio, y se ballare ya presente el teniente 6 (eo defecto tarabien de este) el capitan, evacaaré sa oficio con el oficial qne se ballare*

119

21. Si hobiere en sa conipafiia, gnArdia ó clesUca- meato aigana omision 6 ÌDobedìeDcia^ se haré siampre cargo ai «argento, con tfrreglo à lo prayenido en este t£- taio j en e( primero j segando qae t'ratan de la obKga* cioD del soMado j dei cabo, cnjo exseto camplimiento ▼igiiarj; j tendré entendido que lo qne se gradda de falta eo aqoellos, sere mas grave ea dU

22* Ei primer ssrgento haré ias distribooiones de presta P*<" 7 ntensìitos de sa compafiia \ y A escepcion de casoa moj argentes^-y por corto tiempo, no serA destacado ni eropieado en aerTÌcio afgano qne le separé de ella. - *

25. En Ias revistas de ropa (qoe ae barin cada se- mana) reconocèrén antes de salir dei cnartei en sns oom- pafiias sillos soldados tienen algnnas prendas qne no sean de sa vestoariOi 6 de «sopermitido; yen caso de ha- ilarias se Ias barén euagenar precisamente sin toierar sa nso.

24- Asistirdn pantnalmeote i Ias liatas; dormirin en iQi propias compafiias, y no saldriindel coartai deépnes de la reireta sin tener legftinia cansa , y dando caenta de ella al oficiai de guardia de preyeecion.

25. El qoe foere destioado para el coidado del coar- tei jantaré la compafiia en el intermedio de la lista de is tarde é laretreta para el Rosario, Sto mescla de can- to en él f ni para gozos ni otras oraciones , pnes lodo ha de ser rezado con deyocion y tono reyerente*

26. El sargento qne à la tropa qne toyiere i su dr- den no la hiciere obseryar la mas exacta disciplina, aeri caitigado seyeramente, y responsable con sa persona y empieo de los escesoa qne cometi^re, si no hictere cons- tar qoe pa&o de su parte todoa los medios posìbles para evitarlos y castigar los cnlpadoa.

27. Caando estuyiere de guardia con un oficiai se en- teraré por el sargento saliente de* Ias drdenesdeella, qne obseryaréexactamente; y sin cefiir Ias fonciones del ca- esplicadas en el titolo segundo, yigilaré so debido

120 ' ^ ;

GQoipUmièDto , tanto en las obli^aciones generales de od cabodegnardia^comoen lajgparticalares de aqoelpoeato.

28. Los partes qaelediereel cabo los comniiicari el sargento A emofieial^ j de aste recibirà las òrdeDesqae le ocarra dar para la guardia.

29. Halléodose el sargeoto de gaardia bajo oficial, irà con sa pernìisò en gaarnicioa al principale y en campafia i donde se hnbiére setialado^ à.la bora precisa j rio Yoiantaria, para tornar la órden ; y cnando seres* titoja à SÈI pnesto (que sere sin pérdida de tiecàpo] la comnnlcari à sn oàcial, Uey^iidoU por escrito para ma- jor seguridad, j en vox baja le darà al oido santo.

30. Sera vigitantisimo en iti pnesto , (ijandò sa consi- deracion en qae este baen ejempló en punto tan ioipor- taote à mi servicio^ aseguraràsu desempe^o^ jseri -cali«

^dad'muj recomendable para sas asoensos.

31. Està odo de guardia, con un o Sciai vibitaré re- P'^tldamente (ayistindolo antes) sas centinelas; pero si kabiere alguna muj separada del cqerpo de guardia , que no sea importante, fiarà este cuidado al cabo. Para que el sargento sea reeonocido de sos ceutinelas en la noche, tendrà la contrasena particular del puesto, que bare i bastante distancia de cada una para darse i conocer j evitar el quiénvis^e*

32. Cuando condusca una guardia de que sea gefe, al tiempo de montarla cuidaré de que marche al paso regular , llevando las armas al bombro con el mejor or* den ; y à ei»te fio mir»ré con frecuencia su tropa, para asegurarse de su silencio , marcba , buen aire j union. Con igual precaucion condneirà su guardia saliente; y é la distancia proporcionada del poesto que ba dejadot seguirà con el paso redoblado al parage senalado para despedirla.

TITULO QUINTO.

Obli pacione s del s argento de cahalleria y dragones. jért, 1. Adeoias de las obìigàciones e.<>plicadas en el

121 titolo precedeoté (qde en los pnutòó de sabordinacion, disciplina^ respeto à los sqperiores j ^lactitod eo el ser- ▼icio son comaDes é todo sargento e n general), ios de ca- balleria j dragdaes por su iastittito de mcLD^dos obser* ▼arén cdantd previeoeD .los articolos sigoientes*

i. Sabrà ejecatar por si y mandar caanto està es- pHcado en las obtigaciònes de sòldados y cabos, celando qoe compia con las sa jas cada clase^ j qne cada cabo caide de mantener et armamento j montnrade so escna** dra.en el mejor estado de aseoj baen entretenimiento; qne los caballos se limpien bten à sns boras, y qoe es-* ten bien- faerrados, sin desatender por desidia ó falta de reconocimiento este cnidado de qne pende el evitar eiìfer- medades qne los malogran.

5. No permitirà qne soldado algnno pase con destino de nna escuadra à otra sin sa noticia, j permiso del ca- pitan <5u comandante de la compafiia.

4* Tendri individnal noticia de loa bombres y caba- llos qne tiene la compania , j pnotaal razon de los efec* tiyoSf destacadoa, enfermos^ presós, comlsionados en recinta, remonta y otros destinos, para satisfacer pron- tamente à las pregnntas qne en cnatqoiera caso le nicte- ren el ayodante 6 cnalqaiera de los gefes.

5. Se enterarà prolijamente de las órdenes qne se den por escritOf y de palabra^ para distribuir las con clari-^ dad à los sòldados de sn compania, y hacerlas observar eoo exàctttud, comnriicéndolas antes al capitan^ tenien— te j aiferez; y siempre qne en algun'a se mandare mon- tar la compafìia À caballo para salir à paseo, hacer el ejercicio 6 cnalqniera otra fancion, jnntaré el todo de ella en el parage qne sefiale el capitan 6 comandante para recooocer, antes de incorpora rUen el escuadron^si todos los cabos y soìdados de ella estan con el aseo y prò-* piedad correspondiente, à fin de qne cnando se presen— te à reyistarla el oficia.l de compafiia, no balle defecto que corregir, ni el teniénte coronel mayor 6 ayndante qne reprender cnando Ite gne i formar en sa escnadron.

Ii9

6 . Al djé^filar la tropa Iterar;! espectal coSdadode qaé los soldadois obsecrea eiÉ la marcha lasdistancias de aoa fila à otra^ guardando lo meoos la de on euerpo de ca^ ballo para evitar aloancea^ coces, j segqir la marcha con forma lidad y enei mejor òrd^n. .

7* Asistìré é loda bora de dar pienso à ìob c^ballos caanda la compafiìa^e balla jonta en el eaartel, man- dando qae cada soldado ponga al pie de sa caballo por el Udo de monta n, para r^eonocer si falta aiganO) 7 deapaes dar^ la toz: den cebàda^f Iìl qaè obedècerén todos à an tiempo.

8. A ias boras de Umpiar lo» caballoa asiattri. con pnntnalidad para rer si se ballao todos, y si lo ejeca-^ tan bien; y conctuido este acto. naaodaré qae monten, y pooìéodose éi à lacabeza de la compafita^ la llevarà con boen órden à beber; cnidaré de qae cada soldado deje niay despacio tornar el agaa é su caballo; y cnaodo to* dos hayao bebido cooducirà con igoal formalìdad al coartel la compafiia.

9. Vigilare sobre qne los soldados de guardia de ca- balieriza distribayaa la paja con equidad é los caballos; y si atgaoo eoferoiare, dari parte al tenìente coronel mayor ó ayudaote y à su» oficiales de compafiia, con obligacion de asistir à la coracion qae biciere el maris* cai major para poder informar al capitan y oficiales del estado en qae se^ialla el caballo enfermo»

TITOLO SESTO.

Obligaciones del suhteniente.

Art, \ . £1 sobteniente ba de saber todas laa obligacio- nes respectiras à reclotas, soldados , cabos y sargentos para bacerlas cnmplir con conocimiento de eilaSj y ser responsabte de sas faltas.

2. La repntacion de so espirita y bodor, la opinion de sa condacta j el concepto de sa buena crianza ban de

123 9ef los objet'os i q(ie àehe mirar siero pre:.oÌ8ti oaci-^ mieotò, ni la aotigùedad deben lisoogear so confianya. parael aaceoso, porqcte el qoe tnvìese nua ii otradees- tas calidades es mas digno de oWido st se descuida cod» tentindose con elias.

5. Obédecerà dcsde ei tenieiite al capitan general en cnaoto. se le mande del servicio; j al capitan«de so mis<- ma companla dÌ8tiogQÌré< en respeto y atencion basta en los actos Bias famiiiares, corno inmediatp snperior à qoieo debe dirigi r los avisos de cnanta novedad ocorra en ella; reraediando por si (eoo precision de darle par- te despoes] lo qoe pida una ligera proTÌdencia, j noti- ciéodole personalmente, para que efcapitan la tome^ lo qoe die re tiempo 6 mereciere an atencion.

4* Debe conocer por aus nombres à todos los sargen- tos, cabos j soldados de sa compania: instrairae de las costombres^ apUdacion, exactitod^ aseo j propiedades de cada ano: celar la qotetad. y nnion de todos, y ei modo en qae por sus sargentos y cabos sean tratados: vigilar mny ateutamente sì^estos cumpien con so re^pec» tÌTa obligacion; j reprender ó castigar la falta qoe en d cumplirotento de ella reparen, con facnltad de ar» restarloa ea la compafiia ò en la guardia del coarteUse* gOD las circnostancias de la colpa , dando inmediata j persobalmente parte de ella à su capitan.

5. Las noticias de la fuei'za de so compania ^ con distincion de los qoe existen en el coartel , j los qoe es- ten empleados foera de é\ y presos^ debe saberlas para respooder en coalqoiera bora é las pregontas quQ sus sa- periores le bagan prontamente,

6. Tendri y Uevaré siempre consigo dos listasde sa compafiia: la ana con noilibres^ apelUdos, patria, edad 7 estato ra de todas las plazas de ella > y la otra con solo ìos nombres, prendas y menages de cada uno, espresando ci alcance 6 denda de.masita qoe tnviere, y arreglindo* lag ambaa à los forra o la riosquìs al fin de este titolo sq inclojen.

124

7. Siempre qne la compafiia se haya- de pouer sobre las armas, acadi ri à ella antes del toqoe de asamblea ; j laego qae el prtmer sar^nto haja hecho la iospeccioo de sa gente, y le partici pe qae se halla ^lispoesta à qae efecute la saya^ recoaoceri may atentamente si'toda ella esté coti la propiedad^ aseo y en el dtll estado de seryi- cio qae eoo viene, para corregir si ballare falta al aar- geoto- 7 prevenir à sa teniente (qae ya ae bailarà Mi) que em piece sa reyista, sigaiéndole mieatraa lapractica, pa^ra satisfacer à lo qoe balle digùo de reparo corno rea* ponsable à éi de to^a la falta basta entooces.

x6. Del mismo modo qae en el todo de la compafiia prescribe el artfcalo antecedente qàe vigile la impor- tancia de qae se presente con aseo , propiedad y ea ea- tado de dtil servicio , caando se apronte toda para lia- cerle ^ deberé mandar al sargento qae recooozea coal- qaiera pequefia parte de ella que se nombre para guar- dia , destacamento d otra fancion ; pero si faere la mitad de (a compaiìia la parte qae se nombra, la revistarà por 81 mismo en sa semana resp^ctiva>

9. £o ano y otro caso examinari prolifa mente si laa armas estan limpias , corrientes, eoo baenàs piedras y en el mejor estado, y reconoceré las cartacberas, qai- tando de ellas los cartax^hos qae no sean del caso para la accion à qae aqnella tropa se destina ; de modo qoe si faere para ejercic^o do teiigan baia, y ai para fan- ciones de gaerra tampoco Ueven los qoe esten sin ella.

10« La obligacioo de asistir semanalmente à.las re- ▼istaa 4^ ropa y armas ba de ser coman al sabteniente y teniente, sin alternar en seme Jan tes actos, à qae nin* gan oficial ba de faltar,8Ìn esce pcion del corone l; paes solo en la diaria asìstencia de listas y rancbos ae per- mi tira qae alternen por semanas los sobalternos de cada compafiia, reglando el deaempeno.de este encargo al mètodo sigaiente.

11. Visitare los raochos de so compafiia à la preci- aa bora de corner y ceoar, examioando la coenta de

125 ellos, 7 corrìgienclo lo qoe halle dJgno de'eDmienda en sa precio 9 calidad ò mal compaestos.

13. RecoDoceri la escaadra està aseada, las armas bien colocadas eo órden, colgadas las mocbHaa y levan* tadas las camas : oirà las qaejas que le dieren , j reise-^ diarà la q\te merezca so ateocioo.

13* A la bora de la lista, paesta la compafiia eft ala , e^aminarà' si ropa y preodas del soldado nece^ sitan de remiendo d/mìa limpieza, y mandare qoe ia* mediatameote se remedìe la. falla qae hallase, encaF-* géodolo al cabo de la escnadra respectÌTa qae la adTÌer- ta; con lo qoe becbo eate reconocimieoto , maodari qae la compafiia se rètire ài coartel condocida de los sar* geotos , 6 qoe espere las demas ^ segoo la disposicioo del coroneU

14* Aststiré pontoalmente à la bora maodada eo los dos dias sefialados partf Tevista semanal de ropa y ar- oas, 7 à la mensoal leccidn de leyes penales. £n la de 'opa, acompanado del primer sargeoto (que deber^ se- guirle corno inmedìato responsabie) coufrontarà eoo ei coaderDillo qoe ha de llevar del asiento de. preodas qae cada soldado tieue , las qoe presenta à so iospec- cioo^ examìoaodo si las existentes la mochila y las qoe llcTà sobre si componeo el completo de las qoe ea sa asiento estan notadas; y de las qoe considero indtt^ lea ò halle oaenos, preyendri al sargento qoe aponte sa rèemplazo, y qoe babiliten las qoenecesitea deoom- poaerse<) ponìendo especiaUsimo coida*do en celar qoe los botones j bebillage esteo moy limpios^ sin manchas U ropa^ bien armada la gorra, locido el correage, y todo con el aseo y propiedad correspondieute.

15. En la revista de armas b? de recorrer prolija- mente ooa por una las de todos.los soldados,. recono- ciendo si lasUaves estén corrientes, y si tieoen los fae- gos soficientes : si estan interior y esteriormente bien. iimpias y coidadas: si' la bayoneta està ajustada à su en- caje: si bay alguna pieza, tornillo ó maelle que necesi-

125 te de -reparo: si todòs tteneo sa tapon, zapattUa y aga- ja para lìmpiar et oic|p^ cenno todo lo demas qoe coa- dace i que se halien eo perfecto estado de aerVicio.

16. PregtinUré à cada soldado si'en el oso de sa a^rma ha haliado algan defecto, esaminando con prò- lija atencìoa el que le espHqoe basta apnrar so origea para la provìdeocia del remedio; y caando procedie- re el recarso del soldado de mala inteligencìa soja» le espUcarà lo qae do conosca hasja disaadtrle de^ sa ìgno- rancia.

17.. Pasarà loego d reconocer las ranniciones, j si las cartocheras oecesitan de reparo para qae se' ballen preservadas; vera si falta algan cartacho> j caidaré de que cada soldado tenga dos piedras de reserya con sa* patiila de baqaeta.

18. Concluido este recoDooimiento formare la com- pa&ia en circulo, y leerà fas obHgacioaes de cabos y soidados « distribajeado los pantos de està instraccion en las coatro semanas; modo qae en cada mes las bajan oido todos, leidas por los dos sobalternos en las semaoas de cada uno: conclaida la leccion dari parte à su capitan ó tentente si estaviere presente, ó al gefe qae alii se ballare, tornando sa permiso para mandar qae la compaiiia espere à los demas ó se retìre, j tanto en este acto corno en todos los demas en qae haya de pasar lista 6 revista àsa còmpafiia, si el tediente 6 capi- tan da» ella estavieaen à la vista , estari obligado antes de empezarlo à tornar sa licencia , y despnes de con- claldo para despedir so tropa.

19. No obstante la visita general qae por diario uombramiento hace un oficial de cada cderpo para ver los enfermos de él, ire por los de sa res pecti va com- pa&ia el subteaieute on dia à la semana, si los bobiese de ella en el hospital , para dar caenta à.su capitan de lo qae ocorra.

20. A su capitan darà parte el subteBÌente con preci- Sion personalmente de lo qae coBSÌdere digno de su prò-

127 tidencia de reso Ita de todas las fancioDes qoe ejereiere. 21. El ecootSmico servicio de sobaiternos, se6alado para sa menor fatiga por semanas , debe entedderse para los casos preveoidos de juntarse la compafiia ; pero para vigilar en el lodo del regimieoto (caando yan los soldadoa aio armas por las calles] la policia, aseo, prò- piedad y bueo aire de cada onpi^deben el sableoien- te j temente eonsiderar continna està obligacioo , aea ó no de su compaBia el aoldado en qaien ballen qoe re- prender ; y el que por desidia desatieoda (con poco celo por la biiena opinion del regìmiento) este cuidado> sera severamente mortificado por sus gefes^ en consi* deracion à ser un individuo que se interesa por su caerpo.

22. La profuuda subordinacion A sus soperiores, el respeto é las justicias, la consideracion à las personal condecoradas no militares^ la atencion y urbanidad eoa los paisanos^ y la circonspeccion y dolce trato con sua sdbditos , ban de ser prendas indispeusables de su con<» dacta, marito y concepto.

25. Siempre qoe se balle de faccioo., sea en paz 6 eo guerra, estarà con exacta vigilancia observando cie- gamente si estuviere subordinado las órdenes que el ge« fe de quien dependa le consigne ^ sosteniendo con fir- meza,y baciendo obedecer las suyas^ cuando se ballare iodepeodientp.

J««»*«**. •••••••

138

Hegimiento de tal* Tal Campania ,

Pie de Usta de dicha eompania eonespresion de la patria , edad X telatura de los individuos gue la cwnpohen,

ESTATUBA. PfttÀ. Edid. Pies. Pulgad> Lipcas.

1. Sargento N. ADdalox. 33... 5..,. 5...^. 6

2. SargeDto N.

5 N.

Tambor N.

Primer cabo....

Idem.- •..

Idem.. Idem. Segondocabo..

Idem

Idem

Idem....

Soldado. N.

Idem «...

Y asi de los demaa. Pie de lista de tal companiay &c.

Ajaste de masita en rs. de vn. hasta fin de tal raes.

Gami-iPares de (idem de sai. I medìàs. 1 zapatos.

Corba - t;ne•.•

Alcan- na.

Debe.

Tambor N. 5 5 2 2 50..

1. Cabo N. 5 2 5 2 ...46

Agi de los demas.

129. TITULO VII.

Obligaciohès del alferez de cahalleria y dràgones.

Art. 1.. Las . fanciooes esplicadaa en el titolo prece<^ dente para sabtenientes sòn oòiìiunesàlos alférecesde ca^ balleria j dragones en. todos ios pantos relatiyos à sobor- dioacron, disciplÌDavTégimea interior j Tigilància sobre la instroccion^^aseo yexactitad en el servicio; pero por el qoe hacen de montados ^an de $aber, adejmas de làs obligaòiones de subtenieutes ^ y las pretenidas para sol- dados, cabos y sargentos de caballeria y dragonés^ laa sìgaientes.

2. Àsistirà à las lioras de limpiar Ios caballos j de dar a^na y cebada; reconocerilL si tieuen algana nove- dad , si estan bien herrados, y si ios soldados tienen amor al que monta cada uno , paes en esto se afianza sa conservacioQ y bnen estado.

5. Tèndré nna libreta con el nombre de cada solda- do poT pie de lista y la resefia de sa caballo, y en ella anotarà èl vestoario, armamento y montura, y el està— do en qne cada ano lo tiene , para qne en Ios dias de re- vista paeda con pieno conocimieuto saber de lo qoe et soldado es responsable, y advertir si le falta 6 ha imiti- lizado algana prenda de las^ue presento en sa lijtima rerista para informar al capitan^ y qae por él se provi-, deacie sa remplazoó rècomposicion : el reconocimientt».' de la montura , y particnlarmènte el ^e las sillas le harà maj por menor, examioando prolijamente si oecesita de componerse aiguna pieza ; porque de oste caidado pen- de La segaridad de que él ca])allo no se m altra te, y de lodo lo que halle digno de reparo darà personalmente noticia al capitan.

4. Coidarà de que à Ios reclutas les ensefié à pò- oer la siila ^ brida, armas y grupa en el caballo, para qoe sepan montar y desmontar con libertad, y qa« aprendan à llevar las riendas; é fìa de qae no se rela)e ó descomponga la boca. - -

150

5. Caando hobiére potroa qu^ edsenar A UeTar la siila 7 giaete procarari que se de eoo saavìdad e&ta doc- trina « paes la còotraria piretica ios yicia j debilita sa yigori.

Do MaBtai ooredadiBs àflfirtiere ed la Tisita dai caartel (qoe.debe haoer dìariameote) 6 faltaa qà6 repa-^ rar eo la obiigacioo de ioa aargetitos , cabos y soldados, dari esenta à sa capitan perM)nalmente , corrigiendo <S castigando por si lai qnémereacao pronta providencia. " 7. En aaseaeia ^i temente^ coidarà el aiferez da eaanto aqael tenga isa cargo comò segando comandan- te de la companla^ j para el buen r^gimen debella bau de eìerceroon uniforme cetoy «corde interés por «a boen e^taao s as fanoiones respectivas.

TITULO Vili.

El tentente ha de estar insirnido en todaa lae òbliga« cioaes de loa empléot ìnferìores) j reglar elejercicìo de las fanoionea del anjo à la observancia de ias espiicadas para el snbteniente, qae en todas sos partes son igaales, eoa solo la diferenoia de qae caando se forma la compa- iiiai j la recibe del sabtenieote para inapeccionarUt ha de acompafiar al capitan desppesqne la hajra Tisto para reapoader à loa rjparoa qoe habiere comò lo hace con ^1 el tttbteniente«

TITCLO IX*

Obligaeioi^es del temente de cahulléfia y dragwiei*

jiri. t. Debe estar instrnido de las funciones res« pectiyas al alferez» qae en lo general le soncomunes: aa-^ ber Us deaargentoa^ cabos y soldadoti y corno segando comandante iomediato de la compafiia tornar inter^s en atender (bajo la direccioo y lùando del capitan) é su

131

Wo estado j dtH terTieiO) pracurando estar indtruidò de coanrtas noticias coùdozcao à su interior gobierboy para dirigi rie con aeiérta sieinpre qne por ausencia ó l'alta del capitan recaiga el mando èn él.

2. Alteroarà con ei alferez por éemanas en el cnida* do deasistir à la compania para las visitas ecotiómicas, sin qne por esto deje cada nno (en $n «emana libre) de screditar sa apiicacion- al mtsmo fin ; j corno inmediatò soLalterno del capitan asistirà el teniente nòa yez à lo meops diarialnente al cnartel para reconocer si el sar- gento, caboé y aoldadoa de. sa compania cnmplen con su obligacioD ; si la montura y caballerisa ae conserTan con tseo; ai la paja y cebadà .son de boena calidad; y si la prinoerà especie la repartén con eqnidad los de guardia de caballoa, daado aTÌso de lo qne le par^ciere conve- niente al capitan, y si este no pusiere remedio darjl eaenta al ^argento mayor , para que por so cóndocto lo entieoda el ooroneU

TITULO X.

Obligaciones del capilàru

ÀrU \. Sabri mny por menor todaa las ebllgaciones del recintar soldado , cabo f aargento^, snbteniente y te- niente, èsplicadas en los articdlos aotecedentes; las ad-» ▼ertenciaa generale» paraoficiales, y las leyes penales pa- ra ensefiarlas y hacerlas observar en su eonipafiia comò coalqu^a otra tropa en qne alguna Tev tenga mando; fiobre iodo lo cnal (qne es general) seri peculiar obliga* cion snya lo sig niente*

2. Ei capi-tan seré^ sns gef<?8-el solo résponsable de la disciplina y todo el gobieroo de su com pania : en na* da se separare de la Ordenanza : yrgìlaré qAe desde el soldado basta el teniente cada nino sepa y ctiropla sa obligacion: aostendrà las facnUades de cada empieo: ba- ri obser^ar la mayor uniformidad en ei cuidado y go*

JS2 bieroò de las escaadras : cnidaré de qcie la enseiianza de los reclotas sea completa: qae todoel servìcio se baga con la major pilntaaiidad yarreglo àOrdenanza: qae el ar- mamento esté siempre en ei mejor estadorqne se coide macho el-yestaarie j correage: q^e Ics ranefat>8 se ha- gaii coti la posible economia y atedcion : qóe la sabor- dioacion esté grabada en los énimos de todos^ j bien ob- serrada entre.cada gradò: qae tengan los soldados buen tràto j pronta'jasticia, ànimo é interior satisfaccion. £1 baen desempeno del capitan en todo lo espresado reco- mendaré mny particolarmente su mèrito, j-en él debe fundar nincho mas qae en ^ u antigQedad la esperanza de sas assensos.

3. T^% ob}eto maj ititeresante el qne todos los indt- vìdaos de ub régimiento 'esten persaadidos à qne se les trata con eqaidad, y qoe se les gaardan pantnaimente las condiciones de so empefio en 9I servìcio: «1 capitan responderé de qoe asi se baga en sa compania.

4i Cada capitan por lo respectivo é su compafiia tendrà la misma obligacion que el coronel por el todo del régimiento; se enterarà bien de la condncta de ca- da aifo> j solicitarà la separacion de los qae sean indti- les ó perniciosos.

5. £1 capitan caya compaiiia estuviesé mal gober- nadaódisciplinada no tendrà ascenso algono: desempefia- rla mai mayor empieo qatén no Uena él menor qae tiene.

6. El capitan sera siempre respetado de sus snbal- ternoS) y obedecido pntitoalm^nte en los asantos del servìcio: si bnbiere algano qae. por contemplacion 6 de- bilidad no mantuyiese à sas soldados con la debida su- bordinacion, qua no les hag» cumplir exactaraente con el coidado de so compania , y qne no reprenda y pon- ' ga preso al que faere omifio en sa obligacion , ignorare sa deber,'ó sera mny omiso en camplirlo: los gefes castigaràn severamente tan grave abandono ; y si el ca- pitan reincidiereen elio» le pondràn preso en un caatillo.

7. Coando e[ capitan hobiere reprendido ó arresta-

V , .155

(lo en «o casa algaii sobalteroo , y este fie atrevìese à pedirle satisfaiccion , el capitan, sin entrar en contesta- cion alguna, le pondrà preso en las banderas, y darò coenta al coroiìel, qaìen trasladarà el sabalterno à iiu castìllo por coatro meses; y en caso de faaberel subal- terno paesto roano A laespada contra su capitan, ótra- tédole con pajabras iudecorosas, le saspeiiderà del em- pieo, maptendrà preso y me dare cuenta*.

8. £1 capitan recibirà personalmente el prest men- snal de su compania, y comò depositario y fìel adminis* trador caid»ri de so legitima y equitativa distribucion. hobiere algun capitan tan olvidado de su obligacion qae empleasB parte alguna del prest en otro objeto que el de au preciso destino, 6 que no manejase los ihtere- ses con la mayor legalidad, se pondnl preso en un cas- tìllo con descu«nto de los dos tercios de su sueldo basta qnepagoe^ dando cuenta al inspector para que si las' circunstaAciaa exigiésen la separacion^ del capitan me la proponga*

9. Cada capitan téodrà un libro maestro en qua lle- ▼aré Bsentada la cuenta de cada soldado por lo respecti- vo à sa prest y masita. Primero le acreditari el total haber de log coatro meses de aduste ; y despues le car— garA los socorros diarìos tomadós, las jornadas de hos- pital caasadas y las prendas de vestnario recibidas. El capitan conducirà su compafiia à casa del sargento ma- yor para su inspeccion^ lievindola formada, aunqne sin arnras, marcbaudo con la^ union que debe, bien que no suene la caja, y puesto é su cabesa: el mayor confron- tare la libreta de cada uno con el asieuto del libro maes- tro: oirà los recursos, bari jnsticia à qoien la tuYiere,y rubricare la cueQta de cada soldado en su libreta y enei libro maestro del capitan : este con sus aubalteruos asts- tirà à todo el acto para aclarar las dudas que ocurran y obedecer las decisìones del mayor-, quedéndole siempre su recurso al corouel é inspector si toviere de que la- mentarse.

154 - .

10. l^ara qoe lo» soldadoi em|>eflen menos tns masi- tdf j se preseaten con aseo procara fa ^ae sa eompania tenga soldaiio sastre y otro sapatero, i Job que exi- iniré de jBcu^ircio de dejstacamentos; con cayoaltvio, y ei de algana grati ficacion msDGuat por cargo comonf clebe- . ìAn recoger y remendar eu lui diaa librea de servicio las

prendas de todo9 ios 60Ìdadoa correspoodieotes al oficio de cada uno..

11. Para ateader a( ei)treteaiinieato de las preadas menores y Itmpieza del soldado reteudrà à cada pbza {comprendidas laa de cabos y tambores) on foadò de treiata reales de velion, que ha de jantarse de ioqae por saa masitas deveogaren, sin qae el accidente de no ba- berse completado strta de obttàcald A la obUgacion de su- ministrarles las prendas qae falten i los qae deban y i lo9 que alcanceo : en el ajaste caatrimestre entregaré el

* capitan ei esceso que teoga su crédito sobre él eo tos es- . presados treiiita realés.

12. El soldado qae muriere con alcance ó taf iere ropa 6 ftlhaja» propias no coro prendidas en los efectod de manicioi^, formare el capitan sa coentà^ y con elia y sa inventario la presentarà al sargento mayòr, qaieo con intervenciou del capeilaà dispondrà qae lo qae qae- de libre à beneficio deldìfunto se entregae à sas bere- deros ó Barieotef> aanqoe distantes, y solo enei caso de Ito tenerlos se aplicar A é snfragios por sa alma , cai- dando el capitan de qoe èael.hospital se recojan las pren- das de manieion qae haya Hevado sin la raenor contri- bacion por m rescate.

15. A los sargeatos no ha de retenerles cosa alga ita por maslta^ paes èllos por si mismos deben cuidar de^u deoencia y entretenioiieoto ; y si habiere aigano tan abandonado que por desidia ó Ticiodesatieodaeata obli* gacion> darà parte ài sargento mayor, para qaeiostrui- por *e8te coodocto ei coroneì tome la protidencia que para sa correècioo y enmienda considerare conte- niente.

155 14- Cada capiUm proòararA len.er un barbaro ea §vt eoinpanìa,' hacbudo su ajaste por acoerdade lòa wkvtoM •oldados; j por uÌDgaD.qiotivo se pensionardo eoo està pre* testo en mas oantidad de la qa« reciba el qtie loa afeita. 15. Gooforme se agreguen reelntat à sa oompafiia les i^rà ci papel de tièmpo respeclìvò firmado desia ina* uo, con espresìoo del dia, mesy afio de sa entrada, j lo8 eaqde oo^plea ei plaao senàlado à so servicio, obaer- Tsode la misma regia eoo los qaintos ó coalquiera otra gente qoe se apiiqae por pro^idencia eslraordioaria* Ed cada papel da estos ha de pooer ei sargeoto major so constarne ^ y el eoronel su ifisto bueào^ arregUndo]os ni capitan A lo que coorte en la filìacion del libro maeatro^ y siainpre qo^ oònclaido elpiaao qoiera el soldado reeiH gancharae, le presentare el capatali al eorooel , para qae con conocimiento de so taila j ealidadea cooTenga en el noe vo empe&o 6 io reproebe,

16* Servire al capitan de recomeiidacioii la policla y b«en antretenimiento de soa soldados, corno que np teogan deudas en so masita: si eu eala parte faobiesa al** guDo omiso, providenoiaréo los gefes ei pronta remedio, debiéndoles serti r de praeba el cotejo qoe barin de débitos y crédito» de las otraa compaqiaa 00 ioa ajustea coatrimensaaies. Como està economia militar interesa à todos ÌQS,objeto8 de mi aervicìo ^ encargo qoiay partlca- larmente é los gefe» qqé ia yigilen y adelanten ccaoto •ea poslble.

17. Los eapitanes correràn siempre con los «teoai^ iio» de sns compauias; los ajastaria fòrmalimente cada castro meses; y et hobiere aigon aleance despoea de rebajadoa Ioa gastos de eompafiia, abonaria i cada in* dl?idiio la .parte qae le t oca re.

18. Cada capitan tendVà on pie de lista de. su com* pafiia por estatora , otro per antigftedad con especifica- cion de patria ^ edad y tiémpo de servtcio 9 7 etra ea qiie esten tentadas las preodas de Yeatniario qoe ioTlere cada 000, y el nilmsro ó marca de 6^ fMSÌi.

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19. Téndré an librò eo cuartó ìeòo la fìUacion'de ìoè solda<to8) fambores, cabosj sargeatos de ^q coxn*- pafita; <;ada filiacion ocopari uua hoja, anotaodo ea ella con pautaalidad los ascensos , reeiigaochainieotoa, desercione^, Liceocias, y demas ocurreucias, para en todo tiempo dar de^sa compafiia las noticias qae le pi- dan sas gefes.

20. Para la revista mensaal y las de iuspeccìou da- rà cada capitan con su firma los pies de lista qae se be- cesiten: con anticipacion entregaré una al sargeato ma- yor, y en el mismo acto de la revistà las darà à las de-

. mas personas qae deban tenerlas: al màrgen de la de^ recha pondrà el destino de cad^ uno > se&alando los presentes con una P, y para ^'^s demas espresarà ^1 .pa- ragCf hospital ó comision en que estuviesen. En la màr- gen de la lequierda anotarà \m qae tavieren cédola de premio, con espresion de la csotidad, y al pie manifes- tara la atta y baja ocorrida ciesde la revista anterioiTY con dtstiucion de nombresdi los qtie la caasaron ^dias de su salida yentrada de iof eclatas.

31. En las reyistas y demas casos el capitan' el qae debe responder à cuanto qaierao sas gefes saber en sa compaiiia: por lo *qae nada ignorata de lo qae pasa en ella.

22. El primer dia de cada mes el capitan darà al. teniente coronel mayor una ^elacion firmada de la . foerza de sa compania, y del alla y baja ocarrida eo todo el mes anterior, con espresion de Ics nombress y motJTOS qae la caasaron : el mismo capitan llevarà en persona està noticia al teniente corone) mayor para aclararle caanto quiera saber de so compafiia) y Los- ca rà la bora de encontrarle en. casa> sin bàcer casual su entrega^

25.^^or ningan motivo se podrà alterar la ensefian- ' Btt del ejercicio por compafiias ; et capitan sera respon- sable de qae los oficiales , sargentos y cabos de la so- sepan hacerlo, ènsefiarlo y mandarlo; y qoe cada

157 soldatfo tenga en* inairchas , faegos j evolociooes mucha^ destreza y eatera instraccion.

24. Generalmente ios regimientos se ban dédìcado à exigìr una igualdad soma é inconsegnìble en todos I08 movimietitQS del inanejo dei arma, con niucba niortifìcacìon de tropa : ebta igaaldad ha de tener 808 gradps . de escrupnlosidad : ei mahejo del arma es en la major parte para nuiformar ios movimientos de la tropa, y dar soU^ra y agilidad à ics soldados: lo esencial del ejercicio se reduce à cargar bien y pronta-^ mente, sìn.embarazar à sos costados é bileras, à ba- cer el faego con la posible segai idad de Ios snyos y daiio de Ios enemigos, à conservar la formacion de la tropa, y bacer con proutitud y órden las marcbas y maniobras que previene el qae ma fida. A eslos obje- tos dedicaràn lò3 capita nes y demas gefes todo su cut- dado: ìnspiraria à |os soldadbs mucba .confìanza en las ▼entajas de sa disciplina ^y les bardn conocer.las que proporciona sa union con la segnridad de sus manio— Lras aunqoe inmediatos al enemigo.

25. Cuando un soldado estuviere cuatro meses en so compania, y que no sepa vestir se con propie- dad , cuidar bien de sos armas, el respeto y pronta Dbediencia qae debe à sns cabos, sargeutos }" oficialès, liacer bien el. ejercicio, conocer lo que debe practicar caando eMé de guardia y de centinela , y demas pnu- tQ8 esenciales de su obiigacion, sere prueba cierta de* descuido en aqneiia compania ^ cuyo cargo se bara sè- riamente al capitan*

26. Las compaiìias que en Ios ejercicios de foego DO diuparasen Ios tiros que deben , daràq vìsible prut- ba de que Ios soldados estan mal disciplinados, ó las aroias en mal estado : al remediò de este dafio , corno tan importante à mi servicio , darin Ios gefes especial atencion, castigando con séverrdad à Ios capitanesde ellas.

27. Caando cada compania tnvìere cuatro cabos primeros y caatro segundos, estaré. repartida en tres

158 '

escaadras^ j caJa' Qoa at cargo de nn cabo primera, quien tendré para asistirle an segondo, quedando ano prtinero j ano segando para las cbmÌ8Ìoo«a en qae loà einpleen losxaerpos, y saplir Los qae eo r marea » aa« tisfeciio el capitan deqpe los eiegìdoa esten biea impaes- tos cn «a obligàcioD) les derjarà otrar con Hbertad : si dlp;o yerran, la reprension de èlio les ensefiacA mejor sa deber: con esto hàbrà mas emalacion) se conoeerén ics ftagetos j eUos se babilìtardn al mando. £n caso de aa- meiitarse la faerza de las eònipaiiias,serécQrrespondien— te el aumento de cabos pritiierosy segondos y el ndme- ro Riayor de escuadras, encoy occaso se continuari la regia de qae qoeden an prhnero y un segando cabo sobresalientes.

28. Siemprè qae la compafiia tomtirti las artnas, el capitan con la debida anticipacion é la bora dada para la formacion del regimieoto, la reristari en ^la, eiaminan- do con proligidad sa armamento , v^stoario y aaeo. SI ballare algo qae reparar, lo advertìrà 6 reprendtftà ai teniente, qulen dorante sa reYiita deberi segatHe y tana- bien el sabteniente paraobservar y aprender lo que cor- rija et capitan: éite provtdenciarà el pronto remedio da cualquiera -Calta qae notarevConclaida la reyista forma- ri el capitan sa compafiia en batalta,-siel terreno loper- mitiese, y caando no, pormitades^ caartas d pctaras, y marchari coni ella al parage sefialado para la primera formacion del regìmiento, donde la presentari al sar- gento mayor para sa inspèccion , la caal conelalda pro- segoiri bastaci logarqae le corresponda en el batalloD, descansando en él sobre las armas basta qae formad^ el todo se mandé ponerlas al bombro.

29. El capitan no permttiri qae soldada algano da sa compatita haga servicio estaiido eafermo à eonirate- cicute, y n^ Omitiri cùidado para la coaserraoion da ios soldados,

50. El capitan para cabo segando elegìri el sotdado qae promets mejor desempeffo; para primera pi^^riri

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at segiiffdo qw mas coiJe <Ie sn escuftdra. Ei cabo pri- mero qae mas «obresatga cn «ì mando y gobierncdeU 8uya sere atenclido en la pricnera' «drgentia de seganila tsUse qae i\ef^xkt A vacar en la cpmpania; y de é&tos el ma» aplieado j^ in^s dtU sera eiegido para primer aar- gentOftenieodo preseti tea ias cìrcanstaocias pretenidaa el titolo de e^a clase.

51. Los cabos segniidos y primeros tendréo nombra** miento del capitaD , constarne del teaieote coronel ma- jor y y aprohacion del coronel. Estos gefe» no repojgna^ t^o U^leccioD del capitan sin jostificado motivif. Cban* do el coronel baya aprobado los cabos, mandarà qae se dea à reconocer en la órd&ti general, y.cada capitan deépnes bare qne ano de 9u« sabalternos àé é reconocer el cabo de la compama, for^méodola sin armas para este acto. .

S3« El capitan bare nojfnbramiento par^ Ica sargen- tos en sa eompafiia : lo entregarA personalmente al te- niente coronel mayor v qnien satisfecbopondrà sa consta'» me y to ItCTarà alcotonel, ioformàudolede laaptitad del elegìdo, ó de los defectos que toviere; pondré ci coro- nel al pie: Considero al eiegido digno de este empieo* Fecha y sa fmna. Con estos reqoisitos lo dirigirà al ina* pector , qnièn pondré é cootinuacion sa aprohacion.

55. Siempre^ qae vacare la tenencta en ona compa- nia> elcapitan de ella me propendi é tres sngetoo dignoa del empieo, arregUodose en el modo al formulario para lag propuestas; entrégaré està al coronel, qaien la remi- tini al inspector con »u dictdmen. El capitan tendrà fa- caltad para preferir en sm propae»ta el que crea mas digno entre Ica rabtenieuler del regimiento, debiendo tener aiempre presente qa^ sera propaestaa dar^n à co- nocer so jasticia y amor al servicio; y caando el coro» nel le mande qae forme la propaeata de subtenencia de •a companta por ler màyor el ndmero de vacantes de està clase qoee! de los abanderados, porta^estandartet 6 porta- guìoneaqoe deben ocoparla (en coyo dnieo oa-

so le perténece consultar)) harà la pròpnesta en cade-^ tesò sargentos, segan correspondiere'por la r«gla espU- ' cada para la teueDcia.

54* Vtsitarà ea hpras'estraordinarias, j especìalmeD- te por la nocbe, sa cnar^el^ para vèr si los sàrgentos duermeo en la co tu pania, si se recogea é las horas sefia* ladas, y en ellas se obserra la regalaridad j qaietad qcie està mandado.

35. Tendré an libro eo qae esteo copiadàs las drde- qes de iospecqion qae sean relativas al gobierno j disci- plina de sa compa&ia,, j las qoe èn lo general del eaer- diere el coronel para sa régimen, policiad otros poD- ' tos del setyicio, con obli(^acion de leerlas ona véz cada do8 meses à sassubalternos; y sieinpre qoe el capitan se aosente', dejarà para jgual iia el mismo libro al oficial qae qoede mandando la com pania.

56. Elitre tambores, pi/aoos y clarioetes (qae son los Tiiiicos instrumentos de que debe asar la iuranteria) nonca habrà major aumero qae dos plazas en cada qiDa de fusilefos, aoa en la de grauaderos> j dosepU plajpa mayor de cada batallon ; lo contrario debilitarla la faer- za de los caerpoS) qae uunca. se permitirj.

37. A oiogan tambor^ pifano ni clarinete sedata mas gratificacion qoe el saeldo senaUdoen mi reglamen- to, à escepcionde dos qae serviréo de maestros à los de- mas, à qaienes de la gratifìcacion de recluta se sumiuis- trarin dos reales diarios à cada uno.

58. Para tambores, pifanos y clarinetes se recibirdn mnchacbos de baena disposicion, aanqoe no teogao mas edad que la de diez anos; pero à estos porsus padres, y caaudo no los tengao, perai mismos, se sentarà la plaza observéndose lo prevenido en el articulo 12 9 tit. 4 del trat. 1.

39. Para no, gravar el sueldo del capitau ni el prest del primer sargeoto con los gastos que correspoadeo à la compa&ia , se abooaràn à cada una catorce realea de velloD ménsuaiesdela gratifìcacion de hombres: y deea-

MI

toS) sei» reale» al primer sargeotor y ocho al capitan, can- tìdadea anScieotes para invertirse en comprar libro de filiacion , el de caentas de osasita , el de la órden general del coerpo, pàpel para loa pies de lista de la deviata, estado ménsaal, distribncion ^ prest, j demas mena* dencfas qae ocarren en cada cémpania.

TITOLONI- Obligaciones del capitan de caballeria y dragones.

Art, 1. Ha de aaber todas las obligaciones eaplieadas en este y los antecedentea titalós ^ desde el soldado haa^ ta el teniente inclosÌYe ; adaptaré à la diferente calidad de sa servicio laa preveuidas para el capitan de infante- ria, qae entodo loeseoeial le son comanes; y por laa mia- mas regi as bade dirigir saceloy Tigilancia para entrete* ner j mejòrar la fuerza, disciplina, iostraccion, poiicfaj boéu r^gimen de la compafiiade su cargo, comò su pan- tualidad enei servicio, arreglàndose en todoal mètodo qae prescribe la Ordenanza y las òrdenes particalares qoese (Ìi»tribQjen-en el caerpo, sin qae estas le priven la fa- cqltad de dar por si (en caanto no se opougao) las dis- posiciones que considere conyenientes.

2. Tendrà los mismos libros y relaciones que para el capitan de >infanterra estàmandado; afiiadiendo en las de yestuario los efectoa de montura y equipage, y todas Jas demas noticias que exige la diferencia del instituto ^ sin alteracion de las formalidades prescritas para el boen órden j darà administracion de juslicia y «quidad en las caentas interiores.

' 5. Para el puntnal àjoste de ellas tendré on libro de cargo y data en que lleye la del prest que percibirà por si mismo, con precisa responsion de sus resultas.

Bn otro libro, compoesto de bojas soeltas, esten- dere eiT cada tina la fiiiacion y calidades de catla soida- do; y en ona.esqoela separada las seiiast del cabalio que monta. ^

'*^ . . .

5* el regtui lento estavier^ alojadoea oaMude f>a- tronety aeftalarà parage eo qae la oompaGia ae ona à laa horaa de dar agoa; j cuidarà de qae austan «os oficialea para rgaoaocerla , verta desfilar, y ceJar qoe yayan j vaelTan eoo baen 4rdenal paèito de anioa de qoe aar lieroD. * .

6. Eo las horas de dar cebadai^ para vigilar ios •oldados poneo la qoe^ eorreapoada, mandari qae eotre lo8 sabalteroos, sargentos y cabos sa repartan por las casa» eo qae la compafiia esté alojada, y celeo qae los aoldados no se aparteo de loa eabaltof basta baber eoo- clordo ei pieoso«

7. Siempre qoe la compaoia baya de salir lòrmadaj la oonducirl el capitan ai parage qoe el coriOnel 6 co^ mandante destine para la formacion.del escoadroo; y para qoe à sa incorporaeion en él no tenga el ge& qae la recibe qae notari la revista'rà con anticipacion el ca- ptan, examinaodo proUjaoieiite coanto oondoee i so aseo, propiedady dtil estado de aervicio.

TITULO 3UL

TenienU corontL

Jri, 1. El teniente eoroo<>l obedeceré al corone), y mandare à todos loa demia oficiates del regimiento: «io podrà rariar lo qoe mande el ooronel) ni dar por si órden aae?a; pero en las qoe dìere so primer gefe, le toca , corno segando , la obligacion de vigilar ao exacte complimieoto^ sostener con 6rmeza sa respeto, avtsarle de las faltasqoe advirtiere, disipsr y córregir las mnr- moraciones ò flòjedad qoe reparare, y no callarle por ÌBdolgencia y culpable disimulo ^ especie que paeda tarbar el boen.órdert, ni déaacreditar la disciplina y boena opioioo del regimiento»

S. De las novedades estraordioariaa qoe ocorrieren ba de darle parte el syudante de semana pontoalmenlei

'45 j diarìamenle el sargeoto mayor de lat ordinaria»^ à la bora de la 4rden en casa del éoronèl : teodr^ faoaltad de repreoder 7 castigar coalqQ^era falla <S abuso qoe no* tare contra lo pre?eDÌdo ^a Ordenanaa 4 maodado por el coroDel* '

5. SI el aargentp mayor ialtare^ deberA t^oipo se- gando gefe tornar i sa cargo la restdencia qne al terce- ro ìacQinbe en aqnellaa f ancioiiea. relativaa i la respon* sioo de loa eapitanes , coqio son el recìbìr las companiaa dal primer batallon despaes de la rerista particoìar de cada «na p^ra formarle» visitar el caartelf reconocer. su aseo , a^ìatir à la lista j i la parade » j autorìzar las re- TistA de caenlàs qne pase el a judante major ; paes aanqacf recaen en éste las fuociones del sargento major en ao aoseacia ó vacante) deben dlatingairse las qae en este articolo se espiican corno irespectiTaa al carécterde geie» j en caalqQÌera de eilas à qoe el tenieote corooel coBcarraserÀ corno tal recoooctdo j respetado para obe- decerle j pedìrle las.correspondientes.licencias^ no es« tando presente el coronel.

4* Siempre qne él segondo batallon tornare las armas recibiri las coinpafiias el teniente coronel i j bari antes de entrar à formarle la insjpeccion de eilas, en el modo qne el sargefito major en el primerO) dando coenta al coronel del estado en«qoe las hallare«

5. Siempre qne esté vacante el empieo de coronel, ò en sa ansencia (si estaviere en dominios estranos, 6 mios, mas remotos qae los pre^idios de Africa j Ma- lloroa)) tendrà el absolato mando del regìmieoto en loa mismos tdrminos qne si faeracoronel en propiedad; pe- ro hallàndose éste dentro de mia reinos, oomprendidoa Mallorca j Afrlea, j esceptoados Ics de Indias j €ana- rìas, mandare el teniente eoronel, con la obligaeion de darle coenta de cnanto ocorra en el regimiento, sin in* Dovar por si Us reglas qae baja dejad^o establecidas, j con precisioa de obedecer Us que el corooel le oooìo- niqae. r

^44 ....

6. Tudos tos papeies que debao dirigirse é la inspec- cioD Ips remitiri é $a coronel, auoque estd distante^ .para qae autorizados eoo so firma iesdé e) carso de so coQtenido , esceptaande de dicha regia Ìaif ngticias eje- cutiva» qae pida el inspecfór con està cirQDifstadqia. '

7. À la li^ra que senalare ei corooei acodirà ^ sa ca- sa èl t^oieote cocpnel diariamente^ para recìbir de élla òrdeii respecto à lo pecoliar dei cuerpo, y darla A sa sargéoto major, eu cuyo mismo tiempo le -darà parte (en coDsecuencia de lo que el sargento major ie baja como- uicado) de ias novedades qne en ias-yeÌDte y.caatro ho- ras antecedentes bayan ocarrido^ep el regimieotOk

8. Ì)e todas. ias. cSrdenes circulares teadré a& .regis- tro, en qne estén copiadas àia ietra. ,

9. £u ics dias qne so regìmiento.cubra io» poes- tos de la plaza en qne està de gnarnicion^ los visilar^ para celar si los oficiales y tropa desempefian so obliga- cioo exaotamente : cuando io ejecuta de dia se le prer sentaré la gente sia armas y en petotou psfra ver. si fal- ta alguoo, y todos conservi^ n d^bida com postura; y coaodo;Io9 visitare de Docbé, sere recìbido con Ias for- malidades regladas para la ronda mayor, reprenderé cualquiera falta que notare, y dare parte de ella al go* bernador de la plaza y é su corone!.

TITULOXIIL Temente coronel de cahalleria y dragones,

Las fanciooes de este gefe son igoaies à Ias esplicadas para el teoieute cofonel de infanteria , y comun la obli- gacion de estar completamente instrnido en ias pecolia- res de cada clase, para bacerias cumplir exactameote y desempenar (a snyd , por Ias regUs qae prescrìbe el titolo precedente; con anmentò del exémeo de caballos, efectps de montura y eqaipage, distribacion de cebada y paja, y todo lo demas que correspoode à la dìferente calidad del servicio de cuerpos montados.,

14S

TIT0U)X1V* jRinciòne» 'de Ics abandtrados.

JrU 1. Sìempre qae el ndmeto de solitenieotes qoa habÌQre Tàcaote oo ecceda al d^ loa^alianderados, deberà. •er este el prUaer, eacaloa para ioa cade tea, j preciso para paaar despaea é oficialea cQjupaoia , aieodo sa priacipal iaocioD el lievar la bandera*

2* Caaodo estéa aolJos amboa batallooe^, noo de los abanderados correre con la 'distribqcioo d^ pan, ca->. mas, Lena y acuite para la tropa; j ooncinido sQ'meseii- trarà otro turaando en las propias distribaciones , y eL primero totàliaaràloaTeejbos qa^ baya dado, j forma-, liiari jen coanto poeda jel ajnate de laa compafiias por. io respectivoaldetall con qae ba corridoi

5. De los otroa dos abanderados. alternando por ae- manas, bari el ono la Visita del hospital reSpectiva à sa CQer,po^ j el otro el reparto para las gaardias ; recibiré . la gente que cada compafiia debe dar> 7 no les admitird soldado aiguno .qne i^p venga con mncbo aseo, y que no ; teoga SQ arma en estado; no dejando sn cnidado qne repa- . rar al ayndanie, qne ire todos los diasi esercitar la pa-. rada. A cargo de este abanderado correrà tambien la pò-. licia del cuartel, qne deberà visitar cnando menos dea Teces al dia, para ini'ormar à sns.gefes de si se observan «US iSrdenès con la debida esactitnd.

4* £1 abauderado qne queda libre estarà pronto pa- ra caanto ocnrra de estraordinario; y sera sa cnidado el ver cada mafi^ua y tarde i sa Qoronel y tenienta coronel mayor, por si tieuen eu qae emplearle»

5. Cnando estùvieren separados los batallonea $e, eocargarà à nno de los alianderados la visita del hos- pital y la distribncion de pan y ntensilios: el otro cai-. darà del recibo y reparto de la parada.y de la policia del cnartel; y deberào alternar precisamente en sos respectivos destinos, à fin deqi;iecada uno de ellos so imponga en todQt los detallos»

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6. Coaddo habiere atgttaa i% loa abanderados aa* tebte con liqeiicia, ^nfarmo 6 cacante, elégjrìeloo-

' ronel ei cadete mas apto del cnerpo para ejercer fius faociones, é fin de que eatando aieoapre completo el nd* mero , te baga pantoalmeBie el tertioio» y teagan W cfadeted eate molVro mas de emfilacìoii j de escoeta»

7. Para qne los abaoderados pnedao atender mOfor ai desempefio de los encargoa eàpreaadoii se tea «xiiftìrà de destacamentoS) goardias j demaa éervicio^ de. està natorat^sa.

8. Ei coroDoI j tediente corone) mayor tendrdnsknB- pre presente qne deben/tnstrtiir é los abandevados j emplearlos en todos los astintos del servtcio qere ae^n coodacentes i formar de eilos boeuol oficialea, impo* Diéadoles tambìen en la formalidad de los frùcesos j reristaSt &cc., para qne nada ignoren de coanto sea ser- Tteioydiaciplrna ó poliefa de nn regtmiento.

9. Ea campana^ los abanderados cuidartftt da p<H licfa del campo, bai-én et reparto de laa gnardias, re- clbirin la parte que cada compania diere para ellaa, j entódo barén reUtif amente A los artica los aotecedeatts ei serviclo qne aotés bati becbo los ayndantes dragonea, à escepcion de qtie no deben alternar con estos en to- rnar semana.

10. Los porta* estandartesen caballeria j porta* gniones de dragones^ sobsistir^id én las primeras com* pafiias de los escdadrones , uno encada nna; y su elee- cton se bare alternatttamente entro los sarge utos j ca- detes qne se consideren mas robnstos para cualqatera fatiga de baena disposicion personal^ y càpaces de de- deserapenar eod àcìerto iaa faociones anejas i està olase, qoe soo las de instroìr la tropa bajo la direccion del teniente coronel major y ajodante, lletar el detall del sèrticìo y ajnstar los òteiiatiiios y demas encargok espli« cados eo este titolo , por lo perteuectenfe à abanderados.

11. Teodrfto corno estós la gradoacìon de alféreces y pasarin à serio de compaita con la aniigaodad de la

147 dita es S08 deisptfclios de porta -estaodartes ó porta- goioneS) caando el corooel determìoe proponerles; paes

00 et mi rtal éikìmo' q:tté perfadtqaen é loa cadetea ni urgsiil0» dtgMit ma» aptìgvoa. .

TITOLO XV.

Funciones del ayùdante,

Art, 1. Los ayndantes* deben considerarse sobalter- BOI del teoiente coroDÓl major 9 de quiea deben tornar la órdeo diaria qoe diere el corooel j reglar eo todo el ejercici^ de aoa fanoioDea à qoe lea corno oiqae el refendo teniente coronel; per^ su ioatUuto principal eselde coidar bajó aa direcoion dfl aseo, detali, dis- ciplina ir inatrocqion de La tropa , 7 yigilar aobre el ser- ▼icio, regime» ecooómico j policia del. coartel, daodo parte peraonalm^nte é ans gefes de las oovedadea aoe ocarriereo j caiopliioiento pootual é las drdenes qoe tea de caalqui^ra d^ e^loa*

2. i^Uecoaréa jior a^iuanaa p^ra el s^^rvicio de plaza J del c^di«pa<T reco(ii«ndo eia la luja cada ujio los par« tea qoa de» iaa compafiiaa par a oAticia del teniente co- i^onel major, à coja poaada deber^ acqdir cada mafia- na despaea de haber risitado el cùai^lel para participarle lo qoe ocfirra, j acompafiarle i casa del coronel à la bora qoe aeoal^ para dar la órdeo.

^* Siempre qoe el teniente coronel major mandare ^1 regimieoto, ejercerà sua foociones el ajudante ma- jor, qoe foere mas antigno; pero todas las respectivas il caricter del tercer gèfe Scorno son las de recibir las conapafiias para nuirse a. batailon, y todo acto relativo i resideociar à los capitanes] no podrà pof solo ejer-

1 cerio, pae« tocari entoncéa al espresado gefe , j solo ! teodré la accion de darle parte para qoe tome la prò- I ^idencia qae contenga: caja igaal regia seguirà en los

caios de ansencia i cacante del teniente coronel major.

coD ift diféreocia de dar parte entonces «l gefe qae man» dare él regimiento.

4* Eh ia separacioD de batallonea (sia mudar legar los ayedantes aanqae est^ eo el primero el mas atltigao) ejercerà eu el sayo cada ano sasfanciònes respèctit.as.

MODO DE RECIBIR LAS RONDAS (*). Ronda nij^jror.

ArU !• La centifiela mas avanzada de nna guardia qae tenga comanicacion con ella, taegò qae al ^uiin vive se le responda ronfia mayor^ la maodarà hìacer alto , y avisaré ai cabo de escuadra.

9. El comandante de la guardia la bari poner sobre las armas , j eoTÌari al sargento con caatro soldados à reconocerla: éste Uegando à diez pasos de ronda (sia repetir eì.quién vive^ paes ya sabela qne es, y esti pa ra- da^ cuya prictica es irregular y no arreglada à ia . Ordenanza) dirà : avance la nomhrada d rendir la se- na ^ y à su escolta, preparen las armas* A està voz, los cuatro soldados bardn alto, y prepararén las armas, jadelanténdosè el «argento basta encontrar la ronda à qnìen mandò avanzar, y presentendole la bayoneta al pecho, se bare dar la sefia.

3. Recihida por el ^argènto la sefià , y satisfecbo de aer legitioia, mandarà à sa tropa poner armas al hom- Iro^ y avisard con nn soldado al comandante de ia guardia de venir bien la ronda j y ^l y |os restantes la a.compafiaràn basta diez pasos de la guardia (que estari formada y con las armas presentadas), donde la espera* el comandante; y despues de reconocer que es la ronda mayor-, le darà el santo y sena y le franqaeari

(*) Combìnados loi art. 5i, 5a y 56, tit. i , traU a;- los 5(, 7 53, tii. a, irat. a; j lot ad, ai, j el ^>*< 1% ^^^^* ^ de U Ordtnansa*

149 toclo» Io8 pmestos, peruntiesdo entoaoes qoe ptse i o go« nitifa qne esUba detenidà.

4* Si el comandante de la guardia .faese sarg^oto, eo- viari al cabo con doa aoldadósf i reconocer la ronda, j é\ formarésQ gnardia, jsaldrlidieK pasos à darle ei san- to j sena, comò qoeda dtcho; j foeae cabo el gefe de la goardia, enviarà' dóa aoldadoa à reconocer ia ronda, lle«- Taodo el mas antìgno de elios fa repreaentacion de cabo, j é\ practicarà lo preyenido paraci comandante de la guardia.

3. Se rectben corno ronda major à los generaies, goberoadorea, iospectorea, gefea de los coerpoa, lenien- tes de R^y j aargentoa majores de plaza; y eo campà- iìa i los oficiales de dia; y podrin bacerla i caballó.

6. Gaando se encontraaen las rondas mayores, la de menpr graduacion rendìré ei santo é la otra y recibiri la sefia^ gradoindose- en està forma ingenerai, goberna- dor, inspector general, tenieote de Rey, sargeiito ma- jor y gefes de coerpb de la goarnicion. Toda ropda qae encoBtrase à la ronda mayor rendiré à està el santo y recibiré U sena; y toda co ntra- ronda pracUcarà lo mia* IDO con la ronda mayor y la ordkiaria, aanqoe la baga de està dase el èargento mayor^ por aer ronda repetida*

Ronda y cantra' ronda ordinaria.

7. La centioeia de las armaa bari bacer alto i ia rondi^ 6 contra* ronda ordinaria à diataneia competente^ j avisarà al cabo de escoadra*

8. Eate, con permise del gefe de la guardia, saldré con doa aoldadoa à reconocer la ronda; y é diez paaoa de las armas diri: avance la nombrada d rendir santo Y sena, y à sns aoldadoa, preparen ias armas., Avèu-- zindose aolos la ronda y el cabo basta encoi^rarse, oste pondré sn bayoneta al ppcbo de aqnella, y se bari dar el santo y aefia»

9. Reconocida la ronda» y recibido el santo y seiia, mandare el i:abo' é ana aoldadoa armas al .homhro\\ y fraaqaeando el paso à la ronda se solverà à su guardia*

150 10* Sieiii|ir6 qn« m eoeDotTaseD àùu ftXtmi\%àp h primera que diga el quién s^we te hati dar la oontra- «efia«

'Rondin.

i

11. . El rpndtn, qac hari calM» de «accndra con farot ó pania de maoèia ^wcendida , sera deteaìdo por la centinela de las ama» corno la ronda oìrdinaria; y saliendo el cabo de escnadra é «cho ó diéx pasca de las armas le prèsentarà la bajoneta al pecbo, j ae bari dar la contraaefia. Eecibida eaia, Ueaarii ei TMidìo al coerpo de guàrdia, j et^regatido el Urol à otto Oabo, ae restitairi i so paeato.

Honores que kan de hacer las guardias^

Al SanUsimo Sacramento^ fie pre^entariò laa armala j baticé m^rc&ii daade qo^e se a viste haala qneae pier» da de vista^ j al paaar M. por delaote de las armas se le rendirdln eataa ain dejar de locar marchai pònteodo la rodilla derecba «o tierra j qoìUodose el morrion, cobrirén con di la llave: Inègoqoe baja pasadoel Santi' Simo, .se levaotaràn j presenta ràn las armas. La tropa à cnja vista transitare el Santisimo destacarà luego dos aoldados qoe le acompafi^i -con sos armas terciadas, y el morrion ó gorro qnitado, los cualea se releyaréo de paesto en paesto« Està escolta à la entrada j aalida en la casa del enférmo, ó al regreso^ al templof reodìri las armas en la parte esterior dìe la poerta.

Para toda procesion de imégen de Dtos, de la Vir- >gen 6 de otro Santo^ las tropas por donde pass re dea* cansarén ^bre las armas desde su principio basta el fin: el troinpeta tendré el clario à la espalda; j el co- mandante, si fnere oficial, sq. espada en mano; y si 8ar«- gento ò cabo, sa carabina teròìada, baciando la eortesfa cnaodo. pase la imigen. Coalquiera tropa qne marcbando eiicontrare al San*

' HI >

^im Aforaimii/Ot ibroiari en.batallft jkarà Um hono- Fas.e«plieii4os.

Ai i?é>j^> Reinai Principe y Princesa de Astaria», s^ premiario laa armaSf jr batiri màrcha.

A Joa iit/aiir#« , hallifidóa« dande el Rey, Reina, Prlacipe^ PTUiceaa de AsUirias^ se tocaià llamada, eoo las a r mas al bombro^ j donde* no esien las Reyea 4 Princìpea «e lea pr^aenUlin las arntas y tocari

D^de eatatieren SS. «MM* y A A. 90I0 ae liarin Lo* oores à «US Per^onaa y Real i&milìa*

Al CapiiiOn General de .ejjérclto ae preaentar^n las armasy «e^tocaré marcha*

£n lodo nonor qne corresponda el presentar laa àr* mastJo verlfioaràn tambien laa centineias onando pase U persona à qnten se dirige.

Al Capitan General de provincia, ^ General del ej^eUe en campafia, se locare marchot con armas al Itoflibro: la goar4^a del capitan general de ptwincia prasentari las armaa y iocaM marcha al de ejircito siempre q«e lo yea^ y la de éste corresponderi al de frmncia con marcha v^irmaa al bombro.

kVleniente General ae pondrin arinàs al bombro, ' 7 se tocari W llamada por todas las goardias de piata, y de personaa de igaal é inferior grado.

Al Maftscal de Cao^o armaa al bombrp, y el trom-* petael ciarlìi à la éapalda, por todas las goardias de plaza, y de persona de igoal ó inferior grado* -

Al Brigadier coronel de un regimiento se le presen- tare su guardia descansando sobre las armas siempre qoe entr^je ó salga de iso casa.

A lodo Brigadier qne tenga mando en ^efe, 6 le- trai de seriricio «e le barén igaalea hoaorea c[ue al bri- gadier coronel de no regjimiento. Al Brigadier de dia se le lormarén laa gnardiaa des*- caoundo aobre laa armas; y é loa Cor^neUs de dia se presentare la tropa al pie de eoa jirmaa*

153

Ai Coronel 6 . Corhandante de un règìmiento ó bata- Ilon 86 le preseotardl en ala la gente del mitmo, sin to- rnar las arma».

Al Ttnitnte CoronéU Comandante y jéyudante mayor del cnerpo, comò al Temente de Rey y Sargento mayor de la plaza, se presentare latropa de las goardias de ella ea peloton.

La guardia del Góhernador ó Comandante de una plaza bara los hónores respectWos à tòdas las peraonas de grado snperior, j las» gdardtas de tddos harén ai gobernador los qoe le correspondan por ei snyo.

Al Comandante de las armasy basta dorobel incla- aive^ se le presentardn las goardias en ab, siendo bri- gadiere descansando sobre las armas; j de mariscat de campo arriba los bónQres qne le perfeoe^can por so grado.

A los Oficiales generales de la armada se hardn Ica bonores pertenecientes é ^d grado, comò i los del ejérctto.

A los Jnspectores generaies con tftalos de tal) sien- do de coronel ébajo se ìes pt*esentariin en ala las gnar- dias qne cuBran tBdÌTidaos de sa inspeccion; y de brì- gadier arriba lea hardn los bonores qne (es corresjK>n« dan por sus grados.

Las gnardias de oficiales generaies, brìgadierea 7 coroneles bao de bacer bonores à qnien los goce ignalea y rendìrlos à qaien los tenga majores.

Toda tropa qoe estuTÌere cobriendo earrera para procesion de Corpus, 6 recibimiento de Pelrsonas Rea- les, 6 de capita nes generaies, no barén bonores deade està liltjma clase.

A las mugeres j Tiadas de las personas qne goean bonores se'barén los mismos qoe é sus maridos.

A los- Grandes de EspaAa, Cohseferos de Estadoj Cahallerós del Toison^ y Grandes Cruces de Carlos ill^ qoe no sirvan en las tropas, se fes presentariii laa ai^ mas, y locare marcha solo por S4 borati Real Òrden de \fi de noviembre de i80l.

155

Nando Ab su Santidad y Èmbafadores <f asi de Espana comò i los de faera de Espaoa, à sua mugeresj j. i las de ios Gràodes, y à Ida Cardermles^ se ies pre* sentarin las armas, y tocari marcha. Las gaardias de estos haréo ios'hooores correspondientes al qoe manda- re, y la de este (corno no sea capitan general) harà ioa qae competan à ias ^ersonas espresadas.

Ef Vicario' general de Ios efércitos, no siendo Car- denal, tendrà honores de mariscai de campo; y lo mia- mo ios Arzohispos jy Ohispos ep sns diòcesi s.

Los Intetidentes de èjerdto en la provincia d ej^rcito de sa mitifsterió tendrén honores de mariscales de cam«- po, j-sngóardia ios haré à todos Ios generales qae se hallen en el propio destino^ sin derecho à la reciproca.

A Ios Sargentos màyores interinos de las piazas se Ies presentaràn en pelote» laa gaardias de ella caaiido lopidan para asègorarse arexiste toda la tropa; y en ios pàrtea se espresa ré: Al Sargento mayor interino. (Real órden de 12 de febrero de 1798.)'

Teda gnardìa pondré^armas al kombro ctifando pase por delaote de élla tropa^armada: ilerase caja ótrom- peta corresponderi el de la guardia tocando marcha; y ii'no^ pondré el clarin à la espalda; pero la pasagera lo- care, annqae la firme no tenga tambor ni trompeta. Si se le acercase tropa aih armas, è peloton de gente, descan— saré spbre las arma» por ^Tecancioo, temendo el oficial (Q espada eti mano, y el trompeta el clarin é la e.«palda. ^or ponto general no se barén honores à persona aigu* ^a desde el toqae de oracion; péro* ai capitan generati, gobernador ó comandante de las armas se preseotarà. ca ala sin eild's la gente de las gnardiaa.

La guardia de prevendon^ cuyo objeto es la qaietud ael cnartel, y la atenciòn de qae se observen las ór- <l^Qe8.de poUeia f j cuantas comaniqne el coronel ó co* ataodante del cnerpo^ enando pase por delante de ella ci capitan general ó gobernador, se prese^itarà en aia, con 109 ofièialeai sin armas; y ai estaa las arrimaae den*

154 irò del càartel, sa formar A tambietf en ata aùiarana^ para sa coronel) j ,€n pelotoa para el teoieote corcMiel, cotaaaoclaQte j ajadaaU ma jor/£l campitati dare parlepor escrito al doronel j al tetìieota co roo6l major y ajudfto- te major de coautas no.vedades ocarran ; y autea -da la retreta^ j despaes de la lista de la tarde^ dari ^arle de si ha tiabido ó no noyedad. al gobernador 6 comao- dante de las arma»,. 7 si aotes 6 despiies ooQrrieaé do* vedad cousid^rable , darà igoaUneo te' parte» Està* goar<- dia bara Ips bonores de ordena«iaa al Saetisìmo Sacra^ mento, al Rej, Reioa j Principe de.&atorìas: oaando pase delante de ella tropa .eoo banderas pp^drà oarmaa al bombro, j tocàré marcha^ j por precaocion se'p.oa^ dri descansando sobre las armas CQaado viere que se le acerca atguoa tropa con arma s ó sio eUas,^ peloto» de gente. Real órden de 28 de diciembre deludi*

Instruccionespara ^l gobierno interior de las CQmpahiat»

Art. 1. Al romper el dia tocari la diaaa et trompe- ta de la guardia de pr^T.eacioD, i cajo toqoe se levan- tarin las compa&ias^ pasarén* lista (dando parte},^ re- cogeràn las camaSf se oarrerin las coadras, se lavaridi, peinarén, limpiaràn k>« aapatos y botones del vestido, acepillando éste y «rregiauìio el ittorrioa, para lo CQàl se les dari una bora de tiempo; y basta practicar ^to DO saldrén los ra<i.cheros à comprar, porque igaalmente se ban de asear la cara, maaos y ropa.

2. Finaliiada etrta bora , ^cada cabo formare y reTis- tari sa escaadra eoo la mayor proligidad, segna pre- Tiene el articolo 11 de sos obligaciooes ; y si algono se presentase con maacbas, descosides, falla de botones d otros defectos, providencìari qne se remedien pronta- mente, no permitiendp qae soldado algaao salga del coartai con ellos, y cardando de qae fayan painados, làvada la cara y manos y corladas las ooas* Eo asta re- ▼ista (qoa ba de ser precisamente por escoadras) se in*

155 ?erltir4 itoedìa hom de tiempo, j para qoé todoi lo ha- gali i oso rnismOf serviri de sena! para principiarla ^t t<icpie ^oe al «leclo darà el troinpeia de la guardia de pr«veiìcioii Olia bora despoea de La diana: becha la re* viala por los cabos, darin parte, al «argento de semana - del eatado de snseiciiadraai noTedades ocarridas y pro- Tideeciastoittiad^iS') J entonces las YoUerà à révistar el «argento aiguiéndale el cabo respectivo , à qoien bari cargo de loa defectoa ^qoe notare; jr cono luidoba réti k»«abo8 qoe en sa preaencla reconozc^ans armaa cada «oldado j laa qaite el polvo._

l«teriu ce revi&tao las escoadras, podré liacer la tQja de limpiega j arreglo de euartel el abanderado d porta «ocargado de él^ inapeccionando ai loa cabos j sar-* geotoa caaipleii està importante obligàoioa, y bare car- go i estoa de la menor omiaion qoe note.

£1 dia de data de pan se irà por él-loego qoe se fionakiya la rovista del aceo. £1 cabo qoe lo saqoe io fepartirì à los preaentes, entregando al de coartei 6 cuartelero el de los. empleados, con nna lista por uoin- bre dejas sogetos à qoienes correspoode, para qoe por ella se lo dea rayàndolo ^ j no bay a las eqoivocacioiies qQ<) sneien ocarrir»

5. Se probibirà absolutamente qoe ningnn soldade , venda sa pan, ni se presente sin él.à comer el ràncbo;

J para consegoirlo se obligarà à cada uno à que en ia revista de aseo del dia que no haj data presente à &u cabo el ^edio pan qoe le corresponde para aquel dia; J si osto no bastase, se partirà cada pan al tiempo de entregario al soldado; . pero si algaoo de poco corner le sobrase pan, podjisi .permiJfcirsele qoe lo venda ia mafia- na de data^aptes de recibirla; j siempre con consenti- mieoto del sargentoy solici Udo por si^ cabo.

6. Conci uida la revista de aseo, ó distribuido et pan al dia de data, podrào salir à pasearse ó à sus negocios los soldados francos basta las i^oeve j media qoe volve- rào al caartel para comer el. ran.cboj v eutolices, pre-

156 /

ìcediendo el toqiie iè/agina^ne fnnri lista j dare jmr^

Sfe à la prevencion. ' /

7. Despaes de ios ranchos cada cabo hard c^iie los f oldados de so escnadra alc^ncen laa maletaa j remien- den su ropa, ó iimpien. aos arroas j eorreagea> en h> qae precisamente han de' iòTertir basta laa dos de la tarde ) y lo propio los qae salen de gaardia ; dedicando alternativamente un dia para el cuidado de la ropa, j Ciro para el del armamento y correage.

8. A las diez menos cuarto formare cada cabo los sóldados de su escnadra qne entran de gnardia, j ler bare la revista de arraaìs, municiones, correage y iFés- tnario con la proligidad qne espresa el artkulo 1^ de Ias~oI)ligaciones del cabo, y et SS de las del aoldado. CoDcloida dardo parte al sargénto de semana , qoien los revistarà de nuevo, segun el artfcalo 11 de aos obliga«- clones y éste, ó en sa defecto el cabo de coartel, con- ducird sa tropa à las dies al si tic de la parada para en- trcgaria y responder de ella al abaoderado ò porta en los terrai nos qae espresa el artfcalo 5 de laa obligacio- nes de éste.

9. A la bora de la órden no ba de faitar del csartel soldado, Cabo, ni sargento àlguno sin cin c^rgentiaimo motivo; si fuere segando el sargénto qae la tomase (dea- paes de llevarla d su capitan y oficiales), la dard inme* oliatamente al primero, quien la comunicard d los demaa aargeutos y d los-cabos encargadoa de eacnadras» Cada Uno de estos forma'rd en ala la suya con su cabo aegan-- dò; y descabriénrlose todos les dari la órden con toda la formalidad que espresa el articolo i4 del cabo, y el 15 del sargénto; pero si no se ballale presènte el pri- mer sargento, la dard el qne la bay a recibido^ comu- nicandola d aquel luego qne se presente.

10. A las dos de la tarde, 6 despoes> aegnnel tiem* de calor qne sea, saldrd la tropa d ^asearae basta media bora antes de la lista, <)aè aerdil revistadaa lai sscaadras por sus cabos, d fin de qne se presea-

157 . teneo «Ila con, el ateo qae. prescrifae la Ordenanzi»

11. Pasada la lista de La tarde, ei sargento de'aema- la jantari sa GMipama para rezar el Rosario con la defooba y toDo reverel^te qoe previene el art. 25 de sqs obligackuies; tDstroyendo d. loa soldados de la coca* postora 7 ateocion qoe exige este acto de religion ea qae se habla eoa Dioa y su Saatisima Madre.

12. . B.ezado él Rosario comeréa el ^liltìmo raoclio^ coidaDdo el cabò ^ev CQàrtel que cooU debida anticipa- clou se lleven las cenas à ios empleados de guardia, de saerte qne loa qnè tiagan este servicio esten de vaelta aates de ta lista. .

1$. Ftbalii&adas lafiTceoiis cada cabo jantari Ics sol-- dadoa de sa esciuidra para instrujrios de sbs obligacio- nes , segan^ Ordenanza , ensénindoles los articalos de ella: ea està iostrneeion iio habré la noenor ialta ni disìmnlo, bacieodo severa reapansabilidad al sargènto de semana, quien durante ella no ba* 4e salir^ de la coippaiiia, para bacer qae los cabos. canaplao U obligacioo indis* pensablc de eose&ar à m^ soldados , en lo qae se ba de ifivertir una bora, y caando no la baja basta la retre- ta, todo el tiempo que medie desde la cena basta la se^ gaodalkta. '

14* Liegada la reireta al coartel, pasaràa la seganda lista, se sembrare el aervicip para el dia sigaiente , y se aeostarin* todos ^ i esoepcìon de los eoarteieros , qae velaràn bas^ta las diez , à coya bora Hamarén é las prì- meras imaginarias, qae le barin de diez àdoce, no pa- diendo acostarse el caartelero basta que la imaginaria esté eateramente vestida y en estado de bacer eaauto sea neeesario; j se.probU^é al que'baga este servicio el sentarse darante ^1, porque asi.està espae$to à dor** mirse^y bajo sa vigitaacia de^cansan los demas. Siguien- Aolas mismas reglas, la primera im^ginaria llamarà à la tegu^da é las dece, y està à la tercera é las dos^ la qtte i lascaatro despertarà al coairteleffo. £1 oficial , sarg enr to y enboa de la- preT«Dcion deberin fisitar lai cójnpa-

158 ^

fiias eo diitinUs oeasiones para asegttrarse de ta TÌgiliB* età de las imaginarias.

15. Ei toque de diana^ el iefagina à iaa nuere y media 9 el de llamada à ia tarde, y el de retreta^ eoo senalea para , pesar lista; 7 aiendo eoosigniente el d«r parte i la prefeoeìony se evitare el tocar redobles qae denotati pereza j flojedad eo ei cumpiimieDto de ette serricio. .

16. Siendo los domingos j fieatasdiasconsagrados à Dios, se dispensari la ocapacion qaè preaeribe el artica* io 7, à menos qoe haja estrema neeesidad -de practi* caria; 7 lainstrncciou de la ooche se teodré de dodri* na cristiana bajo la direccion de loa capeilanes. Para practtcarlb teudré cadacabo primero libritòde doc* trina.

17. EI tempio, corno [casa de Bios de los ejéreitoa, exige de nosotros la raajror oompostura j ateneioo. Cuando fiyan formados é misa, loego qne entren en la iglesìa se arrodillarén para adorar al Sefior. Al priii«* cipiar el Evangelio bari ima seial el trtfaapeta de 69^ den, y todos se pondrid en pie, ha^ta que el mismo trompeta al Sanctus di trca poetos, j se arrodillaréa: al consumir el Sanguis^ con otro punto de trompeta se levantartfn. CoDclaida la mise bario reverencia ai Sefior , 7 saldrin de la iglesia eoa sUenoio 7 respeto.

18. Para impedir qoe niogun soldado tome algo de msleta ó morrai que do sea propto, siempre qne se le ofreica llegar al su70^ ètri :. cuartelero ^ yoy d mi ma» leta ó morrai* £1 euartelero veri eotoiioes st efeCtiTa— mente es 8Q70, 7 observari ai saea prenda il otra eoaa i odebidamente , é si ocalta alg<i para eatraerie del coar* tei , en CU70 caso darà patte é sa cabo d aargeato; 7 ei soldado qne iàXit i svisar al caarleiero^ corno va pre«- venido, seri inoitificado.*

19. A las doce del dia se bari la eotrega de na cuartelero à otro , para qoa los aalieoteìs de g«ardìa puedan bacer este servicio si lea correapoode. Los oa* -

159 bos io cuarteit 6ofr9tite j satieifte , preBeociaria la éit* trega, qoe sere por la tablilia de utensitioa qae tiene odaésenadra; j p^ra terificarlo émpetarào por lo cor- respoodfent^ à U prtmeta»^ luego lo de la segQoda, j conaecattyvmewte Io qjxé pesrteoeoe è la f<;rcera y cuar« ta) tanto ettmaseomo eil tneoa|^8* Despufs cada ca- bo puede as?gurarsd de la entrega por io respectivo à su escoàdra « y bacer ai cuattdero la responsi bUidad de OrdebaRza, Et cabo de caartel celare de qae el cuarte* lero cuinpla cod su eblìgacioo , y éste rcspooderà de ctianto hayà en^el cuartel.

20. La compafiia que tenga alguo saldadó s^stre le eocargarà las com postura» de ics yesttdos de sos indi- tìdnos, exiiBi^fidole de dòstacameDtos ^ j déodole uoa corta gratifìcàoioa por placa s^gun ei artictilo 17 de la misma oblìgacioo.

Si. Se bari eoteoder al aoldado qae lodo joroalero, artetetto, &c^, està obiigado à trabajar todo eUdra para gaoar ei estipendio con que le rémunerao su fati ga, y qae bada ueo debe aal^er su oficìa : que od ole el Rey presi, pan, teatktO) casa, eama, iotnbre^ Ina y demaa, (s iodispeosable que trabaje todo ei dia para ganarlo , y qtte ig^aimente es preciso aprender sus obtìgacfones.

92t ^Gad* compafiia teodré trea mudas de yestidoa de raachO) alternando por semaiiaa en està forma: una para cooiprar^ otra para guisàr , y etra que estarà é Uvarse; en ioteligeiicia que la que venga de iararse ba de senrir una semana solo para ir é comprar, quitin- dosela despues, y paniéodcse la de guisar; y à la otra lemana està irì é la iavandera ; la de comprar para la cociua, y la de làvair para comprar; as! se eonsigue qoe lo9 rancberos aalgan aaeadoa dei coartel':

2% £1 cabo de rancberos ea responsable de la l^ga- lidad, economia y drstribacion de ellos, corno tambien qae se saiionen y cuezcan bien , y para las boras pre«- Yeoidas en qoe bande comerse; por tanto separare las porctones qoe se baa de ecbar en xada élta, y presen-

16Ù

ciarà qne todo se jionga en ellas; qne distribayan biea 'el aceite ó grasa^ y iaego qne esten cocidos loa lle« Tea à 6ti8 compafiias, prohibiendo eoo el mayor rigor qoe uadie tome de ellos caotidad algttoa. Gaìdarà de ver ia porcioo qoese aparta para los empleados-de guar- dia, à fin de qaé sea la qae lea corespoode; j al ran- cho primero distriboirà las sobras, oo sieodp ios dias en qne se retienen para pagar ia iavadara de la ropa, qae ias eotregaré ài cabo «acargado deéste ramo, con luia rejacion i'ormal.

24* Ei cabo qtie recoja la ropa socia, antes de apoo* tar la qae le entregue ei soldadp, examiuara si cada prenda tiene haen letrero ioteligible, sin coyo requisito uo ia adiuitirà; y asi se-evitan ios cambios al roWerla à sas doeaos. . « *

25. Cada compaCiia tendrà so correspoodieute lista por antiguedad para nombrar el servicio, con sos res- pectivas casilUs, para ias diferentes fatigas; y é fin de qoe 00 haya eqaivocaeiones en este órdeo, sìempre qae ae paeda, ai ternario Ios cabos por meses para nombrar- lo* Toda fatiga de iarmas irà de strriba abajo, y la me* càuica de abajo arriba.

26* Siendo cada capitan en so compania Io qae el coronel en el todo del regimiento, siempre qoe aqoel eotre en la saya (y lo mismo caalqoiera de Ios gefes del coerpo) se le preseotaràn en ala todos Ios soldados, j OD peloton para lof sobalternosf y para ios ofìcialea de otras compailias, sargentos del regimiento, y caboa de la propia se pondràn todos en pie, y qaitaràn el mor— rion ó gorre. , .

27* Para qae el importante ob|eto de la policia^ instroccion y disciplina de las escuadrasuo se altere ni varie con la separaclon ó aasencia de sus cabos, siempre que el ndmero de estos y atenciones del servicio lo per- mitau, solo barin lor cabos priu^eros encargados^^ es* cuadras ei servicio qae les corresponda dentro de la piata en que se halle sa compaCia» pero para el demas

161 en qae tenga» qne aosetitarse de ella, se nombrarén ìùs que no tìèDea cargo de escQQdras*

20^ Cada comaDdante de gaardja, ìoego qne se haja estregadp del paesto, becho recoiiocimiento 4^ l>^ ^^^ mas Y mduictooes de su tropa, j leidole en roeda las obngaciooès geoerales de las ceotinetas, y las particn- laret para acquei puesto, eoo arreglo al art. 4^ i tft. Il, trat. de la Órdenanza general, les instroìré de las peDas qoe ootrespondeo al abandono de guardia y de' centineia, parsLlocaal se poodcàii al fio ne estas ìds- trocciones.

^9. Sieodo de la obligacìoo de lodo cabo el tener QDft lista de las prendas de los individaoa de sii escoa* dra^ (es. pasari por ella aoticipadamente retista de ro- pa los dias qne la pasa el regim^ento, y ademas siem* pre qoe el mismo cabo jocgne conTeniente el practi* cario.

50. Si el cabo segando de una esco adra estoTiere atnente, enfermo, 6 ejercìepdo las fonclones del prime* ro, nom1>rarà et capitan el soldado qoé jozgarè é prò* posilo de la misma escoadra para sopiirle, segna ei ar- ticolo 2 de las obligaoiones del cabo.

51. La conserTacion del arm amento en el mejor es- tado de uso debe ser la principal ateocion del soldado, 7 por tanto tan repetìdamente encargada en la Orde- oanta: por lo qué todo cabo inniediatamente qne advìer- ta la menor Calta en las armas de su escuàdra, lo noti* ciari ài capitan por el eondncto de su sargento, para qne al instante se reroedte; y el cabo que fnere omiso en està obligsdton sére castigado^ Tambien vìgilarà qoé los aoldados tengati todòs sus caitocbos bnenos^ ense-^ liodolos A hacer para qne les renueven ei pfspel cnsn- do convenga, y que las dos piedras de Ordenaoza esten corno deben.

52. Teda tropa que marcbe formada, bien sea con trmas ó sin ellas, seguire un compés constante y arre- glado , para lo cual el que lai mande oiarcari el paso

11

168 4e tUmpQ entieicpo coa el imo y el dosy uxkfidìendo qne braceen ni liableq : j de la contraTeiicioti à cutl- qqiera d^ e^t^s puotos se bara oarga al oitsmo comaa- daftt^

. 33k. Sf Qa$tigart.al $ol4ado que à los generatesi ofi- ciake parti«uUfe^>.sargeDtQ$f oabost jtaustieias y perso - Qas yisibbes do les saUadet eomo esplicaa los articulos 8 y 9 de $11$ obligac Jones, y lo miamo à ios cabos y s»r- ^ntos que vif^ndoló^ do los arreataaen d reprendies^o, y. 4 Tqs qiie los eHQQotr^eo borraqbQs^ desastrados ò eo desórden, y ios dejasen sin Ilevarlos al ctiaitet ; àdemas 4e ser cotiltraveatoi^efi à la Ordenanta^ hacen perderai cegÌBMeiA9 m^ c^inioo , dao^o idea de insobofdinacioD, indisciplina y (ali», de educ«fCÌa«)..

$4* Bie^ que se abra la puièrta del cuaitel por la n^SaiM b#s^ la UsU 4e la tarde, estari en ella (aen« tado 6 en pte^ à no ser que se balle presente alguo ^eìal» fvm» eàte caso estaré en pie) el sargento de pm^^rhi^^ qiiien re«istarà é impedirà la «alida i lodo soLdiid^,, cabe.<S tamber qne llere la meoor fatta en el ftfifip y d€^e^ic^,€te sn peraona ,, y prcibibiri que saqueo arma ni prenda alguoa lod^bidaiaeate. Cootrìbuye mu» cbo para qne el eoldado se d«HÌiiq<ne i asearse el saber qKie. ^Q We requisito do lo dejan paaear.

S5b To4oepUado 4 cabo qne «e ba<lie$en presfCDcla de^ailg^ii^ 'Sargento, li ofiaial se mantepdrà con la mano dereeba ^a el eseudo del^'oi^rlop, y si es gorre qui- tador, i qo* ei^tai: en foraiacion, é con armas :. lo con- trario olande. nHicbo A U subordin^^ion ;. pero cu#ndo ▼aya de ^orr^^ y ae eqanentre^ éii: la calle- alguioa perso- na 4 quien dabii salQdai*> lo b&ri lie^i^pdo lia mano d^re*- cba al esc^do. de ^1^

36i. Ademaa d^ cuidado qc^. ^: <^bo deba te^er con los reclutas qae se destinen à su escu^dra, oom- iMRari nn soldado wk]^ de la «eìor «ipndncta para exmi- ^nera do: cada recl«kta > con el fin de eps€^arIo. i ves- tir ,'cni4ar fkv^ armaa^ pàtear coa airi» y aoltupa^ é im-

pontrla eli hs mixxmM del bòoorr^oa CMMiiitn» en ser fiel à Dìod^ I^<^7 ^ ^ ^ PalrUi ^ obedièste i sitf soperìore», hombré de bìmi «tt Tbàt» ««S^^^cf ionwiy. t»« ler<M|o eit sti&«aipri?sdi9^ y 4etK(B»la«l^r lodot tèeìot» mu^ do as£ 8<ré esoelenlie' tfOldtfd^.

Jfotio i£« desarmar Una carabina complèta j^iai^gadw*

Se- abre U daioletìtr jr Be qiiihi èl eeboi fida «t oartacho con ei' 6à^lri{)otf , y^ dèspoFS U pólya»») mio- Tiéodota con la punta delgada de la baqueta :*Mi)<|iMtao 1^ tomiUos pMidértg y so acrpai^a ìtt Uavt: so sao» la baquéta (si aiia esili oirelbaflq otte ro): sie oacan^ IO0 abrt- uderaoy faabsobdo' ail^ado^ antos di tornU|o do «iiitahl del eafioik: oo qntta «tfle* tot^tto y ao oapara al caln#a do lacaja;

Modio de dt$armar laUavék

D;jofMÌo ol pio doga:tqon'el sejji»ro^ qoitar et lof* BÌllo podrero, la pio^r» jf quljoda : pooer doaar^ mador en el maeUo drl raatrìkloi, y'aipreéavlo «o poco: qnitar oi roaIrUlo tsoaindn so tbruiliiv? separar el iéB* armadop, j qfottar ol morilodvl rantfHlnfc poivor el d«9« armad^ir eu ei nnielio voal y sajclorl»: qttititr ol pio doga- to: iuego el muelté dei*patàtlo : deopttes el pallilo : sacar el tomiilo do la brida , j se quitarà esto y la nuez: aflo- jar y separar éUmue ile real, y qaitar la cazoleta.

Modo de armarla.

Limpias todas las pieza9> y particularmento las||heoA- bras de^los tornii los , untando òoo aceite las roscns do efttos para quo corran bìen , so toma la plaotilia y se pone la casoieta con sa tornilio: despaes el moello real: siibase oste con el desarmador basta qne se coloqoe la taoes: pdogase osta y sa brida: pooer el pie de gato, y quitar el desarmador: colocar el pallilo: laego

164

elvmiieUecito de -éU pooer el pie ^egftlo en el Begnro^ eolocar el mòelle del ra$trUlo: lerantarlo eoa él det- armador, j poaer ,el rastrille; tdvirtieflido qne el ter- niUo.de ette 7 el.dd paliUo liaa de quedar. flojoe para ^ne no les qntte el mofimiento, j loademas ajoatados aia forcar los para qae no «e lastunen: ditìmamente se pone la qnijada*

Armada la IlaTe te pone ona gota de aceite eo log pantos de la noes j en laa pieaaa ^ne jaegan^^on los maeltes, y loegò ae ajnsta en la caja con ioa lornilioa pasadorea^:

> Poeata )la Uave en aa lagar, ae pondrd ia piedra eoo aapatilla de baqaeta para qae qnede sM^n .ftjfislada y no ae aaUe: la capatilia no ha de aolireaalir de laa quija- daa del pie de galo./Gerrada la cacoleU ae colopa la jnedra, coidaDdo qne sa boca ó filo de ' por igaal en el rastrillo à an lercio de él por arriba: loego se abre la caaoleta, dejando caer el pie de gato' para observar ai la ptedra pica el canon, en cnyo caso se tirard 00

£>co i la derecha* Cplocada la piedra bajo laa reglas cbaa ae apretarà el tomillo pedrero para qne aqoe- qnede ain movimiento; pero no se spreta r A dema- aiadoy porqne si as^ se bàce, se rompe la piedra* - Para desarmar la pistola se obaerTarAn los mismos prineipios eaplicadoa anteriormente*

I6S

IJVSTRtJGGIOlV MiLIlTAR.

rnm/y PRiMBBo^

DELCABALLO.

Articuio 1.^

Del nomibre f siiuacion de la$ paries éiteriort$ del . caballo. *

Jjil caballo àebe coosiderarse diitidido en tres partes^ é saber: coarto delaatero^ coarto* de eomediai y coar- to trasero.

El cnarto delaotero se compone principalmente de la cabeza, el caeliof ja croz, U eapalda | el pechO), les eDcneotros j Ioa brasos»

£1 coarto de enmedìo consta del lomo, los rifioacs, las costilias, la ctnchera,* el yientrei los testicolos j los hijares. . ^ ' ,

Y el coarto trasero de la gropa, el maslo de la cola, los qoijoteSf las nalgas^ las aacas, la babillf^ Ics moslos, el coryejon , la ponta del mismo, j las pìeroas*

Cada ona de estas tres partes princtpalea se com* pone de otras yarias qoe con mas individa al idad. apa* V«cen marcadas eo la làmina signiente.

Art. 2.«

Medios conducentes d la conservacion de la coico».

La primera j esencialisima circo nstancia de ser (para lograr lo dicho] el servirse de on baen berradory paes el caballo qoe tiene los cascos enfermos jamas co» . ra mientras no dia en manos de nn in tergente; 7 ei qoe

los ti^Q biieiiDV proóto enieriii^ «n 4ioder de uo if^no- \ rante; .p^ro <>pm> k^y cS^iI^b «ifdios qo^ contnin^yen | il mejor éxito, podràa teaerse preseutes U$ adverteo-* ciac sìgaientes.

1.* Importa 90rt0» ^1 Msaiejd mas que aquellas | desìgoaldades precisaa para que aiente la herradura.

2/ Tener bien Junp&aa laa «aliallerisaSf lavar los \ cuatro pies j casco del caballo diariameote con agua | fresca, lo qae hace hanredecer la corooa, la ayoda à crecer con mas faciiidad, J es ei preseryatÌTO mas efi- I casone paede emplearfte. |

5/ A los cabalios qxie conyeirga poner en fiancas | se les remndaràn jcou frecoeucist Guidando de qae aiem- j pre sean frescas para evitaf ^ue sa fermeotacloa per- ' jodiqoe al casco. ' . .

4/ Gaando.se pone al caballo nna herradViWen reg- gia y qae le darà, por consìgoleute el casco tiene la* gar de crecer, se fortalece y aparece mas abandante. Al contrario, caando , la herradaia se cae con frecùen- qia, los naètos agojeros qae es precìso abrir al casco 1 para ecfaarle otra, le acribillan, le debilitan y àcaba el caballa por eoferniar de ellos.

Art. S/

Reglas mas f^enerales y precisas para empezar d do^ mai" Y doctrinar log patrot.

Deberàrì empezarse à domar y doctrioar general- mente à la edad de caatro afios y medio, porque en ella ée balUu bastante CQajadoS y con vigor para resis- tir el trabajo, el caal debe dàrseles con prudencia, para n<^ resabiartos ni debilitai los, y segnn las reglas sigaientes;

1.* iapiresto ya amsrrado ci potto, te llfgari à éì con macho sosiego habUndote y manosei&ndole cott dui* xura y haisgo.

2.* Cuaudo sufra èste irato se le fmpwari i pasar

16» un rollo eiptrt» por el tomor^ cneSo j eadera , con imicho tleoto , y despues la bmKà y almohaza , ft fin de acootombrarle é qne se deje limpiar 9 j qae tfò eitraib las cosqaiUas t}Q«s se k hacen eoa «sto.

5.* Despoes se pasari k pii^neH^ A eabefeeto eoe mocho halago j 96 le aco^tMo^ari 4 ^gtiì¥ de inaiìó condoctdo por la rienda.

4-* Guasdo Ta ja de mano sili rbléncta , le potf- dré Dna cineha donde se ata^n las rtetidaa del cabeaoti •y ae empeifcaré é pooer é la cu^rda»'

5.* Atada U enerda à la ^DÌlla del caBeaon, de ire sacando el potrò aobre b derecha , llam^nd^te el qifee lleya la caerda hàeia està parie ; ei qae IteTa hs correas aigaieodo por detras al ^ la eaet^ contribuirà sua- Temente con aquellas à qiie el potrò se Taya apartandò y figurando el torno, lo qtie t^pètirà à ona y otiii mano, manoseàodole y hakgàndole siefnpre cjbe lo haya de mudar, y acabindo generalmente sobr^ la deretba.

€?.* Obeaeciendo ya el potFo regnlarmente, se le ire dando poco à poco larga é la cnerda para qne empiece à tornar el trote, y despnes que andé con éì, con aU gnna coltura y obediencia à laa llamadas de la cnerda, ae le haré trotar con mas resoliicion ^ nnas Yeces da»- do con las correas en tierra por detras del potrò , otras yolteénd<»las en el aire, à fin de arisaile para que ae resnelya, y al mi«mo tiempo se le irà acostambrando é las paradas con la to£ de basta , pero con la 'dd> ▼eatencia de. hacetlo cnando yaya trota ndo bien. Des- pnes qne el potrò ejecnie todo esto con regol.'iriclad , le Ufóiaré bacia si el que lleya la cner.da, le balagard t y le yolyeri à la etra mano : adyirtiendo qn'e por lo general séf trabajan los potroa empezando sobve ia dere- cba y con^lpyendo sobre ella.

7.* Télfieodo ya el potrò en estado de que trote rè- enlarmente y obediente à parar, se pasarà é ponerte la siila con la precancion posible farà no asnstarie 0 rfsabiarle, lo que ae coosegniré (deapnea de baberle

168 paseadoy ileg^ndose à è\ <Sop macho sofltlego hacténdoie ▼er j ol^r ì« siila basta qUe se deséogaiìe % iaelinéado- 86 de$pu€8 con ella al Udo izquierdo del cabaUo* le- VautàDdola à plomo, 7 ^dejdadòla caer sob're el lomo con muciio tiento 9 a)astÌDdole las ciocbas con tem- plaoza , sin meterle la grapera ni ponerle el pretal, lleviudole despues à mano muy poco é poco basta vol- Terle à la cuadrà^ en donde despues de amarrado se le quitar^ la siila con la roisma precauciqn que se le paso. Al dia àiguiente despnes de practicar. las- mismaa dili- gencitis para pofierle la siila , se le pondré la gru pera 7 pretal, y despues se le dario sus vueltas de vado. Ile- vàudole muy corto , basta que repetida està prneba ptro dia , se irea que sufre bien la siila y que se la deja golpear y mover ; en cuyo caso se le empesarà à bacer trotar con elU^ y progresiyamente se irin soltando Ics estriboSf y acostumbr^odole à tornar el bocado (que ha de ser uu simple;ca5on) y Uevar la brida, en lo qae se debe proceder con mocba dui zara para evitar el que pueda resabiarse'.

8>^ Estando ya el potrò corrieote en todo Io dicbo, 86 le empezarà à montar: para esto se le arrimaié al poyo , teoiendo la cuerda el que la lle«a con solo an palmo de largo» la mano algo levaotada y.nl cuerpo enfrente de la cara del potrò; se liegaré é éi el que le baya de montar, le moverà la si'la , se la golpearà, y no estrafìàndole monta con el mayor tiento posible, se mantendrà un rato encima sin bacer movimlei^to, desmotitarà despues con igual precaucion .^ y re putido todo esto por <los ó' tres veces, se voi vera A (levar el potrò de mano à la cabalieiiza. Al dia sì^uiente (y otros si foere necesario) se le volveià à bacer lo luis- mo, en cuyas pruebas debe estar el que tiene la cuer«> da en observacion , y siempre que vea que el potrò se previene , kvantarà la mano derecha con la puerda para evitar las defeosas qoe intente. ^

9-* No repugoando el potrò qae monte y desmoo-

160 e| ginéte) seti tiempù ie bacerle andar con éì eu« cÌAa; para esto aotes de montar tornare el gtnete lai riendas de la brida jr oabezon con la mano iKquieirda, de modo qae tas de la brida, queden eoo libertad para que DO tas siénta^ y tas del cabevoD (que deberà aer snave 6 forradp) en proporcion de que halle en ellas algon àpojo; en està dbposicion se mantendrà el gì«- nete^ain bacer morimiento algaoo, él que Ueva la cnerda llaoiarA el potrò adelante , j el de 4a8 correat ie avisari cod elUa al tnìsmo tietnpo saavemente para obtigarte; asl ae pasearA el potrò un rato y se ToWeri A tletar al pojo, donde el ginete ecbando pie à tierra con DQucbo tiento le halagarà para eonfiarle.

IO. Gaaodo ya so fra e 1 potrò todo io dìcbo, se eni'* pesare A mover enei ma el ginete, à babiarle y paaarle la mano por el cuello, procarando llevar laa riendas del cahezòn, de modo qae el potrò ae apoje en él, lo coal es preciso para, poder empesar é mandarie con é\^ no de'biendu mover la mano annqoe el potrò se cargae y lieve la cabesa baja,.

Il* Asegurado el potrò en todo esto se \e irà dand» legar à la cnerda, y el gtneté te poHitf llamar à una J etra mano con soaridad por medio del cabezon , pri* tnero llevéndofe por derecho y despnes poco à poco -se le ire poniendo en el torno, debiendo siempre irle avi- Bando con templanca ér qne lleva las eorreas; y enando ya se vea qne entra bieii en el torno, se podré bacer trotar despnes de bab«!rle dado dos 6 tres vu^ttas al paso; cuaodo se àdvierta que entM sin violencia en el trote y lo hace en el torno con reguiaridad (en cnya leccion y las anteriores no se puede fijar ti^mpo, y "♦»jarln é la pm Mencia del maèstro qne lo proporciooa» ri é log genios y circunstancias del potrò), he. le llama^ 1*^ d parar, ajnstando el ginete entramb»s piernas, sus- pendiendo las manos y cardando el cuerpo atfas con nioderacióD; al mismo ttempo el de las correas avisarà »l petro con ellas arriméttdose un "poco é la cadera para

170 ^ue la recoja y vaya laietiatide lai ptaroas^ y el de la Qoerda levautari la mano» ilamattdo al patro. con la toc de basta;, si iia obedeee se ?aUertf i^acar adeiante rapi* ttendo las dUif|;eocia« dichaa basta qae <K>Dai|;a qa#pa«f re bien y enCtenda lo que ea le manda»

12. Goii8egmdo<esto, ds aecesario para eo^^esar i do- blar el potrò à las <lo6 mauoa irle «ligaraUdo, para lo oaal se le maere «1 cabeaoD con |ìe«ito» Ai tiatnpo da ajitdarle se le llatna eoo la^ieadadevecbaieii su prò— ioogacioa.é la mano dereeba^ ha de corrasponder la is* jqwerda haoìeado lo, naisiii^ ; parò la prUiiera-ciue ae tnor via ba de ceder basta solver al «ilio donde «slaba sta que 83 aQoje masi eoniìnuanJò suoesì^aibeiite eate te- cleo ODO Ifts demas ayu4as dal ouerpo^ pier«aa j-silbo de baqueta, p»ra ir aUgerandoel potrò*

15. Habiendo oo&seguidoaligerar al potrò eo el tro- te, se le barali hacer sas paradas» no de golpe aiao ea tres ó cuatro*traiicoi. De«paes se le empeaaré à Uamar 4a cara à uoa y etra maao por medio de ooa j otre rieoda, Taliéndose de lo qae se llama tira y aflojà* £■ .«sta y las aat^riores leocio^es se easenaré «1 potrò i dar pasfis atras; para verificarlo bien» ba de Uevar aabeza firme y bien colocada t el coerpo reaaido bajo de al) y ba de csaiìiiar por oaa linea taa recta .cooio » fuara para adelaote^ Si el potrò la dea la cadere é ano y otro lado, ae corrégiré es^e d*fecto eoo la aplieacioa mas '6 laeiios siuve de la pieroa respectiya. Si el potrò ae obstinare ea noqaerer dar pasos ati^^s al inismo tieni*> qoe el giaetè Uva bacia si la maBo de la brida , se le tocari soareai^ote con la posta de la vara.eo laa ro» dillas y metiuUllos para qoe obedesca « evitàBdoso.qae vaya atras eoa precipitacion para qae ao padeaca vio» ieoc'a ea sus corvejoaes ó se'acule ó empiee.

14 Despaes se pasarà i easeoarle el paso de coata* do, ef^iBoviintento de la espalda. adentro, ai de la gru*. i la pared, Ics diyersos troteSf el galope y esoapa^ coocloyendo &oa los saltos por Urga conio el de senìa

171

dlMis j ^r'Iairgo j «Ito conto d de la valla ó eerca» 4Ì% tMfo eiM Hiti^b^ pniao y juicto para no resabìarios estropeaidos , hacieéilo alpriucipio el foso 6 sanja da Mb «A pie de «nobo , y de solo otro de allo la yalla 6 «anoadot j jMiHievtéBdoio prograeiTaiiiente segon la ya— ya !paiÈèicaÉido «an ^««hician.

Itòttla pmrtL^iompwirar lm<aballi)sd ìas armas de fu^éjr (d druido de la guerra*

iSe «CAittoaibrarifli ios caballos al roidjO. del fuego ti- mido 'pWlarlaAaaoa.i la puerta de 4aa caballer iias raiefi^ tnsiaoaDvn el pìemo. Adeoias de eate' medio ae a^oalUm- hfÉxA ^laaniiiaa li eate Tuido é ks potros en W liltiinaa Itpnìa— prefieBìdss :> ca« ooyo objeto Uevaréu ics ai^r- geatoa «^ i^abot eartucboa sin baia para càrgar aus^ pit»^ tdu y /bacei- ^fga aimliranie los potroa del ^picadéro, iitfat decentrar en ei .eoai^eU P^ts que eatoniies el ba«- liarse algo cansados les bara mas dóciles. -

Debe caidarse al princìpio de que pase algon tiempo de aa tiro éotroy J ^ p^noporcion que lus potros se familiaricen cqu el faego $e re peti rèo ma4 à menudu* Loshombrea destinados é la doma de Los potros baréa tiafèften sabre elloa el manefo de todaa sas armas. Coan- do se Kallm bien acostombradoa é este roido y mo^i^ mieoto deias 'girfetea^ oargarén estos atta armas y hartfn tuego aUernativameiite, dejaodo los intéryalos uecesa* rios para que se sosiegueU) aomeutando y dismiouyen* do el ruido del fuego en proporcioo del efecto que en elloa produzca*

Si alguo potrò se ioquietase demasiado, se le Tolye- Ti i la c^dra y ée le aooatiHBbrari separbidameaté y con mas ^ea{»aeto al foego; repitiéndole loatìros al daiv ie al pienso : cnando esté muy acostumbrado se le aaca ri de mallo I y lutando ptstoletaaos desde lejos le aca

172 ' rtciari para tosegarle y tc<Mhiinbrarl« taiensiUaiiieiita à este ruido basta qae pneda volT^r à eiitrar en for- macioD y segai r la tiutraccion con loa demaa.

La^go qud loa potrof estea completameote aooatUm- bràdos al iaego sacesìvo de earabioa j pistola^ aeoolo- cardn alganos soldados i pie al eatremo del cnadriloa* go, se foraiard «l pelotoa de los potrea al estremo opaesto^y haciéndoles.inarcbar al frente muj deapa- cio hicia aqaellos^ barin faego à un tìempo j segmdoi baata qae loa potroa Uegaen' GoàAo i Teinte yciaoa pa- aoa de los hombrea^ en coyo caso cesareo eatoa el fae- go 7 aqoellos cootinaarin aa marcha basta liegar à los bombres, donde ha rèo aKo j se ies acaricìari ; cvLjm iec- cìon se darà à loa demas pelotfinea unodespaea de. otre.

Dicbas tecciones serin aieinpre dirigìdaa por el ios- troctor en gefe, par9 qoe seàftì cod el debtdd mdtodo y evitar todo desòrden ^ coidando de que los cabattoe no aean molestadoatociodoles los ^raoos de póUars»

Asimismo seJes acòstombraré al roidò y moviniieiito de estandartes, banderasy tamborea y todo el qoe debea y paeden oir en la gaerra.

TITULOU.

DEL ARMàMEVTO DB Lil CABALLSftlA.

Lab armas ofensivas del soldddo de caballeria cooaia- ten en la eapada ó sable 9 la carabina , laa pistolaa y la lanca ^y las dt^fensÌTas son la cerasa y casco.

Art. ìfi

Del sable 6 espada.

La espada 6 sable se compone de trea piesaa. prinei- paìes, qae son la goarnicion 6 ^mpnfiadoraf la hoja y la pallia con doa aoillas para sospenderla del eintoroOf qoe debe tener los dos correapondientes tiranlea.

175 Aet. 2.^

De la carabina.

La caraliiDa se cenrpcoe prìncipiimeDte de eafion, ci* ja, ilave.y baqoela.

£1 cafion se compope de càfia j recAmara.

La eaja se divide eo calata ^ enoaro, garganta, bacco de la lla?e j caoa.

La llave se* compone de rastriUo^ tornillo del raatrt- Ilo, maeile dei rastrillo, torDilLò del maeile del rastri- llOffiador ^ tornillo dei fiador, maeile dei fiador, tor- nillo dèi maeile del Bador, naet, tornillo de onez; so- breouez, tornillo de sobreoaez, cazoleta, maeile real, torDlUo del maeile real, pie de gàto^ qnijtda , toraìilo

rlr^rò, pUntilla j dos tornillos pasadores qae sojetaa llave con sa ptancba.

La baqneta se diTÌde en atacador j eana. Ademas en ei hneco de la ilare està ei gaardamoate con 80 pasadòr> jr ^n la cafta estan las trompettilas y «brasaderaa para asegarar ei cafion, j ei gancho cao sns «oillas para saspeoderla dei de la baodoiéra.

Art. 5.0 De lapUtola.

^ Està se compone de caja ' eoo so gargaota , eoa j ca- ni, 7 tiene so cafqaiilo , trompetiila , pasador j guarda* monte. Gafiòn eoo las piezas del de la carabina* La Uave con todas sns piezas, la plancboelai el gao- cbo y la baqaeta.

Aot.4.«

De la lanza* .

La lanza se compooc de* tres piezas princi palesi à sa* btr: la moharra » el asta j.t\ regatoo.

174

Por bajo (le la mnharr» se coloca la baoileròla, fpie corno de nua lercia eoo sns ptintas; y sìrve para adorno j espantar ioa caballos dei enemigo, la caal se aujeta al aaU con trea tocoìiloa bi«rro« A; allilra conTenlentò d^ la laiiza, que eaporeocima ieì equilibrio, bay una correa fija eo ei asta « uaiDa4a porU-<UMfl^ y en el esiti bo derecbo «e pone.an ciliudra cte baqv^lft, don- %ie se ÌDlrodoce el regaton > y ae ilama porta «ragatoft.

AaT. 5,^

D^ la coraza,

Eata se eompaoa da d«s pÌQZ9S da bierro^colado, Ua« nsadas palo j atpaldar, Us coalea sesuapeodim poa d«>a correas ancbascabierlas de escaoMS de oifUi (fv« aa Ila-* man bombreraa^ y tìanett «sia ojsleaqve abrackan e», tos eorrespofidii^alfs bolpinets que bay el pala» P6r la CUI tara se auleta la eora^^a con aaa carf^a qaat tiaae su correapoodieale bebilla. £a el palo ae. poadas oalvcar .alguoos adoroasi segati qoft ioaiiaa el coerpa qua bay da esle iosliloto.

Aet. 6,^

_ , ^ . Pel casto*

El detallado para coraceros, es: casco de capac«le^ cimerà, pompilo y cerco lodo de latoo dorado^ ca» cola d<i cabaiN> y pkimerp da piuma encaroada eoo sfi. beilata al pie, de estambre def mismo color.

Para los cuerpoa $le lanceros, casco de siieU negra, eoo cimerà de lalon, cabierta eoo. so br e cimerà de cer- da negra, cortaJa à cepHlo.

Para los de cacadores, cascp peqaeìio con cimerà ba- ja delaloii, capacele dobterro,ikro de !a(on> cola cor tu de caballo y esprit de plama ettcaroada/'

175 Abt. 7.«

Modo de Umpiar ld$ armai.

Para limpìat los aceros ó hierros se ha ri ona masi- iU algo espesa de poUos de la clase de piedra que sir- ▼e para afilar> pasadgs^por tamis, j ^o poco de acei* te coman , se unta rèo eoo ella, j frotàodolos despues eoa un paiito de madera floja se'coDsér?arin en el mejor estado las «rmas sin lastimarlas.

£1 canon se ha de tatar por dentro con solo agoa darà coidando de no pooer demasiado trapo en el la- Tador*

Limpio Ta por dentro el canon, se limpiari por fae* ra anUndola con aceitè y refregàodole eoo la, tnasiUa j palitos dichos.

A fio de precaver qvte las hojas de los sables y de* mas hierros se tomen de moho, se frotarén de coando eo cnando con vn paiito nntado en aceite, jcòando se quiera limpiar la. hoja y qoitarla dicho aceìte, se hard estregindola con un poco de ceniza en un panìto y des- pues con otro limpio.

Para limpiar los latones se desleirin unos polvos de tata de ciervo en agoardiente^ y con uoa piuma unta- da en e^e liquido se darà é aquelios, frotàodolos en se- goida con oncepillo.

XITULOIII.

»E LA IJiONTCKA,

Abt. 1.?

Partés de tfue se compone lasilla-^

Casco^ Id. trssero.

Foste delantero. :9orrendelantero«

176 . '

IJ t raserò. / Fuudas.'

La caballetla. - Pvrtacarabina.

Cincha maestra y horcadas.. A liDohadiUa de gfop««

Coatra faertt 8. Zainbarcot*

Ora pera. Estribos.

Fretai. Poftaéatribos.

Acciones de estrìbos* . . Porta moaqaeton*

Faldones* CoiTeaa de grupa»

Bastosr

Art. 2.^

De la brida*- Partes de que se compone, '

C:ibexada. Socado«

La cabezada se compone de las piezas stguieniei.

Testerà. Id. izqaieida.

Fiontal* Los dos pórtàmoaot*

Mnserota. ^iendas.

Abogadero. Boton pasante. TeDtemozo 6 qnijera de* Botoo 6rme- ' recha*

* Piezas del bocado. .

Enibocadara» ]d. de la derecba cerrado.

Dos canas. Barbada.

Alacraa de la ixqaierda Dos torniUos.

abierto. Dos- aaillas de laa rieadasr

Piezas de (fue se compone el cabezon^

Media cafia. Montante derecbo 6 if^

Dos pilares* quierdò.

AniUa del medio. . . Moaerola. Dos pìaQchaclaa; Ricudas.

177 * PièzàM d& qut consta ti fiUie.

Embocaclara« Cab^ada 6 monùnte.

Riendas.

. La cahezada de pesthre tiene las stguientes,'

Tetterà. . La anilla.

FroDtaìera. Maserola.

\hogadero. Ronzai*

Aet: 3.*

Instruccion para poner j^ quitar la siila y brida al taballo*

Se manifestari à Los reclatas qae ahtes de poner la nlU deLen sleiapre registrar cuidadosameote el caballo pira ver si esti-foien herjràdo) si cd]ea ó padece coal- quier otro i*epenlino achaqae qàe le imposibilite sery ir- te de éU Qae tenga eoa el aseo y limpieza debldos la silia, brida, y demas arreos: se le preveodri igaalmen- te qae el pretal j la grupera se bau de colorar encima <ie la caballerfd de. la siila, y qae sobre ellos se bao de poner las cincbas para SQJetailo todo, teniendo ya re- cogidos tambien los estribos; ^dvirtidpdoles que con ^ste CQtdado se evita el (^oe qaede alguna cosa dfbajo de losbastos, qae paeda espantar al caballo al irle é poner la siila, ni qoe le lastiine despues de seutada.

Satisfeclio el reclata de qiie todo eiìk en baen es* tado, pasaré é colocar la sitU en el caballo, y para Pjecutarlo la tornare por debajo de lósr fostes^ y trayéu- Wapor cerca de la espalda izqaierda dèi caballo, la le- ^i^ntarà basta qae qìiede encima de la croZ', y desde ^lli la irà bajandoà colobarla en'^&u sitio > de donde des- poes de sentada la bari alga mas atras para ponerle la

12

, m

grnpera , lo qM htré si» qM el: iQhtedo le T^ya mujr atras 9 por el riesgo de qae ei caballo al tiempo de me* tortela puedir dal^lé Hii féf Àe coces ; lo qo» m «titm quedéodose ai Udo ifqoierdo sin bdjarse macho à ca* dera.

PafA edb(»ir grnpera 6óin«^ et delndd, debèpo- Ber$e la mano derecba encima de la cadera, é irsela bajando basta que cod ella se coja el maslo de la còìm por medio, y pasaiido la mano izquierda donde esfabà la derecha se tomarén eòli està tcklas las cerdas de la cola, j dobladas por miedio $e sujetariD con Jaizqoierda, ievaotando j. ladeando hixia si el maslo para que no se lastime: se ternari con la derecha la baticola, y metiéh- dola basta que toqne en la icqi^ierdar, se sttjetaréel m»s!o con la derecha para que paeda pasar; colocéodola en . so sitio^in qae qoede di'baio ceida algona.

Despaes irolviendo é la ama se leyantari para ponérla éo SU sitio , A fin de qtte ho U qdedé à( eabalio arfolla» do éi pelò dei ìònifi , Io qae ^eria caDsa de ir dcisazona- , lastimarse & matatse.

' Atttes de ajusf arld la siila debér ponerse ei^m^dio del eoerpo del càballo , para qtre no le tmpida stfs rito* i^lmìebtos, proòaràddo qùe esten los bastosdèlantei^óedos dedòs inas àtris de las pnntas de las espaldas.

En segaida se le ajtistan (ss cìnchas, prhneré las bofcadiò> dfspùes la maestra, pót ser la qcre abtp^a t^d'o. Dèspues se le pondrà ei piretaf , dejàndole cuifa- do, poes de ir estrecbo ìmpide U fesplracìon al «^aballo^ j flojo le ittpide el mòvlmieuto por bajal" à la^ pnntas de lase^pàldas.

La grupera quedard ignabnenté Cbsjada. A continoa- clon se saltar àn losestriboft, qué dt^ben estar arregiad <s de modo qtte, pHesto à cabailò el glnète dejaodo caer ìas pierna$ naturalmente y bajando lais pontas de lòS pies, foqae fi principio del émpeioe al ardo del bondow del è^tribo.

179

Instruccion para poner ta brida.

Se pone en el lado A^ montar > tomiedola eoa U mano derecba por la testerà \ las rieodas $e dejariii ao- bre la sangria del^ brazo ìzqaierdo> j «entando el bo* cadoen la palma de la ovano izqoierda coù loa dedoa pulgar y péquefio bicia adelante , se Ufraré !a mano deiecha à la frente' del caballo, y coti la ìzquierde te pondri.el bocado entre los labios tocando con sti dedo pulgar en el asieato por encìcua dei colmitlo para qoa abra ia bòca, en cuyo tiempo se subirà la mano dere- cba Io Decesarìo para que ìel bocado entre en sa logar: CQ0 la izquierdà se le iutrodocirà està oreja j despoet la derecha , sacàndole el mono j ecbiodole. atras ia cria que puede baber qojèdado debajo de La testerà*

CI bocado debe sltcrarse en el corto intervalo qóe hajr entre ips coloiillo« y muelas. Se ajusta la mdserola por el l^Jo ìzqiiierdo en términqs' que no oprima al caballo. j le quite la libertad de saborear el bocado; pero quedaudo con tal proporclou que le impida mor- derlo, . -

EL ahogadero ba de ir fiojo para no incomodar la res- piracion del animai, pero no tanto que pueda qiiitarse la brida.

El alacran de, la izqqierda se enganchari en la se- gunda aoilla de la barbada , quedando de modo qne siti opresioiì qoepan dos dedos eutre ella y el barbò- quejo.

Para quitar la silLa se obiservarà lo inismo qoe qne- da ^splicado, pero à la inversa, basta dejarlà en et es- tadoeo que se colocó en el lomo del caballo , recogidos los estribos, el pretal y ^rupera encima de ia caballerfa, sujeténdolos laji clacbas, 5cc. .

Para qoitar la brida se seguirà el mismo mf^todò à» la Inversa, empezaudo por desenganch^r la cadenilfa

180 . barbadft, qaitar la maserola y abogadero^jen aegnida la brida &c.

tlTDLO IV.

DeFINia05ES.

Tdctica. Son los movimientos coneertadoi qae hace nna tropa para emplear ihejor los medios qoe tteofi pa- ra sa defensa y ofensa del ^nemigo*

Formacion. Es la disposicion de los bombres tanto A pie corno i caballo , segan ias regia» de tictìca.

Fila. Es ana coatinaacion de bombrea ddos al lado de otros.

Bilera. Es la coatinaacion de bombres nnos detras de otros.

Caheza de hilera. Son los soldados.de primera fiUi con respecto à lòs de seganda.

Frente. Es la Ifoea auterìor de nna tropa de nn cos-

tado i otro estando en batalla : tambien se enticnde por

el uiimero de bombres de qae se compone una formacìon.

' jila ó costaJo^ Es el estremo de derecha 6 izqaìer-

da de una tropa 9. ya esté en batalla 6 en coiamna.

Fianco* Es el lado por derecba ó izcjaierda de toda tropa formada. v

Centro* Es parte qae ocupa el medio de nna tropa.

Fondo. Espresa el udmero de filas de que anatro.

pa ;S formacion està compaesta : se dice està una iorina-

cionàdosó tres de foiidocuando consta de dosò tres filas.

Marcha direcìa, Es la qae se ejecata para dirigirso

de frente bacia adelante.

Marcha obliùtia indivìduaL Es la qae se ejecuta j|ìn mudar el frente ganando terreno hàcià uno de los cos« tados, soslayando los Cibalios.

Marcha circular ó de conversion. Es la qae se eje- cuta describiendo arcos de cercalo conc^utrìcos por to- dés loa soJaJos de la fiia.

181

Eje fijò. £s el hombre costado da priinera fila sobre qoe te ejecuta la conversion, sirviendo de punto céotrico de ella.

Mje moviL Es èl mismo hombre coando ^n la con- ▼ersion describe un arco de circolo, major 6 menor.

Cohiram'archa.' £s èl moTimìento por el cual una tropa muda su frente donde tenia àntes ao'espafda, conservando el órden uatnral de sus filas.

Vesencajonar» £s el principio de una conversion por lag fracciones, cuya ala saliente se aparta del eje de la fraccion ó tropa - in mediata. .

Encajqnar, Es cuando al conclnir su conversion las fracciones de uda tropa que forma eu batalla, el co&ta-^ do saliente de cada una de ellas entra à alinearse con el eje de la in mediata*

.Alineacion. Se entiende de los bombres colocadòs onos alladode otroseol|t prolongacionde u«ia misma li- nea sia adelantar ni atrasar nioguna parte de su cuerpo.

Haj dos géneros de .allneacion: 1.* iiìdiyidual, j 2.* de una tcòpa por otra: loda tropa que deba alinearse por etra bara alto à la altura de fa fila esterior j paràlela- ménte é la linea , j entrari i pasos cortos é alinearse»

Regimiento en batalla. Es coando estan formadós sps escuadrones de frénte sobre una misma linea ; se ilama naturai cuando estos se.hallan formadós de derecha à izqnierda por su órden numerico, é inversa cuando lo estan de izquierda à derecba por el mismo órden.

-Regimiento en columna con distanciam Se compone de sus escuadrones marchando por coipp^nias 6 mita- desunas detras de otras, y con la distancia eutre de todo su frente* - r

Regimiento en columna cerrada» Se ^ forma de sus escuadrones unos detras de otros conia distancia entre si de diez pasos.

Columna de ' camino Es la disposicion en que se marcha con cifrante adoptado al terreno, sin exigirdel

182 folihJó la exactitqd de la posicion à caballo ni t\ ailenpio.

Internato. Ea el espacto Tac/o qné ae balla tntre ìoa escaadrones de un r^gìavìento eo batalla , qae deberé ser él fluente de nna mitad. £1 de uo regimieuto i otto sera de qaioce pasos.

Ptstancia. Es el espa^io facto qae hay en coloipna de una division A otra. ' .

Entre filas abif rtas à caballo Beta de ocbo paaoa con» tados desdè las colas de los caballoa de piimer^ fila à cabezas de los de seconda: està dista ocra é pie seri lo Oliamo.

Entra (lias noldas ^ caballo serdde cnatropiea con- tados corno en ias^abiertas: à pie sere està diataocra de nu pie , escepto coando para la instmccion se Kajao de ejecotar los motimientos por cuatro, qoe sera de tres pasos. . -

Puntos fijos de direccion. Son los qne se efigim en «1 terreno para indicar la direccion qne se qnie-Te siga cnalqnier tropa en sn marcha*

Puntos interméUlos. Sirven para cooseryar i una tropa en marcba con la direccion sena ladai *

GuHts generàlesJ Son los qoe sirven para prolotigar las h'oeas j marcar d sus escaadrones el iogar qne bau de ocopar en elK'^s.

Guias particulares. Son Ics dos sargentos colocados à derécba éizquierdade los escnadrones, los cnales entran en la linea à medi'iaqae sns escaadrones llegaoy marcan el enrajonarnieuto do ^1.

Guias de la columna^ Son los dos sargentos 6 ca- bos costados de Ia« compafiias 6 mitades de la coiomna del, lado por donde se toma fa drreccion de la marcba, y sobre los cnales se ban de alinear. .

Fila eUerior, Es la qne forman los alfi^receB, «ar- g«*nfos y cabos deti as de la segnnda^ fila con. el ojbjeto de celar y mantener el <5rden,en ella.

Aires d caballo. Son tres, el paso 9 t\ trote y el galope. A pie son dos/ el paio regidar j el Ttedóbnido.

WtHm$ de mandai Soii 4# If f a miMiMi 1/ 4fi ^i^r

O^Q 9 qme «inre» par* jbflij^mr el m(yfimÌMpf> ^óf #19 7^ é ejecfltUr: 7 5.* ile pje^ieitv, qne 80 p^pTf Pia ^9^ ÌM Toces de marchen^ alto, ^%y 7 dete.ra)u»^|i «1 i^^fMtp d9 k efe^ocion 4e J^qae #Àle« j# pr#TÌii«t,49biéii4piie es- ortar la pènditiroa aflaìia «in pr^nat^ii^r h 41ti.Wf9-

Aia ^^cdeiiiareA^ijlèda U liA^a 4 po^qf^o^a fp ^- yerà ai paso, si la yoz de mando uo liftf |f^veQÌ4o>QM'P AJff

Van^u&rdi^ /Es parage é q»« IwiU^ ^r^i^t^ pini tropa éiTHiafda.

Retaguardia* Al qae.da espalda la dltima fiU*.

£i<o/aelaii. Es el atOTimitnlo por ^Lqn^ p^usa pna 4ropa de am >i^rflen^>sli ^rtO cm objeio 4^3 instr.^^irri^»

HvkeUa. Ea el rastroqna Tndefa^o^fH^ ^paiMsafj^a QD bombre qoe noarcha en coalqai^a Uir^icfQM>0. jPistgi' E^ al rastro qna deja GQaJqql^r anii^coA aiis pisadaa por 4oi>de pasa^

TITOLO V.

TofU€$ qwehan de usar Iós^r0mpet0f dét l4 ffi^H^rh^ y su e^UcacÌ0n.

l,° JBoU«ilbi ó.£€<ièraU> 10 Descanso*

%' Ornpais. Il Trote.

b." Asamblea. 12 Galope^

4.'' AcsabaUo. 13 V^elvanicaras.

5.* MaFcha. 14 A la órden.

6,'' Ltamadà. 15 Àtaqae ó à degClello.

7.'* Llajnada de boooi". 1,6 Allo.

8/ Diana d oraeiofi. 17 JEl.ètreta ò retira4a«

9." AteMpn*

EsplicAcion.

. La g€U9r0l0 9ÌfW pa CAmpaQ^ para qae el ej^rcito

m

sepoosa d un mìsino ttainpo sobre Itaarniis en ocatioo repeotiaa- de enemigo» ti otra operacion : si do las toma- se geoeralmente el ejét^ìtoó goarnicioit , j solo huSiiese de marchàr ano ó mas eoerpos, se tocarà marcha en lagar de generala.

£1 de grupas tiene por olmeto qae se pongan loego ^ qne se oiga , y deberà tocaree media, bora a ntes de la asàmblea, à Gn de qoe los ofictalea, sargeatos y cabos revisten sas compafitas.

La asamblea indica el momento en qae han de rea* nirse las campafiias en el parage sefialado para formai el regimieiito.

£1 de d cahallo senala al instante en qoe sedebe montar.

Marcha. Se tocarà coaodo haja de ejecatarla la trop- pa, para condacir ó rettrar los "estaadàrtcSf j eo^ el ca« 80 de bacer honores;

Llamada. £s su priqctpat objeto para qoe se renna todosoidado qne en lo violento de un choque haja per- dido el lagar de su formacfon; ó para que.se incorporeii Us partidas qae se bayan mandado salir.

Ùamada de honor. Consta de dos partes , de las qqe, la prtmera es la espticada anteriormente, y aoìda é la seganda sirve para hacer honores à U persona que le correspondan*

La diana d oracion siiye para romper el nombre al amanecer y al arìochecer, para qae se recojan al cam- po ó coartel los soldados qae esten faera;

Aiencion* .Equivale en an todo à si se maddase con la^Yoz.

Descanso» Sirve, tanto é pie firme comò ina rch an- dò 9 para que la tropa tome la posible comodtdad sin perder sa Ingaf ^ sea en fila ^ balera.

Los toques de trote y galope son para que U tropa tome el de e&tos aires qae indique el olarin.

£1 de vuehan caras, sin mar combinacion, es Io mis« Ito que si se mandasecon la toe media Yaelta àia derecba.

185 Bl de d laérden^ qae te diride en particnhr y gè* nèfai , sirve para avìsar al caerpò 6 caerpot à qae com- prenda i qae acodati à reeibir la òrden 6 instracctoBes qoe liaya que CQ1llOoìca^les<•. ^ de a degùello^ que solo se tocari eoa odo despaea de faaberse moTÌdoIa tf^pa paro cargar se halle oomo i ocheota pasod del enemtgo^ sirvé parar qae al oirio to- me el escape con la decisìòo y demaa reglas qoe se fijaa para las cargas. Eldea/Zosirve-paraquelohaga la ti'opa caBodoloolga* Et de rettela óreiirada sirre para r^tìrarse é. soa tieadaè 6 coartelea los soldados que aòti no se hobiesea recbgtdo , y tanobieo para qae la tropa que va ja mar— chaodo adelaiite, de media vuelta y lo ie](eGote en re- tirada.

TITOLO VL

IVSTaUGCION DEL &ECL17TA DE CÀBALlERlA.

PRIMERA PARTE:

iirSTflUCGION A PIE.*

Introduccion.

Las primeras leccìooes de ia posicìon y de la inarcba se daràn à cada «^liombre de por si^ y caando mas i dos jantos en una fila, distaute an paso oao de ^otro. Los tastroctoresejecatariii aotes lo qaé bajaa de man- dar, despnes. de haberlo esplicado;. acostumbrarda al ceciata é qae tome por si mismo la posicìon qae se le

186 .

. ifidicft j demtiestrji , «io tocsrie, neir pftiw dark chta fpo^ «ictoa ó par» ^^éet i fi darla ; à meiKis ^[Bb •« jfaita Ae latef- lìgeaeia ò boyfi^araeloa 4«8 obligna é «elle t eapUcaréii lo qne eosenen en pocas paialira«» «Miy dainas jr ^rcci^ aas^ «irviéndkse stempra en >c«afito foMr^ posiUe éa lag nitioiàa etpresiooes.

PRIMERA CLASE.

raiMEal ieccioìi.

Posicion del reclusa*

Lo9 talones sobrè ona' roisma Ifoea , mai ó meiios inmediatos, aegan la coaiigiiracion -del 'hombre^ air- ▼iendo de regia general el aplomo de las caderas; lai puntas de loa ptes nn poco menos abteTtas 'gne la ea- euadra^ é i|;oaliiieDte ona qne otra; las radHlaa ten- d»da»f P^TO siti agarrotarlas; el caerpo à plomo sobre las eaderas y no poco mcltoado adelante ; el pecbo sa- cado à faera^ )os hombrosietirados y à nna iBisma aN tnra; los codos cerca del cuerpo; la palma de cada ma- no nn poco vuelta bacia fuera; el dedo peqnefia é lo largo de la costura del pantalon; la ca bea a derecfaa aio violentarla; la barba arrimada al corbatin , pero sin cn- brirle; los ojos Gjos, rectos à sa freote j altura.

Ve los u^s y voc^s del descanso»

En segufda de toda leccton nneva qne tef»ga qoe ejecntar el rechyta , y ditrante cada «sptioaefon 4 «ira cosa qii^ baya qne bacer y Ho sea neetssarta ia «nterior posicion de tinadrado^ tonnara aìenipfe de ^aeaiiao;

167 ' j para ejeciitar}& desile U posVcioo eosensJa, se man* darà. ' -

!,• FiU(6fila$).

À k «egaada parte de la «egiHnl« 7«a r#|iiwA «t pie derecho corno i seis palgadas detras del izquìef4o sin ornsarlM, «argaré él pèsoddeifterpofò^e ia pier- ' na derecha coti sa rodilla tendida , y., aflojando on poco la ròdìlla izqaìerda, al mismo tiempo separare ics braxos de aas costados para finir las manos por dei ante ydar vaa pequelUi palqfiad* eoo eUas^ «••ciayendo «l movimieoto coq dejailas crusadas é la eslensìon nataral de les brazes por delante del caerp^^ de modo fl|«ia la derecha queJe debajo de la ìzqaìerdai qne soateodté-U otra agarréndola por eocima de los «oìillos.

Caaiido se qn»era t(«^ el d esca toso eea pof mas tienv- i p^ra deabacer la fortoiacioo, ae inandari* 1/ JFilaXàfiias). ,

A. la ji^OKida parate 4e la aegu«da vosi ae ejecn ta- ra el moritniento indlcado) y en seguìda tQtnaré cada hombre la direceion qae gastef deshaciecfdo la for- macion. ^ .

Para ìiacer .pasar al reclota del estado dedescanao en sa logat ari 4e ateocW»n,>se BiaDdaré. 1/ Fila [6 ^fiUzs). 2.* AiKa-^cioN. A Ja accanila parte ide la seguada Tpa se cn^àrArifk i so frente observaodo ona ÌDmoviLidad j silencio ipaU terables.

siouxDa Lcccioir.

Mosnmientos de cahezà d dertchd i iz^juitrda'

Para «ae itn^iiie el reehitir la . TÌ^ta i ia dereoha, Mipodiénéble toadrado, ae nraodari.

188

^ 1.* Fila fiias).

2/. Caheza —a la DERsetfA.

A la segaoda parte de e$ta toz Tollera saaremeote la cabeza à la derecha basta qae el lagrima l del o\o izqoierdo correspooda é la linda de botonea.dé ia cba- qaieta.

Para qae restitoja la vista al freote ae maDdari. *

1.* rdaiófilas).

2/ FlRMES.

A la aeganda Tòz Tolveri 8iia?eiiieote la cabeza pò- niéndola derecba i su frente.

Para qae incHoe el raduta la Tista à la izqoierda le mandar à* :^

1.* Fila filas). 2/ Cakeza—JL la izQuifianA*

A la seganda parte de està toz roìretà la cabeta i la izqnierda de modo qae el lagrtmal del ojo derecho corresponda à la Ifnea de los botones de la chaqaeta; J dada la voz de firmes^ restituirà sa ?tsta al frente.

TERGERÀ LECCIOlii.

Giros d la derecha e izquierda y media melta d la izquierda.

Para qae el recluta de el frente à caalquiera de sas costados, se mandare.

1.» Filalo filas).

2/ Por el fmmgo derecho.

5.* A LA DBRECa^.

A la tercera toz giraré'sobre el talon izqaierdoy le- Tantando un poco sa punta, acompafiindo el' moTÌ- miento con el pie derecboi cuyo talon iti al lado del

189 iqnierclo j sobre la misma alÌDeacion ; y eaanclo haya dado por dicha mano' la coarta» parte de aaa Toelta, seotaré el pie derecho y la paota del lEqoierdo, qae- dindoje en la posicion de coadrado é este noevo fireiite« Para bacarle à la izquierda se mandari.

1." Fila iófilas),

2." Ì^OR BI FLANCOlZQUlBRDO. 3.' A LJLIZQUIBRDA.

A la tercera vox ejecatari el moTimìento por los me- dios contrafìos al aoterìor; pero girando sieìnpre aobre e) talon ìzqaìerdo. . ^

Para Tolver à sa £redtè naturai se roandari.

!►* j4 la derecha\6 izquierda). 2/ FaBUTB.

A U aegunda yoz darin el (^rente à la mano preve- Alda bajo |as re^las esplicadas. Para dar ei frente à sa espalda se mandare.

I.* Filaió filasy

2.' MsdIAVUELTaCa LA)lXQUtBRDA.

I

En dos tieonpòs. A la primera parte de la seganda vni llevartf el pie derecho h^cia la pnnta del ìzqaìerdo; dando al mistno tiempo an medio, giro sobre el talon ÌKquierdo, de modo que el talon del pie derechò quede freute del- juanete del pie izquierdo y tres polgadae de distancia.

A la spgtinda parte de la seganda voz girare sobre '"8 dos talooes bacia la izqiiierda, con las rodillas ten- didaSf leirantando an poco las puntas de los pies; dartf ''i ireiit(> «( la ««sp^lda, y Uevai^ al aliamo tirinpo el t»ion del pie derecho à la iiimcdiacion del izqaierdo . ftt U ujìsuia litica.

190 ;

CUARTA LECCIOV.

Paso reputar.

La longìtud del pa«to debe ser de veinte y ocho pol- gadas de Bur^os, medido de ta(ou i lalbn, y tos pasos i^\ye deben darse en eada minato seteota y seU exacta- meute, y para que «l recloU lo ejecute se cnandaré.

1/ rda.

2.* De— FREiitc; . . '

A seganda parte de està voz cargsr^ ei ppto del cuerpo sobre la pmma dei^^cba^ sin j^ider ta lectttod é iucUnacìoa adeiante que teiìia en la posiciou; en se* guida se le mandare. ' * ' - . '^.

Uno. /-•'.....

A cuja voK cacare con vives^ el pie itqaìerdo delan* te, Tuetto bacia fuera y'su punta aa poco baj^, U re- «lilla tendida, y esperaré con et en el aire la Tozde Dos.

A la que seotarà el pie so,bre el parage qa^è le ade* laotó, llevaré lodo el peso del cnerpo sobre la pieroa iiquierda, dejando tendida la derécba y tocan lo en tìerra con solo la punta de su pie; y cneUa dispo&tcion esperari Ja voz de Uno.

A està voe pasarà viramente la pierna derecha ade- UutC) piegando la rodilia lo mny preciso v rasando el pie al suelo sin tocarle: snspenso a's( sobre la pierna laqQierda y con la derecba eo el aire esperà la tos de doi para iiacer conel pie.derecbocuanto eiecutó con <l ixqoierdo.

Goatlnoaré asl marcbando en e^te paso IlamaJo des* compuestp, y coaado el iostructor quiera que pare el recluta, mandari.

191

!.• Fila. 2.* Aiti».

A està Tte fi Inlkse ei raelafa cdh el {ieto del ci^po iobre «è |>fd «detastadoy traari ^i de atra! à su i wii«iiaei«B I y se quadrare raì «stavi^ae soatetti do safari mas atraaado y al adelaotado en ci aire^ afotarà eata en tìerra j Ir aera el otro i so bdo coadriDdese eoa d).

Biarokaiìdo jjk con la sslkteate aoltura se aòortaréa laa iafeervak>s de daracion de ttempo desda ia t^b odo k \m de* dea, haata vpate se ntaedea las dee toccai seguì-* das eo ei tiempo preciso p^^^^ proDiiociarlaa eatiiral-' mente; ^D coyo caso dari setentay seis pasos en oo mi- ttutot y kiego q^oe cootLifi^e marcbaiulo a^guo rato en e»te paso sili «inguna iolerrapciou de ano à otro, y se qoiera que pare el r^cltitav se mandari.

1/ Fila. 2.% Alto*

À la seganda yoz> qoe se dare cuando yaya i seutar en tierra caaiqaiera de Ica ptes, le sentarà y Kevarà el taloD del quale queda detras 4 la irìmediacion del otro eo Qua misma linea y sin gòlp^ar, qaedfjndose Cnadrado.

QDIHTA lECCIOTf. ^

Saludos d pUJirme y sohre la marcha»

La Ordenaoza distingde trétr especit^s i\é «aliidd, los dos ptioieros aoor à pie flftfie y el tercéio Mhtt la tnaf-» cfaa. ìjdfÈ Sàlildo^ à pie fit-mé cbrresfTOndefii é fodd ofi^ eiat gefieral , oficiaf dei. ejértiito y armadi ^ ssrgentòs d^ so Ir^gimiento y cabos de sa crniiptini». £1 d^ sobre la rnai^cha à lasìttStMas^ pt^honas ristbte^, y à todos los que qoierau salndar.

192

Saludo d gen^rafes,

Coando el soldado eocaentre & caalqaier o&cial gene- ral deberi pararse é castro paaos de éi^ caadrarae j dar el freate al lèdo por donde pase; le dirìglri^aQ vista en aenal de respeto, llerarà eoa desembarazo U tsanoderecha à la aitara é ìnmediacioD del escudo de la gorra con an

Salma rnelta bicia foera,le segairicoa laTÙta basta qpe aja patado corno tnatro pasos de él, en eoyo caso poo- drà la vista al fi-enle , dejaré caer con graaia la mano j brano é so posidìon naturai y coptionaré su marcba.

Saludo d oficiales del ejèrdiù y armada , sargenios del regimiento y cahos de la compahia^en que sirve el soldadò quesaluda.

Caatro pasos antes de encontrar ei soldado,i coal— qoiera de las persosas dicbas^ bare alto y se cn ad rara en la misma direccion en qoe marchaba, dirìgiré sa vista i la persona que saloda, elevando la mano derecba A la inmediaoion del escudo de la gorra, permaoeciéndo asi basta que el spgeto à qaien saludo estd dos pasos i su espalda; eutonces colocando al frante la cabeza j los brazQs i so posicion naturai, continuarà so marcba.

Saludos d las justicias , personas visihles^ y demos d quien quierà hacerlo»

Gnando encnentre el soldado i atgona de las perso- Bas CQmprendidas en este salndo, sin pararse j con desembarazo j aire militar, le dirigiri so vista, j on poco antes de llegar i dicba persona llevari la mano ' dereoba i la inmediacion del escodo^.y al momento de baber pasado pondri al frente so cabeza, 7 el brazo en so posicion.

WS

PrevcncUmes sabre posicion del sahle 6 espada pa^ ra los senotes oficiales cuattdo se hallen formadoìf^ pie d tierra^ y para los saludos tanto d pie conto d caballo.

HaUindoye el ofiet»! formadoi pU à ti«rra>^.t«iitQ à pie firme 'comò marckando, coloc«ritil p»fio de su esm pada delante de la eadera dei iado deredio^ dejaodpcaes sa hoja aobre la mano itqoierdaY qoe la recibiri'por DO tercio distante. de la punta ooo ^^dedo polgar tea- dido: ei coda izqoierdo ooido à so costado, j uo poeo iDclinada bacia adelinle parte tnferior dedicbobra- ifo: la niaoo isqnierda enfrente de sq bombro à coatro polgadaa mas bajo qoe éÌ4

En los casos qae el oficial debe aaladar con el salile 6 espada to ejecutarà eli sei» tieiàpos, '

Uno. Gaàiido liegoe i seis pasóa de la peraooa 4 qaien ha de saiadar, separare el sablé.

Dos. A co atro pasos lo levahtaré pet^pendicalarmeo*» te con la pùnta b^cla arribà^ basta qoe * la giftéirtiiéioa qoede tf la altura del corbatio, cuatro dedos aeparadft de ^1 con él corte k la izqdierda:

Tres. VoWeri el corte dèi aable Polire la derecha^ T lo bajari con Tiveza esfendìdo el braso do modo^ qae Ji mano derecba venga A qoedar al Udo del qioalo de* rechO) j ast lo mauteodrà basta babef* pasado cuatro pasos de la persona à quien aalndk, qUe éf^càtaré loa tieinpos siguientés. ... /

Cuatro. VoWef^à i letantàr él sabtè à Udiiposioioodel seguodo ttempo. <

Cinat. Lo còlocaràed la disposicioà de Mparado*'

Seis. Lo pondrà al hombro.

Saludo con esiandarteài

Ed los casòs en qne esti prereBido por OrdenantAS» ejecutaràen doatiempof. .\., ^.l

Iti

ra haaU qoe qaede el asta horiaontal; y dos detipaf»; de haber pasado se retiraré y poodré ea so posiciòo.

i; b «0» de iM^dei «m. It, ^iftlMW^ 4^ i* rWP*?- la 'bajkBi>ftsfAtfittnQA,4«L melp^

SEOeNBA iJLASS. «Binm*; MceiQA, Marcar el paso x^.^^^ifif^lf. Para qne ci recl^^j^ ^pMV|q|f6^<^ pjf^y «,e, ^ ^(Vll^J^' «?

«l«.é,«Hlfam> ^ .tir^lgr^ <W¥(?)ft^'f ^,»f,»*WUt? et paso, seo- téodole» y con el otre f3^f^,y»^(i el ^smo couipa^ del

J^afl(:ee4^Mril 4 .figl|r4i^l(C^ pQ^ijei|d|9^ Ùlqo al Ud(^

Pet»;%ue Ivn^Hfi .9»^^, e;l p4^o i;e^ala> «e m^adari;

V Mj^Hf;^!^?^ ....

* A la seconda vox sentara en tierra. ^l ]^ie qoe tee*

||*eAiel e({«ij .y;«Q9^.ftl 9Hcfl, f^g^^r^ ^arcMudo al' pa»d

regolar.

CDkod<i.(M qpvwfc qWi:^»* fl««lp!t<l * 9%w)ih «^ P*??» •* mandare. * \

1.* Cambien el paso*

A la seconda toe qae se dar4 coandò Qno de Ics i 'piès e8téìèV4itflaj0o,'lie scati^réisD liei ra j traer^ ^\ otro i con vi?exa é la inmediacion de t^s^^ sia i^4^r ea tier?

n el talon; j levantMiifi |^r<wii«it9te el primejo, eoa- tioaaré la marcha en el mismo compas^

KM!

SBGITHDA LBCCtOir.

Pàsù de costàdo. " .

Este paso sirve para abrir è xttàt la» Iiilérai, para aoir ó separar' oaa trop^^ de otrà ftò^rtnada 4 9a lado, para ganar tetr^Mf iohtt dn fiairco^ Tteriite ó treiiita pa- tos sin necpsidad dfr ttiarchar' por hrìèras^ &c* '

Para edsefiar à Itrs tectiitaé estv" paso*, despoés de cfs- plfcaftlea las r^g^aa se cobcaré el iottrtrctoì* àfMnìe j- de cara i eilos^^ qiÌFen«iido, po^ ejetilplo^que tùarehètt' lobre la derecba/io TeriBcarà eate sòbre Ir ìtqai^rdi^ para qae le imiteo ^ haciéndoies obsertfir la' posictoa del cc^erpo, loogitod del paiso, &c. '

Las voces para so ef?<5iitkHi sbHn. ' '''•

1 Paso d^ xùitado i à ha étcf*etka\

2.* Mà!ictìti!ri= . ; " ^ '•• ' ' ' '" ' ''"

A la aeguoda vob sacaré el pie derecbo d ocbo poi- gadas del ìzqoierdo siù atraìarle, fiiclioàrle, ni adelan« tarle sino por la line«^ df sJttS l|d|»blH)8, Iletando eli se* goida el itquierdo à ia inmediacion del derecbo; qoe*

recho por la misma linea à igual dÌ8tancia> en.^^^g^j^gi el iaqaierdof y ast seguirà' iuiii'4)ba|i4^ l|a8ti(?la toe do

A 1* segMdi ifft«j,.qi|e,ai^ 49r4^t|ft«4^ Wj% h*¥B^ Udp et: |»J9 dar^«^^ )fì ft^n^iRi iik^kH^s f^ plffoi^ UfflHr4

i IO- Ì|ltqfMÌÌ«<IÌO«r CA Ì%E|fj^r4l}$ JT 4l»0<l«^fà %m^ * a«!

Si se qaicre qoe lo e}0|qMi»,|P9« U iiiftiifff A% ^ «%t> bagaa al^i^^ miftìr^-lift |ili#iMar regWfi* f»erai b|i><>/pa órden inverso.

156'

•' '.••••

Paso atras,

Enterado el recinta de la ejeciicion, medida y y€- kicidad da ette [^aao^.que tambieo «s de seCeota y seia por minuto., se le mandare para que lo ejecate.

1.* Paso airas* ^ 8w* Marcbeii. * . :

' Saponiéadolo eo. fila à pie firme retirari el recluta con Yiveza el pie ieqQierdoé la espalda, seotàiidqlo en tierjra 4 diataucia de catorce pulgadas de talco à talon; ei^ aegaida retirari el derdbbo del miimo mpdo^ j mA cpnaecQtivamettte basta qne^e qaiera q«e baga alto^ qoe 8^ manderà.

!•• Fila (o fitas). à.' Aito. A la segttoda voa^ qae ae dare caando vaya A aeo- tar en tierra un pie^ le sentarà llegando à sa iDmedia- eìoa el oitéy j coadréDdoae à sa freote*

G9A1TA lEGCtOir. .

Paso redòUadù»

" Sìipònieindo al t^lùfa ittarchando é paso regolar, se fbandarll.

!.• Posò Y^dMàdò. 8/ Marchbv. A la segonda yog , qoe se dari caando Taya i sentar eniìérra cOalqoiera de ioa dds piea, darà aqoel paso el lìeMòta al miimo eompas qa^ traia , pero en el Istgaieo- tetomarA él del redoblado', cuya ioogitad seri la mis- ina| qae la del regalar, aanqae sa Telocidad aeri de 4iMt<$ teiste pli8o% poV illiriato. ' fPara qae Toelta al pasd regolar se msBdari. !.• Paso regular* 2.* Marchkv.

t97

A U segottda ros dentei reekrta aqad piso eon«6l pie ^€ Unf^ en el aire ai «ompas redoUadOj 7 al «h goienta tomarà^l del regolar. Si se qaiere que haga alto, se mandar^* 1.*^ Fi(0{ófi(asy 2/ Aito. Lo qoe te ftjec^Urà comoseb^tensefiado*

QUINTA LECCIOR.

Marcha Mima indivlduaL

. . . i £1 paso de la marcba pblicna en nada se distia* gae del que se *ha dado basta aqnf marchando à su frente, pues que le darà cada iBdifidoo haciendo |id pe- qoeiìo giro antes de romper la marcha sóbre la mano mandada; j para su ajecucipD estando é pie firme se maiidarì.

!.• Fila{6fila$).

2/ Oblicuo d laderecha {6 a la izquierda)* ij^ MaBGaaif. A la segonda parte de la segaoda tos darà el recluta sobre el taloD isqoierdoja coarta parte de no gifo hécia la mano maodad»; j à la torcerà romperà la marcba, dtrtgiéndose à su iMieTO frante j observando la regia de la marcba direcia.

P^ra qoe eomprendan I09 reclolas los resaltsdos de està marcha^ les baìrà parar^ antes de darei frette adofà-

* de le leoiau, con kas voees aigaientes* '

1/ FUa. 2/ A*To.

5.* FaaaTB. 1

A la •segonda voa baràn alta, j à la torcerà desbarin

el giro qoe dker<)b. ^ ,

Lnego se les ensefiarà à qoe mei fan à tornar sobre la 'marcba sa Create, primitivo, GO0 las Toqea sigoient^ 1.* Fiia-^de frente. 8/ MaacHEN.

m

tnarchar oblicuameiitef y j^égdréÉ i%él<M A sa ft^Mle primitivo,

Despoes e^sefiari i i9bH<^(»ar isfòbrè la marcha, maDdaudo.

U* Obtic-*ò d la dtrei^{ì5 d la i%(fi0rda). 2.* March E V, A la segaoda yo% harén la cerarla p^rte de no giro •obre la maoo s^andada^ y aegtttrin ttarchando i sa nnevo frente^

' ' TERGERÀ CÙSB. ,

Fl^lMERA UCCION*

Ea està leccìoo ae ootrite docè d ìtlo iHéaoa ocbo re- ><eWti)sV((» ^ti0i6d fniiai«Taréi]i

.Se formarla dos ó tres de estoa onà fila bien aii- liétfdds pat» ba«ede Uitaikiaacion, j à treaòQDatro ^aaoa ''é^hìi^ de loEs defnaa, j en segQida le-nandajcd» ì.^ mia,

9/ i^èìnMra9A sucesha par la dtreeha. 5/ Tal ndmtto —AhmEABMé A la t«fOera Tos, qnfe se 'dari^c«m« «jecntf^va à cada ^iecbtàv romp^r^l ri »oinlH*ado s^i uiancba al fraste, h«t- ta hallarae é medio> pie de la eltor» dd la b*sti; aHj toJ- ▼era la cabe^a à la «Vereoba è ice eoo pa«os cortos é jaotar no codo^sin abrirle, al del .bo^iubre inmediato por so derecha, no rebasaré el aliopamóento, dirà paosada- ^ làeatW'é p<Mierae da ma«era qui vea la^ Kiiea defoéojos de so ÌQuiedìato por su derecba y difrti^iwga on poQO el |:teobo^é<«€^airidorli«iDÌirQ de ette la«fto» "jO(Mitliii4a ^ alBièaiMwiilO' db eaiw BAiiloro «e man- darà.

4.' FlBMBa.

¥ài^^iAMnìièàé\k/àmfèf h tikft^éti^L ««rrMv hit faiis^

ib^8' mM bbjo iVi« nfifMMA cébtf «ritmi

bajo log mismoH principiosy y por 'é^^Jb-^èl fa«i>ii1rH[i procuramio ieb«iaar ia ba^ «ÀVifi^i^' fii'ev^y ^^^ 'foUMido la cabexa é la d«*recha j édil^él ^^^nro' córto adelaoU- ny 'iìì^è^t^ "sA^H fljè "U >è»f>ildè<lè M lòs #lilieamieiit08 i vaneaardia; y para ejecutavlv mHifkudiiià.

5/ 7a/iii2ifi«ro -AIIIIB4B8B. Para alinearae é r^lK^M^tditt fN»r ia tiqnierda aerTirio log mittmos principios eapiìcados por U derecha bajo loi medìos contr^Viloft» >

. Para qae toda U fila lo baga à on tlempo, despaes <fc èi1i}b^M%^ to bMb'M Asodadà.

2^ A retagéar'diéii**imrM iiihn>ecka.{6 for. la izquierda ) ALiRBaàét»

A la seganda voa se moyeré^tbda U fila para alinear- •<t por la base, ob^ervaodo cada imsLlfite laa reglas del ^ilt^^eli)W^n#iVÌ(lé«i% j à lascerà r«»til»ftfi|^ la ÌhW,^f ìS^é^àtìéiù ouadrardci à su fkeoìtk

tadtinDA iBocMlirv liaroha de frerUe*

8D|RiiiSti«do DOft fila d^ aeii à ocho bombres.Vieb ali^ t»«iìiov, y «dcéiiddae li^rf^9^?iite con loa codoa., fie escor |eri QUO ide lés coatedoa Ida m^% dUatcda, ^iura i^aiO

•jcva de f«Mi«9;UinMifeli4; jpcocitrADd^ ceJ€ir i IdJo impalso qoe de este Tenga , j.re«Ì6tir al de( opiie»to. A 4a dUU»atA qua ae qatei^a marche al fr ente està fila se sìtnarén otroa daa gaias.9 dando cara el prioiero eo •aa. misma^i^ecGÌQDt 7 comacoareM^.ò cìncqeota pasos uno de otro; ò bien «e senaUriu doa pnotoa en el ter« reboj advirtienda al gaia de U fila^ qoe paqca se se- paré de aa dir^ocioo.

£a este estado 4e mandar .

1/ Fda'-^de f pente,

S.* Quia d la derecha (d la i^merda)*

5/ MABCHaei. : '

A la seganda parte de la primera yp% cargarin el fwfo dei enerpoaobre la pìerna dereph^t y 4 la terqera romperén la m^rcha corno se ha en^enadOf

<! •' ffB&Q£BA uccioir*

Cofwersione$ d eje fijo* f •■*'.-. . " .• »■

Se colocari el hombre mas inatrnido en el costado aaliente> j advertidoa Codos de laa iT^glas de t:on?ersion *)(rppi88 A este caso sei mandarà. l.> Jila. ?.« Conversion d la derecha (d d la iV

quieràa)^ - 5.» Mabgheitì "" A la segnnda parte de la seganda ▼(» todoi menos el costado aalteivte volTerin la cabesa à U iaqniefda, fi- lando SQs ojos sobre la l£nea de los del inmediato por dicho lado, y sobre la parte saliente del pecho del ae- gnndo bomber del misino costado,

A la voK de marchen^ rompertfn la maroba con el pie. izqpierdp. £1 coatado saliente Ueyari el paso de Veiote y 00(10 Iputgadas , j los demas los darin mas eor- *to8 en ffroporciùki fl sn prei:imidad al eje. Este no bari '"toasqné marcar «el-palio sin lévantar dei anelo al Uion

SOI

icqnierdo, lobhe A qtté irà gtrindó, j aoloakarà la pan- ta dei pie al seiitar et otro. <.

Para satpeader este moTimiciito ae mandari» 1.* Fila. 2.» Atto. ••

A la aegooda roz lo hari la fila corno eaM enseliadoy restitnjeodo sa TÌstaal freDte. .'

Està If^ocion se repetiré sòbre una j otra manOf sir- Tiendo las mismas reglas por la izqaierda bajo ios me* dìos coDtrarios.

OVSCRVACIOir.

Està leccion se ensefiard prioiero separando à loa re- clutas à an paso de distancra uno de*otro, y ponteodo i todos iDdistìntaiuente en cnalqaiera de loa logares de la fila ineoos en «t costado sali«Bt«, qoe Le ocuparé tìemm pre OH- hombre bieo instruibdè; y despoes que hajao ad- qoìrido la pràctica de conversar con dista ncias, se uoì- T&Q tisdo eoo oodo 7 se mandare la conversion del Olis- mo modo^ observaodo las reglas dadas»

CVARTA LBCCIOV.

Conversiones d eje movible.

Caanda cooversen bieo i eje fijo se pasari à las da eje roovible, qoe geoeralméotc se ejeciilao sobre U marcba. Para lo qoe se tencfré presente.

1.^ Que el eje describiré el iiienor arco qoe teo* dri por radio la coarta parte del.ireute de la fila qoe Ti é conversar con eje movihje»

2.** Que et costado salìenfe describiri el major ar- co, q^ iendrà por radio q1 Irente d^ dicba fila inaa la coarta parte.de la misma.

5.^ Que el bombre centro de la fila ba de ser él rpgo)a4or 4^ la yel^cidad, siguìeodo al mjsaao pasto que traia aotea de la.conver^ioq. .

cribieDdo an arcò de cfrcoloy >di» 9a^l€ k^e «iMbprfc vajan eii «b« mianix Uwni co» ek 4ioatfbredc«BiMdio y cort el ejV, &c.

Frecedidas estas Dociones j éstabteeMos tòs guias, se

1.» Ji7tf.

- 2/ ji wtffiar Se dmécciBn d Ut tn/ùietAb

5.* Marchbn. La fila s<»gfiirà rnaicli»onèo é>»« frante basta la terce- ra voz, c[ue se darà eo el momento de i legar al pri- •itì^f ^u2a^ )jf '%\ virhi «e póodré ia fi4a é coDveffttfr a'ffor- t«iod«} pro^revtta mefite 4a iongitiid del paso todaf la laA* UiVèQ Ì« filai dèi èado diel ej«$ el houtbr^ de '«R'Éi«dk> -iìottverssrà con el ipaso qàe marobab* 4. sa itmnXé^ f 4a iMÙad de b fila d«i coit^do 'sati««»l0 aailaeBtiicà prò» -grei»hFflm«fiite ^ longflnd«

- Eli est» 'Ooorrrvioo Se tornare la mon y 8é««dePré al impulso del latto del g<ifi»,jBea ^^ é eoslado saUeRle.

Cuando vaya. é llegar la fila cerca del punto en que ha de volver a marolrar ^e fr«»Bte>^ mandare. 1.* Fila - de frente.

A la aegonda voz, qne se dari al conclair la eoo-

'y mà'rcilà'fén i s^o Ffente. ,

COARTA CLASÈ.

JUarcha de fianco pot ìiileras.

Pafa MafcttàV eA hil^as ftò^ 'n«<ò Mrf #ébcei, sopouiendo à los reciotas enfila', s^HlaMlifHii l.* FiU.

2.« Pvhel fianca d&réthò'^óit^&tdMi). 3.* A LA hìitiEcvi hqùiétd^.

mi

K* . Silura dt pmu^ S.** /*tf50 repUur redoblado). ' ' s S.* Marcbev* A tercera vox sacariln W re^lotdirt con iguuldad el pie izqoierdo «1 freote) oiarcbaodo al paso que se

Para detener ia narcfaa «é aM^adar^. !;• Snera*

A Ift «Bguiib vt« lo ejecntarifi todoi i tiki tietnpo t»aio «sMtf 'euseoadd pAvà la «aarelia de frisBle*

Par* te#fi.ttirir k kiitfm à «a {iriiaèt frèdttf te man*

2> ^/d izquierda (d direehà). Y se ejectttarà comò se ba eosefiafdo.

S1SGÙ50A LCCCIOV*

€&m^»ar por hileruik.

Para.qne ma kil^ra. eanrefie sofarè la tnarcha, se mandare.

L* Hilera d la derecha (6 hq^ièrdd). S/ Mabgebv» A la negmnda toc el recinta cabeza de hilera toI- Teré la dereeba (4 ic4!|«ìéfda} y Hi*rckaré A su fréute; los demas continnaréu en la misma direceiou qae traaao ]tsi4a Ikc^gar alpara^ doolde voIvhS el prtmero, en don* df iaejeontaràio y. segui i'ìa la une» a direccioii.

TCaCBRA LECCIOV.

Movimientos pot cuatró* Formados los reclatas en ala y bien alineados, se

•20* .

4;m pesar! U oameracion de dèraclia A . isq«ierd# de A cuatro, empezaodo 1, 2, 5, 4; l, 2., 5, 4, &ò,,

j asi saceslTamente ha^U el dltimo. Se instrairé ai re- cintar, para io SQceMvO) del Qiodo de bacer por si està iiameracioo qne sera en està forma, despaes de dadas 'lai» Tocés jigQÌent€&. 1.» Fila.

2.* Por la derecha^ en numeracion de fila»

de dcìmtro* «

Dada la dUima voz, ei primer botnbre de U de<-

recba en voz clara é inteiigible mirando à su inmediato

ipor la iaqc^ierda diriy iirto>; el segando mirando al

tèrcero dire, d(fs\ el lercero dire tres) el coartor cwa-

.jfro; el. qninto 1190; y asi sacesiv a adente te iràn nom-

braiido por el misnoo òrdeo. Para mas segorid^d del

iustructor se asarà d^e la comprobacioa detallada en

las Toces y ^cciones signieotes.

1 .' N lime ras Snos. Comprobacio»*

2.* FlBMBS.

5.* Ndmeros dos, Comprcbaciofi*

4.* FiRMBS.

5.' Ndmeros tres. Comprobacion. 6.* FiaMEs. ' 7.* Ndmeros€uatros.^Comprebaciofu

8.* FlBMES.

A la primera , tercera, qniota y sétìina vo« sa-

caràii lo» nombrados el brazo derecboal frentecon so roa*

-00 udas afuera, bien tendida y à la altora del bombro.

A la de firmea re^lituiràa el brazo nataralmeate é io

icestado.

-. Eoeste estado se pasaré à ensenarles los rilovi- mieotos^po4* cnatro à pie firme ^ para lO'Oiie ae mandare* 1.* Fila.

2.* Por cuatro. ^A la derecha. 5.* Marchési,. 4.* A la izquierda. Auriarsb.

. 5/ FiRMÉS.

305' A la seguoda tos ibs niSmefiis niios, dos y tret toI- TeriD la cabeta é la isqoierda.

À la tercera ejecntaréii cada coatro un coarto de conversioD é la deiecha é eje fijo, aiiTiendo de ejes Ioa ndmeros onos y de costados &alienle8 los cuatrpsf la coarta TOE qae se darà al conclair el coarto de con-^ Tersionae obedecerà, y lo misnio la (|QÌu(a. Para Tolver A su frente anterior se mandare 1.* Columna*

2.* Por citatro.-^A la izquierda. 3.* Marcbeic*

4'* -^ ^^ derecha*^Minearse. 5.* FiaMfis. '

A la segQoda voz los ndmeros dcs, tres y coatro di* ììgtfHi la Tista é la derecha.

A la tercera se ejecutari la cooTersIoo por ctpatro,^ en la coal harén de co&tados salìentes los ndmeros onos y de ejes los coatros. Caaodo los ndmeros ooos* se vayan é encajonar con los cuatros se darà la coarta^ TOC, y eo segoida la quinta.

Bajo los mismos priDcìpìos se formarà por caatro à la izquierda, y se vodUe à su primitiTO freote.

Para dar media Toelta i la derecha por coatro se man* darà.

!.• Fila.

2.« Por cuatro^media vuelta,

S." .MAfiCHBir.

4»' Por la izquitrda^alinearse.

5/ FiRMES.

A la segooda vot. los ndmeros uno», dos y tres se prepararlo para conversar sobre la derecha; à U (er- cera darào todos, por filas de à caatro, dos coartos de conversion aobre la derecha. Las roces coarta y qni'?^ ta se daréa eoo la oporinninidad qoe exige et inovi- nìesto.

806

dfJkUsrA in^wm-

Idarcha por cuairOf

Habieodo gtrado por cuatro i la dèrecbv aegos It leccion antdrior, se mandar^. 1/ Columna. 2.* De ff-ente. 3.» Gaia d la izquierdìO*

4/ MàaCHEN.

A la cuarta voz romperlo I9 inarelia toclós à sa freute, CDÌdaiiclo de seguir cada hotnbre (ab nel la del qae va adeiaote y con qoien bace binerà, guardando la union y alineaciou por el costado de direcrciòo, y conservando eotre filas la d'stancia qne resuttd despues db baber bécho el n^ovtmiento por cuatro.

Las miftoias rf glas bdjo los médios contrarios servlriit pararne una. fila marcbe por cuatro é la itqaierda.

QUIETA imoicìoìi» Variar de direccion marchando por cuatrok

Se ejecutaré cobre una y otra xnanp coi^ las Tocei sigaientes.

1.* Coiumna.

8/ variar de direccion.-^ A la dereeha

izquierday^ 5.* MARcnex.

Se siiaar^ aotes un gtiia 6ìq que i^arqa^ el pvoto de couTersiqo, y é la tei cera voc^ que ae dari cuapdo llegoe é ^1 la primra fila de à cgatro, en^iea^r^ e^U A conversar, conservando los ejes el misniQ paito y des* cribiendo an arco de siete pies para conformarse da

mi

fa^^tat il(i§A|r *l p9^m^9^ dop4e Tollvtó la- prm^rak, a|*«i «ian #0; 900ira. 4if <«ci^p..

8%$XJL LECClOir.

Movimientos por cuairo sobte.la d^reeha^.

Para qàé noa fila qnè marcha à sa freot/e continue marchatido pot coltra p<H" «lqq d.<j, 5us flai^c^s, se man- dare*

1.' Fila.

2.* Porcuatro^—Aladtret^lsa.

4,» De fr ente.

5/ (fuiif^à laizqMLJerd^. A la. ter^cwa \.oai se ce; n versta ri por cnajtro, sò^e^ df r^cha conio ae hìzo à pie firtqe; Ips iiuiii,eiìOs uqos/ que &f>rvJ^àA d^ e|>» 6^08^ liar^p^itp, j marcariM e^ pa89i, \v^, tv;ii;iì^i^p^ cqalrus d^ra^it^ la CQfiversior> c^n-' ▼ersaréo al €|pe, lleya})a,u^ dj,sni^ii)9j,^4i(iolQ pro^o^ctp-

Al qcvpGluir 1^ c^uLversioa. %^\ <^^TÌ 1^ puarta ; voz^ y todas las filas de é, cuatro romp^rfa U rjnjL,rcba é^ njai^;

Para vol^^r *^ d^r lr,^ijt^. sì.d ide,^ett^r la. ip^arch^, |f^ mandari. - .

1 .* Columna.

2.* /'or cuairo.-- A la izquierda»

5/ MARrHeif.

4«* /^« Jrente.

5. Gai<z </ /a derccha. A la tercera yoz cada fila de à caatro dare ^a con-

TersioD soWe U tcqtiierdhi^ haciefndb «Ito j mar^nclo el paso lo8 Diimeros eaatros; j saliendo los aoos al mismo paso qae llevaban i ta coarta toe, qae se da- Ti al encajooarse los udmeros ottos eoo ios coatnoa, to- -mardo estos la marcha i su frente, arregUndoae todos al paso que tràen los costados salieotes, j la qoiota Tossa dare en seguida.

. Para marchar por la izqaierda j Tolrer idar freo- te é la derecha^ se ejecutarà con voces j medios coo- trarios i los que se acabao de esplicar.

Para dar media Toelta por cuatro sobra la marcila ae mandare*

1/ Fila.

2.* Por cuàtto.-^Mèdia vuelta*

5/ MARCfiBN.

4.» De frente.

5/ * Gaia 4 Id izquierda.

A la tercera tos bare» alto los ntimeros QD0S,')r sa- liendo al misroo paso qne Uevaban los ndmeros coatros, -se darà por fìlas de à coatro dos cuartosde cooTersion aobre la derecha; à la coarta vox, que debe dafse al eo- cajooar los niifoeros cuatros con los uoos^ romperio to- dos la marcha al oaevo frente; la quinta voz se obedecerà.

Bajo los misiuos roedios y Voces, con solo maodar el goiaà la derecha, se voelve à so aoterior freute.

Para dar la media voelta é la izquierda se maodari, por cuàtro, media vvtelta d la izquierda^ y se ejecutari bajo los mismos prlocipios.

Goado ja se ejecoteo bien estós moTlmieotoa A pie firme y al paso regolar, se baràn al redoblado.

209 QUINTA CLASEi

MAKBJO DB tu CARABINA A PlB.

Introduccion^

El manejo de U carabina se divide en moì>imÌ€ntos y tiempos: el movimicnto constitaje la ejecacion totale dei espresado en la vqz de mando, j los tiempos ias par- tes eo qae se diriden los movimientos para la major ioteligencia y mas exacta demostracion de estos.

En caalqnier moTÌmiento,la ùltima silaba de la tqz de mando> pronanciada corno ie ejecucion^ sefialari el mo- mento en qne deba Terificarse el primer tiempo de los enqne aqoel se divida: las voces dos^ tresy &c., indicario el momento de la ejecncion de los demas tiempos. Des- . paes de bien enterado el soldado del mecantsmo de los tiempos, se le obligari à qne los ejecnte briosamente, de ^ manera qujS se oiga siempre on golpe al ejecntarse cada noe.

Laego qne el. soldado ejecnte con exactitnd cada tiempo de por si, se le bare practicar segnidamente to- clos los qae constitn jan nn movimiento ; pero marcén* dose siempre cada nno de aqi;iellos con nna corta pansa de ano à^otro; y à fin de obtener nna nniformidad com-* pietà en està detencion^ se le acostnmbraré à proferir^ al principio, en voz inteligìble las voces uno, dos, tres^ &c., al verificar la ejecacion de cada tiempo^ faa« ciéndole observar una cadencia ignal, cnalqaiera qné sea el movtmiento qne se ejecnte. Goando ya tenga la tropa el oido formadò con segnridad à està cadencia^ de* jarà de articnlar dichas voces, observando siempre mentalmente sa compis; con lo cnal se conseguirà qne todos ejecaten é nn mismo tiempo igoales movi* mientos.

Los instrnctores dedicardn an coidado particolari! qae los soldados no derriben ni vicien la postcion dei

14

210 coerpo^ para lo coal eonvendrà aoe altemeo loa mo— TÌmientos del maoejo del arma con las marchas j demas ejercicìos qae deben precederlos.

Està instraccion sedare, eo caanto aea posiMe, é cada hombre de por si 9 ó coando mas i caatro de oda Tez, pero baciéodoles siempre ejecatar primeramente uno por UDO, en este ùltimo caso, los tiempos de. qae se componeel maoejo del arma, antesde hacérsetos prac- ticar JQiìtos.

Gaaodo sean Tarios lòs bombres é qoienes se ensene el maoejo de la carabioa , se colocarào en una fila^ con ei ioterralo de tres pies de odo i otro.

Para està leccion se preseotarA la tropa con cbaqoeta,

gorra de coartel j cartocbera, pero no llevarà aable

* basta concluir el manejo de la carabina y ejecotar oni-

dos los tiempos qae componen los moTimientoa de la

misma.

. PBIMBRA LECGIOV.

Posicion de la carabina*

Està* arma se colocarA al braio derecbo, el canon apoyado al hombro y baqaeta al frente ; el braco tendido , y la mano abraaaodo la llaTe , de modo qne el dedo polgar qnede encima del goardamonte, el fodice debajo. y los otroB tres detrae del pie de gato ; la plaa* cbaeìa tocando k la costora esterior defpantalon, el ta- lea de la cnìata adelaotado cerca de dos polgadas del estremo aoterior de la rodllla , el brazo y mano izqoier- da tendidas natoralmente al costado izqoierdo.

Gaandose UeTe el sable,'se sospenderà éste^ por sa

Erimer aoilU* del gancbo del cintoroo, de modo qoe I goarnicion qnede atras y la conterà bacia adelante: el braso y mano iaqoierda ae estenderdn entonces natu- ralmente por encima de està arma.

Bien colocada la carabina en la forma espresada^ se bara ejecatar ti soldado todos los moyimientoa cor*

SII mpondiei^A» à U iostnxQQioB md armas , rneoot los sa-^ lados^ à fio de acostombrar ia tropa à qne conserre bien la poticioa de^la earabida «la perder la del caer^^ coidiadosé de qoe no Je echea atras , ni bajen el homlNro derecho 6 separé» el codo 6 matta de sa kì(ar.

' DeiCiUtsmi (sotre las) armas.-^Tres tiemposi

JJnOt Seipar^ la carabioa cpatro palgadaadel bombrò derecho eoo un inovimiento de la maDo derecfaa jr mm moTer està de sa iogar , j cogerla eoo la ìzqaierda , el dedo palgar tendido sobi'e la caja y la mano i la ai- tara de la sangria.

Dos. Goiocar la mano- derecba por enctma c(e la is- qaierday de modo qoe el dedo pequeno de la primeta' toqae al palgar de la ditima.

Tres. La mano kqaierda ToWerà A sa costa* do ^ 7 se bajarà ia carabina con la derecfaa basta qoe ia calata défCanse én el saelo^ sin golpear, j sa estremo anterior k la derecba, é iomedtacion de lia pana- ta del pie derechO) tendido nataralmente el. bra^ àm cste mismo lado«

i ...

[ T^rcien (las) armas. Tfes tiempos^

Uno. Levaotar la carabina con la mano derecba bas*i ta qae llégae està i la altara de la tetiila, el arma biea apojada al costado derecho, la par.te saperior del ca-- ^n i coatro pólgadas del hombro ; coger el arma 0911 la mano isqaierda por debajo de la derecba j el dedo palgar tendylo sobre la caja-

Dos» La mano derecba bajarà é coger la llaye , co- locàndesct f^np^o qaeda esplieado para la posicaon de la carabina. ' ^

Tres. La mano isqoierda ToUaré à sa costado^ j eco la derecba pe asegoraré el ama al hombro.

812 ,

Eh SIS lugaratBdèscanso.^Un tiempo*

GontarTaodo el arma abraiada ]^of la Uave eoo la maoo d6re<^a «0 Uc^ari està y la isqaierda liAcia ade- laote^ toioasdo co» elUf ,«011 les pie* y el cuerpo oca posicioD en lodo semejaDte à la del descanso en su iugar sin armas ; la carabina terciada por delante de modo

Sue Ila parte snperior del cafion sobreaalga al costado erecfao por encima del codo de este mismp Udo , la lla^re al fronte y cobierU ^on la parte iaferior del aatebracoderecbo* x

Jtenfissdon.'-Vn tieri^a. . CoadicarBe restitayeade «l arma èia poncion de ter-

JBGklJlfDA iSCGlOlff.

Presènten (ias) armas.—lJn tiempa. ,

/ ' Lietar el arma con la mano derecba al frente del eeotro dèi cnerpó, la baquéta bacia addante, el cafion perpendicQJar, el tornillo pedrero à la altura de la cbapa del ciotnrpa y aeparado dos dedos de. la miama: recibir la carabina con la mano isquierda, el pnigar de éata tendido sobre la barreta de las anillas, y el dedo pe- qnefio tocando al mnelie del rastrillo: cogerel arma con la manoderecha por la gargai^ta, el dedo palpar tendi- do borìaòntalmente detraà del pie de gato , y los caatro rastatotea por debajo del gaardamonte.

Tercien (las) armas.-- Dos tiempcfs*

Uno. Llevar el arma con la mano derecha al coata- do derecbo corri^ndose la isqoierda basta ^oo qoede •sta i la altnra de la sangria, y cogerla al mismo tiem- po con la mano derecha en la forma esplicada para la

SI5 posieioD de la carabina, qnedando el cafioa de elta se- ptrado caatro paì^adaa dei hombro.

Dos. La mano izqaierda yaeWe i aa costado ^ 7 con la derecha se asegòra bien el arma al hombro*

Al brazo {las) armas.^Cuatro tiempes.

Uno. Como el prìmero de dtscansen sabre las armas.

Dos, Llevàr la carabina* con ambaamanoa bicia el costado izqQierdo , voWiéndola de modo qne el cafion qaede al irente^ la ipana izqnierda à la aiiora de U cabeKa> j el antebrazo aobre la 4Uve : la mano derecha se corre al mismo tìempa à abrasa r la carabina por la gargaota; et arma perpendicnlar, la pnota de la colale apoyada al coadril del moalo isquierdo, 7 separado el baqaetero caatro polgadas del hombro.

Tres, Colocar el aotehrazo izqnierdo sabre el pecho, la mano abierta 7 estendlda sobre la tetilla dereoba» con lai ufias hdcia arriba : bajar al 'mismo tiempo no poco la carabina con la mano derecba basta qoe apoje el pie de gato sobre la parta soperior del antebrazo izqa.ierda é iamediata é la sangrk del mismo^ qaedando el baqne^ tero anido al bombro isqaierdo..

Cuatro. La mano derecha Toelye à so costado^

TercUn {las) armoM.—Cuatro tiempos.

Vao. Agarrar el itf'ma con vifcesa ^on la mano de- recha por la gargaota.

Dos. Separar la carabina à cnatro polgadas delhom* bro j cogerU eoo la mano izqoierda, qnedando eo ia posicion qne ae tenia al terminar el aegoodo tiempo de ai brazo las armas.

Tres. Paaar el arma al otMtado derecbo , ToLviéndo* U con ambaa manca, 7 abraxar la llave con la derecha^ quedando en la posicion qne ae tenia en eiprimertiempa de diche movimieuto»

«14

Cuùino^ La maao ìiqoierda Tuélve ì'bq cofttailo j con la derecha se asegora btea el arma al hombrOà

A discrecibn las armas.^Tre$ iiempàs.

Uno. Como el priiìier tieinpo de descahsentobre las ' armas. ^

*Dos. £d]pajando el artna hàcfa arriba con mano àerecha se corre la itquiérda basta qtie el dedo peqne- fio de éftta toqàe èl maelle del rastrilto , bajaodo en se- goida Ift mano dereeba à cfogerla carabina por la cola- ta, la palma de la mano por debajo de ella^loa castro dedoa e^teodidos sobre sa parte interior y el polgar do- Blado sobre el estremo de la mismà.

Tres, LeTaatar la carabina con la mano dereeba basta colocarla sobre el bombro de este ^ismo làdo, la Hate afaera, el^cafion bécia arriba, aanqae inclioa-» do ìfttra^ y A la izqoierda : la mano izqaierda Tolrerà d éo ep^adov

Despaesde éste mOTÌmìento podrà llevarse indiferen- temente el arma é discrecion sobre el bombro derecbo ó i^mierdò, pero para volver al de tercieh las ar^ mas ha de preceder siempre IleTarla sobre el bombro dereelio.

T^rcitn (tea) armas. -^Tres tiempos.

Vn^. Retirar y traer el arma perpendicalarmente al oostado derecbo con la mano dereeba , bajando este braso à toda su estensiòo, y cogerla con la maiio iz- qoierda, el polgar tendido sobre la caja^ y el dedo peqoeno toeando al maelle del rastrtito.

Dos. Manteniendo el arma con la inane izqaierda^ aobiré la dereeba A cogerla por la UaTe, èl polgar por encima del gnardamonte, el Indice debajo del mtsmo, y loa trea reatantea detraa del pie de gato> el cedo de- recbo nnido A sa costado : al mtamo tìempo se bajaré

315 ▼ìyaménte el arma eoo la mano derecha liasta que qae« de terciada, j, aflojando la mano izqoierda , ae corre* està basta qne 8e halle à la altara del mìsme brazo, el palgar tendido .sobre la caja, j el arma aeparada à cuatro pulgadas del hombro derecbo.

Tres. La mano ìzqaìerda vaelve A ta eostado, j ton la derecba ae eoloca bìen el arma al hombro.

. TEBCERA IECGI05.

ùibran {^las} armas*-^Tm tiempou

Uno* Sabir el arma perpendicolarmente con la mano derecba basta qoe el estremo inferior de la calata apo- ye enei baeso del coadril: cogerla con la mano izqnìer- da por la garganta, el codo derecbo ontdo à so coatado 7 el cafion de la carabina separado coatra polgadaa del bombro.

Dos» Coger el arma con la maoo derecba ToUiéndola OD poco afoera, de modo qoe el dedo peqoeno toqoe al moelle del raatrillo , el polgar tendido aobre la bar-^ reta de las anillas , y el codo derecho nnido A sa eoa* Udo.

Tres, Ecbar vivamente la colata debato del brazo derecho con la mano izquLerda, volviendo al mismo tiempo el arma con la derecba, de moda qoe al termi- nar el movimiento , qoede el cafion bacìa abajo, la bo- ca inclinada al anelo ^ el antebrazo derecbo nnido é la carabina, y la llave pegada al coerpopor encinaa de la cadera : la mano izqoierda ToWerà Ì so coatado.

Este moTimiento tiene doa objetoa: primero, reem- plazar al de poner laa armaa d la funeral ; segando, el de preservarlaa de la intemperie , en caao neceaario.

Tercien (las) armas^-^Tret tiempos.

Uno\ Levantar el arma con la mano derecba > voi- ^iéndola con la misma, de modo qoe el baqoetero qoe-

216 de al frente, la Uare hécia afaera, j oogerla con la ma- no ìzqaìeida por la garganta, qaedàndose en la posicion del segando tiempo de cubran las llaves.

Dos. Bajar el arma perpendicalarmente conia mano derecha^ aeparàndose la izqoierda de la garganta^ j TolTteodo la misma * é coger aqoella por encima de la derecha con el dedo pnlgar teodido sobre la' caja: en segaida pasarà rivamente la mano derecha i coger la Uave qaedindose en la posicion del primer tiempo de descansen sobre las armas.

Tres. La mano iaqnìerda voelve à sa costado^ y con la derecha se asegara bìen el arma al hombro*

Descansen {sobre las) armas.

Como queda esplicado.

J iierra {las) armas^— Dos tiempos.

Uno* Voi ver el arma eoo la mano derecha^ de sner- te qae la planchoela de los tornillos qaede al frentef y agarrar con. la mano ÌEqnierda el estremo inlèrior del cajon de la cartachera: doblar el caerpo con Tivesa bacia adelante y colocar el arma en tierra al Ireste con la mano derecha , adelantando al mtsmo tiempo el pie isqaierdo , qne deberé sentar éa tierra à dos pies pròximamente deUnte del ponto qoe ocopaba en la posicion de coadrado, y doblar la pìerna derecha lo necesario para este movimiento, levantando el talon del mismo pie: la Uave de la carabina qoedarà hicia arriba y sa calata se mantendrà é la altura de la pnnta de dicfao pie.

Dos, Dejar el arma en el snelo y lerantar el caerpo llevando el pie ÌEqaierdo al lado del derecho , soltando la mano izquterda el cajon de la cartachera 9 y qaedan- do caadrado al fronte en los términos preyenido^ para la posicion del hombre sin armas.

217 Levanlen {las) armas.r-Dos tUmpos.

Uno. Como el primero de d tierra las armas^ eoa la dìfereucia de qne se agarrarà la carabina en la inis- ma forma/ qoe se la teuia en diche iiempo.

Dos» Levantar el arma eoo la n^ano derecha , llevaD^ do el pie izqoierdo al lado del derecbo, solUodose ei estremo del cajon de, la cartuchera , y quedando cua- drado en ia posicion de descansen sobre las armas*

Tercien (las) armas. ,

Comoqaeda esplicado.

guartà Licctoir. Enganchen {las) armas.-^Cuairo tiempos»

Uno. Como el primero de descansen sohrt las armas.

Dos. Lìeyar el arma al frente con la mano izqnier- da, el dedo pnlgar tendido sobre la parte inferior de la ca)a:'cogerla al mismo tiempo por la garganta con la nano deìrecha , yolviéndola j eiDpnjéndola con la mis* ma bécia arriba, y correr la izquierda basta qae sa dedo peqùefio toqne al mnelle del rastrilio, qoedaodo dicha mano à la altura del corbafin j separado ocbo dedos del mismo; el antebrazo izquier^o apoyado é lo largo del gnardamonte por e) lado de la Uaye , el cafion algo Toelto bacia el frente, de modo qae la barreta de ias anillas qoede é la derecba 7 la^ boca del ca&on in- clinada é la mìsma maoo.

Tres* Manteniendo el arma 6rme con la mano iz« <|uierda, pasarà la derecba à coger el gancbo, le traeri bacia adeiantC)-}', oprimiéndole entre el pulgar y lo restante de la mano basta qne se abra, le introducirà pornna de las anillas, soltindole en segoida y volvien- do à agarrar el arma por la garganta con la misma nano^

2l8

Cuatroi La izqaierda se separare del arma y volre- à sa costado, al mismo tìempo que con U derecha se bajaré la carabina à este lado, Tolviendo el canon al frente j la boca del mismo ioclìnada al saelo; y, re- tirando dicha arma atras basta dejfirla colgada nataral- mente del gancbo> se soltarà del todo, colocando eii segaida el brazo j mano derecha estendidos aobre el mismo costado.

' Tercien [la$) armas»^ Tres tiempos.

Uno. Goger la carabina con la mano derecba y traer- la al costado derecbo j mantenìendo el cafion al frente j 8Q boca incliuada al snelo^

Dos, Con un esfuerzo de la mufieca derepba se voi- ▼ere el arma, la boca del cafion faécfà arriba; y, aju- dando el movimiento con la piano izqnierda 4|ae acodirà à recibir y snjetar la carabina por la caja con el polgar tendido sobre ella, ei^iguales términos que en el pri- Hier tiempo de descansen %obre las armas^ se cogeré la llav^ con la mano dereclia corno en la posicion de ter^ dada la carabina y quedando el brazo dereclio à toda SQ esteosion, la baqueta al frente y el arma^perpeodU cuUr , separada el ca£on cuatro pulgadas del bombro. , Tres. Se re tir ara la mano izquierda. à. ^ costa- lo, y con la derecha ,ae colocarà el 2^rma apojada al hombrq*

Suelten (ids) armas*-'Do8 tiempos.

Uno, Como el primer tiempo de descansen sobre las armas,

Dos, Mantenìendo el arma firme con la mano izquier- da y subiéodola con està cuatro dedos perpendicolar- mente, bajaré la derecha é cogerla por la garganta, y resti tuy ondose la izquierda à so costado, se ToWerà con la derecha la carabina boca abajo, Vetirdndola atras en los mismos términos qae en el cnarto tiempo de engan» chen las armas.

819

Tercien {las) armas.

Coma qaeda esplicado.

Jl la e^jalda [las) arma0>^Trn tiempoi*

Uno. Como el primero de descansen sabre las armata Dos. Manteniendo el arma firme eoo la matto ia- quierda y subiéodoia perpeadicularmeote cuatro dedoa con la misma , bajarà la derecha i cogerla por ,ia gar«- gaota y j yplriendo entoncea la mano izqaierda é su, cos« tado, se elevare eoo derecha la carabina bacia el bombro derecbo y se ecbaré à la espalda, debiendo qnedar terciada de modo que la boca del cafion vaya à parar bécia la cadera icqiiierda del bombre, sobreaa- liendo det bombro derecbo la colata desde su DacL- mieoto, j la Ha ve de la carabina vuelta afoera. Tres* La mano derecha voWerà à sa costado.

Tercien (las) arnuis.-^Tres tiempos*

Uto. La maao derecha subiri é coger el arma por •agarganta. . ^

l^os. Se volveré la carabina trayéndola j ^aj^odola ftl costado derecbo, j recibiéndota eoo la maoo izquier- ^A) qoe la cogeré ea igual forma que en el primer tìempo de descansen sohre las armas^ mientras tanta qoe la mano dèirecha pasarà é coger la Uave del moda espresado, quedando las manoa j carabina euU po« sicioD esplicada para dicbo tiempo.

Tres. La maoo izqaierda voi vere à so costadO| j con. Ih derecha se apoyarà el arma al bombro*

Desenganchen (las) armas.^Cinco tiempos.

Uno Como el primero de enganchen las armas*

^0$. Como el segando de idem.

T^res. Como el lercero de idem» con la diferencia de

220 que se sacarà el gaoclio soltando (a amila j qae se reti- rare el primero é ia espalda^ Tolviendo en segaida la mano derec^ha i agatrar ia carabina por ia gargaata.

Cualro, CoD la mano derecha se bajairé y traerà tì- ▼ameute el arma ai costddo derecho , Tolviéodoia al misitio tiempo basta que el canon quede bacia el bom- bro: la mano izqaierda se correrà de manera à qoedar corno en el primer tiempo de descansen sohrelas armasj j la derecba abrazarà la ttave corno en é$ìe.

Cincò. La maoo isqaierda yoUerà à sa costado^ J con la derecba se apoyarà el arma al bombro.

QUINTA LECCIOir.

Presenlen {las) armas» Como qaeda esplica do.

Rindan {Iqs) armas*^ Do$ tUmpos*

Uno* Retirando el pie derecho à la espalda , se pon- drà la rodilta de este lado en tierra , enfrente j seis pulgadàs é retagaardia del ponto ep qae estaba el mis- mo talon: el arma seguirà el moyimiento del coerpo manteni^ndose perpendicalar j co|*rtendo por la mano hqnierda basta qne apoje sin golpéar la calata en el sneio en el ponto en qoe se balla ba el centro del pie derecbo , la parte inferior del antebrazo ìz'qaierdo dos palgadas por encima del musiò del mìsmo lado , sin ba- jar los bombros; pasando en seguida la mano derecha à cóger el casco ò ebacò por la visera.

Dos. £1 arma se mantendrà firme y perpendicalar con la Mano izqaierda^ qoitàndosé el hombre el ca^co ó cbacó con la mano derecha, qoe se bajarà en segnida la mismo costado à toda la estension del brazo, eoa el interior de la copa voelto à la espalda.

Presenten(las) armas.-^Dos tiempos. Uno. Colocar el casco ó cbacó bien encasqnetado en

221 la cabésa , bajaodo en segnila viTamente la mano dere- cha écoger la carabina por la garganta.

Dos, Eoderecar el co'erpo colocando el pie derecbd eo su logar 7 reati toyéodoae é la poaicioo de presenteri las armas.

Tertien [lai) armas.

Como qoeda esplicado.

SESTA LCCCTOir.

Cargaen once movimientos^ 1.^ Carguen las armas.— Dos tiempos.

Uno. Girar é la derecha sobri^ el tatoo ìsqnierdo Io uecesario para qne la panta quede al freote: Uevar ei, pie derecho à retagoardia seotàndole de modo que fora- me éngalo recto eoo ei iiqQierdo, distante el empeiiieL de aquel tres palgadas del talon de éste: al mjsaiQ tiempo con uo ligero fnovimiento de la mafieca derecha^i 810 que salga està tnaao de so posicion, se separare la parte sopèrior del arma é cuatro pulgadas del bombro: te la cogerà con la mano izqaierda en la misma forma qne en el primer tiempo de descansen sobre las armasj J se levantari con ambas manos basta qne la isquierda* liegoe à la altura de la tetilla derecha; bajando en se* eoida la mano del mismo Udo à coger la carabina por la garganta , de modo qoe el indice quede por debajo del guardamonte j tocàndole, el codo derecbo cerca del CQerpo j el arma bien perpendicolar al mismo costado.

Dos. Echar vivamente con la mano derecba la cara- bina debajo del aotebrazo de este mismo lado , aflojan- do al mismo tiempo la izqnierda para qoe el arma cor- fa por ella basta qne el dedo peqaefio toqoe al muelle del raatrillo, la garganta uoida al cnerpo y dos polgadas debajo de la tetilla derecba, el guardamonte algo voel- to afnera, la boca del cafion i la altura de la barba.

222 e\ cQdo kqniecdo anido al cnerpo; el pnlgarde la i derecha apojado contra el rastriUo por eocima de la pie- tra, cerrados log. coatro dedos reataotea j el aatebraio derecho é lo largo de la calata.

2/ Abran {la) cazoletd.—Un tiempo-

Manteoiendo el arma firme con la mano izqaìerdai ba- cer fnerza con el palgar de la derecha contra elrastrillo basta qae caiga; retìrar eo segaida atras el codo derecho^

1>asar la mano de ette Udo entre la calata 7 el caerpoà a cartnchera 7 abrirla.

5.® Saquen {el) cartucho.—Vntiempo.

Tornar el cartacho entre el palgar j tos dos primeros dedos de la mano derecha, j asegurarle en seguida de modo qne àqoel forme cmz con estos^ la abertnra para érriba; voWer é pasar la mano derecha entre la calata j el cnerpo j llevar el cartacho é la boca, qoe le agar- vari con los dientes inmedtato à la pòlvora.

4«^ Rompati {et) cartucho.^Untiempo.

Romper el cartacho con lòa dientes basta la pólrorai teni^ndole por la abertnra entre el palgar j los dos pri- meros dedos, bajarle en seguida j colocarle derecho so- bre la cazoteta, el codo derecbo apojado à lo largo de la calata*

5.* Cthen.-^Vntiempo*

Dìrigir la Tista é la cazoleta 7 Uenarla de pólTora, sin . qae sobre; apretar en segaida el cartacho con el palgar r los dos primeros dedos por donde se rompiò: reititair a Tista al fidente, 7 colocar la mano derecha detras del rastrillO) apo7ando eo é\ los dos dltimos dedós, 7 mante* niendo siempre bacia arriba la abertara del cartocbo.

i

«25 &• Cierren (la) cazoleta*-*13n tiempo.

Maoteniéndo el arma firme con la mano izquierda, se cerrari el rastrillo hacieodo fuerza en é\ con los dos lil- timos dedos de la derecha : pacare ea seguida dicha ma- no à coger la carabina con los dos ùltimos dedos y la palma de la misma, conserva odo siempre agarrado el cartQcho en la forma espresada, la mufieca ouìda al CQerpo, algo separado de este el code y retirado atras.

7.® Cartucko(en el) canon. -^Tres tiempos.

Uno, Leran^r el arma estendiendo el brazo derecho i toda sa estension j aflojando la mano izqaierda^ de modo qne corra por ella la carabina « que qaedaràen* frente del cuerpo , el estremo de la culata apofjrado à la. parte esterior delmaslo izqoierdo^el cafion héoia afnera, la mano izqtiierda à la al tara del pecho y s^parada de él cnatro. palgadas, la derecba sostenìendo el arma^ porel pie de gato qoè descansaré sobre el nadilio ìafe* rior del palgar , manteniendo siempre el estremo de este j lo» dos prìmeros dedos el cartacho por faera del tornillo pedrero, con la abertura bécia arriba; dar al mismo tiempo el pecbo al frente, desbaciendò la parte de giro qae se dio sobre el talon izqaierdo en el prì- mer tiempo de carguen las armas^ j adelantar el pie derecbo de modo qae el talon de este qaede enfrente del empeipe del pie izqaierdo j à tres palgadas del mismo.

Dos, Separar la mano derecha- de la carabina qne se bajarà con la izqaierda estendieodp esta.y . el brazo i teda sa long! tad, el arma bieii arrimada al caerpo 7 el gnardamonte unido é la parte esterior de la rodilla izqaierda; coger la. carabina con los dos dltimos dedos J la palma de la mano derecha é una palgada del cafioa, manteniendo siempre el cartacho en la forma espresada 7 la abertora para arriba.

224 ^

Tres. Dirigi r ia yista é la boca dei cafioo, Tolrer la inaoo derecha de modo qae sa j^alma qaede al f reo te j el codo à la altura de la ìnufieca ; Taciar la pólvora en el canon é ìntrodocit en sesaida et cartacbo empa- jéndole con el primer dedo: bajar despiaes. ▼iTamenté el codp derecho j ooger ia baquet» entre el pnlgar j el fndìce doblad», por la inmediacióa de sa remate sape* rior j cerrados los demaa dedos.

8.^ Saquen [la) baqueta.-~Do8 tiempos.

Uno* Sacar con TiTeza ia baqaeta con fi palgar j el primer dedo doblado de la mano derecba) la palma al frente; alargar el brazo basta qne el maelle ócorentta baj^a^ desdoblado bacia arriba , é iotrodacir el estremo infertor de la baqaeta en el canon.

Dos. Bajar la baqaeta empQJando con ella el carta- cbo baata qae toqoe en ia recimara^ el Indice siempre doblado j los otros trea dedos cerrados, el codo bajo y la mufieca aigo arqaeada bicia el caerpo.

9.^ jùaqutn.-^ Un iiempo.

M anteniendo el arma firme con la mano isqoierda^ se daràn dos golpés con ia baqaeta y apoyando en ella con faerza, pero sin soltarla la mano derecha, j restitayén- dose en segnida està j el brazo A ia posicioo qae tenian antes de atacar.

10. Baqaeta {en su) lugar,—Dos tiempos.

Uno. Sacar con TiTeza la baqaeta del cafion, eaten- diendo el brazo derecbo basta qne baya qnedado desdo* biado bécia arriba el maelle, é introdocir el estremo in* ferior de ella por la trompetilla.

Dos, Acabar de introdncir la baqaeta, condnci^ndola con el palgar y el primer dedo doblado de la mano de- recha basta eaperimentar resiatencia: apoyar en aegaida

la p^lmà'd&idiòh«i maria 'for^eóit«a*dé^d6idò^'P^ efi

eL ramate sapertorde laTba^netB E«i»fa qu^ haya «nUa* do e»ta tiei todo, j agarriììT déaptres'c<^a la aìisma mano el canon à pna piilgada xle éu Iioca.

.11. Tercien (las) armas.-^Dps tiempos*

Uno. Levantar con la mano izr|uierda el arma vol- riéiidol^ y ileyéndoia hàcìa <e\ Komfero derecho, d-é' mo- do qae el caf^òn quede ffénte y sepàràdo caatro {Ailga- das del mìsmo: bajair al mìsmò tiempo la manoderecha jr amarrar eoa ella la carabina eu Ids 'mismo6 tértnioos qne eo la posìcion del ai*ma tercidda^ qaédando està y am- bas mauos co'mo én' el primèr tiempci de descansen las armas^ y coadrarse trayendo el laica del pré derecho i ìomedìacfOB del ìzquie'rJo. '

I/os. lia mano izfjuierda yolverd à su cdstadó, y con la dereeha apbyarà el arma al hombro. '

. SETIMA LECCION. '

Preparai {Uis) armas.'^Tre^ Uempos,.

Uno. Girar èia rzquierdacolooaadolo^ piea del qai&- mo modo qaè 6n el prim^er tiempo àeeargen las.arniasx separar la carabina cuatrò pulgadas del hombro derecho con an mo.vimièuto de U. ipan») siu iiipT^r està de »a Ma- gari y cogerla cori laizr|uier,da^el pulgar. teodido. sobre la caja y la mano k la altura de la sangria.

Dos. ' Leyantar con ambas maiios el arma que corre- re por la izqalerda, aflojada al efecto, basta qae el de- do péqùeno de misma toqoe ari nittelle del rastrilio, el pulgar e^teadido sobre la b^rreta de las anillas, la mano iz^QÌerda é 1^ altura del corbatin: la dereeha empufian- do la carabina por la'garganta, de modo qn^el pulgar apoye por la segonda falange sobre el pie de gatt>, el (ri- dice y to9 tres dedos restantfs détfaif del guardamonte^ el codb derecho ìl la altura de la mano y algo separàdò

15

996 d^ ea«rpot el aif ma perpeodicDUr) bien reti rada alcoa- tado derecho j ditta ote caatrp pdlgadas del hombro.

Tres» Preparar el arma haoìefido fuerzaoott la mone- ca derecha> apretaodo el qodo al cuerpo, j ergerla en ae- guida por la garganta con la mano derecha.

Apunten.^XJn tiempo»

'^}%r con ^iresa la boca delcaiion al iredte, corrida* do«i$,4f mano isquierda basta qae su dedo peqaeno qae- de dcnatro pnlgadas del rnofìUedel rastrillo,' el pqlgar es- tendidopor el lacfo izqaierdo de la caja, y los caalrode- dos restai! tea sobre la parte derecba^ de la oìisma, do tocar al canqn ; la boca de éste al§jo mas bija qae la cola- ta , qae se apojarà al hombro derecho; bajar an poco la cabeza sobre la parte superior de la eulata.! cerrar el pjo izqaierdo y dirigìr )a vista del derecboé lo largo del canon para apuntar, manteoiendo los cpdos bajos, sin apretarlos contra el coerpo, j cotocando el primer dedo de la mano derecha sobre el gatillo.

Retiren {las) arntas,^ Un tiempo.

Separar el pripier dedo de la mano derecha del gatt- Ho, y restituirse é la posicion que precedió é la de apun- ten.

Si despnes de retirar las érmas^ sequinre haeerlaster- ctar, sin haber hecho fuego, se mandqié:

Tercien {las) armas.'^Tr^s tittnpos.

i lino* Manteoiendo la carabina firme con la mano is- quierda en la posipìon aoterior» se colocarà el pulgar de la derecha sobre el pie de gato en 'gua! foruoa que se fai- «o para preparare! arn:ia,«poyando al misnio tiempp el primer dedo en el gatilio, j los otros tres d«tras del guar* damonte: se bare fuerza enei gatilto con el {udice, sos- tenlendo el pie de gato con el palgar y bajindole basta

98^ qae lapiedré Ibgiie nnfjr cerea M padlrillie>edéaje'iiio«* meoto^ dajiodo <fo apayar te et disparàdor^iM fdmré 4' leraatiar ci.pìftde gat» 0911 oer erf^er^ de U mnneee y^ del palgar haftta qoe qwde en ql aegero^ eogieDdo eB aoF* guida la carabioa por la garganta eoe h i^ano derecha.

Dos. Bajar oon le maao derecha la carabina, qne correre por la izqeierda , la qee se aflojari al efectOy qnedando eéta é la altura de la aangria^ cogér aLoàtsmp tiempo la Jlavè con la mano d«recha diet mòdo esplica* do para la posicion del arma tetciadax deshaceria par- te de girò qoe se hi«o sobìre el talon izquterilo el pri* mer ttempo de preparen las armas^ y colocar el pie dereclio en so legar, qaedaiido las iuanos ]r la carabiba«> en la mismà forma qae^eti el primèr tiempo de ifelcais- lea sohre las nrmas,

Tres. . La maìio ^izqaf erda votrerà é su costado ^ 7 con U d^recba se apojaré el arma al hombrd.

Preparen {las) armas y apunten.

Como qaeda esplicado.

Fuego.'-'Dos tiempos. .

Uno. Apoyar con faerza él primer dedò en el gati- llo sin bajar mas la cabeza, j conserTando la misma po^ •icion qae se tenia abtés de bacer faegó.

^0^. Retirar prontamente «rma à la posicioo ^de ahran la cazoleta, sgarrar el tornillo pedrero con el polgar j el primer dedo doblado, haciende foerza en él ^asta ponerle en el segnroi 7 llevar en segnida la mano derecha é la cartncbera.

Si en està posicion se qaiere Tolver à carf^ar, se dare' ^^ voz de: saquen el carlucho 'f fero si no, se maa.daré;

Cierren (la) cazoleta, - Dos tiempos.

Vno. Pasari la mano derecha é colocar susiJoS'dllt* mos dedos detras del rastrillo.

•^rUbf.'ilfamteiiièifdo. iri triiMr fiime qim la' manòis^ <|iiièrdai^ oerrabi ia càcèle&a enijpiijaiHlo eoo la dereeha el natrillo faasth qnecàigaif engtendò ea aegnida tx» es^ tft 4&lÉima mano el arma por la gtrgaqta^

' '. £ Tercien {las) arimea.-^ Dos iiempo9.< .

.; ITiip. Lf^ranUr;^! armarcoiiainbaf iiv«D9S, estendiendo el j^r^xo derecboii toda.^p. esteosìou 9) costaclo dere— cbpy.y cprriando 4tquelU. per; l%mano ìàqoierda baSta <^^e^ar ésU.i.la altura d^ la sangrfa: abrazar al Qiumo tie^po l^^lUye G^n U mano darecha^ guedaoflo doa j eV ariDii en igàal.fo/in^ qu^en.Ia posicioD de icrciu' ^{^^j.Qaad farse al freDte| d^ sbadendo la parte de giro qoe 86 bizo sobreei talco tigoìerdo al preparar. la eara- bìoa,:j trayendó el pie,d^recb> à 80 liug«r.

Dos, La waop izquìerda ^olvefi. i sii costado, j con la derecba ae apo}arà el arma al bombro.

OCTIVA lECClOV.

Descansen (sobrs las) armas,

Como qoeda espliicado. . . '^

RevistaXàc) arma^V-Ochotìempos.

'*'tJnó. Deadè U pdsicìod àe dèscans»nsobrelasarmas se' lévaptai'i' la carabina eoo ì^ tnano derecba, irol- vìèddolà poir déUiite del cuer basta qiie qnede la Ba(|uetà hàcii ésie\ y se'recibii^a con la Ì£(|uirrda que U Ci>gerà por dt^bajò de la. derecba, èl arma uui- da a) luóslò ìzquie'rdo, y algo ìocIiujJo el baquetero à la derBcba» Al m'ù'mò tiempo sb bijariel codo 'dere- cba y se cog'.ri con U enigma maup -la bnqueta por su estremo snptrloreuire el pulgar } tTl fiulict: doLtado,que- dcÀdjaeliaiaiSy briiaos y umóos cu la mi&ina-poajciau que al terminal et Icrcct ticiupo de 'e f felicita «nW Ci3 non.

OH© Dù$. Seè^ciri'^wììi^ertftìL Va^ baqMtacdiriYiiiaiioih- bianiilè bi'cia arrii»a eÌ4iìiQeAia'cleidrtelsasi>aqii«ta; ae'ìntrD- dacif à éiìa en el canon, solttf ndc^a dei todo j 'T<ii;iKei£lD i co^l* U carabiua'coù -ia' inaoci^d^reaBa^por énainaiÉ de la U()iller<ia. ' ;■■'• vb '■-'" « . .• '■ - '-.•" .f * . •..

Trés* ' 5e coloeatà la ««rabioa^cas U iMinp ilerecAia 4 U po6Ì43Ìon d0'<i«;iednifil*5óé^pe faf armas^ f h*ì$(pAerèà

Cutitfith ÌLevaiitar ^eoii'W(Teza4a^earàbiifavoÌTÌéndabi con h aìaDo4eT|Boha 7*ii|Bviia(iala Kleia d ceetado ittpieip* do : eoo la mano icquierda recibir por tticimar dal maeUe da^ ra^triilo y'-'iar^iiaTeiil; ^ai^^aedando la mano ìztfuierda ( la altura de la barba, el an- tcbrazo 'un'\è& à! ^i»uJÌrdairforiÌfe^^ y cttlittii, *y*la' tira- bina fren^e del ojo ìzc[QÌerdo:^abrtr en seguida la t^ié^ leta, apoyando la ^art'e so^erriòr dertddieVtlotfì'àcFò^ con- tra el rastVHló y em pnjéndo le basta qtiécaigai' d^apiS^s de lo c[Qe pasarà la mano darecha é«a costado;' '^ -•

Cinco: ^ Gérrar el rasti'tll'o apbyando enércòtT ftie^ta, basta que caìga, lo^s coatro dedoa abiertos de la mano derecba, las puntaa de eslos al freule y ei indice abiJo al càqop; faajax en^^egnida el arma ,j^i^ la ia;,qvfier4a bi« eia eat^ . costado , yoU^i<Sn(Ì<}li^ ^^ ii[\ftdp.flf^e.ja,t^<i"eja que^e b.4cia jcl, coerppt T ^9€i^ ,|* carabina con. *\a mano derecha ppc enciina ae^Ia Uqnìeraa*^, . . ' \, .

S^ìs, Volver à colocar la mapo izqoierda enciiua-cie la derecba, y bajar el arma con la primera a toda' la ^•taii«io0 del braao.^aoltAridol» It^derecba, qae actidirà ^.cìoger la baqùeta por sa estremidad auperior' entre el pnlaai* y el indice doblado ^ qaediodoae al terminar èa* te tiempo en la misma poaicion |)ue al concini r el |»ri-

Siète.\ Maélertiendò él arni» flrtttie*e«ti 'U !i«i*^ii|- q^ierd», te aacjartf la ba^ofeli^^y ac etolocari'jEftf titfio. g«r ehloa.téroàìooseaplYcadòa éii hk'cfài^ga^en^éiDceikMln- niieiilda, f en aègaida ae cògéré carabVnrà^^coii' *ia.

numo cfereohft p^d^ildo ipila eiioimA de la isqQt^tda.

Oeho0 Se irolfei^:lft;ear«lH»aL.cQD la mtmo derecfca à la pQsicioo de dèscàfHen s^re lai arma$i j la ixqimrv •da Tollera à su ocfttado* . '. . f. .

Para la emafiania de eate movimieoto $e «je^fiUei» simnltineainente ios tiempos de qae se comfotì^^ però ciMOdo se pcactiqoe con aplieacton à<»« obj«to, sei^ec- taario ioio daesle med^ Ios tret primeltos, é ìndiTÌ^n^ ]r sacesiramente Ios restaotes^ à iii6dida>qiieJahpAraop* sa^.qiìe paté reTiita je profeote iamediata al frente de^ cada nae ioar bomiives que compQfteo ta fila 6 fiias» .. ". . .1 . . , . i

. Bofueia {€m el) cahi^n.'^Seis tiempés.

UnOfìdpi y tre^. ,. Como loa ^mii^mof 4^ la revista de

.,, Ci^ro* Se f^^ri ci arma i .la. itqQt^rda en ^nal fij^rma;, qae par^/.el primer . tiempò del elùdo moTÌ- miènto* . : : , r, .

&^cq^yjeÌ3f Qomo sétimo y ocUyo dpi miamo.

,[. . . /Carga d discrecion*^Carguen.. "},'

Se ejécàtariQ aegtiidainente )ot once ìdotì mièti trofia '.de qne censii^ ta^'caVga^ oìiservandò, adetnas de la^t^a^eócfa con qae debelli nfiàrearse'Io^ tieinp08,el hàcet iida dot- ta paaaa de moviibiento à kìioTtinietitOy i fin de qae se dilunga ono de otro.

-HCIVBNI lEGGie»*' ' ' "•* '' •'•'

Delosfuegós.' , / •- ,

^ Los faeeos se Terìficarén sofoen.nna fila. Por qo^asi-» ■gnmtei» ^ai^iqapr^.qjtf^ fp Ios ej^rcicjo^ delia ejecBta/lor

alia tr<^a halUn^oil^ ^9)ada en bat<iUa,j|^8aa à pièv/^ i èalaaU^i» pracederi lodi^^nsablemente el baciar dar ^é» wdia. fuelta por jct^trp.i la ae^anda fila«af)tes4ema^ar-

851

]k preparar las armasi ddbteo^o entonces ìùs indivi» diiQf. da fila ««iterior j esterior ocnpar^ duranU dich«t faegos, lo8 poestos qae ies seiialareD mas adelan^ev^a'*- . ette caso , en la instroccion de mìtad j escnadron, é ios flancos de derecha è izqaierda de la tr0pa;(l).

Los fùegos oo te ejecatarAa eoo cattaehos miebtraa no 80 efectoen con perfeceìon todot' los movimieotoa del troia, en pM-ticnlar ìos de lacarga, y sobce lodo iostde preparar Us armas y poner con fadtidad è toMìgencia el pie, de gato en el aegnro ed el primer tlempo. de tereien las armas^ despaes de rettrarlas, j en el aegnity do de fuego,

Caando jm se ▼erifiqae esle con cartucbo pof el todo de la fila » advertiri el iostractor à cada indìvuloo, qoe obserre con cuìdadò , al poner el. {He de gato en el se- goro, a^ sale homo por el oido> lo qne sere {nna aefial cierta de haber atlido et tiro; prefiniendo qhè, eoi el -

(i) «Para \o% f-tiego», el comtifdantc (le ftnt%4 paiarA i U «Ifreeba «le U pritnera lìl» , y el t«rgento flU esleriof ;%^ colocikra a U isquierda de la «egonda , de«de cuyo punto darà fresie é rcliguardia a) verificarlo la rnisnia para hacer futf o en està dìreccion , res.thuyéndose unos y otros a sua pueatoìs de batalla «1 cesar aqnel.»

«Para loa (aego%, lus oficìales de vangtiaTdia dejarJfn sus puea^ tos, pasando los comandantes da las do» prìmeras mitades é la derecha de la prìmera fila , y lus de las dos' ùljtim'as a ,U iB- quìerda de la mìsraa , alineados con ella, conservando ìgual- mente quc està y su ìnmed'iacion k dicha fila por el drde'il' de •oiempleof , de modo qne el tenìerft^ qiiede eti cada coatado ^Q la patte mas esterior. VA |;eCe.dèl «acfiadron se coloca,ra en esle csio cuatro pasos. distante' del contado de. éste , y otrqa tantos *dclantado de dlcha prìmera fila, hacienJo frente k la isquier- d«: los ìndtvìduos de fila esterior dejarén iam^Ien e'ntrétanto •US puestoSy pasando al costado derecho'de ségunda ftla los'-qiie correspoaden k las dos mludes de eate-Udo, y a la iaq^iiej'd» de U misma los que se hdilLan detras de Us do| ultimaa.: ,el capi- tan de fila esterior se situara a cuatro pasos del costado ìaqirler'- do y otros tàntos a retaguardta de cste , hacienda frehte a derecha. Todos los espresados individuos restituiran i su:s paesios de ba'talla despues de cesar el Cuego.» .1

252 ,

o«8o cioairariof^e* e6c«rJbieidbhoMlo.yvaé¥{ieèfa i ca« bir^ cu vet da cairgais aigiMs&do j ccMoforrmiDdose aia «tnUargo.i : todoa loa^ movimìeoios dela :fi|a<

. SietBpre ({de tèrfuioe^ eate. ejercicio , y «a loa interine* dioè ài lo jv^^fiew^es^rìpèì iDatraotór,' òaidaH éste hacer ejecaUi^' el moviinieoto . de baifuetia en el canon, à 'fio deceroìorarae dei*eatado eitqae se «nciientraii lai 'ernuali^-'-- ■"-'./ '■ \ : ;

Ei;làeso direicio se maiulariS por el tódo ^le la fiìa <) Irop», en^ids térmifios (jn^ j^aquedaiteaplicadea: penilos oblicaoa^ae'tiraMdapà: j v- .\

1.* Preparen {las) armas. . <

> 2i* J Obiécumd da.derfchxf izcptierda). ■:■.:. <^^^. jiptAhient. ' ^' ' -■ .'- \ / ."

Al fiuBl^e/la-segaòda^vòs se reiirariafn-^^oicói Ja «g. paVda el irombro^quie eorrespionda al costado fai qi^c ba de hacerse faegb, y à la de apuntcn se dirigiré la Loca àia «eaoon kàcìa-dieho ladoi;r^Ut\iy«nd4a;,€a'Uuo y oli o ^caso 'el hottibfo^é- aa higar alejecoUr el seguudo- riempo de 'fhegò. ;\^ "^' ;\/^ -:'^ '- . " ;\ /' " -^ ^ •.

Pai',a el fuegó graneadp, jse^ mandare:. '. .

1.* Fuegì) graneado* - J.: .. 2.' Prìejmrjett(lm)armas,,\^ 5-* [IRxìrfipan eìfuego. ' ' ':

, , A la segunaa vòj tòdos ipshombres de la. fifa ó iìlas ejecatar4u^e|.moTliiaieqtc^ ipdicàdole^n la piìsma.. . 1^^ A la tcpterà.apdntarà'y Jiajréifuego ìnmedi^laoieateel ^ primer ISórabré'de ia fila 6 de atnba'sìjlas, yòtyiendo 4«ar- gàr ^ discricioii ^ià.pérrtrdà de tiéri>pò: cuanfido aqud ha- ya ceba4o5. apuuia'r.^ y barf fuégò fl.ijae le s'ga, practi- cando sttcesiivaiaeute l<o uiì^ido los d^niaa..

Seapu^eade la prifkiera'desìdar^iridiViduaI,> tedos barén f ué^gò é ^n To I a u l ad 'y si ri e*pe t*a t^e timi i ot rV^ . Lt)s mo- ;vìmient08 S9 cfectùaràn dermìsnao modo y con Fgaalexac- tìtad qae en U cargadivUUda) iparpiindQde sìeaipre bien loatiempos. i" ;* , .. . « ... ,.! ....

855

Pai^a ^ne cete el ftteg<>) se matidari: ->

... ;^ . Jlio el fuego. .'

A està voc Ìo4pd..ce8a4réo ^e tirar: e.l <{Qe tenga prepa^ rada.el .arma la pouclri en el segqrp, y lo8<||ie oo teogan cargado cargiràuy térnxìaapdo cada uno por terciar e| arma, , ; . , -

SESTA CLASE.

Posicion, moviifif.€néqs d^ kohar y rtyi^t^^iel s^ahj^* /

iìaiUodose él recluta e u la posìcìón. dt itescanso j se mandarà: ' ' .

A cuy§i.yo3 aexM^^cari, cÀuÌpnJ?t? 5^ Ha eot^fiado .cu la iiis)^^c(;ioq del recluti à pie» . ;. ^ . ;,- , j ] •■

jS'a^'Ui^ (<?/) sahlè^-'CuatrùÌiempóÌJ\^^

Uno. Se Ifi^ìfnari ha Tista aì'pufiò'deltirM^i it^tatid\r la mano der(^cb^ à I^ùscaf ' el ^iòrdoir^ (jqe se ilari ia muneca, iutrodubi^iidola por^l^ daòdo Uòs tùeltas de de- recha,4yizr|ti.ifrrda^ j,$e!ex^pu&ar'à*; , .. v. - . ,

Z>cw.. Se fiorici aaije tiubìéode^e per*ptndlcul?lrai^«- te.pprel ^ójsti^djo cqu. è| p^rte ai frentcì, jr basta t)eiiipr.'el| pofia à jf at^^vra.deLÌ\p|mVQ.i*lM»^^^^ J,^P****^^*.Ì*^?^^*f sostiene la vaine por la prip}ex.ai cj^^!!^^t imp|di;ei}d(>. <^de;Sji^. ili se wi>j?yar> .auo cnaadp.lA W}.?;^9té,òprJmìda. , ' "

JVé^., \Sp Wabaraì fle sf^cacH sabri^^y valyi^adole coi}, ligeire^jf (|a^dar^ p^rp^^dicu^ral, contado ^.derecbo^^'n, la. pùnta arrjb3>el. corte al i^reixte|, fi cf^^p ^^p^y^db, ^r

254 *

haeso de ìa caf^era^ y U^inaoe é b'aitùf andeljoD^»; Ift-boja GD-atrò deilos separada del hombro.

Cuatro, Maiitenieudo h tnano der^cha é la misma al- tura del codo, ìse afloja uo poco la mufieca, cod {o cual caerà ef lomo del sab'e sdbre ei hambro d/erectio, blonde debe apoyar, qaédàudo^ por consigaieàtè cod ei G3o al frente. -

^ En sa lugar=^descanso» --Un tiempo.

A. la seganda parte de ebta voz se dejard cat^r el sable sobre la sangria del brazoderecbo, apoyando en ella el loiBoycon-el corte ^ la iz'iaierdaysìn soltarle de su eiu- paBadqra, qae veivdré alfreute j à todalaestension del brazo, la mano izquferda fliesoati«a>^i^bre.la derecba, yet pie derecl^o queda é retagoardìa: al in i sino t lem seca r- i;ari ef péìb'^dèl caerpòsoliireia plèrù^dierécha, affojan- la rodilia izqiiiertld) como.«e,ba ensenada en la iop.ticiio* cion det reclutai

.• A(ensskión,— lln tiempo* .

' Cargatidoèleaerpo gobre èl pie TzqoìefdQflaptìniera parte de la voz, se dispondrin para qae, ài tefriniiiffrla, lodos poogan el sable al bombrp^ j se cuadrein còrno lo estaban cfìaado se mando el descanso; todócoùfornìeàlas r/9glas«flada8'en U instrpccioA ^el jreplaMi^

Envaineri ^eì) sahìe.'-'jCucUro iiempoi.

Tino. Separando et sabla dd hbmbro, le IlisTirA con ràpidez por delante del ipac^po ba«ta colocàr la maào de- recba'qaé lo èiv^pófi^ à.laaitàrà ^' inmedlaci6Bf del bdm- bro' ìzqaÌ9rdò,màntettiendóla ptintaf'perpeB|fiealar bécii arriba, y el cortei la izquierda. ;

Dos: Se Taelveél sable'iobre laiÉ(|dèrda por retagtiai^ dia, y séTntrodaòeùbicainerìtelo necesarìo paraonde! ^n{iQ qdede é la aìtara del hpmbrò, comocn el tè|a«do tiempo de rayae/i W 5ttWé.' * '•

^55 Tres. Seae^yarA de 4tt<:o<]uQÌr; ctn U t%ìii» j se saca- ri la mofieca del cordoD, dando con ella dos yaelta» de ìs^ierd» à derechtts y, apoya^ndo los dpd^as sobre la Co- rona de la empuliafdara, te e»peràré, obserTando la de-^ recita 9- ]i(ÀnA;baèer à ab tiempo y coti igoaidad èl tiempo qoe sigiiev

CuéUrth ' Selleyaré la mano derecha eoa proptitod al eoitadò. déréobo. -

Gnando se ejecate el movimiento que precede sin de« tencioB eo Ipsttempos, lo mi sino al gacar et »ablé que al envaiparle^ se dividirà la vmz de mando ^ y 4 la primera parte de elk se ejecataré efpl'imèr Imippo^ y ^ la segiin- da lor wstaiìtés. ^ ' * f ...:,,. ?

' ' ^ ■'SO'* '.■!.■• .^ ..•,:. ^- .^ . : ; •;... j.; : :•, ,

Presehten {el) snble^^Vn U^ènp^^' " * f 1:

Estè iDf^Tiouevto'sft Terkfitiaré sittmpredl^àdeia'potioìf^ de al Aam&raei 5aMe» t * ,: .-^ -y. !■.■•; ., rr i^

Parftejecntarlo ss aepararide élcbn 8QlattfltJB<>T.i)meo*>; to de la maiiecaf qaedaDdo perpeudìcular con ia patria, arribay el cor|^ al freiite,sin bajar ni ^obir la mano de- recha. .

/ - ' Miàdan (el) saUe*-^Très iiémpbs.

.' « u ;• ..' 1. i-.t

■'^^tOk Se retirarà el. pi&'derecbo na paso largo é l*.

aspaida, poniendo està rodilla en tierra dinante ocbò fXoK

gadba-dei talon ic^aìerdoy èa la àAÌj»ina dU^cis^o e*!! qoe ts-

tabajel di^rcebo. - x .. . ^

Dos. Se baja el «sable delUno. oon :el «o^ rt|e 4, U; dere- cha basta que »ti punta teqde ea tierra, laqae ha de que- dar en freote de la rodrlla derlscha^ y sàgoa^-ulcìon y ma'" ^^ i la altura de la rodilla Izqtiièrda, quedando el codr anido al caerpo:en Sfguida se Uevirtfcon Tivt»ia la ttiai^o taquìerda à tornar el casco .^ pbàcó por la viser».

Tres. Se quitàri ePcasco ó ciuco, y se b^ijari al cos^ ^*4^jiaqpì^r4pj4^ ^pfJa la estens^'qq, 4^^^?^^ ^r>^^*^i3^' -^'P?f '

^«6

. .. P.re»eniew(tl) i^hh; -^Dù$ iUmpùs. . -^'-y^

Uno. Se pÓQ Jri el chac^retlraoclo ea fv^vd^ i% mm* tto isquìerdà àsti luga 1-4 . , ... , ...

JDo's* .Se leyaiitarà con prQ9lUQ(}i caàdr^»lJo«e. uijue^ diatamente eo la pdsicioo que conserva el pie i«;|jaterdO) quèno dehe b^hsrsalido da U liiiea: i^l mii)|io Uent^pQ se )e?antarà el sable basta dtjarle cn la ((o^ici^.dfi prt^tn-^

J funeral(el) sable. -rDostiff^po^i, . . ii.

Uno. LIe.vaudoel f able sobre elaostado i;i<jiiierdo^ co- mò éo et prìtner llecnp^> de ehs^ainen el sablf\ &e iptroda- ciri d«bajo del brazo Ì2|UÌerdo>el lomo niiraódo^ la espai- da, jlapuniaabajo^. .' \ ^' .; ^^ /^

Dos,' Sàiiteìliea lo el sabte eoa el brazo j apretiodole e&nìtYa <9lcDerpiat, teivoltafi l»manQ deheeba,<qae bajarà é naturai- posi cioy, al .jiQÌsm'o'tiempO'l|>fie4a inftiì# >U«- qtiierda tecogii^ por ics gaVil^^nfad^ laeibpttfiìidamf ^ra

^ Presenleh {et} sabte. r-pos Uempos. '" '

Uno» Sosùniendo el «iabU CQa. el braao ii^oierdo cen- tra el coerppy'Ie soitarA la mano isqoierda, qne se baja- à 80'posìciofi naturai, al ntisinó tiempo qne. le eoapa- tta la mano derech^.* . •'

Dos.^ Seséeìiràde debujb del braao^ jF/^oWMadole •obre la derecha, se' colocarà en los tèrmi noe qua te ba diebo para la poslcfon de pres'entadoi

Al hojnbro, (e/) sahle.

.Comd eità ensefiado^ '

Revista (del) sable >

HalUndoflè el recluta con el sable al bombr.o, al Hegar el initructor à dot palpsV lo preaéDtarà , y, teoièodé li

257 Tftìna linraìdiel gÌDoho/^}r'tomacl« eoa la izqDÌerda. p<ir I9 |>riiDera aòilia, lasàeari al frente patiiéh(lola:per« pendìcitlar delaote de 'la pierrìa ÌKq,uierJd9> la còti bei^a lo- cando la .punta dei pie« Ciiaodo el inatrucior llegne^ à%9L fretite/ subifA-el sable .basta ppneF el no enfiente de la buca^ el tidrte é la iaqniercbi y ios uadilibaat frftnlei ¥1)1- TÌando en aef^utda la mano miiaa.: aiuera eoa TÌirMa j wa*> re, à fin de qoe pueda Te^rae la hcy^ .pwr ambòa Udoa. Loe^;!» que el ìnstraGtor haya pasadodel freóle^ retìraré ei sable à la posleion de alha/nìifroi'y la vaiuaalGosiUdOb

Envainen (e./) sable.

Como està ensefiado. ' " *-,

* sCgwda icccIÓv. . .

^ PRlMERA DIViSlON. ' y

Conocimiento de Ios cortes y ejercich del sable* / ^ /.

SapoDÌendo el sable al' hombr)Q y qee el instroctor ha liecbo tornar' dista ncks à Ios reclo^^ai eo la- prolongacioo ' de on flaoco j con tr^s pasot de bómbi e à hombre, maa- dare: . "^ '

Fr evengati {eJ) sable. .

Lo'qtie se cjéfcotarà, estandoeP sable aHiombro, «to

mas ()oe hacer moirimieoto de rncnecav por et cosi

qoede la boja terclada oblicuam etite enfrenle òeì caer*

I pò, pasiindo su tercìoilltiino j)Qrdelattte del ojo izqnier*

I do, U mano à laallara del codo cuàudo s? csti i pip, r

' ^poyada e4t JU.-cafior^ra deretha enianda saetta s|. r^^a-

Ho, el c<»iil<) ciel\sarblè al frente j la pUMU un poco ivqli*

iiada adt;)aDte^, ; ..,» /;' .; «

I - •• ■' ' ; {^ruardia* ' :. '.f..- '• •'- '■

{. ' .* . >/■.;■•...• . . •■ . ' , : ' •• '

Subiend^ .U: mano, dure^l^a i ta altura. d^ \a \hera,

258 el còdo tf U del hoitibf<>f j septrimda, il fmlé eoo iriolenoia el brazo , àc etteoderà à toda~ ea loii|^i»d: el «able qoedari horizoo tal, pera mas alta la poota qne el pofio, à fio de qoe relibalen k>a cortes qnetire el eoe* lrario« £1 oorte arriba- y an poco iaelioado al freiite, el Cnerpò adelante, j el pie dereebo aeparado, para tener nias' firmeea j tornar aoa posioloa aemejaote à la qoe ae tiene à eaballoV la mano ÌBquiqrda ae traeré al freote eoo el ponooenrado y figo raiidO' tener lai riendas de' ia brida, «oldaiKl^ de nairU bian al c^erpo y à la altura del estómago.

Mantenieodo el brazo derecho à toda sa estenaion al freote , #e d^}a ri caer. el Ioeqo del sable aobr^ el bom- l>ro dee&te misiDo lado, volyl/jpdQle con éolo nn moTÌ- mieuto de la maocca»

Corte=unó.

Se tirare ttoa cuchUlada oblicoa de derecka 4 laq^ier- da, 6 sea eo direccion del bombro ÌKqmerìlo i* la eade- ra derecba del inatructor qoe se tiene al fronte) sigaieo- do la linea 1 4 d®^ circulo , ^'«obiéndole sin dilacion por el costado izqnìerdo , describiendo el arco 4i ^f ^^ ée llevari en guardift tol^ret la izqnierda, «iipc|ae sio

, «39

estender et inrafo^'y reeogiéiii<lole para q«e h jb^bo^ qmedej^qfretite del lionobnci izqBÌerdo y «) Ionio aobre èty U patita i .reUgaardie jr' el cortie arriba; ep cctja posU cìoD se esperarà la toz sigaiente.

Corte=rsdos.

Se tirare c<>b esfuerzo «uà cQchiIlada de icqoierda i dereQ.faa b»}and0i ó de el 2 al 5 djel circulot comò si se qDistes!^ dividfr al homhrè qoe se tieée enfrenta desde el hombro derecho i la cadere izqaìerda, viol* ▼ieodo al misrno tieaipo el sable pcviiéodolo perpeDdica- lar con la putita ,arcÌbaV et ejirte à la ;derécba, y la empofiadinra à la estension del brazo sobre el costado j i la' altana de la Madera derecha. ^

. ■'.•"' t.- * . -.

Se tirare ona cùchillada de abajo arriba j de denecba i Uquierda,*ó .del. 3 al 2 d«l. circolo, y bajéudole en seguida por el arco 2, 6, 4^ quedar^i preparalo para ti- rar el corte cOatrb: el' braio derecho téndìdó por de- laiilé del 'c'tifrfK)') la mano frente al moslo iz(j|QÌefdOf la punta é retaguiirdia ^ mclinada è tierra con et corte abajo./ ' '

C rte=cuatro.

Se tirare uhdl còchillada de abajo ar^bai j de i*qaier- da é dereirha, ò sea djR\ 4 al l del cfrculo^y^ estentJien- do el brdzo y et datile honzontalmente sobre el coatadd dereoho) quedarà con la tnaivò ufias arriba, el corte al freote, y el' lomo é retaguiirOra.

CortetrsH:inco,

Se .tirare Qua, cùchillada en la misma direccion horì- iQujtai lie d4^rvch<t à Uquieida y dtl 5 ai 6 die! circulo, corno para dividir el quello del pontrario por eucima de

»4a

lìM hombrof, qWB4Aii«lo minò j eiii(rti#ailbrA oifttro dedos por dvcima del raqnìerdòj ti salate ho'rilonUii ceti ÌBf pania à retagaardia feì corte i la iztjaierdK.

Corte=^S€Ìs,

Se tlrarà la cuchillada 6=^5 de izqnierda d derecha j corno para dividi r et euelio dercontravio qae se ten- ga frente, j eoatiiiuiDdola eoo aire i reta'goardia par encìma de la cabeza^ 'de traeri por delante à la posU cio^ de prevengafi el saHtp, r^

: f Huardia^stfbne la derecha.

Delmismo modo que se ba esplicado para la guardia al freote, se Terificarà. sobre la derecba, girando el caer^* à este ^ado j levautandael tatpn del pie izqoierdo, apoyindose en su punta, y cargandoel pesò sobre la pier- Ila dèrech'a. ' - '- ' ■"*• •' '

la dérechn^ss^maìineia. ' -

\ A està TOZ se darin Ics cpj'te/i uno^ dofy y. uno del asal- to, comò quedan esplicado^ en él» par9 comò del Mnp j dos bade- voI?er«e al uno, so: deacribiri para elio idi. airco 3, 5 y 1 del cfrculo, para repetlr lacucbìliada 1, <ÌMa el corte uno. .

£1 molinete es indeterminado, y pueden repetiroe sus tres cortes el tiempo que qutera el io&trucfor, poéjs toU viéodose é 3ul>ir el sable sobre la isqbierda- por «1- ar-* co 6^ ^1 se bajaré del 2. al cooiiq se ha ens^fìado, Contiouandose. de e»te modo y .repitl^odos& ios tr^a cor« tes cuanto se quiera; pero para U unilorinidad y pre- cision de movimlentos en està division se entenderi que no han de ejecutarse mas que Ics cortes 1, 2 y 1 por una sola vjez. . .

Termìhados lostres cortes, quedar4 el sable preTéni- do, siti mas que Ib vantar la punta y subir el palio, uuieiulo el codò al hoeso de la cadera.

241 Guardia d la iz(fuierda,

En ignales términqs qae se ha hepbo à ^la derecha, pero por los medios cootràrios.

ji la izquierda=smolinete>

Como qo ed a esplicado para la derecba , caidando de no acompafiar la mano de la brida sobre ei costado al girar à la izquierda; defecto qpe tieaen los reclotas coando haceo las divisioues à caballo, 7 qoe debe cor^ regir el instroctor desdequeeropiezao à apreDderlo pie à tierra. £1 sable queda prevenldo despaes del tercer corte , . comò està esplioi^do.

Estocadd al frent€=>estocadd*

h. la primera parte, ó voz preventiva , se levantar^ el taloD del pie izquierdo girando sobrb su punta y re* tirando el brazo derecbo, todo lo posible t la , e«paldii9 * qoedando la mano por debajo de la tetilla y é su inme- dìacion, la punta del^ sable à la altura de la boca^ la mano nfias abajo, y el corte bori zontal sobre la derecba»

A la ^e^unda parte ^ ó voz ejecntlva^ se estenderà el brazo con violencia para dar la estocada^ inclinando el cnerpo addante y levantando la mano con la empufia* dora, à roedida qne avanza la estocada^ para que està se dtrija. borizontalmente'é la altura del pecbo del con- trariò; quedàndose al terminarla, pon el brazo à toda su estension, la roano à la altura del bombro, y el sa- ble horizontal al' frente. ,

Prevengane (el) ^sable.

Dejafido caer con viveza el sable sobre el costado izqaierdo , se bajarà la mano basta apoyar el codo en el hueso de la cadera, la mano é su altura, y el sable terciado desde la mano hécia el ojo izquierdo , corno se ba esplicado. . 16

?42 '

Guardia.

. Como està ensenado. ^

Quite y èstocadà d la derecha^saestocada.

A la ^rini€ra parte, 6 toz previcotua, te Tolveri la mcineea*hàcìa ei cuerpo, de. forma qae loa Dudiflos qaeden al freote y laB pnas abajo, j se tirare qo quite con fuerza coDeHomo del sable, corno para eyitar uoa estocada ó lanzada que se dirigiese por la derecba, j describiendo con igual rapidez un circolo, snbiendo por detras , se traeri el sable é N posicion de estocada d la derecha, en la misma forìna qne se ba espli cado para la qne se tira al freote.

A la sega nda. parte, 6 Yoz ejecutiva, se dirigirà la estocada, levaotando la mano lo necesario ^para qne 86 elete deroasiado la panta del s^ble , caligando el pe- so d^l ctìefpo sobre la~^ pierna derecba { despufes; de haber girado un poco sobre sa taloo, y leTaótasido el izqaierdo. " *

Prevengan (ei) sable.

Doblando el ^brazo y bacieodo frente , se traerd et sable. à està posicioo. ' . . ' f

Quite jr estocada d la izì/uierdassiestòcada.

Eix iguales términos y por los medios coptrarios,' ei- pHcados* para la derecba , enidaodo por consigoiente de volver la mnneca ufias afuera , para prepararci qnite que debe darse con el lomo , qaedando' el coiste lincia la cara, asi corno eii el de la derecba qaeda al fren- te desde- la guardia. . ^ - '

I

245 Cortes^Bt^inco y seis.

Volvieit^o ci saWe jK>bre la derechacon un movi- miento de la nianeca > qaedaré eoa la punta al freute j el corte adelànte, procediendo en.seguida à tirar el corte cinco sobreel costadovde derecha i izqoierda; y, voUien- do la inuneca al terminarlo, se tirare el seis^ proloo- géodole basta el freiite, de»>haciendo al mismo tièmpo el giro, y tornando la posìcion de prevengati el Sable^ 8Ìo qae pase por retaguardia.

El instroctor débe coidar de bacer con claridad la- esplicacion del movin()iento de tntiiieca , por el cual se preparan Los qnites qo^ acaban de esplicarse,, b'aciendo comprender al recluta la diferencia entre ellos y los cortes uno y dos que se tiran en la misma direccion, habltuéDdole à qiiie aquellos s^an con e| louo, asi co- ' mo estQS con el corte.

Se distingnen dos quites,. ano de derecha é i«qtiierda, y otro de izquierda é derecba, por -ambos cpstados. £1 qoite de derecba é i«|uierda, ó saa del frei)te à reta- goardia , se espresa con la .Iroz quile^ pero el de reta- goardia al frente se especificaró con la voe de quite de la dereekd ó de la izq^uierda al frtnie.

A fin de aeoì'tar en lo posibte lae Toces de mando, se enteoderé que la estocada es' contra caballeria, siempre que, comò eti las tres primeras dWisiones, no se espre- se otra cosa, y.qiie quando baya de ser contra infan- teria, camo en la cuarta divisìon, se indicaTii asi en la Toz de. mando*

Al homhro {el) sahle.

Leifantaudo su punta con un empuje de lajpufieca, 86 apoyarà el lomo en el hombro, sin mover la manovde. su posicioD.

En su lugar=descans,Q,

Conio queda esplicado en la primera iecciou.

' TEACBBA LECCIOR.

* Comhinadon de las dwUioncs segànda y tener ih p^^ra elataque y defensa»

SEGUNDA DIVISION.

Prevengan {el) sahle. " Como se ha ensenada.

Guardia* Segi|o queda espHcado.

Cortei unoy dos. ^

Los mismos qae ae hao ensenado para el aaalto, qoe- daodo elsable còrno se ha espresado en la.primera divi- tion al GODcluir el corte dos.

Quite de la derecha.

Ooblando la mofieca hdcià adentro^ de forma, qae el tomo del sable qoede à la de.recha, se tirare eoo éi dd qaite bacia retagaardia; y sobiéodole en segaida des- cribiendo un circolo por detras, veodré à la posicioQ de dar el corte seii*

Cortesssseis.

Se tirare este corte izqoierda i derecha ^ sin pasar el sable por encima de la cabeza«

Protejan la derecha del caballq. *

Se«TolTerà el sable paota arriba en el mismo costado, por medio de on répìdo cfrcolo, j restìtojcDdo el pe- cho al frente^y se inciioarà el coerpo y bajari la mano con el brazo estendido, el sable perpendicnlar panta

245 arriba, el cnerpo incliaado adelante, y la empofiadura^à la altura j éofréiite del moslo derecho, corno ai corres- pondiese al flaDco estando pie àtierra, y an poco delante de la ci^fionera derecha eatando i caballo. La cabesa al- go baja, para cubrirla cao el dltimo lercio de la hoja.

Guardia d derecha.

Letantando la mano derecba y girando el cuerpo cop mo està ensefiad^, se UeVarà el sabla à està posicion.

Estocada d la derechasoBestocada.

Bajando mano y doblando el brazo, se preparare la estocada del «nodo esplicado, tirandola à la iroz eje- cutiya, corno queda dicho en laprimera diyisioD. .

Guardia d la derecha*

CoD OD moTimiento de la mùneca se traeri el sa- ble i la po6ÌcioD qae espresa la toz d^ mando^

Protejan la derèchà.

fiajando la mano Ala altura de la^cadera, y el brazo i toda su estensioD sobre el costado, qqedarà el sable perpendicalar eoo Ja punta arriba, el corte à la dere- cha , el cuerpo iuclìnado y cargado sobre la pieroa de este lado, y levantado el talon del pie izqoierdo , giran- do sobre. su punta.

Corte=scualh .

Dejando caer el sable sobre la izquierda y faccia Ja cabeza del caballo basta qae la punta baje cerca del saelo, se tirarà una cnebillada de izquierda i derecba y de abajo arriba, que es el mismo corte cuatro del asal- to, y sin deteuerse , al terminar el corte, se mandare:

Ìi6

Protejan la den^cha a retagudrdia-

Giràodó el cuerpo Io pòsibift A la derecha sobre el ta- lon del pie derecho j pauta de! izquierdo, se lleTarà èì brazo coanto sea ][»osìble baciarla e^palda, con so ma- no é la altura del timpano de la mateta , ÌDclioaDido el caerpo é dicbo lado, el sabte perpendicalar ^ con la pan- ta arriba y ei oorte atràs.

Corte d retaguardia*

Bajando el sable sobre la ìzqdierda, se tirari el cor- te seis à retagaardia por eocima deia grupa del caba- llo, prolongàudoie basta el costado izquierdo , para quedar en la posicìoa de : .

Protejan el brazo de la brida.

Termìnado el corts^ei^ , qaedarà el brazo por enclma de la ca))eza j por detras del casco ó cbapó, ipciinado el cuerpo y cabeza sobre ìzquierday el sable tendido en la esteosion del brazo de la brida , cubriéudole, el filo à la izquierda y la punta abajo : sa levaotarà el ta- lon del pie derecbo. para con mas facilidad poder incli- nar el cuerpo y cabeza héola la espresada mano.

Quite de la izquierda al frente.

Levantando ìa boja y apoyando el puuo del sable en el bombro ìzquierdò, conila punta ariibay el corte al frente, se tirare con fapidez y fìrmeza un quite con el lomo del sable j, describiendo un circolo sobre el costa- .do, de izquierda à derecba y comò para q^itar una estocada.ó Unzada que se tire por el costado. izquierdo, y cpntinnando el circolo sobiendo por delante la pun- ta del sable , se quedarà en disposlcioii de dar el corte teis*

247

Se tirare es te corte de ìzqiiierda é dereclia, comò està eosefiado> y, «io eoo tiiìoà rio mas qoe* basta el tér^ mino dei semìcircoio eticima de ias (irejas dei cabaiiOi 86 vendré à la posicion de

Protejan la izefuierd^.

En lo8 misnio» tèrmi DOS j por los mediòs cootìrarios qne ha eosefiado para i^ derecha»

Guardia.

Como queda esplicado*

Al tiombro {el) sable.

Como se lia ensenado.

TERGERÀ DIVISION.

Prevengah (e/)£a^ftf.— Guardia*^ Bstocada àlfrente.-^ Protejan la de^echàm

Bescrìbìeudo òo circulo del frànte al costado y desde la actìtod de U fstocada al de proieccion y enderè- zara ek cnerpo qoe se^ babìa inclinado bécia adelante^ J se bajaré é la dere&ba, leTantaèdò el talon dei pie ia- quierdo, corno queda preTenido para està posicioo.

r - .

Corte=cinco.

A la T02 corte 86 vuelve el sable sobre la derècba pò- méD'dole bofizontal, eoo la punta- à retaguardia y^ el corte al Trente , eo disposicìoD de tirar , à la segundà parte de la toz el corte indìcado de derecba é tzqoier- da , terminaiido con el sabl^ aobre el bombro izqaier*

io y éi pofio .castro dedos separado de dicho hombro, corno para tirar el corte dos.

CortesTs^dos y uno*

Se tirardn estos cortes seguo se ha ensetìado; el pri- mero de izqoierda à derecha bajando^ó sea ^eì 2 al 5 del circulo, j spbieudo sin dilacion el sable por el ar- co 5, 5, 1, se tirare este* corte del 1 al 4? quedando ea la àctitud de protejan la derecha»

Quite de la derecha al frerUe,

Por medio de an movimiénto de mofieca , sepondri el corte A retagaardia y se tirare el quitè con el lomo del sable > de atrasadelaote, comò para evitar una esto^ cada 6 golpe de laoza que se tirase por el costado de- recbo ', y terminado el qnite , qoedarà el sable ^n dispo- sicion de tirar el corte dosi.

Corte=»dos»

Comò estàensefiado en el asalto i qaedando en la mis- ma disposicioD qoe alli se previene' para tirar en segai- da el corte '/res.

Cortesi res,

Como se espresa en el mismo asalto, trayendo el sa- ble por delante del caerpo , con la punta arriba y i la posicion de

Protejan la derecha.

Go*mo està prevenido.

Corte^^ires.

Boblaudo el brazo por la saogr/a ,• y trayendo el sable sobre la izqaierda se tirare est e corte con firmeza j ra-

'HO

pides, y describieodo con prontitud au clrculo sobre la derecha , qoedaré en la postcion de

Protejan la derecha.

Como se ha esplicado*

Corte=^eis,

Como queda ensefiado.

Estocada al f venie.

En ignales térmÌDos que se ba ejecatado ja, pagando el sable sobre costado à la actitud Ae protejan la de^ recha.

Protejan la derecha.*-Corte=seis.

En los niismos térmìnos que se ba becbo ya antes de la estocada al frente, tradendo el sable é ìa primera posi- cioii del asalto para tirar los cortes uno j dos,

Cortes^^unox dos.

Gonio està ensenado, describiendo, al terminar el dos^ UD semicircoio sobre la derecba j sabieodo el sable à la posicion de guàrdia*

Guardia, Al kombro el sable.

Demostracion del ataque y defensa por la combina'^ don de las dos divisiones espresadas,

S.* DI vision. .3.' MVISIOlf.

1 Prerengan el sable..... i. Prevengati el sable.

a Guardia. ...•.••.....•...•....• a Guàrdia.

3 Cortes uno y dos 3 Idem.

4 Quilc de la derecha !. 4 Estocnda àì frentc.

5 Corle seìs ; 5 Prolcjan la derecha.

1:50 ; .,

6 Prole Jan U derecha de^ ca- -

ballo... .....•••.•. 6. Coif.te cinco» .- ^■

7 Guardia a la derecha 7 Cortes (Ics ,y qno.

'^ Estocada d la derecha SQui.te de la derecha al

; frente.

9 Guardia ar.Ja derecha 9 Corte dos.

10 Protejan^ la derecha.'......, •• io Corte tres.

' li Corte cuatro». 11 Prote}an la -d^recKa.

12 Prole Jan la derecha a reta- ...

guardia ...:....».».. « ) 2. Corte tre&.

]3^Corte a retaguardia .,.» i3 Proteìan U derecha.

i4P>'ote)an et braso de la brida. 1 4' Corte seis.

aSQuitcdela izquterdaalfrente. .i5 Estocada al frente; '

iB Coiste seìs iB Protefan la derecha.

17 Pi'otéjan la izqi^ierda... ........ 1.7 Corte seis..

^8 Guardia. .< ,18 Cartev udo y dos.

19 Guardia... ...V 19 Guardia.

20 Al hombro el sable... '2a Al hombca el sahle.

Por manera qae, s^Bìclas lag dos divisiones y ejecpta- das con desemb^razo y preclsioDy' bastare hacer qaef tea Diìmeros impares deuiVenle ii lospares, y procedane eìecutar aquellos la segaoda dÌTÌsioa> y estos la tercpra del ataque y dejensa.

Suponieocfo an pelotoo de doce , reclotas formados en ala y uuitierados por Cu atro., con la distaocla de tre» pasos de hooibre à hombre, ae mandare:

Unos y tres€s^=^de^s=iffent€^=s.inarchèn. . '

Y liipgo qae hajan marchadò doce pasos, la bario ' por el flaoco izquierdo basta llegar al frente de los do- ses y cuatros qnese ban maMteoida firmes , eo.cuyo ca- so se darà à aqueilos las voces de

jiUo^r=d la izquierda^rrz frente.

Paestos Qoos enfrente de otros, conio debeo qdedar los ìiDos de Los doses, y Los treses de Ics cualro», maodarà ti ìostractor: - . '

251

Àtaque y defensa*

A caya'^oz prevendrén el sable j aligeràr^n la*pier- na izquierda , còrno està prevenido en Ja instruccloo ^el Teciata para marchar de. freote/

Ndmeros ifnpares=ssegundadiyisì'ón.

A est^ Toz romperin la marcha ,al frente todos lo^ Diimeros pares é impares, liuacéndpse mutuamente por sa derecha, j cnando estén ai alca oca de sus arinas, empezaràn é eJQCutar> los anos y tre^es la segopda di- yisioo^ que .reclbìrén tos doses y cuatros hacifndo la tercera,segan la cor respondebcia numèrica que està war- cada ei» la aoterior dem^stracion* \

Cnandó ^l iostructor quieta que cpntinde el ataque r de/ensa^ observarà el momento en que los ndmeros impares esperan eh guardia los cortes. uno j dos con que terminan Ics pares la tercera diyisìoD ^ y mandar à:

Ndmeros paressssscigunda division,

Cójos ndmeros .continuaràD bacieudo el quite de la derecha, 6 sea el nlimero 4 de està diyìsioo , y los im- pares del mìsmo ndmero de ta tercera, que es la estO' cada al frente. . ,

Del mismomodo, %t se qniere continuar, se repetrrà, en igual oifcnu^taDcia que la anteriore la yoz de niime^ ros ìmpares=ssseganda division <i y cu a odo sequiera ter- minar el ataqù^ y defensii^ bastarà no dar voz alguna, con Io cual los reclutas aeabaràn sus divlsioues respecti- vas eoo \a' guardia y sable ài hombroy qde son los od- ueros 19 y 80 de ambas diyisiones.

Los cortes, guardias y paradas de la segunda divisione demQ*estran bien los casosen que el que tjecuta laterce* ra pierde terreno por la derecfaa de sti contrario bacia rt'tagu'ardia , y cOmo pasa por fio à la izquierda y ter- mina alfreote. ^

252^

£1 instractòr procurare qae comprendali blen Io6 reclutas qcielld>en maotenerse firmes Ics qae ejecatan la tfegunda dÌTÌHon, y qae lòs que hacen la tercera han de xnarchar por la derecha A retaguardia de sa contra* rio, volver por la izqaierda j terminar al frante, segati Io iodican Ics golpes y defeusas de la segandà , y qae é su ree al cambiar de divisiones, se maeve el que estate firme, y qaeda firme el que antes se moTÌó.

CUARTA IieGCIOir.

GUARTA DIVISION.

Consta de cortes , estocadas-y quites contra infanteria* Frevenf;,an {el) sabìe.'—Guardia.^Corte^^dos.

Se ttrari este corte ccp viveza , inclinando el <yierpo para darle lo mas bajo posible; se llerari el brazo à te- da sa estensìon àia espalda, bajando la mano derecba basta la altura de la cintura, el tomo del sable quedartf al freute y la boja casi perpendicular , aunque algo in- cliuada sa pnuta sobre la derecba: el cnerpo se avan« zarsS tambìen à dicha mano, levantando el talon isquier- do y girando sobre la punta de este pie.

Quite de la derecha al frente^=^quite.

B.etirando un poco el sable para darle major em^je, se ti rara el quite con el lomo^ traydiidole con iriolencia bécia el frante, basta que naturaimente suba i descan- sar encima del bombro izqnierdo, con cuyò pioTÌmiento se arrollarà coanto se encuentre al costado Herecbo del caballo: la mano dereoba deberà quedar al frante de la tétilia izquierda' despues del quite. ,

Corte^dos,

Se tirare este corte bajo, basta llegar oon él cerca

255 del saelo por la derecba , y .proloqgéndole h^cia reta- guardia cnaoto Iq permìta la estension del brazo^ se traeni en ségaida el sable por encinoia de la cabeza èco- locarlo en ei primer tieinpo del- asalto.

Corte=uno.

Se tirati el corte uno del asalto, bajó y prolongado 8obre la izquierda contra infanteria^ y sio esperar mas Yos de mandp , se restituirà el sable à la posicion de prsvengan el sable.'

Quite Y estocada d la derecha contra infanteria.

En lo8 mismos terminos -qae se ha esplicado en la pri- mera divtsioo; con la sola diferenéia de dar el qnite bajo, corno para separar las bayonetas qne puedan dirigirse centra el costado del cablilo, y se ase!»tarà eu segaida la estocada bacia tierra y cerca del estriho. .

Estocada.

Se tìrarà està con firnìeza adondé està apnotada, man- teniéodose en està disposicion basta la toz de prevengan el sable.

Qintey estocada d la izquierda contra infanteria.

Girando àia izqaierda, se darà la estocada eo iguales terminos y por los medios contrarios qoe se ha ejecutado sobre la derecha, qoedando. en la actitnd de apantar la estocada à tierra.

Estocada.

Se tirarà con firmeza^ nianteni^ndose eo està dispo- sicion basta la toz sìgaiente: t

Corte=Ures.

Desde la posicion en qne se ha qoedado al dar la es- tocada, se leyantarà el sable tirayeiulo la niano por de- gras de l.a cabeza basta qoe quede à la altura de la cin- tara al costado derechp, la pnnta del sable bacia arribai

254 y el corte sobre la derecba : se tirare, el corte tres ea- senado en el asalto; pero bajo j prolongado, corno te baco en todos ios que se èmpleaii contra infa*Dteria ; j se quedaré ^ la pòaicioD de' guardia aobre ei costado ìe- quterdoy girando sobre la paota dei pie derecbo..

Corte=cuatro. <

Entre las.dps partes de eata voi se dejaré ati corto iiitervalo para di^'tingtiir Ics movimientoa, ponieodoen ia primera §ì sable perpeodicular pania arriba, apoj:ando Ja mano por debajo del bombro izquierdoy girando qq poco ei cuerpo bacia este lado.

A la aeganda parte de la luisma voz se tirare el corte coatro del asalto, pasaodd el ^^ble por enei Dia de la ca* beza y tra^^éodolo ea segulda àia posicioo de prevengan el sable» .*

Guardia» jÌI hombro (el) sable»

La primera leccion se divide en tiempos, corno indis- peusables para la mayor oniForaiidad de Ics moyimien- to8;'pero desde la segnnda, eo que poedie d'ecirse qoe solo principia verdaderamente el manejo del eable^ se ban suprimido aquellos, en atencion à creerse que prò- duciria està subdiyisìon una complicacion indtii y emba- razosa. Por consigaiente^ los golpes y qnites constan cada uno de un tiempo y un movimientoy à escepcton de las estocadas, qóé tienen dos marcados por la$.voces preifentiva'y efecuti^a, Cuando ias dìvisiones se manden marcando con la yoz cada uno de sos movimientos ^ se llamarén con tiempos^ y sin ellos cuando se ejecuten sin mas que la indicacion de primera , sego nda, 6 tal di- tision. *

Preparacion para el manejo del sable de una mitad.

Para que se verifiqué el.uD.anejo del sable 'en fila, balUftdose form^da en batalla una mìtad, se le maodarà: 1 Milad 2,* Por cuatròssd la dertcha media vuelta

255 . ; 5.*. Marche^.i n **v

4*^ ^P.''^fidr^rtS€ para <€lntjciììejo del sahU*

5.*, Mareìien.) ' .

', .• 6.» Fir^m^'/,. .; ' Y '.^

A (a tercera voz tbd^s Las nia;s de Ì cciatrp^de prime* ra j spgaada €Jecfitarén(ia medt^ Tuelta, é la mano indi- cada.Oida la qmiitav®^'^ inarcbari toda la segQada fila à retaguardia bà$ta eacoDtraise;^ diéz yseìs pasos de la prìmera: al mismQ tiempo fos utimeto^ iìdos de està da- rio oUa ?ez t'rente à yaiigoardia, por .medio de ia medìtL vuelta ^ ia derècha, j ios demas de^diciia fila marcha- rio à retagciardlai*dati4o tanibièn médid vuelta à la de- rècha lo8 doses, desptiès de aiìdadcifs caatrò pasos ^ y situandose exactameotéidetras de aqttellos, Io qaé ejecfi- tarali sucesivam[eiite. ppir sq ÓI^den numèrico Jos demas Diimeros de pjrimet*a (ila, y tambien tos de segunda al llegar à la espresàda distancia eie loé qcie yA se ha lieti establectdos en hilèra<( Bleo <;Dbiert0$ Ips individaos de cadàaoa, se alinearàa con proatita4 por4a derecfaa, lo qne verifiè^do^darà él comaodantelde ia mitad la sesta .

voz. . e / •. ^ .

El sargeoto 6 cabo colocado en fila esterior seguirà et aoTimiento de la segnnda fila ^ dan|o media vuelta à Ja derecha, marchando en segnida à reìagaardia y volvien- do é hacer fren^te po^ etra media vaelta é la espresàda mano, de mao«ra é quftdar la eabez^ die su caballo dis- tante cuatro pasos dela linea de las;colas de. Ios dltimos àe segunda fila , 91 el movimiewto se vilifica à caballo, y otros tantos, medidos desde su pecho à la espalda de ios lìltimos niSm^ros de dicba fija , fi fuese pie é tierra. £l iodividuo de igual plase qne se balle situado delante dela primera fila^ cob el objìèto de òcupar el puesto del comaodante de' la-mitad y de servir de figurante en log correspoodienle^ c^lsos , marctiaó'à diéz pasos al frea- te al oir la quinta xm.

El comandante de ja mitad. (en el supuesto de t'jerci- tarse està. sola) sq s^tuarà en» el ^unto desde el cual

256 ^ '

paeda ob^ervar mejor la ejecacion de los movimleotos.

Volver d formar en baCalla.

Termlnado el maoejo dei sable , se mandard?, 1/ Mitad

2> jél su fo'rmación en batalla 3/ Marchen. , 4«* -P^^ ^<* dere<^a*^alinearse. 5.' Firmes. \ ^ ■' '

Ojda la tercera tok, marchardn los niimeros dos, tres j cuatro dei^s dos filas, ohlìcuàodo é ia izquìérda jtì- niendo à colo^carse por sa órdeii é la izqaierda de los unos de ambas, que se xnaDtendrén. firmes: entrados eD sas puestos los odoieros ' dos > tres y\ cuatro de la seguada fila, tnarcharà està de frente basta baliarse i so debida distaocia de ia primera, en cujo punto bari aito, dando eotonces el còipaudante de ia mitad las yoces cuarta y quinta, que se obedecerén. - '

A la tercera yoz, *el sargento ó cabo de vanguardia y el de fila esteriór yòlveràa à ocupar sas puestos de bataiia.

Preparacionpara el manejo del sable de un escuadron.

Halldbdose formado el escuadron en batalla, el gefe qae le maode dare. las vocés sigoientes:

1." EsQuadron

2.* Por cuatro=^d la derecha* media vuelta

5/ Marcben.

4.* P.repdrense para el manejo del sable

5.» Marchen. ' 6.* Firmes. Se ejeoutarà este ruovimiento con arreglo'é lo preve- nido para el mismo en ia. misma iostraccion de mitad del nuevo reglamento, teniéndose adernas presente qae à ia qainta toz saldràn treinta pasos à su frente I03 guias pai ticuUres de Herecha è izquierda dei escuadron, con el objeto de servir de figurautes, dando ai mismo tiem- media vuelta à la derecba todos los indÌTÌduo.9 co-|

257 locados e D fila esterioi:, y marcliaodo eti seguila lo ne- cesarlo para qaedar distautes coatro pasos de ios ditìmos nuineros de segunda fila, en cujo plinto YoWerin à ha- cer frente. eìpcutando etra media vuelta à lacilada ma- no, y aliiieàndose en segoida por la derecba, A escep- cion dei capitan de dicha fita esterior, que se sitoarà celio pasos à retaguardia de Kos espiesadosoiSmeros. Oi- cU h' rnismi quinta voz. Ics comaodantes de luitades se sppararén de sus puestos: ios de las dns primeras de la ilerecha pasatàn é situarse sobreeste fianco, dando fren- te al mismo, !as cabezas di^ sus caballos distantes tres pasos de hilera esteiior de este costado, y de tal mo- do que el comandante de la piimèra mitad qaéde à la altura de la diblancia que d^b*^ promediar enlre Ios nii- meros dos y tres de segunda fi ai y el de ta segunda mitad à la de Ios itìismosvnumeros de primera: Ios co- rna-ndautes de iasdos dltimas mitadesse cotocarén de igual manera al fianco izquierdo dal escuadron; el de la ter- cera frente à la distancia que media entre Ios niimeros (losy tres de primera fila, y el de la coarta à la altura de Ios mismos de segunda fila.

Elgefe del escuadron (en el supuesto de ejercitarse este solo) se situarà en el punto desde el cuàl poeda ob- servar l^ ejecucion total de Ios raovìmiento5. '

A fin de que Ios gnias particnlares, que deben salir al frente con el objeto de servir de figurantes, puedan. practicar con concierto y unidad Ios movimieiitos del manejo de las armas blaocas , tendràn por regia constan- te s^j-^tarse reciprocamente para la ejecucion de Ios su'— yos, el de la izquierda A Ics de la derecba para todos aqnellos que se verifiquen à este costado y al frente, y el gnìa de la derecba al de la mano opnesta para todos Ios noovimientos que «e practiquen d la izquierda.

Vols^er ci fofmar en batalla*

Concluidoel ma-nejo dd sable , el comandante del es- cuadron darà la voces siguiente^:

' 17 .

«58

!•» Estuadron

2.* A su formacion en baialla . 5/ Marchen. 4/ Por la derecha-^alinearse» .5/ Ftrmes. Cuyo moYiinìeoto ejecatard con arreglo Ì lo preve- nido para el mismo eo la instraccioD de mitad del nae- To reglamento; téni^odose ademas presente que é la ter- cera toz roUeràn los gitias particulares y todos los io- dìyidaos de yangaardìa j de fila esterior é ocupar sos poestoa de batalla.

Preparacion para el manejo del sahle de un regi- mientd.

HalUndose el regimìeoto formado ea batalla , dari e^ corouel ias voces sigoìeBtes: 1.* Escuadrónes

2.* Prepdrense para el manejo del sable 5.* Marcheiu 4»' tirmes^'

Repetidas las dos primeras roces por los priroeros^ comaodantt^ft, daran lo« gefes que mandei» los eacoadro- nea las sigoientes: por cuatro=sd la dérecha media vuel' ta=imarchen>^=sPrepdrense para el manejo del sable.

Proftirìdas estas voces, y ejecutada la media vuelta, dare ei corooel la tercera yoz > y se rei ificaré la prepa- i^acioD coD arreglo à lo prevenìdo para està en la ins- traccionde escuadroo del noevo. regiamente, lo que ve- rìÈcado, dare el espresado gefi^ la cuarta voe; teoiéndo- «e ademas presente que -al oìrla se polocar^o los gefes de escuadrou al costado derecho de Ics nnyos respectivos, i^lÌBeados con loa ofìciales que se halleO ^ohre et oùsino flrinco, y adelantados castro p^isos del frenle de la prìmera fila, y que l/>s demns ^eiVs de vanguardia dargli frente A ia tropa ejecutando la inedia vuelta à la dere- cha. Bl corouel se situai r;& con su comilìvii en el puuto qae juzgue mas à propòsito para poder observar ia eje-

/ .259

CQCÌoa de ios moTÌmientos'de todos los escnaJrones. Los ajadantes mayores , colocados é la derecha è isqaiérda del regimieuto^ se apartarén seis pasos sobre los flancos del mi^o y haréo freute à la tropa.

Debieùdo salìlr é vanguardia lo$ gaias particalares de todos ios escaadrouFs para servir de fìgurantes, tendréii presente la regia fìjada eb la iostraccioo de escaadroti para la aaidad de sos movimieotos, observando coD^tan- temeiite para los del (reute j de la derecha al primer guia de este costado , y para ios movìmieotos qoe se ejecQten é la izquierda al ultimo gaia de està inauo.

Para voi ver à foriliar en batalla, el coreoel darà ias Toces siguientes:

I.* Escuadrones

2,^ *A su formacion en batatta

3.' Marchen.

4-* Firmes. Kepetidas Ias voces segOnda j tercera por los coman— daiitès y gefes de escaadroa, se ejecatarà el movimiefi* to cÒQ arregloà lo prevenido en la instruccion deescua- dron , del nuevo reglai/ieuto, dando oportunamente los liltimos Ias demas qoe les correspondan segon ^quella, lo qoe veri^cado, darà el coronel la de firmes\ teni^o* dose ademas presente qae à la de marchen dei mismo Tolveràn los comandanteS) gefes de escaadron^ y aya- dantes mayores à ocopar sos pnestos de batalla.

SETIMA CLASE.

MANEJO DE LAN2A A PIE.

LBCCIOK 01fICA«

Saponieodo un pelòton de cebo àdles recintasi se le^ bard tornar distancias por an fianco, y caando los bombrea teogan eotre si la de cinco pa$o$9 daràn frentey

260 y se les ensenai'à la poslcion de descansen lanzas^ en està forma :

Guadrado ti lancerò corno se ha enseiìado en la poM- €Ìon del rec.lata , tornare Ja lanza cou la mano derf^cba à la altara del corbatiu , cogiendo con la misma Diano ci ramai »uperior del portaianza ^ la mano uiias adentro y el pulgar teudido à lo largo del asta; el regaton des- Cansaudo en tierra y locando al dedo pei|ueno del p'm derechoV de maoera qus La lanza quede perpendìcuiar y la banderoia & U dtìiecba.

Tercien^tanzas. Tres tiempos»

Uno» Bajando la mano basta la atadura del poiti- lan/a) se sublima inm.ediatame[ite cou eila basta ìd del corbatin , con lo qUe 6e babrà suspeudido el regtitou diez palgadas de tierra.

Dos* Pasando la mano izquierda à tornar làlapzrf por el asta y à la altura de la /-adera , se bajarà al inis- mo tieni (a 'derecba a toda la estensinu (\A bra/<», abandodaudo el ramai del portaianza, y co^iehdo ei asta entre la p^lma y el indice, de modo que eT pulgar que- de al frente, el indice tfndido sobce el asta, y los tres dedos restantes df^tras de ella ^ la lanza sepaiada del hombiocnatro pnigadas.

Tres, Al mVsmo tièmpo que se apoya la lanza eu el buecodel houibro, pasa la mano izquìeida à su costado.

Descansen=-lc:nz(is, Tres tieìnpo.<.

Uno, La ,man<> ìz|uler('a p^sari a tornar la lanza p-^r la altura de la tad«:ra , Us uiiis fidenlro y los prirneios Dudillos al frente, el pnlgar teudido scbre el asta , y locando al cuerpo; al misrno tiempo la de'rt.cha su!)irà à tornar el arma por la atadura dei porta-lanza, con la palma al frente.

Dos, Bajara la lahza bista locar en tiena el re^i- iotìf corno se ba tuscuddo en la posidon de la lanza,

^

261 corriéodosé liicia arriba la mano izqoierda a) tiempo de bajar el arma, para que resuite siempre à la altura de la cader a.

Tres^ Subirà la mano derecba A la altura del corba- tiD, y pàsarà la izquierda à su costado à un misiuo tiempo.

Tercien=slanzas,

Como se ha ensefiado.

Pre5€nten=slanzas,—Un tiempo. ^

Se traeri con la mano derecba la laoza al freute, sa- liendo la izqoierda é recibirla en el momento en que se separa de su apojó en el hombro : la mano derecba quedari à la altura de la cbapa del ci#turon , y vuelta con los primeros nndiilos al fr«*nte y las una» adentro: la izqoierda à la altura del coibatin, con las iinas aden- tro ^ la ianza perpendicular. frente al ojo iz^uiecdo y cuiitro dedos separada del cuerpo.

Rìndan^==lanzas. Dos tiempos.

Uno. Rfìtirando el pie derecho à retaguardia , se pondrà en tierra la rodiila de este lado, baj^udu al mismo tiempo la 'latza nasta que la moharra toqne eu tierra: las rnanos no se mueven de su posicìon : e) b^az» iz']uierdo descansa sobre el muslo de este Udo, y el a^ta de la lai'Zci.quedaré tocando el hut^so de la cadera.

Dos. 1j% mano derecba sube à tornar el chacó bajàn- dole al costado à toda la esteobion del brazo y con el forro bacìa atrés. p

Present€nrr=zlanzas,-^ Dos liempos.

Uno. Se pondrà el cbàcó , bajaudu en segoida la ma noè tomar la lanzi por donde la tenia antei def jeeutar el spgnudo tiempo de rindan lanzas,

Dos. Se ieyantari y cuadrarà, lleyando la Ianza a ìa posicioD de prestntadu.

262

Tercìen^lanzas,'^Dq$ tiempos. .

Uno* Acompa (laudo con ambis manos la ianzi al cos- lado derecho, se votvera està luauo, còfiia se esplica en e\ segttodo tiempo de tercien lanzas^ quedaod&.el asta caatro^dedos separada del liorabro.

Dos. Al tiempo de ^pojar la lanza ai hombro, pasa- la m^uo izc^uierda é m costado.

Descansen=lanzas^

9 Còma esté epsedado.

j4 tierra-^lanzas.^ Tres tiempos.

Uno. Bajaiido la rna^oo derecha basta tornar la Janza por la atadara del j^rtalaoza, se bara uu giro é la derecha.

J}os^ Daodo coD el pie derecho un paso lar^o de costado Y bajaré al mismo tiempo la lanza bacia la reta- gaardra del freute primitiyo , corriéndose la màoo de- recha q»e la conduce y sin qoe el regatou se moeva del pnuto en qoe se apoyaba, basta que la lanca qaede eo tierra, dobUodose para elio la rodiUa derecha.

Tres. Lf'Tantando el coerpo al niismo tiempo que se ttne el' pie derecbo al izquierdo que no se ha morido, se recopera ta posicion en qoe se estaba eo el prtmer tiem- po , desbaciendo eo seguida el giro y dando frente* Las laDzas quedao tepdidas à retagaardia en liueas *perpeD- dicolarea respeqto à la fila.. *

Levanlen^=danzas^ Tc^s tiempos.

Uno. Se gira à la derecha.

Dos, Dando on paso largo de costado con el pie de- recbo en U linea de la lanza qtie està en tierra, se do- blarà el cuerpo y estendere la mano derecha à coger el aita à toda la estensioa del Urazo, sta violentarle ni mover el pie izquierdo.

Tres. LeTantando el cuerpo,- se corre al mismo tiem- po la mano derecha basta la atadara del porta- laaza, no pndo ilegar à ella cuando la tomo ; y aoienda el pte

265 derecho al icqoierdo , se desbarà el giro , dando frente j snbiendo la mano à la alta.ra del corbalin; eoo loqae se babri recuperado la posicioD de descansen lanzas^

Ter4:iens=fslanzas, Como esti ensefiado.

Revista (de) lanzas. Dos tiempós*

TJtio^ Hacténdo od giro é laderecba, se bajaré la mano de este'mìsmo lado retiréndola al costado y cor* ri^odoU por ei as^ta eoo ajoda de la isquierda, de for- ma qae està mano Tepga 4 toinar la lausa en su palaia y por el dltimp amarre de la b^ioderola; é fin de qae poeda el qne pasa revjsta acercarse al sqldado tanto conio lo permite el largo de la mobarra j el ancho dis la banderola , qoe deberi ca^r sobre la derecba.

Dos^ Cornendo anubas manos por el asta , se eleva- ri la lanca sobre el costado derecho basta quedar \% maoo tzqnierda i la altura del corbatìn, la derecba i la de \n oadera, el codo tocando al lioeso de ella, y el regàtou al frente^ De la mano derecha al estremo de la lanza no ba de mediar mas dìstancia qne el largo del regatop, puesto que el dedo pequefio «le està mano ba de tocar el canto de su cubo. £1 giro se desbace ai tiempo mismo de elevar la lauza.

Tercien=lanzas.-^ Dos tiempos»

Ino, Corriendo lanca* por aiTìbas manns y rett- rando la derecba ^ se tomara la posicton espiicada en et BPguodo tiempo de tercien larizas , dtsde la posìciou descansadas las mismas.

Dos. Apo^^aiìdo la lanca en el bombro , pasa la ma- no izqoierda é su costado.

discrecion-^lanzas,^ Un tiempo.

»Se el^Tsri la mnno derecha hécÌA <;) Irente ba.sta que qnfde i la altura del codo , con lo qne la lanzd se ha- apo^ado sobre t\ bombro por »o centio ó equilibrio.

26i Eli segnida se volveri U mano quedandò rnias arrib«, j procQiando qae al veri fica ilo no cabecee ia laoza ni se corra de su apojo.

Tercien^sslanzas, Uos tiempos.

Vno- Bajandola maoó derecha con la lanza al mìsroo

costado , pasaré la izquierda é sostenerla à la altura del

hombio y cnatro dedos .si*parada de é\: la mano ii-

qnierda se viielve «nas al ttente, comò en el seguDjo

.tiempo df* tercien lanzas.

' / OS, Apojando la lanza en el bneco del bombro, se restituj^e la luaDo izquierda à un costado.

L'escansen^^ lanzas. Tres tiempos^ Como estd eosenado»

Èn su lugar^ssdescanso. Dos tiempos.

Ino. B'ijando la mano basta la atadora del porta- laczd j se terciarà està sobre el costado izqoierdof sin levantarla ni mover el regatoo de sa apoyo, de modo qne quede terciada del pie derecbo al bombro izqaierdo. £i brazo de ebie lado se dobla para apoyar ea sa san- gria el asta.

i'OS. Retirando el pie derecho à retaevtardia j car- gando el cuerpo sobre la pierna derecba , corno se ha enaenado en la ioNtraccioo del recluta, se colocari la mano izqnierda Fobre la derecba ei^frente del caerpo ir i toda la estensioo de ambos b^azos » corno en la po- sicioD del descanso en su lagar^ sin armas.

j4tenr=^cion,-'Dos tiempof.

Uno. Subirà la mano derecba i tornar el arma por la atadura del porta lanza.

Dos. Se lleva el pie derecbo al cnadro , y la lama 4 sa costado, subiendo la mano'dorecba A la altura del cofbatin y quedaodo la izquierda en su posicion oataral.

La voz Ae atencion eu c^te solo caso equivale à la de tlescansen lanzas.

4$S

SE^UWfDA PARTE.

Instruàcion d cabaìlon '

PRIMERA CLASB. f

Posicion del rt^luia^ahUs de. montar d caballQ.

£1 caballo estari coù manta y con solo el fiiet^, Lien caadrado é su tVenie» corno asimismo el reclota colocado al lado de montar > aiineado eoo la cal>eza,del caballo, y observaodo en su posicjou todòs Ics prìn- cipios preveuidoé en la éscaela dei recluta i .pie. Coa la mano^derecha , uiiàs adeotro, teudrà agarradas an^* bas riendas d^l filete, coma i la distanzia de séis puì- gadas de la boca del caballo, y con *a iz(juiefda'sbiteu- drd el estremo de dichas.rieodas à toda la é»ten>ioù dei

brazo: eo està dispòsicion aguardarà la yci't de

* •■;■'■ !„.•'». . .-»

Prepdrense para saltar.

Ed enatro tiempos.

Uno. Girare d la darecba^ tntroduoir^ la mani iz- qoierda pót <entr6 ias-TÌenda^,^ qtfe'> queddréti ^hteHf^ sangrfa de esté bfazo,''8Ìefi)pré-(^ la parte au|»erif>r> la riendà izqoìerd^, 4lev»ré la tnanbfizqmerda é coigér^Utt ri end as por el'Oif»mo p^rage ijne'iae t^niàla^del'ecbia, eita en 8egiii4a lastootaré por to estrèiididad^y la:» p^|ifa<rì( primero porla oreja derecka d«l;eàballó,>iiitrod<iÌioid«iSiJo ia cabesa de eate p<>r«Ua9. * t i- ' " •> »

Dos. Darà un paso de costado bà«ìa;lft rterecba, gaoaado el terreno/tieeesarioiyàra'qciedalr^-la^ altura ile la espalda del eabitllo. ' - '*^ *

Tres, LéTaotaiido oianò derécha qtìe itiwf» -el estremo de iat rieitda^i é la awtfast^i^ queesUa p?«»i-

V IH

cogeri por aeEajo de derecba , corrienSó «quella por las rteodas con el, «d^do peq.qetfìo eo^jr^ ambas basta to- car «1 caello del<;al>aUo«

Cuàtro* Soltarà de. la mano dcreclialas rièndas^de- jàodolas caer sobrela espalda klerecba dei caballo, j bajando la tnìsma mano é la <;rin, i^ger^ una por- cion defila que iiajri al idedo. purgar de la mano ìt- qaierda, SQJet^ndola con cerrar el potio, apovaré eo seg^idìi^l >aMé*braftO'd^ìneebo sobbé^^^i ionio del oahiillo, puesta la maoo'sobre la croz, j «sperare la toc de

^ cabaUo^

En do9 tìempos.

JTno. Se ele^rarà ligerameiite tobre los dot pofias^ «[oedaudo el cuerpo derecbo ,j làoiótara é la attura de (a Cruz del caballo. ^ *

Dai' , ì^a^arà la pìeroa-derecba tendtda por eneinia .A» fa grupa del camallo, isin iocarle, j se pondrA sna- vèmente é caballo, «oltando la parte de cria qot teota en la mano ixqdierda.

Posicion ilei hòmbrt d ciAalla.

La eabiezia ialU., ' flidxihle t >i plomo j.déaembaran- datf ilos rbofobros é una natsma 'altura j biep. retirados*

>el peebo aacado 4 foer«^9 los l>r,a.co» 'Ubres , lo» oodoi ^«aiAos nalnTBlatiente;, Us dQ9ia«effit«dei:iS^oa.jieiido ìgoal* initiite sobrtt'iel lomo del cabarUo, k.j^ìptorA^fio poco

: ad^Unfwlai, loa^ f ifionea deriaclioa y fìrniea, .y? fcteii toatcfit^ dM^ lo^altoidel icuevplo fl^iib)^<t ^>bro j doradio; de modo que el bombre eaté ma^le«Mo:e9 #q<|ioaioidO'por

,»fla preipioipcéo»

Los^ mnaUf), qa» abr4i$MUEÌA igTiaimaAle <•! eabri^Qi deben eater Toeltos sobre su fàtU Uatot^ té^iif^ *las €*- ^dm# liaaUilariiodUlé, yimo.eatjeiM)efloat«i«« de lo^e > «SJjipi Al sprVflD |Mj»0; j '«l de {IÌqvbiii^ .

«6? Et pliegne da las rodìlUs moj saava^ Ut pieroas libres y cajendo nataralmeutef las paqtas de loa ple4 . coigaiido dei mUpao m^do. ^iia sieiidf del filete etn cajia maDOt Ida dedoa .c^rrados, ek pulgar e^teodi^a eobre cada rìendaf los panoa à la altara 4^1 a^tebra^ •06teoÌ!()o6 y separados é seU pal^adaa 090. de otrot oti- ràndoae los pulgares.

Observaciòn^sobre la pósicion del hombre d cabaUùB

£1 cuerpQ del hombre d caballo se. divide en Iree partee, dos móyìles v una imuÓTil. La primera de iaa roòVites es el troncò 6 el cuerpo basta el remate de- la cintura; la segunda debe eoosiderarse desde las roji- lUs basta los pies; y la p^rte iumÓTil 4^sdQ el r^inale de U ciptara basta lap ródillas.

Para alargar las rJeivdas del Slete se mandare-. 1.* Fila hilera). , 2.* Alargen. {Las riendasy

£0 dos tiempos. ,

Uno. Tornare la rienda izqoierda con el polgar el dedo primero de la mano derecha nn poco por eoci- ,ma del puiio ìzquierdo, quedabdo Ics palgares freiH* te ano de otro,

Dos, Abriri la josano izqoierdaf dejipdola correr^ basta qae llegneo 4 tocarse ios dos pafios; la cerrarA en segiiìda, y eo estando la rienda snficientemeute aier- gada, restitoiré los dos pnfios é sa posicipn general*

La rienda derecba se alargaràdel mismo modo por el moTiqpiento contrario.

Para acórtar las rieadaa del filete se mandare. 1.» Fila(p. hileray 2/ Acorten {las riendasy

Eq dos ticfmpof*

Uaci» Tomaxà con el polgar y el prime r dedo jde U xnano.4erecba la rieoda izqaierda poi: encima del po&o iiqaierdp^ de nodo. qae ae toqueo los àp* p^lg^r^P*

868 Do9. Abrirl la mano itqaterda, dejari correr U rienda basta qae los dos paiìos 'se hallen tan distantes ano de otro corno nea necesarìo acortar las riendas, j cerrando entonces la matto icqmerda Tolveré ta dere* cfaaàaa postcìon.

La rifonda dèrecha ae acoftarà del misuro modo por el moTimieato contrario.

Para craaar las riendat en U mano ìzqaìerda te mandare.

l.* Fila{óhiUra).'

8.^ Cr aceri las riendas-^en la mano iz* 4]uierda. En dos tiempos.

Uno. Votverà nn poco el pano izqnierdo, ofias ar- rida, pasari la flenda derecha A la mano isquierda pa- ra ponerla encima de la rienda izquierda, de modo que la estremidad soperior de la rienda salga de ia ma- no izquierda por el Udo deldedo peqne^o. Dos. Retirar4 la m^no derécha éi sa contado. Para tornar una riend:) encada mano se mandare. 1.» Fila hiUra). 2.* Sf pareri {las) rieridas* Eii nn tiempo.

Tomari la rienda derecba con la mauo derecha J iroWeri Ins pofios ^la posicion ^eneraf.

Para cruzar las rieudas en la roano derecha y ▼ol- ▼er à poner una rfenda en cada mano, se e jecntaril se- go» se ha espllcado, por los mofimieutos contrarios.

De los usosy efeclos de las riendasj piernasy espuelas»

Del uso de las riendas.

I4QS ^l^razos deben obrar sin comnnìcar dnreca al C9efB4^, quote conservare constantemente i plomo; el m^imiento de los brazos debe estenderse desde el pu- fio baita la artico lacion del hombro; las riendat tir-

S69 tea de medio, ptra bacer tefttir alx^lpfrUo It Tolnotad del gtoete, y $u accion deba ir slempre acorde con U de laa piernas.

Del e fedo de las riendasv

LeTantando no poco los panos en direccìoa deiaa rieodas ae recoge el caballo; lerantàodolos oo poco ma» y con mas fuerza se le para^ abrieodo 6 tirando un poco la rieoda derecha se te determina à qoe Toel- Ta à la derecha; abriendo un poco la rienda izqoierda se le deteruriina à que vaelva à la izqQÌerda; bajando UD poco los pufios en direccion de las rieodas se le da al caballo libeitad para que salga addante.

Del efecto de las piernas.

Las pieroas deben arrimarse por grados, propor* cionando so efecto à la seosibiltdad del caballo: de- bea obrar para sacarle adelaiite, sostenerle y ayodarle à volver à la derecha é ìsquierda.

De las espuelas.

el caballp no obedece à las pìernas, se emplearin ias espuelas^ qae deben siirarse no solo corno una ayo* da, sino mas bien comò un castigo. No se servirip de ellas sino may rara Vez; pero eo caso de osarias> sìena- pre con fuerza.

Para ensefiar i los soldados à bacer oso de las espne- las se mandara.

1." Fila hilera).

2.* Arrinien las espuelaa^

Eq dos tiempos.

JJn(K Asegnrard el cnerpo, la cintora y tot pnnos; se QDÌré al caballo con los moslos con la parte lateral ioterna de las rodlllas y eoo las paatorrillas, ToWieo- do al mismo tiem.po un poco bicia Coera las pontaa da los ptes« . .

Do9. Safari oh poco Km ^afios eo direedon Iti riendat^ «poyarft con fòet'fa al caballo espuéiai de- tras de las cinchaia sia hacer ningan moTÌmienlo con el caerpo^ y se las dejaré alli hasta qae bay a obede- cido: en este caso retirarà los panoa à aa posiciou j aepairaré las pierDas.

SEQUNQA IBCCIOS.

Martha alfrentè.

Para marcbat al fidente se ma oda ré.

!.• Fila hUera}.--De freni». 2.' Marchen^^

A la primera parte de la primera' toc eleyari el soldado lo alto del caerpò^ tornare la posiciou y pres- tari su ateucioo para la ejecucioo de lasyoces sigoleules.

A la segunda parte de la piisoia voz, aflrmari \o% poiioa, retrayéodolos bicia si por la direccion de las rieodas, y. acercaré las piernas al caballo, bio arri- naàrselas, lo qae sa liama recoger el caballo,

A la Toz de marchen^ le arrioiari las piernas. mas 6 meitos en proporcfon à so- sen^ibiJidid, y bajari nn poco !òs pofias pot" la direccfod de ia^s riendas, lo (fue •e itama daf lihertàd\ obedecieado el caballo separare las pieraas, y Tolverà los pofios é so pòsipìoo.

La segQuda parte de la primera voz, y la de mar- cbeo, debeo darse sto intermisioD de mia é otra.

Para hacer alto se mandare.

1.» Fila hìlèrct): 2.** Alto.

A la primera voz recogerà el caballo; d la legafl*- 3a lètantarà los ponos en direcciou de l«s riefftias •proximindolos al cuerpo, acercarà las piernas al ca- ballo para impedirle se haga atras; cnaodo haya obe- decido dismiaoiri el efeeta de las manos^ y separars las .plernaa; si do obedeoe l€ bara a^otir su^MvaoieDle

87t ei cffeclot-^e ofMi» rif»4i> coi» Bias^^ieniiMi loersa^te^aa

U 8«D8Ìbiìidad del cab»llo> la qoe se Llama baraiar- ^ ParftìMe^ f^a^ ptow; te, ma#()iucà,. lA .F*^kai(* hiUray. .

5** , Manhen* A la flego»^».voi: se recogeri^ el caballo^ A la 4e mar^ìten aaegifrari et ginete su caerpo pIe-7

Saodo «Oi po(^^ U cintcìra^ iei^antaré kos pafios por la ireccìoD de las rìendas, j acercaré laspìeroas. Asf qoe baj)^ 4>kerhf^4fy ?l c.a ballo bajarà' y levaotarà aa- ce8Ìvaffiiwte,9B>p(H^ lo» pniìos, lo que se llama <2ar ^ tornar*

el cabalta TÌerte la cader» derecba^ le acercarà la weroa dere$>hi<^ si vertiese la uqoierda^ le arrióiari la pierQa izqoierda. Si no basta este medio para bacer qbe fi «ébalLo vaf)ra recto .con paso atra9> (levare los pofios al natsaia lada doj^4i8 el caballo yierte SQ cade* ia« lo ^qe se llima Cjport^r ias espaldas d leu caderas? Para volfer ^ l»der«(c^a^8e ma^^darà»

!.• Fila (óhilera).

9' Por èl fianco derecha.

5.* jilaàetecha.

A la segunda vox recogeri el cabàllo. ' A la ler^erar trrarà de la rieada derec^a, j fl^rrkna'- ri pro^resif amante Ja pìeroa derecba. Al irse» à cod,- clmr el movimiento^ dtsminuìrà el. efecto de la rìendia j pieroa dereebaf sosAeDJéodole <»>n La rìeoda j pier- Da izqnìerda para terminar el mo:?ituìento9 y qneda- éaodéi el firmate ai paregé.éqne correspoodia ìq la- doderecWo.

Para yolTer é la tEqaleirda aervir^n los mismos pri^- eìpìef^ì empleaodo loarmed ioa conlrarios.

Pare dar >med»a/voelta àia derecba se maodari*

S72

' A 1a"prlmeriì parte de ta seganda to« recogeré ci cahalio.

A la segniitla tirare de la r renda derecfia^ arrìman* do progresivaniente la pierna del miamo ìaèo, ^brando con ambi8 prop TcioDal mente ^ ia sensi hi lidad del caba- ilo. basta bacer fpf*ate adonde feuia'ta espatda; al irae à Acabar el mòvìroie'oto dismtnmrà -pro poretonatm ente el efoctò 'de la rìenda y pierna derecba^ sosteniendo el ca- blai to con ia rienda y pierna izqnièrda para terini- tìarle.

J^ara dar inedia vwtf/^tf dia izqmerda servi rào Ica iteis'mos prinrcipios, j^mpleando ios medios contrarios. Para saltar é tierra sp mandare. .' ^ 1/ Fila{ó hìleray

2.' Prepdrense para saltar, Kn dos t!etnpo«f.- Uno. Crtizaré (as do.« riendas en la mano tibqaierd»; cògeiii' cf>n Iri derertha aoa porcino de erta, que liarà <«ù el dodo pulgnr de aqnella, afìrmfrndo dicbo pnlgar sobre la seguuda cojnntftfa del pvinier dado.

Dos. P^iidré ia mano derecfaa sobre la cruz, con el pulgar à la izquiecda y !o8 otros cuatro dedosi la de- recba. £n p*it(ft disposicioo se iDandari. 3.* ji tierra* Eo anatro lienipos. *'

ÌJno, Se elevare sobre Ina do» pofio«t, «osteoi ondose i5obre el dérecho; pasarà la pierna derecha tendi da so- bre la grupa del caballo sin toearie; llevarà el moslo 'derecbo cerca del i£f|nierdo, qoedaodo con el coerpo bien sosteliido y dérecbo.

ìios. ' "Saltarà ligeraniente i tierra, doblando no po- co las rodillas, y qnedando. frente de la espahda ix- quierda def cabailo. .

Trcs, Soltar4 )a crln qne tiene en la mano ÌBqoier- da; conia derecba cog<*rà las riendaR por eociaia de quella, corriendola hasta la eatremidad de ellas; dare uo paso de cbstado é la isqoìerdà/ y al mismo tieoi^

875 bajaré la mano ^zqmfr4? A tonur Jaa ritnda^ por . debajo de la boca del cabaìlo, u5as arriba j à la di$« taocia de s^eia ptul^^adas. - ,

CtuUro^, Con la mano derecba pa&aré las rieodaa por eucima de la eabeta. del caballQ^ secando primer^ la oreja. derecba; dejajrà caer svi estremidad' sobre la saDgria del braiio izqQÌerdp; UeTara la roano derecba é coger las riesdas por el misroo parage que las tiene la iEqoierda , y hacieodo on giro à la ìzquierda sobire el talon de este lado, correrà la inauo izquìerda por eotre las rtendas para'agarrarlas por su estremidad, y laa retirarà é sa costado, resultando tra la po&icion t]ue se prefine para aotes de saltar.

Para desfìlar por la derecba y voUer los caballos i la caballerìza se inandari.

1/ Fila (n hiUra).

2." A desfilar [por la) derecha.

Ea cinco tiempof.

Uno* Uar^ UD giro i la derecba sobre el taloo is* «^«i<»rdo.

Dos* D^^fari caer las rieodas sobre él braso izqoier^ do, tornando en segutda con està mano el montante iz* quieido del fìlete para contener el cabailo; haril la de- iDottracion eoa la mano derecba de deseogancbar la cadeuitia de barbada y aflejar la muserola.

Tres, Volveré à tornar las riendas con la mano <^^recba é las mi^mas seis pulgadas de la boca del ca- ballo. . "

Cuatro. Accrcarà la, mapo izqaierda i la derecba, h pagare por entre )as riendas para desembarazarlade «>2as , tornando por bajo de U vaAno derecba eco la iz« qnierda las rieodas, que dejaià correr ba&ta su estre* iao, Aaa abajo. .

Cineof Gir;aod<> d laizqoierda; sobre el talon izqai^r- <lo, volverà à su posicion , {levando ia mano izqaierda à

*a coa^ad^aia abandoiiar la&.iie^vdas* . . .• ' J

«76 ilrtne^fUiito «n bilera corno: en fiU, toAot loft OMvi- mi^t^s^osefiados, quedaudo siempre à caàtro pasos de distancia unos de otrot, para que ios aioTÌ.iiii«»tos pue- d^B hacerse por todos co atra ìé qd tieni pOi ~ CaidarAo. macho. Ics .ioatructctrea éo afirmar^ eo ci tjrabaJQ d^ la coerda é hs reolotaiv ea ia poaìdLon del coerpO) &c.

Cada leccioo, coaiido mas, dora ri hora j media divi- diéodoia encuatrocambiadaj^^empezando alternativameo- 'tè à trabajar à la derecha> j en aeguida à la iz^oierda. , Cuando se qnierà concloir està ieccioii se les bari Kacer alto, y volviéildoios é su pHmerà posicio»por oa ^^iro i derccha 6 izqnierda, mandare echar-pìe é tier- ra y desfiUr al coartel , todo corno queda ya prer^aide.

SEGUNDA CLASE.

' ' ' PBIMEBA LECCI09.

Trahajode losreclutas d la cuerda estando Ios €4àyali» ensillados*

Para està. leccioD podrin rea DÌrse basi? ocbo hombres» y coadrados al lado de sos óabaiìos^ como ae ha espi»- •cado^ se ntimerarAu desde ano basta cebo, empesaodo por ia derecba, segua se ha preveaido ea la cscoela del recluta à pie, . * .

Para moutar à cabaiio selmandarA. •!.• Fila. \' *

2.' Prepdrense ^para montan. Eo ctoco tiempos.

Uno. Lo» nuineros pares barin dìarchar béoi» atra» i sua cabatlns con peqaefios toqaes de rìeoda eoa la ^maoo derecba basta que sas cabexto re»oUei> tre» pJ<» distautes de la linea de las colas de Ios cabaiio» iuipa- res, siguiendo Ios bombres al mismo tìempo con paso atr>h qaedaiido coadrados al coocluìr dicbaa dUtamoi^l-

Dos. Oirariti todós 1 U derecha para qnèdar iftt»^ ^radoè al iado de ta cabeea de stis cabalios, e\eitùtàtiàii en sagctida con Us riendas lo preveotdo én iu prfaièra leccìon y primer tiempo para «aitar. ' '

Tres* Èjecolaria lo dicho eu ei segando ti^mpo de dicha primerà lecciòo.

Cuatro» ' Practicariu lo preveiiido eii el tèrct r tiem- po de la Biisma.

€mce. Soltar^ft ia^^Wtidas de U mano derecha, <le- }iodolas caer sobre la e»palda derech'a de* caba!lo, y èajaod^la mkma mano il U erta, cogerén fina porcioa de ella;; qoe liarin comò queda pr-eveoido; girkraii à la derecha, y tomàododeapoes^ por' sii .parte ma» b»)si accioB^dei estribo, la volver^n aobre sa plano, estaado prontos à ejecutar lo <pe misde ei instructor. ^ caballo.

Eii'ctiàtro ttfimpos.

Uno. Se mete fa ptittta del pie izqtiìerdo eii él e«- tribo; y h^cieodó el mofimtebto de vblVer el brato dereebo basta igoàfar con 'ciierpo, se aNgerarà- èo- gerà e* borren trasero de h si Ha eoa la mano derecba, ijocdaiido el dèdo palgar pafa adeatro y Ixiséuàtro res- taiìtes afuera. / . . ,

Dos, Se elevare, ajtldado de la mano isquierda^ao* kre cl.estrJbo, y adeiaiitaiido la cintura, y sacaodo el pecbo para mantenerse dérecho, ^e presentare eu pie sobre' èl cstfibo, y ctHadi'ado corno si esttivit^e pie a (ierra.

Tres. Giraudo sobre el mismp pie izquierdo, en qoe sostiene, pasari (a ^leroa derecha^ tendida y airosa por encima de la grupà sin tocarfa , soitaudo t\ borren tràsero parli déjar pafear el inuslo, y para qoe puesta ed seguida la mano derecba sobre el bor- ren deiantéro, con el pnlgar bacia afuera j los rea- taotes adentro, sostenga' el cuerpoy eaiga stiavecreit^ €l hombre en el asiento de !a siMa. < i

Cuatroi Cdocado en la siila, soUari crini, J to»

«7» roaHclo las riendas iel fitete, Una sn C0Ì% tMfnoy :sAnr ri pie Ucjai^i-clo Aei estribo^ y respeicto é <qaé,€è e»U (eccìoii dt^he traJ^AJor. ftho^ostribos^ coidarà el instrudor de sospenderlo en el . porta estribo* . ' Para bacar qae viielyaii é sa idgair 4os qoe saHefon à retagoarrdia, se inandarà.

2.* Marchen. . A la segunda voz marciiaréfi al paao loa pareaà^én- par lós cUrog qoe' tienen A «n fremite, hamodc^ alto enabdo llegueu é 6q altura, recogieodo ané f abailoa Ioa qiie quedaroD firme», coaodo etareii.loa qae ae .no- fieroo, i fio de^eviUi' ^coz^ patatla, &cl

ObseFifacimi* . . > - ■■ .

Se ha preyeoido é los pares qoe «aqoer) sua 9^lba- )los retagifardi^fi len la «ìop^sìicion de. aer de segmijda fila^.en. cuyo oiso servila io dlcbo aqai da regia. ge«^ iìeral> pues. ai fuesea de pjimera serian ioBfiriHjes los pa-^ re2|, y, los.io^parjt's ^aldrlané^Taagi^dia & la uuiama dia-p tat)gi.a, y volveiidu con pasQ aUaa é o^^apar $n9 clarok, por coDsiguiente se les insti aire de un modo y de otro» . Xaaudo los reclotas seel^re» ^bre el estiibo ìzqDÌer- flf>^ teudràn. y coiiseTvan&n, unida alcabaito Ja rodilla* laquierda para evitar, todo baipboJeo. . P^ra n^arch^r. à l^.derecUa^ balliiid^iaa Ioa replnUa eu uaa sola fila, se oiaDdaré. l..* Fila,

2.*^ Deduno.-^Porlaizquicrd^alfrenten 5.* Mafcjten*

A la sego n da parie de la segandai tov . repQgeri aa cabalio ei prim^er ho^mbre da ia iaqoìeirda* .

A \/à de marchen lo. veriScarà <qI rpiamo é. ,an ff eota, y recogeri ei aujp ,eL in mediato^ que saJdr^ ai franta cuando ias caderaa dei caballo del |)riiner bombre IW- ^c^ é,,la,aUara d^ la cgh^tì^ dpl,8vy.o;. ^lirandp, ^a fé-

i;Qodo haja salìdo rectameole tin <^PLi^f0 d^ «àballo, tt- rari de la rìenda izqaierda^ y Arjriinaré la pi«rna del mismo Udo para ir tiiagODalmeolte 4 tomar )a linea dei 4\wi i^ pF«(cede ^«bi^éivdola; ^.q^aodo ljf;|^9<e .aa,9a)iesa 4 haliarae ea ia ,.dire<^0Q del ho(ii;b;re.<}ue va deUfit.jeh tirare de U riemia der^ich'a .aj^ìc^odo ia |»ien»arfie| U1ÌM90 Udoi, y aeg«ìr4 b pùta d«i prMneiMK. Lo.dicbiif para el segando, con reapecto al pr«a»ero^.ea/cpa9«i4i4 io6 demas «peaigoeii. v

Para marchar à,ia derecha ser^lpr^^ii iaa mt^maa. C^^glUi^ bajo los medios contrarìos,

Darante està instruocion^EejKi sari eoo frecaeocia d^l paao al trote ^ y de eate ai paso, hacieodo aitoa ai aigoìio ae 4e9eoi|ipusie^

sEGuife^'A ^aeoTCór..

Para pasar del pa^o aL.|r0)e.«afna<idaré. !.• mtera, ' . &*• Àlirm^, , . ..•'.'..• 3-* Marchen. K te^Q9/iUTQsa fe^PQ^i^ l^.-cabaHi^^para fiN^- rarios é cobrar su velocìdad. ;.r< .

A la demarcbeo, que se da ri. inmedìa tacente, faa* jario lo8 pofioa en lasdtceeia9oai,,4e ias rieodas, y acer- cario progresÌTamenté ias pter.9.as. al cabatlo' basta qua •obedeaoay ^^<fiy4 iasM^lie 'r^$t^iìifio i^a. |)|unoa:J ta ìng^r sio^preeipitapìoa, y «epararin laa pìtjr;»»! .porgjOBr dpf. Para pasar 4el tfiot» al tr.^ lar^p ise «oai^ dajfdk - ..

. , 1/ MUr4U . .

5/ Marchen^ i, .

«li«eemii'><de laa riendas, a*pe«i3ar«ii laa jptevnaa v 7 aI ohmbcier e) oabalia laa «sfiar^iria >jy irqi^^iéa itos punoa ■é «n 'lugar^

«flaraipaiar d«l M^i^-hfigp^^l^^^^mmBiiàÈité.* *

«80

!.• Bllera.

2.' Ai trote. 5.* Marchen. A ta segunda voz^ haria no meclio tiémpo de pa* rada, j aproximarào ias piernaa para ìoipedir qoe se idetetiga ei cabatlo ó qoe tome el paso, eoa dayò me- dio qaedaràti al trote y restitairéa los ponor j Ias pief tias d sa posìcioo.

Para pasar del trote al paso sertIréD loa mismos prio* cipios que para pasar det ttote largò al trote.

' '' , (Mfservacion.

Siempre que se pase de un aire à otto, se harl prò- gresÌTamente y oo de qo gólpe. ' ^

TBftCBRA LRCCIOir.

Aumentar elfrente por un& ó por d^s.

Sttponiend*^ que los rectotas estao naarcbaado à la isqnierda, se mandare. !.• Hiiera.

2.* Aumentar de d dos. - 5/ Marchen.^ ' La pnméra vo« equivaldré i la de ale^cìoti ooiao jt està prevenìdo; à la segooda todos escepto el qoe va i 4a.oabeEa preparare sas eabatlos para tornar - el trote. | A la de marchen, todos meoos el priniero tomai^^oel i trote; el qae ha ce dos tirare i n mediatamente de la rieo- I da izqoierda, arrimaodo la^ pìerna irqoierda , y se iri \ oblicoameute é la izqaierda kas tal legar à la altaradei .prtmero, é coyo lado tornare su misosa Yeioeidad ; los isigQieates ooutiouarén marehaodo rectos à sa' freote <1 *tn>te: cuando el iidinero tres Uegtiie A un paso-largode la gropa del caballo bdmero ano, tornare el 'paso éti cstev y «1 ailinero castro qve lo sigae iniiiedtatavifDts

l

881 jétrft9, tirari tobra: la roèrcha* la riitpita^ isifiiferdà, ^r arriiparé U*.piei^na del mitmo-iado f$r^ aégmr eblictia* meateé pon^rse é ia ixc|ciierda del utlmeró tren, A «coya allora toÌEnarà sa paso, y asi aiic^Tameiito haata qaé todo&liayaB éomeiitado.

Se pò^ri^ainbidfi aameotap de é ctiatro comò se Béè>* ba de demoatra r 'para de 4 doSf .j en eate caio od* meròs 3 y 4 doblaràn sobre k>8 ndmeroa 1 y9^j su^ cesivaniente Ica 7 y 8 aobre A j 6. Laa Toces aerea laa aìgoìeotea. !•' Hileras^

2.* Aumentar de (tcaairo. 5** Marchen* ^ ^

Marcbaodo de 4 caatro sobre ta izcftiierda, formar los ocho ed onaf misma {ila. Para lo qoe ae mttudaré. ìà Hiìera:

8.* ' A doblar por cuatro. 5. Màrckètu ^ A la aei^anda voz Ioa poatro segandoa preparaféu. 108 caballos para doblar sa Telocida^*

A la tercera^ coplinoatido au marcba Ioa caatro pri* meros'é la mtsma Veiociclad j dìataaci^ del centrof Hran los otros coltro aigaieutea de la rienda ii qaierda ,y sar* rimarén la pieTf>a dei mìf^mq Udo .para salir ai .trot?^ oblicaandoé la izqpijerda -basta lle^aré la altura de los primeros por dicba mdoo, en cojo instante se aiineario eoo elica y tornarlo* ei miamo. pasq. Si. habiese mas. fiiaa lo barép del pn^jno i»odo«.p€ir9 sacesivameote.djO^a)^ de à doa j de é tino, coarta y seata sobre la torcerà y quinta, .&c. Paradiaoiiaair el frante por Qaatro y por dot a^ man*

' !.• JFila.

2.\ A disminuir-^pcr cuairo. Marchek* A la aeguoda parte^e la aeguitda yoa recogariD.'saa cabaUia b^a coatro de Ta iaquierda. ' '^

19

m

A U Cefleeiri %ot coatritiiliiiJo'aa'nMrblia lot €«aM,de U deriscka dMf»iaiMria .satira ìo$ demàs /* faa«tA, qut iqQolks lefi hi^r»!! rèb^sado, en cnyo iostante jretrae* rèa b nano ;der«cl|§ y arrimarin la pwroa.del Biama Udo para marcbar oblicoameote éladerech* haalafor* mar bUeraa jevààtifà iosqiie Lea aotecedeff.

]«09 iikisiiK» prifloipios Mrt'irénpara dìamitiDir por doi f,^an pur Miìio.

Ohéervaciòn.

Caando se est é marchaodo i la dereoba se ejecQtarin los auinentos oblicuan<Ìp à la Serecba, y Us dismioa- ciones oblicuaoJo é la izqaierda, segao los principio's es- plicados.

"CaanJo qaiera qae acabe la instAiccioD s^/les bari qae fornien eìi oiia fiFa y que hagaa .alto. Eoltonces se lea baridajar caery calzar el ealribo .izqaieV do.

Echar pie d lierra» .

Baflitidosé loft rectutas sobre ona sola "tlk se bàndàti 1.* . Fità. "'-'■■ 18> PfefpdrèHse^fara ìithar pie d tietra.

EìidoiB tiempos. "KJkoi A segtiKida parte de la séganda vos los pareS èarih irtras siis caballos la dUtancia de oaatro pasos, Valiéafdosé para esto de laà regUi ya pi-evefiidas para dar |iast>8àtras. * ' '

Dos. -Crozaràd làs rfeddas en la mano i^aTei'da, y

1)ftjéfkddla i inmediaciob de brìtt, òoii fa dèr^cha

Sarib ài dfedò pulgar de hi f)^^tiìet*dà boa porciòn de

ella; eo seguida coiocarào la mano derecha 6obre et

bòrt%è délàiftero éóii' ^ dbdó pàlgàr alViéra, Iòs eoa-

tro restantes adeotro, é introduci rèa la pnnta del pia

lEqnierdo en el estribo. . . . * '

>•.'••■

A— tur r a*

V^n cnatro tipropos.

Omo. Apoj^odose «a ,U inalbo, ^^recbn J /S^ftlM

ieqQterffb , giriàM sòbrVeaé letintirlti la pternt defre« cha j (a padatéiv éiftèodftià y ati<osa jytfr eDeìma deU grapa del òabalto'm Idearla^ tfayéddoU i là. tbmedilh^ cioa^de la izqaìercl?; qo«daiido cnadrados jpasandó' la mano derecba al mismòtìèiiipo al boHren trascfroj 8e éo« iocarén corno se pretiifo iparft inoptar*

Dos. Soltando et borren trasero, y girando tobre el estribo iaqoìerdoi Hegar'o al au^lo <coq el pie derecho, trajeodo el ìiqoierdo à su joniediacion. SoUaràn de la inaoo ìsquierda la erin, j qaedaràn coàdrados al Udo de ia «palda izquierda del caballo.con el freote 4 retaguardìa j la maoo derecba al còstado.

»Tres* Girarin à la isqaierda; pasarào la mapo defe- cba é coger las rienctas por encima' de donde las tiéoe

Ìi isquierda, corriendo aqàetla basta sa éstreiÀidàdi aràn on paso de costado à la iiqDterda y bajàràd' la maoo izqoierda é tornar las rieodis por bajo de Ik

boca del cabaltó, n&as arriba, j A la distancìa ja ad- Tertida de-seìspùlgadas.

Cuatron Igoal al coarto tiempo jra esplicado paìrà wZ/ar <l hVrrà (pàg. 272),

Para qae voelvan d (ormar eQ ona Glasd maodari. 1.* À rehàcerse* 2.*. Marchcn, ,

En' an tienSpó*

A ta segooda vot Ioa parea marcbarin i so frenté basttf ocopa'r Iòs claros qoe correapondèn V bacieodo alto cnando ]^egaeo é la altura de las cabesaa de loa que estan firmes; eslos eTitario por medio de toqdei stiavea de filete de abajo arrlba eiì el momeoto d^ en- trar loa pares en sua ciaros, qne sua caballoft tiren cocps , &cc.^.y entorpezcan la accion de los pares.

Caaóto se previene en estas lecciones se ejecafari' por derecbo j sin caerda à largas distancìas para no fatìgar tanto à bs reclalas y caballos en an continnado^ trabajo circolar, para ìó qae se dispondrà en binerai abiertaa entoa miamos t^SrmiDOi qaa se previene eil U

ii)4tir«<ieio<i i pie 11 di»tMft4o. «stretti imos enatfo pasos» ^6Ì..ffpt»Q GaJa b.ofi)Ur6;tlei de fo freote 6 espalda para ' j|qe el io5ira$U>r piieiU jatraveaar iibreroenXe por entra cuat<{uiera-, à fiat de <>bservar. j «corregir lo qae note. Callido se coiisidereii }>a$taoAe lustrnidos para*tra- bajar iibremeute) ae ies bare. p^Mr à la clase que sigue*

TliRCERA CUSE.,

PaiMEBA LECCIOIf.

Trahàjo detos redutas sin cuérda y con estrìhos.

Guapdo. el recluta coDozca j distmga por sua pro- pio6 uoinbres las partes esteriures del caballo, laa de «au moutoja y equipo; cuando sepa montar j desmoan- far con aVe jr. segiiirìdad, tòjfnanJo so posìcìon gracio- sa j.J^rtnQ> sacar .el caballo adelaote, echarlo atras, toI- Vérlo'à der^cha è iiqmerdà sobre el paso j trote, y ^i| to4^^-.di:f<^C*^ì<>A'^s por medip de las àyudaa correspou- aientes/aplicadas con ' prùdencia ^ se le podrà, couside- rar apto para nistroirse ep qiro de los niedioa de in an- dar el caballo, que bau de 'ir acabando sa iastruccìòn.

£n este estado se le calzarin'Ios estrlbòa para cfoe se babitue i asailos con soUora basta el cà^ qoe pacda ]^mifM^lp§ f recobrarl^s .CQandq qùiera $iu descolnpo- bèr sa posici on. Se le easenaré di hacerlà medida qae necesitè de estrìlios, qae sèrdf et que el aaìeuto d hon- don del èst ri le tpque prectsaaieote encioia del em- peiae^derpié, btèn colocado el hombre à caballo j eoa fpf^ pòóslòs, pìernas y pies esfendidos.

G<>m9 el est^^ò de iustracción en que boa hallaoios no es. saficienta tpdavia piirà que la seguada fila obre aoi^laà la prirnera, sto einb)rgo de que eu lo sacesifo. nodrào reiinirse de Jiez y seis 4 veinte y coalró hom- br^8|^ qce autès de naout^r i caballo se lormar^n endos nlai cpu distaiìcias, se bari» ea Us doa (a mUma na«

meracion de 'dérecha i !«qoicrJà y preparUctòn |ia-* ra mobtar con el objeto de cjercìtar à cada tuta »è« paradamenle ih el detall de ^ata leccten, pal*a qa» el pelotoD se fcrtnarà en una de lars e«tremìdadè8 del- coadrilongo, é fin de qtie ta fila qae deiiequedàr iìimó*^ TÌlespectadora^no incomocUA laotraenscis inoTÌmienlo8r Dpspaes de haber trabajador lar pritnera fila irà éfor* mafke df tra^ de la kegnnda j asl «acevÌTanTenre.

Couddcido e\ peloton a! enadrìlotTgor, y poniendo do9 fargentos ó cab^ insti òrdotì al' fr ènte y rei a guardie -del centro de ana y otra fila, cn-éndo Uegtie é snx^ntrè^ bare alto j en aeguìda mandare ei mstmct^r é la prU mera .fib^ «^nedando firme U aegnIUla*

1.* Prim^fa/ila.^

3** . Cony^tsi^^d'là deresba- .

5'.* Marehen. ».

A la'»>gtii>tk Tóft rocogeria lo&cab^los los'de pvinie-

ra fik^ y A b lercer» eiApeMr>aB i ccmvertar.^segada-^

mcble*! paso^j cotMìdo raj^an i c«(mp^e:tarla med.ia con-,

TeratoDÓ media vuelta à la derecba mandare au «argento».

4.* Fila.

5/ AUo. :\

A la cttarta vok prepararén $«• oal^allos para el alto^

que e|ecuta»4u al oir b quinta.

. Marchar d laderecka. .^

Fara marjchar i la d<>recha ae msrnd^é*

^ I.* Par ///a*» ' '

2.« Z?e // Mfìo por la izqwerda ai frenU. . 3.* BlarcKen. *

A ae^gnnda yèz ae pODdréff loà sargent<>8 delante àé lescofltados fe'jnierdos de atis trespectitas, qoie i U mìa* ma toc preparai! snscabatlos para -9alìraì irente.

A la de marcherty ditibos 8àrg<»nt^ y )oa doa cmitadoa: izquierdoa de ambas fila» saldràn «l freète naarcbando coatro paso» para dirìgiraè eiì-seguide diagonalmente à la ìx(|uterd», retr aerea U maD(> laquierda'^ arrinaa-

m

ria al.o^^aUo U^pieri^f. dee^e U^f^iC^el gip de Ì|«|;ar àia par^d, àei cdadjriloiigo la^n^enoi tr^s Queirposde ca- balio ante« de los énguLos de sa ìzqoieré» ; l0s recla- taa de cada fila r^oogerén soa cabalios, j romperén «ucesivameate la niat^cb^ prpca^ando ponerse ep bile- ^adei^ra3 de los qo^ iea pre^den, ilfgapdo é la pared por el jqìsoiq punto qoe lo8%rg^iitos> rectìficaDdp.atif aQs caballofty tira;id<> de la irkod^ defecba^ j arritDydo b pieroa del. olismo Udo para[ seguir eu petfecta linea. Si dft la misiua di&poaicioQ se tiuisijese mar^cbar sobie la ia^uierde) se maudarà* * ^

.' ; !>' Porfilqs;

8/ De d unvpor la dérecha al frenU^ .,

5.' Jdarchen* ; # *

SerTirén los mismds priAoipios bajo los medios con- trarios, con la difereuda de que ios sargeutos gnias j costadòs derecboa de aihbas filas se dirìgirinr A su fren- te, basta llegar à los lados laenores del «ci^driiango, dónde ToUeréD à U ?t)]uief los sargentcM j seguire •ù pista los costudos»

Variar de direccion enla longituddel cuadrilongo,

Goando los coodoctorea de las hileras ha^jan vneltoi la derecba en el primer ingoio del cuadrilongo se man- darl.

1.» Hileras. 2/ A la derecha.

$.• Marchen. *

A la spguoda voz prepararlo los condactores sos ca- ballos: é la de marchen volTerin sobre la marcba i la dorecba bajo los prìocipios indieados y seguirla rectoi é su freote; quando vpyai) i llegar al Udo menqr opoea* loàl en que volvieroo i la derecbai se inandarii* . 1/ Bihras^ 8/ ji'la izqm$t4a. .... $.' Uan:bf9Ku ..

96f EfeeoUriii los ttunwft m««ii]rinite&4J||ìo Ioa tnedioa contrifiof j s«|gairéo porlos Udps del cuadriloogo.

Eh Ofiìl y ott^ Tariacioii Wgoirén loa'denaaa é àna^eoO'- daclorea volfìeodo eo el poqto qoé eiìoaj tQmaDdo.aua Bileragé ' ^ . . .

Cariar de difeeeian oblicmid ia derecha.

Al irse* à encontrar los goia» por la.izquier|da aotea dr llegar al centra del cuadriiongo se ixiaiutar4 ,

1/ Hileras.

2.\.Oblicuo r-dkkdfireeha*

5.» .Marchtn.

k la aiègunclà parte de ìa ji^gnuda to^ rebojgérin to«^ clos 8Q9 cabalUs. . *'

A la tercera tinarìin de U' fieilda de recti a y abriga«* ri^aus cabàllòs con fti pieroa del misruo ìàdò para ba^rlos'ejecatar Qoa coarta parte de girò i la deré-* cha; al acabar £<»te motimìenta acerciaréu Jars doà .piér- Das para seguir rectaineivte por el frente qae lea resoita*

Guando Tajab à llegar à la paied dei CMaidriloo^o io mandari.

A Ta segàtida Voz dèstiario^ é ta isqnierda el coarto de giro qiie' Hfcieroif é la dereébav y é la de marofaen teguiriv so ipciiirtsba ai freote en biléra»

Del mismo modo ae practicarà à la izquiérda.

' -•*■■#

Variar de direccionenlaancht^ra del cuadrUongo»

Berpp«8 de haber yariado de di réccioo cooio acabli dedecirse, ae darin a-'gooa's ìrueltas é la ìzqoierda, j se 9J«ci»Urin,dioa> Ttariaciones de jdireccìooeo la ancbura 4al qiadrilopgo^j tregua Ioa priocìpioa esplicadot.

' -«Se

♦- ' -' ' /: ' 'fEomrD&r/tBBcioir»; ''.''•,.'■ GiraèindiyiduaU» d laderecha i izqikiét^a morchando*

Cuaodo' las htleras iiiarchando por los lados mayo- res del caadriloDgo yayan é igaalàr las cabezas con ias colas^^oooivtraclas.^u. direccìoa psiraU)aà ioalad.of ma- ygres, se mandare.

l.> Blleras. ' \ / .

2/ Frenile d la derecha* '" '' 5.* Marchen»

A la seganda voe avisario^iodoa i saa eabalbs.

A la de marcheo, cada uoo volvevA .el éujo i la j^^eclvi 7 todos aegoir^o al, frente sin deteaerse| diri- giréo sas cabailos à los interTaloa de fila qae viene i sa epciieqtro, j pasar^n asi% los quos^ por eotre ics 9troS) arregUodose por ia izqai«rda) y conseiTando sa iatervalo por «il mismp Udo.

. Cuaado vayau 4 iiegar cerca de la pared te man**

. !.• Filas.

2.* Por ti ft anco derècho. 5. Marchen.

A la seganda voz recogerin sas cabailos, y tf la ter* cera cada uuo volveré el sajo é la derecba sio deteaer«a, sfguiéodo la pista y cobriendoal hombre que le precede. ./Las hileras asi fBarch^udo.se ballali ^a uo órdfki iu- T.er&D, pues llevao Los cpndactores à retagaardia, y se restituiràu k su órdeo naturai^ re pillando ei miamo mo- ▼irnieutp, *

Del mismo modo sfi bario los giros i la iisqularda ra- U^udosé de los medio^cootrarios*

Medias vuelMs iUdivìdùahs d- derecha e ìzquierda marthando^

Caando las hileras ballen eocdiitra'das é'fgaaleSf la cabeza j colade la una eoo (a cola 'jvCab^iv de 1*

giro inditiéflàl é ili d<r«cha*^ cùfoù qoééa prevénP do «i U 4iiBlroccioii aritemr^ ]r :cl0é|iiies do pa^ar iois Qoos por lo8 ÌDterTtiloB de los otros ae «aaodarA;

2»» ^ Media vàelta^d la derécha* 3.* Marchénv A la aegooda voz recogerio todos saa cabali oa pre* paripdoioa para dar la mffdia vuelta. . ' «A la .iercéra , la darà tndtvidoalmeitte 2»ajo k>s pi^ia- cipìoa oonsabidoa, en. aegoida cooiinoaFén rectamei^te^r IO noevo f/eote 9 y secouTertiria en bilera por ud giro i la dereoba ejeeutàodolo por laa voces j medioa ja esplìcadoa.

Coaodd ae 4iaja ejeebtad'o al piso todo loque acaba de preaeribtrae^ ae repelìrà al. tfote J trpte largo^ despaes se voiveréal trote y en segoid^ al paao.

Deapoea ae empeaaré od cambio de dìreocioii cola loogitttd del caadrilengo, y.cuaodo la$ doa hileraa ile* gneo à balUrae al iado uoa de o tra' , se mandari»

1.* Ifileras» .....<<•'.

2/ jélto. À lajprimera yoz .récogerio todo» sua caballos, à la BégDoda cada uno retendrà el ao^o^ cuadr^odole ai no lo ettoriese» > - .'

TBBcaaA lECCioor. .

Paso de costado* ^ . .

Paraniarobar de coatado à la dereoiui ae maodari* lA Bileta. . ^.

». 2/ Paso 4e costado-^d la derccha^ 5.* Marchen.

A la aegotida parl<( de la aegooda yoz convertiritt to- das laa. espaldas de sus caballos à la derecUa^ tirando de^ eita.riaiida y. arriiiiaiido aa poco la pieroa dei ini<iipo

9m ^

1^9;e%yalda8',.aoeffoaodo Miaviiaifiiito^liii pi«i;iiiid«r«Bhft pa- ra sosmidr ^1 «ah^lo* . . , :

Marcliario ea est^ dìsposlcion la> 4of InJeras basta ir é ilegar 4 la pista lomeiiUt^ a) lad^ giajoiRr' respecti- vo del cuadriulongo, donde 86 m^tfA^^Xi*

2,- Mto. '

A )a aegaada vat b^rén- alto y nectifioafré oada. ano sa oabaHo para qoedar c<MÌrado j eabterto^eh la i»ilera« ' Para mavcbar de cealado ila iaffuierdà s^^ barrii co» l«s vooeajr neglasqaei U derecha.ba}o los^iaedioa con* trarlo».

' Paca estrecbar la» distahchs da dos fìia« à d^^redia 6 iarfnierchi 9 qua se fatllan coo^ hileras abiertas^ «nrpoqìda* dofas traba jfitid^ ea el Cttadrtloogo j qoe 0SÌétì al-iado aoa de 'otra- iguaUs j eooostradas eo eA medio de ^i^ . ae laa mandari bacar- aiti> , y eo aegnìda qoe ajaimteo indiyidoalinéota un giro à ìa dfM^etiba , j «D-eità diapo» sicioo ae daréo lag Toces.

!.• Fiia^. '- V fi.' Union'^dladerecha.

5/ Marchen. LoB costados derechos se mantendr^o firmes j eoa* drados é sa frente ; t^cnloa ios damas.» i la segauda par- te de la segunda vot, coDrerlirén ef coarto delantero de sus cabailos sobrè ia derecba, eu los términos es- plicàdoa, y i la tercera los poodrin à andar de coatado é la derecba; y0i moiilento qaé' Tayflrt^ *ttegai» cerca del hombre cod qoien deben unirke^ \ès arrtrnaréii U pierna derreclja para impeilìr qoe co el aóto cnadrar- los se aprìeteo 6 empnjen*

Lf> miamo se *cjecótaré bicla 4c f«q«ierda bajo lei liiedioi contraTitors.

Déspnes de efecufado lo dlcbo, §o pertnìtifi à U tropa qae descaose eo sa logari dejaodo caer i faeor*

mita.

PrincipiQS dfC alineamUntp.

Los reclatas para alià^arse, adìsuias de ob^^r-far- lor preveuido para^ este caso en ia instrufifoo à pie, ctiU dario de poner ia Ifnóa de stia hontforo» en U proton- gacioo de la de Iòs hombroa. de loa intnediatéa por eV iado del iilioeamiento: tocaréo con aa rodìlla la de aa kiinediato por drcho ladoS conaerTando ios cabàlioa de- rechoa para que todoa tengan ana ìlìreccion paratela*

PlBfra èjercitarlo^ oo' t^s aliiieamÌ€Dt<ta, sùpbnléodo* les ebbre ona sola fili, bare aalir el tDatraeflor'di«e pa- ioa A sa freote W tres primeros por la derécba, j despues de' baberloa alineado^ mandare* .

1/ Bla.'

2/ jìlineacionsucesiva—porladerecha^

5.* Tal nùmero - alin^arse. A la primera parte de la tercera yoz, recógeriS cada reclqtai cuapdp le llegue sa vet^ su c,abaUo, y à la segonda de U misma voi saidcà é sa Irente aia precì- pitacioo; volyerà la'cabesa sobre sa. derecha, j ae uni- ri al inmediato de dicho Iado de modo que Jlegue é tocar eoo su rodilla, sin abpirla, la del iamediato; do reba^aré la alìoeacion, y conseryarà la cabeza y vista é la derecba basta la voi de'firme^ é la qué la restr- iwr à, al frer^t€. CI ipstroctor se colpcari fuera del epa- tadp derecbo, en la Ifuea de las cabazas de Ioa caba- llQa> para, obserrar la exactltud de eMas aliaeacionesi j enfreote de cada nno sucesiyamente para ver si marcban cpn todo sosiego y rectos.

Eo seguila se adeiantarip Ios trea* primeros de izqttierda de la fila*, y, se ejecuiarà igoal alinaamientò €00 medios y TÒces iuTersas.

Ejercitados éo laa 'alioeàciones, ano i opo, doa à doa, trèi à tres, &cc.|^eii direccioo péiràlela, se pondrio

m .

Bases de irtineatailènto en d!reccn>oes obiicoas, empe* fando tambied deade tino> Acc. , y aobrè Doa j otra ma-* DO. Este misino órden |^radaal ac obaeVyaré i retagnar* dia rebasaodo Fa Ifnea tnedro cnerpo de caballo para vòl^r ali» U cabesa 4 U .mano de aiittea^ìon, comò se previoo la e^iieU à pte.

EjecciUdoa M a^ceMvafDente ae practicari la mestilo eoa la fiU entera^ para lo aoe aa mai^dari. « K' Fila.' ' S*» Fof*' la {derecha ó izquierda) alintarst* 5.* Firmes. . . .^

Para e|e««Urlo ae (eodrin preaejikea «sica prioeipioa j ioa de la iiiatracioti i pie» ^

. CUARTA afSCGlOII. .

Frincìpios de ùanverdones d eie fif<s

'Para e^ècotar este movimiento se mandard* ' l.» Fila.

2.* Conile r Sion —d la derecha {d izljiner day " $,* Marchen. A la S(^g,unda parte de la seganda ioz a^isarin todoa aas caballo» è ioclinarii» la ^ì.ste al contado sa lieo te.

À la de marchense pondrjfo todos à còoveràar, coi- dando de arredi ar su Telooidad por el iado del costàdo aalieote, y la distancìa par et del eje.

Se barali ejècutar por derecba è izq^aierda afgiieas eoiiTerstones en una sola Sla^ al priDcipio «on hileras alHertas à un paso de intervaio, y estaiuto ja à^guros en laa conversione» de e&te, modo ^' se bario estrechar Us dwtaiiqiasy observando coanto se previene eo la ios- Iropciofi à pie, daodo por sapuésro.(pe lo ^oe allf es eoDtacto*de codos', aqui lo es de rodillas» - *

Para concluir la conversiou , ae maodari»

^ 4!» Fila. ^ " ' 5/ jitto. •'•'.■'

SS9

. alinearse^ ...

. . 7/ Firmes^ , . . ,> . .

À UPcoarta :9o% recoserin sus cabalk>s« A U 4^ fz'^o le bari la tropa? y 1m demas cuaatp laa cooeieiue^ corno en.ì% itutruccìoa /i pie.

Para concluir està leccioo se formar^ U tropa èa doa (ilas^ j se bare de^filar de i do$ <S de à cuatrQ pai;^ relirarse al #uartel 9 dopde Tol?e A i formarse en dor fila$« ì

Para echar pie i tierra se ejecutài:i lo prevenid^ eo U' tercera fóccion, segji^uda cla^e, eoa la di^renci^, de qae à la yoz à^ prepdrcme para echar pie d iieria» saldràfi caatro pasos À sa fieoiè Ips odineroé ìrp^ares de primera fila, al unsma tie<npo que Jos. p.arts 4q s^r ^Qilda ir^n cop paso atjras à Ja misina^ di£itaucia« , . ,

Por regia general toda tropa que.,t,eoga que echar pi^ à tùerra, hallàq^lose (brm^da 90 dos filai, se conforipa- ri i este misjDO priiicipjo. ; ..^ , . ,

' ' CUARTA CLASE/ '

PRIMERA LEGGION.

Trabajo de lo» reclutas sin cuerd'a y emhrida&os lùs cahàlfos. *

\ De la mano de la brida*

La mino izquierdaf destuiada para llevar las riendas de la brida,, debd sitaarse e 11 la linea c(e enmfdio d^ cqerpodeì ginel:e, j «obre ia que nacé entre lasàos ore- jas del caballo j va por toJp lo largo de sa cuéiio.

£1 pàoo se ha de conservar nataral, sin vplverle adeatro ni afuera/en la^mlsma direccion qae el àule^- braso, de modb que los ^udillos de las prioieras ar*

2Ò^ . iliciilaci<hiéi tos <léÀòà ttlren^hiciìl 'elp^Dèlfb iA ani*^ idbI , y ìà% ofias hécìa el coerpo del hombr^: el dedo mefiique irà entre las dos rìendas qne empò^aràla ma- no, abidiis ambas, doblaràn al safir del paiio^or el iado del d^o pulgar aobre el prìnaér niidtuo dei fndi- ce, y aobre el plano de Us do» ae esteVideré el piiigar ^àr'a qtie do 9erasbaleo, viniendo Ì caer sa. estremo è botbn firtne al ladò derécho del coelio de! cablilo.

La'àUora de la usTonecà de la fnan({ de'^Ja brida de- be ser corno boos cu^tro dedoa sobre el podfo 6 peri- lla de latiMa^ yi ètra tanta distància del coerpo del gi- liete, desdé' donde ed mas lialàrii y tàctì hacer aeottr faa do8 TJefod'àa tson igoaldad; debe boscar i&l ghìeite el lipoyó del bocado iobre -fò^ as'rèdtnl , recógjettdo 6 acor- tando' lilàttdaittettte las dos rieridafa basta \|oè conosca establecida ììttà eofrespóodeacia reciproca entiré so ma*» ino y la boca del cabalto,

" poartìoQ indtcada ^tt la sòia é lYìVàriable qoe debe tener la maqé^de la brida. De lelk salen los coatrò 'mt>^ TiOMeatos qae debeejerQer ,'corre8poodieote8 i las eoa- tro direcciones quo puede' tornar ei c'a ballo.

Se bajafà la mano eo direccion de las riendas para darle libertad, qné salga adelaole, j para refrescarle Uboca..\ /

Se le leTantarieo la miama dif^cion para cefiir, &pa- cigaar, sospender^ parar y bacer atras el caballo. . Y se llevari eii fio la mano é la derecha 6 izqnierda, segnn à la qoe se qiiiera volTer, sin subirla ni bajarla, sino siguiendo la misoia diagoual ó direòcion. qae for- man las riendas*

Todós escos moTÌmientos debénhacersepòr gràdos, y |iroporcjóo^ndolossiempre èia sensibili^^d défanimal.

ìi^eh tijstruido et recinta en las observaciotiés qìiean- teceden, se pasarè i las iostrucclones signiéotes:

!Para'ajòstaf ta's riendas, se mandare.

l.« Tiias ó hitéras, ^

^y jéjUit'én (ias) Yiéndaì.'^

995

A la primiera pact^ éé aegniiéi Tbi tornar én las rifipdas de la brida eoo el dedo pu^r^é (ndice de la mVoo derecha ; por encima del pulf^r de is ìsquierde levantaràn Usrieùdas: coirrìeiidM ,pQ.r elUsla mano «de- recha basU et botoo ; los^dltimos dedos abiertfig, Ut unaa al freotet f el codo concio à seis' puloadas nias ba- io que la inano , se entreabriràò Ips dedos de la mauo izqoierda , levantaoJo el palgar para podor igualarlas^ à la sejsanda parte «de la misnia vox cerrarén la niaoQ isquieraa, quedaodo segua se e^plicó al tomairlas.

Cu el moTÌmieiito de la inano debe obrtr el bruito Hbremeote, 'sin quese eodurecca el hombro^ n| coinà- niqueTaera» alguna al cùerj>o.

£1 drden del^trabajo én e^ta cUse ieri el misino qne el de la precedente ^ repitìendo cou Ja brida. rtodf lo qoe bau becbo con solo el filete. ^

SEGUirOA LECClOff.

. ! Vosdmientoi por cuatro d pie firme*

Formada la (Ha de ocho à diez y seis hombres^ sa bariU fMiomeracion por caatro y còmpi^òbàcTon , éegau se esplicò en la tértera UdehH, Cuìtxtta ciase', iftÈ^ traainbn d pie; y se Ics bari efecttt4i**à p\p tirmelos oiovimlétttoé per ceatro i dereeha é ixquiiierda, y media vuelta ^ béjo los pl-ib<flpibs-'a>lU èsj^lic^dos v wn diferenota qftte cuwndo à pfte marcarli ^l pa^o iós éjeè v' i eabakio bare el récUita vu^élviA sbT'ò^sobfe'su ti.Wiho terreno por los medios en^efiados f d la s^gunda iec- cion,segunda clase de està instruccion.

TJSacEBA ^SCCIOV.

Marcha diredayconversiones d eje moviòle por cuatro*

Fearmlaéaa Joa reclvtas ea t^na fila, y babiendo gira- do por coatro i la dere%ba^ -ed ai«Ddaf*é;

' .'!*• Mamna ^dé fréniéé^ 2/ Quiu dlaizifuierda» 3.^ Marchen.

A la tercera ▼©! rcmperA lia tnarcha; el costado 1s<iaierdo de la priméfa fifa de 4 caatro, qae seri el gala de la columna, matìtendré sa cabailo recto al Yreate para dirìgir bìett la inarchà> mantenìéndose eo toda ella i la distaòeia de coatro pìes, observando al 89r^cnto 6 cabo coadactòr, qae marcbarà detante de di.

Los guias de las otras lilas de à cuatro aegoirin la pistà'del cabalio delgùia qae lea precede, consenrau- do la mistiia^'diatarfcìa: los restantes ndmeros dis cada fila se alineario por so gaia respectiyò, àrreglindose ^ sa past>, y (ocahdo ligeramente con sa rodi ila del faombrè qae va al Udo del gaia.

Coaddo llegaen al punto en qoe lìenen qoe con- Tcrsar se mandari. ^

1.' Cùlumna.

2.* A variar de direccion—d la izauierda.

5. Marchen. ^

A està T0S9 qjie se dari al tieni en qoe .ha de conversar) se ejecntarfft comò se ha' esplicado; , Desp^es de baberles. b^to dar. algnoA» voeltas al cnadrilongp, se qn^ndar^ bacer 4U0 y- di^r brente, y en segnidase ejecotaràelniisn^o ipoyimientQpor la icquier- da j volvi^ndo en ios, 4ngul^ sobr« ift derecha. . . Coandolo hagaplnea al p^o, .ae ies omtidàjrà al trote« , . .

CUARTA LEGCiÓir.

De la mareha oblicua*

' Sopooìendo qoe se marcba en ci coadrilongo per ^oatro sobre la izquierda, 7 qne se ba Uegadoé mio de los Udos mayoreti fo mandare*

897 1/ Columna. 2.** Oblicuo 4 la iz^uierda* 5.* Marchen*

A la segaoda voz prevendria 1||^ caballos: i la tercera harà cada lioo la caérja parte de nti giro i la iEquìerda, j eo segoida marcliarà et uiSmero cuatro de la primera fifa de à caatro, qae sarà el gaia de la co-* lorooa, recto A su iiueTo freote.

TodoaJos demas ndmeros coatros, guias de soa res- ' pectÌTas filas, marcharéa tambien al i'reote qne les re- Stttte, con la vista é la derecha para dirigirséparaìeia- mente al gota de la colòmna, y codserrarae i sq alta* ra; cobriéodole los demas hombres de cada filamarcba- rivk tambien é la misma vos al freote, con la vista k la isquierda para dirìgirse por soa goias,- poaiendo la ro« dilla ìzqoierda^ detras de la derechif de 6q ioihediato por la izqoierda) y la cabeaa de sa caballo eofreote del nacimieoto del coello del qoe està é 'so izqoierdà.

Coaodo el goia de la columna yaya i llegar é an paso corto 'de la pista, se maodarà. ^ !.■ Columna» 8.* De frente.^ 5.* Marchen.

A la tpgooda roz avisar^n todoa su» cabatlos: à la de marcbeo bare cada uno sin parar on coarto de giro A ladereeba, adelaotéodose un poco para coocloìrle doo^ de el caballo tenia las maiios, y segni A su frent^y ob- SfTTdndo las reglas de està marcba.

Para oblicuar Ala derecba servtrén los mismoa prtn* cipios bajo los medios contrarios.

Cosodo esten pricticos en tornar la oblicoidad à pie firoie, se bara sobre la marcba, y pasaf del paso al tro* te^ 7 al contrario, tiffiendo lag Tocea indieadaa cd la iostraccioD à ple« ^

80

898

QUÌHTA LECCtqdR.

Giros y mediai s^uekas por cucUro^ marehando en ^ una fila.

Paca ejecatar estos m<9YÌmieatos, estando marcbando por cuatro, se maodarà.

1/ Columna^

2^" Por cuatro -'d la izquUrda. 5/ Marchen^ A «egofida Tos io8 némeros cuatros , qas deberia servir de e}eà, ae preveodràii para baoer alto aiit deleoer aan la marcha^

A la torcerà cada fila de é oaatrd ejecatari aa coo- ▼erskiD: sobre ia ÌB({«teÉd», segan tos priaoipios esplica* doa en laa conTeraìoOea, d eje fijo, deteniéòdose loa ar- merò» euairssy girando sebr e un i}iÌ9<bo terretio^ j tiniendo las caderas de cabaUo eoo la pieraa laquier- da para, facilitar él eQca<jo<iaiiiieata à, la fiiaqnemar- cbaba detrds.

Gaando Ics unos llegoen à encajoaacaé^coa los cuatros •e mandare. ^

4.» De-frente. * 5/ Gida d ta derechUé A U tegunda parie de Ja ovarta r0z Ioa- ejea ToWe* rin à romper la marcba al paso qae lr»aiaD aates del mioTimiefito, conrformàndoaa 4 lo ' preTeuido en la ins- traccioa à pie j à lo mand^do observar eti la marcba direct» eo«ttao<toi i la quiota vok*

Gaando U fila llegutt à trea pasoa da^U plsta> se siandacé.

1«^ Porcualrodlaizquierda* 2.* Marchen* 5/ De-^fremU. 4v Gaia d la derecha. Este movimiento se ejecutarà corno el aaterior , j U colamna quedarà con la ìzqaierda ea la cabsaa. Para

899

▼olrerf^ à stt ititù liataral i'epètii',à el mismo movi- mieiito.

Cuaodo la c'hlomna llegaè à tres pasps de la pista se mandare.

1/ Por cuatro--por la izquierda media

vuelta» 2.' Marchen, 3.» De-frenle. . 4''* Guia d la àerecha. Està media Vuelta ejecutaré bajo los principios es-^ plicados para girar i la izqniei-da.

Para vòtvet la càlutnùa é sa órdeb èatcìtal se repe^ tire el misiuo tnórVimiento, eoo la diferencia de qae coarta yos sera gaia é la derecha.

8BSTA IBCCIOir.

Girosy medias vueltas por cuatro^ marchando y far* mados en dos filas*

ScrpoDieddo los reclatas en dos filas de à ocliQ 6 doce de frente ^ à la distància unia de otta de cua- tre pies, formiados en medio del caadrilongo , se man- dirà-

!.• Mitad.^

*.* for cualro-d la defécha. 5.» Marchen. 4-*^ De-frerue. 5.' Guia d la izquiérda. Se ejiiictrtafé bajo los priodipios eépìlcsfdds para tfna fiU , cnl'daifdo de alinearse ias fflas de é cuatro de se- gtìAdf^ Afta à^ sns correspondicfntes de primerà. Caando llegaen à tres pàsos de U pista ^ le mandar!* 1.* Mitad.

2.* Por cuatro^d fa izquierda» 9iA* Mhr^hi^i^ •4''' -^^ frente. 5/ ffxk&t d' ta iTUjui&rda.

500 ' ; , N .

Al Uegar i otrot tres pasoi de U olra pista f 96 man- da ri. ' ' » , 31itad. ' jv: 2.' Por cuatro-por la iz^ulercth media

vueltu* 3.* Marchen, 4.* De—frente. 5/ Gaw ^ /^^ derecha* Ejecntado este movimìento bajo lo« priiicipioa «- plìcados, la «egtind^ fila veodri à quedar delanle de la prifiiera, y tepetido por la izquieida al llegar al estremo opuesto del caadritougo se restituiri la tropa è su órdeo naturai. Cuaodo se quiera bacer alto se maadarà.

1/ Mitad. 2/ Mo.

5/ Por la derecha por la izquierda)- - . aiinearsei

4** Firmex, Eq seguida se harén lòs mtsmos movimientos hicia la mauo opaesta, b^jo Ics misoios priocipioSt so- lo que para dar inedia Tiielta sobre 4a derecba se mandari solo en^la spgQoda vox por cuatro media vuelta. *

Cuaodo se ejeeute bien al paso, se harà al trot<>. y concluiri la leccioo por hacer alto^ segon se ha ense- fiado, y en seguida se mandare.

Eri su lugar descanso* A està Toz podrà el soldado tornar la actittid qne quiera^ hablar 6 acotnodar cnalqniera cosa^ dando i sa caballo Fa libertad que per mila su genio tpero no po- drà salir de la fila , ni fumar.

TITCLO VII. Instruccion de una compania d caballó* Todos caantoi moTÌmientos ae esplican eo està ioi-

iracctoD ie compdfiia é eal^alló, se enteSarin primerò à practicar é pie^ à fin de qae el soldado se eotere mejor de etlos, arregléndóse paie^ elio à cnantos princi- pioste haneatablecìdoentainstruGciondel recinta é pie»

PRIMERA CLASE.

FJUMCRA lECGION.

, Formacion de la compania.

'La colocacìoa de ona compaiiia en afa, sa subdivi» lion j correspondencta de sns p»rtes é coando esté eo batalla, se ejecotarà seguo laa r<^gUs sìgnteotes.

Debieiido formar las coonpaoias de derecha é iz* quierda, j presentar en formacion Tefhte j coatro hi* leras ó sean caarenta y ocho hombres, inclnsos los 8argeu.to8 y cabos de tos co8tados> se formarà eo ala de derecha à izqoierdA. Dichos sargentos y cabos estar^a .i retaguardia para s^r co<locados eo sas pnestos.

Heci^o este se dìvidìrà eo dos partes igaales, qae se llamarin mitad de la derecha y mitad de la iz" quierda en ala^ qaè en b<«tatia formare està ta seguit" da fila y aquetU ì» primera; eo el eostado derecho . de loda la compafiia se culoearé od sargento 2»^ qae no contarci odmero, y i su izquterda ei cabo l.^ mas aotigno; ai eostado izqaìerdo de la mitad de U dere* cha eti àU 6 prìroera fila en batalfa sie colocarà atro sargeoto 2.^, y à »u derecba bn cabo \.^; à fa izqoier- da de este sargento, y corno eostado derecho de la laitad de la nquierda^ 6 segueda fria en batalla, se colocarà uo cabo I.®, y otro cabqrl.*^ en el eostado jz- quierdo &g teda la eompafiia en ala, 6 de segouda fiU en batalla; eu' et centro de !a mitad de la derecba se colocaràn dos cabos ^egondos, tos caales serén, el ano CQ)>tado izx^uìerdo de priméra fila de la mitad de la de«- Tecba de la compafiia formada en batalla, j el otro eostado derecbo de primera fila de la segnnda mitad^

5e«

4 miUd de la iiqui^dii de Ui cpo^fiaSUi tm^^ tn b^talU; eD el eentrq de 1^ miUd Ah la izqnierda de la coinp^fiU forpì^da eq aia ae colocarén otroa doa c^boa segai^doa^ qoe serin el'ooo ^ostado bqoierdo ep se- gaoda fìla de la tnìtad de la derecha de la compafita form'ada en batalla^. y ei Otro coatado derecho de la Bevanda fila de la mitad de la iaqaierda de la compa- fila en batalia.

Ei aargeoto 1.^ se colocari i retagaardi» del cen- tro de la tercera sabdi vision para qae qaede en fila es-* terìoF fprcaada la compafiia eD bafalla. ,

£1 tenieote se colocarà «ti frante de la primera sab- diTÌsion de la derecha, j ei alferez al frente de la. ter'* cera subdifbiop.

la compiifira faese de izquierda^ formare del Olismo oiodo de derecha à ìzquierda; pero la coloca" cipq dei oficiales, aargentos y cabos Tariarà respecto i la qae tieuc està ppoi pania en e| escnadron.

Si la conipaoia taviese naas fuerza j podiese presen- tar aeaeqta y coatro bombres 6 treinta j dos hileras,' iuplasos ios sargentos y cabos costados, se formare bajo ics mismoa principios, y eo arobos casca ai spbrtf aen algqo^s hileras se colocar^Q é retagoardia.

Eq està disposìqion mandare el capitan .bacer h eoamerscion por coatro de derechtf 4 izqoierdai corno ae ha preveuido, y la coni proba r^.*.

Para formar \^ compaiiia eo batalia mandare. l.' Comparii^'» 2/ J formar è/i batalia. 5/ Marcheu.

A la aegunda voe el teniente dar^ la yoz de 1,' Mitad de la derecha- de frente.

]Si alferea al oir la niisma voz mandare* *

l.* Mitad de la izquierda. 2,* Por cuatro—d la derecha,

A U yot de fn^rchen del capitan, repetìda por loi auJ^j^Uer^ios enproaados, la pripaera Già marcbaià ^ seis

5«5 fiBMB mi fmite^ y ri teniesteia mtpdari hmternltOi j

aliaearà por la derecha.

La mitad de la ìsqnierda, qne ^a i set segooda fila , i la ¥01 de marchetta ^ndo db corto lugar para qoe desencajooe la mitad de la derecha ó ptìinera filà> ejecutarà ei movìmiento de à caatro sobre la derecha, y afitea de coocluirlo mandare el alferez. 5/ De freme. ' 4** Quia d laizquierda. Al oìr dicha vos , qoe aeri> al momeaito ,de conclnir el coarto de conversioo por filaa de i ctkatro^ marcha» . està spg«iiicla &la bas^a que los liitìmos coatro bom- bres se balleo cerca de ia altura del oostado ix^aierdo de primera fila ^ y entoces mandare.

5.'. Por cuatro-d la izguierda» 6/ Marchen*

7.* Por la derecha-aìinearse. ' 8.» firmes» /

Bare la sesta vqz . al Uegar la referida dltima ÌSla prefikainente detras del costado uqaierdo de la prime- va, j la sétìma la ^darà al coticluikse los cuartos de cooversìoB por caatro. Dada la vox 6ctaTa) se obede*- cerà. ' " * 4

Al alinearse la ^egonda fila quedarà à la distancia de c,natra piea de ia prillerà , jr bìeii^ cubie rtos loa liombresde *aqaelia.con los de està. £1 alferez, corno cornandaute de la mit^ddela izqQÌerda, se* babré si- tuado para coìdar dei alÌDeàmìento de i% segooda fila al oostado derecho, pasando despues por retaguardia de la coiupaiiia à tornar so colocacion A Taogiiardia ; él sargento L^ aegoiri el moviinièoto de la segunda fila y PC sitoard su puesto. ;> Del m^ismo mado ae forman la» oampafiiaa de is- qoierda. *

€oafMÌo la compania trabaje separadamente , nom-' braré el capitan un gaia particalar qtie.se aitnanl ea el oostado Uiiaìerdo^ ai la compania ^a de derecba> y

504 8% icqoterda se sitaarA ea ti oosUiIo defeclio, do

hacie^do oiimero en la fil^.

•acGusroA leccioit.

Tornar distdncìa de filas.

Saponiendo à la'compaaia copao qaeda {freVenido^ 86 mandarà.

1.' Compania*

2.* ji retaguardia d tornar distancia de filas. A la primera voz tomari la compafiia 'la posicioa «nsefiada , y la fila eaterior rectificaré su aiineacioD.

A la segonda saldrin à retaguardia « à ia distancia de ocbo pasos de la primera fila, los dos cabos costa* dos de la segunda , alioeàndose por la derecha para mar- car la linea ea qne debe colocarse la s^gooda fila./£a està dispwcioB el capitan dar j la toz de 5.» Marchen, A Ta qae marcharà bacia atras la^'aeganda fila j la esterior; la segunda fila rebasaré algò los gaias si» toados para alioearse al frente ^omo. esté eusefiado; cnando se bay a alioeado la segoodafiUi rectificàri. sa àlipeacioii la esterior à distaucia prescripta , y ea se- guida se darà 4a Toz .* '

. . 4* Firmes. . «^ "*

"A està Voz« observaria todfs cnaoto en ella esti prevenijcjo.

TEBCBRA LECCION.

Aline arst fpri distancia de filas» '

Se colocar^n primero Ics trfs 6 castro bombr^s de dtirecha ó iz'|uierda, qoe deben servir *de base à la atineaciofì al fretite ó à la espalda, y en direcciones paralelas y obticttas à las que atites teniao tatf filas , para io que se mafidtfr^. . ,

505 !.• Por ta derécha (6 izquierda). 2.* Minearse. Obieo '

!.• retaguardia por la der^cha porla

izquierda). 2.* Alinear se. Lo qae se ejécatarà bajo los prioclpiot esplìcados ea la instruccìou dei recluta*

GUABTJL uccioir.

Aiinearse sin distancia.

Despaes de haber estrecbado las distancias ' 8^ ba- ra alinear à Ics voidados al frente j à« retaguardia por la derecha y por la izqaierda, eti ditéccioocs paraie- las j oblicaas é las qae autes tenian las filas, ali- neàDdose aotes las tres primeras hileras de sa costado' que deben bervir de base> observaudo loft princi pica estabtecidoS) y dirigieodo lo^ sargentos ó« cabos que estao à los costados de* ias filas la vista por delaote y detras dé'cada ana para com p roba r los. *

A la TOE de firmes se queilaréu firmet todos los soldados, y el capit^o'se coUvcarà sobre el fianco d^ las doa fil^s» por et Udo de la base p4T;a examiiiar^y cor- regir Us faltds. Coanda se qi^iera Har algati » descaoso à los aoidados lo mandarà el capitao y^ [p ejecutaràa comò te ha espiicado. , « * ,

SEGUNDA CLASE.

PBIMBaA IBCGIOH.

Martha en batalla.

Saponiendo la compania ei) sa órdeo de batalla bienaliueada, coadradoa à so frente los iodivkluos eiia y cubriendQ exactamente ias bileras# los de segau-

da fila, 81 80 -^idra ^oe gtaiwlitw 4e AieDÌet ae man-

dari.

1/ Compahia.

5.^ Gaia à la dereàhm*

, , *

A fsU voz el sargepto qae no Ì)aGe niSmero en la fila 86 atlelaiitaré hasta alinearse con lo« coroandaates de initad para servir de gola durante la marcfaa; el capitan, le «inilicari el ponto de direccion qoe debe tornar» y é\ tooiari por si otros dos iiitermedios en la mtsaia linea de direccion ; et sargento 1.^ de fila este- rior reemplazari en ei costado derecho de primera fila al fiargei^to ^la^ y ae ewlejrarà de cu^l es ei 'panto de dir.eccion y Joa interiuedioa, cnìtlando dorante la ni.arcba de qiie el sarmento gvia aa lo« cnbra exacta- meote. Tooiadaa éaUs disposicKMJès dare el ^sapitaa bi ¥uadfl

4»* Marchen*

A la que 'romperà la Aiarcha la compema. El aar- gento gnia obseryarà eoo exactitod la longitod y com- pas dei paso si se trabajase é pie, y la igoalaad del mismo si* /aeae à caballo, marcbando en direccioo de lo»*pui)tos tomadoa; el W/gento qiie se ba eolocado al costado de «priiitera fila, cooservaré el^ mismo paso qoe el g*uia, .maoteiiiendo, dorante la m.arcba Ja mis- wa distancia'; "ios soidados llevaràn U vista al frente j obserraràn el con(«M:tb de'roditla^ pero^sìn opresFoo, arregUndose à Ica demaa priocipios eapaestos'en la ins- truecioo del recluta^ ca^a óbaervancia vigilare et. ca- pitan.

Si.algon 8oldado d parte de fila perdiese érpaso, 6 alterase la velocidad^ se lo adrertiré. el capìtao, «ombrando la bilera 6 parte qae sea con la» Tuces de 1.^ TVf/ hilera {miiad & euaria). 2/ . j4l paso ó al trote*

K eiU VOI dirigiràn todos lo8 Dombiados 7Ìsta al

99f •ai^lg^i^o epcfTgada ifi la 4ii^#(BAÌo% arf#glar^ sa paso

à di j Yolyeràii la vista al freata»

^

Obsetvaciones para la mareha direda.

1.* Consertar march^aclo su aline^cion y oiMoo.

2.* No èstrecbarse deòiasìado para podef tomar boi- gUra ai se lli^gase à opri mi r macho.

3,* No aepararsD las hil^ras j voi verse à onar si lo hobiesen verificado.

4«' No bacar salir al guia^e sa dtreccion j dejirse- la tornar si se le habiése obiigado é abandoòaila.

Caando se baja ejecatado la inarcba con ei gaia k la «lerecha seri cooTeoieote practicarla por ia ìs- qaìerda. ' '

Para qae Ics soMados enioienden con facilìdad ios de- fectos qoepoedan resaitàr en la marcba, se iés easefìarà à <{ae aiargneo j acorten aJguna vei' el paso^ dando para io primero, si inarcbaa é pie^ ^lasos de trea puU gadas mas que^los reguUrea, y «aounrtindoios seta para lo segondo} y si se ejecata à caballo^ avivandó un poco ó deteoieodo Ics caballos.

^ - \ . ^

SBGUUDA LBCtlOK.

Eacer alii>*majrchAn(io en balallaij y altnearse.

Para verifica rk> se mapdiiti*' * 1.* Campania. *

2.\ AUo.

' A la seganda voz qaedarà firme la compafiia, y et en* <;;irgado de la direpcioa quedarà delaate de elia,^ si el capitan no le manda volver i sa poesto.

Para ali nearse bara el capitan adelantar las tres prì- meras biieras qae sirvao de base, y se ejeccitari corno' se ba eoseiiado. Si solo se quiere rectiScar el alinea- mieuio que se trae marcbando, se mandare*

508

5/ Ifor la derecha (d par la izquierda)

alinearse. 4.' Firmes. A la.tereera, dìrigiendo todos la TÌsta »l cosUdo de- recho, i^ectiRcaràn su aliueacioó: lo uiismo ejecotari * la segaoda fìta eoo arreglo à lo va ensenado.

A la de firmes restituì rào la vhta. al fieule, J qae« dardo iomÓTÌlcs, retìréndoae à la fila esterior et sa*- geoto 1.^, tornando so pnecdobl sargeot^ gura» ,

* TRaclBA LKCClOa.

Marcila obticua.

Coanto se lia dicko eo los principios de està raarcha paraiDstfuir al recluta, es cornuo 4 la formacion eodos filas, couio en este caso^ ob«vervaiido ademas ooa misma distaucia en loda La marcba: por lauto se les ioslrnirà à oblicnar y hacer (Vei»te sobre la marcila eo doa filas^ lo mismo qoe se advìitió con otta sola, sirTÌeBdo . a^oe- Uas voces par» odo y otro caso»

« CUARTA lECUOlf^

Marcha en batalla al trote. Paso at ras jr de cestaio*

Se e^èotarà b^o ros'prineipios eaplU&doa en U ius- IraccioQ dei recluta. *

. •. QUINTA lECCIOV.

' Marcha en r et ir ad a^

Sifaada ta companìa ^'pìe ffrnae^ y corregìda sa ali- neacìoD^ se la maudarà cuaudo se q^uiera que marcbl» «lì relirada.

1/ Companìa*

S.* Por cuatro" media vuelta a la derecha

a la izfjuierUay 5.* Marchen*

569 A b tereera top darà la «onipafiia , por fiUs à^ à cua- tro, media voelta à U derecha: Ips coroan^antes de«QÌ- tades y la fila esterior, la darén ìodi^vidualmente eq sa mismo terreno, j el sargento cosUdo qoe do hace ndoiero en la fik se aeparari para dar lugar à quecoa- Terse la fila de i ca atro de bn lado, y pasarà à ocu- par ei costado estevior de la qoe resulta primera fila« £1 capitan pasarà à colocarse delaute de la'iiiiera de direccìoD que elija , indicando al «argento gaia , qae ea este caso sere el de la fila esterior, el punto de direo- cion 9 j mandare.

4.* En retirada.

5/ Guia d la derecha d la izquie.rda).

€.' Marchcn.

A la quinta voe el sargento de fila esterior, qoe lia de euidar de la direccìou , se colocarà al freote del sargento qoe se halla al.costado, ternari los puntos de direccion.ìatermedioSf y euterarà de ellos al otro sargento.

A la sesta se pondi à en marcila la com pania, obser- Tando lo prevenido para ia marcba en batalla.

Està marcita en retirada se ejecutaié tambien dan- do media vuelta por mitades , y pie i tierra podré eie- cntarse.por la media vnelta individuai ^ bajo los pun- cipios esplicados en la instrocciou del recluta à pie.

TERGERÀ CLASE.

. PBIMEBA lEGGIOir.

Martha de fianco por cuatro.

Considerando la compafiia ea batalla A pie firme, pa« ra qoe marcbe por el fla^nco derecho se mandari. 1.' Comparii a, , 2.* Por cuairo d la derecha^ 5. Marchen. -

310

A h teresa Tdz btftéi'tt compatita ]96]*édàtro i la de- retf ha bajo ìas prìn^rpios espticados : al tnismo tretnpo se colocaré ti sargeat<» 2.^, -qa0 do hace fliim«TO em h fi>a f d«laht6 del Costado isqcrierdò de la priméra filai qne reaalta de é oche, para dirtgit* la-marcha. Los co-< msDdaates de OTÌtades se sìtaarén al costado is(|uier(td I de.la» primeras fiias de las sujara 're^ectWas. Et capitan aitaci éoa.guias eo la prolongacfdof del costado isquier-' do' de dicha pHmera fila j dei aargento que se sitaó de- laitle ) j matidaré.

4.* De frente.

5.* Gaia d la izquìerda* 6.^ Marchen*

A està Yoz lo* cjecaUré la eoittpama il paso : el aargento qae se poso delante del costado iu^oierdo J aìrve de gaia à la colnninà, y el comandante de pri<' mera mitadf. qoe para este casose adelantari eternar 8Q isqnierda^ marcharàQ rectamente à su frente : et cos- tado de la . primera fila segai al sargento qae va delante de éi, j procurare cabrir en toda la marcha con la cabeza de este Sargento el guia qoie descabra mas inmedìatp : todos los demas se arreglarin i lo ja' dicbo para marcbar perfectanyente alìneados y cobier- to8 en sua hileras. La fila esterìor marcharé en ta prò- loDgacion de la lioaa quo ocupaba en batalla.

Ifr rùafcba de fianco fnese por la izquierda 9 8er« Tiràn las misinas reglas^bajo medioa contrarios.

8BGUNDA LECCIOir.

Furiar de direccion por cuatro.

Para bacer variar de direccion i la izquierda é una «somflanift qne Va'. marcbaodo AamMI c^ el frente d^* é ocho j lai dearecha à la c»bez« ^ 89" maitKiàfit 1.* Compahia.

d.* A's^aHar de dir6m<m d la izquierda» 5.* Marcheti. v

511

A la Toz de marcken la ifrioiéf» fihv de à ocho con- tersaré è ìm hifawrda^ à efe aao^ibl'ét todds las demas k> harAo CD«Qdb» ttegti«n< a^l punto donde eooyers^ la ^ priiDera, cofisevraiiéo e\e ti p^Éò c^ue trata antes» y deacri blenda oa arco de ciuco paso», para k> qae ae estabieceré. sobre la izquierda no guia fìjo que sefialo el ponto donde ba de «mpezar la conversi od.

Para Tg^rìar de direcpioo sobre la derecba se obsèr« ▼aràn los misoioa prtÉoipios. Las mimìas reglas^ ha** jo floedt 08. cantra rtos, serviràrt paramarohar por el' fianco ic(|aierdo d< Tariar de dire<Jcion à la ìsquìerda j derecba. .

TfiACElA LfiGcroir*

Haceraltoy frerUe»

Para ejecntarlo se maodaré.

1.* Compania*

5.* Porcuairo d lek dereiha izquierda)* 4»* Marcken,

5/ Por la dereeha por la iwfuiefdà)^ alinearse* ^ 6.* Firm^s. i

A la seganda voa bare aito la compaiìiaf arre- gUodose'i lo preveoido en la instroccion del recluta. A la coarta conversare por filas de à cuatro à la ma- no qoe se inande. A la quinta sfi alioiaria por Isà. mano * qoe se diga, y é ia sesta q^edaràn firnies.

CtJARTa LBCCION..

Sóhre la marcÙa enhatalla tornar la de fianco y vói' ver d la de h alalia.

Para ejecutarlòr se mandare* 1.* Compania,

2.« Porcuatro d la derecha {fi ìzqtìietdà). 5/ Marcben^^

312

5.* Gma d la izquieria {6 d la derechà)» À la tercera toz las dos filas barin por coatro i la mano iodicada. La cnarta toz que se darà al con- cluir el cuarto de coDversion por coatro^ se obede* ceri.

£i sargento gaia de la deredha, j los comandan-

tes de miUdes, tornar Jn el logar que se iea ba ensefia-

do para la niarcha de flaoco. La fila esterior girari en

el terreno que cada uno ocnpa^ jcoutinaari marchando.

Cu andò se quiera t|ue la compafiia Tuelva à mar-

chareo bata[la,mandari el capitan.

1.^ Compahia»

8.% Por cuatro d la izquierda d la de-

recha)> 5.' Marchen. 4-* De frente.

5.* Gaia d la derecha (d d la izquierda)* Lo qne se ejecutari por ambas fiias, seguo se en* seno eu la iostruccioo del reclota. Guidando los solda- dos desegonda fila de cobrir bten i los de primera.

CUARTA CLASE.

PRIMERA IBCGIOX.

Conversiones d eje fijoi

Se efercttari II compa&ia eo la» iconveraiones i eje fijo^ separando primero las fitas^ y bacif^odolos con- Tersar i cada una de por si, con distancia entre bi- leras, j luego que se bayan babìtuado i marcbar cir- cularinente, bajo las reglas esplicadas, se nnirin y se* pararin eu el acto de coo?ersar con las vocesde

Union dia derecha ó laizquierda» Para tornar la qoe geueralmepte se establece, j Holgurad la derecha i^ó la izquierday

5i5 Péra etiMncli»r89^, diodo U de»/nAi*cftc'ii 4Jiiaftdo tea

yasaficiente U holgara 4S U onìoo. > .'*/

Se iea avvertire eii uno y otro caso qoe «se unaa «<é separeo luiiy tose usi bl e meo te y y uempre sobrei mari^ cba-, gasando terrena .beota »del ante:, lo qae se gobbo-» goirà con sacar un poco ei bombro opaiestOy y^-à caballo ìóclìnando on poco la inraifo é dicbo iado*

Laego qae erteti Ùeo ejercìtadoa en, estas diferenr ciaf, #6 rennrtrin. las dos fìfaa é ia^distancia preacripta eD baUUa y mandare ei capitan. 1.^ Compahia-

S/ Convemon d la derecha izquierda). 5/ Marchen. ; :

A la Bcgooda toc oblicaarin todoa loa de aegnftda fila i la mano opoesta. A la ^e marchen saldri 4a compal* fila conversando ) j obaerTarà lo advertìdo en laa ccm^ Tersionea scAire eje fijo en la Snatrnccioa del reolaia»'^ Cnaodo qniera el capitan qae dejen de conteraar^ mandari. , *

1/ Compahia» 2/ Jlto.

3.' Por la izquierdh (d por la derecha^

alinearse*

. 4*' Ftrrne$. j

A la segonda Yoz bari alto la compania: i la tòrcerà

y cuarta ejécotari cnànto se esplica paira ealoè cloa casba

en laa alioeaciooea .del reciuta.

Loego qne la com pania converse bìen sobre eje fijo^ desde el alto se La bari conversar sobre la marcba à eje fijo, y se yariarà alternativamente )a mano^in d^jar de conversar: para lo qne supohiéodota marcbaudd en batalta i sa fronte, se mandare.

1.' Compania* ' * *' .

2/. Conversicn (d Ja derecha ó ìzquierda) 3.' Marchen. La compafila seguirà marchando i su freiìle bast^ la tercera vot ; al oirla le dtteudri el eje girando ài mis-

21

514

BM tièiftfHi^ fhk adMiiyEiliaMÌe«li'atVa8ar8e Ae.1»i6la« tédos

lo8 demas, meno» eLcMtado i^iil*e»ley aeértàrén sa pa^ èo «tt pr<»|K>r«tpa rde «• ^«oxiiiiidad al ejfec ku de aegtio- da fiiirbhi-idvaré» ji ibarcbaifén é U miaiaa aUara, ob* sorvaadf» en dkeaiate citàataiaa ha dicko an iascoaver*

Caaada se ^uieca que aiga :»a marcha al fiieatfiv m fnandaFé: ».

. •4'* De^r-ffthte^guia d la dtrtcha (d iz- quierdà)^ » --

L9 prìmera parte de Ja cuarta Tos> ìqae%e dari al Ms^r;ai paèstojeéi)^qudidaba' tornar sa làaròka ai fren- te, servire de preyencion para .tmiiar maicba dìrec- %k^\ ^^léìia se^uadiipiKtle.Galdréol co» al ^hbo tleÌrb<Ata- <k»,aaii«Dtè todòfi, ^as^iodIviT)(»ès «deia 'Ceas'pfaéUv obsei^ :«aRdo aderaaaiU»^^da^aeg«nd^ft «1 deàhaeer aidaÙBOO tiampo ei.oblìooa qd£ ihabiao jàeckò para tonveasittv

^••^ '/5J ..' '■•51 <•.> : .•. V. ", , ' « > r>'l ■. ^; s. ..

SEGUND4 lECClOir. ^,.

Conversiones d eje mói^ihle. \

"l^tWiJa'é'la fcòriXjianl'à éjéèfìie esta^ cootersibnes «e airreglari A log prtncipios pfèscrìptòs' para està caso en la tercera . cla&e ^ quinta /^ccio/i, de la ins#accìon del 'irWlùta i pi'eV<^bii ìa ciiféreucià de practicàrta Còb dosfìlas.

TEBCBtllfl^'£fetblÌÓ^. '■' •••; •••'••■-"

ii . /i '. >i Formar 'enr^olumka^

" Si estendo l'è !òQimpà6ia éo ' VàfàHà la g*DÌsiete *^òrmiflr én còlaibbà ^òr inìtaìiéè sóbré l^.^eirìècba, mao- daré ei capitan. . i ■/' . v -i

, . 1.» Campania, . , '^ :' ''"'-'''' ^ i.*^ Pof fUitdàeì^d'là deretha éu columna. .' . , V. Marchen. , V* ^ "^ •• . ' ^

'A éegùddà Voi! lòs sàrgéótos y cabòS| costados

«i5 izqmerdds de tnltatlés, preparairlir paria cleséticiirjd^ mrse Irgerametitè. * ' '■

A fa' de marehenj àivétt \m mitàéié nn 'Cìi^tti» db conyer^iòii^ Kft)o Ìò8 pHncipioti éspoestos, y |o8 co^ maudarftetf de «filas pnsstàn pof el' cavssrnò in.i^ corto à colodarae fa èra del ptrtitrf eii qtte debeU apojrar efl «oa* tadó sa lièti tìe ^aa rtitUdèa rc^ierclivas, daDdo^^ffenèe eje de ias mismas paraf ter pérfeotatiiétiìe tfft^H««acì<]rA aUoticiàlr k óodverskm db eada «mitadVjr ctfaiiddr:|di costadM aaliedt^a Vayad i -cofieHtiri^hi) tàatidarÉ^ i- sii mitad cada coìdtiaiidante desdé k\\i. ' .^

1.* Mitnd:' '' ^ •': '^

2.* u^/^ù. ' :

5/ Por la itquittdaT^uUneànè. 4.' Jtirmes. * ^' -

A la aégtitid^ véi barla'^ltè la#*hi)^d^!^cWda ^eo- maftchViìè fétìt&dàfi el nai^efntò 6 (««l»o del (Sbatadósan* li«hh^ideW' miUd^ sila^ndoié etl k t^bea qo^ p^i^ pof dietio^àaa fidante y él eje eie ellai! en eèta dl^pòaìd^tf daiid-tltda furio d au riempo la tercera yat^ qiie sera ejeétftatta 'èonfbrtìiè à las reglaa de aliìieactéfiea: Itiego qne séliayà' a^^iicado«0àda tioO de la de alt ttiitad;^ clarj la èrfaVth to^^ èia qoe qiiedarin inikHSiriles to-*^ (lo«^ eoii U t^sfà aliffénté, y lòs cokiiaitdai^tei de mi¥; tad fetoiocartn eii: stxs pneatoai

La part^ de . fila eìrterior qtte airrìe^pMide t^cad* "jitad «é^ìVà itt* itìdttmfénlijj, colooiftdoaé É*e»»pt« 'uftì pase 1^ relaigtiardia . de ia segiQBfda fìl#, 7 ef SaVgevitoi qne se ha coiocadq en la Ì£(}uiérda, y qcift tio 'had« uiSm^H)'éd'la Dla^ paiari^ ^ Éa^ eaterioì^/ ' .:

I^ri forìklat eli eoléitiéA' |>or lirhtide» tjl 'Iftqaìei**^ da, se observàràii Ics mianit»^ pl^tneipkyii) bajò medloa contfarfirf.*'

Marchàtn còiumUài Despuea de liaber forùiado la cotnpaflia por ti^ta*

516 - de» .ea c<4aiiiD« CQuAa derecba.é Ucabut, p^ra bacer.- U mairchar se colocari ei capitan eo la proioa^^acioa 4e U bMei*a de^goìatt bacieado frante à ellos comò à «DOS quifice 6. Teinie paso», situando tres goias iìjog tomo i OQOS cìùoueaU paaos de la coluif aa, y eatre al eo la mifma proioogacìon; y bacteado frente à di- eboa gttiaa, lea ad ver tire qae ae nemodeo anbesivameo- te> coBforoie raya llegaodo la coiumna al maa inme- diata> y al gaia de la mitad cabeaa qoe procare ca- bric ee teda la marcba eoa «^l maa pròximo de los gctias fijos lo8 otroa mas dÌAtantea*

Tooiadas estas diapoaicioneavmandari. !.• Columna^-de frente. 2/ ^Gmia d la iu/uierda. 5.* Marcken. ... A eata^TOs, qqe repetirà eòa vlreza . cada comaedan- te de mitadt enpreiideri la colamoa la marcba eoo pronlitad j à oo.tieiiipQ. Ei aargeotq guia del coatado «equierdo de la campa aia pasarà à la fila esterior. Los ao4dados obseryarin eo la marcba todos Ioa priocipios e8|Mie«tos eo la iostruccìoo del reclata. £1 gola de ia cabeaa obserrari la iongìtad j «velocidad del paso, j aaegoracé la .di riccio d de au marcba. £1 guia de la se- ganda mitad marcba rectamente por la haella à pis- ta del de la primera, observando ooa dtstancìa igual é ila, esite nsioA del frente de %\j^ mitad; y ai la perdiese la.'volveri i tornar poco, à. poto, alargaodo 6 acorfando iiiaeoaibl^iiieole el paso, para qoe i^o ae note del^nctoo ni preeipitaoion eo la marcba.

EI guia de cada mitad debe caidar de la di»tpocist dìreeoton y; pasOf y ei comaniaote del órdeo y rea- niou de todos Ioa movimieqtoa de sa tropa*

£l capitan se colocarà de coando eo caaado i re- tagnardia en la dire;.ocion de Ioa gfiias, y se detendri en ella dorante veiote 6 treinta pasoa, para exaqpioar ai el guia de la cabi^sa ae aepara de le direccioa, y si et qoe ^igjue marcba por la haella del prio^erp. .

51f QUINTA LECCION.

Variar la direction*

Para bacer Tarlar de direccioo à la colomoa d«* mìtadea, qtie ira marchando é sa ireste ^ ae aitoaré» dos goias fiìoi ei» lado de.ios da la coiomiiaf oao- ai princìpio ée la eooviersion j otro ai fio ^ evadvados %nk'^ boa con l^a espalda al frante dei arco qoe bayaade d«at> crìbir el goMt soglio sea e)e ó coatado saliente 9 per*^ nanecieado ailf baata que eooTerae toda la cotnrnaa» >

Si ilevando la dereoba à la cabesa 'se Uqoìaieae bacer ▼ariar de direcccon é la isqnierda , el snìa de' la cabexa ae rigira al ponto en que deba empetar ia- cooTersion, de mcrdo qne so lado iiqoierdo pase ro<- taodp el freote del qcre se ba cofoeado en el paoto en qoe drba empezar la oonveraion; 7 coando aqnel esté ìnmediato é éate^ mandata el comandante de la prime* ra mitad.

1." Mitad.

2.* variar de diréccion a la izquierdOi

5.* Marchefl.

La tegunda voa se darà cnatro pasos antea de Ile- gar ai ponto de la conTersìoiv; à la tercera, que se dari al llegar al ponto en qne deba empetar la eoo- reraion, el gaia de dicba priiner| mitad, que ser^ el eje, y toda ella empeaari à converaar sobre sn izqaier- da, arregUndose é lo ensefiado éo las cenirersiones 4 eje moTÌbte; y coaodo este goia yaya 4 ilegHr al se- gaDdo'goia fijo se mandari. 4.^ De-^^frente.

La primera parte de està Toa se darà dos pasos an- tea de Ifegar al guìa fijo> en qne deba loncinir la conreraton. A la aegnnda , qne debe darse en ei panto é en qtiedi^be eonclniry lomari toda la mitad el paso regolar, ó el qne lleva el bombre de en medio de att> primera fila ) y aegnirà marcbando.al Ireutb, bajo laa

518'

reglat ptescriptast l4a segimdar wit%^ continnari ^K'^*!* milite mare bando, à sa freote bajo ios misinos prìncì- pios qoe la prim«ra«

Para Tarlar da direccioo la colomna, lleTaodo i ba' iz«|uipp<la la cabcaa^ aerviréo jos mitniM priocaiplos, kajo «taa medios ^ootrajrios ; Ios . g«iiaa fi^os ae . coiocario ie modo .q^e preneuteo é Ja, columua so co»(ado dere^ oho , si acfa«ll» UeTa la . derecbA é ia «abesa , y .idi ii^ qaUrdo ii iLeyase- ia. ifquiffirda ^ cobcàodose la prò- Ì4>i>g^cioB. dei co^tmdo esteripr -d« log ^«ìaa-

Luc^o q^e se llaUe la cooipaliia mvfy ejaneilada em las waffiack^aea'de direc^jba sobre aaibos ladoa ai paso v^nkr , la bar41a$«jecate al paio redobUdo à. pie t / éjcabaUcft al trote.

.. SESTA ^IfCOOK.

<• . ■■■•»(

> : .. Ma<i^ 0f(^-

Si una compania qqe poarcba en columna (}è mitadei se c^i^ere qo^ haga alto^ maqdaré el capitaiv 1.* Columna* ?." 4lfo. .

A la segnpda vox, rép.etiJa por Ios comaD(Idnti>s de QÙtad^S , $8 parafai) todas jbajo ias regla^ esplicadas pa- ro ei alto, é igvi.^i[neote,10i8 guUs, q«ie se move- i:in. auflqQ^ bubie^en perdido sa distancia y dìreccion, pues sip^ra pasar al órdeu. de batalla jufga pecesarioel cjapitdD i^ctin9ar sa .dit'^ccÌQiìi,3e]r4 ^olo él ^Qieo dari la yoz de alinears^.

. ^ f^TlMA LECCIOUr.

Formar en bàtalla*

' Pari) foTiniir «n batalbi ooaf ganarpania qae està em otAtfmììti p»r iBÌtad«s^^ reetifiearé * el oapitanv st fwssft itoeueater ,. Di direeeioti Ios g«iat^ eolocéadoae para

519 Mia dèftfttle AbI ^ia fyriineìv mìnè^ iotCpAiàn^» £rea«- te, j à ladìstaDcìa corno de aoa mìtad ; y ni ino asUa ÌOB gata9«kì ia dir«ccièir 'prèma/ inéC9tifieai'A por ei prì- fflero ei aegoodo, y enéewaìd^ mandare. Por la izquierda^atkiearse. À està YOE cada x^oataodaDle de mitad dirìgi r^ ia alineacion de la suy'a perpeodicnlarmeote A la de la eWamÀa V y ttiegc» f(«e ^ r^lfi latìfieada, darà la'iròs de firmesj j esperarA alH iaa ' sigvrientea del «apit^. !•• Campania. *

?.* ^ fa fz^uierdà en haiatlà. A la- ae^uda 'toz saldrà et sargéato de la derecbà de la primera mìtad* é mare^r et àngolo recto para fa eonreraioit de* dicha infUd\ coloc^ndosé en la prolon- gacioD de los guiaa de la teolbniba , dando 9I frente k donde debe darlo la co^apaCiia^'' j^ ^ U di^taocia .del pt'imero dei fVeòfé'de vna mitad', de modo qne al "ali-;* nearse;! a primera mfitad^ ^orrésponda i é\ IWktk^ «egoida dari el capitati de

5.* Marchen. ^ , . \

A la qoe, repetida por loa cjomandatiteiEi de ikiita- dea, emiversafétfi'estas à la ÌK(|qterdà,' coidandò dichóa cotnatiifàòtéa de la observaoctà de l<ro jf^'rittòipioa eapti- eados;'y caapdo el cbstadò àarmnte^T^ya é entrai' ea ia linea de bata Ila, mandare cada ntiò à. so xbitadr 1.» Mitaà. *

3.^ Mto. Lo qne èjecntado trtfn dicbo^ cdmaodàntéa con pron-^ titùd -k lai Ifnea de batàlta i coloparae sobre la derech^ de in mitad,*!* darà la Voz de '

'Porla de redha caline àrse. Yéjeqotada ja alineacion m^udarA el capitan.

Tìf^mhs. T Us cotiiatidantes de mHades coi^carén en sof pnestoa.

BaJK> log Qitamot principios,' y con ioa medioa opoes- toS) te formare à ia defecha en batadla por iaver-

BSO sion^: ^n: U dìfei!eiièi« iJe que <d«fi 0I eapìtliii U sfigttod» ref. de.

Por imerMn-d ladereoha en baialla.

QUINTA CLASE.

; PRIMEHÀ tECCIOll*

Mafxhando en.colnmna 4»/,p/|fo, haeer^ucdar hileras d rciauuardiay hacerlas vol^r d entrar en linea»

Saponìeodo qae la* compafiia m^rcha comò parte de Q|ia CQl^iDpa , y se qiiiere qae pase ana diriatoD de i ^iiatro d retagpardia^ ae m^ndari. ^.,.. . )/, Qmsion de d cuatrp de la derecha-d V retaguardiam

,. 2/ Marchen.

» . A eat^ T9>^ oblicnariii tndividpaliiiieBte \\im^ el centro ips primeros cuatro ^ombrea de la derecba de. cada fi- la ; los de seguuda, eo ei n^ooieato que ioa reb%ae la fila.^ mare barin por sa retagaardìa oblicoaii^o hàcia el ceiiktjco.al paso redoblado ò trote haata Uegar detrai de- la aegupda vision de é cuatro de la compafiia por este lado, Be las qae «ignen marchando^ en ciajo pa- rage desbarin el qjbliciio y segqirén cu^riepdo ^ dicba jQla ; los qaatro bombres de primera fila barào no mo« vimiento %emejante para colooarae detras de (a qae re- salta ahora primera diTisioo de é coatro, por el costa* do qge.se, ha hecbo el rooTimientOf j marcbarén ali-

eados cpp sus correspondieotes de segnuda forinaDdo

08 ocbo una fila , j à la distancja de no paso de la qua llevan delante, el sargento de fila ester^or tornare sa it- qaierda.

Se bara det mismo modo, espresando La yozdelmaD- do, si solo se quisies^ dejar i retagaai'dia ona^ dof,òtres nileras.

. Para qne Toelyan é eatrar en U Uoea Ica que qoeda*

roQ i ret^aardia se fuai^dùri. ,

r,

9S1

. 1 / .jPìW«»0>Ii 4ft 4 ONMro. hiUra^ de . re Itfr guardia-^en linea. 8.* Mar^hejm^', . ♦^

A ^8ta vos losnoiiibradD8:oblÌQQ«r4Q liécia. afnera j entraràn A alinearse al paso redoblado 6 . trote eoo «as respectlvas filas. . *

Si Us biieras,qQe qpeden é retagaardia soq del cos« tado ^uia de la coloinna, el gaia decada aubdiriaioa ae DnhrA à la parte quesigoemarcbando, y cuando^ael- ▼a à entrar eu Unea se ^aeparari. io preciso para dejar ioi;ar é dlchas bileras.

Este tnovìmkiito se ejectitaré bajo los mtémbs prtn- cipios por la nqnìerda.

SBGUHDA LVpClOir.

Marcharido eH cotanina dhminuirelfrente'.

'" Snponiendo la eompafiìa de derebha, j que «s parte de uva «polomon que està Imaffcbaado y lleva. por cabeza à està compafiia, maodavA el capitaci. ^ .1.* .CoHifkania* - "

2.* Por mit adesca d (sminuir el frente* £1 comandante de luprimei^a tnitad mandare» 1.* Mitad.

^4^ Defpente-^guiadlaizfuierda. El de segooda mandarl. 1.* JUiiad.

2.* Convemoìpd la derecha. Dada està voz^el capitan mandare. '

3.* Marchtn. ItO CQat se repetirij y la seganda mitad , ejecntari medio coarto de copYersloiit j al cooc^trlosu cooiaar dante la maod^arA: dérfrente-guia dia izqmerda.

Y coando vea que sa gaia ta A entrar en ia direc* cioD del de la primera mitad, dàrA la» voces dì^ jqcri»- s^ersion d ia iufuierMa-man^henj .y coando esté ya

BSd

d ìaiiqnierda. '• ^ '.

CI sar^eiito 2.^ del costado i««tìii«rdé de !• compt- ftìa'cfaeno* fasce mkìieiròW la fiU^ db a>|eeàré eB fila (kì^.ù^, ■" ••*'-■ ;«<•_...••• ' i

Del mìsoDO modo, bajo los medios " ifi^ersosv dia«* m4wuirJA òor nsitadca ma c^mpkft^ c(ae iléve la ìsqnier- 4a eo thhétm. .•;!.:-:•

DebUmtAJpenie, •. . '

.i.S«?P<W/?ij4^ l|i.,caq>Pfi^if^ mrpM49t^t> P^JfiiniM^ por niitaaea, con la derecba à la cal>ejB^^ j qj^ j^ )o^jf% 4^ doblar ai freote, mandarà capitan^

2/ Por miiades^d aumentar el freme. Al aW ^a' .Tv?^^ <^«^JMi49^l9 ^^ 1# ì|^^im)|i miud la mendaré. ^

'•^'^. ^'; li^' mtàà. ^ -?= ••• ■•'.'•■••• * . > : ^^ <|ì.^ ' Gonyetiìòn à la itfpfi^d'Oh-paBo red9* bèudoió' ed tfi^t'). ' ' La primera mifad seguirà niarobvtHldr so frente ti rf)isnio-'pa«t»„ '•" '»^' ••'"■"•■",■ .-'"■v .<•••'.

£n segw^a ntaódfrri^ il oa|[>ft^«^ '' '''•< 5.» MarcHen. •'■>'• "> ^

A està -iròe^ ^«^ rt»^etii«é ^\ eòbiattdskile de la segqncfa mitad, darà està medio coart^"<l0= eonfversioo i la ii- qnlerda, y su comaodante eo segai'da' \k mandarà: i2tf~ frente^ y coaodo desoubVà^t (50'M<fò^ Izqaiérdo de la primera mitad la >m«itd»iv*: iCdMté^rsi&n^ d 'àerrtha^ para entrar é alineArae eoo la prlniieta mìtad: lo qae éfecutaK^/ nyand^édo at ' coacM>ir i4 eoirersiefo: ae^ frante y t^iDaiide^su paso y atfnieacfoo. >'

Si ha d0 ha>oéi* aito ta oéfnpifihì stf^ ma>ff»darà eoo Ita i^^c^a^'ifidioadaVy y ef 4ia .d« 6é^titaKiàr marebando *itt*Qdarà el cépìtain» '* =

*. J '4i» Gu{a dia i'^uie^a: ' \

$28 Del mismomodO) l»jt> \m meèios làverMs, se au- meotari por mitades còd ei gai» à hi derebba,- j bajo hs mmiBÒs princìpio» y "véttefi «^ pédrJi à^smnsir j itu«- meatajr por iettar fat^ en ct|yó'<3a»o maoKiairiii ia» •egoo^ daf coaEtà^los aargentoa^ <le filA esiertor*

, TEECEI^A ^£<;cipi{r.

La cànttamarcha. '

. Saponiero .ipfìe &fm9 Qoà^.cocupafila, p^ra qoe de el fr^9'4e.iji:l^t^g9arài^» (|i»eichfldo ^9. «« /Srdan maturali . Be situare qo gaia'al costado izqaierdo del de l^.pi^r pafiia dando ei.ilrei^tQ x^^màr^%^ y mandarà el c»piUll$. .'.■;. ; .* -.'.,■.;■.'...

: 1 Oompania» * = ^

2.* Cohtramarcha. .:.'.../.

5.'. Por cUatro d la.derecha^i i . 4'* MérehcMi - ; . ; 5> A $imniitr de dlrtccymnél laizquierda. 6/. ^Iiareh6i$0' A U cMurU Tofi hailà iii*^iupa^ìa< por fiia3r4a4 Qoa-^ tr^ à U i^eeeehft*

A.Ja: de mar^^ftiae pfQiidriitodaeiiiBif(>iFi«EilQnta|.rnaFr( «htudfi (isQ.firoiitey msnos la priiBeraL fila 4e: i4 ocho> qne desde inego, segati los pri nei pios dados^ variare do dil-eccion sobr^ la izfQieTda h^sla? dar do» ciiafti^ .de conversiou,y cooclnidos marcbai^i é ad ìiqftvo freote por ìdeijaDite ,de U ^qi^ èra pritoeieva fUa eia bf^t^lla^ el sargentQ^Hf. dirige eèta oiAroba de:0acieo s«.dirigiré Como à nnos séis paso^ i(''la-.^pBUla delguiaqo^;^ 0s- tableeiói lai dADàM-filati de à .cebo Tarwria jde -d^recr cion donde lo bÌ£o la de la caiftexa.^ ^^iDsecf andò. sua Jwaa^s;. ♦• -

f^g<i^ae.la.oab«ia llegme icesoa 4e lia altura dMre*^ &rìdo ijaia fijot mafibdacàel com^adante de ^lla* . 7.* PoF. euatrórrd Im iofmèrda* v

52|

' r .&* For dereeha-^tineàrse. r... . . 'lOév Marcken. - i- i . -.•La'oeldtvft^!tF<» se' darà «q el momento qoela tsabeca de ia «ompalita ll^giie é très/pasos de ia^ltura del goia: kecho el alto se dario Ul ^ocea Doveoa y ddiSiiBe qua se ejecotarin.

Dei miscDo modo; se paède hacer la contramarcba por la ia(|uierda, estableciendo. ,eL guia fijo é la de- recba.

Bafò léa iÌBÌ84noé prÌBOÌpio» se piiede« faacer aobre la . segnodafila, cffando contenga eoDtramàrcbar'i reta- guai^dià. *

i ^ConimnaffH^ha fot filaw*

Fara hacer este movinaieuto por filaa à fio de- oqo" par menos terreno , caaudari ei capitanV atfpÓDÌendo la «:oinpafiia en batalla.

I.* Compama» ^ 2.' Por Jìlas-^contramarchai ^ 5 A frknèra jila—por euatto- d la dere-

cha—segunda , por cmatro d la iztfuierda^ "A està ros et aargenlo gaia liia U derecfaa tendri por el camino mas corto à sitaarse coltro paaos de* triis de la segtinda fila, para marcar ia direceioii de ia eoiiipa5ia en 1* »aeva disposicmn y hetÀe qoe ▼« ^ tornar. . .

En este estado dari el ca]pìtaB la Vos de *

i.» '' Marcken» A U qne bara por coatro à la derecba la prhsera fila 9 y id segofìda por coltro é la itcfoierda. Ejecotada^ roandari el capitan.

5.* variar de direeeion'^d la d^rtdta* 6^» Marchen, A la de marchen empezarén à convefsar eoa c)^ moVl|»le sobre la derecba , y en un arco metior qtie el prevenido, dos pvimeras fila» de à cnatro tpe ba* cen cabeza ea prìmera j segonda fi^a, j à màrchar de tVeule todas iaa demas de ambsis fiiaa basta llegar «1

525 pnntó te» <{«e'OOiiterBiroB 1m jkw prtmerìst y agi lo haréo làfl'si^icKites «egan^imyftii ilegaDc|o à él, isnictaif» do de dirìgirse el costado ìàc^aìerdo de la priineca fila de i oaatro al gaia derecho €8table<:ido.

La .columqa oorre$poa(lteDte de la ^egaada fìla^ des* pnes de faaber conversado, se dirigirà bol cabeaa P^ri* lelamente à la de la pnmera. . r

Coando los pritneros cu atro borobre» de primera fìia ▼ayan i liegar i disUncia necesaria para l|ac<er bren- te por cqatro i la ixqnierda ùo tocjar al gaia, mandari ei capijtan*

7.' Compahia. * ..

8.» Alto. ,

9.* Frente. .

10. Por //i dérifihfl^alinear^e* . ^

' 11. tirmes. '• ' ^ . '.'• \ \-

A la TOE de alto lo Viari la compafiiaw A la~ de frente bari por cnatro à la Uqaierda la primera (ila, y la segnoda por eaatro i la derecba.

A la dècima, rectlfìcando su distancia la seganda fila, te alinearén las dos por la der«cha: la voz ooce se obe- deceri, y el'comaadante se coloqari ^n so lugair. '

CVABTA LECCIÓV. . ^

Marchando en columnd^ formar en hatalla por rìftot- guàrdia de la cuberà. m

Supòdietidò la còlumna eoo la derechii Ì \^ cabe^'a marcbaiido^ y situado el goia cornespopdleote, m^n- dari. "• - . ' ; ^

Columna.,

Por reiaguardia de la cabeza^d la de- recha en balatla»

%.* Gma d Li ^erecha. A la seguoda vóz saidri un sargénto de fila esterior para qae le coloque el capitan, eo.punfo e^ que debe tpojar la izquierda la primera mìtad*, ^ r i^r

i.:

4ia altura del |)r»mer ^iaifijo' esUbleekli^ ei^Uocft^el i:.QmtMUQtfr de ella mandai'i-.

!.• Mitad. *

2.*' J variar dt direcciond la 'dérèchà. * T ctiaDdo esU tniUd llegaè é dióhà altura dari II Tpa de

5.* Màrchéti. ' A^lil cjD^ èònvehàrà la tnllàd fiobrè e}e tudvil. 'Citando éBfta itìitad taj^à à pottefse pàf^afèla c^q U H- tiea qne va à ocopar eo bataiUf maudarà f^ bòmail- dante* * , *

4.* Ì>e frante. "

A està VOI tornar^ sa ma^cha al fresie U mitad^ j cuando vaya i Uegar k dod pasos de sd cOlòcacioD eo la iioèà, maudaré 80 domaodante.

5.» mtad. : " .'' '•; .

'• .': 6.^ Mio. •• -' * •'. ;"• * * '• ■;;■• ^'

. 7.^:Po'rÌddei'eàhd'àtinèarsè. /'

8.* ' ftrmeSè ,

A' la sesta toz qae se dari i \òs ins pa^ds de la linea, har^* altd ),2t ihitad , j'à Ìa seganda pafte de fa séti^na romperà so marcha y sa aliueari,

La segouda mitad contiiiuarà marchando à so frea- te ha^ta Uegar À dosi* pasok de H allora del èdst'ado is- quierdo de' la prifHeta> ya Colocada en litlea^ que va- riare de, direction, 4 la i^oz. de ^u.comaiidapte: en In rfemas procedere lo mlsmo qoe la prirnera.

Cu a odo Tea el capitan la òompaiiia alitieada en^ba* falla mandare retlrar à Ics guìas. , . i *

Marchando en batalla ronìfferen co^ufftna y volger d .,. . , ' ^J(>r mar tìi batalla ' ^

:, «!<?. Rtrmu0^n^columnaé : - '/ Para ejecularlo'hiaà^alfé él captCan. * ' i

%»7

2.* Por mitades—d la derecha en colum/iA^ :>

3.* Marchen, '\

4>ll| l^oi^N ¥<^, i^petid* pojT lo9 cornali d a ntes de mitades, conversarlo estas i eje.fi^€i,y CuaAxh> et capici tali fé» q»« v«iB..i o^n«(cNrf /cit /ouario. d^ .«OfiVessibD, mftO(lar4» . . " .• ;:.<..• < ^

. . 5.»' i&ttì<i i(f Ui. i^quiardaé

tes d^ miUdf^ a!l o<ia«Vttrip hsysaya» e| c«i4ffto,.dit1i(^irAii ^ttt MI naretià ai fiiétil^ iffaamidìft Ìoè comésKiaiiteé .^ Miftpae«Ua4- . .' .. .i , {•! = .'. •' ì.^^'J''.: /.? :■" -; -i

. P»ra, qioe forme. iea'fan4%Ut Uiianeoibiattmjdobrefili'iiiM«> aia marabù. -te. iniin4itaré« :. -.

..• U*. i^^ùdUmna* - ''.. t. > . <! .f....! « ^'i •/ « y

3.' Marcheìié .v i. . i = - ; . ^

Uier^rja,.Tèa>tftt;mitadiE)f <ioi]*V|er«ar!Ìn^ Uiiiqnàer-

da i eje fìjo: sqs comaitdantes tomiiréu ììq Im^^Mréi» «fi

órden d4i «a&aìUai!.y r.èìMtmlQ «1 icafiitadi i»£a >1a ^oasfi^ilnia

en Qoa mìsma Ifiiea manaaré* v .. . i ■■ t

5.* GaiVj fl* détecha (d. f«^i>rÉfii).

Acvya ▼4>f aé. dicfgiiràfila<:C«CB^auia('aMi'boief Aajo las vegUs ei^lieadas,,. , .- r, . > ..[

B»j«k JtoaiDwincH pi;b.t»fM^#;86^: forma .^ iavtblioi», prc^edàciido all(e0;eajtà,^▼at4 f' : i •> i

''•r/',.i :! .SBSXAìCjIaSEL:-!' \ w ,■ i. -t i

^ PBIM8r£' LECCtON. '

•.■>«;

Formada la pomfmfiià en bàtàiùyiièpfiié^'ct/rt éì^fì^en- te de d cuatro,y volver d formar la compania.

SapoDieudo la compafiia fonnada enbatalla, para que

M8 dcsBle al freate por divisiooet de ' é òaatro se min- d»|rA.

1.' Compahia.

2/ De d cualrth-por la dereeha ai frànte. ■l 5/* Marcheìu

> La. sego-oda toe servirà pera preparar' loa caballos; à la tercera la primera divisioD de à caatro de la de- reeha saldré al frante, coìd^tido ìoB ooatro honibrefl de segunda fila segoir à (oa de- primera y conaervar lo9 coatro p«ea de dìataacia entre fila»; et aargeoto del costado derecbo paaaré à coiocarae delante dei con- tado dttrecho de la cabexa del deafile, y d comaodante de la primera mitad tornare la cabeEa. Laa demaa divisia- nea de à cuatro oblicq^riit iodÌTÌéoarmente sobre la deaediai y loeg^ qae la aegaoda fila de la primera haya rebaaado de la aegonda dÌTÌmoD de A coatro, rom^' perà està aa marcha para coiocarae detràa de' la otra i la misma distaticiaVy lo miamai baréa aoceai temente las demaa divisiooes de i cuatro.

- * Bajo iloi miamoapriocipiòa se podri romper al frente ^r la icqoierda. / Palpar volger à formar la compaiiia so maodarà.

1.' Compahia» .

2.* Jl frente en batalla^

5.* MarehenJ ^^ - \

Colocada la base de aliDeamiento i doscoerpoadaca- ballo del frente, 6 seab seis pasca A' la cabeaa del .desfiie., marchari à la terciera voi la^ primera diviiion de A caatro al frente, basta alinearso sobre lo« gaias establecidos ; las demas divisiones oblicoarin individoal- meote é la izqQÌerda,~jr èiitraria*eo la Ifnea de batalla aocesivameote, bajo iaa reglas.dadas para loa alinea- mientps. *

. i, Bajo loa mismot priaciptos te formare pot iàversioQ'

- 589

SiavlfDÀ LtGCIOH*

Marchando en columna por mitades , desfilar al fren^ te de d cuatro^ disminuir de d dos, de d unoyvoher d aumentar hasta formar las mitades,

Marchaodo U com pania en colomiia por mitades se desGla del mismo modo> con la diferencia de que en la seganda toz se anadiri al trote^ à cojo aire saldr4 la primera division de à caatro, j siguieudo las demas el moTÌintento, entrarlo en el cajon de la coiDinna to- rnando el paso de la cabesa.

En el mismo ponto donde desfiU la primera mitad desfilarà la segonda é la vos de su comandante, el cual se colocarà al costado de los guias»

La fila esteriore en todo desfile^ sefinirA el movimien* to marchando al contado opuesto de los guias, con- servando, su mismo Ingar; y si por estrecfaarse el ter- reno no tiene snficiente espacio^ se embeberi en la co- lomna colocéndose é retagnardià de sn respectiya mi- tad, y en este caso los comandantes de mitades se colo- carin al f reste de etlas.

Si marchando por cuatro cooTiniete desfilar de à dos,, se mandare.

!•' De d dos por la derecha-^al frente^ al

trote* 8.* Marchenm

A la segnndà voe, repetida por el comandante de la primera mitad, saldràn al trote al frente las dos hiteraa^ de la derecha de la primera division> las dos de la iz- qaierda oblicnarén é la derecha y entrarén detras de, aqoellas, conservando las distancias, y todas las di>rnas irén ejecutando lo mismo al Megar ai punto donde lo hicieron las primeras; el sargeoto qne iba delante se- goiri siempre al frente de la que resulta primera hilt*- ra por la derecha, los comandantes de mitades y iiU e^terior segni rào en sos pae^tos.

Si se qaiere disminnir de à nno se mandare. . 82

550

1/ De d uno por la derecha^al frente^ al

trote. S/ Mar cheti. A està vox lo ejecutarà la hilera de la derecha, i està seguire la de la ìzquìerda^ y a8Ì sacesivanieDte.

Para Tolver al frente de i dos se mandare por et co- mandante de la primera mìtad qne va i U cabeza dei detfile:

1/ aumentar- de d dos. 2/ Marthen, k e9ta vox seguirla so marcha al mìsmo aire de trote los Ddnieroé oÉ^s de \% primera j seguoda dia de la primera diyìsiou de à caatro; loa ndmeros dos tie la miama oblìcuarén sohre la izquierda, 'j aalipndo al trote entraràu é alioearse con su» correspondieofes iiii- meroa noos; todos loa demas lo ejecQtaréo sucesiva- mente.

Para aomentar de ìl caatro se maodartf à la cabeza. 1.* Aamentar de d caatro. 2.* Marchen. A està TOC segui ràii al mismo paso los ndnoerotf noos j dos de la pcitnera ditision de à caatro; los nii- meros trea j coatro de ambas fìlas oblicuaréa à la iz- qaierda^ j taliendo al trote eotrarin A aliiiearae con los respectivos ndmeros ooos j dos; el resto de la co- lamoa conforme yaja Uegando adonde aumentò la di- vision de la cabeza, ir in bafcièndo lo mismo, cooser- yandosiempre las dista ncias.

Para formar las mitades^'Cl capitan lo preyendri al comandante de la primera ikiitad, el coal mandare. 1.* j^ formar la mitad. 2.* Marchen, ' Sopooiendo qae las mitades se compongan cada uva de las tres diyisionesde à cuatroja primera yozser- Tire de preyencion à la spgdnda, siguiendo sa marcba ai frente la primera divistoo de é caatro; la segonda j tercera oblicaarin individualmente i la izqnierda, j

$51

marcharia al trote hasta'colocarse la segnnda A la iz- qoierda de la primera, y la tercerà i la de la aegunda, aiineindose conforme vayau entrando; el comandante de ia mitad caando la vea formada darà la voz: Gaia U izquUrda.

A la CDal el gaia de la izquierda de la primera mitad ternari la direccidn qae le indìqoe sa comaQ- dante*

£1 resto de la colomna segoiré al trote, conser»- Taudo la misma direccion que Uevaba anteriormente; j caando la cabeza de la aegunda mitad llegae al pon- to donde formò la primera, forma del mismo modo i Ut yoces de mando de su comandante.

TERGERÀ LECCIQN*

Hahiendo desfilado por cuatro y heehQ alto^ formar las mUadés d un tiempo* ^

Si el capitan qaiere que las dog mitadea formen al mismo tiempo, snponiendo la compaliia formadà por diTisioùes de à coatro, mandare. 1.* Columna. 2.' formar las mitades. 5.* Marchen. A la tercera yoz, repetida por los comandantes de mitades, ejecutario estas el inovimiento à un tiempo* Verificado darà el capitan la voz de

Por la izquìerda^alinearse. La segunda mitad estrecharà la distancia à la ypz desi] comaadaote liasta tener la que corresponde.

Del mi&mo modo se puede formar la compaQSa de ' unavez.

CUARTA LECCIOK. '

Bes filar por hileras en prolongacion de un fianco al frente ó d retaguardia y volver d formar.

Para qae una compania formada en batalia desfile eo prolangacioD de ao fianco por hileras se mandare.

552

I.* Compnhra*

2.' Por ci fianco derecho-d desfilar por

hileras» 5.* Marchetti Lo qae se ejecutarà girando à la derecha los nd- meros unos de primera y seganda fila, y marchiDdo eo proiongacìoti de la linea de Las cabeaaa de los ca- baltos de sds respectivas filas: soceaivamente ejecnta- ràn los demas el miscno movimieoto.

Para qoe la compania formada ea batalU desfiie por hileras para marehar al frente se mandarà. l.* Campania. 2.* Por el fianco dcrecho-hileras d la iz-

quierda* 5.^ Marc/ien. Se ejecutari girando los odmeroa de primera j le- gonda fila, corno se ha esplicado en el moviinìento ao- terior, y marchando en proion^aciou del fianco la dis- taucU del coerpo de an cablilo, variarén de direc- cion à la izqoierda para dirigirae al freute: todos los demas bar4n lo niismo.

Bajo los fTiismos principìos se paede desfilar por el fianco por biteras para luarcbar à retaguardia, en coyo caso mandare.

1.* Compania,

2.* Por el fianco de recho --hileras d la de-

recha, 5.» Marchen, Estos desfiles se ejecotaa igaal mente por el fianco il- qnierdo por los medios inverpos.

Marcbando por bileras para formar en batalla al fren- te mandare.

I.* Compania. 2/ En linea. 5.* Marchen. A la tercera tok el primer hombre de primera fili seguirà la marcba al frente al mismo paso: los demM

555 oblicaarin i la izqaiérdé, y sàtiendo al freote mar* charàn basta alinearse con el primero: lo mismo bario Ics. de aeganda fila^ colocindose detras de sua correa- poodientes de primera, obHcoaodo lo necesario el pri- mer borobre de segouda fila para entrar dt:tia8 del pri- mero de prìmera.

Cuando la compafiìa ae balle formada, el capitan da- re la vos.

Gaia d la derecha izquierda).

Bajo loa mismoa principios ae forman laa mitadea 6 dÌTÌftionea de à cuatro, con la diferencia de qne la primera yoa aeri: Mitad divisiones de d cualró).

Desfitando por bileraa con la derecba é la cabeza, ti ae qniere formar é la iaqnierda en batalla, é la vos de mando loa doa primeroa bombrea cabeiaa de fila girarén ìndÌTÌdoalme»te à la izqoierda, j marcbando cuatro pasoa A au noeto frente^ 'barin alto, tornando entre si la distancia de cuatro pìes: todos los deniaa trén entrando aocesiTameote, girando A la izqoierda, ooiéudose j alineiiidose por loa primeroa.

Para formar en batalla sobre la derecba en aa ór- den naturai, se mandare. 1.' Compahia.

2/ Sobre la derecha-por filas en batalla. 5.» Marchen,

A eala "wot el hombre eabeza de bitera de primera fila ae adelautaré^ fariaré de direccioo à la dere* chtf, y marcbando qui noe pasos à au frtìi>te bare alto. Los demaa de primera fila irén variando de direccion i la derecba, y entrando suceaivamenie à la itquierda del primero, baciendo alto y alineindose por él. £1 linaibre cabeza de bilera de segnnda fila, luego que ba ▼ariado et de la primera, variata tambien de direccion liicia el mismo contado, y marcharé basta cplocarsa diftras de é\^ à la distancia de cuatio piea, ejècntando SQcesivamente igoal movimiento todos loa de aegnnda fila para cubrir reapectivaineiite aa bilera.

554

quiuta icccjok.

JUarchando por divisiones de d cuatro^ formar en ha* talla sobre cualguiera de loi flancos.

Para hacerio sobre la isquierda, establecida la base de aiiueamiento se inaDdaré. 1 .'* Columna.

2/ A la izquierda-en hatalla. 5.* Mar cheti. A la voz de marchen^ la primera division de i cuatro conversari i la iiquierdaf y marcbaodo i sa freote bara aito al Jlegar à la base de alioeaìDÌeoto, - y si no la baj e&tablecida, i coatro pasos: todas lai demas irin coqversando sobre la isquìerda^ j eutiaudo à colocarse é laisqulerda de aqQella, alineàndose por ella: en seguida se maìidarén retirar los guiaa, 6 recti- fic^rel alineaqaiento.

Si desde el mismo desfìle se qoiere formar aobre U derecba enbatalla se manda rà* 1.* Compania. 2/ Por retaguardia de la cabeza^d la

derecha en batalla* S."* Marchen- Establecidos los guias i veinte pasos del costado derecbo de la coiamna j dada la tercera vok al llegar ai ponto donde debe apoyar el costado derecbo, va* riarà de direccioo la primera divi&ion de À coatro so- bre la derecba, j entrard é alinearse; todas las demai haràn socesivamente el^ mismo movimiento para entrar écolocarse é la isquierda de la division qoe la prece- dia> alineàndose por ella.

Concini do el movimiento mandarà el capitan reti- rar los goias.

Todos estos mo?imientos se poeden ejecntar del mismo modo desfilando ihmi 1a izquierda A U eajbetai bajo los medioa contrarine.

555

lESTà LECCIOH. ^

Desfiies por el centro jr sus respectivas formactones en linea.

t-. Si halUndose la compafiia (ormada en Jbatalla con- Tiniese desfilar por el centro de à cuatro de Crente, ja Bea para el paso de an desfìladero, bosque 6 .GQalqoie- ra otro motivo que lo obligue, se mandari. 1.* Campania.

2.1 De d cuatro-d desfilar por el centro. 5.* Marchen. £1 capitan nombrari cuilca ban de aer las caatro bileras que deberào bacer cabeia dtl desfile, lag eoa* les i la tercera vos romperàn la marcba al freote^ si- goiendo ioa borobrea de aegaoda fila i an c^b^za de bilera, conservaodo la distancia prefijada: tod^ la par^ te de la derecba de la coaipafiia ejecutar^ el movi* ' niento de por el fianco izguierdo, hileras d la dere» cha,y la parte de la isqoierda h^rA por el fianco de* recho hileras d la izquierda^ nniéodose onas bìlexaa j otras bacia el centro, j tornando la direccion de. la c«- beza del deafile, con lo coal reaoltari la compafiia for- inada en cuatro bileraa.

Lo8 comandautes d^ roitades segoiràn à Ica. flao-, eoa, y la fila eaterior i retaguardia de la «ompania pa- ra no interrumpir la nnarcba»

Este movimiento se pnede igoalmente ejecotar ao- l)re la marcha^ para lo cual el capitan antea de èar la iroz de ejecocìon mandare al trote^ é cujo aire* rom- perin el movimiento àaa bileraa oombradaa para .cabo- ta del devfilè, y laego q<ie toda la compafiia se balle de&filando, la mandare al paso.'

Para formar en linea marcbando de à cuatro por el centro se mandare*

l.» Comparii a.

1^/ Por derecha l izquierda^en linea^

5/ Marchen» ^

556

Àia Tos ie marchen^ la parte de la compafiia qne forma las dos hileras de la der«cha formare en linea al freote por la derecha* j las dos hileras compuestas de la parte de la compafiia de ja izqaierda formarla en linea al freìite por la Ì£c|aìerda, aiineàndose aoos j otros por las coatro hileras qoe formaban la cabeta del destile.

Para Ibrmar la batalla j hacer alto marchando por cnatro por el centro, ae estableceré la base de alioea- cioQ con dos goias, qoince 6 veinte pasos al frente de los castro (jae hacen cabeza, los caalea al llegar i ellos hariu alto j ae alioearéni todos los demas eDtra- tin en la linea por la derecha é icqaierda) segan lai ireglaa dadas anteriormente.

Si marchando por cu atro por el centro coDTÌniece formar en batalla sobre un costado, el capitan bari tornar à la columna la direccion qne qaiera; j hacien- do adelanCar la primera divisioo de A castro quince* 6 Teinte pasos, la bara hacer alto: todo lo démaa se eje- cotaré con las mismas voces j 'bajo Ics priucipios e»- jplicados en la leccion cuaria.

En los desfiles centrales si se ofrecieae disminair el frente por algon mal paso, lo ejecntarin los coatro de lacabeza, bajo laa reglas dadas, j los otros entrando sneesivamente.

$BTiMA Lficcroir.

Marchando por divisiones de d cuatro^ formar la» fi* las de d ocho y disminuir desde este frente.

Para ejecatar este moTimiento, saponiendo i la compafiia marchando por dÌTÌsionea de i caatro, man- dare el capitan.

1.* Columna. 2.' A dohlar por cuatro, 5.' Marchen. A està Toz todas las filas de A caatro de segnnda fila oblicoaràD é la derecha, y al trote entraràn à

557 «liaearte con las respectiTas de primera; todas laa de- mas filaa de à ocho menoa la de la cabeza seguirAn ai trote basta tener la dUtancia preGjada de caatro piea de la qtte le precede.

Para volver à sa aoterior freote de à coatro se maodari.

1.' Columna.

2.' A disminuir por cuatro^al trote*

5.* . Marchen* A la tercera voi saldri al freote al trote la Bla de à coatro de la isquierda^ j la de la derecha obli- caando A la izqoierda entrarà à colocarse detras de aqoella y tornar pu paso, j aai s acesi ▼amento las de* mas: coando todas esten ja encajooadas maodarà el capìtttn al paso.

la isqaierda faete à la cabeza> ae barin estos moyimieotoa por Los mismos pri nei pica bajo loa medica cootrarios.

marcha ndo la compani por el fianco de A ocbo de fronte se qoìere dUminair para desfilar por bileras, se mandare,

1 / Filas de d cuatro-d des filar por hileras.

8.' Marchen. A segunda yos loa costados derechos 6 niSmeros unos de las dos filas de i caatro de la cabeaa, saldrio al frente al trote, j oblicuando béeia la derecba los ntimeros dos^ tres y cualro de las dpa filas eolraréa socesivameate detras de los odmeros unosj ejecutando el roismo movimiento socesivameote todas laa filas de ^^ ocbo qae sigoen, con lo coal resoUari la compa- n|a en an desfile por bileras, qoedando los correspon* dientea à la primera fila al costado ìzquierdo de los de aeganda.

Para Tolrer é aomentar el freote de i ocbo se maudari.

1/ Hileras^d formar las filas de d cuatro*

3*^ Marchen.

538

A la seganda parte de la prìmera vot, el que ha- ce cabeza de hilera de aegonda fila se aepararà para dejar entre las dos el espacio saficiente para queeotrea los tres hombres de segunda fila.

A la segooda voz los ndmeros dos^ tres y cuatro (le calila hilera oblicuarào à la izquierda, j saliendo al trote CDtrarào à formai^ sq9 respectivas filas, alioeén- dose por los ndineros unos j tomaodo sq paso. TodaS las demas filas de à caatro ejecataràn sncesivainente el mìsfuo moyimtebto.

SETIMA CLASE.

Trahajo al galope.

Caando la compafiia est^ bieo instrolda en practicsr las lecciones anteriores, las ejecatarjlo sacesifàmente al gaiope; temendo presentes todos los priocipios qoe acerca de este aire se ban dado en la instroocion del recluta à caballo. *-

OCTAVA CLASE.

Cargas por hilerasj por mitades y por loda la com* pania»

Para està instraccìoo se coodaciri l-a companìa al fin de un terreno de espacio soficiente, j sin obstico- 1 OS, comò de trescieotos pasos^ y formada en batalla se sitnarin tres cabos ó soldados, y la base de direc* cion en la prolongacion de nna de las hileras de los costados comò en la carga indÌTÌdual.

Se empezar^ por la carga por hileras, j laego qoe eAten ya précticos, se paaarà é haeerla sn cesi va mente de dos en dos, tresen tres, ect. , por mitades, y diti* inamente por el todo de la compafiia, obaer^dodose lo siguiente.

Sbendo ia marcHa en linea ana disposicìoa de com- bate, los comandaotes de las mitades de loa costadof

559 de los eflcaadrones à la toc preventiva para marchar al freote^ deben pasar A colocarse al freote de la bile» ra qae baca costado esterior del eacaadroa, j los cop luaDdautes de las mitades segonda y, tercera se embe- beràa en primera fila, para lo cual bara paso at^a8 la sestà bilera de estas mitades, de suerte que el c«* besa de bilera qaede ea seguoda fila eo la esteriore Respecto à e^to, supoaieiido la cowpafiia de derecha, y qae por lo tanto figura el medio escuadron de este Udo, situare el capitan doa goias para pantos fijos de ^ direccioa al freute del costado derecbo de la compa* iiia y eo direccion perpeodicular à ella: dos pasos mas à la derecba, y en direccioa paralela i dicba linea, si- taaré los tres cabos ó soldados dando el freole à U linea de direccion y à las distancias prefijadas par« marcar los distintos aires, y i los doce 6 qnìnce del dltimo, y dando el frente al centro de la compauia y se colocaré el trompeta: tomadas estas di^posicioues maar dari el capitan.

1.* Compania. 2/ Saquen {el) sable. 5.» En baialla ds frenie» 4«* Gaia d la derecha,

A està voz el sargento 2.^ guia se adelautari dos pasos> se le iodica rin Ioa pnntos de direccion, sìendo reemplasado en sa logajr por el sargeoto de fila es- terior.

£1 temente pas^ri k situarse i la izcjaierda del sargento 2.^ guia al frente de la primera bilera de sa mitad, para observar durante la inarcba la alineacion de la compafiia: la sesta bilera de la primera raitad bari paso atras, embebiéndose en el cla^o que resuite en primera fila el alfere^: el cabeza de la espresada sesta bilera quedaré jsn segunda fila, y en fila esterior el hombre. de segunda.

£1 capitan, con el trompeta A sa lado, se situa al beote de la comp^fiia, j dari I9 vos.

540

5.' Marcken* Al olr està romperà la compafiia la marcila al fren- te, observando lo8 principios de la marcha dìrecta, siemlo el «argento gaia el prtocipal encargado de la 'flireccton, j el teDÌeiite, comandante de la compania que ya à la izqnierda del eapresado sargeuto, es res- pnns»ble de conservar la alineacion soya con el gaia^ sirvieiìdo los dea de «base de alineacion para el aargeo- to que se adelantó al coatado izquierdo, j para oficia- les de vanguardia del eacnadron ó eacoadrones que se sapone marcban en la mìsma linea, Ttgtlando ademas la alineacion de la companta.

Al liegar cerca del primer cabo, mandare el teniente. 1.* Compahia» 2/ Jl troie. 5* Marchen» Guidando de no dar la tercera toc basta llegar i Ji- cho primer cabo.

Ai liegar à la ìnmediacioii del segando mandare. 1 .• M galope. 2.* Marchen. Guidando de dar la segoncla al Uegar al segondo cabo. Al llegar al tercero mandare ataquen^ y et trompeta locare àdegdello: la compafiia toma la posicion del aable ya indicada, confo rrnslodose en lo demas à lo prevenido para la carga individuai en la inatruecion de eompaiiias. Doce 6 quioce pasos antes de llegar al capitan 6 del termino de la carga, mandarà el teniente* l.*" Compaéia. 2.* Alencion» 5.' Mto.

4** Por la derecha alinearse* 5/ Firmes. A la primera voz se pondri la compania al trote, j ca- da aoldado póndré el sabie en la poaicion de preseutado. A ta seganda, qae debe ser repetida por los €0- maodautea de mitades, la repetiré el alferes> se poa-

541 dri al péso la coiiipania> j saldri al freote diclio oG cial^ eotrando la sesta hilera en so paesto.

La tercera se obedecerà^

A la coarta, que igaalmente se repettri 9 pas9r4o I08 comandaotes de vanguardia al frente de sus mila- dea, j A la de firmes^ qae se dari eo aegolda, dirigi- rén todoa la vista al freute«

Si se qoiere que la misiiia carga la haga la compa- nia con el goia à la izqaierda, se ejecatari del misorio modo, aiendo igaal la colocacion de oficialea, y solo variare eo qoe en este caso no aaldré al frente el sar*. geotó de la derecba, é iri solo én el frente de este contado el teniente.

En el momento del ataqne el teniente y sargento que van al freote del costado derecho^oblicoaràn à la dere- cba, é fin de no impedir el obrar à las dos bileras qae les siguen ; j lo mismo bara el sargeoto de la iaquier- da, oblicoando é aqoel costado, alineéndose onos y otros con la primera (i\à^ y volvieodo à sus poestos à la voz preventiva de compania para hacer alto.

Bajo los mÌ6mos priocipios se instruiré en la carga Doa compafìia de izquierda, adelantàodose para llevar la direccion el sargento costado del lado del guia^ y el teniente se colocaré à la derecba drl sargento gaia al frente de la primera bilera de la isqoierda , y alferea se embeberii en el claro qoe deja el hombre cabesa de U sesta bilera de so mitad.

INSTRCCCION DE GUIAS.

Para qoe los guias generales y particolares de los escoadrones prodozcan las atlMdades necesarias à la segiiridad de las maniobras^ es necfsario darles ona instroccion metòdica y no iuterrompida qoe abrace todos los puntos que de ben desem penar. ^ Los ayudantes serdn los encargados de la instroc- cion de los goias de sus escoadrones , debiendo con- corrlr tambieo à ella los portaestaodartes ; el ayndan-

te mas aollgao se^ considera corno gefa de instruccion de to(lo8.

Los goias generales deben escogerae con preferen- cìa entra los cabos j soldados qae hajan sìcio crìados en et campo, corno pastores^ nioios de iabrano, etc, qae acostumbrados i cooocer por pr^ctica la dìferen- cia de terreoo y sas calidades) poedeo recibir mcjor la ìnatraccion que se lea de. Se moataràn los goias en los caballos mas qaietos j de aires mas regulares eu e) paso, trote j galope, j sobre todo lo mi^jor arreoda- dos posible , para qae obedescao à los giuetea con pre- cisìon.

Se rennirin para la instruccion los dea gnias gene- rales de cada escuadron ; los coatto caboa que seria los gaias generales snpernnmerarios de todó ei regi- mrento; los dos aargentos aegondos, gnias particala- rea de cada escnadron, j nn aargento por escoadron 6 mas, para qae pnedan instroirse y reemplaear I los otros si por enfermedad d otro motivo Degan à faltar, de soerte qne de todo9 se pneda formar lo menoa oo peioton ó mitad de yeiote j cnatro bombres.

PBIMBRA LÉCCIOBf.

1.» Ldm. 50, fig ì* La primera eacnela qne ha de darse à estos gnias es la de mandar sua caballos con mas exactitud y conocimientoa que los aoldados de las filas; para esto el ayndante les bare trabajar diariamen- te segon las reglas establecidas en lus titulos de equi- tacion. 'Aspgurado ya el ayudante de està primera instrnecion, empezarà por ensenar à loa gnias é marchar con rectitud é sa frente entre dos pontos dados.

Empezard por tener una euerda de la longitod de unas trescientas varas 6 mas, y clavdndola con un piqoete en un terreno Mano, bare que el porta- eetandarte tornando la pont? opuesta ande toda la dis* tancia de la onerda para clavar el otro pìqnete^ de

545 modo qae qnede perpendicniar y ana vara letautada del saela^ que es con corta diferencìa la altora qiie hao de tener los pìqoetes, aumentando estos de trechu en trecho para que la caerda qoede tirante. Estabie- cìda asi està linea de direccion, se colocard un gota i SD izqoierda y otro 4 sa derecfaa, peg^ndose à ella de modo qne dejando la caerda en medio, marcben é so frante toda sa cstension, no separéndose de la direc- cion de ella: al principio conyendré poner en està mis- ma direceìofì algnna rama ii otra sefìal de trecho en trecho, qoe sirva para acostnmbrar à loff gnìas à estos puntoa de direccion int^rmedioa y llegar con seguridad al termino de la marcha. Llegados estremo opoesto desbaràn el camino, repitieodo todos està operacioiv basta que la custumbre loa haga marcbar con rectitcid en todos aìrea.

SEGURBA LBCClOir.

Ldm* 50, fig* 1. La aegunda leccion debe empe» zirse por poner gaia inmediato à la caerda y otro éf la dìstancia de veiute 6 treìnta pasos de éì en la mis- ma direccion. Està distancia ha de tomarse por medio de una caerda qae llevarà el gaia que va inmediato à la cuerda de divi^ion, arrolUndola en la mano luego qae tornando h dìstancia se la saette el guià que està- ba i 80 costado. Tomada eata direccion y alineados h a dos gaias, marcharén de frentcì cuidando el de la parte mas distante de la caerda de conservar siempre la dìs- tancia dada.

Gonclaida està marcha , 'ò\ portaestaudarte qae de- be estar à «a estremo, mandare hacer alto, y toman- do la cuerda harà ver al gaia lo que se estrechó 6 se separò de sa direccion perpendicular, por io qae falte 6 sobre de (a medida sefialada. Luego volver^n estos guias al parage de donde salieron^ 6 bien cani* biéndose, para que el que vino inm'ediato à la caerda de direccion tome la dìstancia^ rectiBcando y corri

544

giaodo lot defectos de so bbena 6 mala mareha el ajn- dante j portaestandarte , eocargando qua sobre la misma mareha se- acoatiimbren los goias con su reci- proca obseryaciou j aio volyer la cabesa à conservar està distancia, y cuidando de variar està- con cuerdas mas 6 menos largas, para acostombrar à los gaias à cooseryar diferentes diatancias»

Ldm. 30, fig> 3. Està instroccìon paede darse I los Goatro guiat é on tiempo, dos por cada lado de la caerda de direccion, hasU«qoe el ayndante esté sega- ro de so exactitud en todos aìres: despoes colocari los cuatro guiaa i au lado de la coerda de direccion j repetiré los mismos elementos, dando à los dos gotas lai cuerdas qoe seiialeo las distaocias de una à otro, para rectificar al On so exactitnd, haciende en los prime- ros dias qne los guias Ueven las cuerdas qoe marcan sus dista ncias siempre tirantes, j cuidando de qoe ueWan al pnesto de que salieron por el lado opoesto de la coerda de direccion, para acostumbrarlos à ter diferentes puutos y tornar Yarios objetos intertnedioi que asegoreo la direccion.

TBRCERA LEGCIOir.

Ldm* SI* En està leccion se repetlrin por los guias los dltioios ensayos de la segunda; pero en ne- gando al estremo de la coerda de direccion) d^apn^s de rectificadas las distancias y paralelismo pur el mè- todo indicado, segoiién marchando é su frente ocbo- cieutas 6 mil yaras, é yolontad del que dirija la ei- cuela, y asegorado despoes de haber hecbo alto da la distancìa cooseryada 6 perdlda, manderà yoU er à los guias sohre.so centro, esto es, dando media yael- ta iudividualmente y volvieudo é dcsandar el terreno inismo, haciendo alto coando llegueu à la cuerda de direccion , en cuyo piquete , iuego que la abandoneo los guias, ha de colocarse ooa baoderola qoe sirfs de

545 punte de* direccioo en ia contramarcba para el gota qae aiarclió iomediato à la cuerda, hai^éndoles ver aa boena ó mala dirìeccion; ' rectificando allf ias dhtaiicias seguirà marchando otrà igoal sobre el paraleld de lar cuerda de direccioo contraraarcha) y repetìrà laa miamas obseryaciones aameotando loa aires à proporcicni del adelantaoiiento,

£n està tecciou debe ja precisarse i loa gaiaa à que cdda oao tome por pur/toa intermedios de sos dU reccioneà algtin objeto del terreuo/ corno arbusto, pie- dra,'6cc»; j al et terreifo no loa proporcìooaae, conveo- > drJ, 8ÌtaarÌos artificialea, inculcando aiempre à ios guìaa en qne de aa reciproca obseryacion pende la dtil elac- titod de laa marchaa, y caàndo eaten cimeutadoa en estos p.rincipioa se colocàrà la cuerda de direccion en terrenos destgualea y en todaa direòeiones, corno 'su- bida y bajada en una ladera paratela de sa declive, sQCesioirde bajadaa y adbidas de pequefias colinas, y de- mas irregutaridadea que.el director aabrà elegir, y eu todas se répetiri el mètodo y reglaa propue&toa. '

. CUAtttA LKCCIOlIk

Ldm, 50, fig. ì» En la coarta leccion ae pracfl- Caré lo eapuesto ain cojèrda de direccion, pero to^ niaiido laa distancias. £1 director aeiìatari à Ios goias da loìi coatados el ponto de direccion^ corno érbol, ca- sa, &CC. , y pre?inieodo cuàl ea el guia de direcciott por ehtas voces:

i.' AteHcioii,

9." Dettfcha guìa de direccivh^ ó hqùierda guia de diretcion. Bari que niarcben ba&ta el punto dado, y rectill-' cara despuea del alto laa distancias y paralelitimo de la marcba.

Lam. 52, j^g. 2. Cuandt> es el de derecba guia de direccioQ se bau de culdar mucbo loa demas de ftbrir

05

' 548

La sesta leocioo ero pera por tornar dUta'ncta de à cuntro de guia à g<>ia, j habieodo iriarcliado à sa ireu te lo qti e it', pareciere ai drrector, roaudaré: ,1.* Guias, '.

%* Medio coarto de convfrsion d ^^ dere* cha ( ó la cu.arla.pnrte-, &c^ ) Ln'm: 54. Y v^rificado marcbai'én cort aqael frent**, iipponìéodples èn qoe eslaa sop las inarchas aosiayadas iS ojbticaas respecto] é^^n. formi^cioo 'apterÌQft repetirà e^tas medias cuarta^ partes de.cijiarto, cuarlos eutetos y coarto y niedio i^proporcìoc|.d,el adelautamiento , J cooclttiré niempre en e! tvrrejio que.empezó para h»- kitoar é io» guias é qtie couosc^q pi/écticacn^-ntt; e\ me- cauismo y r^esuitado de estas matcbas y. contraroaiclias eM todas dirrcciopes, vaiìéodose de las baDderolaa paia ' |parcar pantos direccìones^ sf>gùu s^ demuestra eo Us distintas posicion^s A\ B, Cv &c. . . Jjuego (|ne eiten aseguradas, estas roarcbaa y con- tramarch'as, aumentare las distaucias de los gnlas y las rel>Qtirà eti todus «f^utidos. ; •' .

SCTIMA LBCClOir.

E 0 està leccìon se usiìr^n \ìì% gaias de los ciMitra es- OnadiOfiea y i . todos mandare ,el ayndant^ mas anti- gao 9 asisliendo ios otros tres y los e ò atro por es- tà ndar tea... Z/ifnii 35, A^*)*i- De todos formarin d(4 filas de i^ual freiite y .k distaDcia de.cuatro pies de fila fila, queilando.doa giiias p«irasfrlo' de testa pequ«^ui tri»pa. Los dos gDias qaé llevaa la direcctoo. dtbeii co- iocarse uiiO al custado derecbo y otro al iaquierdò de U prtineTa 4 la Yos dei ayiisdantéi,

Guias particularesf-al frónte* :ld/fi? 35 1 fig* 2. tiara marcbar é estos goias lo qoe [«^ase preciso^ diadole aitile la dérecba ó ìsquierda ua pulito de direcclau y tuìcargatido al otro la con-

549 s^nracioit dela dSdtarìdìa/y rectUud é «d ÌTreiiftp por mfecHó de frantoi» ìot«riiiedios ; j hacieAdo alto é la dts** tiat>cia'<[o.e se ddtextuiiie^ se-maodari à latrépa fòrmada sQpooiéndola compAfira:-

Campania'^ d encajonarse en suh gma$^

Ldm, 5^, /?g. 5. A està voa marchardu ìós gtfias fot rnad<»s haBta aUneftfse c^n los de direction.

£?«ta oper^cion bare cooocer Jo> qoé aqueilpK abrie^ ron 6 est rècbaro^ (^ dìfl^aiieia ó perdieroo.de 'Sti ree- titud. Ldm* 55, /^g^ 4. Vol^eràn laego los guiaj à to- rnar 80. distancia j repetirén ^stas marchas eu tddos ai-^ res, dando media rueUa por «oatro para -Terifìca ria eu retirada. . . '

Se mudar én en .cada marcha los guias' de direcciov pam qne todoS' «e acosto mbreu i obrar por sf solos: "^

D^spnes bari .tornar é està tropa cUstaitcia (£. SS,' fig. 5 y 6) eotre ai de die^.» doce ó mas pasos, para^ qoe lo« qiie inarqtieiKel frente figoren ei de itii €aol]ia- d^on, repitieodo asi las march asceti todos sentidos.y en terreoos desiguales y auxi e8c;«biosos à proporcion del aiielantamìeiiito, reprtieiido frecoentemeiite ia Yox de d enea fonarsi en'ms gài as. '

Despoés de baber hech'o alto cofi ektìos giiia$ tmfdoi/ se rep'etiri todo lo que va- prevenìdd dèsde la 4»*' ^cc- ciou, y ase^iràdo él director del baen cKìi»en)peno se pasarà é la / ' ''

6CTAVA LECCIOIC*

£ii està' léccion «è ha de trataV de qcre> log guras ié- pan exactamente to'ikiàr f)tii(tOB de dirt^ccf^n^ para laé' inaatobràs'y^ eyotucif>nea, baciéndàles èaber que .estpd pnotos de direccton se d'eteriniiìan sieiiiprts por uno Me' lo$ motittis' sii»uientes.* ' - i

1.^ Birrgir Qua colomita j IleTada baéta el ponto qoe se qùiefe pouerla en bata.lU.

S.^ Marcar la tiatfa dei ireut^ sobre qut debe for- marle la bataila. «

550

idm^ 55 , fig^ 1 . Ed e( prifiier etili s nf^ogMe: el ir- bo& (bI finnto diireocioQ eUrgido, »n tjodftnte B %»i4ri al galope en la diseotioB del 4rbol A> en la c«tL se sitaarà Qti «argento C a algaua'diataDoia eatre ai J dandole el freate.

Si este no esté sobre Udireccioo^ el ayii4a«t« B le liarà laa ae&at necesartaa para qua se cargise' à dere- cba ó iiquierda basta qua se coloqae exactameate ea la direecion: de] mìamo modo qae éé baa oolocado lot doA pnntos iiitermedios B y C se paeden sitaar Qaautos se quieran.

Determiiiada ai»i e^ta diregcion, si ae qaiereqae la co-t lomna forme en batatla , enviari nn ayodante D para 9iarcar en la liaea el punto donde- debe apoj^ar U pre- merà sabdiyisiou de la colufmua; caie ay4ida^te se sUaa- j^é sobre la liaea dando frente al sargento C*

Modo de colocar los puntoM iuternudiQ» cvdre dos pwtr US dados.

] Ltiego qae el gefe haja iodicado los dos pantos fijos en la direecion de los coales qniera q,ue se. ibrme la ba* ^lla^ no. ayudaalci j ^0%, sargentos ó cabos sefialario los puuto9 intertjiedìos»,

Ldm. 'i^,fig, 2. Sea ei sargento 6 cabo de la de- recha el que representa la letra A , B el de la ixqaier- da, G un irbol pntitó elegido é la derecba, y el cam- panario D el elt'gido i la izquierda ; A se mantiene firme n^l^ntras que ^ toma la di#taocia de frei^te de una mitad bacia, la ii^quierda^ jr por detras de A se aitaearé con ^1 j el pooto G, y lo^ dos A y B marcba- i^in a] frente haciendo un movi oriento de coBTersion. £l sargento ó c^abo B se conservare stempra aliaeado <*,i| e;( giunto C J el otro argento A ;, este liltùno aiar- eliari ubservando siempre al B> para deten^ersa en el Knofueulo. ea que é^te le oculte el ponto de Uqoierda Bcuidarà de marcbar exactamente alioea^o^ coiiel

*5Ì

sargento A j el ponto ^ y am ^e ììe^ttràu à encontrar los pontog ìotermedios.

Durante esXlk òper^ci(.o B tnarchftrà subordiuado al movifaieuto de A ; laego que esten ya en la nueva II- nnit , fi ayoJaote los rijiiiidarà que se dt-u el tVeiite el ODO al otto, y asb qualquiera iurxàctltud que hubiera potlicfo habeV la recti6c»rà proiHameute, pero ain ha- ceise seiiaft ni hablarse. Supóngsise qtie A observase el punto ì) bicia la ìtquierdai B, »ìenipre sujeto, à maM tenerle «n la ifoea uou A j el punto G, «egaìré ti luoTÌniteDto de A, y le ocultaria bien pronto el punto D: ^i «b-terTase ^*e el punto D cae bircia la de- recha^ rectificaria la pomicio n para los moTUnieutos coii- tiariog.

Al mismo tiempo el 2.^ ajndante marcharà i situar* te en él puntò donde debe apoj^ar la derecbdó izquter^ di del regimiebto.

Para la segufldad de està in&trùrcciòn el ayudàhtè y todo.^ los guias llevarjin la espada ó bable hiano para bacér tas sefi^s correspondieutes, que ejecutaréd del modo siguiente: si ^e estleode, ve<bi gractd, et braso deretho y enpada bécia la deretbà^ cada movi»» niiettto que se baga ifif ef*ta dispo^Iciòn luauda qué se cargoe aun rkias i la derecha; i\ se pasa el braro j" espada é la izquierda, indicare que sq cargue à la iz- qoierda, j cada movimiento h^cia e^ta inaino dt^oiues'- tra se cargUH m;ts i ella; si se pone el ^ab^fe en la po- sicioo de prepÀV^r la ^uaidia^ qoiere significar qué el ponto e%ìà rectifìcado j et guia I quien baga de- b'eré coidar de manteuerHe fi noe y sin el roenof movi- mientor.

instruiré Ii;u6ltnf*nte é los gniàs g^nerates en prò- toiigai' òlla Ifuea rel^^vàiìdoSe suce.siya intente, y tn si- tnarse eu la prolongaciuti de nua t^iea dada^ ludrcando loH pontos de apoyrf df lo» éoslado^i de los escuadroneSf toque ejeeutatàn bajo los mismos princtpios que se faao prereoidc».

558

TITULO YIII.

IBISTRUCCIOV DE ESCUADRON.

L09 escoaclrooes constan de dos compafiiaSf de lai caaies titatan la primera de derecba, j la segonda de ìzqaìerda, segon qaeda esptieado ed la iostroccion de coiDpafiia: la formacion de amhas es igoal, y solo es inversa la colocacion de Ìos oficiales, sargentps j cabos.

PRIMERA PARTE,

ABtlCULO !•*

De los distihtos aires y march as militares*

QdUair^o la tropa y los caballos soficieptemente los- traidos para q»e se ies pueda reunir eu escoadron, aq Ies (^jercit^rà eola yariacion de aires, é fin de ar- ^èglar SII yelocidad y asegurar la igaaldad de cada qqo. ]?ara^ este efecto se practicaràu las marcbas ruìlitares qae tieoen por objeto priocipal acostnmbrar ios caballos i qae marcheu cou sosiego eo la fila, y qae modeo de ai* res gradoalmente y sin preci p»tacicfD.

£n U primera ujarcba militar no se e^iglri del sol- dado, tanta precisioo., e^actitud y anioii eo lòs mo- Vimieptos, que einpezarén por el desfile de à coatro por la derec'ha al (Veute. Pero ya en la seganda y ter- zera se lef acost timbrare a la prectsioo, "&€., para eoo- seguir la ìgó^ldad eu los 'moTÌmientos* £n tod^s se lei tiajà pasar alteroatiyamente de un paso é otro , babi- toàudoles A formar las mitades y yolfer à desfilar de M. cqatrp, asi corno A las variacioiies de direccioo; pero se te9dr4 grao cuSdado de marchar al pa^o en el lii- tifno cuarto de bora ;>nte8 de.regresar al CQartel, i fio de que ios caballos ifegoeu sosegados*

Cuapdo se quicra durante la«i maic.bas qne bom- bi ej» y caballos deicansen, se mandare por ti gefe io^

555 mar en batalU, al imule^ i la isqaierda^ 6 bien por retagaardia de la cabeza à la derecha, qae son los trea medìos qae h^y paraf paaar al órden de batalla.

Si lamarcba bubtese sido por el fianco izqoierdo, ao e|ecutarén los mismos trescasos, pe^o eii órdeu inverso, bajo igoales principios. <

. Si por las marchas militarea prescritas te ba coo- tegotdo bastante union y precisTon eo I09 aires, se .eni« pecari é arreglar la velocidarl^ para lo qae se barin medir sobre el terreno, distancias 'corno de mil doscien- tas Yaras cada una, *à. fin de recorreiias sncesivamente al paso y al trote > &cc^

Las marcbaa milita rea se repettrén ba&ta conseguir qoe los caballos vayan sosegados en la fila, que noarcbea sin ardòr, que los soldados no empleeu fuerza ni saco* dimientò al pa8ar de nn aire éotro, y.que baya r<>gulà- ridad en la TeiociHad igualdad en los distinto» pasos.

En los descansos que se de é la tropa se ejercitarin los ayudantes, oficiales y sargentos eo conocer y medir las distancias por el ndmero de tiempos de trote y ga- lope de sua caballos en cada aànuto, para lo que recor- rerin. espacios roedidos contando sua pasos; saber y co«* .nocer à golpe d.e ojo los pasos que ocupa el frente de an escuadrouj y el modo de. ponerae al galope deade aoos pnntoa ìotermedios à dos estremos dadoa.

▲RTICULO 2.®

Tornar dist ancia de filas* '

.1 '

SupoaieDdo al eacaadron descaoaaudo eo sa logar, se mandare:

1 .* Atencion*

2.* Escuddron.

5.' A retaguardia-^d tornar distancia de

filas. 4?* Marcken. Se ejecutaré del mismo modo que. all' -la ioatfucaioo

55i ,

de e^mpAiiia, sili ptra diferénoia qae tta àyódfciite te hallaré à retagdardia para rectìficar ta distattcia loa dos caboa 6 aargento» costadoa da h «egoiida fila , qao m movieroii à ia torcerà foz para marcar la atiera linea (^ue debe formar la misroa A ocho pa^oa de la pri- mera,

Cu4ndo ya èsté alineada taoto U^eganda fila eomola etici ior, dare ni capitan de està liltima ia voa de 5*» Firmés.

AITICIJLO 3*^ *

Minearse coni dislancia de filat.

Lia ejpcucioo y V)Ocea de eate movimiento seria las mitfmaa qoe laa eaplicad^ts ea iaa eacuelaa auteiiorea*

iiBTICViO 4-**

Manejo de las armas.

Se praetìcaré por todo el escaadron en Ioa fniainoi férmiiios preVeuìdos para la compania en su ìnatruccioo.

AKTlCUtO 5.^

Estrechar las disiancias.

Concloido el maopjo a^ onìré la apgonda fila i la primera , segah ae marcia en la escoela -de compadiit oh^ervando ci gela del etcvadfon lo que alll el ca- pitan.

ARTICULO 6.*^

jittneàrie éstrechadas lai distancia^.

Conforme queda prevenido en las aliaeacioaes de In MMtrii«cloauBa^ anterMTes.

555

ABTtCVU» 7.**

Alineacion del escuadron.

Para cstos moviiaìentos se establecer^n .tres gniat generales A veinte y ciuco 6 U«iota pasoa al fren* te del e«ciia4lronf ea direccion recta j paratela : el primpro al frente del coata-^o derecho del escuadron; < el teguodo al del costado iaqaierdo , los dqs dàndose frente; y el tercero, daado igualmeate frente al prime- TO i la dislaocia de dìea ó doce pasoa.

£n segoìda de està dispo»ìcion bari el comandante marchar de frente al escaadroo, y à dies pasos de la linea ..establecida mandare.

1.' Escuadron.

2/ JUo.

3.' Por la derecha- aline arse*

4'' Firmes.

5.* Guìas d sus puestos. Cayas yoces todas se obedecerin, ejecntando lo qae cada una indicai sin mas dtlèrencia que é la tercera ▼OS se adeiantarén basta tocar en la Uuea los dos sar* gentoa eoiaa -particulares del escnadron.

Obser\faciones.

Este modo de alinea rse es para qiie conosca el escua- dron cuanto tendria qae ejecutar para servir de base de alineacion al resto de la linea ^ 6 para entrar en e^la tenieodo é sa frente pnntoa iutermedios sitdttdoa ett la linea generai.

Cuaodo las alineaciones sean pc^r mitades 6 parcom« pafitaa, caidaràn Ics comairdantes de ellaa de no dejar mucbo intervalo de la voz alto à la de pqr la derecha ó por la izquierda alinearse.

Los aargentos y oaboa embchidos en la fila «bserra- ràn solo la alineacion general.

S^ la aliofiaaoa por la deceeha 6 laquierda, ae

55ff r ^

har^ entender à la tropa ijne Mmpre estarà el gaia del lado de la aiiiieacìoo.

PARTE SEGUNDA.

Romper en. columna d la derecha ó a, Iq izq^ierda*

Este rafvvriui-'nto se ha ri h abituai mente por ùiìtades» Pata su èjecucicui se inMiidaià: I.' Ercuàdron,

8.* Por mitades - d la derechd en columna. 3/ Marchen, A la seguiida parte de ia se&Qoda vox. saldra- à mar- car el àu^ulo recto ei savgento de la derecUa de todo «*1 esGuadron, situéudose efrte cou el freiite abdoiide de- he tenerlo la còtuiniia.' ' * ^ .

L^s comaiìdaiites de* mitad dar^n U voz i su mìtad respectiva, de conyersion d la derecha* Y à la tercera Vos del comaitilauté^ ^ue repetìrén, darén todas ias fiiitades un cuartb de converbioo. Auteè que Iq concla- mali, pasai^do poi* el càmiuo. mas coito i cóiooarse.fue- i4i del punto eu qué debau apoyai* tos coàtàdòs izi^uier- dos de ella», m»ndaf^o: ^ '

1.» MUad. ... 2L' 4Uo. .,-.•.

^•^y'iPor.laizqHierda-nalinearse. : ' 4s Firmes..,

, l4>,q;ia eiecntftdo se co|o^ar^ii pq sus pue^tos. Eajo los mìsuios priiicipios se ejecuta ei»te moviiXkieutV por la -ìz^uierdaf •,,.,..

' . ARTICUlb. 2.^

Maróharéhcùiurfina'pornìitadès.

fistabUcìdé dn.guta general ^n ìè 'prolotigiicioii del cohta>lo iz(|aierdo, y otro. intermedio damio fr ente 'al e9CQ^rouy«i.el tet^ceao.DO preaeqta algu» ubjVto Tisi-

;557 . Uè,., preyeaieatto al f>\A^ coxi<ti]Ctor de la oolaniiia cubra -.HunaoliB U marcia A ambos gnìas!, &cC«y y caio» cado, un a^udaute al iado-de él^ fuaudarà . ei' coiuan- ctaiit^: .

. 1.* Colnmna' de freni^. r

2.* ijrui'a dja izcjuierda (ó.d la derecha).' 5.' Marchen. '

A la- segnnd*) ^voz' Haldri el gaia oombradò i'cnlo- carsedelaiite de la priuiera hiiera de la priinera mttad porci 9Q'sUdo. que,^e iM>fubróv

A la tercera , ivpetida por los cooiaodantes de mi^ tad, se poiidrà eii luaicha la coluiuma.aL paso, ito se ha prevé^iido otro aìre; el sargeuto »eguudQ,: guia. par- ticaUr de la iz(|ui.ejrda dt:l eticuadrou^. pasdrrà i .^Ua eftterior. . .. .^

l«oa guUs pai'ti'colares de ria <;QhimQa, -que sod ^oa cabos ó aaigeutosy cokiadoa de ' las mita<le9 ^or el lada del guia , cuidaràii de seguir el naisriio aire que !el ^out doctor de la oolumua.

Los cua)ai»dci^nte8 de oiitad repptir4o sieoipre las to-^ ces de marchen y alto' que se d^n ai escuadroiiv laa 44its no agonrdaré la liopa piira ejeuntaf el movimipiito (jue qiaiide el. gele del ei»cuadroo<) pues.lo.hari cuaiidd éite de la voi de marchen. ' < :

Cada escoadrou q«e nn»iiiobre solo, làdecnas de sos do$ l^uiaa-. geoeiates, tf;>iidrà do&.soperuùmeiarios paia eioplearlos .eii ìob caso» liecesariotì. La coiocaciou à»' losdp^ prvmero« seri .éu la fìla eiiteriàr « infne«itato8 à los Qaoooa.para vu pronta saiida*^ y ioit dos lestaale» i la iiimediaciou del gefe, à oo aer c|ue (>or ìio necesilar* los disponga paseu igaa\^eote é .la 6tia esleiior: los dei e^cuadrou se dÌ!}tiu|^uiréu por tós fiombres de goias geutialt^s de la dereoha ó' iz^uierda.

Qbservaciones.

Coando la tropa (st($ inuj segata en la marcba eit coluàiua al paso> coudervaudo està aifd tauj igual \

558 nDiforme i se le hafé pasar ti trote 4 'igakyp«f hf«ti qae à estos liltìmos aites eoostga lo mitaiò qoe ea el aoterior.

Bajo los medio^ contrarios Rervirjo loa mismos prìit^ cipioa para romper à U iaqaierda*

ARTlCIflO 5.^

Detener una columna.

SopooieDdo qoe ae halle marchaodoy mairJari el gefe:

1/ Columna. 2/ Mto. A la aeganda voa, repettda por toa conrindaDlea de mìtad asi que espìre, se pararà la colurntia, j oingufli goià 86 tuoTerà , aunxsuaifido no haya qdediido é sa dis- ta ncia del prifc<^deute ò que do se halle en la direccion de laà demM mitades.

Si el gefe cousiderase necef^ario dar i los guSas del la-ci^amoa od» dii'eccion general, estableceri los dos prim^roa en qoe le pareEc^^ empi^caoilo por el de la cahesa, moTÌ^udose ei de la seguoda é la derecha ò é la ifqaierda, segan el lado qae deba entrar à* ca- brirte: eu segoida mandare.

L* Guiaa^d cubrime. ' A està TOE todoa* loa gaias sigoientes de pritnera fila de ceda mìtad tomarén la direccion de* los dos prime- roSf Goo^eriraudo cada coal con el qoe le precede la difttaBoia del' frentè de la colunana : iuego utaudari el gefec

l.' Por la izquierda (àdla deretha)'-ali' nearse. A està yoz se «lineari cada mitad , pooiéndose los eonnanJantes de ellas A dos pasos por fuera de siis guiai respectivos para cuidar de su atineacìòn paralela i la qoe éoteeediieif dando dcspoea la voa de fi rm ss j to* mando aolo oontinoe sa colocacion en la columna»

559

Manhando en columna con la derecha d la cabeza hàcerla que di el frante d retaguardia*

Para que uoa col ninna c^ue marcha con la derecha i la cabeaa de el (Vente i retagaardia, «e mandari. !•* Columna.

2/ Por mitadea - media vuelta d la derecha* 3.* JUarfken. A la sega oda Toz te prepara ri el costado derecho de cada, miUd para «)ectttar el alto y servir de eje para la conTertioo. «

A. la tercera, repetida por los comaodaotea de mi- tad » darte todaa. liS mitades U couvertioo mandada bjijo. lo» princìpio» eAtabiecidos para ^ste moviinietito; y cuando el gefe vea van é coDcloìr loa dx>s< cuartoa de couTersioo> mandAré:

4** ^^ frente - gìda d. la derecha. Cuya ynz sera tambieo repetida por los comandan* tes de oiitadf j enUs romperla la marcha é su oaeTO f reo te*

^ Si ei comandante qaiere haga alto la columna des- poes de haber dado el frente i retagoardia^ al con- clnir la oiedia conTersion lo adVertiré, en lugar de dar la cuiirta voz^ anadieudo /^or la derecha alinear* sej que tambien repetiràn lus com'andautes de mitad*

ABTICULO 5.^ ,

De la columna da camino*.

Annqoe A toda disposicion de marcha se le da ef oombìre de columna de camino, se hace indispensabie dar mas esteusion y aplicaciones il està disposicion, pues que en elia seria indtil ó imposibie exigir de la tropa el rigor de filaa, de hilerasi de distaocvaa} &^m ^qoe eo aua colamua de maniobras*

560 .

Asif qoe Beri coDTeDÌe«it« distingoir la coinmni en columna de noaniobras j coPomoas de marcliji ó deca- rjiioo, diféreiicìétijose està de aqueila en qae oìdo et toque de descanso en su tugar ^ «obre la iiiaicbà ptieda la tropa desahogarse, bablar, fumar, &c.) sìo perder jiiiiguti indivìdao sa paesto ni aìre.

Observ adone s*

Sieinpre qae marebe una coltmna se cooservari una Velooidad iguat , teniendò gran caidado ta cabeza de' acortarla subtese oh repecbo, j ^dismintiirla la cola si se bajase.

Ed el paso de d**sfi)aderos. Sfagno Io permitan esto^, se adaptarA el movimìento analogo para verifìrarlo con el inayor frente poMble, volvierdo é ^omar su forma- cioD primitiva Idpgo que se bava' pasado.

\ ^BTIGULO 6.^

Marchando en colunina por mitades disminuir el fren- te sucesivamenle por cuaj.ro ^ por do^ y por uno, jr vol- gerlo d aumentar.

SopoDiieDdo e^caadroo naarcbapdo eo columna por mitades 1 se sitO'^ràu seis boiubres à gran distancfa uno de otro para figurar* Ics distiutos ancbos dei desfiUde- ro. Ci priiQt'ro designare la anchiira de cuatro de frente, el segundo la de i dos, el tercero la de à uno^ j los tres restautes las de à dus, cuatro y de mitadr^s. Cuaodo la eabeza de la colomua liegue al primer gaia, establecido, mandare à su mitad el comandaute de la primerà;

1.' Mitad.

2.* De a cuatro^ por la de recha al frente* 5.* Marche n^ Lo qae verifica ri segua se ha esplicado ea la escaelt de compauia.

561 Al llegar i la altara del segando guia fljo, la man- dari aa eomandante deafìfe de à dosi al acercarse al tercero> qoe destile de à uno; y luego qne llegae al Coarto 9 qoioto y sesto, qne anmetite progresÌTameuie basta volver à formar la mitad.

Los comandantes de ias denaas mitades qae sigaefi se conformariD en on todo é lo qoe hizo el de la pri- mera, dismioayendo el frente ò anmeotando el de la SBja respectiva en el paolo aùsmo ea donde aquella lo hiao*

.Observaciones.

Estos movimientos se harén graduai mente al paso« al trote j galope, stendo mny conveniente hacerlos é la mayor yelocidad posible por ser la disposicion mas peligrosa que tiene una tropa.

A la sali^da del desfiladero por la mitad de la cabe- za formada en linea , la harà sa comandante acortar la yelocidad, j aan detenerse si faese preciso, para dar tiempo & Ias dexnas de qae ILegaen é sos distancias sia correr.

AftTIClTtO 7.®

yariaP de direccion marchando en ctflumna,

Cuando qniera el gefe qoe io verifiqae , darà la òr- den al comandante de la primera raitad ó compania de ella^ bari sitoar dosgoias.qae marqoea/el principio y fio del moyimieiito, y se, trasladarà él mismo al ponto ^ en qae se esente, donde permanecerà basta queliaya conyersado la dltimji kaitad>

£1 comandante de cada mitad la bara variar de direccion en el paolo marcado, por lo^ mediosj yo«-, ces ensenadas. ' . '

Despnes de baberse becbo la conversion por todas Ias mitades, se indicare al guia conductor de ia co- lomna la nueva direccion en qae baya de marchar.

369 tefialindole on pantó fijo, y si oo lo bqbiese en el terreno, sapliéndolo eoo gaiali sttaados ea U prolon^a- cionde UcolniDDa.

AaTICUtO

8.*?

Variar de direccion por la pronta maniobra marchan- do en columna por distancias enieras.

Soponlendo qae se marche ài paso en eolamna de mitadea y la derecha à la cabeza, arisarà el gefe al comaudaote de Ja primera qae varie de direccton io preciso para dirigirse al nnevo freiite qae le habré in* dicado. Sea, por ejemplo, é Ja izqoierda.

Despues qae se ìiallea ja en la naeva direccion da- da la priovera j segnnda miUd,y antes de verificarlo la tercera, mandarà el gefe:

l.a Viti mas mitades.

2.* Pronta maniobra por el fianco derecho,

5/ Al trote. Marchen, A la segonda voz los coinandantes de mitad man- darén por coatto à la derecha à las soyas respectivas, cnjo movimierito han de hacer sin parar al oir la ter- cera> que repetiràn los mismos, y saldràn al aire qae indica. Las haréo variar de direccion à la izqaierda describiendo nn grande arco de cfrculo para situar el costado derecho de sa primera fila de é ocho, for- giando hilera con el mismo costado de la mitad qae le precede. Goando ja esté tnuy iomediato à dicha mitad} darén la voz mitad en linea y y la de marchen al Jle- gar lo mas cerca posible; y al yerificario, el goìadela izquierda tomari la direccion del de la eolamna, ali- neando los comandantes sot mitadea ù^ù la voz, gaia d la izquierda»

Observaciones.

S\ la primera mitad hobiese variado de direccion i Uk dbreoba, se bubiera mandado la pronta maniobra

565 por el flàfico isqnierdo, ejecQtandò las mitatiles el mo* Timìento inverso; pero antes de formar en linea se sì-^ toai^tf el gnìa en la direccion de la eolttmoa.

Las mitades qne hajan der eJBcntar la pronta ma* niobra lo Terificaràa siempre al paso inmediato dei qna lieve la columnaé

Si ia coiamoa hiciese alta, no lo hardn las mitadea qoe debeo tornar so naera direccion basta haber con«* claido el moTimiento mandado^

AATIG^tO 9.**

Parlar la direccion de una columna halldndose d pie firme con distancias enteras,

Snponiendo el escttadron en colomna de mitades coil la dereeba à la eabeca, si se qniere qne varie sa direc- cion por la Ì2qaierda adelantando sa retagaardia^ bari conversar el gefe la primera mitad à la dereeba situan- dola en la noeva direccion qne se proponga dar à la co«* iùmna^ j mandare en aeguida:

1/ Columna,

2.* Por el Jlflncù izquierdo^d tornar la

direccion de la cabeza* . j;

5.* Marchen.

A la segiinda voz los comandàntea de laa demaa mU

tadea maodarins

l.* Mitad.

8.* For cuatro d la ixifuierda* 5.' Marchen. -

Y ejecDtado este movimisnto, maodarin:

4.* De frente^fuiad la derecka. Gaando el escaadron esié ya en està disposicioo, dare elgefe la leroera vot; y repetida por ìos coman* dante» de mitad sUusdos al fliiDco de eUas> alineados con el primer hombre de ia dereeba, las coudaciràn al noevo pnoto qàe cada una debe ocupar, baciéndolaa qoe conversen mas ó menos à la dereeba para dirigir-

564

se seìi pa«o8 à retaguardia del pnesto en qiie deban sitoarse. Al entrar cada mitad por detrae de la qae ya enti situada en Ja anera direccioD, mandare sa coman*' ^daotey por cuatro-d la, derecha^ daodo la voz de marchen coando ae halle precUameittè detras de la Guarta hilera de la izquierda de la mitad base de di- reccion; en* seguida la de alto^ j hacieodo adelautarse en la ^erdadera direccioa y distancia à sa gaia parti- colar, da ri la vox de por la izguierda-alinearse: lo qae yerificado por la mitad j dada la de firmes , pa* sari à colocarae en sa poesto.

Lo mismo se habiese hecho para ejecotar él movi- miento por el fianco derecho, pero eotonces los co- mandaotes de mitad barin alto cuando Itegaen à la al- lora de lòs gaias, desde aili ?erén desfilar eus mitades^ j daràn con tiempo la toz de por cuatro d la dere- cha 9 para dar La de marchea al momento que Uegae i é\ la liltìma fila de à ocho de sju mitad. La aliueacioo serisiempre por la izqaierda.

Tambien se podrà ejecatar sobre nna de las mita- dea dei centro, colocindola antes en la dìreccion que i# qoiera dar i' la colomua, y preyiniéndolo por el gei'e i la Toz de mando.

ARTICULO 10,

Marcha de una columna por uno de sus flancot.

Ya esté con' la derecba ò con la izqnierda i La cabe- la^ serén onos mismos los principiosy para que gaoe terreno sobre cnalqniera de los flancos.

Saponiendo la colnmna à pie firme 9 se mandarà: 1/ Columna*

2.* A marchar por el fianco derecho* 5.* Por cuarta d la derecha. 4** Marchen.

5/ De frente^guias d la i^qiderdm* '6/ Marcken^

565 A la caarta toc barrii las roitade» por cuatro i U mano inaodada , colocéodose sas comandantea en la dia- poaieioo de marcha de fianco.

A la sesta ae moreràn todas al paso si no se adyief to otre aire.

Cuando ja haja marchado Io qiie se JQzgaé soficien- te, se maudarà:

l." Columna. 2.« Jlio.

5.* Por cuatro d la izquierda, 4.' Marchen^ Lo eoal ejecutado j rectificada la direccion de loa gaias si se creyese necesarto , qoedari La colnmna ea su órden anterior.

Solo la TOE de marchen seri la qae repetirin los comanda ntes de mitad. Bajo los mismos priocipios j medios inversos se ejecntarà este moTimieoto por la izquierda.

Obscrvacion.

Si e1 objeto de marebar en està disposIctoD faese el de atravesar un monte bajo> escepto la btlera iudÌTÌ<- dual de qae bace cabeza el sargento conductor de la columoa, las siete restantes de la mitad marcbartfo por ia direccion mas conTeniente, asi corno las de las de- mas sabdiyisiones de la coiamoa; però Ibego que bayan vencido la dificnltad qae se baja presentado, Tol* Terin à tornar la union j distaocias prevenidas para dicha marcba, obserTindose muy particolarmente la constante di^taocia de caatro pies de cada caballo i sa precedente.

. ARTICULO 1 1

De la marcha oblicua individuai en columna.

Caando una colamna tenga qae ganar terreno so- br* ano de sus flancos por ooa diagpnal , este ^s, atan-

566 sando al propio. tìempo , se ejeeQtar4 eoa la maroha oblicaa ÌDclivid«aL Saponieodo la colomiia bieo sea mar- chando ò à pie firme eoo la derecha A la cabesa^ ai te qaiere rerifiqae el oblicao i està maiio> se mandari por el gefe:

1/ Columna.

2/ Oblicuo d la derechcf*

3/ Marchen. À està liltima voz, repetida por ios comandaDtes de mìtad f oblicuario todot «us caballoa corno està enaefia- do, Lo qae ejecotado, seguiri cada bombre marcbaodo ftl nae?o freate qae le reaalta*

Observaciones.

Los goiat derechos de las mttades obseryario so mar- cba recta al freote , no atrasàndose ni adelanUndose i la altura del de la primera mitad, procarando qne sns cabesas eoo la de aqael formea ona misma lioea per- pendicolar al freute de la priaiera mitad*

Caando se qoiera Yolyer à marcbar paralelameote d la direccion prìmitiya, se maodarà por ei gefe, de-^ frente , guia d la derecha, à cuja segaoda yos des- bario el obUcao j se aliaear^ìa A la maoo qoe se pre- vieoe.

, Loa mismos priocipios bajo medios opaestoi airren par4 el oblicao à la izqaìerda.

A&TICUI.0 12*

Romper en columna al frente por la derecha.

Para romper eo coìamna por mitades al freute por la der.ecba se mandare :

1/ Escuadron»

Q.^ Por mitades^ al frente en columna* . ., j .5/ M^rchen.

567 A 11 segVAdfl TOC ttào^iri «1 comaadante de la pri- mera mitad: Mitad^-defrente—al trote— gaia d la iz" ifuierda ; y los de las demta : Mitad : conversìon d la derecha. A la tercera toc , repetida por todos los co- nandantes, rompere la mareba la primera mitad al aire BMndado^ basta qae sa comandaote observe aigae ft{ paso la dltima mitad aìn detenerse, qae preveodrà & la saja tome igaalm'ieiite el paso. V4»rifìcado por las tres mitades restaotes medio coarto de conter»ioo, saa co* naodafltes làs barda marcbar de fronte por las vooes: De/rente^guia d la it^uierda; j en llegando el eoa- tado isqaierdo de cada mitad à la liuea qae va dee- cribiendo el de la mita4 qoe ja entrò en la direecion de ìtk colamna 6 qae le precede, mandarén: 1/ Coxis^rsion d la i%quferda* 2/ Marchen. Y coDcloida està toz , agoardaràn à dar le de^^ frente^ en el -momento mismo qae aas mitades llegaea à estar paralelaa con la qae vaya delante, 6 lo qae es Io mismo 9 concluido qae sea medio coarto de conyer- aioD.

Bajo k>9,mÌ8mos principios se bace por la izqalerdai espresdndolp antea la yoz de mando.

ABTIC1XL0 15»

Romper fncolumna d retaguardia 4 laderecha.

El gefe del escaadron mandarà: 1 / Escuadron.

8/ Por miiades—d retaguardia en columna* 5/ Marchen. 0\A% l^se((onda voE^mandarén todaa los comandan- tea de mitad: Mit ad --conve raion d la derecha. Y i la torcerà, qae repetiràn, dare la primera mitad dos cnar- to8 de oonteraion, y aiaodo yaja à concloìrloa man* darà so comandante: de frente-- al trote-- gaia d la ì«-

368 quierda ; dando la àe marcbcn en el momento mismo qae ios conclaya« Las etra» piìtades. daria oatrto y medio de cooTersioo sìguiendo de freote con el gnia i la derecha , ha$ta qae este costado te baUe detras del de la ultima mitad que entro ja en la. oolqmna ) alli Volyer^n à. mandar sua comaQdaotea, conversion d la derecha j marchen^ conversando basta qne déo medio coarto y se hallen paralelaa à la qne precede , qne man« daràn guia d la izquierda*

. Bajo ignales priucipiòs se ejecntarà por el ooatado isqoierdoy advirtiéndolo antea la yo% de mando^

AHTIGQiO 14*

Romper en columna por la derecha para marchar d la izquierda»

, TIA comandante del escnàdron mandare i i l."" Escuadron.

?.* Por mitade^'^d romper por la derecha para marchar d la izquierda* * 5.* Marchen. Al Qir la segnnda vo^ el comandante de la primera mitad, mandare: Mitad— de fr ente '^ guia d la izquier" da; repetirà la tercer^i marchaodo con sa milad ocho pasos al rrentCf y al concloirlos la hari yariar do di- reccion à la uqaierda, dando, conclnida qne sea la conyersion à eje movible, la voz de de^frerUe^ ai qae aegniré marcbaodo,

Los demas comandantes de mitad ejeontarjn io mis- mo qoè el primcro, pero teniendo coidado de mandar A ans mitades marcbar de frente para salir de la linea de bataila> en el momento qne la precedente por sa derecba acaba de bacer la conversione - Los mismos principios se observarin si se ba de romper por la iiquierda para mare bar àia dereoha.

569

ARTtCUIO 15.

Un escuadron formado en hatalla en su órden na^ turala hacerle romper por mitades en columna d retaguardia por la derecha para marchar d la tzquierda.

Mandar! el comaodaote dei escoadron: 1.^ Escuadron.

8.* Por mitades - d romper por la derecha d retaguardia para marchar d la izquierda» 5.» Marchen. Al oir la aeguoda voz, el comandante de la prime- ra Diitad la maDdarà conversar é la derecha, lo qoe ejecQtari à ia de marchen qae repeti ri: dari dos coar» toa de coayertion basta qae resuUe dando frerite adon-^ de tenia ante» la espalda^ y concloidos, sin detener* se mandari : de frente - guia d la izqUierda ; se- gni rà ocho pasos al frente, la harà variar de direccioa à la derecha, y fiiiàlizado un coarto de couversioii) prevendrA: de frente, cootionaodo la marcha al qae le reaolta*

Los comandantes de las demaa mitades e)ecotaria Io mismo qoe el de la primera^ pero agaardarén é dar la yoz de marchen^ Inego que la mitad qae prece-^ de haja conclnido los dos caartos de conTersion pri* meroa.

Sìgaiendo los mismos princlpios se ejecntaré este mofimiento por la izqaierda.

PARTE TERGERÀ.

ABTICVLO 1.^

ffalldndose el escuadron formado en columna con lade^ recha d la cabeza , formar d la i%quierda en batalla.

HalUndose la colomna à pie firme y rectificados los gaias, mandare el comandante;

$7a

1/ Escuadren.

8.' A la izquierda en b^^alia.

5.' Mascheri.

A U seguacla voz et «argento del costado dereclio aaldr £ i sitaarse en la proloogacion del costado, gaia de la colonioa, sega a se ha e^piicadò ea la iostruccion de compafiia, para inarcarci eóeajooaimeDto de la pri- mera rnitad^ dando JTrente adoode deberà tenerlo el es- GuadroD.

Lo6 comaodantes d^ mU»d maodaréo: conversion d la ìzquierda.

A Ja tercera, qne repetìrio los espreaaées coman- daotesv toda^ l»0 iBitadesdarénaa coatto de coiiversìon: eac|a ooiHaodaote de mitad pasaril por el camioo màs eorto à sttoarse en punto «o qoe debe eondoir la e64ir«rsìon, y aotea de qoe llegoe é é\ el costirdo salien- te mandaréii a//o, y en se^mda por ia derecka^ ali' nearse, Mtenlras se ejecata , el sargeoto dei eoatado iz- f«iierd<> del éscnadron tomari sa lagar.

GnaBdo las mitades esteti ja alìoeadas, dare el co- mandante de escnadron la toc de firm^s, la qne se obedecerà pasando los comandantes de mitad à sttnane tfl frente de las soyas respectiTas.

Eajo los mi SOI OS prtncipìos se urinaria i la derecTia en batalla , [levando la columna la cabezd A fa ts- goierda.

Si teniendo la cabeza 4 la derecba conTiniese formar- la en 'batalla . Iti lado opuesto de los gulàs^ se raandari despaes de hecVìo alto:

1/ Bscuadrqn,

2.* Por ins^ersìon d la derecha en batalla» 5.* Gula d la derecha. 4**^ Marchen. . A la tercera TOC de maodo,. ^el Sjarge«lo idei CiMtado derecho, qne no hace .pdmero en la fila,, se adelantarà Smarcarci encajbnamiento de la prì mera mitad. Lo que es en lo demat se procedere del ikiismo modo qne en el

571 CMo anteriore sin otra difereocia qne la. oonverfioo ae- ri é la d^recha j^ia aiijaeacioo sq bari por el costado izqaìerdo.

▲BTICITLO. 2.^

Formar al Jr ente ^n halalla*

SapODieodo qae la coìomna marcha i la Ifnea sobre qoe ^e qoiera fornaar en batalla por retaguardìa de ella 7 en dlreccioa perpendicular al parage ea que deba qoedar la cabeaa, se etitableceriin trea gaia» eo dìrec- cioD pa'ralela al freote de la coiamoaf el primero à la proloogacion del coetado derecho de la misma, el sef^Qo- do i la dUtancia de luitad , j el tercero ea el puoto doa* de deba apojar su costado izquìerdo.el escuadron, es*- tos dos dando frente al primero.

En està disposicioo, cuando llegne la color^na i vein- te pasos de està liuea establecidai la bari elgefe hacer alto, y en aegtilda maodari: 1 .* Escuadrojru 2/ Al frente en batalla- 3/ Marchen.

A la segonda toz, el comandante de la primera mi- tad mandare: De frente —gaia d la derecha. Los de las demas: Conversimi d la izquierda*

A la de marchen, repetida por los còmandantes de mitad,, la primera se dirigiri à sa frente basta situarla sa comandante en la linea establecida. Las restaotes da* rin medio coarto de conversion qoe es lo auficiente para dirigirae à la linea de batalla » segoirin por la dia- gonal con el gnia à laderecba^ dirigiéndose ^ste por la bilera de la mitad precedente qae le babri resaltado al frente despnes de concluir la conversion , la qne no perderi basta el mom^ento en qne dtcba mitad em piece i conversar à la mano derecba para entrar en la Ifnea de batalla 9 en cuyo instante continnarà marcbando rec- to é su freJìte* El guia derecbo de la segunda mitad se

572 dtrigiri desde laego al punto ea qde debe conrenar para entrar paralelafnente en la Ifoea de bataila.

Coando el guia derecho de cada mitad llegae eofren- te de la hilpra izqoierda de la mttad qne precede ìnme- diatameute A )a saja, y qae està ya situada en la linea de bataila, maodaré su <;oinaiidante: Conversion d la derecha , dando la yot de marchtn en el momento de Uegar sa gnia derecho à la citada hìlera. Y caando se ponga exactamente paratela cada mitad à la linea de bataila , mandarà el comandante de cada nna : Dt^fren- te. A està \ot lo rerifìcarà la mitad, é la qae mandare hacer alto dos caerpos de cabaito antes de Uegar é la lineai: en seguida alineardn por la derecha sns mttades reapectiraà, y concloida la formacion mandare el gefe del eacaadron.

4-* Flrmes.

5.' Guias dsuspuestoB.

A la coarta voz se colocarén en sas pnestos los co- mandantes de mitad, que para observar la altneacion habian pasado al costado derecho de las soyas respec- tivas.

À la qninta se retirar^n los goias A sa colocacion*

Con la izquierda i la cabeza se ejecatari bajo los mismos princfpios, pero precederà la voz de: Por in" version , sitaando los guias en posicion Inversa. Si no bubiese gaias para marcar la linea, marcbari el coman- dante de la primera mitad veinte pasos al frente des- paes de oir la toz ejecati¥a del gefe, alU bara alto y la tflìneard por su derecha.

ìlrticulo 5.®

Formar d retaguardia en bataila*

Saponiendo qne la colnmna con la derecha à la ca- beza llegae à la linea sobre qne se qoiera formar en bataila, por delante de ella y en direccion del parageeo que deba qoedar la cabesai indicarà el comandante da

575 aotemano «I ayodaote los pnotos de dìreccion de la linea.

£l ajajante con los dos gaias generales sapernonip- rarìos irà à establecer la base esterior de la linea. £1 segando guia ó punto de aqaelU lo situare aobre la di- reccìoii de los gaias de la coiumnà, pero no paso mas à la ÌKqaierda, dando frente i este lado. El primer gaia, ó sea punto de la base, io estableceré i la izquierda en Ja direccioD indicada^ dando frente ai segundo, y i la dista ncia de éste de dìez 6 doce pasos.

Gaando la cabesa de la colainua llegue à Idiez pasci de la linea ^ la deteodri el gefe j enteraré al. Comandan- te de la primera mitad de còrno j dónde ha de estable- cer la saya. Ed segnida mandare: 1 .* E^cuadron,

•J.* Por inversion-^ al frente en batalla» 5.* Marche n,

A la segunda toe maodaràn los comandantes de mi- tad, el de la primera qne marcbe é so frente > y los de ias otras que converse cada una i la derecha, para pro- ceder en està maniobra en los mismos términos qne aca- ba de -esplicarse en la formacipn de al frente en batallà por ioversion.

A la tercera yoz dei comandante de gsciiadron, repeti- da por los de mitad, se poadràn eo movimiento todas ellas marchando é su frente la primera por detras del seguudo goia general superoumerario establecido> bas- ta baber rebasado la linea de guias corno diez pasos, donde bari alto; Ias demas que se pnsieroD à conversar al Olismo tiempo, despues de baber dado medio cuarto de cooTersioo, marcbaràn ea seguida é su frente con guia é la ìzqoierda para atravesar cada una la linea de batalla: conforme lo vayan Terìficaodo, barén alto y se alinearén sucesìvamente por la izquierda, resultando la batalla en el órden mandado.

Cnando el gefe rea el escaadroo en està disposicioof mandare:

574 .

4'* Por mitadéM, 5.* J la izquierdà - media vuelta. 6** Marchen. A està Toz, repetida tambieo por tos comaodantes de rnitad , darén todas doa coartos de conversion aobre la ìzquìerda A eje Bjo, inaDcNlndolas sns comandantea res- pectivos bacer alto asi qne Ics bayan conclaido, j alirte^adoiaa en aeguida por la derechà corno qaeda ad- yerttdo para ca^os semejautés;

Laego que es(é conctotda la forai acion ^ mandare el gefe:

?•» Por la derecha-alinearse. 8.* Firmes.

9.* Guias-d Èus puestos. A la sétima voz entrata el eacoadron é alinearse aobre Ics giiiaa èatablecìdos.

La octaTa j noreoa ae obedeeer^D*

Ohservacionei.

Si la columna tavìese fa icqaferda i la cabesa, la ba- talla al freote por la iovetsìon seria por la icqnierda: los do8 cuartos de converaiod, para dar frente A re- taguardia, por \% derecbaì las alineacìones par la ìz- quìerda ; y la base de la Ifnea se estableceria aobre el fianco derecbo, qae seria el de los goias.

Si se qoisiere formar la batalla coti el freote A reta* gaardia aobre la liltima mìtad^ saponi^ndola con la de- rechà à la cab(>ca ) marcado por el gefe el ponto en qae debe apojar el costado ieqoferdo del eacoadron A reta- gnardia de la colamna, qtre aere k naca Teinte paaosea la miama direccion de loa guias^ sitnari alli el ayndao- te algnia general de la ìzquìerda» y el gaia general so- pernntnerarìo sobre la direccton de la Ifoea en el pon- to en qne deberi apoyar et cóstado derecbo la dltiffli tsìtad.

Hecho esto, mandare el gefe:

575 1/ EsciStadron* 2à* Sobre la éUima mitad. 5.* Con el frerUe d retagua^dia^en batalla. 4-* M4rchen. A U tercera vox iós cemandaQtes de oiitad in«Ddar^o é ias sujas respectìvas: 1.* Kit ad.

9/ ^ /a iiquierda eonversion. A la caarta vox dei gefe, repetida por los dichos, ; ejecotaràn el inovimiento preveoido todas ias tnitades. CaaDdo la dUima haja dado oda media conTeréioo completa, con lo coal habrà qaedado paralela é la Uiiea establecida, la mandare sa comaodabte marciar de freo* te pai^a eoti^ar et^ la linea con el gola à la.isqQierda, j la alinearé laego que ilegoe & ella y haja hecho alto, tobre dìcha mano« Las dem«é mllades cm prenderei! Um- bieo la marcha de frentev cOn el gaia ìgaalmeDte i la izquierda, laego qae bayao dado eqarto y medio de conversioo > dirigi^ndose por diagooal i la lioea de batalla, bajo Ias mismas voces y medios prevenidos ea el articolo aaterior para format* al freote eo batalla con la izqoierda é la cabefta. Cottclttida la formacioo dare el gefe la voi de 5.* Firmes»

6/ Guias - d $m puestci. Con la izqoierda é la cabeza se eìecutaré e^ta forma* cipn por ios mìamos priocipios bajo Èaedios ioveraos*

A&Tfcuio 4*^ Formar en b alalia por retaguardia de la cabeza»

Llerando la colamna la derecìia à la cabeza » indi- cado por el gefe el punto en que qaiere apoye la dere* cba ei escuadroD, y situados tres goias^ los dos gè- nerales marcando los pootos en que debe apoyar el costado derecbo y el izquierdo del escnadron^ y uno su-

576 perno merino à la dìsf ancia de dteE 6 doce paaoi del de la derecha dandole freote, a^f comò tambied se lo dari el de la izqQierda , todoa elloa il veiote pAsos del costado derecho de la colomna : cuando éata yaja à llegar i la altura del prtmer goia qoe marca ei poolo de apojode la derecha, mandare el gefe: 1.* Columna. ^ 2.^ Por retaguardia de la cabeza-rd la de- recha en batalla. 5."^ Guias d la derecha, A la tercera vos los goias derecboa de mitad toma ria la linea de direccìon por dicha mano , j el comandante de la prìmara mandare:

1.» Mitad -d variar de direccìon d la de- recha. A'si qne la primera mitad vaja à llegar à la altifra del punto ja indicado , dare el gefe la vos de 4.* Marchen. La qae solo aere repetida por el comandante de U primera mitad, y ^sta empesar^ é conversar sobre ia derecba à eje movible faaata que so comandante haga cesar el movimiento, segnn se ba eosefiado, j la hags marchar é sa noevo frente, cuando exactameo te 'resuite paratela à la base establecida.

El costado derecbo de ella se dirigi rtf al gaia general eatablecido.

£1 comandante de la misma, doa cnerpos de caballo antes de llegar i la linea , mandare bacer alto à sa mi- tad, la alinearà por la derecba, y en aegaìda dare U voz de firmes.

La aeguoda mitad marcharà recta à sa frente basta qne llpgoe cerca de la altura del costado jzqaierdo de la primera, en donde variare de direccion à la derecha é la vos de sa comandante, siguiendo la marcba al noe- vo frente en los mismos tdrminosqoe la precedente, ha- ciendo alto i la altura de la fila esterior y altneindose deapnes por la derecba.

577

Ij» demas mitades htrlo socesÌTamente lo mismo qao lag dot primeras dei escaadroQ para entrar é formarse .en la ifoea de batalla,

Gaando todo ei escdadron e»ié ja establecido, man- dare el gefe:

5.* Guias-d sui puestot.

A cnja voE se retiraréo los goias geoeralet.

Una coinoina con la izqaierda é la cabeza se formare il la izqjiierda en baUlla por Tetagaardia. de la cabeza para quedar en òrden nataral.

Ohservacion.

Si DO hubìese goias establecìdoS) la primera mitad ▼ariarà de direccion i la derecba; yeriBcado marcbaré TeÌDte pasos i sa naevo frente^ aiii bare alto y se alinea* eo segoida.

PARTE COARTA.

ARTICULO 1.*

De la marcha directa en batalla por escuadron.

Antes de bacer marcbar de frente ai éscnadroo se barin salir las bileras costados de mitad y que marcbeo de frente 4 conservando entre sf el espacio necesarìo co- rno si marchase el todo de la mitad. Los comandantes de mitad y la 6U esterior marcbarén con dicbas bileras de «•ncajonaroiento , conservando sns pnestos respectivos. De este modo se marcharé al paso y al trote»

Cnaudo los sargentos y cabos que forman estas bile* ras aepan ejecotar correctameote todo lo relativo 4 la marcba directa, se bare entrar i la tropa en sns respec* tivo» cnadros^ j se ejecotaréo las graduaciones emplea« das anteriormente en la iustroccìon de compafiia^ j la misma progresion en distinto» aires.

Para qne marche de frente el escaadron con el gnia i la derécba « se adelantari el sargento segando del cot* tado derecbo basta la Ifnea qae forman los comandantes de mitad. £1 sargento de fila esterior de la primera mitad

85

578 pasaré é reem piallarle én el ooatado derecbo del escia- droD. En eata dtsposicioD mandarà «1 comaodaote despnes de asegurarse de la correcta aiioe^cioD dei escuadron: 1.' Escuadron. 2.» De freme. 5.* Guia 4 la dérecha* 4-* Marcken,

A la tercera vos los comandantea de la primera y coar- ta mitad pasarin à situarse al fr.ente de la primera hi* lera el uno, y de la ùltima ei otro^ de sua mitadea rei- pectivas; los de la s^-gUnda j tercera ae eriibeberén eo^ el centro de sqs mitadea, haciendo paso atrés ias se^tas hrieraa de eilaa, quedando en aegnuda fila el hombrede primera j el de aegnnda en fila eaterior.

Antea de dar la coarta voz indicare el comandante de eacoadron al sargento qae se adelantó el ponto fijo de direccion, peipendicolar al costado derecho del misrao. El capitan de fila esterior, que se habrà ent«> rado del ponto de direccion dado, lo indicare al sargento de fìla esterior qoe se colocó al costado, y segoirà formando bilera con el sargento gnia , mànteniéodose siempre en •a direccion y la de los puntos asi fijoa comò iutermedios.

A la cuarta voz romperà la marcha el escoadrooi ob- «eryando coantos priocipios se hao preveuido en ìas idi- tracciones anteriorea, y teniendo muy pres^ntea los bombrea de primera fila el iigero contacto de rodi!las, j los de aegondael formar aiempre bilera con loa de primersi conservando constantemente so distancia con aqnelia.

El comandante de la primera mitad, qoe ae colocó al Udo del goia> ire perfectamente alineado condì para aerrir de base de alineacìon al comandante de la mitad opoesta del eacoadron ^ observaodo amboa la aliofacioii qoe llevan sos companiasreapectivas.

Loa comandantes de laa otraa mitadea y el porta qoe van embebidos en el escoardon , el dltimo en Ia penditi ma bilera de la aegonda mitad, coidaràn de no àdelantarae nonca baata rebasar la liaea qae farmao loi

579 oomtDdaBtes de la prìmera j coarta mitad; obserrando todos los oficiales tanto de vangoardia comò los qae yan en las filas, j los sargentos j cabos costados de niitades, de guardar entre si tas dUtancìas que exìstian antes de emprender la marcila, y atenerse tambien entre sf é la aitneacioD general, llevando todos la misma yelocìdad 6 aire que el gnìa.

Basta asegorarse de qae es bnena la dìreccioo dada, 86 mantendrà el capitan de fila esterior à retaguardia del costado derecho.

No se yariarà de aire basta qae el escaadron marche co rrecta mente ^ so frente.

Si se qoiere marcbe el escuadron con ei guia i la iz- qoierda , servirAn los mismoa principios bajo medica contrarios.

Purè que baga alto no escuadron qoe marcba en Ini* talUi se mandare:

1 •* Escuadron» 8.» Alto.

3.* Por la derecha por la izquierda)-- alinearse.

A la primerà toz prevendrAn todos ans caballos; é la •pgondà se detendràn y obedecerén la terCera, yolyien- do à SQS pnestos respectiyos, al frente del centro de sas mitades los teoientes y aifóreces, asf corno las sesta s hi- leras de las mitades del centro.

Si el escnadron en està disposicion debiese entrar ea aqa linea establecida, bare alto diea pasos antes de Ile- gar, y solo los sargentos de los costados del eseaadroà aerali los qoe se adelanten à la Ifnea basta t<icar lot gnias genera I es, moTÌéndose el resto del escuadron al dar la tercera yoz.

Ohsers^acionei.

Cnando en el terreno no baya objetoa que puèdan aeryir de punto* de direccion é intermedios, se suplirà por medio de trea guiif qoe se coloearào formando hi»

580 lera con «l.del escnadroD j dandole frentCf i la distancia entre si de ciocueutaó sesenta pasos, losque podràD pro- loDgar la linea lo qne se quiera , relevéndose j corriendo à sitoarse à ret;»guardia del dltioid cooforme Uegae el es- cnadroD i sa altura, de lo cual cuidard el ajadante. Lo misnio se podrà liacer colocando los goias à retagoardia. Si el sargento que marcba alrostado gnìa se ve opri- mido en térmioos de hacerle perder la dìreccioo , aiaari el brazo) Io que iadicarà à toda la fila qae apoje uo poco al costado opaesto.

ABTICUIO 2.^

Marcha en retirada.

De dos maneras diferentes se puede empreoder la re- ttrada, ó bien dando media vuelta por cuatro, ó bieu dandola por mitades. £n el primer caso se maodarà: 1.* Escuadron, 0.* Por cuatro - media vuelta d la derecha

d la izquierda). 5.* Marchen. 4.* De frente.

5 A Guia d la izquierda (d d la derecha). A lasegandavoz de mando se prevendrin para deseo- eajonar los ntimeros cnatros que haceii de costados sa- lientes; à la tercera se ejecutarà -el ^oTÌmieiito bajo los principtos esplicados, girando los unosenel mismo ter- reno basta dar freute il retagoardia) nniendo las caderai de snt caballos »1 ladò opaesto que Terifiqaen el giro i fin de facilitar el encajonamiento. £1 costado saliente •aldré al mismo paso qne lleyaba.

A la cuarta yoz, qne se darà en el momento de enea- jonar las fracciones, romperà la marcba el escuadron i sa nuevo frente.

A la quinta, qne equivale à mandar alinear 9 obser- Tattfn todos la union por el costado qae se manda. f ^ £1 comandante prevendri al sargento de fila este- mr del. costado del goia^que lieve la direpcion que ie

581

indìqae. Los sargentos de lo» costados qae no coentaD odmero ea la fila, se separare n para que ejecnte està el movimiento, y loego se unirào ai costado de la qae resatte priinera fila.

La fila estetior qae habri girado ìndivìdnalmente, as£ corno Ics comandantes de luitad, ir^D perfectameiite ali- neados eo sos puestos n^^spectìvos durante la retirada.

Despues de hi* ber marcbado en està disposicioD por alga tieni pò, se mandare Tofrer à dar frente desbacieado el moTÌmiento, dando al conctuìr la media vuelta las yo- ces de alto— por la derecha porla izquierda) alinear* sei 6 bien si se quiere coutiode la marcha la de^ de^ frente - gaia d la derecha d la izquierda).

£d el segando caso , qoe es el mas senciilo y meooa espaesto é causar algan desórden, mandard el gefe: 1/ Jlscuadron. 2.^ Por mitades' media vuelta d la derecha

d la izquierda). 3.' Marchen. 4.* De ^frente.

5/ Guia d la izquierda d la derecha). A la tercera toz, repetida por los comandantes de mitad, ejecutaràa éstas dos coartos de conversioa à eje fijo à la mano mandada.

A la coarta , qae se darà en el momento de baberse concluido los dos coartos de couversioo, marcharé e) es- ca ad ron recto à bu Duevo frente. Del mismo modo que ea el caso aoterior, se volveré à dar frente^por voces ioveraas. Este movimìento se ejecotari primero à pie firme^ j despues marchando al paso ó al trote.

Observacionef.

Por regia general siempre se llamaré el guia à la ma- no opuesta qne se baya becbo la media conTeraion*

Los eostados q«e deban servir de eje en las cooter- sioDea, yeodo marcbando ae deteudrào al oir la roa de

58S

marchen; j la segnoda fila softlayari sas cabalksal lii<> opoesto que se Terifiqaè la conversioD, «Diencfo las ci- deras de sus caballos por la ipìsma mano qae se mandò) asi corno Ics sargeDtos qoe no coeDtan mimerò eo la fila darifi la tnedU vuelt* por sf ) coosérvàodose en aas respectivos flancoa.

ABTiCULO 5.®

Pasa àt obstdculoé marchando al fr ente en batalla.

Para verificarlo, siempre qoe en el terrena se pre- sentase an obsticoìo que impidiese seguir alineadas con las demas mia ó mas mitades^ mandare el gefe: 1 .* Escuadron. 2.* Para pasar el ohstdcula. 3/ Tal mitad* 4.» Alto. La tercera voe la repetiré ^1 comandante de la mi- tad nombrada y tambìen 'a cdarta, mandando inmedia* tameute oblicuo d la derecha ó, d la izquierda (segnn i la mano que se encnentre la otra mitad de au compa- ^\9^)^altrote^marchen. Gaaoclo la espresada mitad se halle precisamente detras de la otra de sa cooipafiia, mandare su comandante: de—frente^-al paso.

Para que dicha mitad Toelra à entrar en linea , man- dare el confjandante del escnadroo: l.* Tal mitad» . 2.* En linea. Repetidas ambas yoces por el comandante de la mitad nombrada, mandare: oblicuo la mano contraria qae lo hizo ante»)- a/ trote marchen; y coando esté en el pnesto qoe debe ocopar, de^frenie^ g^i^ (adonde lo lieve el escuadVon si es nna de las mitades del centro, y- si es de las estremaa al Udo opoesto de sa colocacìon), tomaiulo en seg.uida el paso para aliiiearse.

Loego qae. la mitad baja entrado en el escnadroDy iodica»! el eomandaoite denaevoel CDatado del gnìa.

585 ProgresiTamèDte , si tnese tal elobst ionio qae impo- sibilttase pasar dos 6 tres mitadea, se las bari hacer ^^^^9 7 procederào cada una segan se ha esplicado.

ARTIGULO 4«^

De las conversiones por escuadrones,

Hall^ndose el éscuadron i pie firme, se haràn salir ài frente las hileras de los costados de cada mitad para conversar io mismo qae si foeseii embebidas. Las dos bileras del centro dèi escaadron ban de ser las regola- doras de la nfiarcha, coosérvando sieinpre igual j uoifor- me grado de velocidad, qae sera la misaia qua se maa« de, y no perdipodo eu toda ella sus dìstaacias de las mas próxìmas por el Udo del eje. Todas las demas hi- leras se iirreglarén à estas dos disminuyeodo 6 aamen- tando su velocidad segua sa cercaoia ai eje, bajo los prìacipios esplioados ea las conversiooes à eje fijo.

Despaes qoe ej»*cuteo bìen ias conversìones à ona y otro mauo se embt-b'^ràn eo el escaadron, y éste ias practìcarii, teni^odo cuidado los soldados de no ade- lautaise eo su aliueacioo é los costados de mitades.

Observacion.

El efe describi od arco de circolo de quince à diez y ocho pies.

ARTICULO 5.**

Franar dtdiréccion maYchando un èÉCuadron en hataÙa.

Para yerificarlo se sitoaréo dos goia«: odo en el pao- lo eti qtte derbe empezar la convi^rsino, y otro eo don- de ha de conclair, estaUeciendo igoalinente los puutos intermedios por lor caaies deba segnir el gaia eo U Biieva direiccion: todo bajo ios mismos priitcipioa j To- cca emefiada» par* aste moTimieoto.

584

iLBTIGUlO 6.^

De marcha oblicua individuai por un escuadron.

marcliando en batalla un escoadron taviese qoe corregir so linea de direccton, lo haré por la marcha oblicua indivìda^l, lo qae preveodré él conqandante, j à la Toz ejecatÌTa oblicuaràn todus los soldados sas ca- ballos à (a mano mandadu^ segun ae hn eaplìcado para la marcha oblicua iodividaal eoiaa iostr^ccioties aoterìores.

£1 sargento qoe va al qostado del obU'coo, escogeri cu el terreno pontos TÌsiblea y eo la dìrepcion de sa Duero freute^ qae le dirijan en la miama linea.

Para volver à tornar la marpba de freute, se proce- deri corno 8e advierte en la instroccioQ de compafiii} cuidaodo el escaadron de estrechar con leotltad laa dis- t^Dcias eqfre bileras que poedao baber ocqrrido.

Observacion.

Este roovimiento se harà i^l principio desde el alto^ haciéfidolo tainbieD coando se coociuj^a; despaes se ha- rà j desharà sobre la marcba, observando la gradaacioa de aires qoe se ha dicho en la instruqcion dei reclota, j los priocipios ensefiados en la marcha directa pan tornar holgura j anion segun fuese necesario.

4IITICULO 7,^

De la marcha oblicua por mit^des*

Para ejecatarlo se mandar^.

1 •* Escuadron - por mitades.

2.« Medio cuarto de cons^ersion d la derecha

d la izquierda). 5.* Marcken. A la segunda Toa los costados salien tes de mitades s6 prepararén para desencajooarse.

^ A la tercera, repetida por los comaodaotes de mitad# ejecutarào la couYersìon maodada, j en el momeoto de concloirla, mandari el comandante de escuadroii:

585 4-' De freme. 5/ Gaia d la derecha iujmerda)*

A la coarta toz romperiD ias mìtadea la marcha al frente qoe lea ha reaultado, y el aargeoto del coatado del gaia cnidari de «n'archar recto à ao frente, totnaodo los correapoDcfieotea pantoa de direccion: ei cabo, eoa* tado de cada ooa de Ias mitades qae algao por el lado dei %W, obseryari sa^dìatancia eoo la qoe precedei tooaan do por ponto de direcdoo la coarta hilera dei coatado opoeato al gota. Lea comaodaotea de mitad y de fila eaterìor aegoìràn eo aoa poestoa.

Caando ae quiera Yolver à marchar eo batalla ae deaharà el mo? ionieoto por medio de vocea cootrariaa, noinbraado DoeTamente al gaia*

Observaciones»

Los costadoa qoe deban aer ejea teodrén parttcnlar caidado de deteoerae à oo miaino tiempo para terificar laconveraion, lo qjie coosegoiréo hacieodo alto eo el ina* tante qoe oigan la tos ejecotÌYa.

Desde la marcha oblfcua por mitades ae pod formai* al freote y à la derecha eo batalia , lo qoe ae bari en el primer caaojatgoìeodo de freote la primera mitad baa- ta tocar lo^a goìas eatablecidoa en ona base qoe le aea paratela, y entrando aocesiTamente laa demas, lo mia* mo qoe ae ba ensefiado para el moYÌmte«ito de al frea* te en batalla > aiìneéndote en aegnìda , conforme Yajaa entrando, por la priméra mitad. Para el aegondo la pri* mera mitad dare medio coarto de cooveraion à la dere- cha para entrar paraleiamente A la linea eatablecida , y Ias otraa procederlo lo mìsmo qoe en el caso anteriori deabacieodo la conTeraion à proporcion qoe Uegoen*

ARTICULO 8.^

Marchando en batalla romper en columna al frente 6 sobre cualquiera de los costados.

Para qoe rompa el eacoadroo en columna al frentcì à la TOC preventÌTa del comandante aaldiàu ioa de mi-

58é tad al frente de las soyas respec^Hrte, dando Us Toces de mando CorrHfòndientm »! mo^iniìeiito^ qoe ae eje- eiitéfi k^ oHsoio qne se fa4 en^efiado A pie firme.

Lo mUma observiirén loa comandantes de rcfCad p»ra romper A la derecha 6 ixqtiterda ^it coiootina) leRÌ(>Ddo caidado el gefe dei eacoadron de dar la vos de -Jrente^ gaia d la d^reeha (6 izefuierda)^ co ci momento mismo qoe vajan à Gonciifir1«s mili^es el caar- to de coayersion.

ARflCtfLO 9.**

Marchqndo encolumna formar en hatallà sintiacer allo.

Para bacer este moymteitlo ae mandare del mismo modo qae se ha eaplicado i pie firme ^ sin oira dìfe* rencia sino qae en el momento de ir i eoncloir las mi- tadea el coarto de converaion A la izqnierda ó A la de- recha, seguo se haja mandado formarla b-^talla, davi el comandante b vox de, de—frentC'^giua d la derecha izquisrday Si el escoadron d^bie^e hacer atto deapnes de ejecutado el movimiento, lo prevendrA el comandante aai qne conclojaa las mitadea el coarto de oonversioo, altueADdolo eo seguìda por los medioa qne se bau dicbo.

Si mare bando eo coìamna se qutsìese formar en ba- lalla al frente, dada qne sea la voz por el gefe de a fùrmaf el escuadran , darAn Ina correapoDdientes A est A movimi^'Bte los comafidantea de mi tad , j lo prac* ticarin fppgnn se biso à pie firme, sin mas diferencia q«e 1:^ primera mit^d segairAal mismo pa.HO qoe llevaba la colomna, j las demas aome»tarAn la Telocidad basta qnr Melando A entrar en el pscoadron torneo el paso de la^c»beca ò a^a primera mi tad: de todo lo qoa caidarAo los comandantea qae iaa maoden. .

▲RTIGULO IO.

Pe la contramarcha*

Se ejecatar^ con el escu^dron ségon se ba enaefiado en la iitstruccioti de conQpafiia<

587 BARTE QUINTA.

ARTICUKO 1.^

De Ics desfilet.

Formaclo el escBudroD eo batatla, si se qaiere mar- che por el flaoco dereobo, se mandari:

1 .' Escuadron.

2.* Por cuatro- d la derecha.

3/ Marche fii

4.* De^frente.

5/ Quia d la izquierda. Detpues de ejecatàdo lo qae previenen las toces terce- ra y coarta j inarchado io qae juzgae necesarìo el comaa- daote^ si quisiese volverle i formar en bataila se servirà de laa voces inversas; perq si en logar de continoar la mar- cba debie^e hacer aito, en lugar de la coarta j quinta Tos dari las de, alto -por la derecha alinearse y jirmes.

Todos los desfiles se practicar^o por el lodo del es* caadroD) segao se eosefió ea la iostruccioa de compafiia*

PARTE SESTÀ.

ABTICULO l.^

De la carga por escuadron.

Laa compafiias cargario sfparadameote ana despaea de otre, condocidas por su capitan del modo misaio qae se ha eosefisdo en la instracciou de ellas^ y despoea lo verificarin las dos onidas, procedieodo el todò del ee* caadroD de la manera roisma que lo hÌEO cada compa- fila , j cooformiodose en este caso el comaodaoite à lo prevenido alU para el capitan.

Se ejercitari el esoaadron en carga r dos 6 tres veces, Sfgan lo permita la estension del terreno, dejando so^ lamente eotre cada simulacro de carga el tiempo necesario para alinear y rectificar bieo el escoadron. Tambieo se ejercltarà en dar la carga eoa el guia à la izquierda. Observacion.

Ea el morimiento qae mas se ejercitaré la tropa sere

588 en la carga , por gér el decisito de la cavalleria ; oIh •ervando io8 soldados, basta e\ escape, todos los prìa- cipios sentados para marchar al freote en bataila.

PARTE SETIMA. Jnstruccion de guerrillas.

Caaiido se qoiera qoe una mitad salga en gaerrilla, bien para descubrir al eoemigo, acercarse à éìj bacer reconocimientos, 6 para cabrir el freote de aoa tropa superior qoe esìé formada^ e 1 comandante de escnadron darà la voz :

!.• Tal mitad.

2.* Al frente en tiradores.

5.* Marchen. El comandante de la mitad nombrada mandarà:

I.' (7^0 mitad.

2.\ De frente.

3. Marchen. Laego que haja marcbado diez pascsi sa frente, la mandare conversar i derecha é isqaierda para dirigirla al centro del escnadron , en donde deshacieudo el coarto de conversion qoedarà formada al frente^ j mandare :

1 .' Mitad al ^frente en tiradóres.

2.* {Tal) hilera de direccion.

5." Marchen, A la voz de ejecacion la btlera nombrada de direccioo marcfaaré i so frente : las demas oblìcaarin é derecha é isqaierda ganando terreno hécia so frente j flancos: los soldados de segandi fila entrarin é formar à la ìzqoierda de sns correspondieutes udmeros de prìmera, formando todos un ala qae cobra no solo el frente del escuadron, sino que se estìenda aon^ mas de los flancos de aqnel, caidando siempre los de segnnda fila no estar separadof mas que co«)tro pasos de los de primera, con qoien hacen parejas, formando la major estension de la Ifnea de tira- dóres la major sf parHcion en qoe esten las parejaa noai de otras. La linea de tiradoret deberi qoedar formada j

589 tacer «Ito à la distancia de sesenta pasos del escaadron. El comandante de dicba niitad se coiocartf en el cèntro, y ciiatro pasos à retaguardia d^ la linea que forma, y el ofì- cial à nno de los costarios del ala , j al otro sarmento.

Lnego qneqnede formada al frante del centro del rs- cnadroD, se mandari cargar con las vo^es prevenidas, 7 tenian ya cargado solo se mandare: I.* PreserUen (la) carabina. 2.* Enganchen (las) armas. De snerte que al dtspersarse en tiradores lleven ya las armas en dispo.sicion de hacer fuego. Està disposU' cioo es en el caso en qae el esciudron haya de servir de reserva, pnes por regia general los tiradores han de tenerla si^mpre. Por consiguientc, si la mitad de tira- dores debe adelantarse mucho del escuadron, en tèrmi» DOS que éste no poeda sostenerla^ comò sucede cuando se envia una mitad para hacer nu recon'>cimiento sobre los enemigos, y no se trata de comprometer mayor fuer» za^ el comandante de ella mandare:

1 .* P rimera {segunda ó tercera) division de cuatro.

2.* Jl frente^en tiradores.

3." (Tal) dis;ision—en reserva, Eq esle caso tas faiieras de la division pombrada sal- drin al frente, oblicnando à derecha é izqoierda, comò se esplicò para el todo de la mitad. Et ofìcial ó sargen- to de la fila esterior mandati los tiradores en los mis- mos téiminos que se esplicò para el comandante de la mitad, y é&te mandare la reserva ^ que iri siempre à sesenta pasos de los tiradores con el objeto de acodir donde la necesidad lo exija, cuidaudo ta'mbien de rele- var los tiradores qne lo uecesiten , ya por habérse^es descompuesto sns armas, por estar Tatigados sos caba- llos, ò por descansar los hombres. La reserva debe lle- Tar el sable en mano para cargar con él à los enemigos que molesten demasiado à los tiradores.

Cuando el comandante de tiradores quiera qae se rompa el faego maodaré:

590

1.* Mitad tal division de d cuatro). 2.' Preparen {las) armas. 5.* jépunten. 4.* Fuego. 5.* Cargnen. SI corno 68 mas à propòsito , ha de sér graneado 6 i Toluutad, dare la voz de

1/ Fàego graneado* 2.* Preparen (las) armas. 5.* Rompan et fuego, A està Toz apootaré j bara faego el prfmer soldado de la derecha, laego el del costado derecho 6 de pri- mera fila de la seguada pareja , y asf sucesivamente cor- rerà ei faego por todos los de primera fila 6 derechos de parejas; los izquierdos de parejas haréo fuego largo qae vean han cargado y preparado las armas sas res- pectÌTos costados derechos, hacìéndo'e luego estos caan- do hayan cargado j preparado los ìzqnierdos. Et co- mandante de los tiradores mandare cesar el faego con la yoz de alto el fuego ^ 6 el corespondiente toqne de clarin 6 cometa, qae sera lo mas segaro; los qua ten- gan preparadas sas armas pnndràn el pie de gato en el tegaro^ las Ueraràn é la posioioD de presentada, y io mismo los que tengan cargado sin haber preparado.

Si conviniese hacer adeiaotar el ala de tiradores se miDdarà:

ì .■ Tiradores. 9.* Defrente. 5." (Tal) hile rade dir eccion* 4** Marchen. lio qae se ejecatarà, j para hacer alto j mudar de aire se prevendrA con ias tsorrespoodientes Tocés de mando ó toqae de ctkria.

Si ocarriese el qoe los tiradores tengan qae correrse kicia nn fianco, se mandar d:

1/ Per el fianco derecho izquitrdó).

2/ A la derecha izquierda) al trote (d gidcpé)*

5.* Marchen*

591 A està 90Z los tiradoreB girarén sobre et costado qae te mande, y marcharéD ai airn pre?eiiido, conservando entre si sas respectiva» distaucias basta oir ta toc 6 se* fial de alto y frente j que lo ejecutarin. Eu e»to« movi- mieutos deberéiisietnprè seguir à los tiiadorea las reser- Tas con los moviniientos mas adaptabies al caso. -

se quiete ganar terreno al freute LacieDdo foego se manda ri:

1 / Tiradores,

S.* Fuego avanzando. Y el comandante de ta iDÌtad en spgaida djàrà la voe:

1 .■ P rimerà fila de frente.

2.* (Tal) hilera de direccion.

3.* Marchen, Los de prirnera fila marcbarin de freute con el co- mandante ^ quedando su segando con los de st^goiida fi- la; loego que baya marcbado cincnenta pa»08 maodari:

!.■ P rimera fila*

2/ Allo.

5.* Preparen (las) armas*

4-* JpurUen.

5.* Fuef^o.

6.* Carguen. Inmediatamente qae ba becbo foego la primera fila, el comandante de segnnda 'mandare:

1.» Segnnda fila*

2/ De fr ente.

5.* (Tal) hilera ile direccion»

4** Marchen.

Y marebarin basta adelantarse otros ciocaenta patos de la primera, y mandare:

1.» Jlto.

2.* Preparen (las) armas,

Y asi qae vea que los de primera tiencn ya cargado, dar4 las correspondientestoces é sa fila para bacer Ine» go y cargar, cootinaando del mismo modo las dos filas cooseciititaniiente I pasaodo aiempre ios de segaada por

598 la izqaìerda de lot de primiera. Si se qaiere qne eese el faego j sehaga alto, se mandard domo se previoo ante- riormente, y ia fila qae tate atraaada marcfaarà A ali- Dearse con la otra.

Habieodo de relirarse loa tiradores al fente del ene- migo, se mandava:

1.* Tiradore^^

2.* Fuego en refi rada.

5/ Preparen {las) armas. El comandante de seganda fila mandari :

1/ Apunten.

2.» Fuego.

5.* Segunda fila.

4** Media vuelta d la izquierda.

5.' De-frente. Y pasando los de seganda fila cincoenta pasos à re- tagaardia, sa comandante mandarci:

!.• Jlto.

2/ Media vuelta d la derecha.

5/ Cargueru Lnego qne el comandante observe qae los de segan- da tìenen ja cargado y preparadas las armas, mandari:

!,• Printer a fila.

2>* jépunten.

5.' Fuego^

4** Media vuelta d la izquierda*

5.» De^frente. T pasando por los correspondientes intervalos de se- ganda marcharin otros cincoenta pasos i retagaardia, xontinnando asi la reti rada. La reserva segoirà i los ti- radores al frente y en retirada, dando meaia vuelta por mitades si se compone de on escoadron^ ó si de menos qne ona niitad dando dos coartos de conversion. Cuando el gefe qoiera cese la retirada mandare adelantar a ia fila atrasada con las Toces correspondientes, j io mismo cnando qniera baga alto ó cese el foego.

Los liradorea deben seguir todos los movimieotoi qoe

595 baga la tropa qne cabreta, j aa( Tea qae està forma €0 colùiDDa k là' derecba j marcha bacia este costadoy el comandante de ttfadores maodaré: !.■ Tiradores,

3/ Por ti fiancò derecho-d la derechà. 5/ Marchen.

Y segoiràn marchando basta quQ YclTiendo à formar la tropa qoe cnbreo en bataUa^ se les de la voz de alto y frente, lo qae ejeeatarén: lo mismo deberin praclìcar si la tropa qae cobren toma coalqaiera otra direccion ó frente. Los tiradores deberén cabrir sìempre el frente qae se balla ameoaKado ó descobierto de la tropa de que 8on parte. Si Ja tropa que cubren marcha de Ireote , se •deUntaré igaalmeote el ala de tiradores. Para cambiar de frente an ala de tiradores se establecerén ios del cen- tro 9 ò de so costadO) en la direccion qoe se quiera, y I08 demas se adelantarén ó retirarin basta estar alinea- dos con Ios nombrados*

Coando se mande retirar à Ios tiradores, sa coman- dante maodari:

1 -' Tiradores d reunirsck 3.* MarcUen.

O bieo mandare tocar ilamada con la sefial CQrres- poodiente) marcando bà^ia el panto donde se biide ba- ciar la reanion la hileV ^I^® sirra de direccion; Ios ti- radores de la parte deTj^iderecba girarin i la isqaierda, y IcM de la isqaierda A la q^e ecba ^ j marcbarén i reanir- se à dicba bilera, con /^r'qne resoltarén formados en batalla al frente de la reserva. Si bacen parte de nna mit«d se renniràn à ella, y si se le ha mandado é su cooiaodante rennir ai cuerpo> mandare dar dos cnartos de contersion , y marchari A f etagnardia de so escoa- dron dies pasos atrés de su colocacion, donde volyerà i dar frente, y mandando poner la carabina i su legar, entrarà k alinearse en el escuadron.

Si se necesita que nna btlera de tiradores gane terre- no sobre un fianco > baciendo é na mismo tiempo faegQ à su frente, se mandari:

86

594

!.• Tiradores,

2.» A ganOr terreno sohre el flunco dernho izc/uierdo) continuando el fuego,

Y lo ejecataria corno «e esplicò anteriormeute; pero haràn* faego, j el qae lo ha hecho cargarà y gaotrà terreuo sobre el fianco.

Para que los tiradores se liagan ^«lerecha é i«qaierdi eoo el fio de dejar descubìerto él frentc de la tropa que cobre-DfSe mandare:

1.* Tiradores.

2.* j4 derecha i izquierda.

5/ Marchen.

Y lo ejecataràn desfilando por mìtad hicia los costa- do8, y la reserva pasaré por^mitad à lo8 flancos, eoo lo que podrà maniobrar el escuadron.

Si los enemigos cargau sa fuerjta bicia on fianco de la linea de tiradores, y se qniere qnc estos se corraD, por ejeftiplo, à la derecha ganaodo terreno soccsivamen- te, se maodari:

1 .* Tiradores,

2.* Por retaguardia del costado derecho^-d

ganar terreno* 5.* Marchen,

A està voz el tirador de \k derecha se iwantendri firme, los demas gìrarén à la dj^echa y marcharén en- trando é formar otra vci la ^'nea por retagaardia del priraero : si se quiere hagan"^ le^o durante el mofimten- to, lo rompere el prìmero\^" los demas segdo rajan entrando, guardando las rcTglas de ìo» faegos i fo- luDtad : en este movimiento la linea de los tiradores qae* darà inversa. Se puede continuar si se qniere del roismo modo y lo mismo hécia,la izquierda.

Si los tiradores se estienden demasiado y se qniere «e renna n mas,- lo verificarin girando y desfilando W* eia el centro al toque de atencion y llamada de honor: •coaodo el comarrdaiite crea que estan segnn sa idei, mandare alto y vanguardia ^^ à cuyo toqae haràn aUo y freme.

595 Reglas generales para los tiradoret,

Deben sostenerse reciprocamente, y particnlarmente los que bacen parejas: no hacer fuego basta asegorar- te de qae sa companero tien&cargado: la reserva acti- dirà prontameote & sostener al tirador qae se halle moy empenado: deben reconocer los tiradores los bar* rancos, caminos bondoS) bosqaes, altaras , tapìas y partìcalarmeute ios flaocos de la lioea que cnbran: no deberéo bacer iaego sino é la distancia precisa de poder hacerlo con utilidad: deberào estar siempre en movi- miento de derecba é ìzqoìerda, i fio de qae la punte- ria del enemigo jsea mas incierta.

Si al frente del ala de tiradores se presenta no desfila- dero, io pasar^n los qne esten é su frente ; los demas gira- rla A la derecha é ìzqoierda bacia él, el que pasarén; y despues qae el terreno ensanche se irén abrìendo por de- recha é izquierda, y por retaguardia de los qae bau pasa- do primero> déndose para elio las Toces conrenieutes.

Si retirdndose un ala de tiradores tiene qae pasar algan desfiladerO) haràn freote al enemigo y el comau- daote mandare:

1 ." Tiradores.

2.' Por los cosiadòs^d pasar el desfilade^ ro d retaguardia.

Adtertidos los tiradores de los costados de lo qae tienen que hacer ^ romperin el raovimiento dando me- dia Voelta y dirigiéndose al desfiladero ; sacesivamente irio ejecutando lo mismo todos los demas tiradores: despues de baberle pasado se iràn corriendo por dere- cha é izquierda basta Tolver é formar el ala, cubrien- do la tropa de qae son parte. El comandante cuidarà de qae la reserva se mantenga al frente del desfiladero para cubrir la retirada de los tiradores ^ y despues que estos hayao pasado se retirarin dando media vuelta por cuatro, è iràn à cotócarse à retaguardia del aia que forman los tiradores: para este caso podràn adelantarse algunos tiradores à fiu de sostener à la reserva mien- tras se retira, reooiéodose despaes.

596 Deberi tenerte presente qne al eneiiìigo le aoima mucho para cargar el ver qae los qoe (e haceo f reste se retiran cou preci pitacion; y asl lodo coma oda Die de . tìradorea, en cuaoto las circunstaDciaa io permitao, procurare retirarae desp^cio^ y coidaré de qae iot qae ae retirao seao sostenidoa. por la reterva.

Toques de clarìn ó cometa para tiradores.

Atencion j marcha Que marcheo de frenle»

Ateociou y alto ; Que lo ejecnteo.

Ateocioo y derech.. . . .(Q»" K»"" »»"*''<» * '• ^ ^ \ recha.

AteocioD è lEquierda. . . Idem à la izquierda.

Ateocioo j retreta Qae ae retireo.

Ateocioo j tres può tosai toa. Que rompan el faego*

Ateocioo y trote 6 galope. Que lo ejecaten. Ateocioo j degilello. Que cargoeo al aable* Atencion, detecha é i,.|Q^e •« co»"" * derecb. <

qnierda «qoierda para tornar mas

' { ettension la linea.

Afencion y órden [Q"" '^S* * **>'^'''' «' ""

*^ ( gondo.

Ateocioo y, Uamada. Que ae reanao al eacoadron.

Atencion ywnguardia. . .{Q»e.de«. frente i lo. ene- •^ ® ( mtgos.

Que los tiradorea se hagao à la derecha è izqaìerda para dejar libre el freo* te de batalla.

Qoe los tiradorea bagao al- to y freote.

Que 8^ reooaa los tiradorea al centro 6 hilera de di- reccioD.

Primera gnerrilla.

Atencion y trea pantos ba- joa, derecba ó izqaierdà.

Alto y Tangnardia.

Alto y Uamada de honor. Atencioo y oo ponto bajo.

liicfo tios piiutos. Seguod^ gueiriila.

597 M4NEJO DE LAS ARMAS A CABALLO.

I

•MA!l8J0Dfi LACABABIHA.

HalUodose cada bombre 4 caballo. con la carabina co-» locada al lado deréebo j asegarada con el port#-ino8- quéton y porta-carabina, te mandarà ajastar las rien- das,' preTuiiendo el instructor qae, seguo el grado de fieosibilida'd de cada caballo, qijieden aqaellas ase^ora- daa al largo pecesàrio para qoe la ligera ^ariacìoa de la mano izqaierda ocasioaada por los movimieutoa del arma , no se baga tan aensible al anioial qoe le obligoe é bacerse atras 6 à mudar de logar. Al mismo tiempo se bari comprender la necesì^ad de que, en la ejecncion de éatos, se mantenga dioha mano izqoierda en lo pò- sìble en el mismo sitio. que ^le coreaponde encima de la perilla de la siila) firmes j bien caajadas en ellaa las do8 riendas.

Eft està disposicion se mandarà eugancbar las armas Como se espresa à conti naacioo.

PRIME a A LEGClOir.

Enganchen (las) armas.—Cuatro ttempos.

Uno* Agarrar el arma con la mano derecba por la garganta ;.y.olTerla de modo qoe elbaqaetero quede ba- cia el cnerpo 'del caballó , y aproxiaiarla à la mano is* qoierda , qoe la sn jetaré con el primer «ledo por iia par- te sapérior del guarcTarooote : ta mano derecba. pasaré en segaida i coger el porta-carabina ptir el latigi)illo f le desarroUarà, asegorando despoes el.arma por la gar- gaata con la mano derecba, soltindola la lEqoierda, y ToUiéndola de lùodo que el canon quede, corno ante», hécia arriba , y la moneca derecba à la altura de la parte snperior del muslo de este lado.

27

598 ^

Dos, Con la mapo dereefaa se sacarà la carabina jel porta-iiiDSt|aetoti, letantéiulola) con el canon «I frente, y recìbiéndola con la izquierda por la caja, elpulgar teo- dido sobre la barreta de las anilias, Ics cuatro dedos rtt- tantea del Udo opnestoi toeando el peqùeno al mnelle dei rastrillo: el càfion para arriba y algo tercìado hicia la izqoierda del caello del caballo, la mafieca derechi delaote dei racio del raitmo lado.

Tr^s. Levantar ei arma^ estendiendo èl antebrazo de- recho al frente j ToWieodo nn poco la mano isqnierda b4cia el caerpo, sin mad»r de Bitio, de modo qae la ca« rabina qaede tercìada de derecha é isquierda, la boci del caSon inclinada bicia el bombro ìzqaierdo, la cola- ta A la derecbade luparie tnferior del borren deiantero, la barr.eta de loa anillas mirando &l cuerpo^ j colgaodo estas enteraraénte separadas de la caja* £n aegnida, y manteniendo el arma en està posicion con la mano ix- qoierda y paaarà la dèrecha é coger el gancbo , le trae^^ ri bicia adelanle, j oprimiéndole enlre el polgar ylo restante de la mano basta qae seabra, le introdaciri por tona de las anillas , sóltàndole en segnida, y voWien- do con la derecba à coger el arma por la garganta , sin variarla de posicion.

Cuatro. Se volveri è\ a#ma bafandd la boca del cA- fion al costado derecbo con la mano del mismo lado, solténdola U izqoierda: y retiraodo la mnfieca derecha atras con esfnerzO) à fin de qne corra el gancbapor la bandolera^ se dejarji la carabina col gada al mismo lado, y Tolveré la mano derecba à sa eòstado.

Presenten{las)armas»'^Dùstiempo9.

Unq, Coger el arma con la mano derecha por ì* garganta ^ asegar àndola de modo qae el oafion qaede ^al frente.

Dos. Leyantar la carabina .con nn- esfaerso de is mufieca derecha 9 silbi^bdola basta qnedar. apoyadà ia

599 calata sobre el maslo derecho, ebeaSon perpendicular enfrente tfói kbiÀ!^h> 7 Vttielto hfda él miàtoo.

SitòìÌeà{las)a^mas4'^VA tiebif^..

. S^ volvei^é ^ àtinìk don la matto the^chà ^ el tttìloQ tiàcia afoftjo, tltejandt» la.càtabiM còlg&da ^ tgQal«« ter- mÌDos qne al coDclc^ «1 )silarto tiempo de ^tngaH^ chen las armas* ^

Presenten {las) armale

. Colno qaeda espìicado^

Prev^ngans£ para echar pie a tiertaé—Vn tiempo.

Con la maoo derecka ae leirAotarà el arala héoia ei hombro, Tolviéodola aobre édte é la espalda^ eri loa mm* mos tèrmi 008 esplicàdos ea la liUkna parte dél^fi^uodo tiempo de eato m^vidiietito pie 4 tierfa, debiendo qoe-* dar el estremo del tcadoà eotre U grtipé y èl eaerpo por el Udo de la caderà J^ciierda^

Se ejecataràD en ftegoida los deiìias tìempes preveni'* do8 en la iiistraccioo del reoltitsl el reglamento de 1815, para ecbar pie i tierra^ lo <|Qe céiiclaido se manteodrà elarma à la eapaldd» é àer qoe despaes de encadeoaf.' los paballos^ qoiera hacierie el manejo de ella^ qne entonces se tetciarà eti 1a forma espticada pa- ra dicho màDejo à |>ie.

Prèi^ingànie para ht^nittr.>^y^d caballo4

Eciiada A la espalda él ikttm^ eotiiorme à lo préitetii- do eo el maoejo de ella é pie , se ejecatarén los tiMpoH em qo^se'diTÌden dichoi moYfmientoB> segati Idd prifici-^ plot establecldoa en el reglamento téctico òé 18 15; y deapoes de aj'astar las rtendas, corno se previno al pritt^ cipio de està instraccion, se mandare :

400

Present^n {las) (irmas.^Dos tiempos.

Uno. Con la mano derecba agarraré y asegarari bien la carabina por la garganta.

Dos. Con an esfaerao de la mnfieca derecha ae Tol- lera la carattioa^por-encima del homhro derecbo, j se traerà é la posicibù de prtsentada*

SBQONDA LBCGIOir*

^ Cargo- en once movimienlos.

\.^ Carguen(las) armas.-^TJntiempo»

Dejar caer ei arma en la mano ÌK({QÌerda> qae la agarrard por la caja , el polgar tendi do sobre la bar- reta de las ariillas^ Ics cuatro dedos restantes del lado opaesto, ei peqaefio tocando al moelle del rastriUo, el cafion para arriba j algo terciado bacia la isqùlerda del caello del caballo; el paigar de la mano derecba se colocaré contra el rastrillo en la forma esplicada para el mismo movimiento pie à tierra.

l^.*" Ahran {la) catoleta*.

5.** Sàquen (et) cartucho,

4'** Rompan {el) cartucho,

5.** Ceben. .

6,** Cierren [la) cazoleta» Como en dicha instrnccion;

?•** ^ Cartucho {enei) canon.'-^Tres tiempos.

Uno. M anteniendo el eartncbo con la mano derecba ^D nf forma esplicada para el mismo moTÌmieutó pie i tierra, se levantari el arma estendiendo el bi^azadere- choarfrente, yoUiendo a) mismo tiempo la moneca ìs-' qnierda hécia el cnerpo, y-adelantàndola du poco bacia el cuello del caballo, se llevacà de este modo la ca-

401

rabioa con la mano derecha de snerte qve la culata pa- se por entre las riendas j el borren. deiantero, 7 se lléyarà al costado isquierdo, el canon para afneray annqoe algo yaelto à diche lado.

Dos. Separar la mano derecha de la carabina , dejar correr està por ia mano izqaierda cnanto io permita ' el largo de la bandcdera , sin mudar dicha mano de su logar ; jr yolver.à coger el arma con ia derecha é una palgada de la. boca del cafion , de la misma manera es- plicada para el propio movimiento, pie é tierra.

Tres. Ignal al tefcer tiempp de dicho mbyimiento, 8.** Saquen [la) haqueta* ,9«<» Ataquen. , ,

10. Baqueta {en »u) lusar. Como en el manejo de ia carabina à pie.

1 1. Presenien {^las) armas. Dos tiempos*

Uno. Levantàr el. arma con la mano derecha hdcia arriba, aflojando la izqnierda , basta que, conservando està su logar ^ liegue etra vez sn dedo peqòeno i lo- car el maeile del rastrillo, j coger «n segnida la cara- bina con la mano derecha por la gargaota,

Dos. Pasar con la mano derecha la colata por entre las riendas j el borréo delantero, yolvieodo al efecto la moneca izquierda para el cnerpo j adelantàndoia un poco hécia el cabalio, y traèr el arma à la posicion de prcsentafla^ soltàudola la mano izqaierda.

TBRCEBA LECCION.

Preparen {las) armas.-- Dos tiempos.

tino. Bajar con la mano derecha la carabina basta apoyàr la calata en el huesd de la cadera del mismo lado,y recibirla con la izqaierda, toòando el dedo pe- qaeiio de està al maeile del rastrillo y el cafion '\uelto para arriba j sa boca algo inclioada hàcia la izqaierda

408 del eiieUo ié\ etbàlb: ìat óqmo detteli* evCréftte del ftf ciò del minilo laday. àbraia«da U otraUn^jM» la gaf« gauia, de a^odo qne el polgar apoje po« la saaoBèi falaoge jBobre ei pie de ^ato, èl iodicte y loa trea dedei restaates detraa del gai^rdatnente , el code 9^ aepara- do del cnerpo j no poc^ mas alto qae la maao.

Dos, Prepa^r ei ariiia> dei attimo modo-eaplioada en ei segondo ttempo de eate motwièóto. à -pie^ j eolo* caria ea segiiida en la poaicioB de firgséfUada*

^puntethT^lfn tiempo;

Afirmarse aobre los eslribos, ecbaodo el qaerpo na poco bécia adelaotei y apojar i^ colata al bombro de- recbo, tomaodo la j^osìci'on esplioada para el miaoio movimieoto pie d tierra ; con la difereocia de apo- jar solo el poigar jr los dos pnaiei^oji de^os de la mano izqoierda eo la caja , déjaado los dós tiltimos cerfados para conaeVtar con eliòa lac cicAdae a$egQ.aad9a> lio acortarlaa ni alafgarlat) y apao^nr à la alUuja de Uoia* tara del contrairia, adelaatando el f^vfx^ béoia la oi- JbeuL del cabajllQf

Jletiren (las) arma$^—TJn iiempg.

KestitQÌr el arma A ia posicioó de préseotada.

Si despaes'de iretirar las armas, se qoiére qae se poDgao eo el segoro, se preyendrà asi à la tropa; lo que ejecDtaré dejandq caor la carabioa eo ia mano iz- quierda ^ qoe la reci)^lr4 copio. ea> el primer tìempo de preparen las armas ^ y se poìidré eo segnida el pie de gato en el aegnrO) del. modo esplicado para elio en el

f)riaier tiempo de tercien las armas^ despoes de retirar- as pie à tierra; volviéndose despoeB é la posictoo de presentada.

Preparen las armas , y apunUn*

Como qoeda esplicado*^

405 Fi$ego*^Das tiempos*

. Uno. Como el primiero del mismo movimiento i pie.

jpos» retìraré el arma 4 la posicion del primer tìempo iefreparen lasarmas^ eoa la diferencia de agar- rar eoa la masa derecha ^I pie de gato cop él palgar j e\ primer dedo doblado, haeieodo iaerza eo él, basta po- nerle ea el aegaro^ y pasaodo ea segaida la mano à la cartQchera ^ comò ea el propo movimiento pie à tierra.

SI en està dispoaicion se qoiere voUer à cargar, so haré bajo los principios ya indicados, pjriocipiàndose OD eate paao desde el moTimiei^o de saquen el cartucho\ pero ai no, ae mandare*:

Cierren {la) cqpoleta» -^Dòs tiempos.

Eate movimiento. se ejecntari comò qaeda ei^licado para el miamo à pie , con la diferencia de restituir la carabina à la posicioq de presentada al oonclair el ae- gundo tiempo. '

CVABTA UGCION.

' '^ - .

Revista (de) armos.^-Ocho tiempos.

Uno» Dejar caer/cl arma eo la mano izq.DÌerda, que la agarrari por la llave en loa términos esplicados para el primer tiempo de carguen las armas , j eìecotar en seguida lo preyenido para loa dos primeros tiempos de cartucho en et canoni con la diferencia de qne en él primero de estos se cogerà la carabina por la garganta con toda la mano derecba, j qa^ al terminar el segaa-r do agarrarà dicba mano la baqueta por aa eftremo sa— perior en la forma espreaada al cpnolàir el tercer tiem- po deL mismo movimientOé

Dos. Sacar la baqueta é introdncirla en el canon en los términos esplicados en el segando tiempo de la re—

404

vista de la carabina à pie^ concluyendo con oogena con la mano derecha à nna poigadade ia boca del cSifion.

Tres. Como el movinrieoto de pretenten las armas é qaballo, despuea de poner la baqueta en^a logar.

Cuatro^ Levantar la' carabina con la mano^ereclia ^ bacia el centro del cnerpo, de modo qoe la *planchae- la qoede à la altura de la boca j cuatro pulgadasse- parada de ella, el goardamonte é la izqnierda y el arma perpeodicnlar } en cnja disposicion se sacndiré ligera- mente dos voces de abajo arriba, é fin de que saene la baqneta en el cafioo, quedando' despoìes la notano j ar- ma en la misma posicion que tetiian aotes»

Cinco» Retirar la maflb derecha i este costado j d^- jar caer el arma en la mano izqnierda ,. kjecntando en aegnida el primer tiempo del plrésenle moyimiento/

Seis,. Como el ìnovimiento de baqueCa en sii lugar eTk la carga pi^ à tierra.

Siete. Como el primer tiempo de presénten las ar- m^s^ despnes de baqueid en su lugar ^ à caballo.

Ocho. Como el segando de idem.

Para la ensenanza de este moyimiento se ejecotaria •imultàneamente todos los tiempòs de qne consta; pero <Aiando se practiqne, con aplicacion A sn objetoy se efec- toai'én solo de este modo los tres primeros é individuai j sncesivamente los restanfes, à medida qne la perso- na qne paso la revistà se presente inmediato al freote de cada uno de los bombres qne componen la fila ò filas. ,

Carga d c^screcioH^-^Cargueh.

Se ejecntarén segnidamente los once movimientos de qne consta la carga, tenidndbsa presente coanto queda esplicado para la carga i discrecion à pie.

. ' Le los fuegos.

Los que se ejecatao é pie tienen una entera aplica- ciou d los que se efectuan à. caballo*

405 Desenganchen (las) armas. Cuatro tiempos»

Uno, Dejar caer el lirma en la mano ìsquierda , eh igual forma qae en el séguado tiempo de enganchen las armas.

Dos. Ejecatar ^d segoida lo demas qae se previene en el tercer tiempo de.dicho movimieato, eoo la dife- reDcta de desenganchar en vez de enganchar.

Tres. Bajar el arma con la mano derecba é està ^ mismo ladd, solUndola la iz<pierda, é iDlrodocir la Loca del canon en el porta-mosqueton: . volver en se— guida la carabina de modo qae el baqnetero qoede h^- QJa el ccfecpo dercaballo, y aproximarlaé ia mano \z- quiérda, qoe la sujetarà por la parte superior del guardamonte.

Cuatro^ La mano derecha pasari i qoger el porta- carabina , con el cnal dare dos ybeltas à la garganta del arma^ a)' adando para elio la izquierda, ^Quque sin mu- dar db sitio, é introdociéndose por el latiguillo de dicha correa el clayillo de la hebilla de. lar misina. Bien asega- rada* la carabina, ^ la cogeré la mano derecba por la garganta, solt^udola la Ì£qoierda , jv la traeri aquella al cuètado derecho, el cafifin para arriba,en la posi*-» cion qoe tenia antes de sacarla del porta- mosquetoni colocando en segbida la mano derecba à sa costadg.

MAJNEJO DE LA PISTOLA.

PRIMBRA LECCIÒN*

Presenten {la) pistola, Un tiempo.

Tornar la pistola por la garganta cop la mano dere- cba 9 pasandd està para elio por encima de las riendas y de la mano izqnierda: cacarla de la fonda y traerla al frente del hombro dereebo , la boca del cafion bacia arriba ^ el arma perpendicalar y el goardàmonte al

4QS

frente, la mofieca derecha ah altara del bambro j le- parada seU poigadas del mrsmo , la maoo abrazando la gfrrganta, el primer dedo adeiantado bacia- la parte sa- perior del gq^damoote, y Iqs tres restantea detrés de este. ' " '

Carga en ^nce mQsdmientos»

1,^ Carguen {la) pistola %^Un tiempo.

Dejar caer la pistola eii la mano ' i^quierda qae la agàrrafé por \x caja abraaiodola con el pplgar j toa euatro dedos reatftatea> el peqaefio tonando al muelle del rastrillo, j oolocar el pulgarde Ifi maoo derecha eontra el rastrillo por eacima^de la piedra^ toa cnat^ dedoa r^staotea cerrados« .

2.** Abran (la) cazoleta.

5.** Sq^iAcn (el) cartucho*

Z^."* Rompan (el) cartufiUo^

5-.? Ceben, .

6^* *Cierreri (la) cazoleta* ^ *♦

Como eo el maoeja de la carabioa,

7.^ Cartuchù (en el) cahon. 1>oSl tiempos^ -

Unom MaotenièodQ el cartucbo con la mano d'erecba en la forma espHcada para el mismo movimiento del ma- De[o de carabina pie à tierrsii vplver con ambas ma- nos la pistola pasando la parte inferior de la misma por entré las riend^s y el euerpo, el caSoa al frente y algo inclinado à la derecha, la mano izqnierda roelta bacia el cuerpo, aaoqae sin mudar de siHo, j cog^r el arma con la mano dérecba ana pulgada de la boca del canon comò en el segundo tiempo del mismo moyim lento con la carabina.

Dos» Como el tercei^ tiempo de dicbo movimieato.

S.* Saquen (la) baqueta. Un tiempo* Sacat la baq^aeta con el pnlgar y el primer dedo de

407 la maoo ckreeba basta qne la mjtad de* ella haja sali- do de la trom petit la: yolverla entonces é ooger por el media por entre ioa jaisnoa dedos. estendidos ofias arri- ha j la palma de la mano al.frente: acabar de sacarla, darle ODa vuelta j amarrarla eoa toda maoo , WWen- do està , con palma bécia^el coerpo , é introducìdn- dola eo el cafion bastk donde està cogìda con la mano.

9.* * Atat/uen^—Vn tiempo.

Apoyar el palgar de la mano derecbà sobre la ba- . quota separando el prìmer deda j anbiendo aqael basyta ilegar al catremo die la misma , que se aaegnrarà cogìén- dole oon dicbo polgary el indice doUado, Ioa tres rea- tantes-cerrados; bajar con )ra baqoeta el cartnpbo basta qoe apoye U recàniara j dar doia goipea con faer«' za con la baqaeta, sin aoltarla.

IO. ' Baqucta {en 9^} lugar,.^lJn tiempo*

Saca r la baqaeta ùor lo& misoioa medios e^plicado^ en el peniiltimo movlmtento qoe antecede) con Udiferen-^ . eia de concfair este tiempo« agarrando la pistola por la gargaata con la maoo derecha* " -

1 1 . Prese^ien{la) pistola. —Un tiempo.

Goo la mano derecba j volviendo izqoierda à la posicion qoe tenia antes del movimieoto de cartucho en el canon ^y pasaré parte inferior de la pistola ba- cia la derecba por entre el cn^j^po j las riendaa, j se llevarà à la posicion de presentada , soitàudola la ia« qoferda.

SEGUnDA LBCCIOtr. '

Preparen (la) pistola.^-^Dos tiempos. Uno. Colocar la pistola .en la mabo izqnierda ejecar

408

gancio lo prévenìdo en el primer tiempo de preparenla carabina ^ à e aballo.

Dos. Preparar la pistola eo la forma 'espresada ea . el segaodo de dìcno oaoyìpiìeDto, y leTanlàrla ea segò* da à la posieioo de pr^sentada.

Apunteiu-^Vn liempo.

•Afirmar^ sobre los estribos, ecbaV el caerpo oo po- co adeiaqte) estender suavemente el braso derecbo ai frente, j coiocar el primer dedoeo el gatillb, el gMr- damònte algo voelto à la dereeha: dirigiéndoae la vis- ta por encirna del brazo '^ lo largo del cafioo, j manera é apootar é la altt^rn^de la ciatura del con- trario. ' ' .

Presenten (la) pistola.^Un iierhpa.

Retirar ei arma à dicba posicìon.

Si despoes de presentar la pistola ^ habiendo precedi- do el prepararla , se qaiere qne se ponga està en el se- guro, se preveodri asi à la,tropa; lo qae ejecatari co- 'locando la pistola en la^ mano ic(}nierda de la manert ya espresàda, poniendo en segnida el pie de gato en el aeguro por los medios'esplfcados para elio en ^el primer tiempo de tercien las arm^^^^despneé de retirarlas pie é tierra; lo qoe efectnado, volyerà i lleyarse la pistola i la posicioQ de/»re54?.7t^a^a.

Preparejn (la) pistola, y apunten»

Como q^eda esplicado.

Fuego.-^Dos tiempos» -

Uno. Apoyarcon faerza el primer deJo ep el dtspa- rador, sin faacer mas moviviento. . ^

Dos. Retirar la pistola al primer tiempo de carguen, poniendo en segnida el pie ^e gato en el seguro, en.la

. . .409

forna esplicada para el mismo tiempo y movimieoto con la carabina. *

*Si en està dìsposiciòn se qaìere voUer à cargar, se karà bajo Iòs principìosya esplhc^doSf priocipiéodose en aste caso detsde el moyimieoto de saquen et canuthoi' pero no, «e.maodaré:

Cierren {la) càzoleta^—Vn tiempo.

Ette movlmieotose ejecQtari corno qaeda esplicado para el.mismo c%el maoejo de carabiDa^ cooclayéndose con Uetar la' pistola à.la posicion de preserUada*

TERGERÀ lECCION.

tievista {de} pistola. Siete^ tiempos. .

Uno- Se colpcarà la pistoU en la mano izqaierda de la màoera qae ya se 'ba' esplicado. ,

Dos. Se voi y ere la pistola con et canon bacia el fren- te y algo ii^linado é la derecba , pasando la parte ìo- ferior del arma entre las riendaay el.caerpo, comò en el primer riempo de cartucho eh el canon, , terminando con coger la baqaetii con la mano dei<ecba,;en la forma esplìcada en la^ dltima pfirte del tercer ttempò de diebo moTÌmiento.

Tres. Se sacarà ta baqoeta y se introdacirà én el ch- fion, segan se previene eti el movimiento de saquen la baqueta, con diferencia de soUarla , yoWer é coger la pistola por la garganta y llevarla à la posioion de présentada*

Cuatro. Se ejecatarà còp la pistola lo prerenido en el cnarto tiempo de' la regista de carabina é cabali^»

Cinco- Dejar caer la pistola en la mano izqoierda, ejecatando èn seguìda lo prevenido en el seguudo tiem- po de este piovimiento.

Seis. Se sacaré la baqneta y se iotrodocnà en el ha- qnetero, en la forma esplicada en el movimiento de. ba^ f/ueta en su lugar. **

.410

Siete. Se pfesentàri la pistolaV conlbrme à lo pie- Tenido para el propio movimìento despaes del de baqm^ ta en su lugar.

Para la eosefianza de este moviisieoto se ejecvtarie ' ei/nalt^neameote todes los tiempes de que coesta; pero coando se practìqite con ajpHcacioD 4 è« ofajeto , se efee* taarén solo de eète modo los'trés primeros, é individoal y sàcesivaiBeote loS i'estàntes à inedidìi qtie la persona qae paso la regista se presente iomediato al fronte de cada tino de los hotiiBres qae eompofieti la fila 6 filas.

Cdrga d discfeci(M*

Se ejecntarin segoidameote los once moTÌmientos de que consta la cargaf , teniéndose pi^esehtel ias advertea- ciaa relativas i la misma en el manejo de la carabioa.

Retiren (la) pistóiaé—Ùn tièmpà.

Bajàr la pistola eon la ataao defecha i iat|*odocirIa ed la canonera ìsqoiei^da pok* eocinia Ias riendas^ y in manera qae el càfioft quede hécia el eaerpd j la co< para arriba HAdia el dei caballo»

MÀNEJO DEL SÀBLE A CÀBÀLLO*

£s . el mismo que queda eosefiado en la instracclon A pie , pero con Ias indispeosablea advertencias si- gaientes.

A la yo2 de Saquen (el) sabteé

Se pasar^ Isimauo.derecba por encima de laa rieodas y brazo izqaierdo para hpscar el cordon. * A la de Ènvainen (el) sable.

Se bare igaal movimiento^ para ejecatar lo mao- dado. ' * ' ,

Para practicar Ias diyisieoes é eaballo; desde el moti- miento de guardia se elevare el soidado sobre los estri- bo8> echando^el caerpo poco adelaate^ y ejecatari

... . . . 411

to etta disposioioii los movtmieDtoB sigtti^fites haftta eJ^ de al hombro' (el) sahle^ eo qoB yolveré 4 tornar so pò- sicioD naturai à caballQh

Caàndo ejecateo IneH Ioa reÒlatas el nianejo del sable ^ i cabàiloyi pie .firaie> ast ootno laa div^'sioties j ataque. j defeosa, lo haréo paestos 'ed m^vimiento, al paso; despaes se les harà practlòarlo al trote ^ y liltimameD- te al galope. * '

MANEJO DE LA LAN25A A CABALLO.

- Posiciwi del lancerò àntes de mutuale

3 oc

La posicion del lancerò aates de montar es la tnisma oe para' tsì^ caso te ba esplìcado iostcocci^ii A recinta à camallo ^ y con respecto à la- lanl&a deberé tenerla en U mano itqnierda )r a^yadoel regatòa en tierra tocAndo al dedo peqnefia dei pie iìquierdo: U mano à la aliata del porta*laìiza y fcenté à' la tetiìra de este lado.

Prepdrensé patd tnòniar.^Cualro tkmpùs.

Vflo. Al tiempo de marchar paso atras los ndmeroa pares , bajaràn la t^aiiO izqnierda sei^ pnigadas p#r de-» bajo del poita*lanza^ y snspenderén et arma con dicba mano biasta in altnra de la letilfat con lo qua se babri ele^ado el regaton sfiis pnigadas de tielrra»

Dosé Al tiempo de gir^r aobrts U detrecba^ se àcom^ pafiarà la lanza sin adelàntaria 4eÌ costado^ y sa dejarA . caer sobre la satigrfa del braso dereckok .

Tres.' Arejecntar este tiempo dando el paso de ed»* tado, se tornare la lanza con la mano detecba à la al- tura del bombro, UeTéadoia ai freotO) y dejarà caet arrimada al bombro izqnierdo^ ' . .

Cuatro. Ajnstadas la« riendas, se cogerà lanza Con la mano derecha y se Colorare en la itqnierdà para apo- yarse un la crin ^ IcTaotando el regaton dor pnigadas da

ii2 ' . ^

tierra ^ y qQe<)ando en la mano ^qae tenia la lauta) la cria y* la rieoda..'

£o el quinto ti>enipo de prepireose para montar, no haj oada qae hacer con la lanza , sìop mantenerla sas- peodida eo la mano isqaierda basta la tos de : ^

Jt-^caballo.

Ejecotado el ipoTimieDto de montar > segnn se ha en-* sefiado en U iastraccion dèi recinta y se tornare la lariza con la mano dérecha por debajo de la izqnierdà, j soi- tàndola sin abandonar las riendas , se pasari eoo la de- recba, corriéndola por el asta j. por debajo de las rien- das, al costado derecho, è inclinando la vista é eite la* do, se introduciri el regatòn ea la aniHa del estribo> despoes de lo coal se subirà la mano derecha à la altu- ra del corbatio , qaedando la lanza afianzada»

Presenten-^lanzasi^s^Un tiempà.

Se estenderà el braso derecbo al frente, bajaàdo «1 mismo tiempo la mano basta el porta-lanza^ sin sacar el regatOD de la anilla del estribo. . .

Rindan lanzas.^=^Vn tiempo»

Doblando el braso por la 'sangrfa , se sospenderà la lanza basta qae la mano est^ à la aitora del corbatio , y sacaodo el regaton.de la anilla, se bajàrà la mobarra al frente basta qoe qaede cerca de tierra, tocanda jel asta al estribo > y el braso à toda sa estension en la Ifnea del maslo.

Presènten-^lanzas^sstUn tiempo.

Levantando la lansa basta qae la mano derecba esté à la aUnra del corbatin, se incliaarà la vista al estribo para introdocir el regatoa eo la anilla^ y qoedarà es-

415

tendido el braso derecho ài freote^ corno le ha* hecbo para presentar la Unza- ' .

. ; Afiancen-^lanzas.rsiVn tiempo.

. Eócogiendo el braso derecho basta poner (a Unica perpendicular, se subirà, la mano derecha é la- altu- ra dol corba tin*.

Revista {de) lanpasttsaUn tiempo.

Bajando la mano Inasta la atadnra del porta-lanza , se plevari con ella à fa altura del corbàtin, con lo que 'se hahri sacado el regaton de la aniiia del estribo; y de- j»ndo caer el brazo àtoda su estension, bajaré la mohar- ra hdcla el frente, basta qne qnede é la aitnra de la ▼ista ; lo qne és Ignal i prevenir lanzas, segun. ma* nifìesta ensa logar.

jifiancen^lanz0s.^Vn tiempo. . . ^ *

' Se sospenderà la mobarra y leyantarà la mano ..basta la aitara del corbatin^ para introdacir el regaton en la anilla dei estribo, sobiendo en segùidala tnano dere* cba.à so porfcion. ' ^

Sescansèn^tanzas.raapos tiempos.,

Uno. Se pasari la Unza :de U mano derecha A la iz- qoìer/la , que la tornare , sin abaodonar las riendas, pa- ra pasar el brato derechd por la c<Frrea qne forma la bijnela ó fiador del porta-lanza, b«ata qne- snba mas arriba del codo. " ^ ..

Dos, La mano izquierda soltarA la lanza dejàndola caer poi* el costado derecho, para qne qnede é la es- palda.por este lado, y la mano derecna en su posi^' cion naturai.

28

414

Afiancen^lanzns.ra^Dps tiempos»

Uno. ì)aado un ^mpaje hàcia adelaàte con el braio, se Iraerà U lanza al costado, tornandola eoa la nu- Dp dierecha A la altura del hombro«

Dos. Affidando la m/itio uqaìerda«iD «oliar laa rien- das, se sacari et brazo del fiadar j se tomarà la laoza i la altajra del corbatia, siaabandonar el ramai superìor del porta-lanza. '

Prepdrense para €char pU 4 tierra»

Ed el segando tiempo de e&te moyimìeoto ^ (segan la idstraccioo ya eosefiada «n la del reclata) se^bafari la mano derecha basta la atadara dei porta-laoza : se sos- pendere la laoza, sacéodola de fa anilla* del estribo, elevandola j baciéndòla pasar por deba jo de las riendas, coloic^Ddòla en la mano izqùierda ^ sajeta con el dedo pulgar, j córriéndoia basta que; el regaton llegue iseìs pnlgadàs del anelo.

Pie-^d ìierra»

En la forila prevenida en la instròccSon del recinta, y respecto à la lanza ,' se tornare con la maoo derecha al dar el«paso de costado^ y enei tiempo de dar el giro i la izqoìerda, se colocari aqael|a:eo la ^posicion qne se ha ensefìado para antes de montar. .^

Si hnbiese qne desfilar con el caballo de mano, se elevare la lanza con la maoo izqùierda poni^ndola sobre el hombro pof sti equilibrio, 1^ mano i la altnra del codoy y el régaton dos pies separado al frente»

TERCEaA tECGIOK.

Manejo de tanta à pie firme ^ y marchando.

PRIMIERA DÌVISION,

Saponiendofel lancerò i caballo y cod U lanza. afian- zada , se mandarà :

415

' Prevengan—lanzas^^s^Vn tiempo*

Bajando la mano de?ecba , basta la atadara del porta- lanza, set elevare està basta la altare del cofbatin para sacarel regaton de la aoilla del estribo, $\n abandoqar ei ramal^Qperior del porta-lani^a; y bajando la mano à toda la estensioa del bfaco aobre el* costado^ àe io- cliDari la mobarra hicìa el frente haata qoe qaede«A la altura de la cabeza* -*\' ' *

Enrittreii'r'lantas.csslJntUmpcu' .^ . , . •■ . . »

Se levantaré 1^ laoza para que el asta qaede c^egnra- da debàjo dei brasò , el< codò qnido ai cu^rpof, j el ar- ma borizpn tal y bieu' aoslenida entré la^ parte interior del br^o y él caerpo: el polgar eatendìdo,, y Ioa de- mas dedos abrazando atàdura, ofias arriba, aìuabao* donar ei ramai dei porta-laoza. * .

Larizada primera al 'frente contrd caballeria^lqnza* da*^=BjJn tiempo*

k la voz ejecntiva se alarga el braso al ff^ote A toda BQ esteosion , «con velocidad y firmeza, voluriendoia ma- no anaa arriba^ de modo qne la faoza' qaede apoyada entro ei caeirpo y la parte interior del antebrazo , in- clinando al mismo tiempo el caerpo qne se. elevava so- bre los estribos. Dada la lanzada,se retirarA rApidagi^nte la lanza A la posicion de énrisiradcu - ' , ;"

Quitede la derecha^^uite.=slÌntit^mpo» f

Girando el cnerpo lo posible sobre la dereeba y car* géndose aobre él jestribo de este iado, se bajarà la mobarra con rapidez sotire el costado,- estendiéndo éi brazo y descrìbiendo nn semicirculo répidobécia.reta- gnardia, pero sin sacar'el Ultimo tercio del apoyo que

tiene entre el brazo y'el caerpo, sabiendo en segaida

*

dìcha moharra basta qaedàr«ea postcion de enm- tràda.

Lanzada primerà d la derecfia contra càballerk- ,' p ' lanzada*=sJO>os tiemposJ'

Uno. Girare el caerpo i la derecha, presentindose la lanza eorìstrada deste lado.

•Z>a9. Se tirare' sobredicho costado nna lauxada in- clinando el cberpo al darla , comò se ha esplicado pan U lansada al freute ; j désb^cieDdo el giro ea 'segoida, se tonnara la posicìon en la silU, qaedaodo con la lama earistrada al frehte. ' :

* Qifite de la'izquierda guite,sssUn iiempo.

Girando el caerpo sobre la izquierda, àpoyindose ea .este lado sobre el esCribo y elevéndose sobre li siila, se pasaré la naòharra aobre la cabeca del caba- llo al cdstado izqaierdo, j bajéndola con rapidezjfif' inez^ sobre este lado, se déscribirdi an semidrcalo ba- cia tierra, qne terroÌDarA sabiebdo la móharra basti la altura de la maleta, sin , perder el apoyo qoe el liUimo tercio tiene etitre el brato y el ouerpo, y reca- peràiVdòse, al' terminar el semicfrculo , la p^sicioo de lanza enristrada al frante.

Lànzacla printer a a la izquierda pcntra cahalleria^ . " lanzada.^Vòs iiempos.

Uno. Girard el cncrpo A la izqaierda, presentando- se la laota enristrada é este costado. /

IjOS. Se tirare una Unzada en la direccion del pe* c]ho de mi ginefe , cstendieijdo ^l brazo con (Irnieia J rapidez, vo'viendo la matio uiias arriba; y encogi^ndo- U en seguida, se dasiuri el giro, tornando la posicìon tn la siila y nfiedando conia lauza enr strada ai fr^^^^'

'. ' ' Mi-

Por derecha^lanzada d retaguardia cantra iaha^ Ueriar^lanzada.^=^Tres tiempos.

Uno» Sin hacer cab el òoerpo moyimiento algoDO) 86 bajarà la moharra desctibieodoanseoiidrcDlò' bacia tierra^ y termiiiadò ^ Tolveré La lanca 4 so apoyo de- bajo del braso > qaedando asi enristrada eoa la oiobarr ^ retagaardi^.

Dos, Cambiando la in^op ufias arriba y afoyàndose en el estribo dèreobo, giiUrà el caerpo lo posible aoUr^ està lado^ eatendiéodose el brazo^ de moda qde el codò qaede àia altura del boipbro^ Ja mano à La de la vista, y el asta tepdtda^ por debajo del brazo> tocàodole.

Tres. Se tìrarà la lapzada echando <el coerpoan pò- co atraS) dirtgi^adola con la yista^ y A toda èstension qae el braso permita, sin àflojar^ la mano ut correrla por el asta; y hacieudo en segaida eL restante medio circolo, con la pnnta bacia arriba solvendo por detras, se traè- la lanza à la posicton de enristada^-bdimhìBndo la ma- no Laego qo^ se baya apoyàdo debàjo del brazo.

Por la izquierda—lanzada dretagùàrdia contra eàba^ lleria-4anzada,^=aDos titmpos*

Vno* Girando el caerpo lo posible sobre la iaqoierda, se acompafia la lanza, sin sacarla del enristre,. describien- do no semtcìrcala ràpido, basta qae el astaeocnentre el apoyo de la parte snperior del brazo de la brida y quo la mobarra se balle a retagaardia^ en segnida se aparta la mano derecba'còn la lanza todo lo posible. para dar empaje à la lanzada«

Dos. Se tirata la lanzada por encima de malata y en la direccton de nn bombre montado^ dando, la posible èstension al bfazo é inclinando el caerpo para mayor aU canee; y desbacieiido el giro al mismo tiempo' qae se en- coge el brazo, se restitoye el cuerpo à sa posicion en la siUa^ y la lanza qaeda enristradaal frente* ' . ' ^

4W

P'rùttj($n la ciremferentia del ctAalli^tsatijn'tUmp^*

Estéadiendoel brazo derechosobre sci co.8tad<^ 810 cor- rer la lanca ut aflojàr la naaoo dei punto pcrr donde la Jiene,* se eleva ri ei enerpo 8obi:# los estrilwiis, obaerranéo al'hotnbre de la derecfaa; j, bi^ aaegiiradala laosacoQ la mano yeaerpo, se eoipezarà é'desorifair femìcirciilot con toda la yioiencia posible, de dereoba à isqlùer^a j de icqnierda à dereeba por eoctma de ia eabesa -M ca- balio, acompana lido. con e^caerpo j la TÌ»ta dlreecioa de la moharra, y sta pasar por ambos ladoe de la lioea

del costado ó estrìbos.

' ,' ^ ' ' '

Prole] an' la izquierda>^=sVn tiempo.

. A està- vdz el lancero^gira sobre el estrtbo izqnierdo, j coatinda describìemdo semicirculos al costado' desdeia cabeza dei cabali o al ceotro de la maleta^ oob la mism^ TÌolencia y firrneza que lo bacia ai Urente.

La TOz i^ara este cambio se darà cuaudo' la laoza pasa de-derecha à izqaierda. -

, 'Protefdn l'aderechaé=^ljn liempo.

En los térmlnos que so bace i la izqaierda, j énìdan- do el fnstractQr de dar la voz cnando la lauza Tiene de cola à cabeza del caballo; porque eutodces el lancerò contiùJa èl circulo llevaodo el còerpo y can^biando el giro, para apoy arse en el estribaderecbo: asi continuare basta la voz 4e:

Prevtengan ^lanzas.^=^Dos tiempos.

Uno. A la primera parte de esfa voz, cóftar^ el lance- rò en los semicircìilos, seafirmarà en la siila, j qaedari con la laoza enristrada alfrénjle,

Dos» A la segunda parte de dicba voz, bajari el ar- #na i ia posicion de prevenida, corno e^ta ensenado.

Caandó se hagan las divisipoes ria tteiÀpos, deberin aer tres los seoìiplrcalas' qae se describen ^i frente j costados* .

Afiancen^lanzas.rs=JJn tikmpo.

Leyantando la laoìBa basta pooerla perpendicnlar j la manoà laaltara del corba^in, se introdaciìri el regaton en la aniiia del estrlbo^stibieiidaensegaida la ma'ao à la ppsicion enseDada*.

Descansem—ldttzas^

Como esti preTenido.^

Està diyisioa coosta de lànzadas j defeosas cpntra ene- migoB moDtados qaeataq^oeapor tòdaj^circooierencia del caballo.

Coando se manden las^diTisionea sin tieoipos^ se dividi- rào las Tocesen prevenUvas jejecativas, seguo est^n di- yidiclas por medio de los goidnes ^ rajas- iDtermedias*

aSSUMBN Plt VpCES^ DS LA. PRIMERA DIVISIOII.

Prevengali— lanzas»

Enristren—lanzas.

Lanzada primera at frente cantra oaballerìa^lan^ zada.

Quiie de la derecha—quite. .

Lanzada primera a la derecha cantra caballeria^lan» zada, , Quite de la izguierda-guUe.

Lanzada primera d la izquier da cantra caballe" ria^-lanzada.

Par la derecha— lanzada d retaguardia cantra ea^ halleria— lanzada. .

Par la izquierda—lanzada d retaguardia cantrAcot halleria— lanzada.

Pratejan la circunferencia del càballa*

Pratejan laizquierda.

4^0

Protejan Id dertcha. Preve^gan—tanzas. jifiancen—lanzas. Descansen-^ladzas.

SECONDA DIVISION.

Ea el caso dcf halUrse los bnceros eo dèscao80,ie darii la ?oz de aiencion\ pero si ya te hubieae dado j las laoias eataTiesen eq descauso^ se oiaìidaré :'

Jfiancen lanzoi. \

Lo qae se ejecQtarji coiiio 'asti eoseoado.

Frevengan lanzas.ssBÈnristren lanzas.^s^Lanzadase- gunda al frcnte cantra caballeria^lahzada.

,Do$ tUmpùs*

». '

tTrto. Elevando el cuerpo sobre los est ri bos,* girando nn poco sobre la derecba é iacliodadole adeiautet'^e retirarA atrtfs la msDO dèrecba à toda la estension del braso, de forma qoe qoede à la altara de ia maleta,/ la luoharra frente A la boea.

Doi. Se despedtré la lansa con ao foerte empoje à sa frànte j eii la direcciou de ^uo hoinbre mootado, corriendo la mano arriba por el asta y ramai del porta- Unsa que se tiene asida , basta qae tropesaodó el dobles de «sta correa en el pulpejo'de la mano; deteuf^ay qaede apòyada debajo del braso por su dltìmo iér- ciò, cerca del regaton , vòlviendo la mano onas arri- ba, con lo qae se apoyari la Uuza por dicho dltiiuo tercio debajo del brazo^ .mieotras la mano la spstieoe co" firmexà, y. en segoida, bacieudo un fuerte empoje bicia el cuerpo con la mano ydejaodo correr' està, basta U atad'ura dei porta-laosa, sin . voltar el ramai, Yeodrà h la posiciou de enristrada , toi^aodo al mi&mo tieiup<) <^^ euerpo »u asieuto en la siila.

421

JLansada segunda d la derecha contrd cabalLeria^- lanzada.=^Cós ùempos. .

. . {

'Vno. Girando ei coerpo à la derechu y cargindole aobre. el ^eétcibo de este iado^ se pasarà ia lauza en xiftre al.mismo costado j se preparare la laiizada esten- diendo el brazQ bacia atràs, corno se ba becbo paia la lamada al freote. -

Dos. Se despedìrà la lanza con faerte empoje sobre el fianco jen' la direccion del pebfao* de* no bombre à caballo^ corriendo la mano por el asta j ramai del porta-ianza basta queV tro pesando el doblez en ti poi-, pejo, se deteoga qaedando appjado, èl liltimp tercio debajo del brazo;,j baciendo ep segnida nn fuerte em* poje con- la mano bacia el cnerpo, se dejarà correr por el asta encogiendo el brazo basta domarla por la a ta- dara del porta-lanza: j dando el frénte, se restitnijrà A la posicion de tàtiza enristrada. ^ ^

Laniada segando a la izquierda coltra caballeria lanzada.'-^bos tiempos.

Uno* En ignaies t^rmtnos i{w se ba esplicado para ia lanzada à la derecba^ sin mas direreocia que pasar la lanza por encima de la cabeza delcaballo para preparar la laozada.

Dos* Del misino' modo j por los medio» contrarios qae «e ba becbo é la derecba.

Preparen el moUnete molinete^sssDos tUmpos.

Uno* Elevando el. cuerpo sòbre los estribos ^ iticii-' nindole adelante,- se lievarà la lauza sobre ei còstado derecbo à toda la esteosion del brazo, la mano d la al- tura die la cabeia j uuas'abajo, y la mobarra elevada bacia èi flahco'izquierdo del cucilo delcaballo.

Los. Se iuciiuarà ia mobairà à la izquierda , descri-

423 biaodo con ella nn circolo cani Tcrticalf j lletàiidoli sncesÌTameote abajo> ila éspatda, arrìba j laego ti frente; tray^odola en segoida por enaima de la cabeia del cabaUo al costado derecbo: alll-^se proseguirà des- crtbieudo otro circolo eo ics mismos térmioos, con lo qae se ejecotari od moTÌmieoto'parecido al qaè se prac- tica eoo ersablé enei molìoele de està ^rma, j stnes- perar yos do maodo^ al. concloic ei coarto cf renio sobre la derecha, se traerà la lanza à la posiciòo de enris' trada, . , . " ^

J/iancen'^ lànzas.^s^Descànsen-^ lànzas^

Està diTision se eos^na pafa ejercitarse eo las laozi- ' das a.rrojadas , qoe sirven eo la pefsecusion y alcaoce.

Como las lanza das segondaa na pneden ser arrojadas A retagoardia por la poca segoridad qoe ofrecen, no haj mas lanzadas en està direccaoo qoé las qoe se han ensenado en la primer^ division» '

BBSDMEir DB LA SBOUHIM. DIYISION.^

u^fiancen—lanzas. *

Prevengan-lanzas. * .

Enristren^lanzas.

Lanzadà segunda al frente contro, caballeria^lan'' zuda» . ,'

^ Lanzada segumta d la derecha contro, cabdlleria" lanzada.

Lanzada segunda d la izquierda contro caballe^ ria^lanzada.

Preparen et molineterrmolinet^.

jifianctn^lanzaSf ' . Eescamen^lanzas* '

TERGERÀ DIVISION.

Del mismo modo qoe eo la segooda divisioo, se dare la vos de atencion^ si los lance ros estoviesen en dea-

485- csDSo, j la de àfiancen lanias si ya estviviesen en ' o^^noòn. Ea segnida 86 mandare:

Prevengan—lanzas.fssBhristren'-^lanzas.

Lanzàda segunda al frente contila infànteria-^lan^ zada.^=»Dos tiempos.

Es la misma atte se retiró al ff^ìite cantra oaballetta en la segunda diTision, con solo la diferéncia de ioclt- nar la moharra à tierra y à la altaici del pécbo de un hombre é pìe^ con el catde'do de ne despedir las léd- sàdas^tan bsfas que llegnen à clavai^ en ei sneìo^ espe- lealmente coando eie hiceniaecUTisìonessobre marcba*

Sobre la derecha-quite y lantada segunda cofUra in/anieria-liaAzada^taaDof iiempos.

Una. loclinando el cnerpo j girando à la derecfa^i^ se lievarà la lanza en ristr^ à este. costado , j bajando la niobarra b^cia tierra > se darà el qui te qae se |;ia esplicado en la primera dif^isiou: en segaida se retira- la lanza retrajehdo el braso é teda sa esteiisioo por la espalda ^ de forma qae la mobarra qaede delaute de la boca.

Dbs. Se tirarà la lansada i la' altura del pecbo de un soldado de tnlanteria qae estuviese al costado, pero sin Uegar à tierra con la mobarra; jr volviendó la ma- no nnas arriba, se apojarà el Ultimo tercio debajo dìel brazo> eacogiéudole eo Sf^guida^ j corriendolamano bas- ta la atadara |^Ì porta-lanza, V*esfitair4 la lauzà j el coerpo é la posicion d^ enr istrada al frente.

Sòhre la izqmerda-quite y lanzàda segunda cohtra infàtHeria-lanzada»^ssDos tiempos^

En los mismos tèrmi nos y por los medi'os coótrarios qae se ba becho por la derecba: el quite empieza.por la

•434 ,

. aerecha del gioete y de la cabexa del caballo^ y 8e tiri Bajo, firme y ripido, comò para separar las bayobetai qae te asesten al costado del caballp 6 gitele*

Por la derechà-^lanzada d retqguardià contra infau' * teria-^lànzada.rss^Tres iiempos*

. -• , XfnO'^ Bajandola moliarra por el f rente bicia abajo

se la ToUerÀ dejAndpla eDriatràda con la punta à reta-

gaardia.

Dos. Volriendo la mano ufias arriba, se elevari bai- ta la altora de la cabeaa, qnedando laa o^as al frente,el dedopalgar téndtdo.sofareel asta por la parte de arriba, j tocando està en el antebràzo. La mo^jarraì ba de aiei- tarae centra nti bpmbre à pie queèe sapone lamediatoal anca del. caballo.

Tres. Se tira la lansada à toda la ^ateosion del braso bécia abajd y rètagàardia; y deacribiendo en seguida on clrcolO) aobiendo la mobarra por detras y trayéiodola al frenteVse restituirà la lanza à la posicion ensefiadal

ÌPor la izquierda—ìanzada d retaguardia ùontra in' faiUéria'--lanzada.^sBDfi8 tiempos.

Se ejecota còrno se ba esplicado en la priméra di? i" sìod; péro con la diferencia de ba)ar la mobarra dirigien- do la lansada por el lado de la malata y en direccion de un bombre à pie, qae aproxtmaae al cabailo por el anca izqnierda.

Lanzada d tierrasphre la derecha-^anzada.^Tres tiempos.

Uno* Estando la lanza enriatrada, se cambiari la ma* ain mover el arma, podiendo'los nodiUoa arriba y ias nnaa abajo, el pulgar por la parte interior abrazando el aata*

Dos. Ba jando el regaton por retagaardia, se deaeriti-

425 rèo tres caarUs partes de cfrcnlo, con lo cDal qneaari la lanza perpeodiculat j la moharra hicia abafo; (a ma'* no derecha à la altura de la cabeza, con los ondillos, afae* ra 7 lasofias bàciaelcQerpo,dirigiéodo8ÓlaTÌataporde- bajo del braso derécho. . '

Tre$* Se firarà ana lancada i tierra sobre el costado y frante * del estrìboderecho) sin cprrer la mano, incli- nando elcaerpojcargAndoleièobréel pie der'ecbo; j dea* bàcie)tido en segoida los trea cuartos de circnlo, Tolverà Ja lanca à la poeicion de enristraday se cambia la mano*.

Lanzada d tierra sabre la iz^uierdo'^lanzada.rsaTres tienipos.

Uno. Como el priiner tiempo de lanzada d tierra sabre la derecha,

Dos. Bajandp el regaton ^or retaguardia, se deacri- blré c^n cfrcolo coitvpleto, con lo cual .la lanza qnedari bprizontal encima del bombro, la mano à la altura del corbatin; los nndillos afoera y las ufiasadentro; y sinde* tenerse en està posicion; pasaré la moharra por eiicima de la cabeza del caballo, y se dirigirà hécià el suelo por la ìzquierda, sobre el costado, cargandò. el cùerpo sobria el eatribo y quedando la mano i la allora de la cabeaa.

Tres. Se, tirare una lanzada à .tierra en difeccion perpendtcqlar sobre'; el. costado, y, elevando en seguida la lanza^ se desharé^ por los medica contrarios, coanto se ba ejecntado en el segando y primer tieròpOj con lo cual renuìizréi en ristrada la lanza al Jreàte.

Molineie cantra infanteria malinete.,

Es el mismo qne se ha ensenado en la segnnda divi- Sion, en coanto'ai órden de circolosque se describen eoo lanza.* Desde la po.sicion de enristrada se levanta la inoliarra estendlendo el brazo al frente^ corno fnese à liactfrse nn qojte sobre la izcjmerda,y se empieza el mo-

426 .' linete bajapdo U moharra y acompajiaiido ooo. ^\ biiaio estendido todos los cirx^olea qn^ ae des^rìfaeiiT paaandola moharra may cerca de tierrà por aoo y otro Udo. Ter'* minado el cuartor cifculo sobre U der£4:lìai ae traer^ la ìàuza àtà fosìcìotì de enr istrada. '

J^ancen--lanzas.=^Descan9en-^lanzas.

Està dlTÌsion es todaconfra infanteria, y se hace nio de 8U8 quites y lan^adaa para atacar, perseguir y rom- per. Las lanaadasarrojadaa son / las linicas qae puedea alcanxar é un enemìgo que espere cop U bayoneta ca- lada , pnes' las retenidas no tfenen la estenaion suficiente en està caso. La pojanza y buena dìreccion que de el lancerò é su armarle ofr£cerà el- ^xito y Tentaja de que es capaz la. laoza cuando es mapejada por una ma- no vigorosa , con sol tura y firmexa.

Como laiB lapzadas retagoardia no pcreden arrojarse^ y por consecuencia alcansan poco> deben tirarae lome-- dìataa, eato es, à los flancdsde laa ancaa dei caballo, qùe es io mas à que puedeu iiegar.

y afiSUBfBV DB LA TBRCUA MtlflQK*

Prevengane lanzas»

Enristren^lanzas,

Lanzacta segutida al frente cantra infanteria-tan* zada* ,' '

Sobre la derecha—quite y lanzada segunda centra infanteria— Idnzada»

Sobre la izquierda-quite y lanzadd segunda cantra infanteria- lanzada.

Por la derecha- lanzada d retaguardia cantra in- fanteria-lànzada. . , .

Por la izquier da- lanzada d retaguardia cantra infanteria^lanzada.

Lanzada d tierra sabre la derecha- lanzada.

427 Lanzadu'd titrra sohre la izquierda^lanzifda. Molineie 'centra infartteriu'-molinete. jéfiancen-lanzas. Vescqnsen^lanzas.

PaEPABACION «PARA EI. W AlfSjO DB lAfTZA.

Està preparacìon «e ejecotarà por los mismos medios y bajo ìgQi^les r-eglas qap lag qae se pre^ienen para el manejo del &able, con la difereDcia de sastituir à està palabra la de ianza; y te rìté ad ose presente qoe et co- maadante de imitad (caando la qne mande se ejercìte so- la) y el de escuadron, tanto en la instraccion de està fraccioo corno en la de regiiziiento, deberén, despues de', la qainta vox que ^d log" respectivos casos les correa--, poode dar para este movimiento ', mandar lo sigaiente: Cahe7,as de hil€ra''numeracion sucesiva por la derecham

Y-yerificada està aameraciòn,

Hittì'as impares-ires pasos d vanguardia. Marchen.

Y aUneàda8.,estas por la prìmera de la derecba^ dardo dìcbos oficiales la tos de firmes*

La formacion en batalla.> despaes de concloido et ma* nejo de lansà , se verifiearS dei mismo modo qaé la es* plicada en et manejo del sable; con ta diferencia deqlie à la segQoda vok indìcada para este moyimìento, que es àe d su formacion en batallay ias hileras pares, qae de resoltas de la preparacióa han quedado atraia- das ) marcbarin é elìnearse eoo ias impares qoe en la misma se adelantaroD.

Ohservaciones sobre el manejo de la lan:a,,

La atencìon de los iostractores en la ejecocìon de lo movimieotos de que constao lag tres divisiones qne pre" ceden, lia de fijai'se especiaìmente en qae todos los gol- pes y q'uìtes se den con decisioo y proutitad.

428

D^be procnfarse qoe ia dìréccióD Ae las Unzadài 8e. balle en reiacìoo eoo el objetoà qoese asestan, y qae pir io tanto no sabio demagiado las qne ae den coatn oabareria , j qae las qde se tireo coutra iafanterìà no ba)^en tinto que paedan tocar al soelof lo qoe predaci- ria mocbo dafio eo la lanzada al freute contfa infante- ria , clavànflose en tierra la mcbarra en los air^a ▼io- lentos, j detenieodo la carrèra, <S aacandoal ginete de la siila. En las lanzadaa sobre ios costadoSf prodociria «»ste deferto la neceaidad de abandonar el arma, 6 rom- per la CQcbilla.

Desde qae se em piece el manejo de hnia j qoe para flio se afìance està arma, basta qae se sospenda del brazo para el descanso, ,debe el lancerò tener cogìdo el ramai snperior del porta-lanza, cnidindo^e «iempre de qoe, micntras se tenga la lanza tomada por el asta a*) conserve igoalnriente asido £ste ramai; poca ea la ^e- goridad qne tiene el bombre p^ra recuperar so arma en cnalqnier caso, a<»i 'omo con el sable el cordon fijo eo la moneca es el fìadoV segare para, no perderlo aan caando se f»oelte, por no qaite 6 tropiezo.

£s on defecto casi general en los reclotas que apren- den el manefo de lanza, descnidar la mano de la brida y apartarla sobire lo^'costado§ en qne bacen oso del ar- ma; con lo que llamao al cabàllo, Tiolentan aos moTÌ- roientos j le obligao i cambiar de direceion: deberà observarse mocbo este defecto y corregirse con frecoen- cia basta conseguir spgiyridad eh la mano de la brida.

La lanza, qne es arma- puramente ofeosiya, tieoe muy pocas defensas ; por lo qoe daria poco resoltado sa ejeroicio particular de àtaqoe y defensa, poea el cooo- cimientó de las propiedades.de està arma indociré siem- pre al que la o^e à ser agresor v à desear ob'tener la ofensiya, preferible à la defénsiya, qne presenta mucba ìoferìoridad : por <>sta razoo se incolcarà con empeno la idea de que la ligerera, aegoridad y limpieza de Ios golpes y quites, y la perspicacia de la Vista darrfn la

429 ▼eoUja al lancerò qnt sobresalga en la observancia de •stos principio».

Ordenes generales para qficiales.

Art. 1. Todo militar se manifestare siempre confor* ipe al saeldo qae goza y empieo qae ejerce: le permito el recarso en todos asantos, haciéndolo por sus gefes y con baen modo, y.caaodo oo lograse de ellos la satisfac- cion ique se cousidere acreedor^ podri Uegar haata Nos con la representacion de sa agravio; pero probibo à to- dos j cada ind'iTidoo de mis ejércitos el osar, permitir ni tolerar d sas inferiores las mormaraciooés de qae se altera el órden de les ascensos, que es corto el sueldoj poco el prest ó el pariy malo el ^estuario, mucha la fatiga^ incómodos los cuarteles, ni otras especies qne con grave dafio de mi servicio indisponen los immos sin proporcionar A los qae compadecen Tentaja algana* En- cargo mnj particolarmente é los gefes qoe yigilen, con* teitgan j castiguen con seTeridad conyersacionea tan perjndiciales.

2. Todo inferior qae bablase mal de sa snperior se- ra castigado severamente;, si tnviere qaeja de éU la pro- ducirà à qaien la paeda remediar^ y por niugnn motiro darà mal ejemplo con sas marmaraciones.

3. Los oficiales tendrén siempre presente, qae el tini- co medio para bacerse acreedores al concento y estima- cioa de sas gefes y de merecer nnestra gracia^ es el cam- pi ir exactamen te con las obligaciones de sa grado> el acre- ditar roocbo amerai servicio, bonrada ambicion y cons- tante deseo de ser empleado en las ocasiones de mayor riesgo y'fatiga para dar à conocer sa valor, talento y constancia.

4* El oficialqne stendo reprendldo de SU gete por al- gona falta, produce sa nacimiento, aprobacìones qne ha teoido de otros gefes ti otras razones ageiias en aqnella ocasion del sentimiento qae debe causarle sa falta« y do

89

450 sobordiDacioa con que debe oir i sas soperiores, seri mortificado con proporcton à la trregnlaridad del caw. 5* El mas grave cargo qoe se poede bacer à coalqoìe- ra oficial, y majr particularmeote à Los gefes, es el no haber dado campii miento i mia Ordenanzas, j à laa ór- denes de sas respectivos sapertores: la mas exacta j pan- taal observancia de ellas es la base ftindamental de mi servicio, y por et bien de éi se vigiiarà y castigare sere- ramente al qae contraf iniere.

6. Gaalqaìera especie que pnedainfandir disgusto en el serYtcioj 6 tibieta en el cumplimiento de las òrdenes delosgefeSi se castigare con rigor; y està cnlpa seri tanto mas grave, caanto fnere major la gradnacion del oGcial qne la cometiere.

7. Ningnn oficial se podrà discalpar con la omisionó descoido de sos inferiores en los asantos qne poeda y deba vigilar por sf, y en este concepto todo gefe bara cargo de las faltas qae notare al inmediato subalterno qne deba celar 6 ejecotar el complimtento de sns òrde- nes; y si este resulta calpado, tomarà con éì por si mis- mo la providencia correspondiente, en inteligencia de qae por el disimnlo recaeri sobre ^1 la responsabilidad.

8. Todo serticio en pat y en guerra se bari con ignal pnntualidad y desvelo qae al frente del enemigo.

Todo oficial en sa pnesto sere responsable de la vigilancia de so tropa en el exacto cumplimiento de las òrdenes particulares qae babiere^y de lasgenerales qae esplica la Ordenanza, corno de tomar en todos los ac- cidentes y ocurrencias que no le esten prevenidari, el partido correspondiente A su sitaacion, caso y objeto^ debieodo en los lances dodosos elegir el mas.digno de «u espirila y bonor.

10. Todo oGcial (sin distincion de gradoacion) qoe sobre cnarquier asanto militar dtere é sns superiores por escrito ò de palabra informe contrario à lo qoe snptere, seri despedido del servicio, y tratado corno testigo falso por la iey del reino ; y si fuesen ambignai.

451

mìstertesas 6 implicadas sub cliusalas, se le reprendert obligibclole à esplicarse con claridad.

11.- Caalqoiera qae estoviere mandando una porcion de tropa no se qoejaré à su gefe inmediato de estar cansada , no poder resistir la ceUridad del paso ni fatiga gne se le da^ con otras especies qae distraigan de bacer on pieno uso de ella; y si hìciese alguna repre- sentacion, ha de ser mxxy fandada^ conyincente) A solas j por esento precisamente. La contravencion ó ligera reflcxion en semejantes casos, sera castigada corno &U ta grave de subordioacion y de flojedad en el servicio*

12. El ofìcial cayo propio honor j espirita no le es- timolan à obrar siempre bien, vale muy poco para mi servicio: eL llegar tarde é sa obligaciou (aonqae sea de minutos): el escusarse con males imaginarios 6 supues*» to8 à las fatigas que le corresponden: el contentarse regolarmente con bacer fo preciso de su deber> sin qne su propia volontad adelante cosa alguna; y el Jiablar poca» Veces de laprofeaion militar, souproebas de gran* de desidia é.inaptitad para la carrera de las armas*

15. Eo cualqoiera ofìcial que mande à otros, 6 se halle solo, sera prneba de corto espfrito é inaptitnd pa-« ra el mando el decir que no alcanzò A contener la tro- pa à so órden, que é\ solo no podo sujetar i tantos^ con otras espresiones dirigidas à disco) parse de los es- cesos de su gente^ ó de su cobardia eo acciones de guerra; porqoe el que manda ^ desde qae se pone à la cabexa de so tropa ^ ha de celar la obediencia ea tod5> é inspirar el celo y desprecio de los riesgosì siem- pre qne snceda cualqoiera de estoa casos, el oficial d oficlales seràn jozgados por el consejo de guerra, quieo gradoari la falta que baja habido*

14- Todos los ofìciales de mis tropas, desde el bri- gadier al subtenieote inclusive, cuando fueren maodados para algun servicio, se hallaràn puntualmente en e) pa- rage y bora determi nada en la órden que se les diere: y eocargo i losgefes geoerales y particulares} que no

454 '

disimoleo ni aaD los miaatos en objeto taa interesanta al descanso de mis tropas, j aderto de las operacione$.

15. £1 qoe se mandare para caalqaier seryicio, sea de la graduacion 6 cnerpo qae faere) lo liarà sin mar- murar, poner dtfìcoltades, ni dispaiar lugar para si ni para la tropa que ilevase; y annqoe do le toque elser- yicio ni el puesto qae se le diere, ó qo è comprenda otro agravio, reservaré sa qaeja basta haber coDcloido

^]a faccion à qae fuese destinado: entonces la prodociré al gele que corresponda, doicamente en el caso de no atrasarse el servicio, lo podrà antes significar à sa io- mediato saperior.

16. JVingun oficial general ni particalar podrà for* mar no recarso, ni decir qae le toca un destacamen- to ó lagar fuera de la. linea, en qae emplease é otro el general del ejército: este^ sin sojetar ni ceiiir sos eleceìonea à tnroos ni formali Jades, empleari i los ofi- ciales y la tropa en los paestos j destinos qae coosi- derase mas conveniente à mi servicio, y probibo qQe persona aigana ni caerpo pida esplicaciones en e!>te asanto, ni haga recurso, ni manifieste agrayio, cuja igual accion tendrà todo oficial general 6 particular que mande caerpo separado respecto à sas ìuferiores.

17. Gualqaiera oficial, sargento, cabo à soldado qae biciere ana accion de senalada conducta ó valor eo las funciones de guerra, seri premiado con jnsta pro- porcion à ella, para coyo efecto sa gefe iomediato j testigo de la accion darà por escrito notiéia al coman- dante de la tropa, y este bien asegarado con la pdbli- ca notoriedad del saceso è informe qae adquiriié, io trasladari por escrito al general del ejército, incloy^u- dole la prìmera relacion qae le babiese pasado el ìorne- diato gefe de agael individuo. £1 general bare naeva averiguaciori, y bien instrnido, me darà coenta con re* misiou de los espresados documentos, esponiendo sa dictàmen sebre el premio de que le considere dig^os por U accion; y para que los gefes procedaa eo 6st9

4^5

asnnto con ei clebtdo conocimientO) y los militares de caalqoiera clase bo alegaen por servicio distiogmdo el regolar desempefio de su obligacion, anos y otroa ten* dràa presente io sicaìente.

18. £n an oficial es accìon distìngnida el batir al enemigo con un lercio menos de gente en ataqne ó re* tirada ; el de detener coii'Otilidad de mi aerVicio é fuer- sas consìderables tuperìores, con aus maniobraa, posi- ciones y perìcia militar » mediando à io meno» peque- nas acciones de guerra; el defender el pu-esto que se le confic) basta perder entre muertos y beiidos ia.mitad de su geute; eL ser ei primero en subir una brecba 6 escala, y que forme la primera ^ente encima del muro ó trincherà del enemigo; ei tornar nna bandefa en me- dio de la tropa formada: y si ademas de las espresadas acciones hictese alguna otra no preyenida que por »u con- docla y valor le baga digno de ascenao 6 premio , la 'gra« duarà ae^un las circustancìas el generai) y me la bari presente.

19. La iSoica certificacion qne apreciarén los oficia- ies es la piiblica notorìedad , corno ei boen concepto de sus gcfes generales ó inmediatos ; pnes los del cuerpo no deben dar otras que sus informes à las instaneias & que diesen curso , y sentar sus notas en las bojas de servi-* cios, esceptoando iÌDÌoamente el caso de pasar el ofi* cìal à otro destino, pues comoen éì debe juatificar loa que tenga contraidos, le darà entonces ei tenlente co- ronel mayor certificacion que los especifique con visto bùeno de su gefe.

20. Todo oficial, de cualquiera gradoacion que fae- se, siendo atacado en su poesto, ao io'desampararé sia baber hecho teda la deiensa posible para conservarlo, y dejar bien puestb ei bonor de las arn)às;si tuvrereel general dei ejército aigana duda de su desempefio, le bara juzgar en cousejo de gnerra.

81. El oficial que tuviere órden absoluta de qonser* Tar sa poesto è todo coste lo bare.

<5* .. . ,.

22. Todo oncial en catnpafia reconoceri la inmedii- cion de sn paesto para en caalqaier eyentoaproTecbar- se tìiejor de los deafiladeros, camiaos, fosos, desìgaal- dades 7 demas ventajas qne proporcione ei terreno, to* mando para sa seguridad y desempeno las precaucìones qne le dictaren su prodencia j talento militar.

25* £1 oficiaL inflairà en sns inferìores, decaalqoie* ra clase qne sean, ei concepto de que el enemigo DO es de yentajosa calidad, castigando toda conversa- cion dirigida à elogiar ta disciplina, inteligencia de sas gefes, armamento, maniciones, caballos, provisionesj Irato*

24* Todos io8 tffictales se hallarén en el campamen- to de sa regimientodesde qne se toqae la retreta basta qae salga ei sol, y los gefes de los caerpos seràn res- ponsabies de qae esto se observe exactamente.

25* Ningun oGciai en camgana podré ansentarse del Campamento de su regimiento ni un instante, «in liceo- eia del gefe de sa coerpo , ni mas de cuatro horas sin de sa brigadier; pero el (jae estoyiere próximo i ser oombrado de servicio , en ningana forma lo soiicitarà oi se le concedere permise*

26. Se probibe i todos los oficiales el pasar nna do- cbe fuera del campamento 6 de la guarnicion en qae se ballaren SOS caerpos^ sin licencia del comandante gene- ral en campafia, 7 del gobernador en guarnicion , solici- ^ada con conocimiento y cunsentimiento por escrito del gefe del cuerpo*

Pie y fuer%a de la caballeria del ejircilo.

Està arma consta de 18 regimientos, con igaal faer- sa 7 organizacion, componiéndose cada ano de caatrosfi* cuadrones^compaiiias 7 su correspondiente plana major: uno de elìos pertenece al instituto de coraceros ^ oace al de lanceros, 7 los seis restantes al de oasadores. Ade*

455

mas bay no escnadroo soelto denotninado de Mallorcai j perlacee al instUoto de cazadores.

Sas nombres y nameracìon soo ioa sìgoientea.

ISorobres.

ISiiroero* Instìtutos.

Rej 1*^ Coraceros.

Heina . 1.^^

Principe ..-.,. 2.o

Infante 3.°

Alcantara 4*^ |

Almaasa 5.^1

Pay/a 6.^^ > Lanceros;

VillaTÌciosa 7.°

Espaua 8*^

Saganto •••• •... 9.^

Galatraya 10.

Santiago ^ il*/

Montesa... •••••••••••••••• l.^\

I^amancia. •••••• 2.^ 1

Lo8Ìtania. •••••••••••••••• 3.^f

Gonatìtacion. •••••..••• 4*^/ Catadoret*

Baileo. 5.^1

Maria Cristina •••••• &^|

EacoadroD de Mallorca. ]

436

{

Pie y fuerza de un regimiento de cahalleria^ y stteldot que gozan las clases que lo componen.

Cada regimiento de caballeria consta de co atro et- cuadrones-compafiias, j cada ano de esto$ de la faerza y ciases siguientes.

EaCITADRON- COMPAIA! 4*

Clases^

1 Gefe de escaadron de

la claae de Begaudas

comandaotes. . .

1 Capitan.. ••*•••

5 Tenientes i. ,

4 Alféreces à,

Sargento primero. . . . Sargeotos segundosv Cabo fqrrieU «,•••.

Cabos , . .

Trompetas. .••••• Herradorea soldadoa de

piaza, ,

Soldados de 1/ clase. , Soldados montados. » . , Id. desmontados. , . Fixerza de nn escnadron- compafiia. *

Id. de nn regimiento, Plazaa montadas de plana

mayor,

Sirylentes de centrata.

Total de un regimiento.

1 5

1

16

4

4

10 63

35

159

556

6 6

568

Saeldo

Ra.«p.

1400 uoa

600

500

180]

il50

95

& 85

él20

61 61 i 61 à 61

140

■110

S6

30

10

8

5

5

7

5 5 5 5

20 28 20

2

20 20 20 20

Xiiqaido meosaal.

»•.

12^60. 990 564

470

16f 141

89

80

112

57

57 57 57

u>.

I

9 »

1

5

1 16

4

4 10 63

104 416

422

457

.Plana may or de un regimiento de èahalleria.

CIA8M.

Gorooel

Teniente corooel

Major comandante

Dos ÀyQdaotes niayores ^. Guatro ÀyuJautes segnoclos à. Un Gapitaa cajero. . ... . . .

Gapitaa de vestoario

Un Teniente habilitado

Un Gapellan»

Un Girujano

Uo Mariscai major

Dos mariseales de escuadron é.

Un picador .

Un Maestro de trompetas. . .

Un Cabo de trompetas

Dos Forjadores é » .

Uu Sillero •••••••.

Un Armerò* ..,,.••

Un Sastre. •' >

Uo Zapatero

NoCas,

Sueldo fatelo meiuiial Rs. vn/

2700

1800

1600

1100

•500

1100

1100

600

580

500

600

400

500

240

150

120

210

210

2ia

210^

De

Rs. Alt.

270 180

160

110

50

110

110

36

»

30 35 23 29

>4 8 7

12 12 12 12

Lfqaido meoMial.

Rs. Ms.

10 18 14

4

28 2 12 12 12 12

2450 1620 1440

990

470

990

990

564

380

470

564

576; 16

47020

225150

141 6

112 32

H

197 197 197

197

22 22 22 22

1.* Enel saetdo qne se marca al Goronel va omof prendtda la gratificacton de 560 reales meosaales qae disfruta por razon de gastos de mando y escritorio.

2.* £n cada regimiento el Gapìtao mas antiguò de é\ disfi ota sueldo fntegro.de 1200 rs. vn. almes,ca- 70 descoento es de 120 reales, qvedàndole liquidos 1080 re«ie8 mensuales* >

458

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Refaccion ó franquicia.

Por reglamento de 27 de febrero de 1806 tiene man- dado S. M. que desde corooel ìoclu&ive abajo, é todos ìos oficìales y tropa de los'caerpos de sos ejércìtos ea lo8 pQeblos en que residan de guarntcion , caartel òtriSa- 8Ìto, bien aeaea caerpos <S partidas, $e les aboQe la re- faccion de las cargrìs ó derechos muiiicipalea qne corre<- pondeo é los vlver^s asignados é cada persona , qae soa ocfao ODzas de carne al dia^dosde tocino, tresdeaceì- te, medio cnartitlo de vino^nn octavo de cnartillode yiuagre, dos libras de carbon , ocbo oozas de pescado^ seìs on^as de menestras de todaa clateSf ocfao onsas de jabon al mes, y onartiiiojr medio de aguardieute en idem*

Al coronei efectiyo 8e consideran siete personas ; al teniente coronei seis; al comandante cinco; ai capita» tres; al ayndante, teniente^ snbteniente, cadete'^ cape^ llan y cirujano dos; al sargento primero, segando, tam- bor ma^or, armerò, picador, mariscal y silTero nua^ al cabo, soldado, (ambor, pffano y trompeta media.

La refaccion se satisfarà mensualmente é los cuerpos y tropa de gnamicion, caartel 6 partida, prorateando los dias que no completen mes, y lt> mismo en las marchas*

Por real órden de 25 de agosto de 1806 mandiS S. qae A los militares existenies en Madrid. aesiga ajnstaa-r do j pagando ta franqnicia por tesoreria major, qniev pasaré el cargo à la de la yiila; y la de los otrospaeblos y proYincias las recandarin los respectivos intendentes»

Para faacer el ajostede refaccion, se redncen las pia- sasdeoficialesj tropa al ni&mero de personas, segun por las qae cada onose considera; por el total de estas se vaa maltipUcando las onzas de carne, tociuo^ aceite,6^c., re» galando las qoe é cada uno pertenecen eo an mes, y vis- to por los libros de aynntamientos, contadorfas, asentis* tas, &cc., lo qae paga de derechos manici pales cada libra de carne, tocino, &cc. , sa ìmporte es la refaccion que se debe abonar i la tropa.

4^0

INSTRUCCIONES

para que los Comandantes de partidas ó destacamen*

tos puedan desempenar con mas facilidad y aderto lai

comisiones que sus gefes les encarguem

Art. 1.^ Caando un oficiat^sargento 6 cabo sea nom- fepat^o para Sdiìr mandando nna partida ó destacamesto, pediré à su gefe las órdenes è instrucciones retativas à la coQQtsion qae ya é deaeinpefiar. Enteradode ellas for- mare Qu recibo de la cantidad qne dicfao gefe le haja ordenado, para atender à ìos gastos j aocorro de la tro- pa^ el caai autorìzado por el major comandante j con dése del coronel^ presentarà al capitan cajero para que io satisfaga.

2.^ Kecrbird del ajadante la tropa qne debe Ue- Yar à aas órdenes, y la refistarà, no permitiendo con- duzcan eoausmaletas mas qoe lo preveuido por ordejian- za; y 81 notase qoe aigun caballo no està bien berrado, j cn estado de litil servicio^ ó bien qae algnn borobre se presenta sin el aseo y pi'opiedad qoe correspoode, lo ha- rd presente à dicbo ajndaute à fin de' qne pida so relego del escnaidron—bom pania à qne pertetiezca, si la misna no remediase en el acto las faltas qne bnbiese notado; tenlendo eotendido qoe desde «Imomeritoen qoe seeo- cargo^de la fnerza, deberdser é\ aoloresponsablede to- das las que en adeiante se adviertan eu ella, sin qne le airva de discolpa el alegar qne asi se la entregaron, à menosqne haga constar la ya espresada circonslancia de que lo poso en conocimiento del ayudante, y sin embar- go no se las remediaron ; eo cuyo caso habré salvado sa responsabilidad.

3.^ Reclamare de los escoadrooes-compaiiiaslas me- dtas filiaciones de los bombres y reseiias de los caballos qne mbotan, con ci estado de la» prendas de Tcstoario,

441

montara y armamento, el de sos cueiitas, y trempo por qae yan socorrido».

4*^ Verìficado todo lo dicho, j satìsfecho de ballar- se so parttda corno cor respoude, e m prendere sa marcha, eoidando od ella de qae no se separé individao algono de la formaciob sin sa periniso;de9poes de salir del poe« blo mandare, en sa lagar descanso^ para qae la tropa y caballos tomen la holgara ycomodìdad permitida, y i la entrada de el del transito, 6 de caalesquiera otros por don- de pacare, darà la toc, 6 mandare dar el toque de ateo- cion, para qae vaelyan à tornar sa precisa posicioo, jsa coloqaen en rigorosa formacion. Solo en el caso de lla« TÌa, nieve 6 frio intenso^ y caando no haya petigro in* mediato, mandare poner las capas 6 capotes, precisamen- te abrocbados por los corchetes ó botones, con el doble objeto de cobrir las armas y grapas;no tolerando denin* gon modo el emboaarse, paes la postura tf qae obliga el emhoeo perjadica macbo i los caballos, y el ginete està poco apto para manejar sos armas y para ajadar i sa caballo en los tropiesos y resbàlooes, y esti tambien ea dicba posìcion mas propenso al saeiio.

5.^ el gefe de la partida faese oficial 6 sargento^ harà adelantar sobrela marcha nn cabo con dos ó mas aoldadosal paeblo de sa inmediato triarsito, qoien Ueva- el pasaporte, y ona noticia de la fneraa, para qae con arreglo 6 ella haga el alojamiento y pida las racio« Dea qne necesite; encargdndole qae si bobiese en éì co* mandante de armas, se presente primero i dicho gefe militar, para qae le ponga la presentacion y qiie se les aloje y saministre> baciéndolo despnes i la jasticia pa- ra qae le facititen dicbosaoxilios; y qae caaodo gradde debe llegar la' parttda, haga salir an soldado pie à tier« ra fuera del paeblo à esperarla y dtrigirla donde correa- ponde.

6.^ Lnego qae llegae al transito, se dirigiré à la poer- ta del espresado comandante de armas y formarà sa tro* pa en ataó bataltacon el fronte Asaptterta*; sepresen-.

442 .

tare d éU tomari sas tfrdenes, y cooducirà la partida il sìtio eo qoe deba echar pie à tierra ; lea entregaré Las bo- ìetas de alojamieDto, qoe habrà procorado esté hecho con la major odìod posibte ; iea aenalarà la bora j sitìo de la órdeo , asi comò el qae debeo ocupar en caso de alar- ma ; eocargaré à la tropa el cotdado j esmero con los eabailos, Umpieza y aseo de 808 armas, moiitara j ro- pa^ estraccioo de ractones y demas; mandando ensegàida echar pie à tierra, y qae desfìlen à 508 alojamiento8,los qae ▼isitaré^or si y por el «argento y cabos, para ver si estan hombres, caballosf menages, mootara y arma- mento con el arreglo debido ; cuìdarà de enterar i la par- tida, y qae los individaos de està Io hagan à sos patro- iies, de la casa en donde eaià alojad^, para que anos d otros acadan a éi si tuviesen algo qae esponerle.

Si la comision tnviese por objeto ir à castigar algan pneblo 6 hacer eo éì prisiones, marcharé con la pre- caucion necesaria; y si é sa entrada advirtiese algan al- boroto 6 conmocion qae paeda comprometerle, procn- rara iuformarse y se detendrà , pasando con an paisano un recado atento al sefior alcalde^ y comandante de armas, $t Io habie8e> para qoe se sirvau avtstarse con di, à fin de dispoaer de mancoman lo conveniente alcumplimiea- to de so cometido; coya resolacion sera siempre dictada eoo cordata y energfa.

7.^ Para el mejor arreglo de sa tropa la dividird en escaadras , ca^ros cabos responderdn al sargento , y este y aqnellos al ofictal, del órdeo ^ disciplina, aseo y baen es- tado en todos los ramos»

8.^ Ann .en los dias de marcha revistari siempre la tropa y caballos antes de mandar montar, para ver si se preseotan con el aseo y precision qae corresponde;y en los de descanso pasaré alternativamente revistasdepo* licCa, vestoario, armamento, montnra y caballos, dando la òrden para elio la tarde ò noche anteriore à fin de qae tengan logar de asear y limpiar las preodas.

Encargard d sai sabordinados la qaietad y baena ar-

445-

moDiaque debeo obserVar con los paisanos, y particalar- metile con «ns patrones> con quienes por conveniencU propìa deben ser amableS) evitando stempre entrar ea caestiones qae acaioran I09 énimos; poedcaalqotera que- jaqae tnvieren de eUos> deberin prodnciria por ics eoa*- dnctos de Ordenanza.

9.^ Llevaré una notici a eiia^fa de laa raciones qne de cada «specie estfae en los pneblos^ 7 dias qae 4o Ter- rifica, asi corno de lo qaO tenga una absoluta precisioa de saministrar é algai\soldado<, ademas dei socorro dia* rio, para poder formar con exactitud los cargos*

IO. Eo el dia 1.^ Ae cada mes formare sus iistas de revista , j se presentare con clias al comisario de gner- ra , si io hobiese en el pueblo « y si no à la juslicia^ pa- ra ques£ las aatortce y se la pase de presente (si asi io exigtese),dQ las que, despues de antorizadas^ entregari una al referido comisario 6 ìusticia^ otra conseryarà ea so poder, y otrà remitiré por el primer correo, 6 por un ordenanza (segon la distancia à que se halle el re^ giuiiento è instroccionesque tenga), ai mayor comaqdaa« te, formindolas con arreglo al modelo n.^ 1.^

Por el mismo condacto remitiré^ y con la fecba del dia iSltimo de cada me8> al apoderado qae haya dejado nombrado antes de su saltda del caerpo-, la distribacion d^ cargo y data del dinero qne haya ingresado en su poder y somintstrado enei mismo, acompanando los cargos de in* tereses y raciones dentro de sns cor r espondi e ntes carpetag con arreglo à los modelos ndàieros 3, 5, 4i ^'^ ^9 ?) ^ y 9*

li* Oliando se retire de algan destacamento , ó sai* ga con su partida'de pueblo en que haya permanecido algunos dias, pedirà à la justicia certificacion de la con* ducta y comportamiento qne baya observado enei; ca- yo documento acreditaré su porte ante los gefea.

12. Si en la marcha encotitrase algan soldado soelto 6 con caballO) se enterari de si lleva su correspoodiente pass porte ó iicencia, y en caso de que carezca de docu- mento qae acredite sa personal lo arrestari y entregari

444 .

à la primera partìda qae baile de la guardia cWil^ y ea caso de qae no la habiese, lo bartf à la j^asticia para qai lo yerìfiqae, ó dispooga sa cooduccion al caerpo,reco- gieado sa correspoiidiente repibo , j dando parte de elio al comandante general de la provincia*

Siena pre qae ocarra en lo8 puebloa en donde se balla- re cualqaier sa ceso de qae pueda resultarle algan cargo, reclamare de la justicia el correspondiente testìmooio, para de r acreditar su comportamiento ante los gefef«

i5« Gaaodo conduzca reclatas procurarà se les aloje lo mas inuediato quesea posible, no tolerari qne come— tàn el menor desórdeo, iiispiréudoles amor al serwìcìo^j haciéudoles enteoderqueé la tropa se.sostiene para qne aea el mas firme apojo del trono y de ias leyes^ j la ^e- gnridad de los siibditos; les darà sin embargo cierto en- aanche en cosas seucillas, y que no puedan'comprometer la disciplina, guardàndoles la consideracion debìda à gen- te visoua y poco versada en la rìgidez de la profestoa militar.

14> Los reeìbosque firmare de sumìnistros los ha- rd con arreglo al modelo ni^ 10; y si la justicia le exi- giese eL de babérsele asiatido con el alojamiento corres- pondiente, lo estendari segua el n.^ 11«

fuese escokando algooa persona é quiencorrespon- dan honores, se los bara eoa arreglo é ordenanza, y to- marà sus instrucciones sobre la bora de marcbar^ y de- mas que le prevenga.

15. eufermase algua«aoldado de su destacamento en la maroha, lo dejarà en el bospital del primer pae- hip por doode pasare (si lo bubiere), y no, lo bari con- docìr en uu bagaje al del pueblo mas inmediato en que lo baya, eutregéadole la baja,8egunel formulario n.^ 19; pe- ro si no bubiese bospital à uaa distancia regolar, y el eo fermo no se ballase en disposicion de ir à éi còmoda- mente, lo dejari con su media filiacioa encargada à la juafcicia, potiiéudolo en conocimiento de los gefes del caer- po, para que providencieii sobre su asisteoeiai le recoge-

445

èl caballo, armamento^ montara^ caaaca y éascOf dejéil- dole la ma) età, capote y ropa precisa, que anotard al respaldo de la baja.

16. Si saoediese alguna maerte repentina ó ▼iolentii entie los iodividaos de su destacamento, formaràana Sa- maria iuforuiacioDen averigoacion dei becho, provideiir ciando segan lo qae resuite; recogeré el caballo y pren* das del fioado, cQ}'a operactou coiistàrà por dtligeoGia estampada eu la suraariavy qua firmare el patron d otre iodividuo de la casa en donde estaba atojado; dispondri qae se le de sepoltura, bacieudo se practique antes ina-» peccion del cadéver (si fuése oecesario) por los facaltati- Tos del pueblo^ io que pediré é la justicia por medio de un atento ofició, daudo parte de todo al caerpo, y al co* mandante general de la provincia.

17. Sifnese caballo ei qoe enfermase en la marcila, lo dejarà en el pueblo conel soldado qnelo monta^ soeor- rido por algon tiempo, y al coidado de la justicia, en-^ tregéiidole la resena al soldado, y é la justicia copia de la media fìliacion de este, con el eocargo de qne se le asista con las correspondientes raciòoes, y tambien con socorros, si los que le deja se leconcluyesien, basta qne por el regimiento (àqtiien deberàaTÌ(iar)se tome providencia.

Si muriese alguii caballo, debeii conservar, para pre^ senta ria eti el cuerpo, ia parte de piel en qne està mar- cado el bierre; recogitfudo certificacion del uiariscat j del alcalde que acredite ci tuceso, en la que se bari es^. presion de ia resenà.

18* Si por la tesoreria der ejército se abonase pina al destacamento, formare su comandante à fin de cada mes tripUcaJas relàciones, formulario n.^ 15, las cnales fir- mari y remitiri al comandante general de la provincia en que la partid» preste so seriricio, para qne se slrva aotorizarlas, con cuyos reqoisitos las enviari al babiil- tado, i fio de qoe perciba su importe de fesorerfa y se lo libre, repartiéodolo despa€8 é losinteresados^pero re- leniendo lo necesàrio à los qoe esten alcanzados para qot

50

446 •e detenpefiefif 6 proTeyeodo de algnnas prendas i lot qii« DecesiteDf qoe deberin ter compradat à ta pre- aencìa, j ajostadat por ellos mismos.

En algaoos regimientoa te ha acottambrado preteoir é lot comanda Dtet de paj-ttdas remitan Ut reUciooes de plotet al geU, cuando lo hacen de lot cargo» y deinas papeUt; y eu el cuerpo se ba tenldo e( cuìdadode auto* rUarUay percibirtn iin';orte, dando detpuea iustroccio- nea ilot quemandan lot dettacamentot tobre su infersioo j dUtribacion: por lo tauto ettos dltìinot qaoidarén i cu- bierto de reapoDSdbiltdad, eoni»altéodolo eoo tut gefea, si ya no te lo bubiesten prevenìdo,

19. Si detertaae algon ìodÌTidoo de ao parttda, bari por ti mismo averiguacioa, tanto eotre los demat sol- dadot, corno de lospatronet en qoe eataba alojado, acerci del motivo que paeda baber habidopara ello^ y ti sabee 6 calcoUn el ponto bacìa donde podrà baberae dirigi- do; reco^eri el caballo qoe montaba^armaa y demat preo- dat qoe baj^a dejado\ y paaaré oficio inmediatameoteéla jaaticiaf acompaiSado de la media filìacioo y nota del tra-

?;e con qoe detertó, con Ut demat nottcìat qoe paedan acìlìtar ta captara, à fin de qoe dicba aotoridad remiu à la mayor breredtd lat requititoriat qoe manda S. M. en temejantet caaot. Tambien dari parte de la ocorrencia i tn mayor comandante^ y comandante general de U pro¥ÌQcU.

Conocimientos ùtiUsy necesarios^ sohre el suminislro de raciones de pienso y sut devenguetm

P. Co^otot celeminet tiene ona faoega?

R* Doce.

P. Guàototcaartillo» tiene on celemìn?

II. Co atro,

P. Coéntat raeionet tiene nera fanega?

R. Ocbo.

P. De caénto te compone ana raotóo?

447

R. De seis caartìllo», 6 celemia y Medio.

P. Cuàntos caartìllos tieoe unk fanega?

R. Guaireota j ocho.

P. Cnéntos qaintos tiene do càartillo?

R. Gioco.

P. Gaénto come ao caballo, teoieodo la cebadà por el caatro ó por completo?

R. Una racicD 6 scia caartillos.

P. Y comiéndola por el qoiolo? ^

R. Guatro caartillos j cuatro qaiotos.

P, Goénto devenga un caballo en treiuta dias, comieo- do la cebada por el quinto?

R. Treiuta cuartilloa y treiota quiotos^ que haccn^uè- Te celemines.

P. Gómo sabremot lo que devengau los caballos de una partida en un mes, tenieodo en ella eutradas j sali- das, j comieodo la cebada por el quinto?

R. Fórmese la cuenta en la diaposicion que ae ina« nifiesta.

Diat. CdMlIof. Pro^Mlot. Dìm.

Exutencia.M 1. 60. 660. 16. 4«lc^yj^g, Eotradaa 12. P «#« o/ ni

660.

16.

540-

24.

512.

454.

:!'

1946.

Y dire : el primer dia tiene seaenta caballoa / siq haber tenido alta ni baja basta el doce 2 mulliplicaré sesenta por doce, y producto seri el ndinero de ractones que bau comido; pero para mayor clarKlad mtt Iti plica por once, y anadiendo é los aeienta los ocbo que èn- traron el dia doce, multi plicaré por lo< diaa que bay deade doce é dies y seis, que fue el inntediato. en que bubo novedad, inclnyendó el doce por no baberlo be- cbo antes, y el dies y seis porqne à los cabaUos se les aboua au racion el dia qne salen 6 mneren; y se diri:

448

ocbo csballos qae entraron el dia doce, afiadidos à los seseoUi sod sesenta y ocho, que moltiplicare por eia- co qae soo los dias qae van desde doce à diez y seis^ aiendo el prodocto trescìentoa coareiita; y sigui<'Ddo la regia dire: el dia diez y seis saiieron contro, qae res- tados de los aesenta y ochOf soo sesenta y coatro qae ÌQTe basta el veiate j coatro inclu.NiTe; despoes diié: da diez y seis esclusive, por eatar ja contado, basta Teinte y caatro inclasive van ocbof que inoltìplicadoi por sesenta y caatro, son qaioieutos doce. Ulttinam«n- te dire: el dia veìnté y coatro saiieron dos, qae re^ta- dos de los sesenta y coatro que tenia, qaedan aeseoti y 4|08; estos los tare basta el treiata y uno inclasive, por lo que dird: de yeinte y castro esclusive por estar ja contado, basta treiota y ano yan aiete, que malti- plicados por aesenta y dos soo cuatrocientos treinta j caatro: becbo esto, se aomar^n estas cantidades 6 pro- dactos parciales, y la suma total mit novecientos cua- renta y seis serdn ias raciooes que dt^bieron corner; pero comò Ias comieron por el qainto, se sacarà este , par- tiendo la soma dicba por ciuco.

P. Còrno sabremos si la operacion està bien hecba?

R. Como està regia no tiene prueba / se bari por otro medio, pòniendo el mismo ejemplo; y becba U cuenta de otro modo, se confrontare una suma ó resol- tado coD otro, y sieado iguales, diremos que la opera- cioa està bien hecba.

Diaf. CaUlIo*. Pmdasto*. Dim. GtUlUh

Existenci».. !•

€0.

1674.

16.

EntradM.... IS.

8.

160. 64. 48.

24.

ti

Salìdas.

1946. Para faaeerla' de eate modo,dtfd: el dia dies y tela .sa-

44?

licrou cuatro cabaìlos, j dos el telnte y cuatro ton feis, qae es meoester restarlo» de sesenta, por lo qoe qaedan cincueota y cnatro : Ics que se multi pllcarén por todos Ics dias del mes, por haber restado laj* salidas, y el pro- docto sera imi seiscieutos sesenta y coatro. Luego dire': el dia doce eutraron ocbo: fstos los tu?e basta fin del nif's, que uon vciute di^s, por conUrse cJ doce, y asi multi piicaré Tfiiite por ocbo que son cientoseseuta. En ìas saliJasdiremos: el dia diez y sein S'fberon cuatro; estos los luve diex y seis dias, se mullipiicardn die» y sei» por cnatro que daràn s^seuta y cuatro. UltiinameDte di» ìé: el dia veinte y coatro salieron dos; moltiplicare es- dos por los veiute y oaatro di'as qoe los ture , y me da- rdo cuareota y ocbo. Samare todas estas cantidades, y la fama total serA mil noTecieotos cuareota y seis, qoe se ve ser igual é la anterior s por lo qoe se podrà crear que la operacioii esté bueoa.

P. Despoes de sacado el quinto à las racioneSi qué sefiala el cociente?

H. Las qoe bau devengado , qoe se redaciràn à me- dida cooocida, corno es la fanega.

PaBClOS D8 CÀRB08 T BAOÀOlS POa CADA IBGVA.

Por cada carro de seis molas, qae cargae

ochenta arrobas. , , ^ . 10 17

Por el de cuatro mulas, qoe cargue sesenta

arrobas ,.....••,..» 7 17

Por el de dos mulas, que cargue treiota ar- robas ,.,.•• 9 «... 4 ^7

por cada bagaje mayor , que cargue die*

arrobas, ó de montar» , . . t r r 1 17

Por cada bagaje meoor, que si es dq carga

lleyarà siete arrobas. . . . t 1 a

Nota. £1 equipage que marcba en carros ó galera*

debe regularse à cnatro y medio maraTcdis por arroba

450 ;

j legna ) y no se han de llevar mas qae fas qae se espre- aàn *y pero podrà cobced^rsele al dueno el qne Ueye mii 81 le acomodase porqne (u ganado paeda. Regalarmente aamenta un bagaje major por el carro en qoe mar- cba el equi page, queeslo qae arriba se ha hecho, esto es, si son «eis mutas se pagso siete.

PESO Y MEDIO A DE LAS RACIONES.

La racion de pan diaria sod 24 onzas castellanas. La de cebada celemin j medio castellano. La de paja media arroba castellana.

UTENSIUOS.

Pairai cada ca torce hombrea ae pasa Ofia iimpara: eo if^vierap con coatro ona^asde aceite diarias y en el Te- rano con tres.

Para cada catorce caballos ona Unipara: en invteroo cioco onzas y en yerano cuatro.

Las léroparas de las guardias se repntan corno las de cabatlerÌEas.

Cada hombre tiene libra y media de lefia diaria, y eo so defecto la mitad de carbon.

En el invierno tìenen las guardias lena; el oficial dos arrobas, y la gnardia qae no pase de qoince hombro coarenta lìbras.

CONDUCCION DE CONVOYES.

En la marcba y cónJacdion de nn coovoy pneden ocor* rir yarios casos, por lo tanto no es facìl dar para cada uno reglas patticnlaresìmas el tino, inteligeocia y valor del gefe de la escolta sabrà aplicar, segno aquellos se va- yan sucediendo, los medios qne so prudencia le sagi^ra para salvarle, sirviéndole de regia general las instroccio- neà sjguientes.

Art* 1.^ El oficial qoe mande la escolta formari ao-

451

tes eie ponerae en marcha una noticia de los carrnaget y acémilas que lleTa eo sa cooToy; peèiri al gefe que le destaca las infttruccìooet (si es posìble por esento) qoe tenga à bien comunicarle. Se eoteraré circonstanciada- mente de la ctase de caminos por doode tenga qoe traa«» sitar, las difìcuUades qae estos paedeo ofrecerle^ j re- corsoi coti qut» cuente para vencerlas.

R**vistarà el estado de set? icio eo qoe se hallan los carruajés, cuidaodo Tajao cargados eo órdeo, para qoe no se de>balijen, y evitar deteocioues, h&cieado aumen- tar eu los que Ueven mucha carga algnoas bestias de tiro.

S.^ Reservarà (particolarmente eo campana 6 paia enemigo) el dia y bora sefialados para la marcba, anti- cipandolo siempre éloqne el piiblico haja creido. Inom- brare .un gefe de Taaguardia y otro de retagoardia con SOS correspondientes partidas, instroyéndoles del ponto adonde se dirigen: el de vaogoardia destacarà é de^eoba é ijsquierda, y al frente si el terreno ea montuoso y de arboleda, tres peqoefias partidas, eoo el pombre de es- ploradores,qaereconocer4u los boaqnes, alto ras, lug>ire8 y casas del irente y flancos qoe se vayaa encontrando sobre la marcbn, perosinéapooerse à ser cortadas nien» Yuelt^fi; estas daréo pronto avUo por ordenaosas monta- das à dicbo gefe de yauguardia, de coalquiera oovedad que notareo, para que este lo ponga ea coaocimieuto del comandante del convoj. .

£1 que tnaude la retagoardia marcbariigualmente con la precauci<»u debida, bacit^ndo recojiocer todo Io qoe é sus iomediacion^s pueda iufundirle sospecbas por si i laTan- guardia se le bubiese oooltado -alguna fuerza enemiga ó emb scada, cuidando con frecuencia de obaervar si se descuhreo bultos ó poUo, y eoteraise de la caUBa qoe lo motita, sin perder de vi^ta la marcba del coovoj, y co- monicaudo igoalmente à su gefe eoo pontoalidad los re* suitados de las observaciones qoe bega.

5.^ Sobre los coslados colocari algooos soldadoa qne

453 se eocargaao de obligar à lot carreteros y ronleros i mar> char onidos, aio permitirlea altos ni detencionea , pace oaando debio hacerse se preveodrà por el gefe.

£i resto de la escolta ledivìdiré en d€>8 8ecGÌODes, mar- oliADfto !<« mas crecida si la cabez^ delconvoy, cujo mao- do ìiim<'diato le reseryari para si el comandante , atn perjuicio de ^er y recorrer à mrnndoel todo àéi coitvojr con Qua ó dos ordenanzas montadaa, dejando en estas cortas aasfncias encargada au aeccioa à uo oficialque al efecto ire destinado eo ella.

La otra aeccion de ineoos (aerr.a roarcbaréen el centro d en el flancomaaespnebto^ à corta dUtancia j ^ la altura de dìcbo centro, encargabdo el mando de ella é su se- gnudo 4:on la denornioacion^e reserva, siendo an pr in- capai òbjeto acodir con celerìdad à proteger el punto atacado ó amenezado porelenemigo, aegun lo exijan las eireanstanciaa.

4«^ Cuiitido se rompa 6 d(>8Componga algan carro qae oo sea fócil habilitar en el aoto , harà se reparta sa car- ga entre los dpoias qne no vayao muy aobrecargados, sin qae sirva de obstéculo la repuguaocia de los carmajeros, à qateiies se obligaré à bacarlo, destinando las acéuiilas del descompoeato A los carruajes qqe lleven el gaoado mas endeble.

Si el convoy faese de póUora 6 parrte de él, irin oni- dos todos los carros ó ac^mìlas que la coodnzcao, no per- mitieodo à los soldados ni paisanosqne vayan à sus inine* diacionea el que fameo, Guidando de providenciar lo con* veniente al paso por los pueblos, asi corno el que se apaguen los fiie^os ò lumbres qne se encueutren sobre la marcb^^ y à distancia que pueda haber algon peligro.

5.^ Si bubiese que pasar un camino liondo ó destila- dero, cnidarà el gete de no entrar en ellos sin qne con la antìcipacion debida se hayan reconocìdo y apostado^ eo las alturas que paedan iavorecer su marcha, partidas qne la protejaO) y ea cuyas posiciones perroaneceran naata qae el conyoy baya pasado; marobando en segni-

455 da à fetagaardla para renoirse à éìy j cotocarse en sua puestos luego qoe les sea posìbie.

Si tùviere precìsion de haccr noclieen el campo , elc- girà el parage mas à pronósito, reunìendo el convoy y colocéndòle de modo (|ue la itifanteiia puecla parapetar-- 86 si fuese oecesario, y dirigir con utiiidad susfutgos; cubriré las avenidasy tornare caantas precaucìoiies sean npcesarias para su se^uridad , reconociéndolo todo por si mhiu(ì acomp^fiad» de sa segnndo, con el fin deque paeda advertirte de algnua cireuDstaiicia que tal vez no haya previsto; pero esto no le relevaré de modo algono de la responsabilidad qoe tiene sobre el todo del couvoy corno gefe de su escolta.

6.^ A la cabeza de dichoconvoy marcbaràn los car- raagcs qne conduzoan los objetos mas interesantes, co- rno armas, mnnìcioues de guerra, ▼(▼eres, vcstoario y equipo; concloyendo por los que lievan lacargadema- nos valor.

Las acémilas marchardn en aoa, dos 6 tres biteraf) aegnn lo permita el camìbo, y de Jiingnii modo à dis- creclon ni amontonadiis, disponiéodolo de suerte qne cada dos, 6 é lo mas tres, Ueveti un condoctor.

7«^ En los paist>8 Itsoos 6 poco qqebrados Decesi- tao los couvoyes peqoena dotacion deiufanteria , y aon bastare en algunos la cabalteiia sola para escoltarlps; pero eo los mootoosoa, qaebrados y de desfiiaderos ne» cesitaa llevar mayor ndmero de infanteria, y aun zapa* dores, 6 en sa defecto trabajadoresdel pats^ por ai ba- hiese precision de allanar ó despejar algunos trozos de camino qoe el enemigo baya iuutilizado.

8.^ Regolarmente los conToyes se yen atacados da* rante el paso de los desfiiaderos; por lo tanto, si en es- te caso se presentase el eoemìgo é incomodarle por re- tngoardia, cootiooaré el couvoy su marcba basta hdl)er aalido de éi, caya operacion protegerà vigorosamente la retagoardia relbrzada, baciandole despoes aceìerar la roarcha caanto sea posible sostenida por la faerza qne

454 . .

Bn tifatine à ejecQ Urlo, con raaniobra» por escalooes j cargas de cabalieria , para io cuai solo se hi»brà dejado una ppqoena Tdogaardia.

Guando es atac<«cla la cabeza de odcodtoj en un d^s* filadero^ se abiiré paso en él à toda costa, cargaodo al enf^iiiigo cou iuirepidez y aceleraodo igualmente so marcia.

9.^ Por ona'regla jgeneral deberj aìempre atacarse co» reaolucìon y yAot para conteo^r eneroigO) à menoa que este se presente con fuerzas inny superieresy cu cuyo caso ateuderi el comandante de la ascolta con preierencìa é dos objetos, à saber, el uno, hacer des* Blar répìdaxnente el con?oj con la iuersa suficiente pa* ra lograrlo , y el otro- presentarle toda la fuerza de qoe pueda dìnponer^ con sa reserva A la vi^^ta para conte- nerle, dandole sobre la ruarcha eo retirada cargas deci- sivas y desesperadas, sostenidas por dicha reserva, aan- que sin persegnirlo demasiado, y eigieudo sumpre à la vista y el rumbo del conyoy.

10. Por ultimo, por la reunìonde circunstanciasoo pndiese el coovoy seguir so marcha en la direccion qoe Uevaba, y tuviese proporcion de tornar otra qoe losalvc^ lo ejecutarà à toda c<>sta, basta a&egurar el mejor resul- tado posibte,

Téngase presente qoe la escolta de un coovoy do debe jamas perseguir é mucha distaucia al enemi^o, poes pò- dria Gàer en una emboscada, ni empenarse demasìado en un combate, no olvidando qne su roision principai no et la de batirse, y si la de aairario y defenderto con tì- ^or j bica r ria ; eu tendi (ondose qne el gefe .d oficìal qne U baja iogrado babrà ilenado sus deberes,

Reglas (f(ie dàben obsen^arse en la marcha de las tro* .j}as.i=9Qrdenanza del ejércUo^ trat. 6.^, tÙ. 15.

Art. l. Cuando mìs tropas de infanleria j caballeria bubiérende maicharde una éotra proyincia, dariei ca-

455 pUan 6 comandante general de aqnelU en qoe sirya el cnerpo que se mueve, un itinerario i su coronel 6 coniiaQ* dante, con espresiop de ios trénsitos que en su ruta ha de seguir, senalando. Ios en qne debe' hacer noche, y Ios que destina para d»scanso, con la demarcacion de Icguas qne distàn uno» pueblos de ptros, para que con arieglo é està dcclaracion se satiittagan por el cnerpo Ios bagages mayores y menores f|uecada pueblo le suminititie,

2. Luego qnéel capitan ó conaandaute general haja arreglado Ios itinerarios basta el trànsito que en la ruta sea confili de su provincia , con aquella à que el cuerpo que marcha lleva su debtiuo, ó hubieie de transitar para él, escribiré al capitan general de las otras^ inclMyéndole nna copia del rcferido itinerario, para que remitan otro con anticipacion al trànsito tiltimo de su provincia res'» pectina, y primer'o para entrar en ella el regimiento que marcila, especificando Ics tréositos por donde debe enca- minarse é la gnarnicìon 6 cuartel à que se dirigiere, bas- ta el coufin de la otra si continnase, cuyo itinerario, lue* go que llegoe à manos de la justicia del pueblo confinan- te, se detendré alli, para que adelanténdpse un oficial del cuerpo que ha de entrar, se h«aga cargo de él y lo reciba para su uso sucesifo en tiénsitos y alojamientos: bien en- tendido, qoesi por^sabualidad no estuTiese pronto el pasa* porte rcMpectivoA aquella provincia, no por eso se ha de detenere! cuerpo, pues en yirtud del que traiga primero se le ha d3 dar cumplimientopor las justicias en ciianto ocnrra, para qne mi servicio no se atrase: y én este caso, asi el que mandare el cnerpo corno la justicia del pue* blo, darin cuenta por escrito al capitan general de no haberse hallado su pasaporte en aqueHngreso.

5. El intendente de la provincia de que sale el cuer- po pasaré al de aquella i qne lleva su destino el aviso que corresponde de la forma y tieinpo por que va socorrido; y Ios directores 6 proveedores de viveres de arnbaa pro- yincias recibirin de sns respectiyos intendentts U órden de que atieudao é que las tropas ballen en so trànsito

456 la asistencia de lo qae deben proyeer, cn la forma y por Us reglas que en la iastruccion de inlendenles se prescribe.

4. Los desórdenes que se comelìerjjn por las Iropai cu hs marchas ó trénsitos qae hiciereo, sepigarin é cos- ta de! cuerpo deqae fuereo, y el comaudaiite impondrà al qne se ver ifiqtie delincuente la pena que le corrf sponda, bieu entendido, que el dano procediese de oficiales, lo ba de desemholsar el coerpo à coeuta de sus pagas sin la ineiior dilacioo, y provuiiese de esceso de los «»oldado8, lo ha de sup'ir desde luego ìgnalmeiite, y cnaodo el sol- dalo no tuviese de qu<*, ha de ser de cuenla de los oficia- les y sargentos de aquella coinpafiia qoe no estuviesen ausetites, é prorateo s-gun proporcion de sns sueldos.

5. La retaguardia de todo cuerpo qoe marche nt de cabrirla la guardia de pre-veucioo, y la caballerii mia partida de uu sabdlteroo con un soldado por compi- nia, cornprendido el cabo.

6. Si el pa blo en qoe ha de entrar nn regìmiento de infanterìa faese plaza de armas ó lugar donde baja tropa, observarà la mayor forinalidad, aouque se pcrini- te à los oficiales el ir é cablilo, à escepcion de coando cn- tren eo la plf»z< donde haya de residir ó logar donde se halle el gefe de la proyiiicia; pues entonces deberio to- dos poner pie é lierra, menos los gefes y ayadantes qae seguiràn moutados con e8pa<la en mano.

7. Ea el Olismo caso que espresa el articolo antece- dente deberào los regìmientos de caballerìa marcbar cn hnen órden con el frente que el terreno pernaitiese: los de cabUteriacon espada ea roano, y los trompetas locan- do marcha.

8. T«>tlos los oficiales de caballerìa marcbaràa eo «ns paestosesp%da en mano, é escepcion de los de la plana mayor, de los cu^les el coronel y tenieole corooel la to- mar^n siempre que pasen por delante de tropa qae lie- ve banderas 6 estandartes y de oficiales generales, J t:\mbiea coaudo pasen por delaate de los gobernadoreé ó connandantes de las plazas.

^457

9. El regimiento se dirigiri al parage senalado para hacer la foroiacioa; y ejecatafla se Uevaria las baitderas 6 estandartes à casa del oficial qtie maudeel cut}rpo(8Ì uo hubìere cuartel) cod U forrnalidad y escolta. preveoida.

10. Goo dtiStinoi la casa de! comandante del cuerpo, siernpre que (por falta de cuartel) estuTÌereii eu ella laa baoderas 6 estandartes, se uombrarà para su custodia uoa guardia compuesta de on cabo y coatro bombres,

11. La guardia de preveocioo se estabieceri luego qae llegueeii el parage que baja senalado el oficial de alojaniìeoto: quiea bari fijar alli aa cartel que itidique las casas en que se atoj-in los tresgefes, el capellan y ci- ruj'aoo, y no arancel que sanale los precios de ios vivereSf provenendo con anticipacioDen la camiceria, taberua y puestos eo qae-ae vendep, salvaguardias que evitea todo desórden, precediendoel baber requeridcf i las josticias para que por baodo intiinen que oo se altere ei precio cernente de los comestibies.

ì2. £1 oficial comandante de la guardia de preven- cion cuidari de destinar patrulUs que rondeu de dia y de noche por laa calles, para evitar todo esceso, y observar las demas órdeues que le comuniqoeel gefe del regimieu- to, para seguridad de la quietud del pueblo y coaserva- cion de la disciplina*

15. La partida de caballeria ejecntarà lo uiismct, Gui- dando los fioldados de acomodar con la major brevedad 8US caballos para volverse à juntar eo la plaza, de la que no se apartarà el oficial) y dispondri en punto de ceotir nelasj patroUaa lo que en el articnlo antecedente se ba preveuido para el mismo fin del sosiego del lugar y dis- ciplina de la tropa*

14* Siernpre que por parte del sfudico proeurador general ó cnalqoiera otro individuo del ayuntamieuto se ocnrriere al comandante de la trcpa, para pedirle auxi- lio de algona que le acompafie al registro y allanamieoto de una ò mas casas , en que toviere sospechas de estar qculto aigtiu d^sertor^ae le dari inmedìatameiite; y si se

458 encontrare, se le impondrà al eocnbridor la pena aefia* lada à este deltto, releTando al coman del estado llano de aqael paeblo j ios comarcanos, del cargo que debìaD padecer por ios qae asi se descnbrieren.

15. se verificiire baberse refugìadoà sagrado el de- sertor por caya fdiUa se imponga el cargo sefiatado à Los piieblos, se les relevarà de que coiitribuyaD con sa coa- ti ogeo te ,j se procedere à la estracciou del reo con la caa- cioii correspoudieote.

Regia (/uè ha de seguirse en el alojamìento de las tro- pas Quando m arche n.^=»Ordenanza del ejército^ trota" do 6.^, tit. 14.

jért* l. Eael dia antecedente al sefiaUdo para mar- cbar un regimiènto^ 6 eoo laanticipacioa que la precìsioa de su luovimiento permitiere, dispondré elcoronel ó co- mandante que se adelaote un ofictat con dos soldadoa por compafiia al lugar donde hobieré de bacer trànsito. Ile* Tando el itinerario ii orden que turierei y un estado de Ios oficiales y tropa del regiiniento para prevenir el alo- jamieoto y lo demas qae fuere necesario. Reconocerà la plaza donde baya de formar, y para la caballeria veri por si mismo las cabaUerisas, bebederos para ios caba- lioS) y coaoto conduce à sa asistencia para qne e^té lim- pio, prevroieudo à las justìcias que si àlguu soldado co« metiere de^órdeo, sedè atiao pronto é la guardia depre- vencioa , para aprebenderlo y castigarlo.

2. En el alojamieato debe eotenderse la obligacion de proveer una oama para cada dos aoldados , compoeata da gergon ó colcbon, cabezal, manta y dossibanas, y para Joj sargentos con colcbon precisamente , loz , aceite, vi- nagre y lefia^ ó lugar à la lumbre para gotsar.

5. Para qne en el punto de atoj^miiento se observe voa oportnna regia fija,.que asegtireà mis tropas y oficiales la posible comiidìdad en Ios trénsifos de tua marcbaa , j «»TÌte àlo8 poèblòa la Tejacióii que svele ocasiooarlea la

459 coDsideracion con qae los Tecioos solren està carga > arde- no qoe los alojaiiiientos se repartan en las ca&as de la eia- se dei eatadoilano que tengaa l^s precisas convenieucias para las p^rsoDas destioadasd etlas: j si estas no bastareti, se complet^tré con tasde losesceptuados por dependientes detribuuales, reotas dotros matìviiS, y despuescoii las de los hidalgos^el ndniero ^e ias qoe se uecesitaren; pero si Doas y otras de e^itas clases destinadas i este fìii bo aicau* zareu , pasarin las justiciassnofìcio é los eclesiésticos para qoe admitaDeo sus casas el alojamieiito, siempre que la^ habitea comò daenos propios de ellas; mas si estuvieseti con padre 6 parieote obligado é este servicio, eo oingan caso se enh'enda qne puede seryir defXencioD el domiciUo casual del eclesiéstica; paes soia mente con ellos , sieudo Dotoriamenteinquilinos de la casa que babiten, se ha de ob- servar la escepcion basta no haberel recurso de otras; y cuando htibiero resisteDcia, deberéel ofìcial comi&ionado hacer tornar testimonio que acreditela repognancia, y ofi- cios poUtìcot qoe bayan precedido, para que eoo su re- misou al comaodaute general de la proTÌncìa respectiva^ y de està é mi Secretano del despacho de la Guerra pa- ra noticìérmelo, tome Yo proTÌdencia con aquel vasatlo qoe se distrae de coacorrir à mi servicio eu las urgea- cias.

Loego que el oficial comisionado A hacer el aloj'a- mienta haya recogido las boietas y reconocido las cassa qoe en ellas se sefialao, graduare (segon su calidad y la de loa oficialea deestado mayor y gradaados que tuviere ei regìmiento) sa distribucion en està iorma.

5, Primero al coronel del caerpo, spgundo al tenienta corooel, tercero alaarge^ito mayor, cuai to é los gradtia- doa que hubiere, y todas laademas boietas (esceptuaudo laa que Inai» da> darse con distinoton] se distribuiréo en la a tres claserde capita onps, tenie ntes y subtenienteS) dan- do à losoficialeade cada compafiia las mas iumediatas à la aoya^ y los ayndantes y abanderadoé ut alojaréu siempre eeaea de sua gefea*

466

6. En la caballeria se observari la mismà regia qne prescriben los artico los precedentes.

7* Para queeiofìcial que hace e! alojamìeoto poedt eoo auticipacion marchar à diiiponerle en el trénsito ia- mediiito, mandare el corooel (iuego Ifué esté en marcha el regiinieoto) que se adelaote un oficiai con dos soLda- dos é recibi rlas boletas, y enterarse de lo que el que las bizo deja preveuido; y el oficiai que para este fin se adelao- tare debe salir ioéra del pueblo é eocontrar el regiinìento para eDtrf>gar las boletas spfialadas, y las que por c'ompa- fiìas bande ser di^tribuidès caaodo se forme el regìmieuto.

8. Todo oficiai, aargento 6 cabo, comandante de par- tila saelta que marche por pueblos en que bay a tropa acaartelada, se presentare al comandante del coartel^ pa- ra que por él se ajode A la disposicion co rrespo udiente al alojamìeoto j asisteocia, y lo mismoejecutaré el oficiai, sargento 6 cabo que marcbe eolo aiempre qae baja qae alojarse.

9* Si por baberse destacadosìotiempo de prevenirse de pasaporte del comandante' general, marcbare algona partida con solo el del comandante de so coarteU placa 6 distrito^ àcomision de mi Real servioio. se considerare sa- ficieute este instromeoto para darle el auxiiio y aiojamieo- to que corresponda enlos pueblusde so ruta.

10. Nliigau oficiai ui soldado pediri ni obligari i sus patrones é que le somini^treo, con pretesto de otensllio ó en otro modo, cosa que esceda i lo arreglado por la Ordeoanza, ni los maltratarén en sus persouas, famtliaa j mnebles; pues si lo bicieren padecerio loa castigos eata- blecidos ea el tf tolo de peoas.

Aloiamiento en cuarteles ó cantonesj y modo en que ha de distrihuirse elforrage quehaya enelioe^^oOr' denanza dei ejèrcito^ iratado Ifi^ làuto 16.

Art. 1. Cuaado las tropas se alojen en eaarteles, toma- él comandante de cada Qoo el alojamiepto preferente;

461

despaes cada coronei en el cantoD de an cnerp'o reapecti- tÌYo,y al sargento major de brigada ae le destinare cerca de donde esté alojado el qae la mande.

2. Ladlstrìbacion del forrage qae ae balle en los cnar- teles de canton la bare el comandante de cada ano bajo iaa reglaa qae disponga el general en gefe dèi ejército, acordàndolo con el intendente.

5. Guando las tropas desalojen on caartpl, cnidarà aa comandante de bacér apagàr todos lòs foegos, y babrà to- rnado sna proTÌdencias para qne no se cometan desórde- nes ni malos tratos con los edificios, mnebles j utensilios qae ae bnbiesen franqoeado é la tropa, en ìuteligencia de qae i }Q8to reclamo por algnn interesado para aer reaar- cido de dafio recibido> se ba de mandar satisfàcer en el momento por el caerpo qne lo bnbiere causado; y si elge-. de aqnella tropa taese del mismo, j no administrase jaaticia en ello> ain contemplacion aere responsable con sas aaeldoa al abono qae bubiese omitido mandar aatia- facer.

SI

463

FORMULAMOS

y modelos que te citati en la instruccion de eoman- dantes de partidas y destacamentos, que se insertan d continuacion^ dfin de que los oficialtSysargentos ó ca^ bot que manden dichas fuerzaSy puedan formar los es^ presàdos documentos^ y darles el destino que en la mis- ma instruccion se marca^ comprensivos desde el nàme- ro I.** hasta el 15 inclusive.

Tambien se acompanan otros cinco mqdelos pertene- cientes d escuadrones'compaàiasj sehalados con los nà-- meros 14, 15, I6, 17 y 18.

(En medio pliefO.) MODELO NUM. i.«

lìegimiento Cahalltria de,,* Partida en tai eomision.

Lista para la reTÌsta de comisarìo, qne maoifiesta la fuerza de qoe ae compone la espresada partida ea el mes de la fecba.

Teoieote D. F. de T P. M.

Escaidro- PrtmioadU Etaldoida n g* \^

Ms-c ottM. . ■■>■ "N ^-^ *"^^— . CUms. I«ombre«. j**" —"

&ÌM. .^ 4 IO ao 7 IO "*• "*■

1.0

1 » » » » Sarg.S.** F. de T. 1 1

» 1 < 1 » Gabo F. de T. 1 1

» » » » 1 Soldado. F. de T. 1 1

» B » » » Idem F. de T.' 1 1

Total... 1 l » 1 l 4 4

Anteqnera 1.^ de jolio de I846.

Firma del Comandante de la partida, CEBTtPlCACIOK DBE. COM18ARIO Ò JU8TICIA.

I

465

(En plitro.> MODELÓ KJDM. a.

Regimìento cabali er in de*.,. Partida en tal eomtsion*

Distribncion Ae cargo j data qae forma el oficial qne stiscribe^ del dinero reciJbido j gastado en sa partida en todo^el mes de la fecha, con eapresion de lo qne le qoedó eo el mes anterior j de lo qae obra ea ubo poder para el próximo tenidero*

CARGO. R«.%tt. Mrs.

Primeramente lo son tantoà mil rs. qae me qnedaron del mes anterior, segan distribn- cion é qae me refiero '••••••••• » »

Idem tanta cantidad qae recibi en tantoftpor iibranza del cnerpo, sobre tal comerciante 6 establecimiento, etc ^ . » »

Total cargo. . . . ^ m »

DATA, .

t^or mi paga de este mes, de qae inciajo re- cibo •••i B - »

t*or U carpeta qne acompàfio, de cargos j

comprobantes contra Ics fondos de caja. » » Por id. contra los esctiadrones-com^afiias. . »

Total daU. . . ; . . , » »

t)ÈMOSTRAGION.

Cargo.. . i . . ; . 8,000

Data. . , ^. . 6,400

Me qttedan para d meS de jalioi .>> 1,600 Anteqaera 50 de jnniò de 1846.

Firma dèi Comandante de la partida.

4(S4

NOTAS.

I.» Los cargo^qoe haya qoe pasar contriì <los fondoi de caja no se foriuaiin en ouo solo, pii«8 (asrotoriis in- Tolantarias de armas^ coudaccioo de homSftes- al boftpU tal, ecc., ias safre el feudo de hombres, j las demò^turas, cara decaballos, &cc., perteoecen al foudo de caballos ; es- tos cargos de ^mpostorag por inatUidad invotutìtana dt'beréii yeoir acqtnpafiados de la correspoDdieate certi- fìcacioQ del gefe qae maodaba la fuersa al tiempo de io- utiiizarse la preoda ; paes si procede de descaido ó poco celo del individuo que la asa, deberà este sufrir el cargo, j satisfacerlo de sa m asita.

2." Siempre à loscàrgos acompanaréa los comproban- tes jr dooameatos jastificativos.

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(£n oetav4.X MODELO NUM. 4-

Rfgimifntt* rahalferia dt.^ Partirla en tal eomision.

Carpeta qoe iaclpje ìo$ carg09 cootra lo» foodoa de caja , qae hac^ ei oficial qoe lascribe , ocarridos en el mes de la feoha eo la partida de sa cargo.

Rs. Mra.

Por on cargo contra el londo de hombres< Por otro id. contra el de caballoa

Total. .....

Aoteqnera 3Q de jonio de I846.

Firma nf^i Comandante de la nùrt^dq.

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. 53

16

. 59

30

467

(JEn cnartSIU.) MODELOMUM. 5.

Btgimienio cabaìleria dt iV. Tal escuadron-eompania»

Cargo qae hace el oficial (sargento 6 cabo) qne abajo firma, del dinero samiiiìstrado el mes de la fecba à los iadividuos del espreaado, qoe se hallaa en la partida de sa cargo*

C^la$€9« Nombres* Samìnìttros. Ks. Mrf^

C.bo... Jo8éPere..f J»»«"'"*".~*''^*^"*''- ^^ \ Uoa.camisa 20

e \A^A^ « ,. ^p^^ (Slsocorroaà Ì2 cuftrlos. 45 26 Soldado. FelipeRey.jp^ ^^^^^j 2

Total. . . ."""i ~

Antequera SO de jqdìo de 1846«

Firma d$l ComandétUe d4 Im partidm.

468

(Eh cnartilla.) MOÌ)£LO I9UM. 6*

He^imiento r.nh/illeria de T, Par fida en tal camision.

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Garpeta qae inclaje los cargoscootra los escaadrooes- compaiìias del rflismo, por dinero suministrado à loi iodividaos de ellos en ei mes de la fecha.

Rs. Mrs.

Por nn cargo centra el primer eseoadron-

compauia. 87 17

Por otro id* contra «1 segnndo 61 12

Porotro id« contra el tercero*.. ••«•••• 84 16

Total 255 11

Aoteqaera 30 de }onio de 1846.

Firma del Comandante de la partida*

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470 (Eh ocUta.) MODELO KCM. 8.

BegimUnto eabaUena de T. Partida tn tal eoniision.

GarpeU gerteral de ias raciones de pan, cebada y pa- ja «Dmioistradas à los escaadrones-compafiiaa que se c«- pecificaii, en mea de la fecha.

Pan. Cebada.

Caartillof. Qnntoi. Anuh».

Total. 585

Anteq^aera 50 de jqdìo de 184€.

firn$a del CognandatUf de la par fida.

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Prendasi Nimero.

Capote ì

Maleta , .^ l

Camìsas •' 5

Pantaloiies de pafio* «••••«••.« 1

Idem de liénzo. ..^^ « ••4. 2

Cbaqaeta paoo. * * \ é é * 1

Idem lienzo ^ 'a 1

Gorbatin. « . « 7 1

Gorro de coartei* «« «««é 4 1

Pares sapatos. •••« «..<•••'*••• 3

Idem calcetioes^ '• « « é 3

total de prendas. .... 16 Rubrica del Comandante de la partldai

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(Eh medio pliego.) MODELO ISVlA. i3.

JHegimiento cabaiUria de T»,» Partida en tal comision»

Relacion qne manifiesta los , hombrea de qae se compone la espresada partida, qne està à cargoi del tenìeote D. M. M^. , con espresion de ioa escQadroaes- compafiias à qae pertenecen, clases, nombrés j dias de pina qae à cada uno ha correspoadido eo el mes de la fecba.

Glases. P^onibres. Dias de pIiH. Rs. Mrt.

\fi Soldado. . . Jos^ Doblado. 9 à 1 rs. 9 »

2.« Sargto. 2.^ Jaan Pere*. . 27 à 2 54 »

5.^ Trompeta. José Htnca. . 10 à 1 10 »

4.? Cabo. . . . José Coroelio. 17 k If 25 17

TotaL ... 98 17

AnteqQera 30 de jonio de I84&

Firma del Comandante de la parfidm.

477

(Eh pUi'go.) MODELO NUM. 14.

Hfgimiento eahnlUrin df ini. Tal eseunrìron- tompnnìn.

Dìstribacion por la qoe se demaestra los gastos caosarloji por los individaos del mìsmo qoe i coiitinaacion se cspresan en todo ei mes de la fecba.

Clases. Nomfp. Cafgos, Jis. àfs. Jit, jjs.

Ì' Por au >i»b*r, cleiJncìrlo et- dtsrnrnto. . . iPiQ Premio de 6 r»» 6

Por «u habrr, flrdiicicjo el

Sargfnto F. de negund*. T.

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drsr.Mfnto. . i4i 6 ,^,

3l sorqrros k

r«i ' Un par de xa- f «

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Barbero. . . . i j

3i socofrof

Otro JJ. F. deL"?^**""*^»- i^ ^^i

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Para |>apel. . 5 /

ao socorros à -

la cnartos. . 2S 8 \

Trompe- ta. .

F d- I '" ^*o»pìtalida- rp' / de». . . * ' * I 3 herraduras a

92 «nartoa. .5 61

^ Remonta de |

botas a8 17 /

Cadete. . D. F. Todo su bnber

de T. d^ducido. . j/

Ì3i §ocorro» à J

la cuarto». .4^ ^Cf

Barbero 1 i P? 2f>

Una caniUa. . 2ta

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Tofal . TmO

52

478'

De ^8te modo se contfnnari progresiyamente, colo- eando i cada uno à conttnoacion en sa ciase respectWa de Ics qoe hayao pasado revista.

Recibf de lacafa delespresado regimiento la cao^ tidad de 016 r^. j 12 mrs^ yd. qae he saministrado A los iodiyidaos del citado esGaadron*compania, qae qaedan espresados en distribucion qae antecede* Fecha (i liltimos dei mes).

Firma del O fidai apoderado*

Son 616 rs. y 18 mrs. to. i

D^se. Media firma del CoroneL

Constarne) esti arreglada

à lo preveoido.

Firma entera dei Mayor Comandante.

Como oiScial qae so j de semana, he leido de órden del gefe de este escaadron-compafìia.la anterior distribncioo à los indìvidaos comprendidos en^lia^ y qaedan satisfe- cfaos todos j conformes, con vista de los cargos que en ia misma se acompafian* - Fecha<>

Hrma del subalterno de semanoi

Nota.

De està se sacar^n dos ejemplares todos los meses, noo para ileposltarlo en la caja dei regimiento, j otro con solo la rdbrica del màyor comandante para qae obre en poder del oficiai apoderado.

479

(Eh pliefo). MODELO NUM. i5.

JRegimiento eahalleria de tal. Tal eseuadron-eompanla,

Lisia de revista para la de comisario del mes de la fecha.

DESTINOS.

m„tammMmmmmam

Gefe de escuaclron. D.

Capitan D.

TenieDte D.

Otro D.

Otro D.

Alfórei. . ...... D.

Otro D.

Otro D.

Otro D.

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escudos. GUies. Norobrcs. ' 55 y Destinot.

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481

Prcmioj y fi

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Begimiento ti^aHeria He tàk

Tal escuadron'Compania,

Revista pasada el dia de de I84

Ri;SUMfeN.

Gefe dt escna jron. . .

Capiun , . . . .

Tcnìentes

Alféreces

Sargento i.^.. . . . ...

Idem a.o«

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Cabos.

Soldadot

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487 (Eli oeUTa.) MODELO NUM. 16.

Hfglmìento eaballeria de tal. 7*al e scnadr ori' compatì in.

Notici a del armamento que necesita recomponerse en . dicho escuadron-compahia ^ segùn se observó en la ùltima revista de armas pasada.

CLASE8. VOMBBES* •RECOMP0SICIO5ES.

/ Un conteron ai sable. Cal,o Francisco Gii-) ^."S"***""'*""' * " ""

Soldado. . . F. de T. . . .{ ^"^^ '«b^enae» i la pi-

Idem F. de T. . . .( S*'*"."" '*'' P?"**": , ,

( Uo pie de gato é la pistola.

Fecha.

Firma del O fidai apoderada.

Recompóngase segan coDtrata.

Media firma del May or Comandante.

De la misma manera se formargli laa dematf oòticìas qoe te dea de recomposicion de mootara, 6cc.

488

Reducòl

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tos: eontitne cada tabla dtsàe una basta treseientas piata*.

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45.

Reduecion de iocorros de i

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57 58

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494

Reduccion de socorros de 9 cuartos d rs. vn.

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I. .

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Reduccion desocorros de io cuartos d rs, vn,

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495

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Reébteeion de soeorros de tt martos d

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497

Reduecion de iocorros

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Redueeion de soeorros de 19 cuartos d rs. vn.

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Reducción de socorros de 20 euartos à rs,

Rs. MS» Socor.

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Redueeion de socorros de ai euartos d re. vn.

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Beduccìon de rs. d mrs^^y tstos à cu'artos y mrs., des'de Un rcal hasta mil^ sucesiva- mente hasta el io, que van suhiendo de io en io hasta loo j que van de loo cn loo hasta mil.

Rs.

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Ctos. Mrs»

507

Heduccion de mrs, à cuartoi jr^ mrs» y y tstos d rs.

Mrs. Ctos. Mrs. Rs. Mm.

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508

RETIRO MILITAR POR

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Sargento y'Cabo y Sol dado no perpetuado en la carrera y que se retire antes de aS.aìios de servicìo

Sargento perpetuado en la car- rera r .».

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SIO

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!.• Para oue puedan ob tener las clases de tropa que son acredoras' à él, el retiro de lojs premios inayores, esto es, desde'el de 90 rs. mensuales inclusive en addante, debea reunir la circunstancia de que los sargenlos cuenten al reti- rarse cinco anos de ejercicio en dicha clase, y los cabos pri- meros diez anos de efeclivo servicio en la suya y en la de segundos.

2.^ Todas las clases de tropa qae se retiren antes de cumplir 25 anos de servicio, conservaràn los premios de 15 ó 20 anos si los hubiesen obteuido estando sirviendo, dis- frutando con ellos solo del fuèro criminal.

Beai órden de 15 (te enero de 1842 , sabre las rsglas aprùba- das por S. M, para el buen órden y direcdon de. larclaset pàsióas de- guerra y marina,

1> Los retirados del ejército y marina nòmbraràn por abora qn habilitado anualmente bajo el metodo que estuvo en pràctica basta fin de sètiembre ultimo , para que se en- tìenda con las contadurias respectivas.

2.» Estos habilitados no exigirén mas agencia que dei uno al uno y medio por ciento, y 4e un pago à otro presen- taràn à las contadurias de provincia la distribucion justifica- del ùltimo caudal que hubiesen recibido, acompaiìando relacion duplicada , una de las cuales recogerà para su res- guardo, comprobada que sea por el contador, y ,la etra con los justincantes se reservarà en las oficinas para lo que fuere conveniente.

3.* IVunca se facilitare al habilitado cantidad alzada por cuenta de loshaberes de la clase, sino una paga» media, un tercio ó un cuarto.

5.^ La .toma .de razon de lo^ realeè despacbos de retiro -4e gefes y oGciales , se verifìcarà por las oficinas civiles en la forq^a y b^jo el mismo. mètodo que. antes lo hacian lat miii- tares.

^ 6.* Las cédulas de retiro de las clases de tropa, tanto del ^ército corno de la armada, se presentaràn asimismo en las mtendencias de provincia, y los conlad9res, prèvio el d<scre-

«I

lo del iilteftdente, daràn dr Ics interesados jas eqmval^nte$ certificaciones en ìguales, términos que antes do hacian las ofìcinas militares.

7.» Los diplomas de licencìadas del ejército y armada qué gocen cruces peusionadas con algun haber ó escudo» se ad- mituóaen las contadurias de provincia, donde los interesa- dos deseen percibirlo , las cuales, previo el decreto del in- tendente, tomaràn razon estampaiido en ellos la nota de que-^ dar alli radicado el pago , devolviendo el originai A la parte y dando aviso à la direccion general del tesoro.

8.* No se bara novedad respectp de los reales despacbos de uso de uniforme y fuero criminal , los cuales conlinua- t&n requisitóndose por las oCcinas militares y de marina. ,

9.' Guando los capitanes gencralcs en uso de las faculta- tdes que tenian , y en cuya posesion contiùuan, trasladen et domicilio óresidencia fija de losretirados de una provincia 4 otras dentro de sus rcspectivos distrilos t lo pgndràn en co- nooimiento de la direccion general del tesoro , para que poc està se espidau las órdenes couvenientes à, la traslaciou de} pago,

10. Los retirados que deseen trasladar su residencia y ci cobro de sus haberes de una provincia à otra de diverso distrito militar, lo solicilariin del gobierno por conducto del respectivo capitan general , lo mismo que los que quieraa trasladarse en el propiu conceplo à Madrid » aun cuando antes perteneciesen à otra de las provincia^ de Castiila la Kueva.

13. Proseguirà al cuidado de la i^dministracion militar el

Sago de las estancios de hospitalidad que dcvenguen los in- . ividuos de la clase de iubilados y retirados, que tienen de- recho à ella con arreglo & órdenes, cscepto los liceiijciados con escttdaó pension por cruces militares, Io& cuales na tienen opcion & dicbo beneficio; bajo el concepto de que poi: la hacienda cìvilse reintegrare àia militar el importe de I09 descuentos que segun su clase sufran los causantes. . 14. En las contratas que se verifiquen para lo sucesivo , U administracion militar fìjarà por coudicion que han de scr lidmitidos en los hospitales los individuos de dichas cla^es de retiradosy jubiladòs, siemprc que obteugan la baja opor- luna con las foriBdlidades de costumbre, y el Y."» B.« del respectivo contador de provincia. -. >

. 15. En ^as certificaciones de ccse qué espidan las coij-3 taduriaa de provincia l'ademas de citar los motivos y órd&f

519

fies en vlrtad de qiie se despachanf se espresarft el alcanea que resuite & favor del interesado, siempre que coùste el di las dos épocas anteriory posterior al 1.* deoctubre de esle ano , y cuando no, la espresion sera de lo que le ha corres- pondido en la ùltima , de lo que en ella se le ha pagado & cuenta, y de que tan lue^ corno sea conocido el crédiU) del mismo interesado , por lo que le correspondió y deió de percibir en la primera de dichas dos épocas , se le àboDa- en su cuenta para que le sea pagado, segun lo permitan bs distrìbuciones mensuales de fondos.

16. A los que obtengan mejora de relirose les pagare eoo arreglo i ella nasta que llegue el caso de que,j)uedan salisfa- cérsele sus atrasos, pues entonces las mensualidades cayo pago se acuerde, se eslenderàn por suiecion al haber que gozaban los inleresados en la època ae que los atraso& procedan.

17. Los retirados que residan en las capitales de distrito militar justificaràn su existencia cada tres meses por certifi- caciones Individuales que autorizarén Ips akaldes de bardo respectivos» con su firma y sello de alealdia , si le hubiere, y los que se halleu domiciliados en ciudades ó pueblos de provincia, por ignales certificaciones que espediràn.los alcaldes, y legalizaran los escribanos; cuidanoouuos y otros inleresa- dos de que la justificacion sea estendida en el papel del se- llo 4.^ 0 en el de pobres, sègun sus senalamienlos escedan 6 DO lleguen à 150 ducados aouales, y conforme à io preve- nido en real drden de 22 de dicembre de 1837. Para legiti- mar lospagos intermedios, el habilltado manifestari alpie de las nominas de los dos primeros meses quedar respoa- sable de la cantidad que reciba si no presenlase al terceru la justificacion de vida que cubra todo el trimestre.

19. A los retirados y jubilados que no justifiquen con- cluido el trimestre segun va prevenido , se li»s bajaràn en la nòmina Ids sueldos de los (K)S mese^s anteriores, y si tampo- co justificaren al vencer el S.*" trimestre, se los darà de l)aja, sin voi ver & incluirseles en los pagos sucesivos, miea- tras no acredi ten legalmente à iuiciò de las oficinas respec- livas de provincia el* punto de su residencia durante el tiempo de su^escubierto. /

513. De todas las pénsionesi retiros y jubilaciones que M concedan por log ministerios de guerra y marina se darà co- nocimSeuto é la direccion del tesoro y coniaduria general da oistiiLuciou.

515

83. Las dascs pdsWas de guerra f ftiarina qae gocen dq faero , solo se consideraràn con dependencia de la hacienda civil por lo que tenga relacion con el pago de sus haberes;

Ì[uedando por lo demas sujelos é los reglaraenlos, órdenes y egislacion del ramo de guerra tanto para puntos de dere- cho, Como para solicitar viudédades, retiros y mejoras.

Tfota, Las reglas qne dejan de ponerse, èomo se nota por ci órden numèrico de ellas » son eji razon à C[ue su conteni- do no tiene una relacion directa con los retirados^miiilares.

raSTRUCKHON sobbe desertores.

Meale» órdents y decretos vigentes sobre dicho delitOy eaìifiea^ don de loi diferentes casos en que se comete, y aflicacion de la9 penas senaladai a ellos»

Circunstandas que califican el conato de desercioHm

Es reo de conato de desercion elqaehabiendo fattado à Us dos listas de ordenanza y ioere aprehendido dentro del pueblo en que resìda elcoerpofcompafiìa^ó destaca- mento de qoe depeoda, antes de cnatro dia»; j lo es asi- mUmo el cine sin haber faltado à dichas dos listas, faese aprehendido dentro ó faera del pueblo é menor dìstan* eia de caatro legoaf » con disfraz de paisaoo, ò à bor- do da embsrcacion é punto de dar la vela, sin iicencia.aeà Art. 1 1 1, titolo 10) tratado 8.^ de la Ordeoaoxa, j reales órdenes de 15 de jooio de 1789 j 24 de enero de 1841«

Si la embarcacion se dirigiese à paia estraagero , se«* ri repntado el desertor corno tal hécia el estrangero.vM Art, 95, titolo 10, tratado 8.^ de las Ordenanaas.

Circunsiantias que califican la desercion consumada*

Es repntado por desertor aqoel qne foere aprehendido à caatro 6 aias legnas de distancia de la plaia ó cnartel donde resida so regiotiiento, com pallia ó destacamento, auoqae no ba^a faltado à ias doa listas de ordenanxai j el

^idos den- tro dèi p blo donde •e halla- rencon sa cqrapania è deéta«a> mento.

„^ueradel pueblo lÀenor dis lancia de cnàtro le

CoTiat»

de

desèrcioft

m , ...

qùe haBienSo falUdo jellas foere apreheadido laerii M ipaebrp' à cualqniér distanoia, aaoqde sea cerca, ó biea deotro del mismo, eoo tal qae ea este ùltimo caso iiayaa pasado caatro dias.»Real òrden de 20 de abril de 1769) 7 real reaolacioa de 13 de |aoio de 1789.

Tabla de los diferentes casos de desercion gué puedeà present arse ^ y su cali ficacion,

f Sin faaber faltado i la» dos Usta», tan solo con qae ae encontraren eoo disfras de paisano, li otro iodicìoes- terior qae maiiifieste la intencioti de la faga, se balla comprendido en la

falta de «... «

' Hàbiendo faltado ila^^doa^liataa de ) , ordeoanza, pero eocontrados aQte8>I(lem« de caatro dias. . . .. ^ j

Habtetìdo faltado à laa dos iìstasde ) , ordenaoza, y aprehendido» despaes >Dc«erc!oa ^ie caatro dia». . . I

Sin baber faltado À laa dos lìsfaSi solo eslan comprendidosen los casos de desercion, si se ìiallaseu con dis- fraz de paisano d otro indicio qae màoifiestc la intencion de la faga^ ii 1 desf rcìoib à bordo de embarcacioa à ponto de dar la Tela, sin licencia. •••;•.••

Habiendo faltado é las dos listas)^ . de ordenanza. J

!En coalesqoiera casos aanqóe no] bajan faltado à las dos listas de or- Idem* deoAoza. « .^ ^ » » » ^ * •)

. Para graduar el tiempo qné deben servir los deserto- ^ 4«9 qoe foereu &ii^U>B sin tiemi^o determiflado^ Té«w ia

Conato de

Adistan eia dexu^' tro u mas leguas del pueblo.

515

rèaMrdeh de 34 d®° enero^e IB4I1 qné dispone qaò el tìémpo qoe se coente à todo desertor qae no le tenga défintdofSea el de seis aiios.

Jrticulo 95 Y 'trat. 8.^, tit, 10 de las Ordenanzas del , eJércitOp

Los qae desertando à paisea estraogeroSf sea en tiem*- po de gaerra 4$ pax , iuereo apreheodidos eo territorio de mìa domioios à distaDcia de media legoa dei confia con el eatrafio , seHi\ pasados por tas armaa eo caalqoie- ra udmero que ae apreheudao. ^ ,

. Articulo 94 idem»

Los presidios de Àfrica, lineaa de Gibraltar, plaEas eonfiuautes con dominio* eatrafioa, y pnestoa de la ra« ja, exigen regia distinta de la qlie esplica el antecedente •rticalo para gradaar la conaomacion de la faga k paisea estrangeros; por lo que para deelararla tal, ae estaré à los Hmites aeBalados por ios respecti^os oomandantes genera'^ iea, para imponer é los desertores la pena de maertef en coalqoiera ndmero qae sean.

Articulo 111 idem*^ssQonatù de desercion*

' Todo soldado que se ballare dentro de la guarnìclon à logar de cuartel, ó fuera de é\ dentro de. lós Ifmites, disfrazado siti consumar la desercipn, pero Qon indicio que sospecha à cometerla, 6 en cnalqaiera otro mo* do , qae yerifìqoe su intencion' de la fuga con algan acto esterior, se le recargarén cuatro «fios de servicio en ei iBtsmo caerpo , sobre ios qae le faltaban para campUt •Q tiempo.

Articulo 95 idem»

Ser^b repatados comò desertores deigaalcalidad para Mfrir l# pena de iiiaeìrte> lai qoe ae hallaren con diairap

51«

ó sio tfl embarctjlos nn eotcpetente ttcencii ei jnicrt» de inis reioos i bordo de embàrcacion estraogera ó espi- noia, con rombo ó destino i paia eitraogerO) prooe« di^odoae al mismo tiempo A la detencion de Las embarca* cionea espaftolaa en qne aean aprehendidoa , j al arres- to de los patrones j marineroa de ellaa para descobrir lo6 (Snipadoa, de que se me darà cneotà con jostìficacloa para qne examinadas laa circnnstancias en mi consep da gnerra, espìda la' providencia qne merezca.'

Real órden de SO de ahril de 1769.

Conaiderandoel rej conreniente qne en lo interior da anadominioahajaaefialada diaUncia para calificar la sim*

J>le deaercion en ana tropaa, ha reanelto S. M* qoe ea aa plaaaa j coartelea (qne no aea paia confinante i Dea de Gibraltar, ai preaidio de Africa, para cnyo^ pa* ragea qnedan en toda au fuersa loa artlcoloa 95 7 94 del tf tnlo IO, tratado 6.^ de laa nnevaa Ordenànxaa) sea preciaa diatancia para conaomar la deaercion la de eoa- tre legoaa sin laa circnnatanoiaa agravantes eajplicadtf cn la miama Ordeoania; j de órden de S. M. lo comuai" co ii E. para an cnmplimieoto j pnblicacion :en loa re- gimicQtoa de la inspeccion de so cargo. Dica gnarde, &c* Àranjnes 90 de abrii de i769.«Bjaan Gregorio Mo« uiain.ss3Circo)ar é Ica capitanea geoeralea, inapectorea J gefea de loa cnerpoa de Caaa Real.

tieal órden de \^ de junio de 1789.

Enterado el rey de laa frecnentea dndaa qne haa ocorrido à loa gefea de loa regimientoa del ejército, «o« bre la pena qne debe imponerse al indÌTÌdno qne faitao* do mocboa diaa de so compania, ea aprehendido dentro del pueblo ea qne Teaide an cuerpo 9 por no haber de- claracion algaoa que la determine en este caao, ni tiempo atualado que califiqoe la deaercion ; se ha digoado S. M. vcaoirer qoe (aubaistiendo en su fnerza cnanto pjreTieae

li reti dIecUracioB de 9 de ooTiembris de 1769) sea sor ficieole para calificar la desercioD, é ioipooer ia pena qoe à ella correipooda al qae la cometa , la aoseocia do «Qatro dias de so còmpaoia , aanqoe nq haya valido del pnebloea qae el caerpo tenga sa resideocìa, j sea apreheo-* dido dentro ée éì; y qne para el qne (aitando del mìs-* no modo faere aprehendido en iguales circunatancias^ •ntes de dicho termino i pero pasaodo las dos listas qua esplica la cìtada declaracion de 9 denoTÌembre de 69, ee ponga eo ejecocion la pena aefialada en el trat. 8.% tit. 10, art*^ IH de la Ordenama del ejército. Lo qne de real órdeo participo à V. E. para qae disponga sa Gomplimiento. INos gnarde, fico* Aranjaea 13 de/ jnnio de i789.ssGer6nia|o CabaUero.saCirealar i toscapìtanes generales, inspectores del ejércitOy j gefea de los caer«» poe de Casa &eal«

Realórden de 9 de enero d^ 1858.

Contencido mi real dnimo de los daSos qae eaosa i la disciplina del ejército la aplicacioo del indnlto eéne-» ral à los desertores qoe se presenten à implorarle en mi Real Palacio, j persnadida al mismo tiempo de qne los iodiTidaos qne la impetran son comonmente los de peor condacta j de mas perjadiciales costambres; he Te-* Aldo comò regeote j gobernadora del reioo , J A nom- brc de mi aagasta hija Dona Isabel II, en decretar.

1.^ Los individùcs militaresde cnalqniera clase,qae ee presenten en Palacio acogiéodose é indotto , solo po« drén obtenerle en los casoa qae jo tenga à bien acor* dirsele con arreglo^ las lejes.

2*^ El gefe de la gnardia de Palacio remitiri ins- tanciaa, segon se practica actnalmente, al mioisteiio da la gnerra , disponiendo deède joego qoe los interesados aean oondncidos à disposicion del capitan general de es* la proviociai directoresé inspectores de las armas ó auto* ridad é ^uien correaponda | con una pspelcta qne acier

dite 8o preseiittcion é «olicìtar indalto/ A fin it qilé en ^irtod de este doca meato se sasjpeiida proceder contra . tt\ presentado, qoien qnedaré soìeto ai caatigo à qoese liobiese hecho acr&edor, si no recayeae diipoaicion mia qae prevenga lo contrario, antes de espirar loa qniace prim^ros dias sìgotenteB al de so presentacion. ' 5.^ Qaedao esceptaados de optar al indulto lo» qae le soliciten por el delito de primera deaercion, A meuoi qu4^ està se cometa en tiempo de^goerra, ó ood circons- taucias de tal naturalesa, qoe puedan dar logar à (^ue tecaiga^ fa ìiuposicion de pena <^apìtal 6 de presidio, ea ooyo caso Ics acusàdos quedan xomprendidos en lo qoe se previene en los dos artfculos anteriores,

4-^ £st6 decreto se observarà j pondri en campii^ mionto desde el dia primero de marzo próximo Teni* d^ro« TeDfirdtsio eotendido j lo comonioareis à qaieo corre$pond'i«-=s.Estàrabricado de la real mano.ssDado eo Paiacìo é 9 de e nero 1 8 58 .su AD. Jacobo Maria de ^spinosa. .

Real órden de 24 de enero de 1841*

Ministerio ^e la Gaerra.spExcmo<. Sr.sssAl director ìgeueral de artìlleria digo hoj lo qae signe.ssHe dado caenta à la Regencia proTisional del reino de la consulta qae e) antecesor de Y. E. remitió i este ministerio en 29 de jnnfo ditimo sobre la pena qoe debe aplicarse à los Besertorea qae siryan sin tiempo determinado, y la qae corresponde à los conatós de segnnda desercion. Enferà* da la Regeocia y contorme con lo espoesto por ei tribo- nal sapremo de guerra y marina , se ha ser^vido decla- Irar que el primer caso se balla resnelto ja por la circa- lar de 9 de diciembre dltimo, en ia qoe se decide que el tiempo que se cuentede nueyo i todo dédertor que nolo tenga deOnìdó sea el de seis anos, quedando fijado por consiguiehte el plazo qae faan ,de servir los desertores Gujro empeno fné por el- tiempò d<r U ùltima (oerr*{ 7

/ , 519

én^cdanto ih segnnda patte dela coàsnita, noofreciendo oomo no ofrece dada se considera qne la lej es termi* nante, porqne aapaesta la primera desercion j ei haber ftofrido la pena à ella seiialada, correspoode sea castigado dicfao delito comò se previene eu el art. Ili del tit. 10, trat. 8.^ de U Ordenanza general delej^rcito> me manda la Regencia decir à V. £., corno lo Yèrifico, que lot iodi- cios leves de intentar la desercion debeo ser corregidoa por lo8 gefes de Ics ctierpos, y qne Ics mas grayes, talea comò la aprebension con el disfraz de paisano d otro, 6 bien sin lieencia à bordo de embarcacion à punto de dar la vela, ó ya «ea por la falta de so compania antes de Ica caatrodias, pero pasadaa las liatas de la tarde y rancho cle,nocfae y la lista y rancho de la mauaoa» segon se esplica eri el art. 8.^ de la real órden de 8 de cnero de 1815^ deben ser castigados con àrreglo à Ordenanza, ain qne haya necesidad de adicionarla mnltiplicaudo Us

?»eoa8 para la reiteracioo.de los C0DatO8.«=»I)e drden de a Kegencia lo traslado & E. para su conocimiento y efectos, consignientes.a^sDlos guardo i Y* E. mocbos afioa* Madrid 24 de enero de 1841*

Real órden de 16 deoctubre de 1843.

= Por la. refenda real órden, qne deja an aa faerca j ▼Igor la de 8 de febrero de 1806 en està parte, se im- pone la pena de ocho anos de presidio à los desertorea de Uganda vez, preaeptados j no aprehendidoa.

Real órden de 8 de julio de 1845.

Ministerio de la Gnerra.«=^Excmo Sr.^^Las diTersaa Teales órdenes qne desde la phblicacìon de la Ordenanza v%e haa espedido, impooiendo penas é los desertores, sin liaberae coDs^gnido bacer desaparecer este delito, qne -dèatroye y, desmoraliza los ej^rcitos, han demostrado la inefieacii de naealra legiala^ioii militar en està parte; y

580 deseaado U Reioa (Q. D* G*)-qiie te consolide cadi Tei la discipliDa en las fiiaa dei ej^rcilo, destroyendo lot medìos qoe paedao barreoarUf se ha dignado resolver^ «|ae la pena senalada por la real órden de 8 de enero de 1815 à los desertores de ptimera sin circnostancU agravante, s$a en lo sucesifo la de aeryir en nno de los. caerpos del ejército de Ultramar el tiempo de sa empe^ no^ mas el qae el ÌDdÌTÌdao hubiere esUdo desertadb por via de recargo, haciendo estenùva està disposidoo à los prófugos de las qnintas. De real órden io diga i Y. E. para sa cooociroìento. Dios gtiarde é Y. £• mn- chos aiios. Barcelona 8 de jalio de l845.sBNarTari.'a Sr» capitan general de...*

REALES ORDEiNES PARTICULARES SOBRE

DESEarOBES DS CASALLERU*

Real órden de 18 de mayo de 1782, imponiendo penas d las desertores de caballeria-

Atendiendo el rej à los jostos motivos qoe Y* E. es« pone en sa representacion de 17 de abril ultimo , se ba aerTido M. coodescender con lo qoe Y. E. propone, y qaiere qne los desertores de los regimientos de caba- Ileria de sa ìnspeccioo se destioen por ocboanos à loscoer* pos fijosdelos presidios,61osde igualclasede Ainérica.e^ Lo que participoà Y. E. de real órden para so tnteligen- cia y coaipIimtento.«aBDìosgQarde&cc.Aranjae£ ISdemayo de Ì782.«sMìgoel de MQzqaid.=3sSr. D. Antonio Ricardos, inspector general de cabaileria*

Otra de 6 dejunio de 178S sabre lo mismo»

Excmo. Sr. as.Consigaieote à la real reaolncionqoe co- Diuniqod a Y. E. en l8 de.mayo próximo pasado, j en vista de la coiitestacion de Y* £• de 81 del mismOf de qoe be dado coenta al rpy ». ba resaelto S.M* qne los desertores decabaMeriasedestinen con prefereacia à los regimieotos

Ì21 fijot de los presidios de Africa; pero cciando los gober* nadorei deaquellas plazas aviaeD,coiiio seles previene, qaè ya DO tienen cabimiento en sua cuerpos, se apliqoen^y se ' eovien à los fijos de la Habaha y Poerto Rico.=s Loqae de real órden participo à V. E. para sa ioteligencia.ss AraD- joes 6de jaoio de 1782.=» Miguel deMuE(|QÌd.«=3Sr, D. JosédeGaltez, secretano di^eaUdo y del despacho de lodias*

Real órden de 27 de marzo de 1784 sobre idem.

Habieodo acreditado la esperiencia los graTfsimos per* JQicios qàe reaaltan de la permaoencia od sqs propios coer* pos de los desèrtores de los regimieoto^dedragoiies, ba re* aneltoel rey qae losqae comedereD este delito, se les im*

SoDga la pen« de servir ocbo afios en |lo8 regimienios fi}oa e los presidioade Africa. Lo qae participo àV« £• para sa intelifieDcta y complimiento en la parte qoe (e toca. Dios goarde &c. £1 Pardo 27 de marzo de 1784.=» Sr« Eugenio Bretoo, inspector general de dragones.

Ocra de ade noviembrede 1807 en quese oonfirmanlm anteriores sobre desèrtores de caballeria.

Enterado e| rey del oficio de V. S.de 16 de setiembre próximo pasado en qoehace presente si los cuerpos.de la luspecciÒD general de la caballeria ligera de su cargo han de fiustauciar i sos desèrtores con arreglo à lo prevenidoen la real órden de 2 de agosto ditimo^imponieodo àlos qae se fuguen de ias goaruicLones ó puesto» iuteriores la pena 4)ae la ordeoanaa general sena la «n tieni de pas, segua lo ha entendido el coronel de hdsares espanoieS) 6 si ha de castigàrseles en TÌrtud de lo resoelto en reaies órdéuea de 18 demayo de I782y 27 demai a^ de 1784, ^ ^^ hetyi-^ du S. M. mandar^ conforméndobe con él modo de pensar del befiv>r priucipe genei aHsioio, qne puea rigen estas reales drdenea eu toda la caballeria en lugar da lo que la or«> dcaauia previcMi dcbea coatiuttai obsenindolu todosloa

522 euerpos de està arma; paes tal ea el aentido de Io pr^)adó jDoa referencia é est^ patito en la realdrden de 2 de agosto ya citacia, sin per juicio de qae observeo està para imponer à los iodividuos ^ue deserten deatro del iimitesenatadoso- bre las costas^inclasas lasHe iasislas, ódelfreote de la pia- zzi de Gibraltar, la major pena qoe para ellos se prescri- he.-ssLo qae comaico4 V* S. de reai òrden para ,8ii ciim« pUmieoto en la parte qae le toca.=Dìos goarde à V. S. mo- cho^ afios. San Lioreato 25 de noviembre de l807.«s=:Cabaiie- ro.^sxSr« laspector general de la caballeria ligera.

ESTRAGTO

de las reales órdenes y decretos vigentes, pertenecientes al ejército y armada.

I Por real òr<len de 16 deabrilde 1813 se previene qae i ^los ofìciales y demas empiea<ios en los dif^eates ramos de 'guerra, que se Ics hubiesen estraviado los reales despachos, se lés franquee un tanto de éllqs por las contadurias de ejér- cito. ' '

Por otra de 17, de abril del misipo ano se mandò igoal- mente à los coroneles y gefes dei ejército, den carso sin la menor detencion a las instancias que Ics presenten sus su- bordinados, aunque lasgradùen deiniustas.

Por otra de 2 de enero de 1817 se declara que & los oficia- les de milicias rio les correspc^de mandar las armas en el -pueblo donde se hallen de cuartely exìatiendo otro del ejér- cito en el mismo en comision.

. Por otra de 28 de junio del espresado aiio manda S. M. que en el pueblo donde haya un oficial general empleado, se presenten à él a cumplimentarle en los dias de gala por los Teyes y prfncipcs de Asturias; los ofìciales militares.

Por otra de 2 de noviembre de 1818 se manda soeorret xon el lodo de su haber & los ofìciales del ejército que por .icualquier concepto $e halleii> .procesados.

Por otra de 12 de marzo.de 18Ì9prohibe S. M. eluso de bastptt d los coroneles y demas gefes ^ué*se hallen agregadoa à los euerpos.

Pop otra de 20 de junio de dicho aiio declara S. M. pre- fendos à los ofìciales retirados con goce de sueldo, en ci jmaado deJas armaa, 4 io3 qae goa\uso. de uniforoieL di6r

999

fraten' solo del fuero eriminal, aanqoe los prtmeros sean de iiiferior graduacion..

Por otra de 27 de seliembre del citadoano, se manda qua ningun ofìcial retirado pueda con tra su voluntad ser oblìga- do I ejercer oficios de repùblica.

Por otra de 13 de dicierabre de 1827, se previene que los comisarios de guerra deben continuar en la pràctica de au- torizar todos los documentos militares qae le presenten to- dos los individuos del ejércilo.

. Por otra real órden de 17 de' enero de 1828, se declara que los militares deben ser demandados para pagos de al- quileres de casas ante la jurisdiccion militar, y para el de- 8aucio ante la civiL

Por otra de 19 de marzo del mismo ano, declara S. M* que los resguardos no pueden registrar los cuarteles ni ca- sas de los que gocen fuero de guerra, sin la venia de las au- toridades militares.

Por otra de 21 de mayo del citado aho, se manda que & los prcsos militares que se hallen comò en deposito en las càrccles pùblicas, no se les cobren derechos de carcelage^ griilos, etc.

Por otra de 7 de noviembre del mismo, manda que en caso» imporlantes al servicio , los barcos de vapor con- duzcan à los soldadoè del ejército por mitad del fletè que pagan los paisanos.

Por otra de 2 de diciembre del refendo ano , se declara que la licencia para cazar con escopeta ó arcabuz, que se es-r

Side à los militares por sus gefes naturales con arreglo à or- enanza, les sirva tambien para verificarlo con galgos y demas clases de perros.

Por real decreto de 7 de diciembre de 1829 , se previene que los individuos de tropa que quieran empenarse ó reem- peìiarse por un tiempo, con el cual y el servìdo anterior- mente alcancQH^^ diez aiios,' recibiràn desde el dia siguien- te al en que cumplan el riempo de su anterior obligacion, y mieutras sirvan hasta obtener el premio inmediato, la al:*. ta paga de 30 cuartos meusuales, y el distintivo de una cin- ta roja y amarilla.

Por real órden de 5 de febrero de. 1830, se dispone que losmi*- lilares que se hallen en los hospitales, continùen en ellos basta su curacion, por cuenta de la administraclon militar, aui^que en el estadq do enfermos vengan & perder el derechq é esle beneficio. *

*24

Por otra de 10 de agosto del mismo, se da facaUfiA il(^ capitanes generales para que concedan traslacion desarietfro é los oficiales dentro de sus respectivos distri tos.

.Por otra de 4 de jun?o de 183i, se dispone que las licenciai

{»ara pescar los militares se espidan por los capitanes genera- es y demas gefes naturales, ael mismo modo que ^e pracli- ca con las de caza.

Por otra de 13 de novlembre de 1832, se concede d gra- do de subteniente , j la alta paga de 30 rs. al mes, é los sar- gentos primeros de la cuarta parte del numeri) de compa- iiiias de cada regimiento del ejército.

Por otra de 30 de junio de 1833 , se manda que las m* das de militares que pasen d segundas nupcias, y no les qucde auxilio para manlenerse, recobren las pensiones que tenian de resultas de la muerte de sus primeros maridos.

Por otra de 23 de diciembre del mismo ano, se manda que todas las vacantes qurresulten en las piazas de guardasi tao* to de éi pie corno de d caballo^ en los reales sitios, bosqùes y casas de campo, se provean en los soldados, cabqs y sar- gentos de las armas de ihfanteria y caballeria.

Por otra de 20 de enero de 1834, se declaranlibresde pagode portazgos, pontazgos y barcas à los conductores de pertrechos de guerra y boca , por cuenta de la administracion militar.

Por otra de 4 de setiembre de dicho ano, se dispone que las revistas de comisario se pasen el dia que senale éste, y i la bora y sitio que designe el gobernador de plaza ó el co- mandante del cuerpo.

Por otra de 22 de abril de 1835, manda S. M. qaelos gefes y oficiales puedan presentarse en la corte , con unifor- me riguroso y gala , sin necesidad de usar el calzon corto, media y zapato que se ha acostumbrado basta el dia.

Por un decreto de 3 de agosto de dicho ano se manda que ningun militar sea privado de su empieo sin causa le- galmente probada y sentenciada.

Por rea! òrden de 6 de mayo de 1836 , manda S. M. que & loscumplidos de los cuerpos de niilieìas provinciales se les considere del mismo modo que A los del ejército, tanto para la espedicion de sus licencias absolutas, corno para los demas goces que d estos les estan declarados.

Por otras de 21 y 28 de setiembre de dicho ano se dispo- ne que sii) pruebas de nobleza sean admitidòs los jóycnes en ci cuerpo de la armada nacional y en los eslablecmiicnlos y carreras militares.

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Pjor otra de 11 de junio de 1837 , se manda que & los solda-» dos que se licencien por iniitiles y enfermen en el regreso & sus casas,se les admita en los hospitales milìtaresò civiles, a})ODàndose por la hacienda militar las estancias qne causen.

Por otra de 24 de diciembre del mismo ano se manda oue sin escusa aìlguna se admìtan en los hospitales civilcs^ aonde no los haya por la hacienda militar, & los enfermos y heridos militares , anonàndose por la misma la cantidad quo se conceptue prudente por las estancias que causen.

£n otra de 25 de setiembre de' 1838, se manda, en vista de la manifestacion hecha à S. M. por ei inspector general de infan- , leria, acompanando un cjemplar de un libro impreso en Va- lencia en la imprenta de Gabrerizo el ano próximo pasado, coA el titulo de Instrucion de infanteria y recopilacìon de penas militares, de losperjuicios que podrian originarse por haberse 8uprimìdoalgunosarticulos,y allerado notabjemenle otros,no debe considerarse autèntico, ni regircomo tal enninguncaso ni para ningun efecto,sin perjuicio de las demas medidas que se adoplen para corregir y evitar abusos en la publicacion de las leyes y reales resoluciones.

Por otras de 12 de febrero y 13 de agosto de 1839, se prohìbe, por la primera destinar al fijo de Geuta à reo alguno de la cla- se de paisano, cualquiera que sea su delilo; ypor la segunda que por ningun tribunal, juslicia ni autoridad alguna se sen- tencìe al servicio de las armas é reo alguno por nìnguna clase de delilo.

Por otra de 9 de setiembre del cìtado ano, se determina que los militares que hubiesen obtenido repeti'daraente un mismo grado, puedan permutarle por la cruz de S. Fernando.

Por otra de 15 de febrero de 1842; se manda que à los ofi- ciales retirados se les considere corno de servicio activo el tiem* que estén desempefiando ayudantias ìnterinas deplazas

Por otra de 30 de junlp de 1843, manda S. M. que se guarden à los militares retirados sus respectivas exenciones de aloja» mientos, bagajes, bastimentòs, eie.

Por otra de 25 de agosto del mismo, previene que los militares no promuevan ni dirììan en voz de cuerpo solicU tudes de ninguna especie, ni felicitaciones al gobiemo*

Por otra de 9 de setiembre de dicho aiio, se manda ane lodos los gefes y oficiales del tìéttito cuando se presenien ea póbiico con el iraje militar, lo hagan con el uniforme de reglamento è insignias de sus empleos.

Por otra de 4 de octubre del mi^no afio, se manda igual»

55

5S6

mente qaelos canelones. de-las oharreteras designadas para los' brìgadieres en el decreto de 30 de mayo de 1840, sean lodos de piala en vez de ser alternados de oro y piata.

Por otra de 14 de njarzo de 1844, manda S. M. queen lo- daslas grandes solcmnidades se ice la bandera nacional en io- dos los cuarleles, edificios y establecimicnlos miiitares.

Por otra de 2 de julio del mismo ano prohìbe S. M. el uso de las fajas à todos los individuos del ejército que no pet- tenezcan à clase de generales y à las de gefes y oficiales del cstado mayor.

Por otra de 2 de octubre del mismo ano, restablece S. M. la escara pela roja en todos loscuerpos del ejércilo y demasdc- pendencias del e.slado.

Por otra de 20 de febrero de 1845, manda S. M. qoe todos los reos sean conducidos por la guardia ci vii, de destacameu- to en destacamenlo.

Por otra de 28 de febrero del mismo ano, reitera S. M. se lieve & efecto lo prevenìdo en real órden de 30 de juniode 1843 so- bre exéncìon de alojamientos, bagages y demas cargas conce- jiles à los retirados y demas aforados de guerra, pues que es- tà vigente laOrdenanza en lodo el Ululo l,° del trai. 8.°, y que los aforados de guerra deben participar de los aprovechar mientos vecinales; que deben estar exenlos de trabajos y cai- gas concejiles, y que solo se suspenden las exenciones de alo- jamientos y bagajcs cuando sobrevienencasosestraordinarios de llena, en que todas las casas estan ocupadas, inclusas las de los concejales, ó que el comun del Tecindario tiene aloja- inientos duplicados, eie.

Por otra de 15 de marzo del refendo ano determina S. M. qiie se.atienda al servicio de escribientes de las secretarias de las capitanias generales con sargentos retirados, y que la co- locacion dada ó (^ue se diere d los sargentos y cabos del ejér- cìto en las referidas ofìcinas ù otra dependencia militar» :en élase de escribientes .eve^tuales, no debe ser obstàculo para obtener los ascensos que les corre^pondan, etc.

Por otra de 15 de mayo del mismo ano de 1845 manda S. M.

3ue ningun militar se resista à exhibìr sus pasaportes à los in- ividUos de la guardia civil, cuando sean requeridos para elio. Por otra de 19 de setiembre de dicbo ano de 1845 manda S. KE. que los ^oldados contraquìeneshubiese causa pendien- antes (ie su ingreso en las fiias del ejército, estingan en los calabozo's de sus respecttvos cuarteles los meses de prision. que e$ hubiese impuesto la jurisdiccion ordinariai por deiito co-

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metido stendo paisanos, cuyaórden corrobora las de 7 de ju- lio de 1843 y 8 de junio de 1845 sobre el mismoasanto.

Por otra de 29 de setiembre del mismo, manda S. M. que es- ceptuàndose los actos de servicio, tanto à caballo corno pie & tìerra, pueda usar lodo ofìcial de.cabalieria sombrero apun- tado y espada de cefiìr con casaca larga, aquellos cuyos re- gìmientos la usaren corta, entendiéndose esto en los puntos en que se hallaren de guarnicion.

MINISTEBIO DE LA GUERRA.

Circuldr.

Excmo. Sr.; He dado cuenta & la Reina (Q. D. G.) de la co- municacion que Y. E. dirigió à pste ministerio de mi cargo sobre el modo con que los guardias civiles han de hacer el sa- ludoà los gefes y oficiales del ejército; y S. M. , conformàndose con lo manifeslado por V/E-. , se ha servido resolver que aquel se haga & los oflciaies particulares, desde subteniente é coro- nel inclusive, llevando la mano derecha con la palma al fren- te y los dedos unidos delante del pico derecho del sombrero; y & los oficiales gencrales, brigadieres y gcfe de su tercio, uni- camente, se Terinque quiténdose el sombrero, cogiéndolo por el pico de enmedio, y najàndolo con aire al costado derocho» de modo aue la escarapela quede locando al vivo del pantalon.

De rea! órden lo digo à V. E. para su conocirn lento y efec^ tos consiguientes. Dios guarde à V. B. muchos anos. Madrid 5 de junio de i84$.=Sanz.=Sr

Beai órden sobre los mozos sujetos al reemplazo del ^'eretto, que hayan cumpHdo sus condenas antes dee alistamiento,

En la apllcacion del art. 77 de la ordenanza de reemplazos de 3 de noviembre de 1837 han ocurrido algunas dudas a dife- reutes didutaciones y ayuntamientos, al mismo tiempo que ha ofrecioo ocasion & varios particulares para f undar reclama-- ciones, que no se avienen con éLtesto literal, y menos con el espiritu que ha i>residido à su redaccion. El tribunal supremo de guerra y marina ha examinado detenidamente las cuestio- nes à que ha podido dar lugar la ìnteligencia en diverso senti- do* prestada segun los casos de los recurrentes, y al consul- tar i>artieiilarmente sobre una esposicion de la diputacìon prò- vincial de Sevilla, las ha ilustrado comò cum{>le al mejor servi. ciò pùblico, tcniendo presentes las alias cpnsidjeraciones. sobre

528

que etiUi basado el articulo, y con d fin de qae el gobiernoevite que sirva de pretesto d unos para inutilizarse para el serviciode lasarmas, y 4 otros para exigir la inclusion de los que deben «er escluidos de las filas del ejército. S. M. la Reina (Q. D. G.), eiiterada de està consulta en acordadade 23 deabriìde 1845, comunicada & esle ministerìo por el de la guerra en i.^ de enero ùltimo, se ha dignado resolver, de conforinidad con ei dictàraen del tribunal sujpremo de guerra y marina, que m la ejccuGion del art. 77 de la ordenanza se tengan presentes y lleven à efecto en los casos que ocurran las reg/as siguientes:

!.• Los mozos sujetos al reemplazo del ejército que ha- yaa sufrido pena de presidio seràn admitidos à servir desde luego la plaza que les corresponda, si han oumpltdo sus con- dcnas en el acto del alistamiento, pero seràn precisamente destiaados al batallon correccional de Geuta.

S.« Guando sea declarado soldado el que se halle preso por causa criminal ó sufriendo su condena, se le reempla- zara por otro suplente de los declarados corno tales, que ser- virà basta (]ue et procesado sea absueUo ó haya cumplido su condena. Si està hubiese sido la de presidio, el que la su- friò sera destinado precisamente al batallon correccional de Ceuta, comò se ha eslablecido en la regia anterior.

3.* Los que hubiesen sufrido pena de reclusion, prision, arresto ó deslierro, si el delito por que se procedió fué el de ro- bo, burlo , falscdad ó alevosfa , serviràn igualmenle en la for- ma prescrila en. las reglas anteriores» pero con destino for- zoso al batallon correccional de Geuta. Si el delito por que se pro- cedid fué de distinta naturaleza de los enunciados, y de los quj basta ahora no han causado nota de infamia para ser ad« mitidos en las filas del ejército, entraràn à servir su plaza en la forma que se ha dicho , y seràn destinados al cuerpo que ies correspondlere corno si no hubiesen sufrido tal condena. 4.* Los que seau destinados al batallon correccional de Geuta en la forma espresada en las reglas anteriores, y ha- yan sufrido condena por delito de robo, alevosia, falsedad li otrosdeaquellos que impidieron basta ahoraserviraun en aqael cuerpo correccional, seràn destinados à una compania ò sec- cion del mismo cuerpo, u olro separado, segun se acordare por el ministerìo de la Guerra.

^ De Rea! órdcn lo digo à V. S. para su inteiigencìa y efec- fos corresnondienles à àu cumpiimiento. Diòs guarde i V. S. IMMcb^s aflòs Madrid G de j un io de ÌSW.

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Beai òrden cWeuUvr sobre la antigiledad qtie deben dìsfru- tar en sue empleos los ofidales que pasen d servir de uno d atro instituto del ejército.

Bxcmo. Sr.: Enterada la Reina (Q. D. G.) de la inslancia del capitan graduado D. Lucas Cortes, teniente de caballeria, cn solicitud de que se digne S. M. resolver lo què tenga & bien sobre la antigùedad que deben dìsfrutar en sus empleos los ofìcìaies de la misma arma que han pasado à ella de la de infanteria, se ha ser?ido S. M. declarar, de conformidad con lo espuesto por el tribunal supremo de guerra y mari- na, que los ofìciales que pasen de uno A otro instituto 4^1 ejército no deben gozar en el empieo con que lo verifiqu^n mas antigùedad que la de la fccha de la real òrden qii<^ìe8 conceda el pase.

Be la de S. M. lo comunico à Y. E. para su intelig^ncia y efcctos consiguientcs. Bios guarde é V. E. muchos anos. Ma- drid 23 de junio de 1846.c=Sanz.=Sr. inspector general de...*

Meal decreto sobre el ascenso de soldados, cabos y sargentos,

En consideracion d lo que me ha espuesto el Ministro de la Guerra, y conforme con la opinion ae mi Gonsejo de Mi- iiislros, vengo en decretar:

!.<> El ascenso de los soldados à cabo y sargento sere gra- duai, y no se podró pasar de un empieo & otro sin baber ejer- cido ei inferior inmediato el tiempo que se prefija.

2.0 Para ser cabo segundo, ademas de lo que la wdenan- za exige en las oblìgaciones peculiares de este empieo, se re-* auiere saber leer y escribir, las cuatro primeras reglas de la aritmètica, y haber servido seis meses de soldado con buena noia. Las vacanlcs de està clase se proveer^n ^n soldados de la propia compania ó balena, y no habi^ndoioSt eu los de otras del mlsmo balallon ó brigada.

3." Las vacantes de cabos primeros se proveerdn entrelos segundos del batallon ó brigada en que hayan resultado, te- niendo los rcquisilos que se exigen en el arliculo anteriory seb meses de cabo segundo.

4.<> Las de sargentos segundos se proveerdn tambien en la escala de los cabos primeros del batalJon, escuadron ó bri- gada en que haya ocurrido. £1 individuo en quien recai^a de- berà saber lo que la ordenanza le prefija en sus obligacioues,

1^30

sei de buena conducta, de aptitud reconocida y tener un ano de cabo primero.

. 5fi A lag de sargentos primeros optaràn los seguDdos de todo el regimiento, si cuenlan dos anos en sa empieo y sa- ben la aritmètica, los detalles de la contabilidad de una com- pania y las^bligaciones que la ordenanza prefija, con conducla irreprensible, caràcter y disposicion para el mando.

6.» Los sargentos primeros de la infanteria y caballeria del ejéreito pontinuarén optando i las subtenencias vacanlesque pciirran por el metodo seguido basta el dia; pero paia olle- perlas denerén contar tres anos de ejercicio en su empieo, la- terin otra cosa, no se determine.

: 7.^ £1 liempo de ejercicio para el ascenso de estas claaes queda fijado à la mitad en ticmpo de guerra. . S.^ Los servicios distinguidos de los soldados^ cabosy sar- gentos del ejéreito seràn rccompensàdos con las cruces de Ma- ria Isabel Luisa sencillas ó peusionadas, con las de piata de San Fernando y con grados superiores A su empieo, pero no con ascensos, si los individuos carecieren de las circunstancias que se exigen cn los articulos anteriores.

Q.^ £1 Sfinistro de la Guerra circularà à los inspectores j directores generales de las armas las instrucìone»conTeniea- tes para la ejecucion del presente decreto. - Dado en Palacio & 27 de julio de 1840.==£stà rubrlcado de la real mano.:=£l Ministro de Ih Guerra, Laureano Sanz. ' Beai órden de 31 de agosto de 1846, declarando que los efectos de la de 3 da julio de 1845 sobre desertores (que n inserta à la tetra en la instruccipn sobre los mismos), no so- lo comprenden à los que yerificaron la desercion con poste- rioridad é dicha fecha, sino tambien à los que incurrieron en este delitp con anterioridad à ella.

Real órden de i^ de seUembre de 1846, marcando los casos en que log cuerpos de infanteria del ejéreito deben dlevar armada la bayoneta.

. La Reina (Q. D, G.) se ha dignado resolver que en lo su- eesiyo no Ueven los cuerpos de infanteria del ejéreito arma- da la bayoneta, sino en los aclos de escoltar, recibir y des- pedir las banderas cuando entren de servicio y guardia,- en- tendiéndose esto desde la parada basta entregar^e del pues- |o, dobiendo tenerlas con stan temente envainada aun cuaodo el Boldado esté de centinela, y armarla unicamente fuera de lo&jcasos espresados, cuando deba bacerse uso de ella.

551

APÉNDIGE

al nueTO manejo de sable y lanza, aprobado por S. M. y cir- calado por el Excmo. Sr. Inspector General de la caballe- ria, en el mes de junio de 1844, y que va inserto en està ins- truccion manual, comprensivo de las adiciones y eninien-. das hechas cn él, despues de su circulacion.

Saludo que deben ejectttar los teHores ofidales haUdndose con el sable en mano.

Desde la posicion de presentado, el saludo constarà de cuatro tiempos.

l.<» Se subirà el sable basta que su guarnicion esté & la altura ^e la sien, poniéndoleperpendicularcon la punta arri- da, el corte à la Izquierda.

i.^ Se dejaré caer el sable bacia la espalda, corno unas tres pulgadas, bajàndolo cn seguida por delante con mucha prontitud y gracia à loda la estension del brazo derecbo y re- laguardia.

3.0 Subirà el sable & la primera posicion.

4.0 Bajarà el sable à la posieton de presentado.

En el tercer tiempo de saquen el sable, se suprimen las pa> labras «la hoja cuatro dedos separada del homoro.»

En el linico tiempo de «en su lugar descanso» dice: ««sobre la sangria del brazo derecbo.» Se susUtuye diciendo: «sobre la parte superior del brazo derecbo.

Ifota» Bebé cuidarse que al ritirar el pie derecho & reta- guardia para tomai està posicion, se atrase un poco el hom- Ero del mismo lado, à lin de que pueda colocarse el ultimo lercio de la boja del sable sin herir ni incomodar al bombre inmediato.

Envainen el sable.

. A lo. ùltimo de su primer tiempo se anadiré «sosteniendo Ja faina con la mano izquierda por las ^nillas.»

A la funeral el sable.

Dice: «dos tiempos» léase «tres tiempos.» El segando tiempo seri corno sìgut.

Dos. Sosleniendo el sable con el brazo, y apreténdoìe coa- tra el cucrpo, se sacarà el cordoQ de la iniinecay la mano iz- quierda lo cogerà por los gabilanes para sostener^.

37*01. Pasarà la mano derecha à su coslado'y Vósicion.

Ifota: £1 movimienlo de bajar la mano dcrccha à su cos- tadò, se ha creìdo necesario hacerlo en un solo tienipo,y pa- ra la mayor uniformidad se ha aumentado el tcrcero sabre los dos eslablecidos.

Revista del sable.

Esplicando su ejecuclon dice.

«Hasta poner el puno cnfrenle de la boca.»

Se dirà «basta poner el puno cuatro dedos enfrente de la boca.»

Tfota. Para la ihstruccion de los reclulas en pelolou, se ha dividido la revista en cuatro licmpos, siendo el primero presentar el sable, segundo llevarlo al frente de la boca y dar la vuelta unas k fuera, tercero bajarle à la posicion de presea- tado, y cuatro ponerlo al hombro.

1.* iHvision.

Donde dice «y con tres pasos de hombre à hombre, man- dare.»

Entiéndase «ycon cnatro pasos de hombre & hombre rnan- darà.»

En la poslcion de guardia dice: «y figurando tener las rìen- das de la brida, cuidando de unirla, etc.»

Enliéndase: «y figurando tener las riendas de la brida, ob- servando siempre la posicion que se la da por reglameolo.»

En el corte uno del asalto dice: -y el tomo sobre éL»

Debe decir: «y el lomo una cuarla sobre él.»

Despues dice: «Guardia sobre la derecha.»

Entiéndase «Guardia à la derecha.»

Despues de la prevencion del sable, dice: «Quitc y estoca- da & la izquierda-eslocada.»

Debe decirsc: «Guardia, quite y estocada à la izqaierda- estocada.»

Tfota. Despues del quite y estocada à la derecha^ eo que queda el sable en prevencion , debe ponerse tambien en guar- dia, para dar el quite y estocada & la izquierda.

555 S.* IHvisiim.

Bice: «Quite de la derecha.»

Se dirà: «Quite de la derecha-qnlte.»

Corte cuatro.

Bice: «ÀI terminar el corte se mandard.»

Bebé ser: «Al terminar el corte se Tendrà à la posicion de.»

Jfoto. Està varlacion consiste en que las terminaciones de los cortes que paran en protecciones, no necesitan la ?oz de mando, puesto que se ejecutan al finar el corte ò quite an- terior, y por esto debe el ìnstructor continuar con la voz del XDovimiento que sigue & la posicion en que ^ueda.

£n la voz de «corte à retaguardia,» se anadiré^ «Corte i retaguardia-corte.»

Protejan el brazo de la brida.

Dice: «Termìnado el corte seis quedarà el brazo por encir ma .de la cabeza y por detras del casco.»

Debe decir: «Trroinado el corte s^is quedarà el brazo por delante del casco.»

Tfota. Ed el corte é retaguardia, «lue se tira para preparar està proleccion , se darà la ¥oz ejecutiva «corte.»

En ei quite de la izquierda al freote se darà la voz ejecuti* ▼a de «quite.»

3.* Bxvùion.

Dice: «estocada al freote.»

Se dirà: «estocada al freote-estocada.»

Citrte cinco.

Dice: «y el puiio cuatro dedos separado de dicho bombro.» Se dirà: «y el puno una cuarta separado de dicbo hombro.» En el «quite de la derecha al urente,» se anadirà la tm eie* cativa de «quite.»

Corte trei.

Donde dice «sobre la jzquierda,» se dirà: «sobre la derecba.» T donde dice: «sobre la derecha,» se dirà «sobre la izquierda.»

Demostracian dei atague y defema.

Donde dice: «con la distancia de tres pasos de hombre à hombre.»

V

55< ^g .^^

Se dire: «con la disUneia de cuatro {mBcjI de nM^te il homLre.»

4* Division. *. ^ '^ii

Esplicando el movimiento de «quìte de la dereoha M frenle.»

Dice: «basta que naturalmente suba A descansar àicima del hombro ìzquierdo.»»

Debe deeir: «basta que naturalmente suba una cuarta por encima del bombro izquierdo.»

Antes de los «quites y estocadas à la derecha é izquierda éontra infanteria» se antepondré la toz de «guardia.»

' Carte cuatro.

Donde dice: «poniendo en la primera el sable perpendicular punta arriba, etc.»

Debe decir: «poniendo en la primera el sable en la posìcion esplicada para este corte en la primera division, girando el coerpo bécia la izquierda.»

Despues dei corte cuatro, dice: «Guardia,» «al hombro (el) sable.»

' Està ùltima «guardia» debe suprimirse, y mandar «al hombro ei sable,» que es corno queda despues del corte cuatro.

Jttanejo de la lonza à caballo.

1.» division.

Se Runrimen las voces del Q"*^^ I* derecba-quitc. be Buprimen las voces ae| q^^^^ ^^ j^ izquierda-quite.-

f En la misma di vision dice: «Lanzada primera & la derecha

oontra caballerìa-lanzada.» «Ijaazada primera à la izquierda con tra caballeria-lanzada» Deberé decirse: «Quite y lanzada primera é la derecha,

Gontra caballeria -lanzada».

^ «Quite V lanzada primera à la izq^uicrda, contra caballe-

ria-lanzada.

FIN.

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